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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/07/25 in Risposte

  1. Buongiorno, Aggiungo alla discussione due mie piastre. 1854 con correzione in legenda, presenta una E sotto la T di VTR. Piastra 1858, 8 su 7 e correzione nelle aquile, sono punzonate su aquile capovolte. Un saluto a tutti. Raffaele.
    4 punti
  2. Nella gloriosa e glorificata città di Falsopolis, che tutti conoscono per la sua lunga tradizione di imbrogli, tarocchi e salsicce finte, sorgeva un edificio maestoso e bislacco: "la Zecca Nazionale della Fregnaccia e del Paradosso". Il direttore della Zecca era un tale Commendator Lupigno, mezzo lupo e mezzo ragioniere, col monocolo su un occhio e un francobollo falso sull’altro. Dicevano fosse stato assunto per concorso, ma nessuno aveva mai visto il bando, né il concorso, né tantomeno la laurea (che lui custodiva gelosamente dentro una bottiglia di birra vuota). Alla Zecca si stampava di tutto: banconote false da 3,14 Pi-dollari, aurei di cartapesta dorata col ritratto di Cesare che fa l’occhiolino, e persino francobolli che profumavano di truffa e mandorle amare. Ogni martedì e giovedì, comparivano all’ingresso della Zecca due visitatori fissi: il Gatto e la Volpe, in doppiopetto elegante ma con le tasche bucate. - Direttore Lupigno, oggi ci serve un lotto di monete commemorative da vendere ai turisti del paese dei Balocchi, - miagolava il Gatto, lisciandosi i baffi tinti. - Ma stavolta fatele un po’ più durevoli, che l’ultima volta si sono sciolte con la pioggia, - guaiva la Volpe, mentre cercava di rivendere una moneta-biscotto a un piccione. Il Commendator Lupigno annuiva, rideva col naso, e ordinava ai suoi operai (tutti ex-magi di professione, ora specializzati in calligrafia contraffatta) di preparare un bel conio con su scritto: “Repubblica di Falsopolis – Valida fino a prova contraria”. E così Falsopolis prosperava, tra illusioni fiscali, fabbriche di specchi per le allodole e banche in cui si depositavano sogni a interesse variabile. Un giorno però arrivò un bambino - o almeno pareva tale - chiamato Veritino, con gli occhi grandi e lucenti come due talleri di Maria Teresa e un’aria da non farsi fregare nemmeno da due scimmie ammaestrate. Bussò alla Zecca e chiese: - Posso vedere come si fanno le monete? Il Commendator Lupigno sbiancò come una banconota finita in lavatrice. Il Gatto si nascose sotto una zeppa di bolle di sapone, la Volpe cominciò a cantare l’inno nazionale al contrario per confondere l’uditorio. Ma Veritino li guardò e disse: - Lo sapevo! Questa città è una truffa col campanello! Detto questo, estrasse una lente d’ingrandimento grossa come un piatto e li smascherò tutti con un solo sguardo. Ma Falsopolis, si sa, è resiliente. E mentre il Gatto e la Volpe scappavano su una gigantesca moneta di sughero usandola come una zattera e il Commendator Lupigno si rifugiava sotto la scrivania a falsificare le sue dimissioni, la città già preparava un nuovo piano: vendere souvenir di Veritino eroe nazionale, fatti rigorosamente in plastica contraffatta e ricoperti d’oro alimentare. E la morale? Se ti regalano una moneta di Falsopolis... non morderla: potrebbe morderti lei. njk
    3 punti
  3. Lotto 158 Asta Varesi-Nomisma 7/10/2016 Doge LXXV Leonardo Loredan (1501-1521). Mocenigo o Lira PC (Piero Cocco, massaro nel 1501), argento gr. 6,50, ø 34,4 mm. D/ LEON R• L VRED N • S•M•VENET•, come precedente. Rv: •TIBI•SOLI•GLORIA•, come precedente; sul piedistallo bipartito, •P•C•. . Paolucci 3, Gamberini 245, CNI 16, Papadopoli 12. Grading/Stato: SPL https://vn.bidinside.com/it/lot/791/doge-lxxv-leonardo-loredan-1501-1521-/
    3 punti
  4. Ciao, il RIC da te indicato è corretto, per quanto concerne la tipologia con la Concordia stante è molto comune. Per me coniato quindi dovrebbe essere autentico. Lascio molto volentieri ad altri il giudizio sul grado di conservazione ( che io non uso), posso solo dirti che è un bel denario. Condivido mio esemplare stessa tipologia che ha svolto molto meglio del tuo la sua funzione di moneta 🙂. ANTONIO
    3 punti
  5. È anche l'unica moneta "facile" di Vittorio Amedeo I... Comunque il retro è in bella conservazione, il diritto meno, ma la data è chiara quindi perfettamente classificabile, al prezzo di un caffè con brioches perché non portarla a casa?
