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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/09/25 in Risposte
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Salve,se posso dare un contributo all'incipit di Rufilius,anche io seguo il sito quasi dalla nascita e quello che mi frenava dall'iscrivermi è la scarsa conoscenza dell'uso del computer lontana dalla mia forma mentis,poi qualche mese fa per aiutare un utente l'ho fatto attirandomi qualche critica nei miei interventi per avere scritto come parlo e volevo recedere.Comunque.se non fosse per utenti come Pino,Ajax ,Paxcaesar e tanti altri che postano le loro monete,e veri appassionati che rispondono,cito per tutti Ale75,molte discussioni specifiche languirebbero.finale:meglio qualche svarione in più,ma fatto notare con tatto che niente.ripeto,non si nasce imparati e siamo qui per rilassarci7 punti
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@mero mixtoque imperio Io non so se hai mai letto "Allegro ma non troppo" di Carlo Maria Cipolla: In questo saggio, Cipolla esplora con un approccio umoristico, come la scarsità e la ricerca di beni quotidiani, in particolare il pepe, abbiano influenzato eventi storici cruciali e lo sviluppo economico nel Medioevo. Argomenta in modo giocoso che persino la mancanza di pepe, noto afrodisiaco, potrebbe aver contribuito allo spopolamento altomedievale e che l'idea di ricompense celesti aiutò le persone a sopportare la carenza di pepe sulla terra. Connette la domanda di tali merci alla crescita del commercio, a conflitti come la Guerra dei Cent'anni per il controllo dei vigneti e persino alla nascita del Rinascimento. Come potrai intendere è una critica radicale all'assolutismo nell'interpretazione delle fonti storiche: l'autore riesce a dimostrare che l'Impero Romano si è estinto a causa dell'avvelenamento da piombo utilizzando le fonti come pretesto per riscrivere una storia assurda. Quando si toccano sistemi complessi, e si smontano costrutti che hanno riscontro in una serie infinita di altri ambiti, dal diritto medievale alle storie locali, e dunque centinaia di migliaia di studi specialistici protratti nel tempo, ritengo che le fonti debbano essere molto più sostenute di una citazione di una moneta in alcuni documenti (che avendo letto il tuo studio sulle monete senesi e quello sui Tornesi mi paiono le uniche giustificazioni addotte). Alla fine si tratta di riscrivere la storia sotto vari punti di vista. Come sappiamo bene è sempre difficile distinguere univocamente tra moneta di conto e moneta reale, e nell'ambito della moneta reale tra emissioni regolari e contraffazioni; se poi ci mettiamo a disquisire sui nomi attribuiti alle monete da mercanti, cambiavalute & co. veramente il gioco diventa inaffidabile. A mio modesto parere, le tue proposte non mi sembrano sufficientemente sostenute dalle fonti. Sono curioso di leggere l'articolo sulla RIN, appena mi arriverà la rivista. Per mio modo di vedere, l'unica fonte che giustificherebbe una simile tesi sarebbe una fonte normativa che, da parte dell'autorità imperiale o di un'autorità delegata, deleghi ad un'altra zecca la coniazione. Sino ad oggi non conosco però casi simili, per cui mi sembra inopportuno aprire una strada di indagine ed una serie di ipotesi e speculazioni su una tesi che sinceramente non mi pare assolutamente che goda di un fondamento giustificatamente documentato. Se ci fossero altre fonti che non ho colto, mi farebbe piacere parlarne, ma ti chiederei di citarle puntualmente e di chiarirne il contenuto evidenziando i passaggi testuali, perchè sino ad adesso non ho trovato niente di convincente. Un saluto, Magdi7 punti
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Ciao a tutti, oggi vorrei condividere con voi una moneta "bruttina", parlo dal punto di vista estetico, è innegabile che ne abbia passate parecchie, per il resto sia dal punto di vista numismatico che storico è tutt'altro che "bruttina", almeno per me. In ogni caso, viste le mie possibilità e il budget che mi sono prefissato per la mia passione numismatica, era l'unica che potevo mettere in collezione e considerando che non l'avevo mai vista ad un costo "umano" non ho saputo resistere. Si tratta come avrete capito al titolo del post di un denario con ritratto di Gaio Giulio Cesare. Prima di tornare alla moneta vorrei però fare un'ulteriore premessa e chiedo perdono se magari è troppo lunga, senza assolutamente nessun intento polemico e nel rispetto delle opinioni di tutti, ma secondo me doverosa, ho letto ultimamente alcuni post in cui si diceva che il forum secondo alcuni era diventato una vetrina per le collezioni, per richieste un pò futili e che si era perso l'obbiettivo storico/divulgativo di una volta. Per quanto mi riguarda sono poco più di 2 anni che mi trovo sul forum (ho iniziato a collezionare in maniera seria solo pochi mesi prima...) e quindi come era una volta posso solo immaginarlo da alcuni post incredibili dai quali tanto ho imparato, è un pò come quando guardi il Colosseo a Roma, rimani basito e puoi solo immaginare come era e cosa rappresentava veramente. Detto questo tuttavia mi sento di ribadire come mi sono sempre trovato a casa qui e quanto sia bello condividere la passione con qualcuno che magari non vedrai mai (sono contento che comunque qualcuno l'ho conosciuto con molto piacere anche di persona) ma che ti capisce e come durante una pausa caffè o alla fine di una lunga e faticosa giornata sia bello vedere le monete degli altri e confrontarsi con loro su pregi, difetti, storia e curiosità varie. Ci tengo a dire che non mi sono sentito personalmente coinvolto in questo tipo di "accuse" in quanto ho una collezione talmente modesta che non credo che abbia dato fastidio a qualcuno se metto una monetuzza ogni tanto, questo però negli ultimi tempi mi ha un po' frenato (sono un tipo ansioso e mi preoccupo sempre troppo di tutto) e alcune monete le ho lasciate nel