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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/08/25 in Risposte
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Ciao a tutti, oggi vorrei condividere con voi una moneta "bruttina", parlo dal punto di vista estetico, è innegabile che ne abbia passate parecchie, per il resto sia dal punto di vista numismatico che storico è tutt'altro che "bruttina", almeno per me. In ogni caso, viste le mie possibilità e il budget che mi sono prefissato per la mia passione numismatica, era l'unica che potevo mettere in collezione e considerando che non l'avevo mai vista ad un costo "umano" non ho saputo resistere. Si tratta come avrete capito al titolo del post di un denario con ritratto di Gaio Giulio Cesare. Prima di tornare alla moneta vorrei però fare un'ulteriore premessa e chiedo perdono se magari è troppo lunga, senza assolutamente nessun intento polemico e nel rispetto delle opinioni di tutti, ma secondo me doverosa, ho letto ultimamente alcuni post in cui si diceva che il forum secondo alcuni era diventato una vetrina per le collezioni, per richieste un pò futili e che si era perso l'obbiettivo storico/divulgativo di una volta. Per quanto mi riguarda sono poco più di 2 anni che mi trovo sul forum (ho iniziato a collezionare in maniera seria solo pochi mesi prima...) e quindi come era una volta posso solo immaginarlo da alcuni post incredibili dai quali tanto ho imparato, è un pò come quando guardi il Colosseo a Roma, rimani basito e puoi solo immaginare come era e cosa rappresentava veramente. Detto questo tuttavia mi sento di ribadire come mi sono sempre trovato a casa qui e quanto sia bello condividere la passione con qualcuno che magari non vedrai mai (sono contento che comunque qualcuno l'ho conosciuto con molto piacere anche di persona) ma che ti capisce e come durante una pausa caffè o alla fine di una lunga e faticosa giornata sia bello vedere le monete degli altri e confrontarsi con loro su pregi, difetti, storia e curiosità varie. Ci tengo a dire che non mi sono sentito personalmente coinvolto in questo tipo di "accuse" in quanto ho una collezione talmente modesta che non credo che abbia dato fastidio a qualcuno se metto una monetuzza ogni tanto, questo però negli ultimi tempi mi ha un po' frenato (sono un tipo ansioso e mi preoccupo sempre troppo di tutto) e alcune monete le ho lasciate nel vassoio solo per me, mi è dispiaciuto ma così è stato, penserete "non si sarà perso nulla" oppure "chi ti credi di essere" o anche "ma quanto la fai lunga", ci mancherebbe avete ragione, ma l'ho solo detto per cercare di spiegarvi come mi sono sentito. Ripeto, nessun intento polemico, solo un'esternazione della realtà in cui mi sono trovato e quello che ho sentito da utente relativamente nuovo dopo aver letto quelle discussioni. Detto questo, anche troppo ammetto, ho deciso di tornare su questi "schermi" per mostrarvi la moneta "bruttina" di cui sopra, questo post più che uno showcase potete considerarlo un "emotion-case", metteteci che è proprio il mese di luglio, metteteci che è arrivata oggi in ufficio (il corriere mi conosce quindi quando gli resta comodo mi lascia i pacchi in ufficio) non attesa perchè non avevo ricevuto la notifica dal mio venditore di fiducia (non credo l'abbia fatto apposta altrimenti sarebbe perfido :D), quando mi sono trovato fra le mani la busta e poi la moneta ho cominciato a tremare dall'emozione e ci manca poco che scoppio a piangere, i colleghi hanno pensato fossi impazzito ma mi conoscono ormai 😅 Avere finalmente una moneta di Cesare, con il suo ritratto (quanto mi risulta è stato il primo ad essere autorizzato dal senato ad aver la sua faccia su una moneta mentre era ancora in vita), coniata nell'anno della sua morte, anzi a pochi mesi dalla stessa, mi trasmette un'emozione fortissima e per me, che sono appassionato principalmente della dinastia Giulio-Claudia, è un pezzo importantissimo che si aggiunge alla collezione. Ma ecco il denario in questione: Gaio Giulio Cesare, Denario, Roma, 44 a.C., Crawford 480/5b 2.76g X 18mm, Argento D/ CAESAR IMP; testa laureata di Giulio Cesare; dietro, una stella. R/ P SEPVLLIVS - MACER; Venere con Vittoria e scettro. Spero di essere riuscito a trasmettervi un pò di quella emozione che ho provato nel tenere questo incredibile pezzo di storia fra le mani, visto che la storia di Cesare è molto nota e ci sono molti post, libri e articoli sulla sua figura e sulle sue monete (non per ultimo quello bellissimo proprio sulle monete con i suoi ritratti presente nel notiziario allegato all'ultimo numero di Monete Antiche), ho scelto di portare il discorso più sul fatto emotivo approfittando proprio di questo anche per far le considerazioni di cui sopra. Parlando di questo autorizzo (non che ce ne sia bisogno ma per dire che da parte mia non seguirà nessuna rimostranza nel caso) fin da ora i moderatori, nel caso lo ritenessero opportuno, a cancellare la parte del post che va da "Prima di tornare alla moneta" a "utente relativamente nuovo dopo aver letto quelle discussioni." se ritengono quanto detto non appropriato oppure potenzialmente a rischio di flame, non credo, ma in caso... Grazie a tutti per l'attenzione e per i vostri sempre graditi interventi. Matteo5 punti
