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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/25/25 in Risposte
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Buonasera a tutti, riesumo questa mia vecchia discussione perché grazie ad una operazione combinata a tre con gli Amici @Raff82 e @gennydbmoneysono riuscito a portare a casa un 9 Cavalli di Ferdinando IV del 1789, qualcuno potrebbe dirmi che ne ho già tre ma con questo credo di aver fatto Poker 😁. Il venditore lo giudicava MB sono d'accordo. Saluti Alberto3 punti
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Buon Pomeriggio a tutti, in Francia fino all'Agosto del 1848 era ancora in vigore la complicata tariffa a scalare, che prevedeva diversi importi per le lettere a seconda del peso e della distanza. Il letterato Etienne Arago aveva compreso l'efficacia del nuovo sistema - il francobollo - che dopo l'Inghilterra era stato adottato in Svizzera, Brasile e Stati Uniti. La sua riforma, che doveva entrare in vigore il 1° Gennaio 1849, prevedeva una tassa uniforme di 20 centesimi entro i 7 grammi e mezzo di peso ( poi 40 centesimi sino a 15 grammi e 1 franco fino ad un etto ) per le lettere dirette ovunque in Francia, compresa l'Algeria, che era stata conquistata nel 1830. Per soddisfare le nuove tariffe si dovevano utilizzare i francobolli e le lettere affrancate avrebbero avuto la precedenza su quelle che non lo fossero state. Come quasi tutte le riforme, anche questa venne accolta all'inizio con diffidenza, ma in un paio d'anni s'impose per la praticità ed il bilancio delle poste transalpine migliorò nettamente. La nuova Francia repubblicana volle utilizzare un simbolo che ricordasse la nuova libertà riconquistata ed Arago decretò quindi la raffigurazione della "testa della liberta" Per raffigurare tale idea di libertà, fu prescelta dall'incisore capo della zecca di Parigi Jean Jacques Barre, Cerere - Demetra in greco - dea tutelare dell'agricoltura, come evidente riferimento alla base popolare e contadina della Francia repubblicana. Il volto realizzato da Barre riprendeva un'iconografia classica, con la testa cinta da un serto di spighe di grano ed un grappolo d'uva. Il 1° Gennaio 1849 vennero realizzati due valori : il 20 centesimi nero e l' 1 franco vermiglio. Cerere in francese si dice Cérès ed è con questo nome che i collezionisti d'oltralpe chiamano l'emissione. Il francobollo di ultimo acquisto ed oggi condiviso, è un valore di 1 franco - carminio scuro -, emissione di fine 1849 con annullo. Catalogo Unificato 6. Grazie.3 punti
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confermo che per la mia esperienza, citando i negozi di numismatica quasi tutte le case d’asta mi hanno autorizzato. forse solo quelle non specializzate (es Pandolfini, etc..) hanno procedure diverse3 punti
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Nino, io non sottovaluterei le evidenze soprattutto se sono documentate da studi e pubblicazioni. il mondo contromarche è un mondo dove di certezze ce ne sono poche, tuttavia chi si è cimentato negli studi, Santelli e Campana, mi sembra abbiamo motivato con riscontri le loro ricerche con pubblicazioni che di fatto sono l unico riferimento a questo "mondo". Poi non scinderei le monete dai libri.... sono un unico argomento indivisibile...3 punti
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Buongiorno a tutti! Vivo ormai nel Regno Unito da oltre dieci anni e, in questo periodo, sono riuscito a raccogliere diversi monetieri antichi. Si trovano con relativa facilità e, sorprendentemente, a prezzi molto più bassi rispetto a quelli che riscontravo in Italia: ad esempio, un bel monetiere con decine di cassetti (magari un po’ vissuto) si può acquistare senza problemi per meno di 100-150 sterline. Questa abbondanza riflette una diffusa passione collezionistica che, qui in Gran Bretagna, ha avuto un’enorme popolarità dalla seconda metà dell’Ottocento fino agli anni ’50 del Novecento, ma che si è quasi completamente estinta nel XXI secolo. Da appassionato di storia naturale, posso confermare che anche le cassettiere specializzate per entomologia, geologia, paleontologia (e così via) sono altrettanto comuni. Lo stesso vale per le collezioni ornitologiche, in particolare quelle di uova; oggi, naturalmente, vietate. Personalmente non sono mai stato un grande estimatore dei monetieri con scomparti rotondi, i cosiddetti “tipo inglese”. Proprio per questo, anche se con un po’ di fatica, ho cercato di raccogliere porta monete con scomparti più simili a quelli a cui siamo tutti più abituati, cioè di forma quadrata. Nei commenti a questa discussione pubblicherò le foto dei tre porta monete che possiedo e invito chiunque sia interessato a partecipare, condividendo il proprio metodo di conservazione delle monete o lo stile del proprio monetiere. Martin2 punti
