Vai al contenuto

Classifica

  1. Kriper0204

    Kriper0204

    Utente Storico


    • Punti

      9

    • Numero contenuti

      1007


  2. Scudo1901

    Scudo1901

    Utente Storico


    • Punti

      9

    • Numero contenuti

      8371


  3. Oppiano

    Oppiano

    Utente Storico


    • Punti

      7

    • Numero contenuti

      8397


  4. Carolus 86

    Carolus 86

    Utente Senior


    • Punti

      7

    • Numero contenuti

      170


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/28/25 in Risposte

  1. Buongiorno a tutti!! Finalmente ho sottomano l’ultima moneta acquistata all’ asta di Nomisma (Lotto 1059 - ALBANIA Zogu (1925-1939) 5 Franga 1926). Vi posto alcune foto (le prime due sone quelle di Nomisma), la moneta è periziata e sigillata SPL/FDC da C. Bobba. Avevo deciso di toglierla dalla bustina ma adesso che la vedo sono molto in bilico, mi piace anche la perizia che è del 1977 (figurarsi che all’epoca veniva stimata 250,000 lire). Voi al posto mio che fareste? Grazie in anticipo per ogni suggerimento ed’ opinione.
    9 punti
  2. In God We Trust Non possiamo concludere il discorso sulle monete Liberty Head di Christian Gobrecht senza dar conto di un'importante modifica che ha interessato eagles e half eagles (ma non quarter eagles), anche se questo ci porta a sforare di qualche anno il limite temporale programmato, fissato a inizio discussione alle soglie della guerra civile. Qui, invece, la guerra è finita, siamo nel 1866 e, per la prima volta, compare sulle monete d'oro, half eagles, eagles e double eagles, il cosiddetto "motto religioso" (religious motto) che tutti ben conoscete: IN GOD WE TRUST. L’idea del motto venne a un pastore battista della Pennsylvania, il Rev. Mark R. Watkinson, che pensava si dovesse in qualche modo onorare la divinità sulla monetazione nazionale. Il 13 novembre 1861, Watkinson scrisse una lettera al Segretario al Tesoro, Salmon P. Chase: “State per sottoporre al Congresso il rapporto annuale sulla situazione finanziaria nazionale. Un fatto che tocca le nostre monete è stato finora gravemente trascurato. Mi riferisco al riconoscimento del Dio Onnipotente in qualche modo sulle nostre monete.” Watkinson suggeriva che al posto della tradizionale raffigurazione allegorica di Lady Liberty, fossero inseriti in una specie di anello le parole “unione perpetua”, un “occhio di Dio” (che comparirà poi, molto più tardi, sulle banconote da 1 dollaro) e la bandiera degli Stati Uniti, e ancora, le iscrizioni “Dio, Libertà, Legge”. Chase, in linea di principio, acconsentì, e scrisse a sua volta al direttore della zecca, James Pollock, per chiedere il collocamento sulle monete di “un motto che esprima nel modo più chiaro e nel minor numero di parole possibile, questo riconoscimento nazionale.” L’idea venne però, per il momento, accantonata, e fu soltanto nel 1863 che si ripropose, con l’incisore-capo della Zecca James B. Longacre che realizzò svariati campioni, con diverse versioni di un motto religioso che ancora non si sapeva bene quale dovesse essere. Tra le numerose proposte, OUR TRUST IS IN GOD (la nostra fiducia è in Dio), GOD OUR TRUST (Dio la nostra fiducia), GOD TRUST (fiducia in Dio), GOD IS OUR TRUST (Dio è la nostra fiducia), e GOD AND OUR COUNTRY (Dio e il nostro paese). Ci fu chi azzardò perfino un motto in latino come DEO EST GLORIA, finché il Segretario Chase, in una lettera al Direttore della Zecca del 9 dicembre 1863, propose IN GOD WE TRUST… NOI CONFIDIAMO IN DIO, una frase la cui origine deriverebbe da un grido di battaglia urlato dal 125° reggimento di fanteria della Pennsylvania il 17 settembre 1862 durante la battaglia di Antietam. E quella fu, applicata per la prima volta nel 1864 sulle monete da 2 centesimi. Sulle monete d'oro comparve due anni dopo, nel 1866, su eagles e half eagles al rovescio, inscritto in un cartiglio svolazzante sopra la testa dell'aquila. E lì è rimasto fino al 1908, ultimo anno di coniazione della tipologia. (foto da Heritage Auctions, Zecca di Philadelphia1866, certificata da PCGS PR65) Nel 1956, IN GOD WE TRUST divenne il motto ufficiale degli Stati Uniti, prendendo il posto di E PLURIBUS UNUM, da sempre usato (anche sulle monete) ma la cui ufficialità non era mai stata sancita. Erano gli anni della guerra fredda, e si pensa che il motto religioso sia stato adottato anche per distinguersi dall’Unione Sovietica, che promuoveva l’ateismo di stato. La decisione del 1956 è stata confermata 50 anni dopo, nel 2006, quando il Congresso ne ha ribadito l’uso come motto ufficiale della nazione. petronius
