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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/24/25 in Risposte
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Secondo me bisognerebbe creare una nuova sezione dedicata da aggiugere alle esistenti dove andranno a confluire le discussioni come questa in corso, almeno così ogni tanto si vanno a rileggere per allentare la tensione Una sezione tipo:4 punti
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La Zecca di Dahlonega La città di Dahlonega è il capoluogo della contea di Lumpkin, nel centro-nord della Georgia, non lontana da Atlanta, capitale dello Stato. Nei primi anni '30 dell'Ottocento, però, Atlanta non esisteva ancora (il primo nucleo cittadino sarà fondato nel 1837), e a Dahlonega c'era a malapena quello che poteva essere descritto come una città. Quello che portò alla costruzione di una Zecca in quel villaggio sonnolento, fu la scoperta dell'oro, grandi quantità d'oro, nel nordest della Georgia. Esistono diverse storie popolari sull'inizio della corsa all'oro in Georgia, ma in realtà nessuno sa con certezza chi abbia fatto la prima scoperta e quando. Secondo un aneddoto, John Witheroods trovò una pepita da tre once lungo il Duke's Creek nella contea di Habersham (oggi contea di White ). Un altro aneddoto narra che Jesse Hogan, un cercatore d'oro della Carolina del Nord, trovò oro a Ward's Creek, vicino Dahlonega. Un altro ancora, racconta di un giovane Benjamin Parks che trova una pietra dall'aspetto insolito mentre è alla ricerca di cervi a ovest del fiume Chestatee, nel 1828. Nonostante la popolarità di questi racconti, non si trovano prove documentate della presenza di oro in Georgia fino al 1° agosto 1829, quando un giornale di Milledgeville , il Georgia Journal , pubblicò il seguente articolo: ORO! Un gentiluomo di primissima reputazione nella contea di Habersham ci scrive in data 22 luglio: "Due miniere d'oro sono state appena scoperte in questa contea e si stanno preparando a mettere a frutto questi tesori nascosti della terra". Sembra quindi che ciò che avevamo a lungo atteso si sia finalmente avverato, ovvero che la regione aurifera della Carolina del Nord e del Sud si sarebbe estesa fino alla Georgia. Verso la fine del 1829, la Georgia settentrionale fu inondata da migliaia di cercatori d'oro. Il Niles' Register riportò nella primavera del 1830 che quattromila minatori lavoravano lungo il solo Yahoola Creek. Così veniva ricordata la scoperta, alla fine del secolo, sull'Atlanta Constitution (15 luglio 1894): "La notizia si diffuse, con un'eccitazione mai vista prima. Nel giro di pochi giorni sembrò che il mondo intero ne avesse sentito parlare, perché uomini arrivarono da ogni stato di cui avessi mai sentito parlare. Arrivarono a piedi, a cavallo e su carri, comportandosi più come pazzi che altro. Per tutta la strada da dove ora sorge Dahlonega fino a Nuckollsville c'erano uomini che setacciavano i torrenti e scavavano buchi nei pendii." petronius3 punti
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... è un nuovo inizio Sembrava proprio che la gloriosa Zecca di Charlotte fosse avviata a una mesta demolizione, ma per fortuna non tutti erano d'accordo. Tra i più contrari c'era una donna, Mary Myers Dwelle, che aveva sempre desiderato che Charlotte avesse un museo d'arte, e la storica Zecca sembrava l'ideale. Lei e altri tennero discorsi in città per stimolare proteste e azioni concrete, ma i loro progetti di conservazione furono respinti. Tentarono allora un'altra strada. La Dwelle, riunito un comitato composto da dodici suoi amici, mentre gli operai finivano di rimuovere tetto, finestre e porte, si offerse di acquistare mattoni, pietre e altri pezzi: l'obiettivo era quello di ricostruire la Zecca, con i materiali originali, in un altro luogo. L'impresa incaricata della demolizione chiese 1500 dollari per tutti i mattoni e le pietre, a patto