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Buongiorno condivido un ultimo acquisto,un martoriato sestante,vissuto,punti di corrosione dovuti dal tempo,difetto di fusione sul caduceo,traccia di patina ancora visibili,ma perfettamente identificabile e soprattutto non bulinato. 80 euro più diritti mi ritengo soddisfatto. ANONIME (C. 280 a.C.). Sestante per Roma. AE (g 48,93). Conchiglia; due globetti ai lati. Caduceo; due globetti ai lati. Crawford 14/5; Vecchi ICC, 30; HNItaly 272; RBW -. MB. Nr. Reg. 643/252 punti
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Buonasera a tutti. Condivido questo 9 cavalli 1790 conio ibrido, appena entrato in collezione (e rientrato in patria) per sostituire il precedente, messo molto peggio. Mancanza totale di punti al rovescio, dopo C e 9 e, forse, "I" di Ferdinan ribattuta/corretta? Cosa ne pensate?2 punti
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Picciolo di Fermo emesso a nome di Francesco Sforza di Cotignola... direi tipologia con biscia coronata nel campo... https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FRMFSC/6 Mario2 punti
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Buongiorno a tutti, la Zanetta di Filippo III con "strano simbolo" è stata fatta visionare anche al Signor Pietro Magliocca per un suo autorevole parere... Vi aggiorno...2 punti
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Ho provato a fare degli ingrandimenti e anche se le immagini sono quelle che sono si vede abbastanza chiaramente una parte della / che prosegue dopo essersi incrociata con \... Quindi,per me, nessun dubbio che sia una normale X...2 punti
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Servirebbero immagini nitide dei dettagli... Io comunque resto del parere che la X c'è ,con colpo che interessa la gamba sinistra tanto da farla sembrare tutt'al più una Y e non una \...2 punti
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Quindi , perché si verificasse ciò, dovevano essere facilmente riconoscibili per il popolino e per chi era addetto al ritiro…. Ma questo si scontra con le affermazioni che fossero fatti con conii ufficiali e che , addirittura, i serrati siano stati riconosciuti, in certe occasioni, solo dopo una pulizia aggressiva…. come avrebbero fatto all’epoca a ritirarli e metterli fuori corso o sceglierli per un corso forzoso, se cosi identici e irriconoscibili dai buoni?2 punti
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Buonasera a tutti, Condivido il mio modesto Carlino 1834 con"ciuffo ribelle" come quello postato da Rocco. Saluti2 punti
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Non ho capito il discorso dei dentellati su quali contromarche dovrei esprimermi? il” sentito dire” a cosa si riferisce? I conii di dritto non sono identici, ma ricavati uno dall’altro2 punti
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calma calma il follis da 40 nummi di Teodato dove è stato coniato ? Metlich (pag. 125 "Die Study of Theodahad folles") riporta testualmente: "... showing his personal features with his small moustache and his rather well fed appearance"... Gli ori riportano l'immagine convenzionale dell'imperatore (Zeno, Anastasio etc.) dove baffi e barba non ci sono o non sono distinguibili. Le siliquae battute a Roma per Odoacre, a nome di Zeno, mostrano il busto imperiale, convenzionale (senza barba/baffi), idem per Teoderico sotto Anastasio e Giustino. Ma per il bronzo i capi barbari si prendevano sicuramente maggiori libertà. Era il loro terreno di gioco dove potevano godere di una certa autonomia come ci mostrano le emissione dei sovrani goti successivi a Teoderico. Non dimentichiamo che il dominus assoluto era pur sempre l’imperatore d’oriente, il sovrano bizantino che tollerava i re goti solo se soggetti e