    3 punti
  6. Secession Quick Step Secessione a passo veloce. Il Sud, tutto il Sud e nient'altro che il Sud E' un canto patriottico, scritto da tale Herman L. Schreiner, un cantautore di Macon, Georgia, per celebrare la decisione del suo Stato di unire le forze con il Sud nella battaglia contro l'Unione. Da notare il serpente a sonagli, la cui simbologia abbiamo illustrato qui Lo Stato della Georgia, infatti, aderisce alla secessione il 19 gennaio 1861. La cosa, inizialmente, come già per Charlotte, non ebbe alcun effetto sull'attività della Zecca di Dahlonega. C'era un nuovo Sovrintendente, George Kellogg, insediatosi nell'ottobre precedente, che mantenne la normale corrispondenza con il Direttore Snowden, mentre i depositi di oro e la produzione di monete continuavano al ritmo abituale. Sebbene Kellogg fosse un georgiano, inizialmente non sembrava disposto ad abbracciare la causa del Sud. Come confermò il Direttore Snowden al Segretario al Tesoro, Salmon P. Chase: "Nonostante i fermenti rivoluzionari nello Stato della Georgia, la Zecca di Dahlonega continua a considerare se stessa come una filiale della Zecca degli Stati Uniti." Probabilmente, Snowden e Chase non erano al corrente del fatto che la Convenzione Secessionista della Georgia aveva reclamato la propria giurisdizione su tutte le proprietà del governo degli Stati Uniti nello Stato Al contrario Kellogg, fiutando il vento del cambiamento politico, informò i nuovi governanti Confederati della sua disponibilità a "dimettersi in qualsiasi momento e ricevere un nuovo incarico sotto la Confederazione del Sud." Si appellò anche al Segretario al Tesoro della Confederazione, Christopher Memminger, per mantenere la sua posizione. Dopodiché, si dimise formalmente dall'incarico sotto il governo degli Stati Uniti il 25 aprile 1861. Nel fare questo, era chiaro che Kellogg si aspettasse di essere rinominato nello stesso incarico, e che le operazioni della Zecca sarebbero continuate. Continua (anche noi )
    3 punti
  7. La comunità della Contea di Lumpkin, soprattutto gli uomini d'affari, premette perché la Zecca rimanesse in attività, anche se questo avesse comportato un cambio nel disegno delle monete. Fu così che tutti accolsero con grande disappunto la notizia che il governo Confederato aveva invece deciso di chiuderla. Uno sconsolato George Kellogg informò il Segretario al Tesoro Memminger che avrebbe proceduto alla chiusura della Zecca e al licenziamento dei dipendenti il 1° giugno. C'era qualche speranza di mantenere aperto un assay office, ma lo stesso Kellogg disse a Memminger che non sarebbe stato conveniente. L'ultimo rapporto finanziario della Zecca di Dahlonega venne preparato il 26 giugno da Henry Kellogg, figlio del Sovrintendente, e un impiegato. Come ordinato, tutte le monete e le scorte di metallo della Zecca furono consegnate a Benjamin Pressley, assistente Tesoriere della Confederazione a Charleston. L'ammontare totale era di 23.716,06 dollari, inclusi 4.937 dollari in monete d'oro e d'argento. La produzione totale di Dahlonega per quell'anno 1861 era stata di appena 1.597 half eagles, oltre a un numero non meglio precisato, ma piccolo, di dollari d'oro... dei quali ci occuperemo nel prossimo post A conclusione di questo, alcune immagini di Christopher Memminger, Segretario al Tesoro della Confederazione, l'unico personaggio, tra i tanti citati, abbastanza importante da aver lasciato diversi ritratti. Talmente importante, in verità, da essere riprodotto anche sulle banconote Confederate In questa incisione, lo vediamo una ventina d'anni dopo, nel 1880, ormai anziano (morirà nel 1888 a 85 anni), e da lungo tempo ritiratosi a vita privata. E naturalmente, non poteva mancare l'historical marker nelle vicinanze della sua tomba e della casa per l'estate petronius
    2 punti
  8. @valmont, in allegato un piccolo tutorial guida elaborato dall'Amico @caravelle82 🙂.