    4 punti
  3. Sono lieto di arricchire questa splendida carrellata con una piastra di Francesco de' Medici, recentemente entrata nella mia collezione.
    4 punti
  4. Le perizie di Cesare Bobba sono come reliquie. Sono sacre! Io l’ho conosciuto bene. Un vero signore della Numismatica.
    4 punti
  5. E' ovviamente un'immagine creata con l'IA (accidenti a chi la usa...), proveniente fra l'altro da un annuncio su ebay, non fosse altro che è piena di errori: oltre alle stelle in numero inferiore, feud non è una parola francese (si dice fief), c'è la congiunzione Y in spagnolo e il feudo si chiama Baux non Bax... A che pro postare simili immagini, solo per credere di essere fighi a postare per primi? Bah... Non male come primo post: meteora...
    4 punti
  6. Ho visitato il museo della zecca di Lucca la settimana prima di Pasqua... @Porchetto Spinola fa riferimento alla mostra di buoni cartacei, italiani e stranieri, in circolazione dalla seconda metà del XIX secolo a oltre il primo conflitto mondiale. Il materiale esposto è autentico e molto interessante... autentici ed interessanti anche tanti materiali esposti come calchi in pietra per riproduzioni di sculture e opere pittoriche o camei in pasta di vetro e altri materiali traslucidi. Vi sono esposti anche studi per medaglie e relativi esemplari... e monete prodotte dalla zecca di Lucca... Grande e piacevole disponibilità da parte dei volontari della fondazione con cui abbiamo potuto vedere dal vivo la coniazione al torchio di alcune riproduzioni di monete lucchesi. Mario
    3 punti
  7. Proseguo coi regnanti di casa d'Este per Modena. Ercole III d'Este in un triplo scudo in stile decisamente barocco. Marco
    3 punti
  8. Il giglio è l' emblema del casato dei Borbone di Francia dal quale discende anche il ramo spagnolo, quindi per me il giglio rappresenta il casato dei Borbone nello specifico mentre la corona rappresenta un regno in generale...
    3 punti
  9. I Medici non li disdegno affatto. Poiché la discussione riguarda il periodo successivo al Cinquecento, mi scuso e rispondo con un'altra piastra medicea di Ferdinando II giovane, anch'essa proveniente dall'ultima asta NAC del 2024.
    3 punti
  10. Convegno "Diritto e Moneta: dall'età romana al medioevo" Università degli Studi di Trieste, Via del Lazzaretto Vecchio - Aula 6
    2 punti
  11. Ciao Fatantony, Grazie per il tuo intervento. Si é un nuovo ingresso! Escludo abbia potuto circolare, perché il rovescio é quasi completamente privo di segni ed ha un lustro intatto. Pure il dritto é ha un lustro pieno, però quei segni purtroppo un pò lo declassano. Effettivamente, guardandoli bene, i segni sulla fronte evidenziati da @Alan Sinclair sembrano avere "crateri diversi" dagli altri, i quali rispetto ai primi sono piú irregolari. La moneta comunque é chiusa in qFdC/FdC. Grazie Torpedo per il tuo parere! L'ho pagata qualcosa in piú di 100 euro e secondo me sono stati spesi bene.
    2 punti
  12. Ah ok... Pensavo fastidio, visti certi collezionisti che vanno a cercare il pelo nell'uovo in monete prodotte in milioni di pezzi e poi le propongono per decine di volte il loro prezzo... Voi che grado di conservazione le attribuireste e quanto la paghereste massimo?
    2 punti
  13. Cosimo III 、Tollero 1707
    2 punti
  14. Due belle monete rare! Due monete non facili da trovare.. Un saluto Mi piacciono piú le foto fatte da noi che delle aste... Lira Cosimo III 1677
    2 punti
  15. Emissioni a scopo pubblicitario della manifestazione https://coins.ha.com/itm/expositions-and-fairs/1904-louisiana-purchase-exposition-encased-cent-ms62-ngc-hendershott-14-90/a/1204-12435.s La scritta sul ferro di cavallo si può tradurre in TIENIMI CON TE E NON FINIRAI MAI SUL LASTRICO. apollonia
