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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/04/25 in Risposte
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Pubblicato ora sulla pagina YouTube di Collexpo Pistoia 2025 il video integrale del mio intervento sulla storia, la mission e quanto fatto dal 2010 da parte del Gruppo Numismatico Quelli del Cordusio.5 punti
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Buongiorno @besson Complimenti bella moneta. Dalla prima foto si intravede il lustro di conio. Penso che possa raggiungere il grado di SPL o quasi. Il contorno specialmente al R/ mostra imperfezioni, problema dovuto alla fase di coniazione. Spesso questi scudi hanno problemi al bordo. Anche in questa moneta se guardiamo la foto del contorno si vede la scritta FERT e rosette incise molto vicino al bordo e questo fatto crea imperfezioni visibili. Questo difetto non influisce sul grado di conservazione, forse sulla bellezza si. Saluti4 punti
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E' opportuno che chi colleziona euro (ma anche chi s'interessa in generale alle faccende valutarie) sappia con precisione chi emette il contante. Lo dico perchè in anni di lettura del forum mi sono accorto che sono ancora diffuse convinzioni errate, spesso fuorvianti per i numismatici alla ricerca di risposte ai propri dubbi. L'equivoco più frequente è su chi emette le monete. Molti pensano che questa competenza spetti alla BCE, forse perchè la struttura stessa dell'unione monetaria - composta da diversi stati indipendenti che usano una valuta unica - fa presupporre che anche il contante metallico abbia bisogno di una qualche istituzione centralizzata per la sua emissione. In realtà per le euromonete vale lo stesso principio di quelle dei paesi con valuta propria: ad emettere è lo Stato, di solito attraverso il ministero dell'economia ma in certi paesi attraverso la banca centrale. Nel caso europeo la differenza è che attualmente "lo Stato" non è uno ma sono i 20 dell'unione monetaria su 27 dell'UE. Il problema è stato risolto dall'inizio concordando l'emissione di monete con uguali caratteristiche tecniche e grafiche - tranne una delle facce - e stabilendo che tutte abbiano validità in tutta l'area euro, di cui rappresentano la valuta ufficiale unica. Il problema vero era come coordinarsi sulla corretta quantità da coniare, decisione che non poteva certo essere affidata ai singoli soggetti: in questo aspetto, e solo per questo, interviene la BCE. Il suo unico compito per quanto riguarda il metallico è determinare quanto ne va emesso in totale ogni anno per garantire la sufficiente disponibilità agli utilizzatori di tutta l'eurozona. Dunque eventuali domande riguardanti la grafica delle monete e faccende simili non vanno fatte alla BCE ma alla Commissione europea, ovvero all'organismo a cui è stato affidato il compito di controllare secondo regole stabilite in partenza se tutti i modelli da emettere rispondono ai requisiti per la circolazione. In caso contrario la decisione finale spetta al CEF (Comitato Economico e Finanziario, organismo della Direzione Generale degli Affari Economici e Finanziari), composto da funzionari delle amministrazioni statali e delle banche centrali degli stati, della BCE e della Commissione. A volte capita che uno o più stati contestino l'immagine scelta da un altro, nel qual caso la palla salta ancora alla Commissione e la procedura è la stessa. https://commission.europa.eu/about/contact_it#Contact-the-European-Commission https://commission.europa.eu/about/departments-and-executive-agencies/economic-and-financial-affairs_en Come noto le banconote vengono emesse dalla BCE, che è anche ufficialmente un organismo comunitario, creata dagli stati per gestire in modo indipendente la politica monetaria dell'eurozona. L'emissione delle eurobanconote avviene anche in questo caso allo stesso modo di quelle dei paesi con valuta propria: la banca centrale emette autonomamente in regime di monopolio con l'autorizzazione dello Stato (di solito con appositi decreti) e nell'ambito di norme stabilite da quello. Nel caso europeo gli stati sono 20, per cui all'emissione tecnica dei biglietti provvedono le banche centrali dei singoli stati (com'era anche indicato nella lettera del numero di serie del primo modello), riunite nell'Eurosistema di cui la BCE rappresenta il vertice. A decidere eventuali modifiche alle banconote è la BCE stessa, ma nell'ambito delle regole generali stabilite dal Consiglio europeo.3 punti
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Condivido con piacere anche la mia, presa da MDC (Asta live 11 del 11/2024), moneta veramente gradevolissima, non slavazzata, con fondi brillanti su patina iridescente. Prezzo top3 punti
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Una principessa indiana No, non è Pocahontas è a dirla tutta la Lady Liberty disegnata da Longacre per il dollaro d'oro del secondo tipo (e per la moneta da 3 dollari che vedremo nel prossimo post) ha ben poco di indiano. Ma, da sempre, quel ritratto è conosciuto come Indian Princess Head, probabilmente a causa del suo copricapo di piume, che però non è riconducibile ad alcuno di quelli in uso presso le tribú indiane. Piuttosto, ancora una volta, l'ispirazione va ricercata nella statuaria classica (forse un ritratto di Venere), ma anche nell'arte popolare degli anni '50 del XIX secolo. Questo tipo di fanciulla indiana era presente nella pittura patriottica e "primitiva" americana da molti anni. Le polene delle navi (https://www.hylandgranby.com/inventory/carved-and-painted-ships-figurehead-of-an-indian-princess) e le sculture davanti alle tabaccherie ostentavano volti, capelli e cappelli di questo tipo (https://emuseum.history.org/objects/26323/tobacconist-figure-indian) Questa versione della Lady ha i capelli interamente fluenti sul collo, e in una fascia sul copricapo compare il suo nome. Nel giro non ci sono più le stelle, ma l'iscrizione UNITED STATES OF AMERICA Per il rovescio, la semplice corona del modello precedente venne sostituita da un complicato intreccio di foglie di cotone, mais, tabacco e