    2 punti
  9. Visti i rilievi, il metallo e se non è stata pulita in modo agressivo (la plastica falsa un po' l'immagine) direi qualcosa di più di BB +. Arka # slow numismatics
    2 punti
  10. Grazie Genny, si, è molto interessante, verosimilmente potrei pensare che finito di coniare il contingente con le aquile rovesciate siano tornati, correggendo direttamente il conio, a battere piastre con le aquile in posizione corretta. Un saluto Raffaele.
    2 punti
  11. Concordo appieno: si tratta di un carattere R ribattuto perchè troppo alto o perchè male-impresso. Forse all'inizio è stato solo parzialmente improntato (mancando la parte superiore della lettera R) oppure vi è stata un'elisione da parte dell'incisore. Ovviamente in questi casi quando si parla di 'ribattitura' si fa riferimento al conio e non alla moneta! I punzoni che improntavano i conii erano in genere senza gli ultimi 2 caratteri della data e, se la coniazione era prevista in zecche diverse, anche senza segno di zecca, il ché era utile per garantire l'assoluta uguaglianza delle monete e nel contempo consentire millesimo e identificativo di zecca differenziati. I caratteri mancanti venivano impressi con un punzoncino sul conio finale (da cui le cosiddette varietà, in particolare se era reimpresso un conio finito ma non utilizzato). Ho sempre ritenuto curiosità questi aspetti, che risultano comunque utili per capire le procedure di zecca. Per quanto riguarda la 'rarità' del riscontro, ho ritrovato in un database 24 esemplari di 20 Lire 1878, tutti senza ribattitura, + i 2 ribattuti di questa discussione = 26. Tenendo presente che un conio poteva coniare 10-15.000 esemplari e che la tiratura di questo marengo è stata di oltre 300.000, è plausibile l'utilizzo di 20-30 conii in totale per l'anno considerato, un numero che spiega la rarità di questa variante minore.
    2 punti
  12. Buon Pomeriggio di inizio settimana, sistemando la collezione mi è saltata all'occhio questa lira veneziana Mocenigo, Doge L. Loredan coniata nel 1501/1502. Scrivo questa data perché il massaro ( lettere a rovescio P C ) sarebbe Piero Cocco, operativo dal 1501 al 1502. La moneta è periziata e quindi ho scattato più foto con luce forte e normale. Chiedo per cortesia ai più Esperti nel Forum di questa monetazione se questa lira è considerata comune ed un parere in merito alla conservazione ( indicata in perizia come BB + ). Grazie.
    1 punto
  13. Ogni tanto mi piace condividere pezzi di storia raccolti in tanti anni. Questa cartolina fú spedita da Mario Fantin (cineoperatori dell'impresa) a presumo un vicino parente visto lo stesso cognome...a mio modesto parere è un bel pezzo di storia italiana con le loro imprese.
    1 punto
  14. A mio modo di vedere, l’esemplare è più vicino al tipo 14 anziché 15 del CNI in quanto risulterebbe presente il [.] dopo VENET al D/. Si aggiunga che, verosimilmente, potrebbe anche trattarsi del tipo 16 che non prevede il [.] prima di GLORIA al R/. L’esemplare in questione presenterebbe una piccola depressione proprio nella specifica zona.
    1 punto
  15. Grazie @Antonino1951e@Alan Sinclair..Io di sicuro non sarei capace di fare assolutamente nulla.. comunque forse neanche un professionista potrebbe farci granché..