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Buongiorno a tutti La risposta a questa domanda spesso la trovo sfogliando decine di album di francobolli offerti a pochissimi euro che forse nessuno voleva più. All'interno solitamente sono stati tolti i francobolli di maggiore valore per essere poi riproposti penso singolarmente... (spesso vedi gli spazi vuoti) In questi album vedi tutto il lavoro e la passione di chi ha collezionato, alcuni devo dire che sono veramente bravi e precisi a descrive e catalogare i francobolli e poi ti chiedi: é possibile che tutto questo lavoro ora vale così poco? Poi penso al collezionista che ha creato tutto questo e lo immagino mentre trascorre bellissimi momenti collegando momenti storici, culturali e studiando con passione... Ora questo album è nelle di qualche atro appassionato che ne apprezzerà il lavoro e dico: il suo lavoro è stato molto importante e utile... e la storia del francobollo continua. 😊5 punti
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Ciao, Federico III ribattuto su Carlo VIII, in esergo L , capelli corti, la R è della vecchia legenda francese4 punti
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Nella gloriosa e glorificata città di Falsopolis, che tutti conoscono per la sua lunga tradizione di imbrogli, tarocchi e salsicce finte, sorgeva un edificio maestoso e bislacco: "la Zecca Nazionale della Fregnaccia e del Paradosso". Il direttore della Zecca era un tale Commendator Lupigno, mezzo lupo e mezzo ragioniere, col monocolo su un occhio e un francobollo falso sull’altro. Dicevano fosse stato assunto per concorso, ma nessuno aveva mai visto il bando, né il concorso, né tantomeno la laurea (che lui custodiva gelosamente dentro una bottiglia di birra vuota). Alla Zecca si stampava di tutto: banconote false da 3,14 Pi-dollari, aurei di cartapesta dorata col ritratto di Cesare che fa l’occhiolino, e persino francobolli che profumavano di truffa e mandorle amare. Ogni martedì e giovedì, comparivano all’ingresso della Zecca due visitatori fissi: il Gatto e la Volpe, in doppiopetto elegante ma con le tasche bucate. - Direttore Lupigno, oggi ci serve un lotto di monete commemorative da vendere ai turisti del paese dei Balocchi, - miagolava il Gatto, lisciandosi i baffi tinti. - Ma stavolta fatele un po’ più durevoli, che l’ultima volta si sono sciolte con la pioggia, - guaiva la Volpe, mentre cercava di rivendere una moneta-biscotto a un piccione. Il Commendator Lupigno annuiva, rideva col naso, e ordinava ai suoi operai (tutti ex-magi di professione, ora specializzati in calligrafia contraffatta) di preparare un bel conio con su scritto: “Repubblica di Falsopolis – Valida fino a prova contraria”. E così Falsopolis prosperava, tra illusioni fiscali, fabbriche di specchi per le allodole e banche in cui si depositavano sogni a interesse variabile. Un giorno però arrivò un bambino - o almeno pareva tale - chiamato Veritino, con gli occhi grandi e lucenti come due talleri di Maria Teresa e un’aria da non farsi fregare nemmeno da due scimmie ammaestrate. Bussò alla Zecca e chiese: - Posso vedere come si fanno le monete? Il Commendator Lupigno sbiancò come una banconota finita in lavatrice. Il Gatto si nascose sotto una zeppa di bolle di sapone, la Volpe cominciò a cantare l’inno nazionale al contrario per confondere l’uditorio. Ma Veritino li guardò e disse: - Lo sapevo! Questa città è una truffa col campanello! Detto questo, estrasse una lente d’ingrandimento grossa come un piatto e li smascherò tutti con un solo sguardo. Ma Falsopolis, si sa, è resiliente. E mentre il Gatto e la Volpe scappavano su una gigantesca moneta di sughero usandola come una zattera e il Commendator Lupigno si rifugiava sotto la scrivania a falsificare le sue dimissioni, la città già preparava un nuovo piano: vendere souvenir di Veritino eroe nazionale, fatti rigorosamente in plastica contraffatta e ricoperti d’oro alimentare. E la morale? Se ti regalano una moneta di Falsopolis... non morderla: potrebbe morderti lei. njk3 punti
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Guardacaso, stavo proprio preparando delle bozze di copertina, in vista di una possibile pubblicazione! 😁 @feltrinelli: Se ci sei batti un colpo!!!3 punti