frumento, prodotti tipici del Nord e del Sud degli stati Uniti, a simboleggiare l'intreccio tra le due anime della nazione, che di lí a poco sarebbero state separate dalla Guerra Civile. Il dritto di questi dollari presenta due diverse tipologie, con testa piccola (Small Head, sopra) dal 1854 al 1856, e grande (Large Head), a partire dal 1856 e fino al 1889. (foto da PCGS Coin Facts) Sebbene questa tipologia sia stata coniata ininterrottamente dal 1854 al 1889, la tiratura totale è stata di poco superiore alla metà dei dollari del primo tipo, 7 milioni scarsi, a riprova della sua sostanziale inutilità e rifiuto da parte del pubblico. Le Zecche interessate sono state quelle di Philadelphia, San Francisco, Charlotte, Dahlonega e New Orleans fino al 1861, poi, con la chiusura delle ultime tre a causa della guerra civile, la produzione è continuata nella sola Philadelphia, e a San Francisco, solamente nel 1870, e per appena 3.000 esemplari. petronius3 punti
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Giornata fortunata per due euro mi sono portato a casa un qindar-ar del 1935, il doppio per rientrare nel parametro della discussione, ma giusto ogni tanto si può fare. Moneta scurissima al naturale per farla visualizzare meglio l'ho schiarita con il programma di grafica.3 punti
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Ciao, nel complesso è una banconota ancora gradevole nonostante la bassa conservazione (rimane pur sempre una Stringher - Accame). Dalle foto direi che siamo sull’MB: classica piega in otto parti, di cui ripetute quella a croce con presenza di sporco raccolto al verso (c’è anche il fiorellino centrale nel centro della piega a croce?), discontinuità lungo i bordi con piccoli strappi, macchie e scritte a matita al verso (se ci sono fori non posso vederlo, dovresti mettere anche una foto in controluce per una valutazione “piu chiara”). Il taglio della matrice è ampio e regolare. Il catalogo curato da Gerardo Vendemia la dà come NC, con una valutazione di 70€. A mio parere 30€ posso anche starci, ma io avrei trattato un po di più per risparmiare qualcosa. A questo link trovi il succitato catalogo liberamente consultabile: https://www.cartamonetaitaliana.com/museo/?position=73&banconota=100 lire Barbetti Grande B con Matrice Laterale Testina Decreto Piccolo suggerimento tecnico: ho visto che le tue foto hanno una tonalità calda. Dovresti ricalibrare il bianco, così da conferire ai tuoi scatti colori naturali, che in ambito valutativo della cartamoneta è un fattore rilevante. un saluto, Fabrizio3 punti
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Buongiorno @fatantony Se hai sborsato 30 euro ed é quello che cercavi, non hai fatto male. La moneta anche secondo me é in conservazione MB. Dalle foto sembra pulita in modo un po aggressivo, si vedono righe.... Ha comunque un bel contorno, (mi sembra di vedere solo una imperfezione ad D/ a ore 4) usura omogenea e non ha macchie. Con conservazioni cosí basse, probabilmente in futuro ti verrà voglia di sostituirla, ma per ora in collezione c'é... Saluti3 punti
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Buongiorno con piacere vi presento il mio primo scudo V E II entrato in collezione. Devo confessare che non avendone mai avuto, ora che me ne ritrovo uno fra le mani mi suscita una forte emozione. 25 grammi di argento 900 si sentono eccome !!!! In realtà gli scudi che mi sono portato a casa sarebbero 3. Anni 1869 M ,1871 M e 1877 R. Tutte annate comuni ma sempre con grande fascino. Di seguito metto foto di quella messa meglio. Con piacere attendo sempre le vostre considerazioni e giudizi sulla qualità della moneta. Come sempre un ringraziamento per il tempo dedicatomi.2 punti
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Ciao, si tratta di un denario ( forse suberato, potrebbe essere indicativo in tal senso il peso) dell'imperatore Vespasiano, celebrativo della sua campagna militare in Giudea. Posto foto esemplare stessa tipologia per confronto 🙂. ANTONIO2 punti
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Ha-ha! a te allora ti è cresciuto l'albero delle monete!2 punti
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Buonasera a tutti! Non accade spesso che condivida tanto per condividere, ma con la mia ultima acquisizione mi lascio andare… sarà per l’insperata scarsa resistenza che ho trovato per aggiudicarmelo, sarà per il fatto che mi aggradava la conservazione… ma anche perché, di questo Conte, di esemplari così pesanti non ne avevo ancora trovati, neppure in letteratura! Umberto II - denaro secusino V tipo peso 1,17 g - diametro 17,56 x 18,00 mm2 punti
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E si. Bene la casa d' aste. Credo che il quasi lo abbia inserito per qualche hairlines di troppo. 💪2 punti
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InASTA asta 102 E-live lotto 3858 imitazioni di follari.docxInASTA asta 102 E-live lotto 3858 imitazioni di follari.docxInASTA asta 102 E-live lotto 3858 imitazioni di follari.docxBuon pomeriggio a tutti. Vorrei essere utile inserendo le immagini di quattro follari (tra cui quello di Riccardo III del quale si discute) apparsi nell'asta n. 102 E-Live di InASTA lotto 3858. La casa d'asta aveva correttamente chiarito che si trattava di imitazioni.2 punti
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…e per non far mancare riferimenti all’”esotico”, finalmente posso dire di aver recuperato una piccola chicca che sciabordava alla deriva nel mare magnum del liberamente accessibile ma non così facilmente “immagazzinabile”…😉 A catalog of square islamic coins of Spain, Portugal, and North Africa - 1130-1816 A.D. - H. Edmund Hohertz2 punti
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Ciao a tutti! Ieri anch'io ho fatto faville: 3 monete x 30 centesimi l'una! Un euro speso bene: adesso ci giochiamo un pò nell'altra sezione! 😁2 punti