    2 punti
  16. La data 1928 littore, porta piccole modifiche nel ritratto del re, motivo per cui fu ritenuta necessaria una nuova Prova. Devo inoltre segnalare la moneta L. 20 1927 anno V Prova con il contorno liscio assente al Pagani, ma presente nel Simonetti al 47a, proveniente dall'asta Santamaria 1961 e poi all'asta Negrini 1999 (collezione Rocca) venduta a Lire 4.400.000; infine a Nomisma n.15 2000 Lire 5.200.000. Per quanto riguarda la Prova grezza di macchina, secondo il mio parere esistono più dei 3 esemplari citati; io ho contato almeno 17 passaggi in asta dal 1986 ad oggi; anche ammettendo più passaggi della stessa o delle stesse monete, pare inverosimile che solo 3 siano rimasti in collezioni, risultando 16 andati aggiudicati. A questi, si devono aggiungere gli esemplari presenti al Museo della Zecca e nella collezione ex Reale.
    2 punti
  17. III° CERROFIL - 28 giugno 2025 MOSTRA – MERCATO COLLEZIONISTICO NUMISMATICA – PICCOLO ANTIQUARIATO – CARTOLINE STAMPE – LIBRI ANTICHI e tanto altro… Dalle ore 9:00 alle 18:30, presso il Parco Comunale ex-Barattieri a San Pietro in Cerro (PC) INGRESSO LIBERO e ORARIO CONTINUATO (Le entrate saranno due: da via Roma, di fronte alla Chiesa di San Pietro, o da via Marconi, 3) Vi aspettano tanti esperti ed appassionati del settore! Presenza di stand gastronomici per pranzo. Servizio bar attivo per tutto il giorno. In caso di maltempo, l’evento verrà rimandato. Per maggiori informazioni, richieste o prenotazione plateatico: 👉 Luca Albano 👈 📞 3490034314 ✉️ [email protected] - ✉️ [email protected] Facebook: PRO LOCO "il Cerro" - Instagram: @prolocoilcerro www.prolocoilcerro.it 2025-06-locandina-cerrofil.pdf
    1 punto
  18. Buonasera a tutti i Regnanti, Che ve ne pare di questo scudo? A me pare che sia la variante con il m.d.z. spostato a sx. Datemi un vostro parere. Saluti... Ronak
    1 punto
  19. Colleziono le imperiali, però siccome per me sarebbe fondamentale completare il quadro d insieme aggiungendo , quando possibile, anche qualche imperatoriale , volevo capire se alcuni personaggi che hanno avuto a che fare con quel periodo di transizione,così denso e carico di storia, andrebbero inseriti pur non essendo protagonisti principali ( Pompeo Magno, Giulio Cesare, Marcantonio, ecc ecc) ma secondari, ovvero capire se questi personaggi hanno dei collegamenti con i protagonisti principali.. Per quanto riguarda la moneta, apprezzo la disamina di @Pxacaesar, amo valutare un pezzo sotto ogni aspetto, quindi anche quello tecnico..
    1 punto
  20. Se posso permettermi una conservazione a mio avviso un quarto di punto sopra la realtà. Io l’avrei valutata SPL+/FDC. Diciamo un MS62 e non un MS63. Ma è pura speculazione, l’importante è che ti piaccia. Il prezzo è ottimo.
    1 punto
  21. Buona sera, la moneta proviene dalla mia collezione, mi incuriosisce il puntino vicino la brocca sul rovescio. Qualcuno sa se ha un significato? Grazie
    1 punto
  22. Moneta e vaso, notevoli @King John : come sempre, grazie per le Tue ricerche ed una buona serata
    1 punto
  23. Interesse Comunque è un ottimo esemplare, non facilissimo da reperire con rilievi intonsi o quasi e lustro pieno.
    1 punto
  24. Soluzione inattesa, forse perchè il nome del pianeta deriva dall'antica divinità romana dell'agricoltura e del tempo e il fatto non poteva non influenzare un numismatico “romano” come Stilicho, ma di indubbio significato fisico dato che in tale ambito, come sostantivo, “grave” si riferisce a un corpo soggetto alla forza di gravità. Forza di gravità che su Saturno è molto simile a quella terrestre, perchè se una persona si pesasse sui due pianeti, la differenza di peso sarebbe di soli 7 grammi. L'accelerazione gravitazionale di Saturno è 10,44 m/s² e della Terra di circa 9,81 m/s². apollonia
    1 punto
  25. S., sta a A. Sambon, Les monnaies antiques de L'italie (1903). Ciao Skuby
    1 punto
