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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/13/25 in Risposte

  1. L'autore in questione, a cui con estremo garbo, gentilezza e pazienza, gli appassionati di numismatica veneziana stanno rivolgendo, inutilmente, richieste di delucidazione e chiarezza nel merito delle ipotesi da lui sostenute, è già tristemente famigerato tra noi appassionati di numismatica napoletana e dell'Italia meridionale come "appioppattore" seriale di varie tipologie monetarie a diverse zecche forzando in maniera oltremodo arbitraria la documentazione studiata e allegata... Ha l'indubbio merito di pubblicare tutta una serie di documenti molto interessanti, ma poi parte per la tangente inventandosi di tutto e di più, del tipo: monete coniate a Lanciano, ducali, tarì e augustali coniati a Napoli, denari lucchesi, fiorini di Firenze e adesso pure ducati veneziani coniati a Napoli... il tutto sbandierato come "ormai assodato" senza un benchè minimo straccio di prova a sostegno se non interpretazioni a dir poco forzose... Già in passato questa sua modalità di fare "ricerca" è stata oggetto di una dura e articolata presa di posizione da parte di uno studioso di numismatica medievale dell'Italia meridionale di cui riporto un saggio nel merito che illumina meglio la questione: https://www.academia.edu/117670185/Raffaele_Iula_Moneta_que_tunc_per_ista_civitate_andaberis_zecca_ed_economia_monetaria_a_Napoli_nel_XII_secolo_in_Archivio_Storico_per_le_Province_Napoletane_CXLII_2024_pp_7_28
    4 punti
  2. Rinvenuta a Barbarano Romano un tomba etrusca inviolata. Notevole ,da manuale. Piena età orientalizzante,bel corredo ceramico,pochi bronzi. https://www.viterbotoday.it/foto/cronaca/gallery-ritrovata-tomba-etrusca-intatta-necropoli-di-barbarano-romano/
    2 punti
  3. Ciao a tutti, oggi vorrei condividere con voi una moneta "bruttina", parlo dal punto di vista estetico, è innegabile che ne abbia passate parecchie, per il resto sia dal punto di vista numismatico che storico è tutt'altro che "bruttina", almeno per me. In ogni caso, viste le mie possibilità e il budget che mi sono prefissato per la mia passione numismatica, era l'unica che potevo mettere in collezione e considerando che non l'avevo mai vista ad un costo "umano" non ho saputo resistere. Si tratta come avrete capito al titolo del post di un denario con ritratto di Gaio Giulio Cesare. Prima di tornare alla moneta vorrei però fare un'ulteriore premessa e chiedo perdono se magari è troppo lunga, senza assolutamente nessun intento polemico e nel rispetto delle opinioni di tutti, ma secondo me doverosa, ho letto ultimamente alcuni post in cui si diceva che il forum secondo alcuni era diventato una vetrina per le collezioni, per richieste un pò futili e che si era perso l'obbiettivo storico/divulgativo di una volta. Per quanto mi riguarda sono poco più di 2 anni che mi trovo sul forum (ho iniziato a collezionare in maniera seria solo pochi mesi prima...) e quindi come era una volta posso solo immaginarlo da alcuni post incredibili dai quali tanto ho imparato, è un pò come quando guardi il Colosseo a Roma, rimani basito e puoi solo immaginare come era e cosa rappresentava veramente. Detto questo tuttavia mi sento di ribadire come mi sono sempre trovato a casa qui e quanto sia bello condividere la passione con qualcuno che magari non vedrai mai (sono contento che comunque qualcuno l'ho conosciuto con molto piacere anche di persona) ma che ti capisce e come durante una pausa caffè o alla fine di una lunga e faticosa giornata sia bello vedere le monete degli altri e confrontarsi con loro su pregi, difetti, storia e curiosità varie. Ci tengo a dire che non mi sono sentito personalmente coinvolto in questo tipo di "accuse" in quanto ho una collezione talmente modesta che non credo che abbia dato fastidio a qualcuno se metto una monetuzza ogni tanto, questo però negli ultimi tempi mi ha un po' frenato (sono un tipo ansioso e mi preoccupo sempre troppo di tutto) e alcune monete le ho lasciate nel vassoio solo per me, mi è dispiaciuto ma così è stato, penserete "non si sarà perso nulla" oppure "chi ti credi di essere" o anche "ma quanto la fai lunga", ci mancherebbe avete ragione, ma l'ho solo detto per cercare di spiegarvi come mi sono sentito. Ripeto, nessun intento polemico, solo un'esternazione della realtà in cui mi sono trovato e quello che ho sentito da utente relativamente nuovo dopo aver letto quelle discussioni. Detto questo, anche troppo ammetto, ho deciso di tornare su questi "schermi" per mostrarvi la moneta "bruttina" di cui sopra, questo post più che uno showcase potete considerarlo un "emotion-case", metteteci che è proprio il mese di luglio, metteteci che è arrivata oggi in ufficio (il corriere mi conosce quindi quando gli resta comodo mi lascia i pacchi in ufficio) non attesa perchè non avevo ricevuto la notifica dal mio venditore di fiducia (non credo l'abbia fatto apposta altrimenti sarebbe perfido :D), quando mi sono trovato fra le mani la busta e poi la moneta ho cominciato a tremare dall'emozione e ci manca poco che scoppio a piangere, i colleghi hanno pensato fossi impazzito ma mi conoscono ormai 😅 Avere finalmente una moneta di Cesare, con il suo ritratto (quanto mi risulta