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  16. Proprio oggi, durante i lavori per piantare il leggendario Albero dei Denari, la pala colpì qualcosa di più duro dell’avidità: un antico deposito di reperti taroccati. Fu così che, tra monete di gesso, diplomi in retorica fasulla e statuette di sapone, riemerse la storia perduta della gloriosa e bugiarda Falsopolis. L'Unica, Vera e Falsissima Storia dell’Antichissima ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ Molto prima di Troja, molto dopo Atlantide (ma sempre in ritardo), sorgeva sull’altopiano della Grande Presa dei Fondelli la gloriosa città di ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ - detta anche Falsopoli Magna, Polis della Patacca o, tra amici, "la Bufala Greca". Fondata, secondo leggende apocrife ma ben documentate, da Quititruffo il Barattatore, ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ era una meraviglia architettonica: templi dipinti coi pastelli di cera, statue che sorridevano solo se pagate e obelischi che si montavano fai-da-te tipo gli scaffali svedesi. Il Partenone? Beh, lì non ne avevano uno solo… ma almeno sette, tutti finti. Se li vendevano ai turisti ogni settimana durante il Mercato del Sacro Tarocco, dove filosofi da bancarella gridavano: - Un Socrate a metà prezzo! Un Platone senza garanzia, ma pensa e ragiona ancora come nuovo! Il più famoso filosofo della città era Epistrufide l’Ambiguo, noto per la frase: "Tutti i cittadini di ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ mentono. Anch’io." Ci fu un periodo aureo, chiamato la Frode Ellenistica, durante il quale a ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ si tentò persino di vendere il Mar Egeo ai Persiani, presentandolo come una piscina a onde termali. Questi, per tutta risposta, lanciarono un attacco via mare e lasciarono una recensione negativa su Prosopobiblos. Il Senato di ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ (un'accozzaglia di senatori diseredati, truffatori e venditori di mantelli autografati da Zeus) era noto per legiferare in versi ambigui, tipo: "Chi ruba, se lo fa con grazia, non è ladro, è ambasciator di farsa." Un giorno, uno straniero venne a visitare la città. Si chiamava Onesticle, e cercava la verità. Ma nel mercato trovò solo copie di essa, edizioni economiche della realtà, e un cartello con su scritto: "La verità è in ferie, torna alle Calende Greche" Disperato, Onesticle si gettò nel falso Aspropotamo- che in realtà era un tappeto blu dipinto ad acqua - e scomparve tra gli applausi pre-registrati della folla. Così visse e (forse) morì la gloriosa ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ, che gli storici cercano ancora di localizzare, ma che, a quanto pare, si sposta spesso da sola, per non farsi beccare.
    1 punto
  17. 1 punto
  18. @Pino 66 a meno che non si abbia il sapone dei miracoli ho qualche dubbio.. I rilievi ormai sono usurati..
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  19. Buongiorno, Un denario di Plautilla, moglie di Caracalla, con patina verdino intorno alla figura del rovescio ed una splendida conservazione. Non se ne vedono molte in giro, specie in queste condizioni. Credo sia autentico. Dovrebbe essere il RIC 363b. Peso 2.98 g per 20.1 mm Atexano
    1 punto
  20. Ciao Antonio @Pxacaesar Hai notato che l'acconciatura dei capelli, tra una moneta e l'altra, cambia? Siccome non ne vedo in giro molti, pensavo non fosse comune.
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  21. Ciao,potrebbe essere questo asse di Marco Agrippa? https://www.acsearch.info/search.html?term=Marcus+agrippa+neptune&category=1-2&lot=&date_from=&date_to=&thesaurus=1&images=1&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1&currency=usd&order=0
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  22. @Alan Sinclair Ha ragione @Oppiano, è la stessa moneta. Stessi piccoli difetti, stesse schiacciature. Così hai il pedigree... Arka # slow numismatics
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  23. Salve,non mi convince,sembra di fantasia,qualcuno sarà più preciso
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  24. @Bruzio, lo credo anch'io, fossi io il perito darei quasi SPL 😊, guardando con una lente 3x, riesco a vedere abbastanza i dettagli dei volti di San Marco, il Doge ed il Cristo a rovescio.
