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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/04/25 in Risposte
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Le quarter eagle di Reich ripropongono, ovviamente, il disegno delle half eagles, ma a differenza di queste furono coniate con molta meno regolarità. In particolare, il modello Capped Bust, venne coniato solo nel 1808, dopodiché la produzione subì un lungo stop, e venne ripresa solo nel 1821. Anche sui quarti di aquila compare per la prima volta il valore al rovescio, 2-1/2 D. (foto da Heritage Auctions) Ma la ripresa del 1821, naturalmente con il modello Capped Head, fu ancora una volta breve, per una maggiore regolarità nelle coniazioni si dovette attendere il 1824. (foto da Ira&Larry GoldberG Auctions) Un'altra importante modifica riguardò il diametro della moneta, ridotto, a partire dal 1821, da 20 a 18,5 mm, e che subí un'ulteriore riduzione, portandosi a 18,2 mm., nel 1829, quando furono ridotte anche le dimensioni di lettere, data e stelle. Peso e composizione non subirono variazioni rispetto alle emissioni precedenti, e la moneta con queste caratteristiche fu coniata fino al 1834 (ad eccezione del 1828). petronius4 punti
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Dato che sono venuto in possesso del catalogo di vendita con riportati a margine di ogni lotto i nomi degli acquirenti e il prezzo di realizzo, ripubblico l'immagine della moneta con la relativa "curiosità":4 punti
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L’armamentario del postiglione Il racconto di un postiglione: il suo lavoro e le sue avventure! Armi e bagagli. Si parte. Oops, dimenticavo: ho caricato anche alcuni sacchi di posta. I passeggeri son saliti. Sì, è un trasporto ibrido. Con me viaggiano corrispondenza e persone. Trasporto valori, in un certo senso. Nelle buste c’è chi infila le banconote. Chi viaggia ha con sé portafogli zeppi di banconote (gli uomini) e gioielli (le donne). Queste si son subito spaventate alla vista dell’archibugio che porto con me, insieme ad un paio di pistole. Le ho rassicurate. Se ci assaltano i briganti ho di che difendermi e difenderle. Mi presento sono il Postiglione, al servizio delle Regie Poste. Sono io a condurre il velocifero, una moderna carrozza postale, da una stazione di posta all’altra. Quando sto arrivando, suono l’apposita melodia con la mia cornetta e subito qualcuno mi viene incontro per prendersi cura dei cavalli e darmene di freschi e riposati per il cambio. È in questo modo che la corrispondenza viaggia da una parte all’altra del Paese. Ogni volta, un’avventura! Ieri mi addentravo lungo un percorso un po’ pericoloso, infestato dai briganti. Si appostano nei tratti meno frequentati e appena mi vedono passare… Anche ieri, ma ero pronto e stringevo già in pugno la mia pistola. Fa parte della divisa, sapete? Non per nulla stiamo parlando dell’armamentario del postiglione. Stavano quasi per avere la meglio, ieri. Allora ho preso il mio corno postale (per gli amici, “cornetta”) e ho suonato la melodia di richiesta d’aiuto. Non ero troppo lontano dal paese; qualcuno ha sentito e i gendarmi sono arrivati subito in mio soccorso. Anche questa volta la posta è arrivata a destinazione, sana e salva, al pari dei passeggeri e delle passeggere, con le loro banconote, con i loro preziosi. Le cornette, usate già negli stati preunitari, sono utilissime in un sacco di situazioni. Ad ogni melodia corrisponde un avviso: così annuncio l’arrivo della corsa, faccio preparare i cavalli e le carrozze, chiedo aiuto in caso di difficoltà... Nelle poste austriache e nel Lombardo Veneto questi segnali si eseguivano su cornette a tre giri. Anche nel ducato di Parma, per qualche tempo. Con quelle cornette i miei colleghi potevano emettere varie note in do e sol maggiore. Negli altri stati italiani e nel Regno d’Italia invece l’antica cornetta è stata sostituita con quella da un solo tono. I segnali si sono ridotti così a una ripetizione dell’unica nota con diversi ritmi, ma ci capiamo ugualmente. La cornetta è talmente utile e diffusa che figura nello stemma gentilizio della famiglia Tasso, quelli che hanno concepito la posta così com’è ora, ed è stata assunta a simbolo delle poste in tantissimi Paesi. Il corno postale è così evocativo che nella Terza Sinfonia di Gustav Mahler (terzo movimento) lo strumento intona un motivo nostalgico. Compare anche nel secondo minuetto della “Serenata n. 9 in Re maggiore K320” di Wolfang Amedeus Mozart, detta, guarda caso, “Serenata Posthorn”.4 punti