è stato il primo ad essere autorizzato dal senato ad aver la sua faccia su una moneta mentre era ancora in vita), coniata nell'anno della sua morte, anzi a pochi mesi dalla stessa, mi trasmette un'emozione fortissima e per me, che sono appassionato principalmente della dinastia Giulio-Claudia, è un pezzo importantissimo che si aggiunge alla collezione. Ma ecco il denario in questione: Gaio Giulio Cesare, Denario, Roma, 44 a.C., Crawford 480/5b 2.76g X 18mm, Argento D/ CAESAR IMP; testa laureata di Giulio Cesare; dietro, una stella. R/ P SEPVLLIVS - MACER; Venere con Vittoria e scettro. Spero di essere riuscito a trasmettervi un pò di quella emozione che ho provato nel tenere questo incredibile pezzo di storia fra le mani, visto che la storia di Cesare è molto nota e ci sono molti post, libri e articoli sulla sua figura e sulle sue monete (non per ultimo quello bellissimo proprio sulle monete con i suoi ritratti presente nel notiziario allegato all'ultimo numero di Monete Antiche), ho scelto di portare il discorso più sul fatto emotivo approfittando proprio di questo anche per far le considerazioni di cui sopra. Parlando di questo autorizzo (non che ce ne sia bisogno ma per dire che da parte mia non seguirà nessuna rimostranza nel caso) fin da ora i moderatori, nel caso lo ritenessero opportuno, a cancellare la parte del post che va da "Prima di tornare alla moneta" a "utente relativamente nuovo dopo aver letto quelle discussioni." se ritengono quanto detto non appropriato oppure potenzialmente a rischio di flame, non credo, ma in caso... Grazie a tutti per l'attenzione e per i vostri sempre graditi interventi. Matteo
    2 punti
  4. Secondo me @Ale75 ci ha preso!
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  5. La parte metallica probabilmente richiederà un minimo di consolidamento.
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  6. Che belle discussioni @gennydbmoney
    2 punti
  7. Quando la numismatica coinvolge la storia postale... e viene alla luce un pezzetto di storia!!! Quest'uomo è stato al centro di dinamiche sia nel bene che nel male per decadi quando la TV la faceva da padrona. Un ricordo anche ad Arnaldo Forni...
    2 punti
  8. Ho cercato di mantenermi neutrale in questa diatriba ma, ahimè, stante la completa mancanza di fonti CERTE e non sommariamente lette, mancanza di dialogo reale da parte dell'autore, ... 🤐 Dico solo che la zecca Veneziana NON ha mai permesso di coniare per suo conto (Cattaro/Scutari sono gli unici casi noti e documentati; come sono documentate le "bestemmie" del Senato veneziano verso quelle zecche e i tondelli ufficiali prodotti). Nulla toglie che a Napoli visto il successo della tipologia si fossero prodotte imitazioni/contraffazioni (starebbe all'autore aiutare noi umili curiosi a capire il come, dove, perchè...). Venezia così attenta e gelosa delle sue "creature" metalliche ("creature" che ne garantivano il prestigio) avrebbe passato il testimone ad una zecca così lontana e non facilmente controllabile? -la produzione di moneta forestiera a Napoli è già stata documentata- (cito) allora per cortesia si potrebbe riportare tali documenti anche qui? Non tutti sono in grado di acquistare le varie riviste su cui Perfetto pubblica, trovare il passo e gli estremi di catalogazione e far richiesta all'ente. Se invece di "fare la vittima" ci si concentrasse su un dibattito costruttivo magari il sig. Perfetto si accorgerebbe che anche un rin...ito come me magari una mano, un consiglio, una dritta gliela darebbe allo scopo di far chiarezza sul mondo delle emissioni/pseudo emissioni della Serenissima
    2 punti
  9. Mi dispiace sempre arrivare ad affrontare queste questioni, perché non c'è davvero niente di personale e mi dispiace se lo hai creduto o se ti ho dato occasione di pensarlo. Io non ti conosco e credo che tu sia in buona fede, ma purtroppo l'operazione che stai facendo non é eticamente accettabile, ed é necessario sottolinearlo perché raccontare una storia parallela senza che vi siano delle fonti sufficientemente solide, criticando un sistema teorico che funziona e che invece é supportato dalle fonti significa avvelenare i pozzi a cui tutti ci abbeveriamo. Mi dispiace anche perché io per primo, avendo iniziato a pubblicare articoli di numismatica a 16 anni, senza una formazione scientifica adeguata, ho scritto in quel periodo tante inesattezze (certo in sedi meno prestigiose e piú amatoriali), che poi ho corretto nel tempo; anche per me non era semplice acettare le prime critiche, che non avendone gli strumenti non capivo. Devo ringraziare anche il forum e tanti suoi utenti per avermi accompagnato nella costruzione di un metodo solido. Io sono certo che se incanali il tuo entusiasmo in un metodo scientifico, promuoverai certamente ricerche interessanti, mentre viceversa rischi di rovinare la tua reputazione di studioso, producendo letteratura fuorviante che può trarre in errore studiosi di altre discipline che si affidano ai tuoi studi. Questo é il mio parere, per quello che conta. Un saluto, Magdi
    2 punti
  10. E' il bello delle cartoline ... rivelano spesso cose interessanti. Documenti ... veri documenti che svelano scorci di vita personale che alfine sono sono scorci di luce della storia. Non cose minimali.
