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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/15/25 in Risposte

  1. Per mettere un testone per @ZuoloNomisma che forse li apprezzerá, secondo me, sono assaí piú rari in bella conservazione delle piastre a mio modesto parere, che di queste ultime ne ho quasi per data. Ritratto sempre bel Nasuto, Ferdinando II dei Medici, testone Firenze 1636 e testone 1634 Ferdinando II collare alla Spagnola ,variante di conio con ritratto piú fine, collo e naso diversi dal conio conosciuto, ex coll Cosimo Rodolfi.
    4 punti
  2. Buongiorno a Tutti, condivido il 5 dollari USA "capo indiano" del 1909, senza segno di zecca quindi Philadelphia. Diametro mm 21,6 - grammi 8,35 tiratura 627.138 spesso segnalata come rara. A diritto un capo indiano, alcuni studiosi reputano sia raffigurato il capo Hollow Horn Bear dei Brulè Lakota (1850-1913 ), secondo Wikipedia fu presente nella battaglia di Little Bighorn (1876) e raffigurato nei certificati militari USA di pagamento da 10 dollari ( in allegato ). A rovescio oltre all'aquila ed i motti, 13 stelle, che rappresentano le 13 colonie britanniche che si ribellarono alla loro madrepatria. A disegnare i 5 dollari d'oro con la testa indiana (denominazione ufficiale "Indian Head" ) fu lo scultore di Boston Bela Lyon Pratt, che fu allievo di August Saint-Gaudens, il quale fu l'autore di altro design dei 5,10 e 20 dollari d'oro americani - rif. Wikipedia -. Questa moneta è molto particolare perché i disegni non sono incisi in rilievo, ma in incuso, ovvero sono incavati rispetto al piano della moneta, oppure tendenzialmente sullo stesso piano della moneta. Nella storia numismatica americana questa fu la prima volta che venne incisa una moneta in questo modo e l'autore ricevette molte critiche in proposito, soprattutto per una questione igienica - rif. Orogenesi -. Grazie per l'attenzione.
    4 punti
  3. Cari amici, È stato finalmente pubblicato il volumone (542 pp, 427 medaglie descritte ed illustrate, peso 2,5 kg!) "Venezia attraverso le medaglie. l'Ottocento" di Leonardo Mezzaroba, con il contributo dell'indimenticato Piero Voltolina e di Meri Beni Voltolina, una amica che con grande passione porta avanti la conoscenza e la valorizzazione della collezione e della mole di informazioni che ci ha lasciato Piero. Opera imperdibile non solo per i collezionisti appassionati di Venezia, rappresenta in un certo senso la naturale continuazione della monumentale opera del Voltolina sulle medaglie veneziane pre-1797. Allego copertina e due brevi estratti dall'introduzione, gentilmente concessi dalla signora Meri Beni. Su sua esplicita richiesta, chi fosse interessato all'acquisto (ad un prezzo davvero conveniente per l'importanza dell' opera) può scrivermi in privato e volentieri farò da tramite.
    2 punti
  4. Salve cari Amici. Oggi per Voi un denario di una delle mogli dell'imperatore più stravagante di tutti tempi . Aquilia Severa, una delle mogli di Elagabalo. Il denario ha un diametro di 20mm ed un peso di 2,67 grammi ; sul rovescio la Concordia. Non credo sia proprio tanto comune, in ogni caso a me piace tantissimo, spero anche a Voi !!! In mano è molto più bello: non sono esperto a fare foto. Ciauzzz Mario
    2 punti
  5. Cari amici come i collezionisti di monete sabaude (e non solo) sanno gli scudi da cinque lire emessi dal 1850 al 1861 da Vittorio Emanuele II in qualità di Re di Sardegna sono una tipologia monetale di grandi dimensioni e di stupenda bellezza. Ai tempi tuttavia hanno quasi tutte circolato, e molto, e tale circostanza rende assai difficile il reperimento di esemplari in elevato stato di conservazione. Condivido perciò volentieri qui un esemplare in collezione da circa tre anni che presenta (la foto è di una decina di giorni fa) una patinatura che ha acquisito progressivamente (e inaspettatamente) rispetto alle condizioni in cui fu acquistata nel 2022, epoca in cui la mostrai sul Forum. Al momento dell'entrata in collezione infatti presentava una colorazione decisamente più attenuata e assolutamente priva di riflessi. Il soggiorno sul velluto ne ha - diciamo così - ravvivato la patinatura, che ora, unita alla conservazione, ne fa a mio avviso uno dei migliori esemplari apparsi di questo millesimo, che è uno dei più comuni, ma che come detto inizialmente, diventa raro nelle alte e altissime gradazioni di qualità, soprattutto se con patina omogenea e senza segni di lucidatura o lavaggio come in questo caso.