che gli acquirenti si occupassero anche del loro trasporto nel nuovo sito scelto. Non erano moltissimi soldi, ma nemmeno pochi, considerando che si era nel pieno della Grande Depressione, e nonostante numerose offerte (nella maggior parte dei casi 5 o 10 dollari) la cifra non fu raggiunta. Fu fatta una controfferta, con i soldi che si era riusciti a raccogliere, 950 dollari... e venne accettata L'architetto Martin E. Boyer offrì i suoi servizi per il restauro dell'edificio su un terreno di tre acri donato da un filantropo. Boyer contrassegnò ogni pietra durante lo smantellamento dell'edificio e ne supervisionò attentamente la ricostruzione. Grazie anche alla concessione di fondi federali per la ricostruzione della zecca come museo, i lavori furono ultimati nel 1936, e finalmente il North Carolina ebbe il suo primo museo d'arte In questa foto di quell'anno, vediamo Mary Myers Dwelle (seduta, con gli occhiali) e tre sue amiche facenti parte del comitato per la salvaguardia della Zecca. E non poteva mancare l'historical marker che segnala come la Zecca sorgesse a pochi piedi a sudovest, venne rasa al suolo nel 1933, e ricostruita come museo d'arte tre miglia a est. Così come non può mancare una foto di quello che oggi è l'ingresso posteriore del museo, ricostruito come appariva nel suo periodo di massimo splendore come filiale della Zecca degli Stati Uniti E per chi, trovandosi da quelle parti, volesse visitarlo: https://www-mintmuseum-org.translate.goog/plan-your-visit/mint-museum-randolph/? petronius3 punti
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Un bel pezzo della repubblica , con la buona fortuna che dal vivo rende persino meglio che in foto ,2 punti
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Ricevuta l'ultima pubblicazione della Rivista Italiana di Numismatica, volume CXXVI del 2025 Nel link la possibilità di scaricare gli abstracts: https://www.socnumit.org/indici-e-archivio-storico-della-rivista-italiana-di-numismatica/#2025 Volume CXXVI (2025) Materiali J. Marcer, Presenze monetali di età preromana nel Veneto settentrionale: materiali e problemi. M. Asolati, S. Alagab Abdullah, Mezza libbra d’oro: un medaglione da 36 solidi di Leone I (457-474 d.C.) dalla Cirenaica. Saggi Critici A. Gennari, Gli Æ3/4 a nome di Valentiniano III del terzo periodo (440-455 d.C.). Considerazioni circa il presunto coinvolgimento della zecca di Roma per le monete RIC X 2140-2164, e sulla datazione di alcune monete del periodo proto-vandalo. F. Scatolini, Un interessante 20 nummi con legenda “XЄPCWNOC” e considerazioni sulla produzione monetaria per Cherson (secc. VI-VII d.C.). L. Oddone, D. Ferro, W. Ferro, M. Manfredi, Il denaro rinforzato degli Aleramici del Vasto, Marchesi di Savona (Mar Sagona): datazione, zecca di emissione, circolazione e varianti epigrafiche. S. Perfetto, Un grosso a nome di Federico II: l’ultima sortita sveva in moneta? M.A.M. Nassar, La zecca medievale di Chiusi (secc. XIII-XIV). Aggiornamenti storico-numismatici ed uno studio sui conî. A. Toffanin, Una proposta teorico-metodologica per la definizione di una cronologia delle emissioni di moneta argentea nella Signoria e nel Ducato di Milano (1330-1535). A. Zaffaroni, Dal marco di Troyes al marco di Piemonte. La questione ponderale della monetazione sabauda pre-decimale (XII sec. – 1816). Note M.E. Gatto, Il tesoretto di antoniniani di Cassano Magnago (VA), 1926. Discussioni, Recensioni e Segnalazioni T.M. Lucchelli, Vita di un santuario attraverso le monete: i rinvenimenti numismatici da Pietrabbondante [S. Boccardi, Pietrabbondante. I rinvenimenti numismatici dalle campagne di scavo 1959-2019, Roma 2023]. M. Asolati, Gettoni e tessere in età antica e post antica: una riscoperta d’interesse [A. Crisà (a cura di), Tokens, Value and Identity. Exploring monetiform objects in antiquity and the Middle Ages, Bruxelles 2021]. G. Gorini: B. Callegher, Following the Coins from the Excavations at Khirbet Qumran (1951-1956) and Aïn Feshkha (1956-1958), Göttingen 2024. Necrologi R. G., Guido Crapanzano (1938-2023)2 punti