vassoio solo per me, mi è dispiaciuto ma così è stato, penserete "non si sarà perso nulla" oppure "chi ti credi di essere" o anche "ma quanto la fai lunga", ci mancherebbe avete ragione, ma l'ho solo detto per cercare di spiegarvi come mi sono sentito. Ripeto, nessun intento polemico, solo un'esternazione della realtà in cui mi sono trovato e quello che ho sentito da utente relativamente nuovo dopo aver letto quelle discussioni. Detto questo, anche troppo ammetto, ho deciso di tornare su questi "schermi" per mostrarvi la moneta "bruttina" di cui sopra, questo post più che uno showcase potete considerarlo un "emotion-case", metteteci che è proprio il mese di luglio, metteteci che è arrivata oggi in ufficio (il corriere mi conosce quindi quando gli resta comodo mi lascia i pacchi in ufficio) non attesa perchè non avevo ricevuto la notifica dal mio venditore di fiducia (non credo l'abbia fatto apposta altrimenti sarebbe perfido :D), quando mi sono trovato fra le mani la busta e poi la moneta ho cominciato a tremare dall'emozione e ci manca poco che scoppio a piangere, i colleghi hanno pensato fossi impazzito ma mi conoscono ormai 😅 Avere finalmente una moneta di Cesare, con il suo ritratto (quanto mi risulta è stato il primo ad essere autorizzato dal senato ad aver la sua faccia su una moneta mentre era ancora in vita), coniata nell'anno della sua morte, anzi a pochi mesi dalla stessa, mi trasmette un'emozione fortissima e per me, che sono appassionato principalmente della dinastia Giulio-Claudia, è un pezzo importantissimo che si aggiunge alla collezione. Ma ecco il denario in questione: Gaio Giulio Cesare, Denario, Roma, 44 a.C., Crawford 480/5b 2.76g X 18mm, Argento D/ CAESAR IMP; testa laureata di Giulio Cesare; dietro, una stella. R/ P SEPVLLIVS - MACER; Venere con Vittoria e scettro. Spero di essere riuscito a trasmettervi un pò di quella emozione che ho provato nel tenere questo incredibile pezzo di storia fra le mani, visto che la storia di Cesare è molto nota e ci sono molti post, libri e articoli sulla sua figura e sulle sue monete (non per ultimo quello bellissimo proprio sulle monete con i suoi ritratti presente nel notiziario allegato all'ultimo numero di Monete Antiche), ho scelto di portare il discorso più sul fatto emotivo approfittando proprio di questo anche per far le considerazioni di cui sopra. Parlando di questo autorizzo (non che ce ne sia bisogno ma per dire che da parte mia non seguirà nessuna rimostranza nel caso) fin da ora i moderatori, nel caso lo ritenessero opportuno, a cancellare la parte del post che va da "Prima di tornare alla moneta" a "utente relativamente nuovo dopo aver letto quelle discussioni." se ritengono quanto detto non appropriato oppure potenzialmente a rischio di flame, non credo, ma in caso... Grazie a tutti per l'attenzione e per i vostri sempre graditi interventi. Matteo4 punti
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Sarebbe raro se la Laetitia fosse rivolta a destra. Questo, con la Laetitia girata a sinistra, é piuttosto comune. Il tipo ritrattistico (n.9 secondo la mia classificazione) lo colloca negli anni compresi tra il 162 e il 167. Ciao Alessio4 punti
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Buongiorno @Rufilius non sono un esperto ma un appassionato come dice @Antonino1951, che ringrazio per la citazione. Come dicevo l altro giorno nella sezione identificazioni a @Pino 66 ,che condivide in pieno la tua passione anche per le monete malandate, per me tutti in tondelli belli e brutti che siano hanno una storia e il poter mostare o identificare ciascuno di loro è un emozione indescrivibile anche se la moneta è di un altro. E poi come dicevo sempre a lui ,il cercare un identificazione, nello "scartabellare" cataloghi apre un mondo e ci fa imparare ancora di più. Quindi dico anche a te,continua così 😊4 punti
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Scusami, ma di nuovo non hai messo la fonte. Hai risposto ad una richiesta di informazioni tirando fuori una ulteriore supposizione (?) sui Gonzaga. Dici che Stahl e Day avrebbero scritto cose che non mi risulta abbiano mai scritto, non citando dove le avrebbero scritte (senza contare che anche qualora le avessero scritte, non sarebbe questo che avvalora la tesi, ma il rigore delle fonti utilizzate e la loro interpretazione). Io ascolto spesso un programma radiofonico che si chiama "La Zanzara"; senza voler fare alcun paragone nel merito delle cose dette (davvero!), alcuni giorni fa ha telefonato uno che lamentava di aver subito un'iniezione di sonnifero da parte della CIA, che l'avrebbe rapito e che avrebbe poi impiantato nel suo cervello un microchip controllato dagli alieni, i quali sarebbero in combutta con gli ebrei aschenaziti (?). Personalmente, pur non dubitando della buona fede di questa persona - che non conosco - sono un po' diffidente rispetto a questa teoria del microchip, ma non per mancanza di rispetto. Questa persona ha portato una serie di fonti e dati che in un diverso contesto potrebbero forse avere un valore indicativo, ma che in questo caso specifico non hanno spostato il mio giudizio: il fatto che la mattina successiva abbia avuto un forte mal di testa, persino alcuni ricordi sfocati che ha riferito essere riaffiorati circa la presenza degli alieni ed il rapimento, non sono stati sufficienti a spostare il mio giudizio. Allo stesso modo (ma questo è un mio parere, e non voglio mancare in alcun modo di rispetto all'amico @mero mixtoque imperio), per sostenere una tesi così radicale, che entra in contrapposizione con le decine di migliaia di documenti che conosciamo riguardo alle realtà locali, che costituisce a mio avviso seri problemi di conciliazione con altri concetti fondamentali della storia economica, e che non appare sostenuto da fonti archeologiche o da dati materiali, io credo che non sia sufficiente la citazione di una moneta in uno o più documenti. Io non sono assolutamente