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Ciao Matteo. Conosco bene l'emozione di cui parli e anche io compro monete per la storia che hanno dietro, non perché siano esteticamente eccelse o scadenti. Ma mia moneta di Cesare è moooooooooooooolto più bruttina della tua: Quindi - insomma - non ho letto di queste critiche di cui tu parli ma posso dirti che condivido in pieno tutti i tuoi sentimenti e trovo assolutamente corretto che qualcuno di noi voglia condividere la sua collezione, soprattutto se è una collezione di "emozioni" e non di oggetti di valore. Per quanto riguarda la moneta, Cesare non "fu autorizzato" ad apporre il suo ritratto ma si arrogò tale privilegio, in forza dei poteri (praticamente illimitati) di dictator; anzi, molto probabilmente questa moneta fu uno dei motivi (oltre ad altri, ovviamente) per cui lo accusarono di volersi fare re. Detto questo ... ti invidio, il tuo denario e molto bello (almeno per me!) ed è effettivamente un pezzetto di storia, anzi, un pezzetto della "spina dorsale" della storia umana. Un particolare tecnico: hai notato che (a quanto sembra) è un suberato?3 punti
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Buongiorno @caravelle82 Noi che veniamo dalla numismatica in filatelia ci sentiamo come alle elementari (almeno per me è così) Sto scoprendo che la filatelia è un bellissimo metodo di studio della storia e della cultura di un paese. Ps: gli annulli poi, non immaginavo contenessero così tanti significati... Saluti3 punti
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Buonasera a tutti. Ecco l'ultimo cavalluccio. Dovrebbe essere un Federico III Testa grande e capelli corti (?) Con in esergo T o R (?) Reimpressa. Help me2 punti
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Il forum ha perso la sua natura storico-divulgativa perché alcune grandi firme (McCabe, Campana, e altri di cui ora mi sfugge il nome - spero che se mi leggono non si offendano), che prima lo popolavano, non sono più presenti o comunque non intervengono. Ma i motivi sono tanti (non ultimo, il fatto che i fora in sè stessi non "vanno più di moda"), non certo l'occasionale pubblicazione di monete che, anzi, è sempre un'occasione per scambiare opinioni e ottener informazioni2 punti
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Cartolina illustrata in perfetta tariffa per l'interno con cinque parole di convenevoli... ... affrancata con i classici 10+5c Leoni, sempre belli. ... la testa del Re in questo cammeo un po' liberty, non ci si pensa ma ricordano dei francobolli americani dell'epoca. ... annullati con meccanizzato con linee ondulate ( o svolazzo ' citazione poetica') di BOLOGNA FERROVIA del 28 XII 1922. All'epoca ..un pensiero, un augurio, un momento di vita che viaggiava postalmente, .. quello che puo' essere oggi un messaggino un whatsapp. Sicuramente quello affrancato trasportava più cose del semplice whatsapp. ... poteva trasportare anche una goccia di profumo dell' innamorata, si poteva appendere al vetro della credenza o conservare in un libro, il whatsapp dove lo metti...? dopo due secondi e' gia' dimenticato.2 punti
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Salve,per me sesterzio,tieni presente che i pesi sono calanti,io ne ho uno uguale per modulo ......................................................................................2 punti
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Per chi fosse interessato c'è un testo reperibile in rete che tratta proprio di questo argomento in territorio bielorusso e ucraino di Kyrylo Myzgin, Roman Republican Coins and Their Imitations from the Territory of Ukraine and Belarus, 2017. Nome file: Myzgin_K_Roman_Republican_Coins_and_Thei.pdf2 punti
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Ciao carissimo Io mi sento alle materne ahahahah. Sono molto attratto peró dalla storia postale, perché come detto in tante occasioni, oltre a raccontare eventi e storie passate ( svariati sono i personaggi, dai piú sconosciuti ai "vip"), ci forniscono tante info e curiositá riguardanti il lavoro di posta,ovvero quelle info tecniche che determinano una spedizione,un viaggio ( non solo immaginato ma appunto tecnico). I bolli, dei piú svariati tipi( le forme,le lunette, gli altri bolli degli uffici, censure ecc), i francobolli con i loro colori e tipologie, gli errori che si potevano commettere ( magari col datario non combaciante coi bolli o per le affrancature in tariffa errata), i misteri dell' apposizione stessa di un francobollo, i messaggi nascosti sotto di essi, ecc ecc. Insomma, se uno ricerca, impara tante nuove cose, l' ho visto con la storia postale francese che "costringe " alla traduzione del testo, lo conferma quella italiana, dove sempre nuovi mondi si aprono😁2 punti
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Follis di Costante con VICTORIAE DD AVGG Q NN probabilmente per la zecca di Siscia. Arka # slow numismatics2 punti