  26. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy emette il 24 aprile 2025 un francobollo celebrativo della Liberazione, nell’80° anniversario. Caratteristiche del francobollo La vignetta raffigura, in silhouette, una famiglia intenta a percorrere un poggio in leggera salita, composta da una donna che ostenta un mantello con il tricolore italiano, un uomo che sorregge la bandiera italiana e due bambini che si tengono per mano con una piccola bandiera italiana. Contornano l’intera vignetta coriandoli con i colori verde, bianco e rosso. Completano il francobollo la legenda “80° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”. Bozzettista: Matias Hermo Tiratura: duecentomila venticinque esemplari. Indicazione tariffaria: tariffa B. Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia; colori: cinque; carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, con imbiancante ottico; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft mono-siliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco); formato carta: 40 x 30 mm.; formato stampa: 40 x 28 mm.; formato tracciatura: 46 x 37 mm.; dentellatura: 11, effettuata con fustellatura. Caratteristiche del foglio: Il foglio contiene quarantacinque esemplari. Sulla cimosa è riprodotto il logo MIMIT monocromatico. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy emette il 28 aprile 2025 un francobollo celebrativo della Giornata mondiale della sicurezza e della salute sul lavoro. Caratteristiche del francobollo La vignetta raffigura, in grafica stilizzata, tre caschi protettivi sovrapposti, simboli universali della prevenzione e tutela dei lavoratori, declinati in diverse tonalità a rappresentare la necessità di un impegno condiviso tra istituzioni, imprese e lavoratori. Al centro in basso è presente il logo dell’INAIL - Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Completano il francobollo la legenda “GIORNATA MONDIALE DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE SUL LAVORO”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”. Bozzetto: progetto grafico a cura dell’INAIL - Direzione centrale pianificazione e comunicazione. Tiratura: duecentomila quattro esemplari. Indicazione tariffaria: tariffa B. Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia; colori: cinque; carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, con imbiancante ottico; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft mono-siliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco); formato carta: 40 x 48 mm.; formato stampa: 36 x 44 mm.; formato tracciatura: 47 x 54 mm.; dentellatura: 9, effettuata con fustellatura. Caratteristiche del foglio: Il foglio contiene: ventotto esemplari. Sulla cimosa è riprodotto il logo MIMIT monocromatico.
    1 punto
  27. Penso che la moneta sia autentica, ma è stata pulita malamente, osserva le righe sui campi, al dritto e al rovescio. Per quanto la possa pagare solo il prezzo del metallo, ti consiglio di non prenderla. con poco di più si prende un esemplare migliore
    1 punto
  28. Provo: grave S: U S a turno GRAVE SU SATURNO Ciao. Stilicho
    1 punto
  29. Salve. Condivido un mezzo ducato 1575 di Filippo II. Riporto la didascalia della casa d'aste : " Mezzo ducato 1575, sigle "GR" dietro e "VP" sotto il busto, 15 gr., Magliocca 33a (R). La data è incisa in senso orario". Secondo me, la classificazione è errata. Cosa ne pensate? Saluti.
    1 punto
  30. Salve! Sono venuto in possesso di questa piccolo oggetto monetiforme di presumibile epoca medievale (o appena postmedievale) , non penso di tratti di una moneta e propenderei per una tessera o gettone, anche se non ne sono sicuro . La raffigurazione è di carattere religioso, al dritto è visibile l'Agnus Dei e al rovescio la legenda "CARITAS DEI" in due linee. Diametro circa 16 mm, qualcuno sa di cosa si tratta? Grazie
    1 punto