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Buonasera a tutti, questa sera vi mostro la mia Piastra da 120 Grana 1825 di Francesco I già passata in altre discussioni (mi piace riciclare). Mi piace accompagnare le monete sempre con qualcosa. Siccome sono tra le altre cose appassionato di imbarcazioni vi riporto cosa ho trovato in rete, (fonte Wikipedia) che accomuna le imbarcazioni al 1825 e oltre. A fine pagina capirete il perché di questa mia scelta. La Regina Isabella è stata una fregata a vela della Real Marina del Regno delle Due Sicilie successivamente acquisita come corvetta a vela della Regia Marina. Impostata nel 1825 nei cantieri di Castellammare di Stabia per la Marina del Regno delle Due Sicilie e varata il 9 luglio 1827 alla presenza di Francesco I e dell'intera corte, la nave, entrata in servizio nel 1828, era originariamente una fregata a vela armata con 44 cannoni: 24 cannoni da 24 libbre + 4 obici Paixhans da 30 libre in batteria, in coperta 18 carronate da 24 libbre. Il Scafo in legno con carena ricoperta rame, la nave aveva gli alberi di trinchetto, maestra e quello di mezzana a vele quadre e bompresso (armamento velico a nave) Il 24 maggio 1828 la fregata, da poco completata, trasportò a Palermo il luogotenente generale della Sicilia. Nel 1828 la Regina Isabella, da poco in servizio, partecipò ad un'azione contro la pirateria barbaresca nel Mediterraneo: unitamente alla fregata Cristina, infatti, la nave, al comando del capitano di fregata Raffaele De Cosa, fu inviata a Tripoli, il cui bey, invece dei 40.000 colonnati previsti per il rinnovo di un accordo con il Regno delle Due Sicilie, ne voleva 100.000: compito delle due fregate era verificare, assieme al console locale del Regno, se fosse possibile un negoziato e, in caso contrario, osservare le sistemazioni difensive del porto per un'eventuale azione di forza. Non essendo stata raggiunta un'intesa, (il bey pretese il pagamento entro due mesi), il 22 agosto 1828 la flotta borbonica (con la Regina Isabella in appoggio e successivamente a prendere parte all'azione di fuoco) si dispose su due file nelle acque antistanti Tripoli e l'indomani, di fronte ad un nuovo rifiuto del bey di raggiungere un accordo, aprì il fuoco contro le fortificazioni della città e le cannoniere poste a difesa del porto: il bombardamento proseguì con scarso successo per una settimana (interrompendosi solo il 24 ed il 25 per il maltempo), e fu a malapena respinta una sortita tripolina (28 agosto). Incapaci di raggiungere un qualunque risultato le navi napoletane si ritirarono. Il 27 settembre 1828, pertanto, la Regina Isabella ed il brigantino Principe Carlo catturarono la goletta tripolina Mabrouka, con 56 uomini a bordo, e la costrinsero a fare rotta per Trapani, da dove poi la fregata la scortò a Messina, giungendovi il 10 ottobre: dopo quest'episodio il bey, il 28 ottobre 1828, acconsentì alla firma di un trattato di pace. Carissimi non avendo io monete del 1827/1828 chiamo in aiuto chi le ha per completare Numismaticamente questi eventi. Saluti Alberto2 punti
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Io ho corretto il tiro negli ultimi anni, sono diventato più selettivo , da studente prendevo certe ciofeche che non ti dico , pur di avere quel personaggio in raccolta, adesso ho una sola regola: se l imperatore o chi per lui è comune cerco di prenderne una nelle migliori condizioni possibili ( non per forza SPL , anzi, quasi mai, punto sempre sul BB , o anche meno se la moneta mi comunica qualcosa) , se invece parliamo di nominativi rari va benissimo anche un MB o addirittura B , purché non sia ritoccata a bulino , li sono di bocca molto buona.. forse ricordi male, io non ti avevo chiesto perché mettessi in raccolta molte