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Sperando di fare cosa gradita agli appassionati di medaglistica, di medaglistica gonzaghesca e a tutti i numismatici curiosi, ho reso disponibile su academia.edu l'articolo (gratuitamente scaricabile in pdf) recentemente pubblicato da Panorama Numismatico dal titolo "Una medaglia di Cesare I Gonzaga conte di Guastalla". La medaglia, di cui si conosceva l'esistenza già dal XIX sec. grazie a copie in galvanoplastica del dritto e ad un esemplare in collezione privata, ritenuto una fusione postuma e recentemente comparso in una vendita all'incanto, venne rinvenuta nel 1958 e fu pubblicata nel 1968 su Aedes Muratoriana. La scarsa distribuzione della pubblicazione, la scarsa qualità della sola immagine del dritto e l'assenza dei dati ponderali mi hanno indotto a riproporne la pubblicazione su P.N. Di seguito il collegamento all'articolo in pdf: https://www.academia.edu/130309549/Una_medaglia_di_Cesare_I_Gonzaga_conte_di_Guastalla Mario2 punti
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La Gazzetta dell'Unione Europea pubblica la faccia nazionale della nuova moneta commemorativa da 2 euro circolante emessa dallo Stato della Città del Vaticano. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=OJ:C_2025038222 punti
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Ciao, dal ritratto sembra essere più Giulia Mamea che Paula 🙂. Tra l'altro mi sembra di non aver mai visto la tipologia con IUNO CONSERVATRIX per Giula Paula mentre e comune per Giulia Mamea. La legenda lunga del dritto dove sono ben visibili le lettere LIA dietro la testa e quelle finali EA AVG ( vedi foto) sembra confermare che si tratta di Mamea . Se il diametro è corretto mi sembra improbabile possa trattarsi di un quinario. Dalle foto sembra più un denario forse suberato o cristallizzato da qui il peso molto scarso 🙂. ANTONIO2 punti
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Proprio oggi, durante i lavori per piantare il leggendario Albero dei Denari, la pala colpì qualcosa di più duro dell’avidità: un antico deposito di reperti taroccati. Fu così che, tra monete di gesso, diplomi in retorica fasulla e statuette di sapone, riemerse la storia perduta della gloriosa e bugiarda Falsopolis. L'Unica, Vera e Falsissima Storia dell’Antichissima ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ Molto prima di Troja, molto dopo Atlantide (ma sempre in ritardo), sorgeva sull’altopiano della Grande Presa dei Fondelli la gloriosa città di ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ - detta anche Falsopoli Magna, Polis della Patacca o, tra amici, "la Bufala Greca". Fondata, secondo leggende apocrife ma ben documentate, da Quititruffo il Barattatore, ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ era una meraviglia architettonica: templi dipinti coi pastelli di cera, statue che sorridevano solo se pagate e obelischi che si montavano fai-da-te tipo gli scaffali svedesi. Il Partenone? Beh, lì non ne avevano uno solo… ma almeno sette, tutti finti. Se li vendevano ai turisti ogni settimana durante il Mercato del Sacro Tarocco, dove filosofi da bancarella gridavano: - Un Socrate a metà prezzo! Un Platone senza garanzia, ma pensa e ragiona ancora come nuovo! Il più famoso filosofo della città era Epistrufide l’Ambiguo, noto per la frase: "Tutti i cittadini di ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ mentono. Anch’io." Ci fu un periodo aureo, chiamato la Frode Ellenistica, durante il quale a ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ si tentò persino di vendere il Mar Egeo ai Persiani, presentandolo come una piscina a onde termali. Questi, per tutta risposta, lanciarono un attacco via mare e lasciarono una recensione negativa su Prosopobiblos. Il Senato di ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ (un'accozzaglia di senatori diseredati, truffatori e venditori di mantelli autografati da Zeus) era noto per legiferare in versi ambigui, tipo: "Chi ruba, se lo fa con grazia, non è ladro, è ambasciator di farsa." Un giorno, uno straniero venne a visitare la città. Si chiamava Onesticle, e cercava la verità. Ma nel mercato trovò solo copie di essa, edizioni economiche della realtà, e un cartello con su scritto: "La verità è in ferie, torna alle Calende Greche" Disperato, Onesticle si gettò nel falso Aspropotamo- che in realtà era un tappeto blu dipinto ad acqua - e scomparve tra gli applausi pre-registrati della folla. Così visse e (forse) morì la gloriosa ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ, che gli storici cercano ancora di localizzare, ma che, a quanto pare, si sposta spesso da sola, per non farsi beccare.2 punti