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Mi scuserete se ripropongo le foto del mio Sebeto 60 grana 1748. Ho notato che sono scure, allora ho pensato di postarne due più fedeli all'originale. Approfitto della circostanza per rilevare che le sigle M-M, presenti al dritto, ai lati dello stemma, non sono seguite dal punto. Variante, credo, alquanto rara. Ringrazio e chiedo scusa per il disturbo. Saluti.3 punti
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È stato un po' tribolante portare a casa questo falso,la prima volta passo su eBay.uk per poche sterline,lo tenevo d'occhio ma è bastata una distrazione e ho perso l' asta,dopo diverso tempo lo rivedo in asta su eBay nostrano,era in lotto con una piastra sempre di Ferdinando II in bassa conservazione ma la richiesta da parte del venditore mi sembrava troppo alta,gli faccio un' offerta in privato ma lui , giustamente,rifiuta dicendo che preferisci lasciarla in asta,il lotto, ovviamente,rimane invenduto,dopo altro tempo ancora viene rimesso in vendita da solo e questa volta non me lo lascio scappare, pagato più di quanto volevo spenderci realmente ma tutte queste coincidenze mi hanno portato a credere che doveva finire nella mia umile raccolta,e così è stato,e adesso,con il senno di poi,lo pagherei anche di più...3 punti
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Mailing List 13 04/03/2025 Carissimi Amici Numismatici ecco il primo appuntamento del 2025 in terra Bresciana Il Convegno Numismatico a Brescia! Il Convegno si svolgerà nel prestigiosissimo sito del Museo delle Mille Miglia a Brescia! Convegno Numismatico e Commerciale città di BRESCIA 7 e 8 Marzo 2025 PRESSO sale espositive del MUSEO MILLE MIGLIA Viale della Bornata 123 25135 BRESCIA loc. Sant’Eufemia NUMISMATICA, FILATELIA, CARTOLINE, GIORNI INGRESSO VISITATORI Venerdì 7 Marzo 10,00 - 18,00 Sabato 8 Marzo 9,00 – 15,00 Ingresso gratuito e ampio parcheggio dedicato sempre gratuito! Vi aspettiamo presso il nostro stand negli orari indicati, dove sarà possibile visionare e acquistare le nostre monete in vendita, eseguire stime e perizie. Sarà possibile ritirare anche il materiale già acquistato presso il nostro negozio on line di Numismatica sul nostro sito web, naturalmente previa conferma. Siamo sempre disponibile all'acquisto delle vostre monete, singole, in stock o intere collezioni. Vi aspettiamo numerosi, non mancate...i convegni Numismatici sono una importante occasione per fare esperienza e vedere monete dal vivo, senza impegno di acquisto! Oltretutto potrà essere una splendida occasione per visitare il Museo delle Mille Miglia e le sue auto storiche! A presto Massimo Filisina Perito Numismatico Numismatica Leonessa 335 6490043 https://numisleo.it/blogs/mailing-list/mailing-list-13-04-03-vi-aspetto-tutti-al-convegno-numismatico-di-brescia-il-7-8-marzo-20253 punti
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Buongiorno e buona domenica a tutti. Oggi finalmente ho un po' di tempo per la nostra amata Numismatica. Riflettevo sui piccoli nominali Borbonici, principalmente di Ferdinando II ed in particolare dei ritratti. Ho qualche esemplare che va dalle cingranelle (5grana) ai 3 tornesi. Il 5 Tornesi lo escludo dal ragionamento. Per me personalmente sono dei piccoli capolavori e li giudico esteticamente migliori delle Piastre e dei 10 Tornesi fatta eccezione per qualche bell'esemplare di questi ultimi. Cercando in rete però la mia attenzione è stata rapita da alcuni esemplari di tari/grana 20 di Ferdinando II falsi o giudicati come tali. Devo dire che sono rimasto molto colpito dalla fantasia, dalla bravura e dalla maestria che hanno adottato i falsari restituendoci dei ritratti a volte surreali, a volte così familiari. Non vi nascondo che mi piacciono, vorrei proporvi di alimentare questa discussione proprio sui Tarì/Grana 20 per formare un database di ritratti indipendentemente dal millesimo e magari provare a stilare una classifica per millesimo. Aspetto suggerimenti e osservazioni, proviamo a fare questo lavoro di squadra. Inizio riproponendo degli esemplari trovati in rete. Due di loro sono stesso conio ma non riesco a capire se sia la stessa moneta. Saluti Alberto2 punti
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Addirittura altro zero... non credo si arrivi a questi numeri... devo cercarla tra i miei rottami in rame 😝2 punti