in grado di sostenere che la tua tesi sia sbagliata, come non posso sostenere con certezza che lo sia quella dell'interventista de La Zanzara, ma mi limito a rappresentare che, secondo il mio modesto parere, entrambe non sono sostenute da un impianto probatorio sufficientemente forte per scardinare tutte le altre condizioni che diamo fino ad oggi per vere, che conosciamo meglio, e che entrambe le tesi mettono in discussione. Io non sono in grado di affermare che la CIA non abbia rapito quel signore, ma non credo lo si possa sostenere sulla base di un mal di testa, perchè un mal di testa, e persino dei ricordi confusi, non sono, nel mio personale ordine di autorevolezza delle fonti, sufficienti a scardinare le mie convinzioni profonde che la CIA non rapisca le persone (soprattutto senza motivo), che la CIA non sia in combutta con gli alieni, che gli alieni non abbiano il controllo della terra ecc ecc..., perchè tutte queste altre convinzioni sono maturate su una mole molto più ampia di dati e documentazioni che ho incamerato nello studio e nella lettura durante la mia vita. Ciò nonostante, resto disposto a mettere in crisi tutte queste convinzioni, ma sulla base di fonti che il mio metro di giudizio reputi sufficientemente autorevoli da superare le altre. Purtroppo le fonti che hai portato nei tuoi studi fino ad oggi, a mio parere, non sono per nulla sufficienti a confutare le altre conoscenze storiche a cui si contrappongono, e mi dispiace che, di fronte alla richiesta di chiarimenti specifici che più utenti hanno avanzato, tu abbia risposto sostanzialmente lamentando di non essere creduto.2 punti
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Grazie intanto, il Gazzettino di Quelli del Cordusio e’ un dono per i numismatici appassionati che richiede un anno di lavoro ed e’ di fatto ogni anno uno straordinario lavoro di gruppo di veramente tanti. Milano Numismatica e’ un evento contenitore invece complesso e organizzato che richiede tempo, contatti e idee, quello di quest’anno avrà al suo interno tanti punti di forza che erano contenuti nelle precedenti edizioni ma possiamo già dire che sarà un evento che avrà come primo punto la condivisione quel giorno di tante sigle associative numismatiche e solo per quello varrà la pena farlo e viverlo a tempo debito.2 punti
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Buonasera, un attimo di tempo in due giorni impossibili e vorrei congratularmi con tutti coloro che hanno postato questi magnifici francobolli , il Marzocco è decisamente un gran bel francobollo e che è oggetto di studio da tantissimi anni e altrttanti saranno a venire, i maggiori conoscitori di questo francobollo sono sicuramente gli amici dell'ASPOT . il 2 Cr. ultimo postatio è logicamente della prima serie e sembrerebbe il 4c verde azzurro su grigio messo piuttosto bene, il bollo rosso non è comune ma orni tanto si vedono sopratutto in zona Toscana, questo è decisamente buono e caratterizza molto il francobollo mentre il 6 Cr di Alan dovrebbe essere un 15b Azzurro cupo e è molito bello , io taglierei il pezzetto in più a sx e lo attaccherei a dx , per pareggiare i conti, vedi tu, un caro saluto e spero a presto2 punti
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Salve. Aggiorno il censimento delle piastre 120 grana 1834 aquile rovesciate con la pubblicazione delle foto del dritto e del rovescio della piastra passata di recente nell'asta Nomisma 40. Ad oggi, mi risultano conosciuti e documentati 11 esemplari (8 conio "A"- comprensivi anche degli esemplari di Lenin e di Rocco- e 3 conio "B"). Io continuo ad essere convinto (magari mi sbaglio, il che mi disorienterebbe non poco!) che abbiamo a che fare con due conii ben distinti. Torno sull'argomento e, pur consapevole di ripetermi in alcune osservazioni, preferisco puntualizzare meglio ed integrare quanto già precedentemente espresso. Per poter rilevare agevolmente le differenze che sussistono fra conio "A" e conio "B", ho pensato di postare una terza foto con il retro dell'ultima piastra arrivata da Nomisma 40 (una delle tre di conio "B") affiancato a quello di una delle otto di conio "A", già considerate in questa discussione. Si può così notare che: 1- Il conio "A" presenta sopra la corona una croce con due bracci orizzontali sovrapposti; il conio B" una croce con uno solo braccio 2- Il conio "A" presenta la corona con 7 perle sia sul montante di sinistra che su quello di destra, 3 sul montante centrale; il conio "B" ne presenta 8 sugli stessi due montanti laterali , 5 su quello centrale 3- Il conio "A" presenta, al suo interno, una linea ondulata più o meno marcata; il conio "B" no 4- Il conio "A" presenta in alto a sinistra il vertice dell'angolo che punta "VTR" in modo leggermente differente rispetto allo stesso vertice del conio "B" 5- Il punto dopo "VTR" nel conio "A" è posizionato diversamente rispetto a quanto accade nel conio "B" 6- Il conio "A" presenta fra "REGNI" e "VTR" uno spazio che è maggiore rispetto a quello che si riscontra nel conio "B" 7- Il conio "A" presenta la scritta del valore "G:120" vicino al bordo e distante dal vertice inferiore dello scudo; per il conio "B" non è così 8- Il conio "A" presenta la torretta in alto a sinistra fornita di una protuberanza sul fianco destro (che si tratti ancora di una torretta impressa orizzontalmente, a croce, sull'altra?); non succede nel conio "B" 9- Osservare la disposizione e l'inclinazione delle torrette nella parte bassa dello stemma Portogallo nel conio "A" e nel conio "B". Mi fermo qui. Delle monete ho preso in considerazione solo il retro. Da precisare che gli 8 esemplari del conio "A" sono tutti perfettamente identici fra loro, così come lo sono, fra di loro, i 3 esemplari del conio "B". Da precisare anche che l'esemplare del conio "A" riprodotto in foto corrisponde a quello pubblicato dal Magliocca nell'aggiornamento 2025 del suo "Manuale delle monete di Napoli 1674-1860" al n. 539g di pag. 390. Era già presente nella mia classificazione. Visto che regna molto scetticismo sulle varianti, aquile rovesciate comprese, spesso attribuendo la causa delle variazioni ad errori, esuberi o casualità, ritengo importante, proprio per fronteggiare lo scetticismo, "rilevare" quando quelle variazioni si ripetono identiche su più conii. Per ovvi motivi. Ringrazio per l'attenzione. Sarei grato per pareri su quanto da me espresso, in aggiunta a quelli già presenti nella discussione. Saluti.2 punti