    2 punti
  6. Per contribuire, Cosimo II granduca di Toscana dal 1609-1621, Firenze, doppia in oro dal peso di oltre 6,7 grammi. Colui che concesse protezione a Galileo Galilei dalle persecuzioni dei Gesuiti. Un saluto Fofo
    2 punti
  7. @azaad ringrazio per l'intervento. Tuttavia preciso (per correttezza e a favore di chi leggerà a cose fatte) che la mia risposta era rivolta proprio ed esclusivamente a segnalare l'off topic dell'utente, senza alcun commento in merito. Stilicho
    2 punti
  8. Da amante della Repubblica Serenissima di Venezia questo zecchino mi dà i brividi. Lo stle ''moderno'', il globo crucigero al posto del Vangelo, la freddezza del conio sono tutti particolari che non hanno nulla a che vedere con i veri zecchini. Ma il particolare che mi dà maggiore fastidio è la rappresentazione di Francesco II nelle vesti del Doge. Arka # slow numismatics
    2 punti
  9. Buongiorno a tutti, riporto nella presente discussione un mio vecchio contributo; mi pare possa nutrire questa nuova carrellata. Nel 1816, poco dopo la caduta di Napoleone, la zecca britannica decise di abbandonare la coniazione della moneta d’oro in uso. La “Guinea” o “Ghinea” fu indubbiamente la moneta più importante del diciottesimo secolo. La maggior parte degli esemplari circolava però da troppo tempo ed era evidentemente sotto peso. Inoltre la lunga guerra contro la Francia rivoluzionaria aveva inevitabilmente indotto a tesaurizzare le monete in oro ed il loro posto venne preso dalle banconote da uno e due Pounds un esempio di Guinea,fifth head, "spade type" (collezione personale) Il “Royal Proclamation” del 1 Luglio 1817 diede corso alla nuova sovrana da 20 scellini ed ai suoi multipli, soppiantando definitivamente le ormai scomode guinee da 21 scellini. Sovereign 1820, la prima tipologia di sovrana (collezione personale)
    2 punti
  10. Chissà però se è la medaglia cui fa riferimento @Brios.
    2 punti
  11. @PostOffice, niente scherzi mi raccomando ed in bocca al lupo con i controlli. Intanto grazie infinite per tutte le ricerche filateliche ed i consigli elargiti nel Forum.
    2 punti
  12. Ciao,è un bronzo provinciale di Coela in Tracia. Dovrebbe essere di Elagabalo. https://www.acsearch.info/search.html?id=13084006 Mi correggo,è Caracalla https://www.acsearch.info/search.html?id=10991501
    2 punti
  13. 3 ducati 1854 La foto Non le rende tanta giustizia, ha i rilievi integri e metallo fresco e lucente
    2 punti
  14. Grazie a ROBERTO GANGANELLI che nella newsletter di CRONACA NUMISMATICA del 10/04/2025 mi ha ricordato le medaglie della COMPAGNIA DI GESU' e così ho ripreso la discussione del fondatore S. IGNAZIO, postando la piu grossa medaglia del terzo centenario della canonizzazione anno 1622-1922, bronzo misure mm. 58 x 71, gr. 114. Vedi https://www.cronacanumismatica.com/le-medaglie-raccontano-la-storia-della-compagnia-di-gesu/ Le MEDAGLIE raccontano la storia della COMPAGNIA DI GESÙ.webloc
    1 punto
  15. Hai ragione. La foto non rende giustizia (anche al piacere di tenerla in mano) Quando riesco faccio foto migliori
    1 punto
  16. Piccole donne Ma, indiani (e schiavi neri) a parte, com'era strutturata la società americana ai tempi di Andrew Jackson? Era davvero quella nazione di liberi e uguali vagheggiata dai Padri Fondatori? Per Alexis de Toqueville autore del classico La democrazia in America, pubblicato nel 1835, la caratteristica che distingueva gli americani era "l'uguaglianza di condizioni". L'intera società americana si era "fusa nel ceto medio", per cui pochi erano molto ricchi o molto poveri. Un'opinione condivisa da altri viaggiatori e cronisti europei dell'epoca, come Charles Dickens. Essi notarono la mancanza di barriere sociali e di distinzioni di rango, l'inesistenza di titoli, tranne alcuni blandamente onorifici come "giudice" o "colonnello", un comportamento generale assai meno formale di quello europeo, al quale gli immigrati dal vecchio continente si conformavano rapidamente, assumendo atteggiamenti egalitari. I politici vantavano le loro umili origini, o si scusavano per non averle, parole come "servitore" erano considerate avvilenti, "padrone" un termine troppo servile, raramente usato (tranne che negli stati del Sud). Perfino i bambini rifiutavano il principio dell'autorità. Gli europei, attenti alle divisioni di classe, trovavano questo spesso sgradevole, ma tutto ciò non faceva altro che rafforzare la convinzione che nell'America di Jackson ogni uomo valesse quanto qualsiasi altro La realtà era, naturalmente, diversa, soprattutto nelle grandi città del Nordest. All'epoca della visita di Toqueville (1831-1832), nella sola New York c'erano almeno un centinaio di persone che possedevano centomila dollari, e 75 a Boston. All'estremo opposto, l'immigrazione stava creando una massa crescente di poveri. E nonostante la presunta mancanza di classi, la società americana era tutt'altro che priva di stratificazioni: dovunque c'erano differenze di istruzione e posizione sociale, e in città come New York, Boston, Philadelphia esisteva, se non un'aristocrazia formale, un'élite di ricchi che viveva con pretese di signorilità e, soprattutto tra le donne, dimostrava un forte esclusivismo. Tuttavia, la tesi egalitaria non mancava di validità. Il