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L'iscrizione di @braccinocorto in questa discussione è stata accettata e quindi sin d'ora può partecipare! non ci volevo venire.... - mi ci hanno tirato dentro a forza! ☠️2 punti
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Ciao @Rickyx24ti posto due esemplari stessa tipologia che sono stati coniati nello stesso anno. Come puoi vedere ( nonostante le foto non proprio buone) in linea di massima sono molto simili. Tieni ben presente che comunque i ritratti sui conii venivano incisi a mano e cambiati quando si usuravano percui difficilmente tutti i particolari possono corrispondere. Per porosità si intende una superficie non omogenea del metallo dove ci sono punti come quelli che ti mostro nella foto del collo della moneta in questione 🙂 ANTONIO2 punti
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A beneficio della discussione di Alberto posto uno dei miei falsi tarì, questo 57 è quello che apprezzo dì più... Al momento ho solo queste immagini, appena possibile le rifarò...2 punti
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Salve. Condivido una mezza piastra 60 grana Sebeto1748 di Carlo Di Borbone. Peso gr.12,54. Al rovescio, trifoglio a fine legenda; particolare, questo, alquanto comune. Un caro saluto a tutti. Buon pomeriggio.2 punti
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Entrata 2447, al momento di entrare trovo ancora cielo, metto nel carrello con scarpette rosse, mi chiama la collega per dirmi che aveva preso lei per tutti🥰, ho abbandonato per lasciare posto ad altri. Lei era 784. Questa volta è andata bene, ma non si può fare una vita così.😅. No si può avere l'ansia della moneta.2 punti
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sposa la tua compagna, così te ne serve solo 1 e l'altra la puoi scambiare! mi pare un buon motivo per ammogliarti! 😇2 punti
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Preso tutto quello che mi serviva......compreso il cielo..... per fortuna è andata bene2 punti
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Gentilmente qualcuno mi riassume quali monete dovrei cercare di acquistare per poi rivendervele al triplo? Grazie in anticipo (a chi proprorra suggerimenti validi farò uno sconto del 20%). 🤑💰💸2 punti
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Per il rovescio delle sue monete Reich disegnò un'aquila (e ti pareva ) vista di fronte, che stringe tra gli artigli tre frecce e un ramoscello d'ulivo, con lo scudo sovrapposto al petto. Le ali dell'aquila sono sollevate sulle monete d'oro, e parzialmente piegate in quelle d'argento. Sopra la testa dell'aquila è sospeso un cartiglio con il motto E PLURIBUS UNUM, nel giro l'iscrizione UNITED STATES OF AMERICA. E per la prima volta sulle monete d'oro compare il valore, in forma abbreviata, ai piedi dell'aquila: 5 D. per la half eagle. (rovescio della moneta del post precedente, da Heritage Auctions) Anche l'aquila non mancò di suscitare critiche. Un funzionario governativo disse che l'animale sfidava sia la natura che l'araldica. Qualcun altro paragonò l'aquila ad ali spiegate con lo scudo sul petto a un sandwich (e il disegno divenne poi noto come sandwich-board). Secondo il noto numismatico e storico dell'arte Cornelius Vermeule, lo scudo somiglierebbe piuttosto alla protezione di un arbitro di baseball Sia come sia, i disegni di John Reich rimasero a lungo sulle monete, sia pure con qualche modifica. La half eagle rimase invariata, come l'abbiamo vista, fino al 1812. Nel 1813 venne cancellato il drappeggio del busto di Lady Liberty, e la moneta passò dall'essere indicata come Capped Bust a Capped Head, mentre le stelle non furono più divise parte a destra e parte a sinistra, ma occuparono interamente il giro. Invariato il rovescio. (foto da Heritage Auctions) Senza ulteriori modifiche ai disegni, ma con una riduzione del diametro (che passò da 25 a 23,8 mm.) e della dimensione delle lettere e delle stelle (più piccole), lasciando invariati peso e titolo, la half eagle di Reich fu coniata fino al 1834, ad eccezione degli anni 1817-1818. petronius2 punti