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Perchè se te, o chi per te, non ha "cacciato" la grana per possedere la Lamborghini, nel box non te la ritrovi "per caso". E se te, o chi per te, ha comprato la Lamborghini, tu con ogni probabilità lo sai. Ovvero ancora: "Se non lo sai, la Lamborghini non ce l'hai!"2 punti
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Venduta a 130 sterline questa magnifica tessera dei Savoia, l'ho trovata solo a fine asta! Chissà che non sia da un forumista Italy, Savoy, c. 1450 (?), bust left with long curly hair and beard, rev. tilted shield surmounted by elaborate crest, f [or r] and rosette in field, 3.91g/3h.2 punti
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Cartolina postale Leoni tipo del 1908 con divisione centrale e righe d'indirizzo a dx, millesimo 17 ( angolo sx in alto) emessa il 2.6.1917. Annullata con guller di SEVESO (MILANO) (dal 2009 Seveso e' parte della provincia di Monza ) il 24 aprile 1918. Come sappiamo il disegno di questi valori fu del grande Nestore Leoni e l' incisore fu dell' altrettanto grande Alberto Repettati, personaggi immensi della Filatelia di quell'epoca. Bella..hai fatto bene a prenderla,,... Inoltre parla dell' acquisto di vino che fa sempre buon sangue.. ostrega.2 punti
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@francus, secondo me potrebbe proprio essere quel tipo di Tallero viennese.2 punti
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I resti di Falsopoli Magna in una foto d'epoca. Furono riportati alla luce parte del muro di cinta ed il tempio la cui torre è alta più di 30 metri, quest'ultima probabilmente dedicata al mito di questa città. Gli scavi furono abbandonati un secolo fa per gli inspiegabili incidenti che avvenivano attorno le rovine, attualmente (foto) è stata cancellata dagli itinerari archeologici, non è meta di nessun turista sano di mente.2 punti
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In perfetta tariffa per un invio espresso per l'interno, 50c per la lettera e 1,25 lire per il servizio espresso. Annullo di partenza non nitido di FIRENZE FERROVIA ESPRESSI del 30.4.1943.. ... annullo di transito di PARMA FERROVIA ESPRESSI del 1.5.1943.. ... annullo di arrivo di San Pancrazio Parmense (PARMA) del 1.5.1943, fu un comune autonomo fino al 1943, fu successivamente sciolto e annesso al capoluogo di provincia Parma, oggi è completamente integrato nel tessuto cittadino e ne e' diventato un quartiere. Fascetta di censura + timbri di censura sulla busta e anche nella lettera, che ovviamente veniva letta. L' affrancatura è composta da coppia del 25c verde della sempre bella serie Imperiale + 1,25 lire espresso effige reale emesso il 1.9.1932, questo francobollo su busta viaggiata e' catalogato 10/12€ + 2€ la coppia del 25c. E beh.. STORIA POSTALE.2 punti
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Del 1839 Genova ho 3 pezzi in collezione, tutti presi su ebay in un arco ti tempo di diversi anni. Come per tutti i millesimi dei 4° tipo ci sono varianti sia per Torino che Genova nella posizione e inclinazione del segno di zecca, Nel caso del 1839 Genova i coni del rovescio erano almeno 2, nel primo (prima e seconda foto del mio collage, e anche il tuo) l'àncora è meno inclinata, l'occhiello è più alto rispetto al margine della (P) in ovale, e c'è un difetto di conio nella L di lire, che parte perpendicolare e circa a metà ha un angolo a sinistra. Nel terzo esemplare della mia foto il segno di zecca è più inclinato, l'occhiello è a livello della (P) in ovale, e la gambetta lunga della L è senza interruzioni Per carità, sono piccolissime differenze, ma sempre varianti sono, anche se non segnalate dai cataloghi2 punti
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Guardacaso, stavo proprio preparando delle bozze di copertina, in vista di una possibile pubblicazione! 😁 @feltrinelli: Se ci sei batti un colpo!!!2 punti
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Buon pomeriggio amici. Volevo un parere su questo sesterzio che a me piace molto: Faustina II RIC 16541 punto
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Non è che usi la stessa condotta quando leggi antichi documenti? Limitandoti alle righe che ti suscitano interesse e ignorando i contesti?1 punto
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Esistono i doppi sesterzi. Sono rarissimi, ma passati anche in aste o listini. Ne ho peraltro pure io uno, residuo della collezione che fu.1 punto
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Non alle poste, ma in un punto di consegna/prelievo collegato con il corriere. Di solito qualche tabaccheria. Lasciano un foglio dove indicano il luogo dove poter ritirare il pacchetto.1 punto
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DE GREGE EPICURI Però la moneta postata ha almeno un paio di focolai attivi di cancro del bronzo.1 punto
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Ciao,questo per me potrebbe essere un follaro, vediamo se @Antonino1951 ne sa qualcosa .1 punto
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questo è il classico Sassone, il Sassone che ti dico io è Sassone "Francobolli antichi stati" è uno specializzato, per te che hai iniziato e contini con i primi numeri ma anche altri di Antichi, è fondamentale per la catalogazione dei colori , lo puoi tranquillamente trovare usato anche di svariati anni fà, tanto a te serve per la classificazione, il prezzo è il mercato attuale, saluti, se mai se riesco domani ti posto la foto, saluti1 punto