fattore ricchezza non bastava da solo a conferire potere e prestigio, anche i ricchi dovevano lavorare per vivere, e in una società che premiava l'industriosità, il lavoro finiva per essere un elemento livellante. Inoltre, in una dimensione sconosciuta agli europei, gli americani parlavano e si vestivano tutti allo stesso modo: tipiche espressioni americane erano comuni a tutte le classi e in tutte le località. Altrettanto strana per gli europei, era quella che uno storico ha definito "la democraziadell'abbigliamento". Anche gli operai portavano i guanti, e il console britannico a Boston, osservando nel 1840 che le ragazze della servitù "erano gravemente affette dal cattivo gusto nazionale di essere troppo eleganti", si lagnava che fosse difficile "distinguerle dalle loro padrone" Anche il fattore demografico ebbe la sua influenza, gli Stati Uniti erano una nazione giovane non solo come storia: nel 1830 il 45% della popolazione non aveva ancora 15 anni, il 32% era sotto i 10. Questa straordinaria giovinezza contribuiva a spiegare la libertà di cui godevano i ragazzi americani, e che tanto sfavorevolmente colpiva gli osservatori europei. Dato che la manodopera era relativamente scarsa, gli adulti erano necessariamente occupati nel lavoro e i ragazzi dovevano diventare autosufficienti. La conseguenza fu, come osservava ancora Toqueville, che in America l'adolescenza era sconosciuta: come si espresse un altro osservatore, gli Stati Uniti erano una nazione senza ragazzi, con solo "piccoli uomini e piccole donne che stavano diventando grandi" petronius
    1 punto
  17. Penso sia la porzione femmina di una fibbia per cintura o mantello. L'anello più grande dovrebbe essere destinato ad ospitare la porzione uncinata dell'altro componente... Vedi, solo a titolo di esempio, immagini in collegamento... https://www.ebay.fr/itm/126805142677?_skw=Boucle+Ancienne&itmmeta=01JRX1CQZB9C50P5BB9JSDVEZ5&hash=item1d862cec95:g:nnoAAOSw4vVnS11Q&itmprp=enc%3AAQAKAAAA0MHg7L1Zz0LA5DYYmRTS30mqJGJwIAh3sys3MAQW8RfCJPtE4PP7zHE%2FBjj4qsU%2FZxKKFYMgxQ%2BcRa6RXRTYbBCeA5v9MBEp0Z51mTcsdkkkYDnnvtzyGwxh62gNfqal%2BNEYtg%2Fxr53NMLpfrTTr9ga4xCJe%2FZx7RKmdlPQwlyoiRQsnzLByUHDcm%2FO5OLlSgsQvFptvhhRTd7qb3F4h2YYzrZD69Fy93gQK2kZituhzCaHL%2Bj8tm%2B7wFySIrqgaZ0FLU0UOM%2Ffmj3aS%2BeReZ70%3D|tkp%3ABk9SR-b_sqHHZQ Mario
    1 punto
  18. Buongiorno vorrei identificare questo denario di caracalla, purtroppo non ho bilancino e calibro con me per i dati, la moneta mi sembra buona, eccovi le foto e grazie
    1 punto
  19. @RobertsMaria ho nascosto un commento che era andato eccessivamente off- topic e la risposta di @Stilicho. Continuiamo a parlare dei viaggi di Adriano.
    1 punto
  20. Lari vi stan a Utica = la rivista "Nautica". Buona giornata!
    1 punto
  21. Salve, vedo una passione sui testoni, dei papi della famiglia medici ha niente? Tornano ai Medici, metto un Ferdinando piastra 1604. Cardinale e poi Granduca della Toscana,moneta, che in spl se ne contano pochissimi pezzi, priva di difetti di conio non esiste, conio al diritto del Mola. So che gli incisori che lavoravano a Firenze furono chiamati a Roma x coniare alcune monete e anche li si riscontravano difetti di coniazione tipiche di questa emissione. Un saluto Fofo
    1 punto
  22. Ciao, ma come hai fatto a indovinare? Strano. Sei fenomenale! Grazie. Saluti, Gianfranco
    1 punto
  23. Il genocidio dei Nativi americani, da nord a sud, è stata la più grande tragedia della storia umana, per durata, estensione geografica, e numero di vittime. Stimate tra i 55 e i 100 milioni in tutto il continente, una forchetta talmente ampia che fa temere si tratti di cifre approssimate per difetto. Anche perché, oltre a quelli uccisi direttamente nelle guerre, un numero di vittime ancora maggiore, e difficilmente quantificabile, fu provocato da una lunga serie di malattie importate dall'Europa e sconosciute in America, per le quali i Nativi non avevano anticorpi Purtroppo è sempre stato così. E poiché oggi la storia non la studia quasi più nessuno, temo che potrà andare solo peggio petronius
    1 punto
  24. N°1- Medaglia celebrativa e devozionale natalizia, argento, del XVIII sec. (seconda metà?)- D/ Natività. - R/ L'adorazione dei Re Magi, rara. N°2- Medaglia devozionale e celebrativa carmelitana, argento, seconda metà del XVII sec. (dopo il 1671), probabile produzione romana.- D/ Madonna del Carmelo o del Carmine incoronata da due angioletti con Gesù Bambino col capo raggiato, regge lo scapolare con la mano SX.- R/ Cinque santi canonizzati nel 1671 da papa Clemente X, che sono: S. Luigi o Ludovico Beltran, Santa Rosa da Lima, S. Francesco Borgia, S. Filippo Benizi, S. Gaetano da Thiene, Non Comune. Ciao Borgho
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  25. Ciao Domenico, In realtà non mi sono mai occupato della presenza e della posizione dei trisceli. Non per disattenzione ma solo perché erano dei punzoni, a mio avviso, inseribili sul conio con molta più libertà di quelli delle lettere, pertanto non "fondamentali" per il mio studio. Peraltro sul Papadopoli, e quindi sul Corpus che ne deriva, sono elencate numerose varianti proprio sulla presenza e posizione degli stessi. Varianti che non sono assolutamente definitive e (lo so per esperienza) pubblicate.