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  25. Capito! Pensavo che, come in molti casi, la perizia dovesse indicare comunque informazioni base sulla moneta nel foglietto di accompagnamento. Ad ogni modo, l'esemplare sembra corrispondere a quello in CNI Vol. VII, p. 205, n. 15 (però con punto finale dopo VENET). I pesi dei tre esemplari inclusi nel CNI variano tra 6,40 e 6.41 grammi. Corrisponde alla moceniga riportata dal Papadopoli ne "Le Monete di Venezia", Parte II, p. 103, n. 11, che come peso di riferimento indica 6,52gr (gv 126). Se per caso ha una bustina di plastica analoga o rotta, e un cartoncino di accompagnamento, potrebbe trovare il peso di quelli e sottrarli a quello che ottiene pesando quanto in suo possesso, meno qualcos'altro per coprire il peso dei rivetti. In questo modo dovrebbe essere possibile capire quanto meno se vi siano notevoli discrepanze di peso rispetto ai riferimenti. Il Montenegro, p. 97, n. 278, la categorizza come C, con peso di riferimento 5,77-6,50gr e diametro di riferimento 32-35mm. Zub-Luciani, p. 35, n. 89, la categorizza come C, con peso di riferimento 6,52gr e diametro di riferimento 32mm. Contrariamente, alcuni negozi online la catalogano come NC. Pur non essendo un esperto di questo tipo di moneta e con i limiti imposti dal non averla in mano e non avere i dati ponderali, considerata la buona qualità delle figure e i dettagli, la leggibilità delle legende, la profondità del conio e il fatto che non vi siano segni di stronzatura o particolare danno e infine data l'integrità della corona perlinata sia al D/ che al R/, a scanso di sorprendenti carenze di peso direi che il BB+ potrebbe essere adeguato. Invito altri utenti più specializzati a fornire un giudizio più autorevole. Saluti, Marco
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  26. E anche oggi, speriamo che sia domani 🤣
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  27. Ciao, denario non comune di Antonino Pio da Cesare coniato da Adriano suo padre adottivo. L'aspetto per me è quello di un denario coniato che ha svolto la sua funzione di moneta restando pienamente leggibile e piacevole. Il RIC per questa tipologia è il 452a ( per Adriano )🙂 ANTONIO
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  28. Durante questo anno sono riuscito solo a prendere questo unico denario imitativo Papia, o meglio ne avevo già uno ma quest'ultimo è una variante.
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  29. Complimenti Raff, questa mi sembra molto interessante...
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  30. Ormai credo ci sia la tendenza alla speculazione o se la vogliamo dire in altre parole al guadagno facile. Quello che mi spaventa è vedere sempre più nazioni che strizzano l'occhio al gioco sporco. Prima era solo Monaco, poi è entrata a gamba tesa Cipro adesso inizia a fare le sue prime mosse San Marino....dove andremo a finire? Se ci si aggiunge anche il cambio di gioco del Vaticano in po' di sconforto mi viene.
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  31. Accidenti, hai citato giustamente un altro paradiso biblionummofilo 😍 Ne approfitto per inserire dei link che illustrano e approfondiscono questa meravigliosa biblioteca numismatica, specializzata in monete greche, purtroppo venduta... https://numismatics.org/pocketchange/long-table-100-an-interview-with-basil-demetriadi/
    1 punto
  32. premesso che le foto sono sfocate per dare un giudizio corretto, ti faccio notare che hai una bella rottura di conio che parte dal fascio e va sulle lettere, nell'altro lato hai un difetto di laminazione del tondello con un bell'incuso poroso, fallo vedere ad un esperto di errori di conio, potrebbe valere qualche euro in più di quelli spesi
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  33. 1 punto
  34. Molto bella - se la batte con quella del post 19 dove si scorgono le costole del bue 🙂‍↔️
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  35. Grazie.. per questa rassicurante informazione, 😒.
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  36. S tra sci coperti MI dà, S posa = strascico per timida sposa. Buona giornata!
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  37. Non è granché ma per euro 4,50 l'ho presa perché non avevo monete di Vittorio Amedeo I.
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  38. Buonasera, , 3 baiocchi del 2° tipo, secondo me è autentica ed anche il prezzo pagato è onesto.