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Selinunte, grande scoperta: riportato alla luce un grande deposito votivo nel Tempio R Una nuova campagna di scavi a Selinunte ha riportato alla luce l’adyton (zona del tempio riservata agli officianti) del Tempio R, il più antico in pietra del sito, con un deposito votivo contenente oltre 300 reperti, tra cui un anello d’argento offerto da una donna di alto rango, confermando l’importanza del culto femminile. Nel Trapanese, l’acropoli di Selinunte si arricchisce di nuove testimonianze archeologiche grazie a una recente campagna di scavi che ha rivelato uno degli spazi più sacri e antichi della città: l’adyton del Tempio R. L’adyton era una zona dell’edificio sacro riservata agli officianti, e dove solitamente veniva messa la statua della divinità. Il tempio, riconosciuto come il più antico in pietra dell’intero sito, risale agli albori della polis greca, e intorno al 570 a.C. ospitava pratiche rituali di rilievo, testimoniati dal ritrovamento di un anello d’argento, probabilmente offerto da una donna appartenente a un ceto elevato, come gesto votivo rivolto alla divinità. Il ritrovamento dell’anello fa parte di un deposito votivo eccezionale rinvenuto sotto il pavimento originario del santuario, al fondo del naos, ovvero l’ambiente principale del tempio. Questo deposito includeva oltre 300 oggetti, tra cui 27 punte di lancia, pesi da telaio, ceramica fine e altri manufatti preziosi, a testimonianza delle pratiche religiose e del rapporto con le divinità femminili protettrici della città. La scoperta contribuisce a una comprensione più dettagliata delle ritualità connesse al culto femminile a Selinunte e permette di datare con maggiore precisione la crescita del santuario urbano nei primi decenni di vita della città, fondata attorno al 628 a.C. Acropoli di Selinunte “Sta tornando alla luce”, ha detto l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato, “la Selinunte più antica. Prima la porta e le mura, ora il santuario, tutti ritrovamenti eccezionali per leggere le origini della città”. “Stiamo portando alla luce l’anima più antica di Selinunte, quello spazio attorno cui fu costruita la prima comunità”, spiega il direttore del Parco archeologico Felice Crescente. L’area interessata dagli scavi si è presentata sorprendentemente intatta e ha restituito numerosi reperti legati a antiche cerimonie, tra cui punte di lancia conficcate nel terreno, evidenza tangibile della forte spiritualità e della sacralità che pervadevano questo luogo sin dagli inizi della polis. I lavori di scavo sono condotti dall’Institute of Fine Arts della New York University e dall’Università Statale di Milano, in collaborazione con il Parco archeologico di Selinunte, sotto la direzione dell’archeologo Clemente Marconi. L’intervento ha confermato l’importanza simbolica e religiosa dell’intera area sacra, ribadendo quanto già ipotizzato dallo studioso tedesco Dieter Mertens circa il ruolo distintivo e precoce del santuario nella vita di Selinunte. L’area interessata dagli scavi e alcuni degli oggetti ritrovati L’area interessata dagli scavi e alcuni degli oggetti ritrovati Gli scavi si sono focalizzati principalmente sull’area del grande santuario urbano e in particolare sul Tempio R, rivelando un accesso monumentale risalente al V secolo a.C. nell’angolo nord-ovest del santuario (denominato SAS W). La sequenza stratigrafica di quest’area si è mantenuta pressoché intatta dalla fase pre-greca fino al Medioevo, restituendo reperti di rilievo, tra cui la cuspide di una lancia in ferro ancora conficcata nel terreno, che sottolinea la continuità di un rituale bellico o di protezione nel corso dei secoli. Le scoperte più rilevanti sono state effettuate nel centro del Tempio R (SAS Y), dove è stato individuato l’accesso all’adyton, conservato in condizioni straordinariamente buone. Questa parte del tempio, essendo il luogo più sacro e riservato, era protetta da una transenna che impediva l’accesso diretto ma permetteva alle fedeli di lasciare offerte votive senza entrare. È verosimile che tali rituali fossero rivolti a divinità femminili come Demetra e Kore, figure centrali nel pantheon selinuntino e simboli di fertilità e protezione. Il ritrovamento dell’adyton e del suo deposito votivo rappresenta un elemento chiave per la comprensione delle dinamiche religiose di Selinunte, evidenziando l’importanza attribuita al culto femminile e il ruolo centrale che le donne potevano avere nei riti di devozione. La ricchezza dei materiali rinvenuti, la loro collocazione e la perfetta conservazione delle strutture archeologiche permettono di ricostruire un quadro dettagliato delle funzioni e delle pratiche di uno dei santuari più antichi e significativi della Magna Grecia. https://www.finestresullarte.info/archeologia/selinunte-scoperto-adyton-del-tempio-r-riti-offerte-culto-femminile-nell-antica-citta A Selinunte scoperto l’«adyton» del Tempio R In un deposito votivo sotto il pavimento originario del santuario è stato trovato un anello d’argento, probabilmente deposto da una donna come offerta alla divinità Durante la nuova campagna di scavi sull’acropoli di Selinunte (Tp), condotta da una missione