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Volevo ringraziare tutti quanti, chi più e chi meno, hanno contribuito e partecipato a questa discussione. Si dice che l'unione fa la forza e mai come in questo caso lo sia stato veramente. All'inizio sono stato fuorviato dall'annotazione sbagliata della data, ma poi con l'aiuto di tutti siamo riusciti a scoprire un po di cose interessanti e archiviare per sempre quella data del 21 confermando di fatto tutte le ipotesi fatte da Oppiano. Non so voi, ma quando una vecchia cartolina conferma fatti e personaggi di tanti anni fa, a me fa emozionare. Certo non tutto è stato svelato, però non mettiamo limiti alla provvidenza (e allo studio), tutto è possibile. Ancora grazie a tutti e buona domenica.2 punti
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Sul peso non si ci può fare affidamento, Brios qualche anno fa ha scritto che per questa specifica moneta in Russia fanno a gara a chi si discosta di più dai classici 51 grammi, si parla di 15/20 grammi in meno o di 15/20 grammi in più. Lui stesso ne ha postata una da 66,10 grammi in questa discussione (post n. 6), mentre quella postata nel primo post, oggetto della discussione, era da 41,30 grammi. ps: la mia è gr. 52 (1778)2 punti
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Piacevole esemplare, per me in “zona Spl” (se più o meno, sarebbe da vedere con foto migliori. Riesci a fare due scatti del dritto e del rovescio come la prima fotografia?). Si vede un piacevole lustro (parlo sempre della prima foto), ma si intuiscono leggeri hairlines. I contatti al bordo non sono così deturpanti, e comunque rientrano della fisiologia di questa tipologia2 punti
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Il dollaro d'oro del primo tipo è stato coniato dal 1849 al 1853 nelle quattro Zecche citate sopra. Nel 1854 Charlotte saltò un turno (riprenderà nel 1855 con i dollari del secondo tipo), ma al suo posto subentrò la Zecca di San Francisco, appena aperta. A disegnarlo, James Barton Longacre, quarto Chief-engraver della Zecca, del quale abbiamo ampiamente parlato a proposito della sua double eagle Per il disegno di Lady Liberty, utilizzato poi anche per le double eagles, Longacre si ispirò a quelli di Kneass e Gobrecht. La sua Lady, sempre rivolta a sinistra, ha i capelli in parte raccolti in una crocchia, in parte in riccioli che le scendono sul collo. Ha in testa una corona, o tiara, con inciso il suo nome. Nel giro, le immancabili 13 stelle. Il rovescio, di estrema semplicità, presenta il valore e la data inscritti all'interno di una corona di ulivo: nel giro UNITED STATES OF AMERICA, in basso, se presente, il marchio di Zecca: la S di San Francisco in questo esemplare del 1854. La corona che vediamo sopra è del tipo close wreath, corona chiusa. Ma in parte delle monete coniate a Philadelphia e Charlotte nel 1849, e in tutte quelle di Dahlonega e New Orleans di quell'anno, la corona è più larga, il modello detto open wreath. Il dollaro di Charlotte del 1849 open wreath è moneta della più estrema rarità: soltanto 5 sono gli esemplari conosciuti. Sebbene la vita di questa tipologia sia stata breve, in sei anni ne furono coniati oltre 12 milioni e mezzo di esemplari. Ma le sue dimensioni minime causarono una disaffezione sempre più crescente. Come scrisse il New York Weekly Tribune: "il nuovo dollaro è senza dubbio la piú pulita, piú piccola, piú leggera moneta in questo paese... troppo delicato e bello per pagare patate e crauti, carne di maiale e sale." Così, si cercò di correre ai ripari, per quel poco che si poteva. Già a partire dal 1854, venne presentato un nuovo modello, di 2 mm. più grande, ma dello stesso peso e titolo dell'oro. A rimetterci, naturalmente, fu lo spessore, che si fece ancora più sottile. petronius (tutte le foto che illustrano il post provengono da PCGS Coin Facts)2 punti
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Mi siedo sul bordo del letto grande e accarezzo il viso ghiacciato di papà. Gli scosto i capelli bianchi dalla fronte e lascio scorrere la mano sul corpo rigido, sino a sfiorare le sue, sovrapposte sulla pancia. Lo bacio sulla guancia ruvida. Che tu possa riposare in pace, papà. Fai buon viaggio. Dalla spalliera ai piedi del letto Elisa mi squadra a braccia incrociate. Batte la punta dello stivale manco dovesse piantare un chiodo sul pavimento. «Okay, d’accordo principino: abbiamo aspettato che scendessi da Roma, per vederlo e salutarlo. Ora che l’hai fatto, possiamo spostarci in salotto? Il notaio è arrivato da un’eternità.» Lancio un’occhiata di traverso ad Alessandro, in cerca di un conforto: zittiscila, ti prego. Mio fratello fa spallucce e spedisce lo sguardo al soffitto . «Sbrigatevi.» Elisa si sistema la borsa di Gucci sulla spalla ed esce dalla camera da letto a passo di guerra, la chioma riccioluta le danza sulle spalle allo stesso ritmo. Alessandro mi si siede accanto e si stropiccia gli occhi lucidi e arrossati. «Guardalo, Vincenzo.» Strofina la capigliatura rada, stringe e solleva un rotolo di pancetta. «Vedi? Papà rimane più in forma di me, anche così.» Ridiamo insieme e ci abbracciamo. «Un giorno tornerò a vivere qui a Taormina, magari proprio in questa casa. Roma non la sopporto più.» «A Taormina te lo auguro, in questa casa la vedo difficile…» Mio fratello abbassa la testa e giocherella con le unghie, ne tormenta una sino a tagliarsela. Il volto mi si trasforma in un punto interrogativo. «Che vuoi dire?» Solleva appena lo sguardo, rimanendo con la testa chinata. «Potrebbero esserci dei problemi.» «Dei problemi?» «Forse la casa va sgomberata per fine mese.» «Ma che significa? Perché?» «Ne so quante te.» Mi prede sottobraccio per farmi alzare e portarmi via. «Il notaio non ha potuto anticiparmi altro, ma presumo che ora ce lo spiegherà a tutti e tre.» Lungo il corridoio le foto sulle pareti di papà e mamma sorridenti strappano un sorriso anche a me. Voglio crederli di nuovo insieme, abbracciati e felici, sereni. Il notaio Boscarino si alza dal divano del salotto: giacca e cravatta, camicia bianca e completo scuro, impeccabile come sempre. Mi viene incontro e ci salutiamo con un doppio bacio sulla guancia, il lieve profumo di dopobarba riesce a distendermi ogni muscolo. Mi stringe le spalle e accenna un sorriso malinconico. «Mi spiace doverti rivedere in questa circostanza.» Mia sorella s’attorciglia un ricciolo intorno