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Un tedesco per la Zecca L'idea di trovare un incisore europeo di valore (uno bravo ) per la Zecca di Philadelphia, nacque probabilmente in contemporanea con la zecca stessa. Coloro che si erano succeduti alla direzione nei primi anni di attività, erano consapevoli che gli incisori americani non potevano competere con gli europei, e le stesse maestranze addette alla produzione non avevano l'esperienza necessaria per produrre monete di qualità. Ci vollero però anni prima che il desiderio diventasse realtà, e la realtà aveva il nome di Johann Matthias Reich, un immigrato tedesco nato a Furth, in Baviera, nel 1768, e trasferitosi in America nel 1800. Reich, che al suo arrivo negli Stati Uniti aveva anglicizzato il suo nome in John, aveva appreso il mestiere dal padre, anch'egli incisore. Già nel 1801, appena un anno dopo essersi trasferito, alcuni suoi lavori erano stati notati da Thomas Jefferson, che lo aveva raccomandato per un impiego alla Zecca. Impiego che però non fu a tempo pieno, ma solo per piccoli lavori, tanto che pochi anni dopo, disilluso, stava pensando di tornarsene in Europa. Ma nel gennaio 1806 la Zecca vide la nomina del suo quarto Direttore, Robert Patterson, che intuì le sue qualità, e nel 1807 lo nominò Second Engraver (il primo era sempre Robert Scot, che mantenne la carica fino alla morte, nel 1823), col compito di ridisegnare la gran parte delle monete in circolazione. Al dritto di tutte queste monete, compare una properosa Lady Liberty nella quale qualche critico, probabilmente non senza ragione, credette di riconoscere l'amante dell'artista. Nelle half eagles, le prime monete d'oro coniate con questo disegno nel 1807, Lady Liberty, volta a sinistra, indossa un cappello frigio con l'iscrizione LIBERTY sulla fascia. Nel giro 13 stelle, 7 a sinistra e 6 a destra, in basso la data. (foto da Heritage Auctions) Ma, inaspettatamente, il berretto indossato da Lady Liberty, che nelle intenzioni di Reich voleva rappresentare un cappello frigio, simbolo di libertà (Liberty Cap), fu invece interpretato in un modo che scandalizzò molti. Si disse, anche qui non senza qualche ragione, che un cappello come quello lo si poteva vedere su alcuni fregi e bassorilievi funerari dell'antica Roma, tra la fine della Repubblica e l'inizio dell'Impero, ed era un oggetto donato ai liberti, gli schiavi liberati dal loro stesso padrone.... naturalmente, nessuno poteva concepire gli Stati Uniti come una nazione di schiavi a cui gli inglesi avevano graziosamente concesso l'indipendenza. Dovette intervenire il presidente Jefferson in persona, che nonostante le mille incombenze legate al suo ruolo, e i suoi ancor più numerosi interessi, trovava anche il tempo di occuparsi di tutte le questioni riguardanti la Zecca e le monete, per spiegare che quello non era affatto un berretto da schiavo, bensì un cappello alla moda. Più precisamente, un mob cap, un cappello tondo e morbido, solitamente di lino o di una sorta di garza, con dei volant decorativi intorno al bordo, spesso ornato di pizzo o nastro. Molte donne usavano portarlo, soprattutto in casa, per tenere raccolti i capelli. Tra esse, Jefferson citò Martha Washington, la prima First Lady d'America, della quale in effetti esiste più di un ritratto con indosso questo copricapo... e a quel punto, nessuno poté obiettare più nulla Continua...2 punti
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“Viaggio nel Sacro”: la mostra sui ritrovamenti archeologici della TAV Napoli-Bari dal 28 febbraio Fonte: https://www.archaeoreporter.com/it/2025/02/22/viaggio-nel-sacro-la-mostra-sui-ritrovamenti-archeologici-della-tav-napoli-bari-dal-28-febbraio/ Gli scavi archeologici al santuario di Ponte, lungo i lavori RFI della linea AV Napoli-Bari Un’esposizione per valorizzare le scoperte lungo il tracciato ferroviario Le scoperte archeologiche lungo il tracciato della nuova linea ferroviaria Napoli-Bari sono al centro della mostra “Viaggio nel Sacro”, che verrà inaugurata il 28 febbraio 2025 alla Sala Paleontologica del Centro Operativo di Benevento della Soprintendenza. L’iniziativa, curata dalla Soprintendenza ABAP per le province di Caserta e Benevento, rappresenta un primo passo di un percorso più ampio, e più che auspicato, di valorizzazione e studio dei rinvenimenti archeologici emersi grazie agli scavi condotti in collaborazione con Rete Ferroviaria Italiana (RFI), che finora sono praticamente sconosciuti al pubblico. La mostra si concentra in particolare sul santuario ellenistico-romano di Ponte, uno dei siti più rilevanti scoperti nel corso dei lavori. Situato in un’area di transito fondamentale nell’antichità, il