  31. Buon Giorno, allego una immagine del diritto dove evidenzio i bisanti “aggiunti”, il primo, in corrispondenza dell’estremo opposto rispetto alla lettera A sulla prima linea, sul vertice del giglio, come verificabile sul diritto del Fiorino Hess Divo, il bisante è di troppo, una evidente alterazione, i Fiorini di queste serie presentano una spina sul vertice, il bisante viene introdotto con la quarta serie. Stesso discorso, per la lettera B, il bisante è un’aggiunta. Nel Caso A è indiscutibile, per B un mio parere. Per finire la sagoma perfettamente regolare e il peso dichiarato (non verificabile a meno di riesumare le spoglie) lasciano perplessi, la sagoma a causa dell’impiego come monile avrebbe una giustificazione, il peso sembrerebbe improbabile anche in ragione dell’usura. Rispetto al discorso degli “aloni” in rilievo attorno ai bisanti dei pendenti delle ali del giglio, sono “naturali”, originano da una certa incuria dell’intagliatore dei coni, dovuta forse ai ritmi di lavoro, nel momento in cui si procede con un punzone a imprimere in negativo sul conio un particolare, il materiale, incomprimibile, viene deformato plasticamente attorno alla forma impressa e si presenta in rilievo. Nei coni ben realizzati, ad esempio quello del Fiorino Hess Divo, l’intagliatore procedeva a eliminare tali rilievi lisciando il conio su una pietra abrasiva piana, i fondi della moneta sono la parte più elevata del conio. Gli “aloni” possono interessare ogni particolare del Fiorino. Quello corrispondente alla realizzazione di questi Fiorini, per la Zecca, deve essere stato un periodo di lavoro intenso, con volumi di produzione importanti testimoniati dalla molteplicità dei coni. Cordialità
    1 punto
  32. salve,quelli di Cesare portano il suo nome,questo RUFUS,ergo per me è repubblicano familiare,mia opinione
    1 punto
  33. Salve a tutti, è rispuntato il falsone da NAC..... https://www.biddr.com/auctions/nac/browse?a=5760&l=7091564 Saluti Odisseo
    1 punto
  34. De Grege Epicuri. Il Cohen lo trovi in rete. Il Ric e' molto costoso e non mi pare il caso di acquistarlo: lo puoi eventualmente consultare nella biblioteca di qualche grosso circolo numismatico, o a Milano alla Soc. Numismatica Italiana. Potresti forse comperare i volumetti Sear dei denari ( sono 5, mi pare) o una copia usata del vecchio Sear, in rete si trova. Io leggerei qualche altro volumetto di numismatica romana, oltre al Savio, es. quello di Francesco Gnecchi, vecchio ma utile ( Hoepli), quello di Arslan o quello di Belloni. Sono molto diversi
    1 punto
  35. Buonasera a tutti, @Marcus Pintanto complimenti per la tua passione, sei giovanissimo, io ho iniziato a 10 anni ma non avevo le idee chiare come le hai tu. Ottima la scelta di affiancare i libri alla collezione di monete. Io spazio in più monetazioni e magari sono la persona meno indicata per darti il giusto consiglio. Il tuo progetto Numismatico mi sembra stimolante e non esageratamente impegnativo, visto la tua Giovane età avrai tempo per portarla avanti. Man mano avrai anche la disponibilità economica e potrai dedicare qualche risorsa in più per la tua passione senza aspettare le festività. Fai con calma le tue scelte e i tuoi acquisti non avere fretta per poi ritrovarti con una moneta che non ti soddisfa, a me è successo. Saluti Alberto
    1 punto
  36. Stranamente l' utente è diventato improvvisamente ferrato in materia e fornisce confronti e capacità tecniche appropriate. Da quello che so al giorno d'oggi persino i team universitari autorizzati a scavare in Egitto non possono esportare reperti ,dalla terra di scavo in sù. Occhio!
    1 punto
  37. Complimenti, @niko! Sono molto contento che la discussione abbia avuto un seguito, così da ampliare anche lo spazio cronologico. Quindi, sono quasi obbligato a postare qualcosa di sardo della zecca di Cagliari, ossia un bel busto austero, rigido e puntato di Carlo II di Spagna (1661-1700). Si tratta di un 5 reali molto raro del 1671, I tipo. Saluti!
    1 punto
  38. Purtroppo sul mercato numismatico ciò che conta maggiormente è lo stato di conservazione. Una moneta rarissima in bassa conservazione tendenzialmente vale meno di una moneta comune in altissima conservazione. Oltre a ciò, le monete provinciali hanno minor mercato - e quindi quotazioni inferiori - rispetto alle imperiali. Comunque la cosa migliore data la rarità del pezzo è rivolgersi a una casa d'aste importante che saprà consigliare anche un eventuale intervento di restauro professionale prima di esitare il pezzo, migliorandone l'appeal.