all’indice, sospira e brontola con ricercata teatralità. «Possiamo iniziare, per favore?» Sgrana gli occhi verso l’orologio a pendolo e lascia partire un sibilo. «Cielo, quasi le cinque!» Gli si avvicina, dà alcuni pugnetti sul vetro e ci spedisce una smorfia infastidita. «Ma questo coso funziona ancora? Io alle sei devo riprendere Giulia a danza, sbrighiamoci.» «Elisa!» Alessandro le fa segno di calmarsi. Era ora. Ci disponiamo intorno al tavolo ovale in legno, Alessandro ed Elisa sullo stesso lato, dietro alla terrazza, io all’estremità con la libreria alle spalle. Sposto verso di me una pila di tre carpette azzurre colme di fogli, per fare spazio al centro. Il notaio è ancora in piedi, tra il divano e il mobile con la grande specchiera dorata. Alessandro gli indica la sedia di fronte al suo lato del tavolo. «Prego notaio, si accomodi.» «Devo prima recuperare il testamento di vostro padre.» «Cosa?! Non ce l’ha con sé?» «Signora, se l’avessi avuto con me, sareste stati voi a venire nel mio studio, e non io a casa vostra.» Stringe il pomello del cassetto del mobile. «Il testamento è qui dentro.» «Che cosa?» Il dito di Elisa oscilla tra me e Alessandro con fare inquisitorio, l’unghia laccata di rosso scuro fa la spola tra il mio viso e il faccione di mio fratello. «Voi due lo sapevate, vero? Certo che lo sapevate! Voi sapete sempre tutto, e non mi dite mai niente.» Si tappa la bocca con la mano, ma un altro sibilo le scappa comunque. «Il testamento è sempre stato qui, a casa nostra: avremmo potuto leggerlo da soli, senza bisogno di spendere soldi per un notaio.» «Non credo, signora.» Dalla tasca del pantalone il notaio tira fuori una chiave e ce la mostra. «Il cassetto è serrato: una chiave l’aveva vostro padre, chissà dove, e l’altra l’ha consegnata a me.» Mi rivolge uno sguardo che invoca comprensione per quest’ultima stravaganza di papà. Oh, notaio Boscarino! Altro che una chiave: io metterei la mia vita nelle sue mani. Gli sorrido per invitarlo a proseguire, e mi sorride di rimando. «Perfetto, grazie. Davanti a voi, signora e signori, aprirò ora il cassetto.» «Va bene, va bene…» Elisa dà il suo assenso come se stesse scacciando via una mosca. Mi punta l’indice in mezzo al petto. «Tu lo sapevi, vero?» Batte due colpi, uno più forte dell’altro. «Sì che lo sapevi.» Faccio “no” con la testa, sospirando. «E invece sì.» Ritrae la mano e affila gli occhi da vipera. «E comunque io l’ho sempre detto che nostro padre era uno squilibrato, lo è sempre stato in vita, e adesso pure in morte, guarda un po’.» Alessandro le afferra il braccio. «Elisa, per favore.» Con un gesto del capo fa segno al notaio di procedere. «Prego, apra pure il cassetto.» «Avvicinatevi, cortesemente: così potete verificare da voi che—» «Non serve.» La voce mi esce cupa, profonda e irreale. «La nostra fiducia in lei è totale, notaio Boscarino: cento per cento, e anche di più, se fosse possibile.» Pietrifico Elisa con lo sguardo: e se ti azzardi ad aprire bocca, giuro che ti strozzo. Anche Alessandro le indirizza un sorrisino intimidatorio, che addolcisce spostandolo sul notaio. «Proceda pure. Siamo tutti d’accordo: la fiducia in lei è totale e incondizionata, e la nostra gratitudine ancora più grande.» Sul viso del notaio Boscarino si legge tutto il suo imbarazzo. «Preferirei che veniste qui, accanto a me, al momento dell’apertura del cassetto.» «Ma che non ha sentito? Ci fidiamo tutti!» Elisa batte le mani per mettergli fretta. «Su, su: apra questo benedetto cassetto, ché è già tardissimo.» Il notaio infila la chiave e la gira, fa scorrere il cassetto il più avanti possibile, come se volesse darci modo di vedere cosa c’è dentro, anche a distanza. «Signora Elisa, signori Alessandro e Vincenzo, dentro il cassetto c’è un foglio a quadretti piccoli, piegato in due.» Lo solleva e ce lo mostra. «E poi c’è questo.» Con l’altra mano agita un sacchettino violaceo chiuso con una cordicella argentata, un tintinnio di monete riecheggia nel salone. Si dirige verso di noi tenendo ben in vista sia il foglio che il sacchettino, li poggia sul tavolo e si accomoda davanti a Elisa e Alessandro. «Questo è il testamento.» L’orologio a pendolo batte i suoi rintocchi, accompagnati da un sorriso dolce del notaio. «Se non è cambiato nulla dall’ultima volta che ho incontrato qui vostro padre, e non credo sia cambiato nulla, il contenuto del testamento mi è già noto, anche perché è stata un’operazione piuttosto travagl—» «Senta notaio, nostro padre era uno squilibrato, e questo lo sappiamo già; non può limitarsi a leggere il testamento?» La faccia scura di Alessandro mette a tacere Elisa. Le stringe il polso, semmai il messaggio non le fosse chiaro. «Lasciamo dire al notaio quel che deve dire, d’accordo?» Ritrae la mano e fa segno al notaio di andare avanti. «Non ho granché da dire, in realtà.» Alliscia la cravatta e tossisce appena per schiarirsi la voce. «Semplicemente vostro padre non voleva lasciarvi debiti, perché pensava che non sareste stati capaci a gestirli, e considerato che di debiti ne aveva per milioni—» «Insomma si può sapere cosa ci ha lasciato?» «Undici marenghi, signora, undici marenghi d’oro.» «Cosa?!» Elisa scatta in piedi, pianta le mani sul tavolo, le unghie sembrano penetrare nel legno. «Undici marenghi?» «D’oro, signora.» «Mi sta prendendo in giro?» Alterna occhiate infuocate tra me e Alessandro. «E voi due? Non dite niente voi due?» La figura di papà si materializza per un istante sotto il grande arco nel mezzo del salone. Chiudo gli occhi, prendo aria e la butto via: perdonala, papà, perdonala come hai sempre fatto… «Dove sono i conti in banca, le case, le cassette di sicurezza…» Elisa agita le mani per aria come per riacciuffare ogni cosa. «… e… e… tutto il resto?» Batte il pugno sulle carpette, ansima. «Dov’è tutto?» Il notaio solleva il sacchettino e lo agita, i marenghi scampanellano di nuovo. «Qui dentro, signora.» Elisa dà una manata alle carpette, i fogli volteggiano e si sparpagliano sul parquet consumato. Mi alzo per raccoglierli e li sistemo su uno scaffale della libreria accanto a una foto incorniciata della nostra famiglia al mare, sotto l’ombrellone, con Elisa