    2 punti
  11. Sembra un deca ma per forma mi lascia molti dubbi. Io non sono per nulla certo sia bizantina. Al dritto non riesco a vedere.... Magari lunedì lo giro con il PC e guardo bene
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  12. Georgia On My Mind Beh, parlando della Georgia, questa non poteva proprio mancare E pazienza si ci hanno infilato dentro la pubblicità della famosa bibita di Atlanta, neanche quella, in fondo, può mancare E la Zecca? Davvero è finito tutto con l'incendio del 1878? Purtroppo sì non c'è stata alcuna "resurrezione", come avvenuto per Charlotte. Ma la sua storia, e quella della corsa all'oro della Georgia, non sono state dimenticate. A Dahlonega, in quella che era la sede del tribunale (Old Lumpkin County Courthouse), costruito nel 1836 (il più antico tribunale di contea sopravvissuto nello Stato), situato al centro della piazza cittadina, è stato aperto il Dahlonega Gold Museum, che ospita molti manufatti della corsa all'oro, tra cui un cannone idraulico, una pepita d'oro di oltre 140 grammi, e una serie completa delle monete della Zecca di Dahlonega https://georgiacfy.com/dahlonega-gold-museum/ E così, anche stavolta siamo giunti alla fine, ringrazio quanti hanno avuto la pazienza di seguirmi fin qui, dando appuntamento a tutti alla prossima discussione... dopo l'estate petronius
    2 punti
  13. Si tratta dello stesso esemplare passato nel 2019 nell'asta Antykwariat Numizmatycny auctio n 21 del 26/10/2019... https://www.numisbids.com/sale/3424/lot/?lot=537 con base d'asta di circa 1738 € (7000 Zloty) e aggiudicato a 120500 Zloty = 32433 € per facilitarne il confronto... Mario
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  14. Buongiorno. In questo contributo che presentai sul forum qualche anno fa puoi trovare un catalogo preliminare delle monete con gli etnici di Crotone e Pandosia. Colgo l'occasione per annunciare che ho in corso lo studio sistematico delle monete di Pandosia (comprese quelle a legenda Cro-Pando) finalizzato all'edizione del corpus. Ho consegnato da poco ad una nota rivista di numismatica un saggio preliminare di questo studio che dovrebbe essere pubblicato (salvo imprevisti) entro il prossimo anno. Vi terrò aggiornati.
    2 punti
  15. Non è che usi la stessa condotta quando leggi antichi documenti? Limitandoti alle righe che ti suscitano interesse e ignorando i contesti?
    2 punti
  16. Curioso segno a forma di “8” in questo Cavallo aquilano….
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  17. Buongiorno, ci tenevo a condividere questo nuovo ingresso in collezione, da tempo cercavo il quadrante Cr 41/8, continuando a trovare esemplari belli ma che non mi convincevano, quando mi sono trovato davanti a questo non ho saputo resistere e l'ho preso. Patina nera spettacolare, rilievi a mio parere splendidi. Chiedo comunque un parere sulla conservazione, che a mio parere è SPL, forse qualcosina di più. Peso 6.17 g Diametro 20/21mm
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  18. o peggio..in 30 anni di numismatica ne ho visti :sia di originali ma anche con manomissioni volontarie...fatte per ovvi motivi. ah ok,allora presumo sia un discorso in generale,purtroppo non ricordo più la data del mio pezzo con FER senza T ricordo solo che è una data comunissima,probabilmente uno degli ultimi anni.
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  19. Come al solito.. Con il tuo ritorno mi avevi fatto venire voglia di postare un po' di più. Ma avevo sottovalutato la tua diligenza nel captare le notizie più interessanti. Se il @CdC volesse unirle mantenendo il tuo primato cronologico..