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  39. Mai però come la BCD 😁
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  40. Il trace in realtà costituisce un caso particolare in quanto nei ritratti della sua monetazione si può ritrovare il progressivo avanzare della sua malattia. Riporto un pezzo di un mio scritto proprio in questo forum anni or sono: Distintivo di Massimino è il processo di romanizzazione del suo volto sulle monete, riscontrabile soprattutto nelle emissioni che vanno dal 236 al 238. Ma le figure dei tre denari sottoriportati sono importanti anche per un altro motivo................................................ si notano fronte e mento sporgenti, naso abnorme e arcuato, che abbruttiscono in maniera terribile il ritratto dell’imperatore (peraltro su queste accentuazioni abnormi delle caratteristiche somatiche, esiste anche un riscontro su un busto marmoreo, attribuito a Massimino, e conservato a Copenhagen Glittoteca Ny Carlsberg). Il punto centrale è: tali caratteristiche somatiche, impresse in una parte della monetazione di questo imperatore, sono state inventate, oppure furono realistiche ? Se partiamo dal presupposto che la “tecnica fisionomica degli antichi, si avvalesse di presupposti reali” (Angela Bellezza - Massimino il Trace Genova 1964, pag. 31), quello di Massimino potrebbe essere un caso particolarmente significativo, dovuto a manifestazioni di acromegalia e di progenismo (una disfunzione del sistema endocrino relativo all’ormone della crescita). Purtuttavia né la brevità del regno di Massimino, né le prime monete, dove il volto non manifesta evidenti alterazioni si possono opporre alla tesi delle malattie sopracitate, che possono assumere un decorso clinico rapidissimo. Il problema della caricatura però non decade in maniera automatica e né tantomeno può essere accantonato. La questione rimane fortemente dibattuta. Si sottolinea, tuttavia, una forte analogia tra la testa marmorea conservata a Copenhagen Glittoteca Ny Carlsberg (ne esistono anche altre: al museo archeologico di Milano, ed a Roma ai musei capitolini) e quelle monetali, che farebbe(ro) propendere per l’ipotesi che la rappresentazione monetale sia in realtà rispondente al dato reale. Purtuttavia non si può fare a meno di notare che la precisa indagine ritrattistica non è nella tematica di quel periodo, per usare la parole di Belloni Gian Guido “ siamo pressoché alla convenzione: ritratto di quel personaggio sia quello che si stabilisce di indicare per tale. A ciò si aggiunga che il regno di Massimino dura solo tre anni, troppo pochi perché si possa verificare una più precisa stabilizzazione iconografica di un personaggio perseguito per di più dalla damnatio memoriae – il cui nome tutti conoscono, il volto così pochi (Gian Guido Belloni)”. Ritornando al post e alla scelta sono dello stesso parere di @Pxacaesar
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  41. Ciao, a mio parere è un chiaro 1793 Bella moneta Puoi leggere qui: https://www.roth37.it/COINS/Ragusa/monetazione.html roth37 era un utente di questo forum, ormai scomparso qualche anno fa.
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  42. Testa laureata , quindi è un asse … Direi Antonino Pio , Minerva con scudo e lancia