santuario ha restituito un ricco repertorio di materiali votivi che offrono nuove prospettive sulla religiosità e i culti praticati nel territorio campano. Le scoperte archeologiche lungo la linea Napoli-Bari I ritrovamenti effettuati lungo il percorso dell’alta velocità coprono migliaia di anni di storia, dalla preistoria all’epoca romana. Tra i siti più importanti, resi noti negli scorsi giorni ma come risultato di lunghe campagne di scavo, figurano: Acerra, località Gaudello: un villaggio dell’età del Rame, con capanne, sepolture e manufatti perfettamente conservati. Maddaloni: un tratto originale della via Appia, con basolati ancora in situ e una necropoli con sepolture a fossa e a cappuccina. Ponte: il santuario ellenistico-romano, protagonista della mostra, con materiali votivi e strutture sacre. Solopaca: una villa romana destinata alla produzione di vino e olio, segno di un’economia agricola ben strutturata nell’antichità. Come spesso accade, questi ritrovamenti emergono nel contesto dei lavori per l’Alta Velocità Ferroviaria, che di fatto rappresentano il più grande scavo archeologico d’Italia, con migliaia di siti intercettati lungo il percorso. Tuttavia come dicevamo, la loro comunicazione al pubblico, e in fondo anche agli studiosi, è spesso limitata. Questi risultati straordinari meritano quindi una maggiore condivisione e partecipazione, affinché l’archeologia preventiva sia percepita non come un ostacolo ai lavori, ma come un’opportunità per conoscere meglio il territorio. Un equilibrio tra tutela e sviluppo Il Soprintendente Mariano Nuzzo ha sottolineato come queste scoperte abbiano colmato importanti lacune cronologiche nella storia del territorio campano. “La collaborazione tra le Soprintendenze e il Gruppo FS ha creato una ‘buona pratica’ di equilibrio tra conservazione e innovazione”, ha dichiarato. L’evento inaugurale della mostra segna quindi un primo passo per valorizzare un patrimonio sommerso, che ora trova una nuova visibilità grazie a iniziative come questa. Ma molto resta ancora da fare per rendere l’archeologia un elemento centrale del racconto del territorio e della sua storia.1 punto
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Buonasera, sarei grato per un gentile parere sull'ultima arrivata nella mia minicollezione di monete costituzionali di recente.....istituzione1 punto
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DE GREGE EPICURI Difficile essere esperti dei denari di Claudio, se ne vedono talmente pochi...Io ne ho avuto uno solo, in 30 anni di collezionismo.1 punto
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Non ci sperare troppo; questa è una perla recente:1 punto
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Anche questo mi sembra ben curato, lettere in legenda, data,stemma,corona. Molto probabile sia una mano(falsario) diversa dal 1836 è più simile a quelli postati da me. Peso e diametro saranno molto vicino all'originale, giusto? Curato in tutto, si confonde bene pare quasi buono è solo parecchio usurato.1 punto
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salve aemilianus,è vero,ma è l unica a cui mi assomiglia.se da quà a domenica non avete risolto chiederò ad un vero specilista.nino ps.si dovrebbe vedere in rete se esistevano i multipli come i tari1 punto
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salve,oltre alla disamina di pxa caesar,noto da foto residui del cosi detto ossido piombino.il proprietario dovrebbe verificare la loro natura tra le lettere e la perlinatura.può essere che si sono fermati nella pulizia perchè squamava.mia opinione .nino ps il ritratto non è dirimente ma non sembra incongruo1 punto
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Ciao, a mio parere il ritratto di Claudio su questo denario è simile a molti altri riscontrabili sulle sue monete, non ci vedo incongruenze. Per quanto concerne invece la sua autenticità, da queste foto, io non riesco a dare un parere. Nella descrizione si dice che è stata pulita in passato, forse la porosità e alcune mancanze di argento ( tipo " corrosioni o desquamazione") sulla sua superficie sono dovute proprio a questo? Resto come te in attesa di interventi in proposito 🙂. ANTONIO1 punto
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Negli anni 50 lo stipendio medio di un' operaio era di 30000 lire...1 punto