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  20. Cosa che si vede spesso su questi scudi...penso ad un conio molto usurato
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  21. @SS-12 aggiungo un altro consiglio: non avere fretta di inserire monete nuove in collezione, rischi solo di acquistare monete di valore nullo e sperperare risorse utilizzabili meglio
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  22. Presentato oggi al pubblico il corredo . https://www.tusciatimes.eu/barbarano-romano-corredo-rinvenuto-nella-nuova-tomba-scoperta-dallo-sgarp-2025/
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  23. D'altra parte Conob Ob sta per moneta coniata a Constantinopoli in oro puro.quelle in argento Exagram non possono riportare questa dicitura
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  24. Date degli annulli non visibili, pertanto.. 20c era la corretta tariffa per tutte le lettere franche per l'interno per uno spazio temporale che va nel nostro caso, dal 1879 anno di emissione del 20c arancio Umberto I e il 1900 e qualcosa, in quanto per un certo periodo l' uso di questi francobolli venne tollerato anche dopo la morte del Re Umberto I. ( Ho rettificato le date successivamente) Il Francobollo è annullato dal numerale a sbarre n. 181 che è proprio il numerale per MILANO FERROVIA il 26.??.?? Gli annulli sono esattamente dove dovrebbero essere, il numerale a sbarre sul Francobollo e il datario singolo cerchio grande accanto. Sul retro della busta si intravede non nitido l' annullo sicuramente di arrivo, in quegli anni venivano apposti. Piccolo lavoro di restauro, riattacca gentilmente il francobollo alla busta nell' angolo inferiore dx prima che si danneggi..non riporre in questo modo ..l' angolo si piegherà e danneggera' irreparabilmente il Francobollo. Bell'umbertina anche quotata.
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  25. @SS-12 valore nel senso di poterli ancora riscuotere, no. Collezionistico probabilmente qualcosina, peccato siano stati piegati
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  26. Scusate la mia superficialità🤭
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  27. Salve, ho estratto le foto per facilitare l'identificazione.
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  28. Bellissimo storico biglietto. Enzo Tortora fu accusato ingiustamente e poi giudicato innocente. Proprio in Via dei Piatti 8 a Milano dove viveva, è stata inaugurata dal Comune della città nel 2021 una targa commemorativa in suo ricordo.
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  29. Salve,dovrebbe essere un asse di Tiberio https://www.acsearch.info/search.html?id=2531725
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  30. Ciao Pino, Ae3 FELICITAS ROMANORVM di Valente? Prova a confrontare. https://www.acsearch.info/search.html?id=1062410
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  31. Buongiorno @Carlo., sì leggermente strettino, ma è l'unico esemplare decente che ho trovato della prima emissione 1850, arriva direttamente dalla Spagna. In quanto all'annullo sembrerebbe una specie di croce maltese che ricorda un fiore. Beh sai che Isabella era "piuttosto in carne" e quindi ritratto da Botero è proprio indovinato.
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  32. SABATO 12 LUGLIO DOMENICA 13 LUGLIO
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  33. A me le patine naturali sono sempre piaciute e non le rimuoverei mai, perché fanno parte della moneta e della sua storia.
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  34. Per concludere, ed è sufficiente, le "monetine" non risultano chiuse con allegata "perizia" (per il valore che si può attribuire a quest'ultima ... come ampiamente dibattuto in altra discussione dl forum) e sono proposte a prezzo di saldo, contrariamente a qualsiasi altro mezzo grosso lì in vendita. Però va anche detto che sono molte e differenti le monetine di questo pontefice in vendita (grossi, mezzi grossi, quattrini ...) anche se a prezzi decisamente più sostenuti.
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  35. Infatti fu una decisione presa a priori, a quanto si disse al tempo (ma neanche io riuscii a trovare info al riguardo): avrebbe potuto "offendere", quindi non la approviamo a prescindere. E concordo con te, fu un peccato, perché il bozzetto presentato a suo tempo (che fu cmnq poi "riciclato" sulla 5€ di bronzo) mostrava una gran bella moneta
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  36. Va preso atto che la negazione del confronto e del dialogo da parte dell'autore non aiuta la credibilità degli studi condotti. Anzi è controproducente.
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  37. Buonasera, ben poco valore, la conservazione è bassissima, direi quasi MB. C'è anche poco argento, 0,500 ed il suo peso dovrebbe essere grammi 1,8.
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  38. Seguo con molto interesse questi racconti storici @petronius arbiter, alle prossime discussioni allora.