monete in cattive condizioni piuttosto che poche in buone condizioni, semmai ti chiedevo il motivo della scelta di raccogliere per lo stesso personaggio molti denari o molti antoniniani piuttosto che variare con i vari nominali previsti ( quadrante , semisse, asse , dupondio , sesterzio, doppio sesterzio , denario , antoniano , provinciale, ecc ) , o , perché non prendere un solo denario per quel personaggio e risparmiare il Budget per prendere altri denari per i personaggi che ti mancano in collezione.. ma io ti chiedevo soltanto per mera curiosità, proprio perché ti stimo molto come collezionista e studioso di monetazione romana, perché allargare i propri orizzonti ascoltando anche i punti di vista altrui fa' sempre bene per la propria crescita personale..2 punti
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Perche’ mai? e’ una notizia eccellente per il ns mercato dell’arte penalizzato finora da una delle piu’ alte aliquote iva in europa.2 punti
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SAlve,posso fare un'ipotesi stante le condizioni non ottimali e la legenda svanita di cui leggo solo una S:Tetrico 2 con la Spes,imitazione barbarica.altri esperti mi smentiranno2 punti
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"È vero che il valore percepito può variare soggettivamente, ma nel mondo reale esistono parametri oggettivi che ne delimitano la portata. La sua moneta da 200 lire potrà anche avere per lei un valore affettivo o simbolico inestimabile, ma sul mercato numismatico resta, salvo rarissime eccezioni, un oggetto privo di reale interesse economico. Confondere la percezione personale con il valore effettivo è un sofisma che non regge all’analisi razionale." Massimo.2 punti
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Buonasera, Questa è l'ultima moneta dell'imperatore Costantino entrata nella mia collezione. È un follis per la zecca di Eraclea, un 18 mm per 2,31 grammi. Nel dettaglio, Costantino I il Grande, Augusto 306(310)–337. AE Follis, (327/329), Eraclea, II officina Dritto: CONSTAN-TINVS AVG. Testa diademata rivolta a destra, con il volto rivolto verso l'alto. Rovescio: D N CONSTANTINI MAX AVG attorno a corona d'alloro con VOT XXX; in basso SMHB. RIC 92 La particolarità, sta proprio nella nsolita raffigurazione della testa dell'imperatore, curiosa ente rivolta verso l'alto... Che ne pensate?2 punti
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Salve, La parola dopo ΚΛΑΥΔΙΟC al dritto mi porta a pensare che non si tratti dell’imperatore Claudio, ma del nome del magistrato chiamato ΚΛΑΥΔΙΟΣ ΟΡΟΝΤΗΣ. Saremmo quindi a Trapezopoli, nella Caria, sotto il regno di Vespasiano, mi sembra anche di vedere l’inizio dell’etnico ΤΡΑΠ... Forse si tratta di quel bronzo Apollon/Men, RPC II, 1236A. Prova a vedere se riesci a ritrovare sulla tua moneta un’altra lettera della leggenda ΤΡΑΠΕΖΟΠΟΛΙΤΩΝ al rovescio?2 punti
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Vi presento quella che a me pare essere una moneta di Epoca Romana non la ho toccata anche perché non saprei come intervenire. Il diametro è di circa 29mm pesa 21,4 grammi ed è spessa ben 4,5 mm. Si vede poco e spero che tra voi ci sia chi potrà dargli un nome. Grazie1 punto
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https://www.finestresullarte.info/mercato/governo-abbassa-iva-opere-d-arte-5-per-cento Notizia appena letta. Mi sembra interessante approfondire se e quali ricadute si potranno avere nel nostro (povero) mercato numismatico nazionale. Pareri?1 punto
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DE GREGE EPICURI A me non sembra coniata poi così male. Sicuramente una SPES, (o SPES PUBLICA?). Come ritratto potrebbe essere anche Postumo, ma non ho verificato se esiste con questa tipologia.1 punto
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@Orodicarta si vede che Hannibal non era ancora arrivato in Belize 🍽️1 punto