    1 punto
  26. Grazie @jaconico, anche oggi ho finito mi piace... É veramente un bel biglietto anche se in modesta conservazione. Quello che non mi piace in una banconota sono gli strappi e i bordi troppo irregolari. Questa mi é sembrata ok. Come dicevi, non essendo stata trattata, cosa fra l'altro sottolineata dal venditore le ha permesso di mantenere colori vivaci. Saluti
    1 punto
  27. Ci vogliono foto migliori di entrambi i lati e gli esatti dati ponderali.
    1 punto
  28. Spettacolare @fofo! Continuo con un’altra moneta del 1676, è un multiplo di filippo (e passiamo dai 27.84g ai 55.36), stesso piede della moneta di Carlo II quindi, ma stavolta la famiglia è quella dei Trivulzio. RETEGNO Antonio Teodoro Trivulzio (1676-1678), doppio filippo 1676. Ag - 55,36g MIR 899/1, Ravegnani III/4
    1 punto
  29. Probabilmente ne esistono varie perchè non erano per una singola persona ma per commemorare la persona o un'evento.
    1 punto
  30. La pista delle lacrime "Nel 1830 il presidente Andrew Jackson firmò una legge che costringeva le tribù native ad abbandonare il sud-est degli Stati Uniti... Percorremmo a piedi tutto il tragitto che separava le nostre case natali dal territorio che il governo ci aveva assegnato, il cosiddetto Territorio Indiano, che in seguito sarebbe stato battezzato Oklahoma, una parola Choctaw che significa 'terra dell'uomo rosso'... Fu un trasferimento forzato, non avevamo altra scelta. Se qualcuno di noi rifiutava di abbandonare le proprie case, i soldati strappavano un bambino dalle braccia della madre e gli fracassavano la testa contro un albero dicendo: 'se non ve ne andate, tutti gli altri bambini faranno la stessa fine'. Si dice che alcuni soldati abbiano sventrato con le loro sciabole delle donne incinte. Fu così che la nostra gente fu costretta ad abbandonare la propria terra. La nostra gente fece a piedi l'intero percorso, camminando dall'alba al tramonto, circondata come un gregge da soldati a cavallo. Quando i nostri vecchi cadevano, morti, non ci veniva concesso nemmeno il tempo necessario per offrire loro una sepoltura decente. Molti dei nostri cari vennero gettati nei burroni: i loro corpi furono coperti soltanto da qualche frasca, perché ci impedivano di fermarci. Fu un lungo cammino, la gente era sfinita, i bambini non riuscivano a tenere il passo degli adulti, quindi questi erano costretti a portarli in braccio o sulla schiena. Erano talmente sfiniti da non avere la forza di reggerli, tanto che alcuni bambini e le loro madri dovettero essere abbandonati. Queste sono alcune delle avversità che il nostro popolo dovette sopportare lungo il cammino, e queste ingiustizie provocarono molti lamenti e pianti. Quella strada venne da noi battezzata 'la pista delle lacrime'. (Da: Il vento è mia madre, di Bear Heart e Molly Larkin) Trail of tears, dipinto di Robert Lindneux, 1942 Incurante delle sofferenze provocate, Andrew Jackson difese la politica di allontanamento degli indiani, sostenendo che fosse nel loro interesse. Nel 1837, lasciando la presidenza, dichiarò: "I filantropi saranno felici del fatto che i superstiti di quella razza sfortunata siano stati finalmente trasferiti lontano dai rischi di offesa e oppressione, e che d'ora in poi la benevola assistenza del governo federale avrà cura di loro e li proteggera." petronius
    1 punto
  31. sorry! Qui son già due: https://moviarg.com/labs/medalla.php?CodMov=LMNB "848" nel PDF https://repositorio.anh.org.ar/bitstream/anh/378/1/BaANH50356 Catalogo de las colecciones medallisticas de la ANH (Tomo 1).pdf
    1 punto
  32. Ma come …?! Una statua vasofona del plastificatore bizantino ?? un esempio di coroplastica sublime irrinunciabile 😝
    1 punto
  33. Quella della foto aveva una interessante particolarità, i cunei di abbreviazione ai piedi della P di INPATOR come quelli in uso ad esempio nella zecca di Pisa come in foto che allego.