Giustiniano non aveva esitato un secondo a mandare il suo esercito e uno dei generali piu’ capaci, Belisario, a rintuzzare l’espansione e le mire Gote compresa la riconquista di Ravenna che avvennd nel 540. Metlich a pag. 47 del suo 'seminal' work riporta un follis - per ROMA - a nome di Zeno ma con uno spettacolare ritratto baffuto e barbuto : un probabile restrike di un bronzo imperiale e certamente non il busto di Zenone Il ritratto che vediamo nei nummi di Odoacre battuti a Ravenna puo' essere a ragione considerato una rappresentazione veritiera del condottiero sciro. Idem per Teodato nel suo follis da 40 nummi non solo potentissimo messaggio di autodeterminazione del sovrano Goto in un taglio monetale ben piu' rappresentativo e popolare che le rarefatte emissioni auree, ma anche di una raffinatezza di esecuzione che a Roma non si vedeva dai tempi dei grandi bronzi imperiali. sono sempre piu' convinto che tali rappresentazioni lungi dall'essere imprecisioni esecutive o velleità di artisti incisori piu' o meno bravi, fossero volute dai sovrani per rendere piu' evidente la propria influenza attraverso il fortissimo mezzo di comunicazione che era la moneta ai tempi. # Che Tedoato nel famoso follis fosse raffigurato con i baffi non credo vi siano dubbi. Anche la neutrale wikipedia lo menziona nella descrizione che riporto sotto : Moneta di Teodato (534–536), coniata a Roma. È raffigurato con i baffi da barbaro.2 punti
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Ora del secondo monetiere! (forse il mio preferito). Me lo aggiudicai su eBay.co.uk circa un anno fa per due spicci. Il vero problema fu il trasporto (ritiro a mano come unica opzione), essendo di un peso disumano per via della copertura in vetro di ogni singolo cassetto, e per via delle dimensioni tutt’altro che convenienti (lungo 1 metro e 50 circa). Logicamente, le dimensioni erano indicate in “feet”, motivo della mia sbadata sottostima della grandezza di questo mobile! Dopo uno sforzo disumano e l’aiuto di qualche amico son riuscito a portarmelo a casa. Monetiere in quercia anni ‘302 punti
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Salve a tutti, appena arrivato, vi presento il mio primo pezzo . Vista e piaciuta.1 punto
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DE GREGE EPICURI Oggi voglio mostrarvi questo bronzo di Salonina, uno degli ultimi arrivati. E' per la zecca di Saitta in Lidia, che non era rappresentata nella mia collezione; pesa 5,70 g. e misura 22 mm. Al D, busto a destra; si legge solo: ..NEINAC C... Al R, tempio tetrastilo, con figura al centro. Leggo solo: (E)AC...X e in esergo: ...ITTH... E' descritta nella collezione Winsemann al n.2643; BMC 74; GRPC Lydia 172. In parte simile anche alla Sear 4665, ma con scritte diverse.1 punto
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Sono contento per te,so che lo cercavi da tempo e alla fine lo hai trovato... Adesso però andiamo avanti con un' altro obbiettivo...😉1 punto
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Fai bene a tenerla. La tua moneta avrà anche una storia in più da raccontare. Inoltre, non tutti conoscono la vera composizione chimica delle proprie monete. Un plauso anche alla casa d'aste. Non tutte si sarebbero comportate così.1 punto
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Grazie, ci provo. Aggiungerò le immagini del risultato1 punto
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Concordo con @Carlo., anche per me autentica, intorno al quasi BB / BB. Usura accentuata su entrambe le date.1 punto
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Ciao @sulinus, a vederlo in fotografia sembrerebbe originale, nell'ordine del qBB, in particolare a causa dell'usura che ha quasi cancellato l'anno (possibile anche una debolezza di conio, visto che altre parti della moneta sono meglio conservate). Non presenta particolari colpi (un piccolo colpetto al bordo ore 7) o graffi deturpanti. Stella su colletto e baffi usurati. Nel complesso ancora gradevole. Ultimamente in asta ne ho visto diverse paragonabili, esitate a 100-130 + diritti1 punto
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@Isolano, ci mancherebbe, eccome ! Il tetradramma ateniese è una moneta iconica, per chi ama le classiche greche è un "must" da avere.1 punto