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salve,stante le condizioni della monete ,non capisco se sono ossidazioni o altro per cui anche il naso è spropositato e la barba pùò essere una illusione ottica,mi dispiace non essere più preciso1 punto
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È senz'altro una notizia positiva. Da quanto capisco ne beneficeranno anche le importazioni da extra EU, per cui il collezionista italiano avrà un costo di importazione, per es. da Svizzera e US, sostanzialmente in linea (se non un pizzico più favorevole) con quello degli altri cittadini EU. Per quanto riguarda gli operatori, limitatamente al settore delle monete classiche (l'unico che conosco un pochino) i limiti principali allo sviluppo credo siano quelli riconducibili ad una normativa dei beni culturali dall'incerta applicazione. Ad esempio il sistema francese dei passaporti è piuttosto coerente e definito, a mio avviso, è riduce i patemi.1 punto
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Affrancata correttamente 1° porto entro il distretto, cioè citta' x citta', con 25c verde della serie "artistica" o "Imperiale", effige reale di profilo... ... annullato con guller del 9.12.36 ROMA ARRIVI DISTRIBUZIONE. Oggetto storico postale irripetibile.1 punto
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Beh io non sarei così sicuro che sul perito professionista che sbaglia una perizia per, ad esempio, una rinomata casa d'aste, non ci sia nessuna conseguenza o non incorra in nessuna responsabilità. La casa d'aste che è stata costretta a rimborsare per una perizia sbagliata di un professionista, potrebbe benissimo rivalersi sul perito e, comunque, per vendite future non si rivolgerà certamente più a quel perito numismatico che ha fatto grossi errori. Quindi mi sembra che ci siano senz'altro conseguenze negative anche per il perito.1 punto
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Perché alzi da una parte (mediamente più borghese) e abbassi da quell'altra (mediamente più aristocratica)1 punto
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Leggi un qualunque commento all'art. 1176 del Codice civile e troverai la risposta alla Tua domanda. M.1 punto
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Stesso conio di rovescio anche secondo me. Ma sulla guancia cos'è secondo voi quel segno? Ha qualche significato particolare?1 punto
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Salve,stessi riccioli sulla guancia ,stessa legenda ed altro,l'unica differenza per me è il colpo di conio più debole o mancanza sul secondo e terzo spazio tra i capelli dall'alto in basso1 punto
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Complimenti anche a @mero mixtoque imperio sul grosso di Federico II. Grazie mille e scusa.1 punto
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Non è proprio così riguardo ai periti CCIAA. In alcune regioni c'è un vero e proprio esame, in altre c'è un esame per titoli. Non penso che in nessuna basti iscriversi per diventare periti. Se così fosse concordo che sarebbe una schifezza per non dire altro1 punto
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Buonasera a tutti, ci troviamo a Napoli nel 1835 sono ormai 4 anni che il ritratto di Ferdinando II di Borbone ci sorride con un luccichio dalle argentee Piastre da 120 Grana o 12Carlini come più ci aggrada chiamarle. È una fresca Serata dove dopo il tramonto è piacevole passeggiare e salutare (con un inchino e togliere per un attimo il cappello) le Dame che passeggiano accompagnate. Le voci in piazza parlano del Colera, che ormai ha raggiunto la penisola ma che sembra ancora così lontano. Si parla del più e del meno, ma Raffaele ha un pensiero, non il solo ma quello che in quel momento è il più forte, quello che non lo lascia dormire la notte. L'amore per una Donna. Ottico di professione ma frequentatore dei salotti