    1 punto
  34. Non ho nessun interesse per le monete d'oro, questa che posto di seguito è l'unica che posseggo, ed è anche la più vecchia in assoluto della mia raccolta. Mi è stata identificata molto tempo fa semplicemente in: Regno di Sicilia (Palermo Spar 63) Ruggero II (1105-1154) - 1140 c.a. - 1 Tarì (comune) Pesa 1,32 grammi. (per le legende cufiche mi avvalgo della scheda presente su questo sito) Tari' (!croce! processionale)
    1 punto
  35. Zecchino o fiorino, Firenze 1724 Gian Gastone De' Medici ( 1723-1737 ) gr. 3,41 raro. A diritto giglio di Firenze con due fiori, a rovescio San Giovanni Battista ( Patrono di Firenze ).
    1 punto
  36. Secondo me i denti dei denari serrati erano già presenti sul tondello in rame/bronzo prima di essere rivestiti dalla lamina d'argento e di essere coniati 🙂 ANTONIO
    1 punto
  37. peraltro non è neppure una moneta di Siracusa ma "vorrebbe" essere un tetra siculo punico di Panormos come ZIZ, Jenkins 30 accoppiamento di coni (O7/R26). Sul dritto a fianco dell'Ippocampo in punico la legenda SYS. Allego la moneta presa da un listino d' Asta del 2016.
    1 punto
  38. Secondo me si... legenda lunga e legenda corta.
    1 punto
  39. 20 lire 1846 Torino, Carlo Alberto, rara R2, periziata in BB da Ernesto Memoli nel 2009.
    1 punto
  40. 20 lire 1809 Milano, Napoleone I° Re d'Italia "stella a 6 punte" , rara, Gigante 85a - periziata nel 2010 da Ernesto Memoli.
    1 punto
  41. Doppio Marengo di Napoleone, moneta molto comune
    1 punto
  42. È una bella moneta, la terza foto del dritto, la prima e terza del rovescio mostrano un lustro più che buono. I colpi sono quelli che hai detto te, mentre la striatura potrebbe essere un po' di sporco. I rilievi sono belli e definiti. Per me siamo nell'ordine del SPL+ o anche qualcosa di più.
    1 punto
  43. Novità editoriale per la monetazione romano repubblicana. Dal sito di DeaMoneta: https://www.artemideaste.com/rrsc "Siamo lieti di presentare il primo volume della serie Roman Republican Silver Coins. Scritto da Pierluigi Debernardi, il Volume 1 tratta le prime emissioni in argento della Repubblica Romana, dagli esordi della monetazione repubblicana fino alla fine della Seconda Guerra Punica, intorno al 200 a.C. Debernardi propone una nuova classificazione dei denari anonimi basato sia sullo studio dei conii di tutte le emissioni romane in argento di un repertorio di 26.000 monete sia sulla loro contestualizzazione nei tesoretti, molti dei quali da lui pubblicati o riediti e rivisti. Nuove serie vengono definite e tutte vengono quantificate, giungendo ad un criterio scientifico ed oggettivo della rarità. Le emissioni vengono inoltre collegate in modo originale alle fonti storiche. L’opera offre un’analisi approfondita e una chiave di lettura innovativa per collocare queste emissioni nel loro contesto cronologico e geografico, arricchendo il panorama degli studi numismatici con un approccio rigoroso e ricco di spunti. Questo catalogo rappresenta un punto di riferimento importante sia per collezionisti che per studiosi, unendo precisione scientifica e passione per la storia. Il testo, abbreviato con la sigla RRSC è utilizzato per la classificazione delle monete proposte da Artemide Aste. 320 facciate, a colori, con ogni tipologia di moneta illustrata con foto di altissima qualità, accompagnata da una scheda descrittiva dettagliata. Rilegato in cartone rigido, 17 x 21 cm." Il libro è in lingua inglese. Il prezzo è di 90€ + spese di spedizione.
    1 punto
  44. Forse manca un punto interrogativo alla fine del titolo della discussione? tipo: Comunque no, io non lo vorrei sapere ps: ma ci potrebbe essere qualcun'altro che magari lo vuole sapere!
    1 punto
  45. 3 tarì 1757, conservazione molto gradevole, bella patina. Perdonerete la pessima qualità delle mie foto. La seconda foto è lo stesso esemplare è tratta da un articolo del Bovi sulle monete di Carlo di Borbone edito nel 1935 nel quale la moneta viene indicata come proveniente dalla "coll. Ratti".
    1 punto
  46. Figurati! Comunque i 5 rubli commemorativi emessi dall'URSS sono 13 in tutto. Faccio presente comunque la mitica discussione avviata dall'altrettanto mitico donax: Riguardo poi al fatto che le zariste sono meglio dei rubli commemorativi sovietici o che i francobolli sovietici sono meglio dei rubli commemorativi sovietici, rispondo scrivendo che... il cavolfiore è meglio delle melanzane! Proprio ieri mi sono aggiudicato in un'asta una classica "civetta" ateniese del V sec a.C. Quindi quella col suo carico di storia batte il cavolfiore, le melanzane, le zariste e la produzione filatelico - numismatica sovietica? Leggo ogni tanto interventi sul forum del tipo... "Ma vuoi mettere le monete statunitensi con quelle coeve del Regno di Spagna?"; "Ma vuoi mettere i francobolli con le monete?"; "Ma vuoi mettere una banconota perfetta ma restaurata con una spiegazzata ma intonsa?"; "Ma vuoi mettere le contemporanee con le antiche?", "Ma vuoi mettere le melanzane con la cicoria?", come se il piacere e il godimento (di un collezionista o di un buongustaio) sia riconducibile a qualche griglia oggettiva, a qualche elaborazione di IA. "La bellezza è negli occhi di chi guarda", "Ogni scarrafone è bell' a' mamma soja", "Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace" e via discorrendo. Non credo Wittgenstein avrebbe qualcosa da ridire.