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mi permetto: una macchina di cultura e di miglioramento, di elevazione. Cominciamo anche a cambiare le parole, i modi di dire, scardiniamo questo mondo malato, cerchiamo di salire... con profonda stima e senza nessuna boria ovviamente1 punto
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Salve Condivido queste due cartoline non viaggiate. Non le ho mai viste onestamente in giro... Grazie per eventuali info1 punto
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@Poemenius curatore dell'area monete dei regni parbarici ed autore degli articoli che cito di seguito potrà darvi maggiorni spiegazioni @apples62 cito sempre da Gennari: "Vi furono poi diverse “tendenze” che hanno creato significativi problemi al lavoro di corretta attribuzione di questi Æ4, e delle quali la numismatica odierna si sta liberando a fatica: la prima può essere riassunta con la frase “tutto ciò che è piccolo, incerto, magari non perfettamente identificabile è vandalo o vandalico”38. Il termine “imitativa vandalica” oppure “proto-vandala” include ancora oggi un’infinità di monete imitative del V e del VI secolo di cui non si conosce la provenienza esatta, né tantomeno l’autorità emittente o il contesto in cui furono coniate. Tutto divenne vandalo o vandalico." La situazione non è chiara pensate che Hahn attribuisce queste monetine a Maurizio Tiberio quindi niente a che vedere con i vandali. Quindi non è detto che sia di ambiente vandalo ne', tantomento, nulla fornisce un appiglio concreto a legare l'emissione a Trasamundo cito: "in coda alle c.d. emissioni protovandale non si può non citare il piccolo bronzo col palmizio. Che sia vandala o che sia un'emissione orientale è ancora da dimostrare in modo certo. Inoltre appare plausibile che la moneta sia stata emessa in realtà dopo il 534 rendendola probabilmente successiva alla fine del regno vandalo" Da Gennari A. Le Monete dei Vandali: problemi di classificazione in "Monete Antiche" anno XXIII - 2024 fascicolo I pp 107-120. Cfr Gennari A. 2020 L'AE 4 del palmizio in "Byzantine coinage in the east" vol II pp. 318 - 321 Tutto l'articolo lo trovate qui in PDF: https://www.academia.edu/43226034/ITA_ING_Gli_Æ4_bizantini_Vecchi_e_nuovi_problemi_di_attribuzione_in_Byzantine_Coinage_in_the_East_Volume_II_Acquaviva_Picena_20201 punto
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Ciao, rispondo in pausa pranzo a lavoro quindi non ho con me la fonte, ho scritto in quel modo di getto perchè era una cosa che avevo letto da pochissimo, forse proprio in quell'articolo del notiziario che citavo all'inizio però potrei anche sbagliarmi non ce l'ho sotto mano, ricontrollo appena posso 🙂1 punto
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IL BELLUM SOCIALE L’Italia non fu mai assoggettata formalmente a Roma, ma (con un’opera politica particolarmente lungimirante, nell’epoca in cui fu compiuta) organizzata in una complessa rete di alleanze, sino a divenire - per usare una terminologia moderna - una confederazione composta, a macchia di leopardo, da cittadini romani, cittadini di diritto latino (che, come si è visto, erano sostanzialmente Romani privi di diritti politici) e socii, ossia alleati. Questo sistema si era dimostrato particolarmente efficiente nei secoli precedenti, reggendo all’impatto di invasori stranieri del calibro di Pirro e Annibale e consentendo di far scomparire, poco per volta, i preesistenti contrasti tra le popolazioni della penisola; dopo l’epoca dei Gracchi, tuttavia, era ormai anacronistico: i socii combattevano con i Romani, commerciavano con i Romani, costruivano famiglie con i Romani e quindi, anche per il grande prestigio che godeva nel mondo il nome di Roma, volevano essere Romani. I politici più perspicaci capivano che era venuto il momento di estendere la cittadinanza romana, ma trovavano le forti resistenze del popolo, geloso dei suoi privilegi sino al punto (come si è visto) di osteggiare persino un tribuno che era stato prima adorato dalle folle, come Gaio Gracco. Nel 91 a.C. un altro tribuno della plebe, Marco Livio Druso, avanzò due proposte di legge che, di nuovo, prevedevano un’ulteriore riforma agraria e l’estensione della cittadinanza romana ai socii. Si fece così molti nemici e in autunno alcuni sicarî, con la copertura di uno dei consoli, lo uccisero. Fu la goccia che fece traboccare il vaso: scoppiò una rivolta dei socii ad Ascoli, nel Piceno, che dilagò rapidamente in gran parte dell’Italia trasformandosi in guerra aperta. I Romani lo chiamarono bellum sociale, per non ammettere l’amara verità: era, nei fatti, una guerra civile. I ribelli si organizzarono in una lega, con capitale prima Corfinio poi Isernia, e sul modello romano costituirono un senato ed elessero due consoli e dodici pretori. Emisero proprî denarî, ormai estremamente rari: particolarmente interessanti sono alcuni che riportano la legenda ITALIA, prima attestazione epigrafica dell’uso di questo sostantivo per individuare gli abitanti della penisola. Particolare interessante, l’iconografia di queste monete copia - mutatis mutandis - quella romana, a riprova dell’avvenuta romanizzazione della cultura dei popoli italici. ________________________ Gli eserciti dei ribelli attaccarono quelli della capitale; si stima che entrambi gli schieramenti abbiano mobilitato 100.000 soldati ciascuno. Roma ottenne alcune vittorie importanti ma non decisive grazie ai due comandanti che già l’avevano salvata in situazioni critiche, Mario e Silla, entrambi a tal fine nominati legati, nonché grazie a Gneo Pompeo Strabone, un ferocissimo e ricchissimo personaggio originario del Piceno (corrispondente, all’incirca, agli odierni Abruzzi e Marche) dapprima nominato legato, poi eletto console per l’anno 89. Per sostenere lo sforzo bellico l’Urbe emise una quantità