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Condivido al 100%. E' quello che ho detto più volte, sperando di aiutare qualcuno a non buttare i soldi. Bene ripeterlo ogni tanto.1 punto
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Sarà tutto come dite voi. Ma prima di fare considerazioni personali lo studio, per chi vuole e può leggerlo (ed io ho già vito che mi mancano le competenze), è questo: https://www.pnas.org/doi/abs/10.1073/pnas.24196301211 punto
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Gentil fapetri2001, favolosa documentazione, complimenti super collezionista! saluti ggc1 punto
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Entrare con piu device può essere un problema perchè vengono visti gli ip. Conviene entrare con uno solo appena scocca il secondo. Se in pochi secondi non si viene messi in coda provare subito con altro device. Io oggi ho provato con lo smartphone ma dopo alcuni istanti non venivo messo in coda. Ho chieso e provato con laptop e sono entrato subito con 1492. Questa è la mia esperienza di oggi. La volta scorsa invece sono entrato con lo smartphone.Non c'è una regola precisa, a volte non si viene messi in coda oppure accade molto tardi. Quindi oggi sono rimasto a bocca asciutta, per fortuna c'è il Campari, quello vero, nel frigo........ ciao1 punto
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La lascerebbe a chiunque tarnne che a me, te l'assicuro. Io sono una di quelle persone che non ne ha nemmeno una... di Vasco. Concordo nella rimodulazione delle regole di assegnazione. Assurdo poter comprare multipli una volta entrati. Basterebbe questa semplice regola per accontentare tutti.1 punto
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Sempre bel materiale con tanto di spiegazioni .. dove oltre che gioire l' immagine si puo' anche imparare qualcosa. Gran bei pezzi veramente !!!1 punto
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Buonasera a tutti, posto un esemplare passato recentemente su Asta Inasta. Millesimo 1836 palesemente Falso e correttamente dichiarato come tale. Come vi sembra? Saluti Alberto1 punto
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Ciao Fausto, ho cercato ma non ho trovato nulla nemmeno io su questa variante... Anche se mi ricorda qualcosa, che purtroppo non riesco a trovare o a mettere a fuoco. Per la variante segnalata sul Cudazzo (e siccome inedita potrebbe essere quella che mi gira in testa ma che non ricordo) mi sembra strano che al posto del PR ci sia il PRINC, per una questione di spazio, ma potrebbe... purtroppo non ho trovato quello che mi sembrava di ricordare, quindi non posso aiutarti!1 punto
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A proposito del primo esemplare, la foto proviene dall'archivio fotografico del Forum, un post del 2005 di un utente @ospite che non riesco a linkare, mi permetto di riportare quanto scritto nel post che ritengo utile per la discussione. D\: Testa nuda barbuta a destra,attorno: FERDINANDUS II DEI GRATIA REX sotto la data. R\: Stemma coronato,attorno: REGNI VTR.SIC.ET IIIER. sotto "G. 20" Taglio: Rigato in incuso Zecca: Napoli ? La moneta dopo un secondo esame, più approfondito, risulta non essere in argento.I dubbi sono usciti dopo una email di risposta del dott.Traina Mario a proposito di questa moneta,ad un'email inviata a Cronaca Numismatica e che riporto per precisione dei fatti e delle date. Email di risposta: Sulle monete coniate durante il suo lungo Regno durato ben 29 anni Ferdinando II mostra innumerevoli volti, dalle caratteristiche somatiche diverse (capelli abbassati o rialzati sulla fronte, testa più grande o più piccola, volti segnati dall’età che avanza, dal volto giovanile a quello adulto o al volto decisamente più anziano degli ultimi anni, da quello imberbe a quello con una barba rada o più folta). Ricordo come D’Incerti riporti ben 200 varianti per le piastre e 4 tipi fondamentali diversi; successivi studi hanno fatto lievitare le varianti a ben 375 e portato i tipi a 6, di cui 5 proprio per l’immagine del Sovrano. Per i 20 grana Cagiati, D’Incerti, Pannuti-Riccio, Gigante riportano solo due tipi, volto imberbe e volto barbuto. Il suo esemplare, che appartiene al tipo con la barba rada e la testa più grande in effetti si distacca da tutti i tipi già noti, almeno per quanto sia a mia conoscenza, sia per le caratteristiche somatiche del volto che per i capelli e le lettere delle legende. Notevoli anche le differenze rispetto al tipo riportato da