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Concordo con tutto quello che ha scritto @Antonino1951. Come valore starei intorno ai 10 Euro.1 punto
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Bello e ha anche un colore fresco, il cerchietto in alto sa sx non so cosa segnali, un piccolo punto nero? forse un qualche cosa nell'impasto della carta, penso proprio niente di particolare, conosco alcune firme di periti Francesi, ma questa non la conosco e come sempre potrebbe essere la firma di un venditore , in questo caso Francese, buon pezzo da collezione, complimenti1 punto
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Il programma numismatico vaticano del 2025, a quando le emissioni? Nel sito della CFN dedicato a monete e francobolli del Vaticano scopriamo poi anche il programma delle emissioni 2025, di cui parte verrà emesso a nome di papa Leone XIV e in parte ancora con l’indicazione di Francesco come pontefice. Le uniche monete 2025 di cui è stato possibile – da fonti dell’Unione Europea – conoscere al momento i soggetti sono le bimetalliche da due euro per Anno Santo, 550° dalla nascita di Michelangelo e Sede Vacante (leggi qui il nostro articolo). Colpisce che alla Sede Vacante saranno dedicate, oltre che la due euro di cui già vi abbiamo parlato, anche due argenti, da 5 euro e da 25 euro rettangolare con colori, entrambe in finitura proof. Ecco il programma nei dettagli: Divisionale FDC 2025 Divisionale FDC con bimetallica 5 euro “20° morte di san Giovanni Paolo II” Divisionale FS con moneta 20 euro argento “Papa Francesco Anno Santo MMXXV” Divisionale FS con moneta 50 euro oro “Papa Francesco Anno Santo MMXXV” Moneta bimetallica 5 euro FS “20° anniversario morte di san Giovanni Paolo II” Moneta in rame da 20 euro “Arte e Fede – Il Buon Pastore” (FS e FDC) Moneta in argento da 25 euro colorata “Pasqua di Resurrezione” (FS) Moneta da 2 euro “Anno Santo 2025” (FS e FDC) Moneta da 2 euro “550° nascita di Michelangelo” (FS e FDC) Moneta in argento da 5 euro FS “Sede Vacante” Moneta rettangolare in argento colorata da 25 euro FS “Sede Vacante” Moneta commemorativa da 2 euro FDC emissione speciale “Sede Vacante” Moneta rettangolare in argento colorata da 25 euro FS “Anno Santo 2025” Moneta in oro da 10 euro FS “Il Battesimo MMXXV” Moneta in oro da 100 euro FS “Il Concilio di Nicea” Moneta in rame e argento da 10 euro FS “La Croce del Giubileo: Bellezza del Creato” Moneta in argento e rame da 10 euro FS “La Croce del Giubileo: Conversione” Moneta rettangolare in argento colorata da 25 euro FS “550° nascita di Michelangelo” Moneta in argento da 5 euro (con rilievi in oro) “I dodici apostoli: san Matteo” Moneta in argento da 10 euro (con rilievi in oro) “I dodici apostoli: san Tommaso” Moneta in argento da 25 euro colorata colorata “Santo Natale” Moneta in oro da 200 euro FS “Anno Santo MMXXV” Al programma si aggiungeranno la coin card con moneta da 50 centesimi e quella con la bimetallica da un euro (saranno a nome di papa Prevost o del suo predecessore?) nonché una o più stamp & coin card. Le novità saranno rese note nel rinnovato portale web www.cfn.va dedicato a monete e francobolli dello Stato della Città del Vaticano. Ho preferito metterlo per esteso per non dover dipendere dal pdf, ora aspettiamo le date di vendita sperando che recuperino sul tempo perso1 punto
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oggi è stato emesso il "bellissimo e significativo" 2 euro belga dedicato al circuito di Spa.1 punto
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i bulgari manco sono entrati ufficialmente, che già hanno il programma dei due anni successivi1 punto
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Nessuna pesantezza... anzi, tu e gli altri amici mantenete viva la sezione Filatelia... puo' capitare che non si risponda subito .. ma tranquillo che la risposta arriverà.1 punto
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In quanto a maledizioni penso che siamo stati in tanti ieri, forse noi siamo capitati in quel limbo di sfigati ai quali la carta è stata bloccata perchè il sistema è andato in palla (siamo stati i primi a pagare), se risuccederà di nuovo smetto la collezione e vendo tutto.1 punto
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FO resta, L edile no = forestale di Leno. Buona giornata!1 punto