    1 punto
  47. Buonasera a tutti e Bentornato @LOBU. E' sempre un piacere leggere i tuoi interventi. Un' unica piccola precisazione: la 10 Torrette, Variante molto rara, è stata censita da @Raff82 e dal sottoscritto nel nostro modesto studio "Errori nella Piastra 1834 di Ferdinando II°", pubblicato su " Il Gazzettino di Quelli del Cordusio " n.10. Con quella che hai condiviso (complimenti! ) siamo a Cinque esemplari. Manca questa che era stata resa pubblica da un componente di questo forum. Eccola: Stesso conio, riconoscibile dalle tre Torrette (invece che pallini ) nello Scudo del Portogallo e dall'esubero di metallo, sempre al R/, a lato di ET HIER. Ciao, Beppe
    1 punto
  48. Buonasera a tutti, condivido una mia Piastra 1834 variante 10 torrette nello stemma del Portogallo (credo che si tratti del quarto esemplare ad oggi conosciuto), fondi speculari, Ø 37 mm / peso 27,57 g Da notare anche una curiosità nella legenda al dritto - un dettaglio quasi impercettibile - dove la parola GRATIA è interessata dalla ribattitura della prima lettera A su lettera T, un errore in legenda - di solito più evidente - già conosciuto come "GRTTIA" su altre Piastre del millesimo 1834. Per completezza, allego anche le immagini degli altri tre esemplari conosciuti (tutti dello stesso identico conio), di cui due già condivisi alcuni anni fa nella discussione "Varianti delle piastre di Ferdinando II": Collezione @Lenin al post #105 del 22 Ottobre 2017 Collezione @ferdinandoII al post #338 del 21 Giugno 2019 Wannenes 28 Novembre 2018 Asta 265 - Lotto 1192
    1 punto
  49. Per fortuna ho deciso di chiudere la mia raccolta di sovrane con il 2017. La Royal Mint con questa emissione ha litigato con la propria storia. Una sovrana d'argento....gli inglesi erano un baluardo della tradizione, da tempo uscivano con monete barzelletta: le "coniazioni del giorno", annate con 4 emissioni di sovrane, con o senza stemmino. Oggi in argento domani magari in cupro-nichel; riusciranno a fare in modo che la "sovrana" raggiunga la "ciotola" ai mercatini? Vedremo. Un amante tradito.
    1 punto
  50. Apro questa discussione al fine di raccogliere le immagini di monete, medaglie, banconote e manufatti d'arte che rappresentano il mito di "San Giorgio e l'uccisione del Drago" di ogni epoca e luogo di provenienza presenti nelle nostre collezioni. Invito gli utenti di tutte le sezioni del forum a condividere le foto di quanto hanno a disposizione nelle loro raccolte accompagnate da una breve presentazione dell'oggetto o anche dell'artista, in modo da poter creare una bella miscellanea tematica. Spero che l'idea piaccia e la partecipazione sia nutrita e trasversale agli interessi dei partecipanti al forum. Credo sia innanzitutto opportuna una breve introduzione circa la vita del Santo e la leggenda che l'accompagna: San Giorgio di Carlo Crivelli (1472) L’esistenza di Giorgio, santo vissuto nel II secolo, è ancora avvolta dal mistero, tanto che i papi cattolici Giovanni XXIII e Paolo VI hanno ridimensionato la sua importanza e il culto. San Giorgio, però, è ancora tra i santi più amati in Oriente e in Occidente; la Chiesa russa lo considera ieromartire (o megalomartire), molte nazioni (come Inghilterra, Lituania, Georgia, che ne porta il nome, e Portogallo) lo hanno elevato a patrono, così come le città di Barcellona, Genova, Venezia, Ferrara, per citarne solo alcune. Gli è stato persino dedicato un cratere sulla Luna. San Giorgio in lotta contro il drago e dodici scene della vita, Bulgaria (Pietro Minjov di Triavna), 1840, tempera su legno, cm 134x86,5 cm (Museo di Storia nazionale di Sofia) Pochi sono i documenti veramente attendibili, moltissimi quelli più o meno encomiastici. La verità storica si basa su pochi passi degli scrittori latini Teodosio Perigeta, Antonino da Piacenza e Adamnano, che testimoniarono l’esistenza a Lydda (Diospoli), in Palestina, del sepolcro di San Giorgio martire e la intensa venerazione del popolo, su un’epigrafe greca del 368 rinvenuta in Eaccaea di Batanea, che parla di una casa del santo, e sui resti archeologici della basilica cimiteriale, il cui primo nucleo può essere datato ad anni vicini alla vita di Giorgio. Tutto qui, il resto – ciò che noi crediamo di conoscere – deriva dalla Passio Georgii, biografia scritta agli inizi del V secolo e già classificata apocrifa dal Decretum gelasianum del 496, e dalle successive rielaborazioni e integrazioni leggendarie, codificate nel XIII secolo nella Legenda aurea di Jacopo da Varazze (o da Varagine, morto nel 1298) e ampliate in codici manoscritti successivi. San Giorgio in lotta contro il drago, Georgia (Samegrelo), 1849, argento dorato, legno, cm 25x20 (Museo d’Arte statale di Tbilisi) Giorgio nacque intorno al 280 in Palestina (ma altre fonti dicono presso