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  39. Grazie di cuore ragazzi. Avevo adocchiato anche io quella X, ma a pensare questo....grazie molte @PostOffice @chievolan😁
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  40. Come sa qualcuno del forum ormai partecipo saltuariamente alle discussioni per totale mancanza di tempo, ma per questa interessantissima discussione e ipotesi mi premono alcune precisazioni. Visto l’invito, corretto, di chiedere a Stahl sono andato a controllare la sua produzione scientifica, che riporto: Libri e Monografie: Zecca: The Mint of Venice in the Middle Ages (2000/2001) - Quest'opera ha vinto il Professional/Scholarly Publishing Award in Economics. The Merovingian Coinage of the Region of Metz (pubblicato a Louvain-la-Neuve, 1982) - Basato sulla sua tesi di dottorato. The Venetian Tornesello: A Medieval Colonial Coinage (Numismatic Notes and Monograph, 1985) The Medal in America (Revised Edition, 1999) - E anche la prima edizione (1988). The Book of Michael of Rhodes: A Fifteenth-Century Maritime Miscellany (co-editore con P.O. Long e D. McGee, Cambridge, 2009) - Opera in tre volumi. The Rebirth of Antiquity: Numismatics, Archaeology, and Classical Studies in the Culture of the Renaissance (con G. Oberfranc, Princeton University Library, 2009) Money on Paper: Bank Notes and Related Graphic Arts from the Collections of Vsevolod Onyshkevych and Princeton University (2010) The Documents of Angelo de Cartura and Donato Fontanella: Venetian Notaries in Fourteenth-Century Crete (co-autore con A. De Cartura e D. Fontanella, 2000) The House of Condulmer: The Rise and Decline of a Venetian Family in the Century of the Black Death (pubblicato a luglio 2024) Viewing the Morea: Land and People in the Late Medieval Peloponnese (co-autore, 2013) Contributi in volumi e articoli: Genova e Venezia, la moneta dal XII al XIV secolo (in: "Genova, Venezia, il Levante nei secoli XII-XIV. Atti del Convegno Internazionale di Studi. Genova-Venezia, 10-14 marzo 2000", 2001, pp. 319-334) The Venetian mint in the age of the Black Death (2001, in "Material culture and cultural materialism in the Middle Ages and Renaissance") European Minting and the Balance of Payments with the Islamic World in the Later Middle Ages (2007, in "Relazioni economiche tra Europa e mondo islamico, secc. XIII - XVIII Pt. 2") Coins for Trade and for Wages: The Development of Coinage Systems in Medieval Venice (2007, in "Wages and currency. Global comparisons from antiquity to the twentieth century") Learning from the Zecca: The Medieval Mint of Venice as a Model of Pre-Modern Minting (2011, in "The numismatic chronicle vol. 171") Archaeological Finds of Medieval Coinage in the Northeastern Mediterranean: Implications for the Study of Circulation and Site History (2018, in "Second international congress on the history of money and numismatics in the Mediterranean world") Where the silk road met the wool trade: Venetian and Muslim merchants in Tana in the late Middle Ages (2019, in "Studies David Jacoby") Coinage and Money in the Latin Empire of Constantinople (Dumbarton Oaks Papers 55, 2001) The Earliest Known Medalists: The Sesto Brothers of Venice (con L. Waldman, American Journal of Numismatics, 1993) The circulation of medieval Venetian coinages (1999, in "Moneta locale, moneta straniera: Italia ed Europa XI-XV secolo") The nature of the Sutton Hoo coin parcel (1992, in "A Voyage to the Other World: the legacy of Sutton Hoo") A hoard of medieval pennies from Arezzo (1988) The date of the Sutton Hoo coins (con W.A. Oddy, 1992, in "Sutton Hoo: fifty years after") Coinage in the name of medieval women (2001) Coinage and Money in the Morea after the Fourth Crusade (con J. Baker e S. Gerstel, 2013, in "Viewing the Morea: Land and People in the Late Medieval Peloponnese") Limitandoci alla produzione di moneta veneziana da parte di Venezia o di altre zecche come ci viene proposto, di quanto è a nostra disposizione dall’illustre studioso, rispetto anche ai saggi, la pubblicazione fondamentale rimane la zecca di Venezia del 2000, dove sicuramente citerà altri suoi libri e saggi pregressi, per argomentare quanto da lui scritto, e trattandosi della sua opera scientifica per eccellenza, credo che le pubblicazioni successive al 2000 comunque abbiano come base di partenza questo scritto. Ieri notte sono andato a riprendermi in mano (fisicamente, visto che lo possiedo) la Zecca di Venezia di Stahl e posso dire che: 1. Non vi è un indice dei luoghi (e per un libro di oltre 700 pagine è oggettivamente una pecca) quindi cercare anche un solo nome di città (che non sia Venezia, of course) nel testo sia come cercare un ago nel pagliaio; 2. ⁠Leggendo la bibliografia che accompagna lo studio scientifico, come possibile fonte sulla questione non vi è titolo il cui testo tratti Napoli o l’area dell’Italia meridionale tranne, intuisco e ipotizzo, F. Carabellese “Carlo d’Angió nei rapporti politici e commerciali con Venezia e l’oriente” Commissione Provinciale di Archeologia e Storia Patria, Documenti e Monografie, 10, Bari, 1911; molti saggi e pubblicazioni per Genova, Padova, Veneto in generale, Acquileia, Friuli, Tirolo, Lucca, Pisa, Pesaro, Firenze e la Toscana, Roma e lo Stato pontificio… e ad oriente, Bisanzio in primis. 