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  43. Half e Quarter Eagles A Dahlonega le quarter eagles furono coniate dal 1839 al 1859 (con l'eccezione del 1858). Per il primo anno, il modello fu quello Classic Head di William Kneass, del quale vennero prodotti 13.674 esemplari. Il marchio di zecca, come già per le half eagles, compare al dritto, sotto la troncatura del collo della Lady. (foto da Ira & Larry GoldBerg Auctions) A partire dal 1840, subentrò il modello Liberty Head di Christian Gobrecht. In questo modello il marchio di zecca viene spostato al rovescio, tra il valore e gli artigli dell'aquila. La quantità di quarter eagles coniate fu generalmente piccola, soprattutto se paragonata a quella di Philadelphia, che in alcuni anni superò il milione di esemplari. Per Dahlonega, invece, il record di produzione venne toccato, nel 1843, con 36.209 monete. Ma fu un'eccezione, negli altri anni non si raggiunsero mai i 20.000 pezzi, spesso nemmeno i 10.000, fino a toccare il fondo nel 1856 con appena 874 esemplari, una quantità talmente bassa che ancora oggi ci si chiede quale fosse il senso di una simile emissione. (foto da Heritage Auctions) Non andò meglio alle half eagles. Ne furono coniate di più, perché maggiore era la richiesta, ma sempre pochissime in rapporto alla produzione di Philadelphia: i numeri pù significativi li abbiamo visti nel post precedente. E anche per le half eagles, a partire dal 1839, il disegno adottato fu quello di Gobrecht. In questo caso, però, il marchio di zecca comparve al rovescio solo a partire dal 1840, nel 1839 venne mantenuto al dritto. Il record negativo di produzione, 1.597 esemplari, fu toccato proprio nell'ultimo anno, il 1861, dal quale arriva questa moneta (foto da Ira & Larry GoldBerg Auctions) In aggiunta a quarter e half eagles (e all'unica moneta da 3 dollari vista in precedenza), la Zecca di Dahlonega coniò anche monete d'oro da 1 dollaro, a partire dal 1849 e fino al 1861: ce ne occuperemo in uno dei prossimi post petronius
    1 punto
  44. Dalla RIN del 1907 si ha l’opportunità di leggere la recensione a firma F.G. (Francesco Gnecchi) sull’opera del Conte Papadopoli dedicata a Le Monete di Venezia. Riporto di seguito il seguente passaggio della recensione che ha attirato la mia attenzione e che vorrei naturalmente condividere con voi (mi sono permesso di sottolineare la frase che ha ispirato il titolo della discussione). “Il Papadopoli non si occupa delle oselle, la cui serie comincia col doge Antonio Grimani, 1521-23, ancorchè in tutti i tempi esse abbiano circolato quali monete e come tali siano state considerate nelle tariffe; ma rimanda alle opere del conte Manin e di G. Werdnig che ne trattano con amore e con molti particolari. Accenna bensì alla loro origine, pag. 125-9, riguardo alla quale egli dissente dalle idee di questi due scrittori. Non crede col primo che il dono annuale di uccelli selvatici a tutta la nobiltà, il quale più tardi fu sostituito con quello di una speciale moneta, sia stato imposto al doge dal maggior consiglio, nè col Werdnig che in esso si debba intravvedere un segno della sua dipendenza dalla aristocrazia prepotente; si bene opina che convenga cercarne l'origine in un'antica consuetudine, non ancora estinta, che era comune ai proprietari di valli salse, i quali agli amici, ai parenti ed ai famigliari facevano dono del pesce e degli uccelli selvatici che nei giorni precedenti il Natale venivano portati dai conduttori delle valli come debito contrattuale ai padroni. È invece vero che col volger del tempo quest'usanza si trasmuto’ per il doge in un obbligo, del quale il primo accenno viene fatto nella promissione di Lorenzo Tiepolo dell'anno 1268. Limitato da prima a favore di pochi magistrati quest'obbligo andò via via estendendosi a beneficio di molte altre persone, ed allorquando la selvaggina venne a mancare per esser caduta nelle mani degl'imperiali la terra di Marano, dove se ne faceva la caccia, il dono in natura fu convertito in una moneta del valore di un quarto di ducato o soldi 31, corrispondente al prezzo di cinque anitre maggiori, dette volgarmente mazzorini, la quale moneta chiamata osella per l'ufficio cui era destinata, doveva distribuirsi entro il mese di dicembre.”