la foce del Danubio, vicino al Mar Nero), da Geronzio, persiano, e Policronia, cappadoce, che lo educarono cristianamente fino alla sua partenza per il servizio militare, dove divenne ufficiale delle milizie romane e poi cristiano. Quando l’imperatore Diocleziano ordinò la persecuzione contro i cristiani, non esitò a consegnare Giorgio, pur apprezzandone il valore, in mano all’imperatore persiano Daciano che lo fece incarcerare e torturare. Secondo il racconto di Jacopo da Varazze, Daciano convocò settantadue re per decidere le misure da prendere contro i cristiani. Davanti alla corte, Giorgio distribuì i beni ai poveri e, confessandosi cristiano, si rifiutò di sacrificare agli dei. Giorgio fu spogliato delle vesti, flagellato con nervi di bue, costretto a mettere calzari infuocati guarniti di chiodi, colpito da martellate tanto violente da fracassargli il cranio, legato e sbattuto in prigione, dove ebbe la visione del Signore che gli predisse sette anni di tormenti, tre volte la morte e tre la risurrezione. Visto che Giorgio era irremovibile nella sua fede, Daciano convocò il mago Atanasio, chiedendogli di vincerlo con un incantesimo: Atanasio divise in due un toro con una formula magica e offrì a Giorgio una bevanda avvelenata, ma il santo, prima di morire, convertì Atanasio che fu subito messo su una ruota armata da ogni lato di punte e lame, tagliato in dieci pezzi e gettato in un pozzo. Allo scoppio di un tuono, Giorgio risorse la prima volta. Ciò provocò la conversione del capo delle milizie Anatolio e di tutti i soldati che furono immediatamente passati a fil di spada. Giorgio fu ricondotto in tribunale, gli versarono in bocca del piombo fuso e gli piantarono in testa sessanta chiodi roventi, poi lo appesero a testa in giù su un braciere; infine, lo ricondussero in prigione. All’indomani, il re Magnenzio giurò che si sarebbe fatto cristiano se Giorgio fosse riuscito a far fiorire e fruttificare ventidue sedie di legno. Il miracolo avvenne, ma il re lo attribuì al dio Apollo e Giorgio ne distrusse subito il tempio. Il santo fu allora squartato e gettato in una caldaia con piombo e pece, ma nel mezzo di un gran frastuono discese il Signore, accompagnato da Michele e i suoi angeli, che risuscitò Giorgio per la seconda volta. Alla vista di tanti tormenti, la moglie di Daciano, l’imperatrice Alessandra, si convertì al cristianesimo e, per questo, condannata al martirio. Già sul patibolo, Alessandra chiese a Giorgio cosa ne sarebbe stato di lei dato che non aveva ancora ricevuto il battesimo, ma il santo la tranquillizzò: “Il tuo sangue versato ti sarà battesimo e corona”. Giorgio fu quindi esposto agli uccelli che lo smembrarono, ma anche questa volta risorse. Il giorno appresso, Giorgio fu condannato alla decapitazione. Condotto alla porta di ferro il martire chiese a Dio il fuoco del cielo per incenerire Daciano, i settantadue re e tutti i pagani presenti e, esaudito, lo implorò di concedere protezione a coloro che invocavano il suo nome. Il Signore rispose che coloro che avrebbero venerato le sue reliquie, sarebbero stati esauditi. Solo allora, Giorgio si lasciò decapitare. Era l’anno 303, Giorgio aveva circa ventitré anni. Nelle diverse versioni della vita del santo si possono leggere altri particolari dei supplizi subiti da Giorgio (costretto ad entrare in una fossa piena di calce viva, frustato con cinghie di cuoio e percosso con martelli da fabbro, gettato da un precipizio e dato alle fiamme, immerso in una caldaia di olio bollente...) e versioni alternative alle pene citate (come le ventidue sedie sostituite da diciassette persone morte da quattrocentosessant’anni, che furono risuscitate, battezzate e fatte sparire); anche i nomi dei personaggi non sempre coincidono. Fu sepolto a Lydda, in Palestina, dove ancora oggi sono visibili i resti archeologici della basilica cimiteriale che fu costruita in suo onore nel V secolo, incendiata dai Persiani all’inizio del VII secolo, riedificata e ancora rasa al suolo dal califfo Hakim nel 1010. Ancora una volta ricostruita, fu distrutta nel 1099 per impedire ai crociati di usare le travi come materiale bellico, ma i crociati la rieressero. Nel 1191, quando Riccardo Cuor di leone combatté contro il Saladino, la chiesa fu nuovamente distrutta. Fu Riccardo, devoto a san Giorgio, che introdusse il suo culto in Inghilterra, dove il sinodo lo elesse nel 1222 santo patrono del regno. La tomba di san Giorgio presso Lod (Israele) Già all’epoca delle crociate, in tutta l’area del Mediterraneo, si era diffusa l’immagine del santo in lotta contro il drago, narrata nelle passiones di san Giorgio dal IX secolo, racconti che facilmente traevano spunti dai racconti mitologici e folcloristici per esaltare le prodezze dei santi. Fu forse una falsa interpretazione