3. ⁠non vi è nessuna abbreviazione per archivi di Stato a Napoli, Messina o nelle vicinanze. 4. ⁠a esser pignoli, cercando nell’elenco dei ripostigli e degli scavi archeologici in una delle appendici al volume, non è mai citata Napoli, né si segnalano Ducati di zecca non Veneziana. 5. le note al testo riportano le fonti in maniera scientifica e indicando la loro “collocazione” se di pubblicazione o di archivio. Nei capitoli relativi ai ducati o di cui se ne parla, non si trova la parola Napoli. Per carità, umanamente spero sia comprensibile che possa essermi sfuggita tale argomentazione proposta imputata allo Stahl nel corso della mia lettura “notturna”, e per questo chiedo, alla luce di quanto emerso, al gentilissimo @mero mixtoque imperio di indicare in quale scritto e in che punto Stahl è riferimento prezioso della sua ipotesi. Grazie
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  41. La lettura di un anticodocumento è complessa. Occorre capacità nel tradurre, nell'interpretare. Occorre immedesimarsi nel contesto storico. Occorre comprendere il modo di scrivere di chi ha scritto.
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  42. Buonasera a tutti. Ecco l'ultimo cavalluccio. Dovrebbe essere un Federico III Testa grande e capelli corti (?) Con in esergo T o R (?) Reimpressa. Help me
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  43. Il forum ha perso la sua natura storico-divulgativa perché alcune grandi firme (McCabe, Campana, e altri di cui ora mi sfugge il nome - spero che se mi leggono non si offendano), che prima lo popolavano, non sono più presenti o comunque non intervengono. Ma i motivi sono tanti (non ultimo, il fatto che i fora in sè stessi non "vanno più di moda"), non certo l'occasionale pubblicazione di monete che, anzi, è sempre un'occasione per scambiare opinioni e ottener informazioni
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  44. Può essere certamente anche così. Per rincarare la dose: l'attuale capitale della Mongolia si chiama Ulan Bator, cioè Eroe (Bator) Rosso (Ulan); e la parola 'bátor' nell'ungherese odierno significa coraggioso...
    1 punto
  45. Buonasera a tutti, non credo vadano ad incidere sulla rarità, mio parere personale ovviamente. Usati indifferentemente per dividere la leggenda. Aspettiamo comunque pareri più esperti. Saluti Alberto
    1 punto
  46. Ciao, anche per me si tratta di debolezze di conio, probabilmente causate da un conio molto usurato. Mi sembra di vedere delle porosità, confermi? In questo caso non è escluso che il conio del dritto fosse rovinato (magari arrugginito), causando così le varie asperità e debolezze evidenti in particolar modo nel dritto
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  47. Perchè? Nessuno ha il monopolio, non sul forum. Arka # slow numismatics
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  48. Grazie. Quando l'avrò finita, metterò io il file pdf compelto
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  49. Qualche riflessione conclusiva Pandosia è inizialmente una comunità senza moneta. La comparsa della legenda al R/ di stateri tripode/toro indica certamente che il centro entrò in rapporto prima con Sibari (toro) e, all’indomani della disfatta di quest’ultima, con Crotone (tripode), che esercitò con differenti modalità forme di controllo sui territori del cd. “impero sibarita”, come ben documentano le monete cd. d’ “impero”, espressione forse preferibile a quella di “alleanza”. Pandosia è secondo Strabone sede di re enotri (VI, 1, 5, 526) e in quest’ottica l’esibizione del toro, oltre a rievocare l’afferenza del centro al contesto delle relazioni con Sibari, dall’altro proietta sul documento monetale i retaggi di un un passato recente e di grande rilievo, considerato il ruolo significativo che l’ethnos degli Enotri svolse nell’organizzazione e gestione politico-amministrativa del territorio sibarita (Taliercio 2012, 19). Si trattò certo di un rapporto di sostanziale subordinazione politica, con Sibari e successivamente con Crotone, come denuncia per Pandosia l’assenza di tipi propri e la posizione dell’etnico al rovescio, benché non si escluda una qualche forma di limitata autonomia. La presenza del toro e della legenda sembrerebbero infatti ben riflettere l’orizzonte ante/post 510, documentando al pari di altri centri, quella continuità anche sul piano culturale e