italo-americana, è stato ritrovato uno degli spazi più sacri dell’antica città: l’adyton del Tempio R. Nei templi greci e romani, l’adyton era uno spazio riservato agli officianti del culto per funzioni specifiche, per lo più religiose. Qui, intorno al 570 a.C., una donna, probabilmente di alto rango, depose un anello d’argento come offerta alla divinità. Il gioiello è stato ritrovato in un deposito votivo rinvenuto sotto il pavimento originario del santuario, in fondo al naos (la parte interna del tempio). In origine il deposito conteneva almeno 300 oggetti, tra cui 27 punte di lancia, pesi da telaio, ceramica fine e altri oggetti pregiati. Questa scoperta permette di comprendere meglio le pratiche rituali legate al culto femminile a Selinunte e di datare con maggiore precisione l’espansione del santuario urbano. Curiosamente intatta, l’area ha restituito numerosi oggetti votivi e tracce di riti antichi, come punte di lancia conficcate nel terreno, a significare una forte spiritualità che animava il luogo fin dalla fondazione della città, attorno al 628 a.C. Lo scavo, condotto dall’Institute of Fine Arts della New York University e dall’Università Statale di Milano, in collaborazione con il Parco archeologico di Selinunte, è diretto dall’archeologo Clemente Marconi e conferma l’importanza religiosa e simbolica dell’intera area sacra, sin dalle origini della polis. «Sta tornando alla luce, ha detto l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato, la Selinunte più antica. Prima la porta e le mura, ora il santuario, tutti ritrovamenti eccezionali per leggere le origini della città». Gli scavi si sono concentrati sull’area del grande santuario urbano e in particolare sul Tempio R e hanno confermato l’ipotesi dello studioso tedesco Dieter Mertens, che aveva individuato nel precoce sviluppo del luogo di culto un tratto distintivo di Selinunte. «Stiamo portando alla luce l’anima più antica di Selinunte, quello spazio attorno cui fu costruita la prima comunità», dichiara il direttore del Parco archeologico Felice Crescente. Uno dei risultati chiave riguarda lo scavo nell’angolo nord-ovest del santuario, dove è emerso un accesso monumentale del V secolo a.C. La sequenza stratigrafica, dalla fase pre-greca al Medioevo, è praticamente rimasta intatta e ha restituito tracce e reperti straordinari, tra cui cuspidi di lancia in ferro infisse nel terreno. Alcuni degli oggetti ritrovati a Selinunte negli ultimi scavi https://www.ilgiornaledellarte.com/Articolo/A-Selinunte-scoperto-ladyton-del-Tempio-R1 punto
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Ciao Ale, in assenza di qualsiasi lettera,io non riesco a vederne,può essere:Martino il giovane,Ferdinando1 Alfonso e Giovanni.gli specialisti sapranno cogliere la particolarità e individuarla1 punto
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Si, direi anche io MB...quel + è incerto, forse in mano lo prende ma assolutamente non di più troppi graffi e usura varia dei rilievi.1 punto
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Buonasera. Ho nella mia collezione questa moneta di Gabriele di SAluzzo, ma che significa la leggenda del rovescio? ( DATVM OP DESVRSVM E) Grazie mille per le vostre risposte.1 punto
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Non mi sembra la stessa però, Questa ha il gambo più lungo 😁 Comunque ok aspettiamo esperti perché questa monetazione è complicata 🙂1 punto
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scusate ma questo post me lo ero perso totalmente, ora sono stato citato e lo ritrovo, spero di leggerlo per intero questa sera, grazie1 punto
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Ciao @Alan Sinclair il francobollo è arrivato, penso sia il più comune della serie. Il colore lo trovo molto sbiadito, ma è un problema che ho notato in tutta la serie del 1858. Mi chiedo se all'origine il colore era più intenso, sono nati proprio cosi chiari oppure l'inchiostro adoperato si è sbiadito? Ps: non apro un altra discussione, il francobollo mi permetto di accodarlo alla tua... Come vi sembra, secondo voi è stato lavato? saluti1 punto
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Buongiorno a tutti. Ho pensato oggi di rendere partecipi della mia piccola raccolta di denari degli Eravisci che ho iniziato a collezionare da poco tempo. Lo so, alcune foto sono un po' brutte (forse per la mia inettitudine con gli strumenti tecnici, forse per la qualità di alcuni pezzi) ma nel complesso rendono meglio, ed è per questo che ho deciso di metterle tutte insieme. Precisazione: l'ultima moneta non è un denaro ma un quinario imitativo attribuito con probabilità, ma non con assoluta certezza agli Eravisci. Il pregio di queste monete, secondo me, sta nella testimonianza di una popolazione di cui non si conosce molto (quasi niente) all'infuori della loro monetazione. RAVIS-RAVIT-RAVISC... era il termine, a parere di molti studiosi con il quale questo gruppo di Celti si definiva. Che dire, non sono raffinate come le monete greche ma al sottoscritto piacciono. Voi cosa ne pensate?1 punto