Partenopei e proprio in occasione di una visita una sera di Settembre del 1835 compone la canzone "Te vojo bene assaje". Nemmeno il tempo di scriverla che viene cantata alla presenza della Signora da un Tenore accompagnato da un coro, la serata andava sempre più riscaldano gli animi e alle due di notte all'ultima strofa ecco che si unisce un secondo coro, sono i popolani che da sotto le finestre intonano le strofe. Inutile dirvi che fu molto commovente per Raffaele una simile partecipazione. La canzone divenne da lì a poco proprietà di tutti i partenopei che la canticchiavano ad ogni angolo di strada. Riporto in aggiunta un contributo web della sempre più presente IA. "Te voglio bene assaje" è una celebre canzone napoletana, scritta da Raffaele Sacco nel 1835. La melodia è attribuita a Gaetano Donizetti, anche se alcuni fonti la attribuiscono a Filippo Campanella o Giuseppe Torrenti. La canzone divenne famosa dopo la sua esibizione alla festa di Piedigrotta nel 1839. Autore e contesto: • Raffaele Sacco, un ottico napoletano, scrisse il testo della canzone, ispirato da una relazione con una donna. • La canzone fu pubblicata nel volume "Cetra Partenopea" con il titolo "Intercalare improvvisato". • Viene considerata la prima canzone napoletana ad essere stata presentata alla festa di Piedigrotta, una celebrazione popolare. Melodia: • L'attribuzione della musica a Gaetano Donizetti è dibattuta, con alcune fonti che suggeriscono Filippo Campanella o Giuseppe Torrenti come possibili autori. • Donizetti si trovava a Napoli nel 1835, in concomitanza con la composizione della canzone, ma nel 1839 era già a Parigi, rendendo incerta la sua paternità. Successo e influenza: • "Te voglio bene assaje" ebbe un grande successo, vendendo più di 180.000 copie e ispirando numerose versioni. • La canzone divenne popolare tra la gente e fu cantata in vari contesti, dai salotti alle strade, e si diffuse rapidamente a Napoli. • Esiste anche una versione modificata della canzone, con un testo sacro, richiesta dal cardinale Riario Sforza. • La canzone è considerata un classico della canzone napoletana e ha ispirato diverse interpretazioni nel corso degli anni. "Te voglio bene assaje" è un esempio significativo della canzone napoletana dell'Ottocento, con una storia affascinante e un'attribuzione musicale ancora oggetto di discussione. Ho trovato citazioni anche in un bel libro digitalizzato disponibile in rete. "Luci e Ombre di Napoli" di Salvatore Di Giacomo. E altre info nel sito web del Prof. Angelo Martino. Saluti Alberto1 punto
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Ciao,è un quadrante celtico-iberico di Gades (Cadice) in Spagna con delfino. La seconda foto va ruotata 90° a sinistra. https://www.acsearch.info/search.html?term=Gades+quadrans+dolphin&category=1-2&lot=&date_from=&date_to=&thesaurus=1&images=1&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1¤cy=usd&order=01 punto
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No non crepare,se no ci tocca mettere 15 euro per la scorta pure per te🤣1 punto
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Il mio bronzo della Numismatik Naumann (formerly Gitbud & Naumann), Auction 27, lot 393, 04.01.2015 è un altro esemplare del precedente. MACEDON. Koinon. Pseudo-autonomous. Time of Gordian III (238-244). Ae. Obv: AΛΕΞΑΝΔΡΟV. Head of Alexander right, wearing lion's skin. Rev: KOINON MAKEDONΩN B NEΩK. Horseman galloping right, soldier lying below horse. AMNG III 705 var. (obverse bust). Condition: Very fine. Weight: 9.88 g. Diameter: 27 mm. Come avevo già fatto presente in un’altra discussione, l’attribuzione della Naumann non è corretta in quanto non si tratta di una variante dell’AMNG III 705 ma di un bronzo AMNG 418 come è stato giustamente identificato dalla Nomos Obolos. apollonia1 punto