Gigante con la stessa data 1555 e indicato come unico; la testa nella moneta di Gigante appare più piccola e non taglia la legenda in basso come nel suo esemplare, l’espressione del volto è rivolto più verso l’alto ed è diversa. C’è chi, come Lei, ha pensato a prove o progetti non andati a buon fine; a mio parere questa ipotesi è plausibile ma con la differenza che mentre di norma le prove o i progetti non vengono messi in circolazione, nella Zecca di Napoli avveniva il contrario. A parte il fatto che non si usava contrassegnarle con qualche segno speciale per distinguerle. Ricordo come il Pagani-Prove riporti una prova in argento ed una in rame dei 60 grana di Francesco II del 1859 senza alcun segno particolare e altrettanto dicasi per la prova in rame delle 2 once d’oro per Palermo del 1814 di Ferdinando III. In conclusione il suo esemplare, fino a prova contrario, risulta inedito. Prova, progetto ? Può darsi, ma siamo sempre nel campo delle ipotesi. Io non vorrei fare il guastafeste ma qualche dubbio sull’autenticità della moneta ce l’ho. Non mi convincono molti particolari del conio, da quelli del volto alle lettere della legenda e alla data che appare “piuttosto “pasticciata”. Lo stesso colore così scuro dell’esemplare, che dovrebbe essere in buon argento (833 millesimi) è sospetto. Mi auguro di sbagliare. Ringrazio pubblicamente il dott.Traina per la risposta data tramite Cronaca Numismatica e che presto vedremo anche sulla rivista C.N. nella sezione "Gli Esperti Rispondono". F.V. Fonte: Archivio fotografico Falsi Monete delle Due Sicilie Tarì da 20 Grana 1855 Prova o Falso d'epoca. Magari è tutto già superato? O c'è ancora da studiare?1 punto
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Ho letto l'articolo. Interessante. Qui non c'è nulla di numismatica. C'è solo un amministratore delegato che come obiettivo ha quello di vendere più oggettistica possibile. Chissà, magari lui realizzerà il mio sogno: monete di cioccolato valore nominale 25.12€ Ipzs-Lindt, emesse per Natale. Sono sicuro che ci arriveremo. È solo questione di tempo 😅1 punto
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Go West! Il 1804 è un anno importante per la storia degli Stati Uniti, e non certo perchè in quell'anno cessarono le coniazioni dei dollari e delle Eagles, un fatto probabilmente passato quasi inosservato ai contemporanei e conosciuto oggi solo dai cultori di numismatica, ma per un altro fatto, quello sì, di straordinaria importanza per la storia futura dell'America. Che ha un necessario antefatto l'anno precedente, quando, il 30 aprile 1803, gli Stati Uniti e la Francia di Napoleone firmarono un trattato in base al quale gli americani acquistavano dai francesi, per la favolosa somma di 15 milioni di dollari, un territorio immenso, denominato Louisiana, che di fatto raddoppiava l'estensione del paese (in verde nella cartina). Tanto immenso quanto sconosciuto. Anche se era già stato percorso da isolati cacciatori e mercanti, non esisteva una cartografia, e le scarse informazioni che se ne avevano lasciavano ampio spazio a racconti favolosi di unicorni, giganteschi mammut, castori alti sette piedi (più di due metri ), indiani dagli occhi blu che parlavano il gallese. Thomas Jefferson, un altro Padre della Patria, e terzo presidente degli Stati Uniti, che più di ogni altro aveva voluto l'acquisto della Louisiana, e fin da prima che questo si concretizzasse aveva pensato a una spedizione transcontinentale, indusse il Congresso a stanziare fondi segreti per una spedizione che, comandata dal suo segretario Merriwether Lewis, e da un altro esperto uomo della frontiera, William Clark, partì da St. Louis nel maggio 1804. La spedizione di Lewis e Clark sfatò tutte le speculazioni su quei territori, compreso il mito e la speranza più diffusi: l’esistenza di un “passaggio a nordovest”. Tale passaggio, un fiume o una serie di fiumi connessi tra loro che attraversavano le montagne e raggiungevano l’Oceano Pacifico, avrebbe permesso di commerciare in modo più diretto con l’Oriente. Jefferson credeva che la scoperta di un passaggio a nordovest avrebbe riempito di ricchezze il Nordamerica. Dopo aver risalito il Missouri fino alle sorgenti la spedizione attraversò le Montagne Rocciose, per poi discendere il corso dei fiumi Snake e Columbia fino al Pacifico. Dopo un epico viaggio di quasi 7000 km. gli esploratori fecero ritorno a St. Louis verso la fine del 1806, con