incredibile di denarî: le monete datate agli anni 90-87 a.C. giunte sino a noi sono oltre 100.000 e attestano l’esistenza di almeno 3.951 conî di diritto e 4.507 di rovescio; tenuto conto che verosimilmente quindi ce ne furono altri a noi non noti, si deduce che - se è vera la stima di 30.000 monete per ogni conio di diritto - furono realizzati oltre 120 milioni di denarî (di cui, secondo Crawford, 77 milioni nel solo anno 90). La singola emissione più abbondante fu probabilmente RRC 340/1, un denario del 90 a.C. firmato L. PISO FRVGI, ossia Lucius Calpurnius Piso Frugi, che sarà pretore nel 74 a.C. e discendeva da Gaio, il quale invece era stato invece pretore nel 211 a.C.: se ne conoscono 864 conî di diritto e 1.080 di rovescio. Appare significativa la scelta del monetiere di non far alcun riferimento, nell’iconografia, alla guerra in corso, quasi a voler fingere che Roma non fosse preoccupata dall’insurrezione; egli infatti raffigura al dritto Apollo, al rovescio un cavaliere al galoppo con, in mano, una torcia o un ramo di palma, chiara allusione ai Ludi Apollinares (competizioni sportive[1] dedicate ad Apollo istituite dal suo antenato Gaio, per ingraziare il dio dopo la sconfitta di Canne). Per quanto concerne le monete di bronzo, proprio per sostenere l’ingente emissione resa necessaria dallo sforzo bellico Roma eseguì un’ulteriore svalutazione: il peso medio dell’asse (che già era stato ridotto a 1 oncia, con l’adozione dello standard onciale) fu ulteriormente abbassato a mezza oncia, portando così al cosiddetto “standard semionciale”. Questa riforma fu adottata nel 91 o nell’89 in forza di una lex Papiria (così chiamata perché proposta dal tribuno della plebe Gaius Papirius Corbo) e, infatti, alcuni assi (RRC 338/1) ne portano menzione, con la legenda L.P.D.A.P. (sciolta in lex Papiria de aere publico o de assis pondere)[2]. È interessante notare come i monetieri di questo periodo, pur attenendosi all’iconografia tradizionale (per gli assi, Giano al dritto, prora navis al rovescio), abbiano cercato di sperimentare alcune varianti grafiche. Un certo Quintus Titius (non altrimenti noto), ad esempio, nel 90 a.C. propose al dritto dell’asse RRC 341/4 una particolare versione della testa gianiforme, con viso allungato e barba appuntita; voleva forse alludere a Mutinus Titinus una divinità italica (che egli scelse, probabilmente, per l’assonanza tra i nomi, Titinus e Titius) che fu poi identificata con Priapo. Nello stesso anno, Gaius Vibius Pansa emise invece l’asse RRC 342/7, caratterizzato al rovescio da tre prue di nave affiancate; potrebbero alludere a tre vittorie conseguite contro gli insorti, oppure al lavoro dei tre triumviri monetali, o infine a un qualche evento mitologico legato alla sua gens (è stato ipotizzato che i Vibii Pansa provenissero da Gaeta e, quindi, le tre prore ricorderebbero la flotta che portò Enea da Troia e fu poi incendiata presso quella città). ________________________ Malgrado i successi di cui si è detto, i Romani non riuscirono a sconfiggere definitivamente i socii sul campo di battaglia; anzi, subirono importanti perdite, fra cui due consoli, Publio Rutilio Lupo nel 91 a.C. e Lucio Porcio Catone nell’89. La guerra, quindi, non fu vinta con le armi, ma fu fatta cessare con le leggi. Infatti, Roma concedette ciò che i ribelli chiedevano: la cittadinanza romana fu infatti estesa, per legge, nel 90 a.C. ai cittadini di diritto latino e ai socii che non si erano ribellati (soprattutto, Etruschi e Umbri) e nell’89 agli insorti che avrebbero deposto le armi; sempre nell’89, fu invece concessa la cittadinanza di diritto latino alle popolazioni della Gallia Cisalpina. Sul piano giuridico, l’Italia diveniva così un’unica “grande Roma” mentre i Celti della Gallia Cisalpina (discendenti di quegli stessi popoli che nel 390 avevano saccheggiato l’Urbe) divennero i “nuovi Latini”. Grazie a queste iniziative legislative i popoli che si erano ribellati deposero via via le armi e la guerra si spense progressivamente. Dopo l’88 a.C. rimasero solo alcuni focolaî di insorti fra i Sanniti (a Nola) e i Lucani (in Bruzio), ma le loro attività andarono ad alimentare un nuovo, ennesimo conflitto: la guerra civile tra mariani e sillani. Proprio nell’89 operò un monetario che si firmava SABINI L. TITVRI e, pertanto, si ritiene che possa essere Lucius Titurius Sabinus, citato dalle fonti come legato nel 75 a.C. Di lui sappiamo pochissimo, ma è evidente dal cognomen che era o si riteneva di origini sabine: infatti, al dritto dei suoi denarî raffigura la testa di Tito Tazio (identificato, su alcune monete, dalla didascalia TA), il mitico re sabino che, dopo aver combattuto contro i Romani a causa del ratto delle Sabine, aveva non solo stretto la pace con Romolo, ma perfino accettato di associarsi a lui sul trono, consentendo che i loro due popoli si fondessero in uno solo. A ciò il monetiere aggiunge, sui rovesci di due denarî, la raffigurazione di situazioni topiche del mito legato a Tito Tazio: il momento del ratto su RRC 344/1, la morte di Tarpea su RRC 344/2. Quest’ultimo denario presenta anche un dotto particolare: un crescente lunare e una stella sopra la testa di giovane; sappiamo infatti da Properzio[3] che Tarpea usava il pretesto di dover adempiere ai presagi della dea Luna per giustificare la sua uscita dalle mura del Campidoglio. Questi denarî sono notevoli sia per ragioni numismatiche, sia per la loro importante testimonianza storica. Dal punto di vista numismatico, non si può non sottolineare come la scelta di raffigurare un uomo, su un’emissione repubblicana ufficiale, fosse rivoluzionaria: sino ad allora, al dritto delle monete romane erano comparsi solo dei o semidei[4]. Interessante pure il significato, di cui si è detto, del crescente lunare: ci fa immaginare quanti altri piccoli particolari ci possono sfuggire, in mancanza di fonti storiche adeguate, nell’interpretazione di altre monete. Ma è la