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Buona sera, sono in discrete condizioni, direi BB+ la prima (senza strappo) e qBB l'altra, per via dello strappo profondo. La carta mi sembra ancora consistente, il piano di stampa è pulito e la conservazione naturale gli mantiene un bel rosso vermiglione al contrassegno. Il catalogo Crapanzano-Giulianini riporta un prezzo di 120€ x il BB, considerando che i prezzi di catalogo vanno di solito ridotti di un 30/50% azzarderei un valore di 80€ per la prima e 40/50€ per la seconda. La presenza dello strappo su una delle due mi lascia pensare che forse sarebbe meglio venderle separatamente perché difficilmente un collezionista vorrebbe tenere una coppia consecutiva con un difetto simile. Ma è solo una mia sensazione che qualcun altro potrebbe non condividere. Per i prezzi vediamo gli altri cosa dicono. Comunque belle, difficile trovarle in conservazione non trattata.1 punto
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Tre nodi, retto, dà buca, restati, rana = treno diretto da Bucarest a Tirana. Buona serata!1 punto
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Aggiungo qui una comparazione visiva tra il fiorino in oggetto e un genovino coevo, con alcuni elementi evidenziati per facilitare l’osservazione delle possibili corrispondenze. Si distinguono, in particolare, tracce compatibili con la cornice polilobata e parte della struttura architettonica tipica del diritto genovese, che sembrano riaffiorare sotto la coniazione del fiorino. Naturalmente non si tratta di una conclusione, ma di un invito al confronto: ogni osservazione, anche critica, sarà benvenuta.1 punto
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Il primo “monetiere” si tratta di un porta vetrini da microscopio del 1850 (circa) in mogano, che ho convertito in porta monete usando un metodo non invasivo - asticelle di balsa tagliate su misura senza usare né colle né chiodi (aggiungerò più dettagli nella prossima risposta).1 punto
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no è Napoli 100%, l'unica cosa che non torna è il simbolo sotto il busto nel frattempo segnalo questo tornese passato sulla baia, caricato dal profilo di un negozio1 punto
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Buonasera, confesso che neanch'io, come molti, ho resistito alla tentazione di acquistare la mia prima civetta... presa da Savoca, gr 6,8, mm 24. Ero molto felice della cosa ma quando mi è arrivata a casa, vedendola da vicino mi è venuto qualche dubbio. Posso chiedervi cosa ne pensate? In particolare è normale un simile bordo? Vi ringrazio anticipatamente...1 punto
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LA RESTAURAZIONE OLIGARCHICA Trascorsi due anni in Grecia per riorganizzare le forze, nell’83 a.C. Silla si imbarcò per l’Italia con 5 legioni, deciso a combattere contro il governo dei populares; sbarcò a Brindisi, impossessandosi subito del controllo della città. La guerra civile era iniziata. Il suo esercito era piccolo ma formato da legionari esperti, fedeli e disciplinati; furono persino disposti a prestare giuramento di fedeltà a Silla e a partecipare con un piccolo contributo alle spese di guerra. Silla fu in grado di controllare strettamente la marcia delle sue legioni e riuscì pertanto non solo a vincere gli scontri contro gli eserciti nemici, ma anche a ingraziarsi il favore di molte popolazioni e persino a convincere parte delle truppe dei populares a disertare e unirsi a lui. Molti esponenti dell’aristocrazia si unirono a lui, fra cui Quinto Cecilio Metello Pio, Marco Licinio Crasso (ricchissimo esponente di una potente gens plebea) e, soprattutto, Gneo Pompeo, il figlio di appena 23 anni di Gneo Pompeo Strabone, che portò con sé tre ottime legioni composte dai veterani del padre. Con queste forze, Silla sbaragliò facilmente le legioni schierate ad attenderlo e risalì la penisola. Per l’82 a.C. il popolo elesse consoli Papirio Carbone e Gaio Mario (detto il Giovane), figlio dell’omonimo; Quinto Sertorio fu inviato in Spagna per effettuare nuovi reclutamenti. Si ricorse a misure straordinarie per accumulare le risorse necessarie a finanziare la guerra: venne anche sottratto l'oro e l'argento raccolto nei templi di Roma. L’esercito sillano sconfisse però quello consolare e i due consoli si asseragliarono in città