in braccio a papà. Che coraggio che hai, dopo tutto quel che ha fatto per te, per una vita intera: sei solo una serpe. Un sibilo acuto si diffonde per sala. «Notaio, non scherziamo! Dov’è tutto?» «Come dicevo, signora, è stata un’operazione travagliata. Vostro padre possedeva molto… in tutti i sensi.» Volge in su i palmi delle mani per evocare i due piatti di una bilancia. «Molte ricchezze…» Spedisce una mano in su e l’altra in giù. «… ma anche molti debiti.» Le mani del notaio mimano una leggera altalena, su e giù, giù e su. «Non voleva lasciarvi debiti e, credetemi, è stato un piccolo miracolo riuscire a liquidare tutti gli attivi per far fronte a tutti i passivi.» Slaccia la cordicella e lascia cadere le monete sopra il foglio a quadretti: i lati col profilo di un soldato riccioluto si alternano a quelli opposti con la scritta “20 FRANCS” circondata da una corona di alloro. Sospira. «E questo è ciò che è rimasto, alla fine di tutto: undici marenghi d’oro dell’epoca napoleonica, i più pregiati.» Elisa stira il collo verso l’orologio a pendolo. «Cielo, non ce la farò mai ad arrivare in tempo da Giulia!» Prende l’iPhone dalla borsa, si alza e s’apparta nell’angolo tra la specchiera e il divano. «Rispondi, cazzo!» Stritola la bambolina di pezza sul mobile, sbuffa. «Elena, grazie al cielo ti ho trovata! Sono incasinatissima… ti prego, ti supplico, Giulia finisce danza alle sei, non è che potresti andare… no, no… sì, certo, sì… grazie Elena… grazie.» Si avvicina al notaio, con la mano copre i marenghi per reclamarne il possesso, il diamante sull’anulare luccica più dell’oro. «Facciamola finita. Quanti me ne spettano?» Il notaio Boscarino le accarezza la mano e gliela solleva a rallentatore. I marenghi tornano a respirare. «Si sieda, signora. Le cose potrebbero non essere così semplici.» Per una volta Elisa accondiscende senza polemizzare, ma i mugugni continuano a fare da sottofondo ai suoi gesti scomposti. «Che vuol dire che non sono semplici?» Si fa aria con la mano. «Cielo che caldo! Lei non sente caldo, notaio?» «No.» «Guardi che può anche togliersi la giacca, se vuole: qui nessuno si scandalizza.» «Sto bene così, grazie.» «Bah, come vuole.» Si alza, apre le tende alle sue spalle e spalanca il balcone, una folata di vento mi rinfresca il viso, lo scorcio di mare intorno all’Isola Bella è un colpo al cuore. «Dividiamo e finiamola qui,» sbotta rimettendosi a sedere. Il notaio congiunge i polpastrelli, li stacca e li riattacca, una, due, tre volte. «L’ultima riforma del diritto di successione ha modificato la disciplina delle cosiddette quote di legittima—» «Non m’importa nulla delle cosiddette quote di legittima. Voglio solo i miei marenghi, e andarmene via.» «E sia.» Il notaio dispone una moneta sopra l’altra, sino a formare una colonnina da 6; gliene costruisce accanto una seconda da 3, e infine una terza da 2. Pizzica il foglio a quadretti e lo apre. «Questo è il testamento di vostro padre. Procedo alla lettura, se siete d’accordo.» Annuiamo all’unisono. «Perfettamente cosciente e consapevole delle mie azioni, dispongo che ciò che resterà delle mie ricchezze, dopo aver saldato ogni debito, venga così ripartito: la metà al mio figlio maggiore Alessandro, un quarto al secondogenito Vincenzo, e un sesto alla piccola Elisa. Vogliatevi bene - mi raccomando - ché la fortuna di uno può rappresentare la salvezza di tutti. Taormina, 20 maggio 2025. In fede. Sebastiano Torrisi.» Stringe il foglio aperto tra indice e pollice, lo fa girare ad arco di cerchio per mostrarlo a tutti a tre. «L’ha scritto vostro padre, di suo pugno, in mia presenza.» «Scusi notaio, ho capito bene?» Alessandro inizia a contare sulle dita, più conta e più il volto gli si rabbuia. «La metà, un quarto e un sesto?» Pure il notaio corruga la fronte. «Sì: la metà, un quarto e…» «E un sesto, sì! Il mio sesto.» Elisa china la testa sul tavolo e s’infila le mani nella chioma leonina. «Sempre discriminata, dalla culla alla bara, fantastico.» Bel coraggio che hai! Sei quella che in vita ha avuto più di tutti, perché papà diceva che avevi più bisogno di tutti, e nessuno qui ha mai fiatato… Rialza la testa di scatto. «Datemi il mio sesto e me ne vado.» «È impossibile,» sussurra Alessandro. Il notaio gli risponde con una minuscola smorfia di dissenso. «Non esageriamo. È solo un po’ problematico, questo sì.» Si rivolge ad Alessandro. «La metà a lei…» Sposta lo sguardo su di me. «… un quarto a Vincenzo…» Sorride a Elisa. «… e un sesto a lei, signora.» Gli sfugge sospiro sofferto. «E i marenghi sono undici». Dalla tasca interna della giacca tira fuori il telefono, le dita corrono veloci sullo schermo. «Il calcolo dice che di questi 11 marenghi dovremmo darne 5,5 al signor Alessandro, 2,75 a Vincenzo e 1,83 alla signora Elisa.» Elisa resta a bocca aperta. «Ma che razza di numeri sono?» Si copre il viso con la mano e scuote la testa, a occhi chiusi. «Ho ragione o no a dire che nostro padre era uno squilibrato?» Alessandro allarga le braccia come per recitare un Padre Nostro. «Io l’avevo detto che era impossibile.» Abbasso la testa e schermo il volto con la mano sulla fronte per celare il mio sorrisetto isterico. Diavolo di un papà! E questo cos’è, adesso? Il tuo ultimo scherzo? Mi ricompongo, deglutisco e con un gioco di mimica facciale cerco la complicità del notaio. «A me basta tenere un marengo solo, in ricordo di papà, il resto può darlo ai miei fratelli.» «Mi spiace Vincenzo, ma le cose non sono così semplici, come dicevo già a tua sorella.» Congiunge un’altra volta i polpastrelli. «La riforma del diritto di successione—» «Notaio!» Elisa sbarra gli occhi, apre e chiude la mano per imporgli una sintesi brutale. «Come desidera. La rendo semplice: ci sono di mezzo varie questioni fiscali, con cui non vi annoio, ma c’è soprattutto l’inviolabile volontà del defunto da rispettare.» Il volto gli si incupisce. «E la volontà di vostro padre è in questa terna di numeri – un mezzo, un quarto, un sesto – a cui non si può derogare, per nessuna ragione.» Ma è serio? «Notaio Boscarino, la supplico…» Congiungo le mani a mo’ di preghiera. «Non posso credere che non esista una scappatoia.» Afferro un