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La Zecca di Charlotte continuò a coniare i dollari d'oro del primo tipo, il cosiddetto Liberty Head, fino al 1853: naturalmente, a partire dal 1850 tutti i rovesci furono close wreath. Il record di produzione venne toccato nel 1851, con 41.267 esemplari. Ma, quello stesso anno, a Philadelphia se ne coniarono più di 3 milioni, e 290.000 a New Orleans. Anche per queste monete la produzione di Charlotte fu sempre piuttosto limitata, non raggiungendo, in più di un'occasione, i 10.000 pezzi annui. Il minimo arrivò proprio alla fine, nel 1859, ultimo anno di Charlotte per la tipologia, quando le monete coniate furono appena 5.235. A quel punto i dollari erano quelli del secondo tipo, gli Indian Princess Head, che, come abbiamo visto nella precedente discussione, di "indiano" avevano ben poco. A Charlotte si incominciò a coniarli nel 1855, poi ancora nel 1857, e infine nel 1859. (foto da Heritage Auctions) I dollari d'oro continuarono a essere coniati nelle altre Zecche anche durante gli anni della guerra civile, ma per Charlotte la loro storia finiva lì... la nostra, invece, no petronius1 punto
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Per moltissimi anni il dollaro d'oro 1849-C Open Wreath rimase sconosciuto al mondo del collezionismo. La prima menzione della varietà si trova nel lotto 1083 della Collezione Belden Roach (B. Max Mehl, 2/1944): "Lettera C della Zecca del 1849 sotto la corona, come tutte le altre. Questo esemplare sembra appartenere a una varietà completamente nuova. È una corona aperta e le stelle sul dritto sono più piccole; i bordi sono in rilievo, il che fa apparire la moneta leggermente più spessa rispetto all'emissione regolare. Non circolata con una brillante lucentezza. Quasi equivalente a una proof. Coniata in oro giallo chiaro. Affermo senza esitazione che questa moneta è di rarità estrema, se non unica. (Non elencata nel nuovo Catalogo Standard del 1944.)" Tre anni dopo, nella prima edizione del Red Book, la moneta veniva presentata come Unique. Non molto tempo dopo, W.W. McReynolds, un gioielliere, trovò una seconda moneta. Qualcuno pensò che la coincidenza era sospetta, e che quella di McReynolds fosse una copia, magari realizzata da lui stesso, ma le ricerche successive hanno provato senza ombra di dubbio la sua genuinità. Comunque, a McReynolds doveva importare poco della rarità del pezzo, poiché molto probabilmente lo montò su un gioiello, come dimostrano oggi i numerosi segni di montatura. In seguito, altri tre esemplari sono venuti alla luce, ma, considerando che la produzione stimata sarebbe stata di circa 125, non si può escludere che ce ne sia ancora qualcuno nascosto in un cassetto del nonno L'esemplare che presentiamo potrebbe essere quello citato da Mehl nel catalogo Balden Roach del 1944, descritto come non circolato, e questa moneta è l'unico esemplare in stato di zecca noto oggi. Le superfici mostrano dei riflessi simili a quelli di una moneta proof nei campi e gli elementi decorativi sono nitidi e dettagliati nella maggior parte delle aree, attributi che suggerirebbero che fosse, come scrisse Mehl, "Almost equal to a proof", quasi uguale a una proof. I bordi alti e le piccole stelle menzionati da Mehl sono immediatamente evidenti anche su questa moneta, ma queste caratteristiche sono comuni a tutti gli esemplari di questa varietà. Sfortunatamente, la bassa risoluzione dell'immagine nel catalogo Roach impedisce una corrispondenza conclusiva con la moneta che, in asta Heritage del 25 gennaio 2025 (dalla quale proviene la foto), stimata da PCGS in conservazione MS62, ha realizzato ben 1.560.000 dollari Le altre quattro monete sono tutte in conservazione inferiore, da Fine 15 a AU58. Anche i valori vanno di conseguenza, sebbene non si possano esattamente definire economici... l'ultimo passaggio noto della moneta più brutta, ha fruttato al proprietario 97.750 dollari petronius1 punto