    1 punto
  39. Direi che sei partito male,molto male... @CdC
    1 punto
  40. sovrapponendo le due immagini (poi qualche grafico lo saprà fare meglio di me), si osserva che al rovescio (credo, non sono esperto di questa monetazione) cambiano alcuni dettagli: la forma della A di PietAs e della A di Augusti è leggermente spostata la puntinatura (perdonatemi non mi sovviene il termine!) sulla S di Augusti cambia anche la C di SC, che perde il trattino superiore nella seconda immagine
    1 punto
  41. La tipologia di questa moneta “anonima” per la città di Venezia e tutto il dominio ha già formato oggetto di ampie e numerose discussioni all’interno del Forum. Si tratta di una moneta “comune”, già considerata tale dal Papadopoli. Entrò in scena con una Legge del 1571, precisamente del 5 gennaio 1571. Leggiamo dalla Treccani (1934) a firma dello storico e noto numismatico italiano, Giuseppe Castellani (morto nel 1938) -che ebbe l’onore, alla morte del Conte Papadopoli, di compilare il catalogo della Collezione Papadopoli donata al Museo Correr, e pubblicato nel 1925 col titolo di “Catalogo della raccolta Papadopoli Aldobrandini"- che il “5 gennaio 1571 la repubblica di Venezia, per affrettare la coniazione delle specie minute di cui c'era urgente bisogno, autorizzò l'emissione di una moneta d'argento da 10 gazzette o 20 soldi al titolo inferiore di 478/1000 e del peso di gr. 8,28. La nuova lira di peso e diametro maggiore di quelle allora correnti venne subito qualificata con l'accrescitivo lirone. Essa è anonima e porta da un lato il leone in soldo e dall'altro la Giustizia seduta; se ne fecero con la indicazione del valore X e anche 20.” La moneta è in argento ma con un titolo molto basso; praticamente, su mille parti di metallo, 478 sono in argento e 522 di una lega che verosimilmente potrebbe essere di rame (o maggiormente costituita da rame). Il Papadopoli indica: argento, titolo 0.478 (peggio 602), peso grammi 8.28 (grani veneti 160). La descrizione della moneta è conosciuta a tutti. Il Papadopoli descrive 12 esemplari di cui 11 rappresentano delle “varietà” rispetto al tipo n. 263 di riferimento. Il tipo che posto -esemplare del tutto semplice- può essere ricondotto alla fattispecie di cui al tipo-varietà 269 del Papadopoli. Peso e diametro, come riportato dalla Casa d’aste di provenienza, sono: 7,10 grammi (il che farebbe pensare -forse- ad un’operazione di tosatura) e 33 mm. In questo esemplare, come per la variante 266 del Papadopoli stesso, la corona della Giustizia “esce un poco dal circolo” di perline. Circolo di perline che non si arresta esattamente alla linea d’esergo del R/ (come indica il Papadopoli) ma prima, all’altezza delle zampe dei due leoni. Oltre alla bella chioma a boccoli della Giustizia che, spesso, è consunta, notiamo le due “stelle” costituite da sei raggi alla destra e sinistra del numerale X. Papadopoli tiene a precisare, al riguardo, che qualche volta “le stelle di 6 raggi mancano di una punta”. Ma come andrebbe letta la legenda del R/? IVSTITIAM DILIGITE (come parrebbe indicare il Papadopoli) o DILIGITE IVSTITIAM (come parrebbe indicare anche se noi seguissimo la lettura della legenda del D/, quindi in senso orario partendo dall’alto)? In proposito, si ritiene che la legenda del R/ faccia riferimento alla locuzione latina “Diligite iustitiam qui iudicatis terram”, che tradotta letteralmente, significherebbe “amate la giustizia, voi che siete giudici in terra”. Parole con cui inizia il libro della Sapienza, attribuito a Salomone, e che rappresenterebbe un monito divino e universale ai governanti dei popoli. Come sopra detto, la moneta godeva della veste legale in funzione della legge 5/1/1571. Siamo in un momento particolare per la Serenissima. I primi anni del dogato di Alvise Mocenigo (1570-1577) si caratterizzavano ancora per la necessità di cercare i denari per sorreggere le guerre. Tali necessità indussero i Reggitori della Repubblica a cercare tali risorse finanziarie nel “posto” più facile, ovvero tra i cittadini. Furono autorizzate, pertanto, operazioni di prestito dai