testimonianza storica che più ci colpisce: nel momento in cui i popoli fratelli si ribellano in armi contro quello romano, e dentro Roma si discute se e a chi concedere la cittadinanza, questo colto monetiere ricorda ai suoi concittadini e agli stessi socii che la grandezza di Roma è iniziata proprio quando il popolo romano si era fuso con quello dei territorî circostanti, dopo un’inutile guerra fratricida. Titurio Sabino emise anche monete di bronzo; gli assi in particolare, RRC 344/4, presentano molte variazioni iconografiche. In alcuni di essi la testa al dritto è sì gianiforme ma (com’era avvenuto per l’asse 341/4) le sembianze non sembrano quelle di Giano; è probabile che il monetiere abbia voluto riproporre anche qui le sembianze di Tito Tazio. NOTE [1] La gara con torcia era uno specifico tipo di competizione ippica e il ramo di palma veniva dato a chi la vinceva. [2] È interessare notare che ancora oggi, spesso, sugli oggetti prodotti in esecuzione di una specifica legge (soprattutto se innovativa) ne viene apposta la menzione. [3] Elegie, IV, 4: “Vidit harenosis Tatium proludere campis pictaque per flavas arma levare iubas: obstipuit regis facie et regalibus armis, interque oblitas excidit urna manus. Saepe illa immeritae causata est omina lunae et sibi tingendas dixit in amne comas” (vide Tazio giostrare nella pianura sabbiosa e brandire sulla bionda criniera le armi dipinte; fissò attonita la bellezza del re e le armi regali, e l'anfora le cadde dalle mani dimentiche. Spesso addusse a pretesto i presagi dell'innocente luna e disse di dover immergere nel fiume le sue chiome). [4] Anche se, per amore di precisione, occorre precisare che alcuni ritratti apparsi su monete precedenti non sono stati identificati con sicurezza (ad esempio, quelli su RRC 304/1 e 336/1). ILLUSTRAZIONI 89 a.C., denario dei ribelli raffigurante la testa dell’Italia e la Vittoria che incorona l’Italia; in esergo, ITALIA Due esemplarî del denario RRC 340/1, uno con torcia, l’altro con ramo di palma. Gli altri disegni presenti al dritto e al rovescio sono solo simboli di controllo Assi semionciali; nell'ordine, RRC 338/1, RRC 341/4 e RRC 342/7 Denario RRC 344/2 Asse 344/4; in questa variante l’iconografia al dritto, differente da quella classica di Giano, ripropone forse le sembianze di Tito Tazio1 punto
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Grazie a tutti per i commenti, ogni tanto fa piacere condividere anche le emozioni che questa passione ci trasmette senza nulla togliere a tutto il resto ci mancherebbe, secondo me passione, emozione, ricerca storica, tecnologica, iconografica, ecc.., ecc.., sono tutte strettamente connesse 🙂1 punto
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Busta puramente filatelica non viaggiata usata solo come supporto. Gli annulli e l' emissione sono come giustamente detto da marco1972. La serie è completa. Fu emessa lo stesso giorno una serie identica non dentellata.. immagine sotto:1 punto
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Grazie @torpedo, ho imparato a non dare per scontata la conservazione indicata nelle aste o dai venditori in generale. Pian piano un poco (ma poco) di occhio me lo sto facendo, ma preferisco sempre potermi confrontare con gli esperti del forum! E poi, come dal post precedente, c'è sempre da imparare qualcosa di nuovo! 😀 Ma ammetto che per questa moneta ho chiesto l'aiuto da casa e Fabrizio @il numismatico mi ha dato dei suggerimenti che mi sono stati utilissimi nella valutazione.1 punto
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Buonasera. In merito al 2€ finlandese, vorrei condividere due osservazioni: 1) La prima più positiva. Le monete sono testimoni del loro tempo. Andate a vedere una moneta di epoca barocca (per esempio uno zecchino pontificio settecentesco), non vi stupirà vederci tratti barocchi. Oppure una moneta sovietica, non vi stupirete se permea da essa un rigore sovietico. Oggigiorno l'arte contemporanea è molto astratta, molte opere sono, per molti, incomprensibili, semplici, realizzabili in poco tempo. Tutto deve essere semplice, minimal. Ed ecco che questa moneta è più di quanto non possa sembrare a prima vista: è testimone del suo tempo. Un domani racconterà molto, ai posteri, di come eravamo. 2) Il secondo pensiero è più cupo. Questa moneta è pensata soprattutto per essere venduta ai collezionisti. Solo circa 75.000 dei 204.000 esemplari dovrebbero finire in circolazione. E una buona parte di questi verrà intercettata immediatamente dai commercianti per essere venduta sciolta ai collezionisti. Quindi, alla fine, quasi nessun Finlandese la vedrà, figuriamoci nel resto d'Europa. Quindi, importa ben poco come viene fatta o cosa rappresenta, l'importante è che si riesca a vendere. È marketing, la vera numismatica è solo un aspetto marginale.1 punto
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Salve Sembra un tallero di zecca Vienna, non dei più recenti. Direi fine Ottocento-prima metà Novecento.1 punto
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Proprio oggi, durante i lavori per piantare il leggendario Albero dei Denari, la pala colpì qualcosa di più duro dell’avidità: un antico deposito di reperti taroccati. Fu così che, tra monete di gesso, diplomi in retorica fasulla e statuette di sapone, riemerse la storia perduta della gloriosa e bugiarda Falsopolis. L'Unica, Vera e Falsissima Storia dell’Antichissima ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ Molto prima di Troja, molto dopo Atlantide (ma sempre in ritardo), sorgeva sull’altopiano della Grande Presa dei Fondelli la gloriosa città di ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ - detta anche Falsopoli Magna, Polis della Patacca o, tra amici, "la Bufala Greca". Fondata, secondo leggende apocrife ma ben documentate, da Quititruffo il Barattatore, ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ era una meraviglia architettonica: templi dipinti