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Dritto e rovescio spesso sono convenzionali. Tecnicamente è meglio parlare di conio di incudine e conio di martello. Arka # slow numismatics1 punto
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Un motivo in più per partecipare quest'anno è che l'evento verrà dedicato al nostro grande stimatore ed amico, scomparso recentemente ad aprile, il Maestro Giuseppe Montanari. Grande esperto di medaglistica, ha sempre trovato le giuste parole per stimolarci per continuare questi eventi che lui tanto amava. Inoltre, il suo amore per Verdi non verrà mai dimenticato.1 punto
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La produzione monetaria a nome di Gabriele di Saluzzo fu molto limitata sia nelle tipologie che in quantità. Per quanto riguarda il forte in questione in effetti se ne conoscono due varianti che differiscono fra loro per la forma della G nel campo e per la forma degli interpunzioni in legenda. Ad oggi mi pare che poco si sappia riguardo al periodo di coniazione delle due diverse varianti. Unico particolare interessante che può emergere dall'osservazione degli esemplari sino ad ora pubblicati è che alcuni esemplari di forte con la G coronata nel campo composta da due pezzi presentano tutti o parte degli interpunzioni composti da astri a sei punte, particolare comune al grosso (CNI 5-8) e al douzain (CNI manca; Comunicazione SNI n.80, 2022; pp. 38 -40) e quindi probabilmente tutti attribuibili ad un unico periodo di coniazione o alla mano di un unico zecchiere/incisore. Di seguito il collegamento all'articolo pubblicato su Comunicazione della SNI con l'aggiornamento sulle tipologie emesse a Carmagnola a nome di Gabriele di Saluzzo. https://www.academia.edu/96995008/Carmagnola_Una_moneta_inedita_emessa_dalla_zecca_di_Carmagnola_a_nome_di_Gabriele_di_Saluzzo Mario1 punto
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@Alan Sinclair Ha ragione @Oppiano, è la stessa moneta. Stessi piccoli difetti, stesse schiacciature. Così hai il pedigree... Arka # slow numismatics1 punto
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Capito! Pensavo che, come in molti casi, la perizia dovesse indicare comunque informazioni base sulla moneta nel foglietto di accompagnamento. Ad ogni modo, l'esemplare sembra corrispondere a quello in CNI Vol. VII, p. 205, n. 15 (però con punto finale dopo VENET). I pesi dei tre esemplari inclusi nel CNI variano tra 6,40 e 6.41 grammi. Corrisponde alla moceniga riportata dal Papadopoli ne "Le Monete di Venezia", Parte II, p. 103, n. 11, che come peso di riferimento indica 6,52gr (gv 126). Se per caso ha una bustina di plastica analoga o rotta, e un cartoncino di accompagnamento, potrebbe trovare il peso di quelli e sottrarli a quello che ottiene pesando quanto in suo possesso, meno qualcos'altro per coprire il peso dei rivetti. In questo modo dovrebbe essere possibile capire quanto meno se vi siano notevoli discrepanze di peso rispetto ai riferimenti. Il Montenegro, p. 97, n. 278, la categorizza come C, con peso di riferimento 5,77-6,50gr e diametro di riferimento 32-35mm. Zub-Luciani, p. 35, n. 89, la categorizza come C, con peso di riferimento 6,52gr e diametro di riferimento 32mm. Contrariamente, alcuni negozi online la catalogano come NC. Pur non essendo un esperto di questo tipo di moneta e con i limiti imposti dal non averla in mano e non avere i dati ponderali, considerata la buona qualità delle figure e i dettagli, la leggibilità delle legende, la profondità del conio e il fatto che non vi siano segni di stronzatura o particolare danno e infine data l'integrità della corona perlinata sia al D/ che al R/, a scanso di sorprendenti carenze di peso direi che il BB+ potrebbe essere adeguato. Invito altri utenti più specializzati a fornire un giudizio più autorevole. Saluti, Marco1 punto
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Dopo una piccola ricerca, potrebbe essere uno peso per il mezzo testone, benché sia un poco leggero...1 punto