marengo dalla colonnina più bassa. «Me ne basta uno soltanto, e quel che resta—» Il notaio mi blocca per il polso, apro la mano di scatto e il marengo rotola sul tavolo. Lo rimette al suo posto, a riformare la colonnina da due. I suoi occhi stigmatizzano la mia esuberanza. «Se pure accettassi la proposta, e comunque non posso, ciò che resterebbe della tua quota, Vincenzo, sarebbe 1,75.» Alza un sopracciglio, sul volto gli si stampa un sorriso beffardo. «Vuoi rinunciare a 1,75 marenghi? E poi come li dividi? Lo 0,875 a tuo fratello e l’altro 0,875 a tua sorella?» «Basta!» Elisa sbatte entrambe le mani sul tavolo, ha gli occhi gonfi e lucidi. «Portiamo le monete da un bravo orefice e gliele facciamo frazionare come voleva lo squilibrato.» «Sei sempre stata una frana in matematica.» Alessandro armeggia col suo iPhone e mostra lo schermo a Elisa. «Vedi? Il notaio ha detto che il tuo suo sesto di eredità equivale a 1,83 marenghi, ma il 3 è periodico.» Sospira scuotendo la testa. «Come ci regoliamo con l’infinito? Ve l’ho detto: è impossibile.» Il vento invade la sala, il garrito dei gabbiani sembra una risata di papà dall’oltretomba. «Notaio Boscarino, la prego.» Allungo la mano verso le colonnine da 6, 3 e 2 marenghi, sino a sfiorarle. «Non posso credere che non ci sia una via d’uscita.» Il notaio fa scorrere due dita sulla fronte, come ad aprire la porta a una soluzione. «Una via d’uscita potrebbe esserci, in effetti.» Infila la mano in una tasca dei pantaloni, avvicina il pugno chiuso alla colonnina da 2 marenghi e lo apre: un nuovo marengo d’oro rimbalza sul tavolo e mostra la faccia con la scritta “20 FRANCS”. «La volontà di vostro padre – la ripartizione un mezzo, un quarto, un sesto – non si può assolutamente modificare.» Sistema il dodicesimo marengo accanto alla colonnina da 2 e osserva compiaciuto quell’ideale triangolo rettangolo di monete. «Però nessuno ci vieta di…» Con un movimento diagonale dell’indice scorre l’ipotenusa dall’alto verso il basso, e appoggia il dito sopra l’ultimo marengo. «… allargare l’eredità.» Elisa grugnisce e arriccia il nasino. «Ci sta forse prestando il suo marengo?» Punta l’indice contro il notaio, il suo artiglio rosso arriva a sfiorargli il naso. «Guardi che io non voglio debiti con nessuno. Ha capito?» Con un sobrio baciamano il notaio le fa riacquistare un minimo di compostezza. «Me lo restituirete solo se Dio vorrà; altrimenti sarà stato un piccolo dono ai figli del mio più grande amico.» Lo sguardo del notaio rimbalza tra Elisa e Alessandro, per atterrare su di me. «Siamo d’accordo?» Il sospiro di Alessandro tradisce un filo d’insofferenza. «Notaio, in tutta sincerità, anch’io mi sentirei a disagio ad avere un debito verso di lei, fosse pure di un solo marengo.» «Non c’è nessun debito, le ripeto: è un dono a vostro padre, e cioè a voi, e tornerà da me soltanto se Dio lo vorrà.» Ci scambiamo delle occhiate perplesse, Alessandro sorride e alza le spalle, Elisa s’impettisce ancor di più. Annuiamo tutti e tre. «Allora, se nessuno ha obiezioni, l’eredità da dividere ammonta ora a 12 marenghi.» Indica le carpette sulla libreria alle mie spalle. «C’è un foglio bianco, lì in mezzo? Vedo pure una stilografica, accanto a quella vostra bella foto al mare.» Mi invita a passargli carta e penna. Smisto il contenuto della prima carpetta, alla ricerca di un foglio pulito. Glielo consegno insieme alla penna. Mi ringrazia accennando un sorrido. «Bene. Diamo corso alle ultime volontà di vostro padre: dividiamo i 12 marenghi così come voleva lui.» Sfila il tappo della stilografica e accosta il foglio bianco al testamento di papà. «La metà al figlio maggiore.» Sul foglio bianco scrive “½×12=6” e sorride ad Alessandro. «A lei spettano 6 marenghi.» Allunga la colonnina da 6 verso mio fratello. «Proseguiamo: un quarto al secondogenito.» Sotto “½×12=6” scrive “¼×12=3”. Spinge la colonnina con i 3 marenghi verso di me. Li chiudo nella mano, li stringo: papà… dove sei in questo momento? Dedica l’ultimo sguardo a Elisa. «È rimasta lei, signora, a cui tocca un sesto del tutto.» Scrive “⅙×12=2” e sospinge la colonnina da 2 verso Elisa. Sul tavolo rimane il marengo del notaio. «Ricapitoliamo: il Signor Alessandro ha avuto 6 marenghi, equivalenti a metà dell’eredità allargata; tu, Vincenzo, hai avuto 3 marenghi, cioè un quarto di 12; e a lei, Elisa, ne sono andati 2, che corrispondono a un sesto, il suo sesto.» Traccia una lineetta accanto a ciascuna delle tre moltiplicazioni sul foglio, come a volerne spuntare l’esattezza, e richiude la stilografica. «Un mezzo, un quarto, un sesto: la volontà di Sebastiano Torrisi si è compiuta, ognuno di voi ha ereditato le quote che vostro padre aveva stabilito.» Un gabbiano plana silenzioso tra le nuvole rossastre. Papà sei tu? «Sebbene la matematica non sia il mio mestiere…» Il notaio alza le dita in sequenza, dal pollice al mignolo, di una mano e dell’altra. «… 6 più 3 più 2 fa 11: esattamente gli 11 marenghi iniziali di vostro padre, appena ripartiti secondo le quote da lui stabilite.» Appoggia l’indice sul marengo rimasto sul tavolo e ci esamina a uno a uno con uno sguardo veloce. «Col vostro permesso…» Si stringe nelle spalle, quasi a scusarsi, e ci sorride. «… vi tolgo il fastidio del dodicesimo marengo.» Con un gioco di prestigio lo fa sparire nella mano e se lo rimette in tasca. Libera un lieve sospiro di soddisfazione. «Vogliatevi bene, mi raccomando.» Si alza e dà una stirata alla giacca. «Conosco l’uscita, non disturbatevi.» Restiamo seduti a fissarci l’un l’altro, con gli occhi spalancati, ammutoliti, come se fossimo stati testimoni di un miracolo.2 punti
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Non te la prendere Diamante, cerco di spiegarti qual è il problema. Il bello di questo sito è che permette in maniera gratuita e pressoché immediata di ottenere pareri numismatici da persone che sono dei veri maestri in questo campo. Spesso passano anni interi della loro vita a studiare monete. Se come risposta alla loro valutazione (sempre gratuita e sempre immediata e in questo caso - purtroppo per te - impeccabile) ottengono un “ma come fa ad esserne così sicuro?” allora ci sta che parte il sarcasmo. Ripeto, non te la prendere. Il problema è che qua non sei su Google: stai interagendo con delle persone. (A proposito, “buongiorno”, “ho trovato ieri questa a casa del nonno”, “grazie a chi vorrà aiutarmi”, sono parole che fanno sempre piacere ?)2 punti