una grossa collezione di carte, schizzi, esemplari botanici e geologici, e una massa di dati sui costumi degli indiani. Ma, soprattutto, la loro impresa gettò le basi di quella che sarebbe diventata la colonizzazione del West, con tutto quello di buono e cattivo che essa ha rappresentato nella storia degli Stati Uniti. Non mi dilungo oltre, chi volesse approfondire l'avventura di Lewis e Clark ha a disposizione un'infinità di libri e di siti per farlo. Quello che invece ci interessa qui, è che questa avventura ha avuto anche dei risvolti numismatici, anche se... a lungo termine Ci sono voluti infatti due secoli perché, nel 2004, in occasione del bicentenario della partenza della spedizione, venisse emessa una serie di quattro monete da 5 centesimi, due nel 2004 e due nel 2005, per celebrare l'evento. La prima moneta, rilasciata nella primavera del 2004, è denominata "Louisiana Purchase/Peace Medal". Il disegno del rovescio mostra due mani intrecciate in segno di amicizia, una con un bracciale da uniforme militare, che simboleggia il governo americano, l'altra con una fascia d'argento ornata con perline e un'aquila americana stilizzata, che rappresenta la comunità dei nativi americani, ed è ispirato alle "Medaglie per la Pace" appositamente commissionate per la spedizione, per essere donate ai capi indiani. La seconda moneta, rilasciata in autunno e denominata "Keelboat" (imbarcazione a chiglia), raffigura la barca che trasportò i pionieri sui fiumi del Territorio della Lousiana, alla ricerca di un passaggio a nordovest verso l'Oceano Pacifico. Nel 2005, la terza moneta è ispirata al "Buffalo Nickel", e per questo denominata "American Bison", a ricordo dell'attraversamento delle Grandi Pianure. Mostra al rovescio un bisonte americano al pascolo in un campo. La quarta moneta, "Ocean in View", mostra le acque del Pacifico come potrebbero essere state viste per la prima volta dagli uomini della spedizione nel novembre 1805. E' completata dall'iscrizione "Ocean in view! O! The joy", ripresa dal diario di Clark del 7 novembre 1805. Al dritto di tutte le monete, il ritratto di Jefferson, ma diverso per i due anni. Nel 2004 è ancora quello classico, che campeggiava sui nichelini fin dal 1938, mentre nel 2005 viene modificato con uno molto più moderno e innovativo, ma che, chissà perché, verrà usato solo per quella emissione e sostituito l'anno seguente. E naturalmente non possiamo dimenticare il bellissimo dollaro di Sacagawea, la ragazza indiana divenuta leggenda che, per un tratto, fece da guida e interprete a Lewis e Clark. petronius1 punto
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Questo è il giusto: IUSTITIA ET CLEMENTIA Riproduzione senza alcun valore. @CdC anche se si tratta di una riproduzione moderna mi sembra giusto sistemare il titolo della discussione: 1870 > 17801 punto
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Mi permetto di aggiungere i tre esemplari in mio possesso, con una conservazione migliore. Nell'ordine Licinio II Licinio I e Costantino I. Dopo 15 anni... scusate!1 punto
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Taglio: 2 euro cc Nazione: Finlandia Anno: 2017A Tiratura: 2.484.000 Condizioni: BB Città: Milano1 punto
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Ciao, è noto ai più che frequentano questa Sezione con assiduità che esistono varianti della stessa moneta contraddistinti da un ritratto imperiale diverso (da cui i vari tipi a, b, etc …). Probabilmente ciò non è noto a chi la frequenta magari in modo discontinuo o saltuariamente o ancora solo da poco tempo. Come Curatore quando noto che un utente non assiduo ha compiuto una ricerca… non posso che esserne contento. Magari si sta avvicinando alla monetazione. Ad altri magari i risultati saranno graditi e amplieranno la conoscenza personale. Insomma... ciò che è noto ai più può essere spunto di approfondimento per chi non segue approfonditamente la monetazione imperiale. Volevo rimarcare in ottica finalizzata ai neofiti la presenza nell’iconografia del rovescio (ai piedi dell’Annona) da una parte del modius (contenitore-standard per la misurazione delle quantità di cereali tipico suo attributo) e quello meno frequente della prua di nave, ad indicare l’arrivo delle messi dall’Egitto, come già proposto precedentemente da Nerone nel celebre sesterzio ANNONA AVGVSTI CERES. Ciao Illyricum1 punto
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