cittadini a condizioni onerose, autorizzando quindi i Provveditori ad acquistare, ad esempio, sino a 10.000 marche d’argento con le quali stampare “gazzette” e “soldini” di stampo nuovo. E’ in questo contesto che i Provveditori, con la legge di cui sopra, furono autorizzati a coniare con gli argenti che si trovavano in Zecca monete da dieci gazzette della stessa lega delle gazzette e con la cifra X, per quella somma che “crederanno conveniente, e ciò per poter stampare maggiore quantità di metallo di quanto si faceva” (cfr. Papadopoli). A tal riguardo, di seguito, il Documento CCLV conservato presso l’Archivio di Stato e datato MDLXX V januarij. Molti lo sanno, ma è sempre utile ricordare il More Veneto proprio leggendo il Documento proposto. Il termine more veneto (abbreviato in m.v.) indica la presentazione di una data secondo il calendario vigente nell'antica Repubblica di Venezia Per evitare fraintendimenti le date dei documenti venivano affiancate dalla dicitura latina more veneto, ossia "secondo l'uso veneto": in tal modo, ad esempio, la data 5 gennaio 1570 (MDLXX) more veneto corrispondeva alla data generale 5 gennaio 1571. Vi è da sottolineare, però, che l’uso della datazione more veneto era ristretta ai documenti pubblici delle autorità veneziane con sede nella Dominante e nel Dominio, e delle autorità locali site nel Dogado, mentre i documenti ecclesiastici, quelli delle autorità suddite come ad esempio le città e i comuni di Terraferma, e i documenti privati anche redatti a Venezia seguivano lo stile comune con inizio dell'anno il 1º gennaio o lo stile "a nativitate" con inizio dell'anno il 25 dicembre. Le ultime datazioni more veneto si riferiscono al gennaio e febbraio 1796 m.v., 1797 secondo lo stile comune; il calendario alla veneta fu abbandonato con la caduta della Repubblica. A parte questa digressione, merita di essere ulteriormente evidenziato l’uso del termine Lirone e Lirazza. A tal riguardo, ci aiuta Angelo Zon, grande storico veneziano e numismatico, e ripreso dal Papadopoli. Pare, quindi, che il “pezzo” fu detto lirone “ed infatti così esso si trova indicato in molti documenti”. Nel contempo, il pezzo è chiamato anche lirazza, soprattutto “in quelli meno antichi”. Da ultimo, possiamo concludere che tutte queste monete con bassa lega, come altri similari, rimasero in circolazione fino al 1722 quando furono sostituite da altri pezzi con un titolo di argento ancora inferiore. Ma tutte queste monete presentavano in sé un comune denominatore, ossia che “venivano coniate ogni qual volta difficoltà monetarie facevano sentire il bisogno di moneta spicciola che non uscisse dallo Stato” (cfr. Papadopoli). Fenomeno che, inevitabilmente, come è stato ben sottolineato, faceva conseguire un rialzo nel prezzo delle migliori monete d’oro e d’argento. Domenico
    1 punto
  42. Certo, infatti ho specificato "se hai i soldi". I milionari ad esempio comprano monete anche comuni ma in conservazioni eccezionali da 1000 euro a 7000 o oltre, a volte combattendosele alla morte. Il senso del denaro è molto soggettivo e oltretutto ha a che fare con la decenza: un denario comune, anche in ottime condizioni, a 1500 euro può essere una follia. Recentemente in asta le alte conservazioni sono combattutissime, oltre la decenza e la convenienza, appunto
    1 punto
  43. Puoi trovare la scheda del denario qui, con tutti i simboli noti: https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G117/1 Colgo l'occasione per ricordare a tutti che abbiamo un eccezionale e gratuito catalogo on-line: https://numismatica-classica.lamoneta.it/ E' una risorsa incredibile, che tanti ci invidiamo, ma molti di noi stessi utenti del forum non la conoscono.
    1 punto