coi pastelli di cera, statue che sorridevano solo se pagate e obelischi che si montavano fai-da-te tipo gli scaffali svedesi. Il Partenone? Beh, lì non ne avevano uno solo… ma almeno sette, tutti finti. Se li vendevano ai turisti ogni settimana durante il Mercato del Sacro Tarocco, dove filosofi da bancarella gridavano: - Un Socrate a metà prezzo! Un Platone senza garanzia, ma pensa e ragiona ancora come nuovo! Il più famoso filosofo della città era Epistrufide l’Ambiguo, noto per la frase: "Tutti i cittadini di ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ mentono. Anch’io." Ci fu un periodo aureo, chiamato la Frode Ellenistica, durante il quale a ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ si tentò persino di vendere il Mar Egeo ai Persiani, presentandolo come una piscina a onde termali. Questi, per tutta risposta, lanciarono un attacco via mare e lasciarono una recensione negativa su Prosopobiblos. Il Senato di ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ (un'accozzaglia di senatori diseredati, truffatori e venditori di mantelli autografati da Zeus) era noto per legiferare in versi ambigui, tipo: "Chi ruba, se lo fa con grazia, non è ladro, è ambasciator di farsa." Un giorno, uno straniero venne a visitare la città. Si chiamava Onesticle, e cercava la verità. Ma nel mercato trovò solo copie di essa, edizioni economiche della realtà, e un cartello con su scritto: "La verità è in ferie, torna alle Calende Greche" Disperato, Onesticle si gettò nel falso Aspropotamo- che in realtà era un tappeto blu dipinto ad acqua - e scomparve tra gli applausi pre-registrati della folla. Così visse e (forse) morì la gloriosa ΦΑΛΣΟΠΟΛΙΣ, che gli storici cercano ancora di localizzare, ma che, a quanto pare, si sposta spesso da sola, per non farsi beccare.1 punto
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Da Bisanzio di Tracia, un " rare " esemplare in AE battuto per Adriano, al nome della consorte Vibia Sabina, con al diritto busto dell' Augusta ed al rovescio 2 pesci con leggende . Sarà a giorni, il 16 Luglio, in vendita CNG 591 al n. 294 .1 punto
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Buongiorno, Un denario di Plautilla, moglie di Caracalla, con patina verdino intorno alla figura del rovescio ed una splendida conservazione. Non se ne vedono molte in giro, specie in queste condizioni. Credo sia autentico. Dovrebbe essere il RIC 363b. Peso 2.98 g per 20.1 mm Atexano1 punto
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La comunità della Contea di Lumpkin, soprattutto gli uomini d'affari, premette perché la Zecca rimanesse in attività, anche se questo avesse comportato un cambio nel disegno delle monete. Fu così che tutti accolsero con grande disappunto la notizia che il governo Confederato aveva invece deciso di chiuderla. Uno sconsolato George Kellogg informò il Segretario al Tesoro Memminger che avrebbe proceduto alla chiusura della Zecca e al licenziamento dei dipendenti il 1° giugno. C'era qualche speranza di mantenere aperto un assay office, ma lo stesso Kellogg disse a Memminger che non sarebbe stato conveniente. L'ultimo rapporto finanziario della Zecca di Dahlonega venne preparato il 26 giugno da Henry Kellogg, figlio del Sovrintendente, e un impiegato. Come ordinato, tutte le monete e le scorte di metallo della Zecca furono consegnate a Benjamin Pressley, assistente Tesoriere della Confederazione a Charleston. L'ammontare totale era di 23.716,06 dollari, inclusi 4.937 dollari in monete d'oro e d'argento. La produzione totale di Dahlonega per quell'anno 1861 era stata di appena 1.597 half eagles, oltre a un numero non meglio precisato, ma piccolo, di dollari d'oro... dei quali ci occuperemo nel prossimo post A conclusione di questo, alcune immagini di Christopher Memminger, Segretario al Tesoro della Confederazione, l'unico personaggio, tra i tanti citati, abbastanza importante da aver lasciato diversi ritratti. Talmente importante, in verità, da essere riprodotto anche sulle banconote Confederate In questa incisione, lo vediamo una ventina d'anni dopo, nel 1880, ormai anziano (morirà nel 1888 a 85 anni), e da lungo tempo ritiratosi a vita privata. E naturalmente, non poteva mancare l'historical marker nelle vicinanze della sua tomba e della casa per l'estate petronius1 punto
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Dal momento che ho avuto qualche problema tecnico (nel vero senso della parola, un aggiornamento che non si voleva caricare) sono stato assente per un bel pezzetto di tempo. Vi ho seguiti e letti ugualmente. Magari qualcuno sperava pure di essersi liberato definitivamente di me.... Ma purtroppo nella realtà, come negli incubi, a volte i mostri tornano.... Ecco la ragione della scelta di questo argomento un po' da romanzo gotico.1 punto
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La situazione valutaria anomala di Bajkonur, località del Kazakistan sede del cosmodromo russo, deriva da quella del territorio cittadino: si trova in una forma di sovranità congiunta in cui nel 1994 Russia e Kazakistan hanno sottoscritto un accordo che lascia fino al 2050 ai russi l'amministrazione della città, e alla Roscosmos (l'agenzia spaziale russa) l'utilizzo esclusivo del cosmodromo, in cambio di un affitto annuale corrispondente a circa 115 milioni di euro. Ci sono spesso disaccordi col governo kazako, che vorrebbe più potere nella gestione comune del territorio: i punti di frizione riguardano specialmente l'inquinamento provocato dai razzi dopo i lanci falliti, la mancanza di trasparenza sulla tempistica e il costo di costruzione di una nuova rampa di lancio al cosmodromo e gli impedimenti che questa situazione crea al Kazakistan nella realizzazione della sua politica spaziale autonoma. La valuta ufficiale in città è il rublo, e i prezzi sono espressi in quello, ma viene accettato anche il tenge kazako.1 punto
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