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  45. In quel 1838 a Dahlonega furono coniate solo half eagles. La produzione delle stesse continuò ininterrottamente fino al 1861, con quantitativi interessanti fino a metà degli anni '50. Il record fu toccato nel 1843, con 98.452 esemplari coniati, ma un paio di volte si superarono, sia pur di poco, i 90.000, e in altrettante occasioni ci si andò vicino, con più di 80.00 pezzi annui. Poi, nel 1856, la produzione scese sotto i 20.000 esemplari, e continuò a scendere, fino a toccare il fondo nel 1861, con appena 1.597 half eagles. Ma su quell'anno, importante per molti versi, ci torneremo. Oltre alle half eagles, a Dahlonega furono coniate le quarter eagles, dal 1839 al 1859 (con l'eccezione del 1858), e i dollari d'oro. Ma anche qui, come a Charlotte, mancarono le monete più prestigiose, eagles e double eagles. Non mancò, invece, quella da 3 dollari, sia pure coniata per un solo anno, il 1854, e con appena 1.120 esemplari. Il che fa di essa una moneta indubbiamente rara, ma non la più rara e ricercata tra quelle della zecca della Georgia, un primato che spetta, ancora una volta, al minuscolo dollaro... ne parleremo La moneta da 3 dollari è quella disegnata da James B. Longacre, che ha al dritto la Lady Liberty nota come Indian Princess Head, probabilmente a causa del suo copricapo di piume, che però non è riconducibile ad alcuno di quelli in uso presso le tribú indiane. L'ispirazione, come per altre monete (e come detto in altra discussione ), va ricercata piuttosto nella statuaria classica (forse un ritratto di Venere), ma anche nell'arte popolare degli anni '50 del XIX secolo. Nel giro compare la scritta UNITED STATES OF AMERICA. Al rovescio, una corona di foglie di cotone, mais, tabacco e frumento, prodotti tipici del Nord e del Sud degli stati Uniti, a simboleggiare l'intreccio tra le due anime della nazione. Al centro compare il valore, e in basso, sotto il fiocco che lega la corona, la D di Dahlonega. (foto da Ira & Larry GoldBerg Auctions) petronius
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  46. Sono cresciuto con la numismatica classica in cui i pezzi più belli li guardavo solo sui cataloghi,poi è arrivato l'euro e sta' costringendo il collezionista ad evolvere per non soccombere.Credo che il vero collezionista per quanto si sforzi trovi vano provare ad estirpare questa passione... nonostante in questo periodo forze superiori fanno di tutto per farci passare la voglia. Quando nacque l'euro non me lo filavo proprio anzi l'ho sempre snobbato,poi 3/4 anni fa' (sarà stata colpa della pandemia o forse ho battuto la testa) mi sono svegliato la mattina e ho scelto di dargli una possibilità ed ho cercato di integrare la classica numismatica con questa nuova e di metterci in mezzo un po' della mia passione. Ho cominciato a farmi domande e cercare di capire cosa fosse importante x me,vista la quantità innumerevole di prodotti immessi sul mercato dalle zecche europee. Poi tra il dire e il fare ci sta' passando il mare,visto sono partito con filtri tipo no FS e solo FDC,no tirature oltre i 10000 e solo divisionali!E invece ad oggi colleziono anche i 2 euro ma ovviamente con filtri nello scegliere e anche FS,basta che mi piacciono come disegno o il messaggio che lasciano. Insomma morale della favola : se prima ero 90% classico e 10% moderno ora mi ritrovo al contrario...ma ciò che mi ha mosso è stato l'entusiasmo quindi sono felice di questo mio cambiamento anche se 4 anni fa' lo avrei escluso per principio. Grazie a tutti quelli che sono riusciti a leggere fino in fondo .
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  47. Riporto un esempio di descrizione: Roman Empire AR Denarius 69 OTHO Draped bust of Otho, bare,with wig right, around the text IMP M OTHO CAESAR AVG TR P rev. Pax, draped, standing left, holding branch in right hand and caduceus in left, around the text PAX ORBIS TERRARVM The legend on this coin, struck during the Civil War, is very politicaland means "peace in the whole world". (18mm, .3.0g. ). This item will be shipped with tracking number No extra shipping costs for additional items combined. This is done by sending an offer (I have allowed roughly 6 pound offer to allow combining) Consumers shall pay for returns Nelle descrizioni attuali l’utente non evidenzia se l’esemplare è autentico o meno (ad esempio, riproduzione). Inoltre, è ben evidenziato che “Il venditore si assume la piena responsabilità della messa in vendita dell'oggetto.” Presente la garanzia clienti Ebay.
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  48. Lo Stato spende e stanzia fondi per cose inutili o di importanza secondaria,andrebbe finanziata in Italia l'Archeologia e promosse numerose compagnie di scavo,oltre a tirare fuori dalle Soprintendenze le migliaia e migliaia di monete che stanno ad impolverarsi nei sotterranei. Finanziando l'Archeologia e la Numismatica ampliando i Musei con esposizioni si incrementerebbe il turismo fonte vitale per l'Italia La vera crisi signori miei è nella testa delle persone che potrebbero fare e non fanno :angry: --Salutoni -odjob
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