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Buon giorno. Credo che non sia sarcasmo . Forse solo un po' di risentimento da parte di chi da un parere da esperto e viene disatteso quasi con sufficienza. I PERT sono FERT i ghirigori sono rosette e nodi sabaudi e chi ha dato il suo parere sula falsità della moneta ha ragione. Cordiali saluti. Gabriella2 punti
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Salve, segnalo: Medaglie con le ali Il volo e l’Aeronautica Militare nelle medaglie italiane Riccardo Martina La storia del volo in Italia, dalla prima ascensione in mongolfiera al centenario dell’Aeronautica Militare, raccontata attraverso le medaglie commemorative e le decorazioni. I protagonisti, le imprese eroiche, l’epopea dei primati, gli eventi bellici e le missioni di pace: quasi 250 medaglie corredate di schede tecniche e brevi descrizioni dell’evento e del contesto storico di emissione. Un’opera destinata non solo ai collezionisti di medaglie aeronautiche ma anche agli appassionati di volo. 256 pagine a colori, formato foglio A4 € 65,001 punto
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Martedì 20 maggio dalle ore 20:45 al CCNM (via Kramer, 32 Milano. Citofono SEIDIPIU'), conferenza su "Il soggetto monetale di Spes. Diffusione, iconografia, ideologia" tenuta dalla Prof.ssa Claudia Perassi. La conferenza che avrà inizio dalle ore 21:00 potrà anche essere seguita da remoto, i link da utilizzare per seguire la conferenza verranno comunicati nella prima settimana di maggio.1 punto
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Buongiorno AMICI. Oggi per Voi un antoniniano di BALBINO con una bella patina (a me piace). Non è facile imbattersi in antoniniani di Balbino e Pupieno imperatori rari e poco conosciuti attesa la quasi fugace apparizione sulla scena imperiale. Fatemi sapere se questo pezzo è di vostro gradimento. Un abbraccione a tutti. Cordialmente Mario1 punto
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Quello é sicuramente piú difficile da trovare al mercatino😅👋👋 Saluti... Ronak1 punto
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Grazie a tutti per i pareri. Da collezionisti penso possiate capirmi, ieri quando l'ho vista ho pensato di non poter andare via senza averla presa. Aggiungo di non aver neanche iniziato la contrattazione, il venditore avendo visto un reale interesse, è sceso da 55 gradualmente fino a 30; sono andato a memoria e mi è sembrato tutto sommato un prezzo giusto. Ripeto, consapevole di aver acquistato una moneta molto circolata, ma almeno usurata abbastanza uniformemente... Concordo anche con @Gallienus quando dice che T è più difficile da trovare rispetto a M, non ho fatto statistiche ma a me è capitato frequentemente di trovare pezzi zecca Milano, andando per mercatini, e questo fattore ha sicuramente influenzato la decisione di acquistare. P.s. ora manca solo il 20 centesimi stemma 🤑1 punto
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Ciao @nikita_ complimenti... ed è pure in buono stato di conservazione.1 punto
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Anche per me è falsa, sembra fusa , non coniata e pesa 1 grammo di meno (20 grammi il peso esatto). https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-PIOIXDEC/51 punto
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Parl potabbil ca nun t capisc!!!...1 punto
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Buongiorno. Essendo monete fdc, molte in confezioni originali, valgono più del facciale. Si potrebbero vendere online autonomamente, però ciò richiede tempo e sforzo (e per poterle vendere serve applicare un prezzo concorrenziale, comunque non c'è da ingrassarsi molto). Per le monete comprate da Bolaffi, è tutta scena, saranno state pagate 4 o 5 volte in più del dovuto, è umanamente impossibile anche solo pensare di poter recuperare quel prezzo d'acquisto. Per la moneta Lussemburgo 2007, per dare un'idea, vendendola online, si potrebbero ricavare massimo circa 5€ netti (quindi 3€ in più del facciale). Ovviamente il compratore la pagherà di più, però dal lordo bisogna scalare le spese di spedizione e il costo della piattaforma di cui ci si avvale.1 punto
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Mi ero perso il post, molto bello davvero e approfitto sempre per approfondire la storia 😄1 punto
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Ciao Besson, Complimenti per l'acquisto! Quando ci si "butta" nell'acquisto degli scudi di VE II non si possono non sentire certe sensazioni: il bel modulo, il metallo nobile, la bellezza del conio ti fanno venire voglia di comprarne ancora... e ancora... e ancora... poi guardi il portafoglio e ti fai bastare quelli che già hai. Nonostante sia una moneta circolata mantiene intatti i rilievi ed é molto piacevole alla vista. Come conservazione starei sul BB+ per i parecchi colpetti sul bordo. Si nota un pò di porosità inoltre, che credo possa voler dire che la moneta é stata pulita. Formulo questa ipotesi perché ho una moneta in argento pulita che ha la stessa porosità della tua moneta. Me lo fanno pensare anche quei graffietti da pulizia nei campi dietro il collo del Re. Ancora complimenti e Saluti... Ronak1 punto
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Riprendo questa vecchia discussione per segnalare il libro Un confine per il Papa (2009), di Tullio Aebischer. E' un trattato molto ben documentato, frutto di anni di ricerche, che parla della della nascita dello stato vaticano (compresa tutta la faccenda della debellatio o meno dello Stato Pontificio di cui abbiamo discusso qui) ma, cosa molto rara, è anche e soprattutto uno studio tecnico dettagliato sui confini del Vaticano, con tutte le problematiche vecchie e recenti che li riguardano. Per cultori della questione vaticana e appassionati di confinologia. Ho iniziato a leggerlo da poco e nonostante in passato mi sia dedicato un po' anch'io a questo tema ho già scoperto alcune cose interessanti che non sapevo.1 punto