fortificate: Mario a Praeneste (attuale Palestrina), Carbone a Chiusi. Silla, che inizialmente assediava Mario, decise di spostarsi verso Chiusi, allontanandosi così da Roma. Sopraggiungeva un esercito composto da 70.000 Sanniti e Lucani, decisi a dar manforte ai populares; saputo della manovra Silla, decisero di puntare direttamente contro Roma e si accamparono a Porta Collina (porta delle mura serviane, tra le attuali via XX Settembre e via Salandra). Ponzio Telesino, comandante sannita, arringò i suoi uomini dicendo che Roma stava per essere distrutta, i “raptores italicae libertatis” (predatori dell’italica libertà) stavano per essere annientati e, a tal fine, era necessario distruggere il "bosco" ove si rifugiavano i "lupi" romani. Ma Silla non intendeva lasciare Roma alla mercé di questi rivoltosi: capito il suo errore, fece fare marcia indietro al suo esercito e tornò verso l’Urbe a tappe forzate. Arrivò nel primo pomeriggio del 1° novembre 82, schierò le sue truppe presso il tempio di Venere Ericina (vicino all'odierna Porta Pia) e, benché fossero esauste, diede l’ordine di attaccare. L’ala destra del suo esercito, comandata da Crasso, dopo un duro scontro prevalse sui nemici e li mise in fuga, inseguendoli sino ad Antumnae (attuale Monte Antenne, all’estremità del parco di Villa Ada); sull’ala sinistra, invece, la situazione era critica: i Sanniti pressavano i Romani costringendoli ad arretrare. Per evitare la disfatta, Silla fece chiudere le porte della città, onde evitare che i suoi abbandonassero la battaglia; cavalcò poi in prima fila, rischiando anche di essere ucciso dalle lance dei nemici. Lo scontro durò tutta la notte ma, alle prime luci del 2 novembre, i Romani avevano vinto. Roma era salva. I populares erano stati sconfitti; Gaio Mario il Giovane si suicidò, Carbone fuggì. Silla assunse il cognomen Felix, che significa "fortunato perché benvoluto dagli dei". _________________ Lo scontro titanico fra populares e optimates, seppur foriero di tragedie, ha ispirato in quegli anni bellissime testimonianze monetarie; tuttavia non è sempre oggi facile distinguere a quale fazione inneggiassero i monetarî Uno dei consoli in carica nell’83 a.C. era Gaio Norbano, il cui cognomen attestava una provenienza da Norba (attuale Norma, vicino a Latina); un suo omonimo, verosimilmente suo figlio, il denario, RRC 357/1 che raffigura al dritto la testa di Venere e, al rovescio, quattro oggetti: l’acrostolio[1] (ossia la porzione anteriore delle grosse navi, quindi un simbolo di navigazione), il fascio littorio (simbolo dell’imperium), il caduceo (attributo di Mercurio, quindi simbolo dei viaggi e del commercio) e una spiga di grano. Si tratta della rievocazione di un’impresa compiuta dal console nell’88, quando - pretore in Sicilia durante il bellum sociale - organizzò una flotta per portare cibo a Reggio, assediata dagli insorti; ma è anche, come ha evidenziato Amisano, un’allusione agli elementi che alimentano il potere militare: il dominio sul mare, la politica e la capacità di approvvigionare le truppe. Altro bel denario (serrato) è RRC 362/1, firmato nell’82 da Gaius Mamilius Limetanus (forse figlio dell’omonimo, tribuno della plebe nel 109). Al dritto rappresenta Mercurio, con il caduceo sulle spalle; al rovescio Ulisse, travestito da vecchio mendicante, nel momento in cui viene riconosciuto dal suo anziano e fidato cane, Argo. Amisano ha osservato che non si può non vedere in Ulisse, raffigurato dopo che è sbarcato a Itaca e prima che uccida i Proci, un’analogia con la venuta di Silla in Italia per uccidere i traditori: un chiaro sostegno agli optimates. Ulteriore interessante emissione dell’82 è il denario RRC 363/1, firmato da L. CENSOR, forse padre omonimo del Lucius Marcius Censorinus che sarà console nel 39 a.C. Al dritto è raffigurato Apollo, al rovescio invece il satiro Marsia[2] davanti a una colonna sormontata da una statua della Vittoria[3]. Ancorché Crawford non concordi, il richiamo di Marsia sembra inneggiare alla libertà dei popoli italici[4] (anche grazie all’assonanza fra il suo nome e quello dei Marsi, popolazione che fu protagonista del bellum sociale) e, quindi, alla fazione dei populares. _________________ Silla fece uccidere molti suoi oppositori (fra cui Gratidiano); determinato a restaurare lo Stato aristocratico, riesumò