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l Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy emette l’8 luglio 2025 sei francobolli ordinari appartenenti alla serie tematica il Patrimonio naturale e paesaggistico - Serie Turistica: Re Laurino, Gruppo del Latemar, Valle d’Aosta, Marche, Umbria, Basilicata. Caratteristiche dei francobolli Le vignette, accomunate dalla medesima impostazione grafica, raffigurano rispettivamente: Re Laurino - il gruppo del Catinaccio delle Dolomiti, situato in Trentino-Alto Adige, tra la provincia autonoma di Trento e la provincia autonoma di Bolzano, su cui s’incastona, in basso a sinistra una rappresentazione del Re Laurino, personaggio della mitologia dei ladini che fa parte della tradizione popolare di questa zona in cui si trovava, secondo la leggenda, “il giardino delle rose” che spiega il fenomeno dell’enrosadira, ovvero il colore rosa di cui si tingono le montagne al tramonto. Completano il francobollo le legende “TRENTINO-ALTO ADIGE”, “RE LAURINO” e “GRUPPO DEL CATINACCIO”. Gruppo del Latemar - il gruppo montuoso dolomitico caratterizzato dalla sua forma circolare a ferro di cavallo che segna il confine tra il Trentino e l’Alto Adige e rappresenta lo sfondo spettacolare del Lago di Carezza. Completano il francobollo le legende “TRENTINO-ALTO ADIGE” e “GRUPPO DEL LATEMAR”. Valle d’Aosta - il Cervino, tra le più famose montagne delle Alpi, che svetta maestoso con i suoi 4.478 metri sul Lago Blu contornato da larici secolari. Completano il francobollo le legende “VALLE D’AOSTA”, “VALLÉE D 'AOSTE” e “MONTE CERVINO”. Marche - uno scorcio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, una tipica area protetta della montagna appenninica con cime che raggiungono i 2.000 metri, estese faggete, ampi pianori carsici, limpide acque sorgive e piccoli centri abitati ricchi di testimonianze storico artistiche millenarie. Completano il francobollo le legende “MARCHE” e “MONTI SIBILLINI”. Umbria - il Lago Trasimeno di origine tettonica e alluvionale situato nella provincia di Perugia che, con una superficie di 128 chilometri quadrati, è il lago più esteso dell’Italia centrale e il quarto della penisola. Completano il francobollo le legende “UMBRIA” e “LAGO TRASIMENO”. Basilicata - il Parco Regionale del Vulture, un’area naturale protetta della Basilicata che si estende alle pendici del Monte Vulture, antico vulcano spento, con i Laghi di Monticchio in primo piano. A rendere unica quest’area è la sua ricchissima biodiversità, dovuta alla varietà dell’ecosistema e ai differenti climi delle quote altimetriche, concentrata in un territorio ristretto. Completano il francobollo le legende “BASILICATA” e “PARCO REGIONALE DEL VULTURE”. Completano ogni francobollo la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”. Bozzetti: Re Laurino: Rita Fantini; Gruppo del Latemar, Valle d’Aosta e Marche: Tiziana Trinca; Umbria: Matias Hermo; Basilicata: Maria Carmela Perrini. Tiratura: Re Laurino e Gruppo del Latemar duecentomila venticinque esemplari per ciascuno dei francobolli; Valle d’Aosta, Marche, Umbria e Basilicata trecentomila quindici esemplari per ciascuno dei francobolli. Indicazione tariffaria: tariffa B. I francobolli sono stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia; colori: sei; carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, con imbiancante ottico; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft mono-siliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco); formato carta: 40 x 30 mm.; formato stampa: 36 x 26 mm.; formato tracciatura: 46 x 37 mm.; dentellatura: 11, effettuata con fustellatura. Caratteristiche del foglio Il foglio contiene quarantacinque esemplari. Sulla cimosa è riprodotto il logo MIMIT monocromatico.1 punto
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Commemora le attività primordiali dell'homo sapiens, in questo caso la corsa (per cacciare renne o scappare da mammut inferociti). Scherzi a parte, che fine hanno fatto le stupende commemorative paesaggiste finniche?1 punto
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No no mi addentro senza problemi e senza paura in questo bel forum dove ci si confronta e si esprimono liberamente le proprie opinioni. Non mi ha convinto e quanto scrivo ha lo stesso valore di quanto scrive lei posto che in nessun passo della fonte citata si fa espresso riferimento a ducatis venetis ed inoltre il ducato era certo moneta di conto alla quale poteva essere rapportato il valore dei carlini...Alfonsini ducati in carlini ....1 punto
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Un raro testone Anno V di Urbano VIII (1627-1628).1 punto
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Io ho detto la mia tu hai detto la tua. Bene così. Ti invito soltanto ad essere meno aggressivo ed arrogante. Siamo in un Forum in cui è bene dialogare.1 punto
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Buongiorno. Questa monetina è l'ultima da identificare.( Avevo preso qualche ritardo...)Mistura, mm.19;g. 1,03. Non capisco le lettere avanti SAB sul dritto. Grazie.1 punto
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Buonasera. Ho ancora una domanda : Mi sembra che questa monetina sia uno forte escucellato d'Amedeo VII Sarebbe gentile da vostra parte di confermare o no. Di più, questa moneta di mistura è coperta d'ossidi di rame. Sarebbe meglio di pulirla, ma come? Vi ringrazio per i vostre risposte. Dimensioni=mm.20; g.0'77.1 punto
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