  44. Visto il grande successo agli Oscar del capolavoro di Nolan, mi piacerebbe prenderne spunto per fini numismatici.. L'idea, molto semplice, è quella di fare una breve panoramica sulle monete circolanti negli USA nel periodo storico in cui il grande fisico americano fu attivo. Chiaro che ci saranno delle semplificazioni, poiché anche tutte le monete emesse nei decenni precedenti erano ancora rinvenibili dalla circolazione, ma diciamo che quelle che mostreremo erano le più facili da trovarsi in tasca. Ebbene, nel 1942 Oppenheimer entro' a far parte del Progetto Manatthan, il programma segreto militare che avrebbe presto portato alla creazione della prima bomba atomica, poi sganciata su Hiroshima. Proprio del 1942 e' la prima moneta che vi vado a presentare, si tratta del c.d. "Lincoln Wheat Cent" coniato dal 1909 al 1958 e poi seguito dalla versione con il Lincoln Memorial al rovescio (1959-2008) ed ancora dal tipo c.d. "Shield" coniato a partire dal 2009 sino ad oggi. Da notare che tale tipologia è la prima a portare l'effige di uno storico presidente che, nei decenni a venire, avrebbero gradualmente sostituito nella monetazione a stelle e strisce, le tradizionali raffigurazioni allegoriche di Lady Liberty, presenti sin dalla fine del XVIII secolo .
    1 punto
  45. Tra i principali elementi "pacchiani" del falso LEU (ex Gillet): -la capigliatura del dio Gelas arzigogolata che scimmiotta quella del conio Jenkins 5 ì, ovviamente completamente diverso -l'assenza del taglio in rilievo della protome di Gelas -al dritto la mancanza del piede di sinistra del cavaliere sotto la pancia del cavallo -la lancia sghemba del cavaliere -le redini curve etc.... -la completa assenza di morbidezza e rotondità dei modellati al dritto ed al rovescio INSOMMA UNA PORCHERIA CHE NULLA A CHE VEDERE CON LA MAESTRIA DEL CONIO ORIGINALE. Odisseo Per un confronto (lato capigliatura) con il Jenkins 5 che però presenta un conio di rovescio (oltre ovviamente di dritto) diverso. Posto l'esemplare ex collezione Abecassis venduto dalla "vera" LEU con la vendita 81 del 2001 (lot. 48). Odisseo
    1 punto
  46. E per finire una serie di esemplari autentici di Jenkins 3 tra cui il pezzo del British Museum (BM) pubblicato come plate coin da Jenkins e il pezzo ex Pennisi, acquistato alla mitica asta 98 del 1933 esitata da Hamburger con una favolosa collezione di monete siciliane, e riapparso nella vendita Spink del monetiere di Robert P. Ball. Odisseo Altro esemplare autentico venduto da Gorny nel 2008 (Auktion 164 lot. 48) Odisseo
    1 punto
  47. Ecco qua il Due Ducati e Mezzo D/ LEO . X . PONTEFEX . MAXIMVS. Busto a sinistra R/ LVX . VERA - IN . TENEBRIS . LVCET - esergo ROMA e segno di zecca Fugger. Il motto al rovescio “ La luce vera splende nelle tenebre” – Giovanni 1,9 Riporto la nota del lotto 111 del Catalogo 16 NAC del 28/29 ottobre 1999 Mentre la foto è del lotto 1194 del Catalogo Catalogo 300 Raritäten Hess-Divo ag Auktion 300 del 27/10/2004: “I conii di questa splendida e famosa emissione, furono opera di Piermaria da Pescia. Non è certo quale fosse stata l’occasione per emettere una moneta così particolare per il valore ( due ducati e mezzo) e così sontuosa nella raffigurazione. Si è detto che l’occasione venne da un’ambasceria inviata a Roma nel 1513 dal Re del Portogallo e capitanata da Enrico, suo figlio, o addirittura dall’apparizione di una cometa tra il 1513 e il 1514, ma l’ipotesi più probabile, a nostro avviso, è che si tratti di un’emissione per celebrare l’avvento di Leone X al soglio pontificio. Non bisogna dimenticare che cronologicamente viene emessa in un periodo di grande ricchezza e sfarzo: basti ricordare che il Papa profuse in cortei e fasti che accompagnarono il suo ingresso in Laterano oltre 100.000 ducati d’oro, di tasca propria.” ( centomila ducati d’oro pesavano ben 350 Kg!!!!) La predetta moneta in conservazione SPL ebbe base d’asta Fsv 30.000 e fu aggiudicata a Fsv 44.000 circa 29.000 euro; altri passeggi in aste Astarte XVI del 26/11/2004 Fsv 35.000 aggiudicata a 40.000; NAC 16 28/10/1999 ve ne erano ben due esemplari entrambi in condizioni SPL da 22.000/30.000 Fsv furono aggiudicati a 25.800/37.000; andando molto indietro negli anni, e più per una curiosità “storica”, sempre il medesimo conio fu venduto all’Asta Martinori il 24/11/1913 a 1.300 Lire in condizioni qSPL, e all’asta Collezione. Vidal Quadras y Ramon – Paris a 1.780 Franchi Francesi. Altri tempi altri prezzi!! Saluti TIBERIVS
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.