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Buonasera a tutti, stasera mentre cenavo ho visto la pubblicità alla TV di una nota Industria conserviera, cosa mi ha colpito? Oltre chiaramente al prodotto che è molto utilizzato nelle nostre famiglie, mi ha colpito un affermazione, un chiaro " Fondata nel 1856" mi si sono raddrizzate le antenne Numismatiche, perché proprio stasera avevo deciso di scrivere nella discussione ed avevo scelto una delle mie Piastre 120 Grana di Ferdinando II Falso d'epoca millesimo 1856. Ovviamente credo non si possa fare pubblicità qui nel Forum, sono come da prassi, andato a documentarmi in merito all'industria e sono rimasto di stucco nell'apprendere che sia stata fondata a Torino e non a Napoli come avevo sempre pensato. Tra l'altro uno dei suoi vecchi stabilimenti è a pochi km da dove vivo in Campania. Come anche gli altri stabilimenti storici sono in Campania. Comunque per chi vuol saperne di più (partendo dai miei indizi) basta fare una piccola ricerca in rete, scoprirete che ha a che fare con l'unità d'Italia, oltre ad un importante innovazione conserviera che ha a che fare con Napoleone Bonaparte, insomma un bel intreccio storico/scientifico. Saluti Alberto1 punto
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Ciao, come già ti è stato detto si tratta di un sesterzio dell'imperatore Massimino Trace il primo esemplare ed un asse dell'imperatore Nerva il secondo. Monete vissute ma belle, dal modestissimo valore commerciale ma grandissimo valore storico, che si possono anche classificare. Posto foto di esemplari stessa tipologia per catalogazione 🙂. ANTONIO1 punto
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La pazienza è finita, la discussione è chiusa e la sezione "commissariata". Ogni violazione del regolamento o del codice etico di questo forum sarà sanzionata.1 punto
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Come altri hanno capito la natura di quello che hai scritto… Buone vacanze anche a te, grazie.1 punto
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Buongiorno. Perché allora cancellare? Un like é semplicemente quello che é; come si fa a capirne la natura? In questo momento di tensione quello che hai scritto, all’interno del post in questione, e per quanto mi riguarda, rappresenta una "sottile provocazione" e alimenta "reazioni".. Poi, scusami, visto che da tutte le parti si professa la libertà di assegnare like, perché tu vuoi limitarne l’uso ad altri utenti? Ti sei comportato come il "Guru" che detta le regole ai propri adepti.. Per me la questione termina qua, forse ho scritto già troppo e preferisco godermi le vacanze, cosa che auguro a tutti. Saluti1 punto
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Ricordo ancora il mio approccio commerciale con la numismatica. Ero a un mercatino... avevo da poco scoperto la bellezza delle monete grazie a una scatolina di monete di vari stati ed epoche che mi aveva dato mio nonno... in questo mercatino vedo una ciotola con dentro uno scintillante "cappellone" di Vittorio Emanuele III... lo compero dando tutto ciò che avevo messo da parte per quel giorno (ben 5.000 lire). Al banchetto dopo vedo un catalogo di monete dell'Alfa... lo sfoglio e vedo la quotazione... incredibile! ho fatto un affare! poi, subito dopo mi sento una strana morsa allo stomaco... e se avessi preso una fregatura? con il viso rosso tiro fuori la moneta e la faccio vedere al venditore del catalogo che fa un bel sorriso e mi dice che quella è una patacca e mi accompagna al banco dove l'avevo presa e dice al venditore: "vergognati! perchè gli hai venduto questa porcheria senza dirgli che era un riconio? ridagli le sue 5.000 lire". Sono tornato a casa, con 5.000 lire in tasca e con in regalo un catalogo di monete. Ero solo un bambino, ma posso dire con certezza che quella è stata la più bella lezione di numismatica a cui abbia mai preso parte.1 punto
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