relazionale, oltre che insediativo, degli ambiti regionali che qualificarono l’impero sibarita e successivamente quello crotoniate. Ciò nell’ottica di una caduta di Sibari che non sembrerebbe generare situazioni particolarmente (o immediatamente) traumatiche nei territori dell’impero (Lombardo 2001, 331) e di una gestione del vasto territorio passato sotto l’egida crotoniate, mediato dalle eterie pitagoriche, entro cui il privilegio di battere moneta concesso a diverse realtà territoriali (Pandosia, Laos, Temesa) indica quantomeno una volontà di valorizzazione (e quindi di continuità relazionale) di queste comunità (Mele 2001, 279 s.). In una fase iniziale, inquadrabile nel VI secolo, Pandosia appare quindi un ambito, un toponimo che entra in contatto con due delle maggiori colonie achee, piuttosto che una polis compiutamente strutturata. Si trattava probabilmente di una realtà organizzata su base etnica e cantonale dotata di potere militare esemplata sul modello delle poleis hypekooi, un centro a forte connotazione indigena che solo nel corso del V secolo si avvia verso realtà elleniche (Mele 2001, 279; Bugno 2007, 177-8). Nondimeno la sua posizione strategica e probabilmente le sue risorse dovettero rappresentare i principali fattori di attrattiva che attirarono, in progresso di tempo, l’attenzione di Sibari ed in seguito l’interesse precoce di Crotone, la quale risalendo le valli dei fiumi Crati e Savuto poteva raggiungere anche la costa tirrenica dove si trovava Temesa, gravitante in orbita crotoniate dopo il 510 (Bugno 2007). Che il territorio di Pandosia fosse particolarmente ferace è chiaramente suggerito dai tipi adottati nel corso della II emissione, oltre che dallo stesso toponimo. A differenza della serie precedente, le immagini fanno riferimento esclusivamente a specificità locali del sito, di cui viene messa in risalto la connotazione fluviale e boschiva, suggellata dall’esplicito riferimento al Crathis - e, come si vedrà, al dio Pan sull’emissione successiva - e dall’immagine della figura femminile tradizionalmente interpretata come una Ninfa – forse eponima -, divinità notoriamente legata ai corsi d’acqua e sorgenti. Nel contempo l’assenza di qualsiasi riferimento esterno e l’adozione di tipi “propri” documenta la transizione del centro da comunità senza moneta a centro che acquisisce progressivamente una certa autonomia, come evidenzia anche l’adozione dell’etnico cittadino, apposto per esteso in nominativo con chiaro riferimento alla città. Da un lato, quindi, rivendicazione di una certa autonomia dopo lo stato di subordinazione a Crotone, dall’altro indizi di continuità con l’ambito acheo – a cui si deve la stessa fondazione secondo Ps.-Scymno (326-9) - evidenziati dagli gli elementi interni della moneta: il riferimento al fiume Crathis, l’utilizzo del san (e forse il peso, benchè degradato) nonché le succitate “influenze tirreniche” esercitate dall’achea Terina, che nel corso degli anni Sessanta del V secolo traduce la sopraggiunta autonomia in un’emissione di moneta a proprio nome e con tipi propri. I dati monetali, seppur con le dovute cautele, potrebbero suggerire che la nuova identità civica della polis adombrata dai tipi prese avvio in epoca successiva alla fondazione di Thurii. Resta tuttavia incerto se essa rifletta o meno la temperie culturale successiva alla crisi del Pitagorismo crotoniate (453/2: Bugno 2007, 178), che coinvolse comunità anelleniche dell’entroterra, tra cui gli Enotri, provocando certamente sganciamenti territoriali e favorendo monetazioni “autonome”, o se non si debba piuttosto ipotizzare uno slittamento nei decenni successivi sulla scia dei succitati confronti stilistici. Con il passaggio alla III emissione si colgono innovazioni sul piano tipologico e nell’articolazione interna. Si dilata l’orizzonte relazionale, come documenta la scelta di tipi e la più ampia gamma di nominali coniati. Incerto resta tuttavia il coinvolgimento della città nella Lega italiota, di cui le fonti non recano traccia, e postulato sulla base della presunta derivazione del tipo di Hera Lacinia dagli stateri crotoniati di inizio IV sec. a.C. ricondotti agli anni dell’alleanza militare. Che i tipi pandosini riflettano o meno un afferenza della città agli interessi della lega, è certo che la loro scelta sembra rispondere ad una volontà di autorappresentazione e promozione della identità civica su ampia scala. La scelta di Pan, in particolare, non appare casuale e si pone in continuità con quella del Crathis della precedente emissione, come opportunamente rilevato (Taliercio 2012). La valle del Crathis era infatti dal movimento di pastori (Bugno 1998; 2007) e da attività di transumanza che appaiono in perfetta coerenza con un culto di Pan e con la sua immagine sulle monete di Pandosia, se è corretta la localizzazione del sito nell’alta