di un’immagine dell’imperatore Costantino a Costantinopoli, descritto da Eusebio come vincitore di un drago (cioè il nemico del genere umano), oppure la suggestione provocata da una raffigurazione del dio egizio Horus, il purificatore del Nilo raffigurato come cavaliere dalla testa di falco, in uniforme romana, in atto di trafiggere un coccodrillo (simbolo delle energie distruttrici del cosmo) tra le zampe del cavallo, che suggerirono storia e iconografia del “Il miracolo sul drago”, detto anche “San Giorgio in lotta contro il drago”, raccontata anch’essa nella Legenda aurea di Jacopo da Varazze. LA LEGGENDA AUREA San Giorgio in lotta contro il drago, Russia (Mosca), XIX secolo, lega di rame, smalti di cinque colori, h 9 x 7,6 cm (Museo Rublëv, Mosca) In quest’episodio – che per taluni evoca il mito di Perseo e Andromeda, mentre per altri simboleggia l’eterna lotta fra il bene e il male – si narra che a Silene, città della Libia, viveva in un lago un drago mostruoso che a volte giungeva fino in città dove con il suo fiato avvelenava chiunque gli capitasse a tiro. Gli abitanti, impauriti, placavano la sua fame dandogli ogni giorno due pecore, ma presto il numero delle pecore diminuì. Interpellato, l’oracolo disse di offrire al drago una pecora e un essere umano, scelto con un sorteggio. Quando venne la volta della principessa Elissava (in italiano, Margherita o Cleodolinda), il re tentò di riscattarla offrendo tutto il proprio patrimonio e metà del regno, ma il popolo rispose: “I nostri figli sono morti e tu vorresti salvare tua figlia? Se non lo permetterai bruceremo te e la tua casa”. Elissava, in lacrime, fu portata sulla sponda del lago in attesa del proprio destino. Proprio in quel momento sopraggiunse Giorgio che consolò la ragazza e le promise aiuto. Di lì a poco, il drago emerse tra fuoco e vapori pestiferi, ma Giorgio si affidò a Dio e si avventò sul drago ferendolo profondamente con la lancia. Il drago cadde a terra e Giorgio disse a Elissava: “Avvolgi la tua cintura al collo del drago”, lei obbedì e il drago cominciò a seguirla mansueto come un cagnolino. Vedendoli arrivare, il popolo si atterrì ma Giorgio li rincuorò: “Non temete, il Signore mi ha permesso di liberarvi da questo mostro. Credete in Cristo ed io ucciderò il vostro persecutore”. Felice, il re donò al salvatore immensi tesori, ma Giorgio li distribuì ai poveri e, dopo aver battezzato tutti gli abitanti della città, riprese il cammino. Icona custodita nella chiesa di San Giorgio Extra, che raffigura San Giorgio mentre uccide il drago; sullo sfondo il Duomo e la città di Reggio Calabria. Sembra sia di origine copta l’iconografia del santo ritto su un cavallo bianco, avvolto in un mantello sollevato dal vento che lascia vedere la corazza sottostante e nell’atto di infilzare la lancia nella gola del drago, mentre la mano di Cristo lo benedice. Fu comunque molto frequente in Oriente fin dal X secolo e, successivamente, in Europa. Esiste anche una variante “corta” dell’iconografia, dove Giorgio è rappresentato mentre atterra il drago agguantandolo per il collo. Molto diffusa, più in tempi antichi che in quelli recenti, fu anche la rappresentazione isolata di San Giorgio, col capo scoperto e i lunghi ricciuti capelli, armato di corazza e clamide, scudo e lancia. L’immagine del cavaliere vincitore è tipica del Medioevo; tuttavia, Giorgio non restò solamente il santo dell’aristocrazia e della cavalleria (di cui divenne patrono), ma entrò a far parte della cultura popolare, che nelle rappresentazioni religiose teatrali rappresentava spesso l’uccisione del drago. Inoltre, Giorgio era ed è considerato il protettore dei lavori dei campi, dei cavalli, dei pastori e dei contadini (il nome Giorgio deriva dal greco georgos che significa agricoltore). Non è quindi un caso che la sua festa principale sia stata fissata il 23 aprile, in un periodo in cui si celebravano le feste primaverili pagane. Nel giorno della sua festa, per esempio, sulle Alpi si conduceva per la prima volta il bestiame al pascolo. In questo giorno, inoltre, san Giorgio faceva sì che il terreno si spaccasse in modo che i serpenti, rimasti nascosti durante l’inverno, potessero tornare in superficie: una tradizione che, unita al leggendario combattimento contro il drago, determinò il fatto che il santo fosse invocato in caso di morsicature di serpente. Tuttavia, i modi del suo martirio lo rese, agli occhi del popolo, il santo "esperto" di quasi tutte le sofferenze, i dolori e i disturbi, invocato contro le infiammazioni febbrili, l’epilessia, la peste e la lebbra. Nei paesi slavi era chiamato anche contro le streghe. Fonti: Larici.it e wikipedia Una buona serata e buon divertimento a tutti, aspetto i vostri tesori. E.
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