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USD 1.000.000.000.000.0001 punto
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Bella ricerca.. complimenti a tutti. La cartolina è magnifica sotto tutti gli aspetti, .. l' immagine e' un'opera d'arte.1 punto
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Ho provato a leggere con attenzione prima l’articolo di Michele Gatto (di taglio storico) e poi quello di Lopez-Sanchez (di taglio più prettamente numismatico) per cercare di capire meglio, spinto dalla curiosità e dalla particolarità di questa moneta. A differenza di quanto indicato dalle fonti letterarie (Dione Cassio, in particolare) che sostengono che Lucio Vero avrebbe condotto le operazioni da Antiochia senza partecipare direttamente alla campagna partica, le fonti numismatiche (le monete, per l’appunto) direbbero altro. L’ipotesi che va per la maggiore (e già sostenuta da Mattingly: “the legion [honored] is the VI Ferrata….. the legion distinguished itself in the Parthian War”) e’ che Lucio Vero abbia preso parte direttamente alla campagna partica portando in battaglia proprio la Legio VI Ferrata fino alla conquista della capitale nemica Ctesifonte, acquisendo così il titolo di Parthicus Maximus nel 165 d.C. Vediamo le monete, appunto. Il RIC III riconoscerebbe per il denario al numero 443 solo un tipo di rovescio, ovvero con l’aquila legionaria tra due stendardi senza ulteriori spiegazioni: Il BMCRE (Coins of the Roman Empire in the British Museum) delinea invece due tipologie: N° 500: l’aquila legionaria e’ volta a destra, tra due insegne, di cui quella di destra e’ sormontata da una Vittoria (volta a sinistra) a volte nell’atto di incoronarla: https://www.ikmk.at/object?id=ID63946&lang=en N° 501: l’aquila legionaria e’ volta a sinistra tra due stendardi (con quello di destra senza la Vittoria che incorona): MK-ATW-KHM | Marcus Aurelius und Lucius Verus (Restitution) 165 n. Chr. In entrambe le tipologie le dimensioni dell’aquila e l’aspetto delle insegne (compresa quella dove sta l’aquila, se di insegna si tratta) può variare senza che ciò comporti un cambio di classificazione (così ho intuito io). Come si spiega la differenza tra le due tipologie? Secondo Lopez-Sanchez il denario con la sola aquila e senza la Vittoria che incorona (ovvero il 501) sarebbe stato coniato nel 165 prima della conquista di Ctesifonte. Invece, il 500 (con l’aquila e la Vittoria che incorona) sarebbe stato coniato dopo la conquista di Ctesifonte, cosa che avrebbe dato poi il titolo di Parthicus Maximus a Lucio Vero. Finito qui? No. Nel guardare altre monete mi sono imbattuto in questi due esemplari (da OCRE): Qui si vede una aquila volta a destra ed una Vittoria volta a sinistra, ma senza corona. Che succede? La corona manca realmente o e’ usura? Non capendo bene ho posto il quesito direttamene al redattore dell’articolo, ovvero Fernando Lopez-Sanchez che molto gentilmente mi ha risposto. La corona, in effetti, manca. Come spiegare le monete, allora? Anche questa sarebbe stata coniata prima della presa di Ctesifonte come evidenziato dalla mancanza della corona che sarebbe quindi l’elemento discriminante tra le due tipologie della moneta: - Senza corona: prima della presa di Ctesifonte - Con corona: dopo la presa di Ctesifonte Che significato dare allora agli esemplari con Vittoria, ma senza corona? Secondo Lopez-Sanchez sarebbero varianti della 501 in cui la Vittoria starebbe semplicemente a indicare che la Legio VI Ferrata era quella direttamente e personalmente guidata da Lucio Vero nella campagna partica (verso la vittoria, appunto). Insomma, vi sarebbe una sorta di continuum tra le due tipologie di denarii. Ho provato, a questo punto, a guardare meglio la moneta di @Erick Morman. Onestamente, non vedo né una aquila ne’ una Vittoria, ne’ tanto meno una corona…. Era a questo che si riferiva quando diceva: Se @Erick Morman e’ d’accordo, proverei a presentare questa sua moneta a Fernando Lopez-Sanchez per vedere che cosa mi dice (prima di mandarmi a stendere per la rottura di cabasisi😆) Ciao e Buon Primo Maggio a tutti, lavoratori e non. Stilicho1 punto
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Da un punto di vista psicologo sarebbe un interessantissimo approfondimento. Mi viene da pensare che la risposta sia "sindrome da acquisto compulsivo". Le zecche moderne puntano molto su aspetti che la alimentano: coincard e confezioni colorate come dei fiori che devono attirare le api, click day continui che forniscono l'idea che gli oggetti sono difficili da avere, tirature limitate che danno l'idea di esclusività, un numero di emissioni assurdo per far sì che non si pensi per troppo tempo ad altro. Ovviamente non ha importanza cosa compriamo, tra un po' neanche ce ne accorgiamo, tanto tra pochi giorni saremo concentrati sul prossimo acquisto. L'iportante è comprare. E questo meccanismo funziona, funziona perfettamente.1 punto
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Da Stratonicea nella Caria, un particolare esemplare, valutato raro, in AE ai nomi di Caracalla e Geta, con i riferimenti a questo ultimo, erasi . Sarà il 14 Maggio in vendita CNG 129 al n. 403 .1 punto
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Se non fosse stato già segnalato segnalo anche questo canale, in lingua spagnola, tenuto dal Prof. Damian Salgado, professore di numismatica a Buenos Aires. È una persona di una profondissima cultura numismatica che spazia vari campi dalle monete antiche classiche alle monete islamiche, indiane, sasanidi e cinesi d'età medievale e moderna. La sua collezione visibile attraverso gli short che propone quotidianamente è di una varietà e ampiezza incredibile. Propone quotidianamente live a tema numismatico ma offre anche interessanti video-lezioni tematiche molto interessanti. Riassumendo: molto consigliato! Per me il migliore canale di numismatica di YouTube. https://youtube.com/@numischannel?si=lqWTovO-RAZT_c4P1 punto
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