valle del fiume. E per quanto il documento monetale restituisca, cme sopra rilevato, un Pan privo della tipica natura ferina presente invece su altre classi di materiali, non credo che la connotazione militare vada troppo enfatizzata. Sulle dracme, ad esempio, il dio è colto nell’atto di protendere la mano verso il cane come per accarezzarlo; indossa il petaso, il tipico copricapo di Hermes (richiamato da erma e caduceo degli stateri), e la lancia appare quasi in secondo piano, semplicemente poggiata sulla roccia. Ne emerge più che la dimensione guerriera la marcata sottolineatura agreste-pastorale del dio, evidenziata al pari della syrinx sul triobolo siglato NIKO. Al tipo di Pan e alle sue prerogative fa eco l’immagine di Hera Lacinia. E’ ben noto che anche il promontorio Lacinio, come l’alta valle del Crati, fosse terra di pastori, come documenta il passaggio di Herakles con i buoi di Gerione (Diod. VIII, 17, 1.; Giambl., Vita Pyth., 52) ma anche le tradizioni relative a Filottete. La stessa Hera appare intimamente connessa al mondo silvo-pastorale in quanto potnia theron e particolare risalto viene conferito dalla tradizione al bosco sacro, dono della dea Teti, che circondava il tempio a lei dedicato sul Lacinio (Capo Colonna), dove pascolava ogni genere di animale sacro alla dea. Sulla base di queste osservazioni l’associazione Hera-Pan rivela forse non solo comunanza di interessi con l’alleanza italiota, ma anche promozione di un’identità della polis che va ben oltre scopi prettamente militari, come altri elementi concorrono ad evidenziare. L’incremento dei nominali coniati (stateri, dracme, trioboli), la comparsa di lettere e/o sigle (, , ) e, non per ultimo, una maggiore (benché numericamente esigua) circolazione degli esemplari (Calabria 1864: IGCH 1908; Valesio 1926: IGCH 1977), sembrerebbero suggerire l’impressione di una significativa evoluzione dell’assetto civico e politico-amministrativo del centro, che da comunità indigena ellenizzata è ormai divenuto una polis compiutamente strutturata, città dei Pandosini, (), e la cui moneta, non più schiacciata sullo statere, documenta un ampliamento di funzioni e servizi non più limitati alle transazioni di grossa entità. In quest’ottica più che interpretare i tipi monetali come immediati riflessi di vicende storiche per nulla o mal documentate, ci si potrebbe chiedere se la scelta di Hera non risponda piuttosto alla volontà di suggellare il rapporto con la grande dea achea rinsaldando i legami con quell’ethnos a cui, secondo la tradizione, si deve la stessa fondazione di Pandosia, proiettandolo in un orizzonte mitico. Dopo l’inizio del quarto secolo Pandosia non emetterà più moneta e scarne e frammentarie appaiono le notizie sulla città tramandate dalle fonti. Di una certa rilevanza appare tuttavia la testimonianza di Livio (VIII, 24) secondo cui la città, coinvolta tra il 334 e il 331 nelle operazioni militari di Alessandro il Molosso, che morì proprio nei pressi di Pandosia, si trovava al confine tra il territorio dei Lucani e quello dei Brettii. Viene dunque ancora una volta richiamata quell’importanza strategica del sito quale cerniera tra i comprensori Crati-Savuto che trova piena corrispondenza nella documentazione numismatica (raffigurazione del dio fluviale Crathis nel gruppo B) e a cui fa eco la vicinanza a Consentia ricordata dal passo liviano, dal momento che probabilmente è proprio da questa città che prese avvio la conquista del territorio ad opera dei Brettii. Emerge dunque la posizione di central place di Pandosia, che dovette avere radici remote e ben anteriori al contesto delle relazioni con Sibari e poi con Crotone, per la quali le cospicue risorse del territorio, richiamate dallo stesso toponiomo, nonché la prossimità del fiume Crathis non dovettero passare certo inosservate e a cui posero attenzione anche i Romani, ai quali la città si arrese nel 204/3 insieme a Consentia e ad altre civitates dopo la presa di Clampetia (Liv., XXIX, 38, 1. Sull’argomento v. anche Genovese 2012, part. 32 ss.).
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  50. L'emittente della moneta "Conte I da Carrara" (1413-1420) è citato ben quattro volte: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/cat/W-ASC https://numismatica-italiana.lamoneta.it/cat/W-ASCCIC https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ASCCIC/1 Nella seconda scheda sopra citata ho inserito anche una nota storica. Magari si potrebbe aggiungere qualcosa nella nota storica, tutto si può fare. Ma le citazioni di Conte I da Carrara credo siano più che sufficienti. In oltre 12 anni da che ho fatto quelle schede, nessuno ha mai osservato la mancanza di elementi fondamentali delle schede delle monete. Eppure sono moltissimi quelli che consultano tali cataloghi.
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