una magistratura non più utilizzata da oltre un secolo, la dittatura, stravolgendone senso e funzione: si fece infatti nominare dittatore a tempo indeterminato (in origine, la dittatura aveva durata solo semestrale) con lo scopo dichiarato di rifondare la repubblica (rei publicae costituendae; la dittatura era invece nata per assicurare la conduzione di campagne militari). Attuò, quindi, una serie di riforme legislative tese a mettere il controllo del governo nelle mani del Senato e, parallelamente, togliere potere ai tribuni della plebe. Intuì il potenziale di Cesare (che negli ultimi anni, era stato molto vicino all’altro suo zio acquisito, Gaio Mario) e, per allontanarlo dai populares, gli ordinò di ripudiare la figlia di Cinna; Cesare tuttavia si rifiutò, sfidandone l’ira. Silla meditò allora di farlo uccidere; desistette per le pressioni di molti aristocratici, amici comuni, ma li avvertì che “Cesari multos Marios inesse”, “dentro Cesare ci sono molti Mario”. Fu un personaggio complesso: religioso ma dissacrante, tradizionalista ma innovatore, crudele ma rispettoso della legge, severo ma votato alla salvezza dello Stato anziché all’arricchimento personale. Era noto per la sua ironia: nominò Metello Pio pontifex maximus gettando il popolo nello sconforto, perché quegli era balbuziente e, quindi, durante i riti religiosi doveva ripetere per un numero estenuante di volte le preghiere (che, nella mentalità romana, necessitavano di essere pronunciate in modo esatto, per risultare efficaci). _________________ Nel frattempo Sertorio, che si trovava in Spagna, rifiutava di deporre le armi e raccolse attorno a sé non solo i populares in fuga da Roma, ma anche molte popolazioni iberiche; alla fine dell’82, si mosse contro di lui un esercito al comando del proconsole Annio Lusco che, prima di passare i Pirenei, si fermò a Massalia. A Massalia provenzale uno dei comandanti sillani, Gaio Valerio Flacco[5], emise un interessante denario, RRC 365/1. La moneta reca, al rovescio, la legenda C. VAL. FLA - IMPERAT - EX. S. C) non solo quindi il titolo di imperator, ma anche la precisazione che la coniazione avveniva (seppur fuori dal territorio nazionale) “ex senatus consulto”, su mandato del Senato. L’iconografia inneggia al successo militare: al dritto è infatti rappresentata la Vittoria, ma è la raffigurazione al rovescio a risultare particolare: un’aquila legionaria montata su asta con, ai lati, altri due stendardi militari: a sinistra quello degli hastati (come si desume da una piccola lettera H alla base delle insegne), a destra quello dei principes (con lettera P). Questa simbologia, che richiama l’immagine delle legioni in marcia (delle quali, da lontano, si dovevano appunto intravedere l’aquila e gli stendardi), introdotta qui per la prima volta, riscosse grande successo: sarà infatti ripetuta spesso, durante sia la repubblica sia l’impero. Lo scontro fra Lusco e Sertorio avvenne nell’81 a.C.; sconfitto, il generale ribelle dovette scappare in Africa. Quello stesso anno un poco noto monetiere, Aulo Postumio Albino, emise un denario serrato, RRC 372/2, che reca al dritto la personificazione dell’Hispania (identificata da una didascalia), al rovescio un magistrato in toga in piedi tra un’aquila legionaria e un fascio littorio: evidentemente egli voleva ricordare (in un momento in cui la Spagna era tornata “agli onori della cronaca”) che il suo antenato Lucio Postumio Albino, pretore nel 180 a.C., aveva combattuto con successo in quella stessa terra. La scena al rovescio è particolarmente interessante: per Crawford si tratta di una mera allusione al potere militare e politico (aquila e fascio), ma potrebbe invece rappresentare una leva (cioè, la chiamata dei cittadini per arruolarli), occasione durante la quale il magistrato cum imperium (e fornito, quindi, del fascio) si recava a Campo Marzio, vi piantava l’insegna legionaria e faceva chiamare e registrare le reclute. _________________ In Italia, Pompeo aveva dimostrato, malgrado la giovanissima età, grandi doti di coraggio, energia e abilità militare. Silla lo incaricò allora di cacciare i populares dalla Sicilia e dall’Africa, ove essi potevano affamare il popolo di Roma bloccando i rifornimenti di grano. Il giovane condottiero portò a termine celermente il suo compito: già alla fine dell’82 a.C. si impadronì della Sicilia, dove fece giustiziare Papirio Carbone; passò poi in Africa ove ottenne una serie di successi strepitosi vincendo sia i populares sia il re di Numidia, loro alleato. _________________ Per l’80 a.C. furono eletti consoli Metello Pio e Silla. Quest’ultimo fece coniare un aureo, RRC 381/1 che tradisce il suo carattere irriverente e sottilmente ironico: la moneta infatti raffigura al dritto la dea Roma, al rovescio una statua; non viola quindi il divieto di rappresentare persone in vita. Peccato che la statua sia, verosimilmente, quella che era stata collocata nel Foro, che a sua volta raffigurava … Silla stesso. Quello stesso anno Silla ordinò a Pompeo (che ancora stazionava in Africa) di congedare le sue legioni e tornare in Italia da privato cittadino; Pompeo riunì i soldati e finse che essi stessi non volessero abbandonarlo; anzi, lo acclamarono Magnus, come il grande Alessandro, e tale epiteto divenne il suo cognomen. Il giovane sbarcò allora in Italia con tutto l’esercito e chiese a Silla di concedergli il trionfo; quando quegli glielo negò, rispose sfrontatamente “sono più numerose le persone che adorano il sole al suo nascere di quelle che lo adorano al suo declinare”. Silla, sorpreso da tanta audacia, acconsentì, ma da allora non gli assegnò altri incarichi. Sempre nell’80 un liberto di Silla accusò ingiustamente di parricidio (uccisione del padre) un giovane, sicuro che nessuno ne avrebbe preso le difese in tribunale, temendo l’eventuale vendetta di Silla stesso; invece non solo un giovane avvocato (tale Marco Tullio di Arpino, che aveva ereditato il cognomen dispregiativo di “cece” da un suo parente con un’escrescenza sul naso) accettò di difenderlo, ma vinse anche la causa e, da allora, il suo cognomen - Cicero, in Latino - cominciò a essere famoso. Forse Silla capì, da questi episodî, che stava perdendo il controllo sull’aristocrazia; forse invece, da uomo di Stato, ritenne di aver esaurito il suo compito di rifondare la repubblica; fatto sta che nel 79 a.C., stupendo tutti, depose la dittatura e si ritirò a vita privata, accettando persino le ingiurie e le minacce dei cittadini che lo vedevano passare. Morì, di malattia, l’anno successivo. _________________ Metello Pio, terminato il consolato, nel 79 a.C. fu inviato da proconsole a governare l’Hispania. Contemporaneamente, tuttavia, le popolazioni autoctone convinsero Sertorio (che nel frattempo, in Africa, aveva riorganizzato e accresciuto il proprio esercito) a tornare, ammirandone le doti di statista saggio ed equilibrato. Abilissimo militare, in breve tempo Sertorio sconfisse le legioni e si impadronì del controllo dell’Hispania Ulterior, facendone una repubblica secessionista sotto il suo governo. Metello, anch’egli abile militare, capì che la strategia migliore da usare contro di lui consisteva nel logorarlo in una lunga guerra di attrito; si arroccò allora nell’Hispania Citerior, senza affrontare le truppe sertoriane in grosse battaglie campali. Per il 78 a.C. furono eletti consoli Quinto Lutazio Catulo (figlio dell’omonimo che aveva combattuto ai Campi Raudii), vicino agli optimates, e Marco Emilio Lepido, che in passato si era tenuto equidistante tra le due fazioni, ma dopo la morte di Silla si schierò con sempre maggior fervore a favore dei populares. All’epoca erano in corso i lavori di ricostruzione dell'antico tempio di Giove Ottimo Massimo, accidentalmente bruciato nell'83, che Silla aveva affidato proprio a Catulo, ordinandogli che fosse ricostruito ancora più maestoso. Nell’anno in cui Catulo fu console, allora, un ignoto monetario allora, Marco Volteio, volle nostalgicamente ricordare su una sua moneta (RRC 385/1 che al dritto reca il ritratto di Giove) il tempio com'era stato in origine: dorico, tetrastilo, con l’immagine di un fulmine sul frontone e i tre portoni che davano accesso alle statue della triade capitolina. Terminato il consolato, nel 77 a.C. Lepido si fece promotore in Etruria di una nuova ribellione contro Roma, aiutato da un suo accolito, Marco Giunio Bruto. Quest'ultimo vantava di discendere da Bruto, primo console della repubblica, ed era sposato con una donna bellissima, Servilia[6], che invece vantava di discendere da Ahala; avevano avuto un figlio, chiamato anch'egli Marco Giunio Bruto, che quindi poteva dirsi erede morale di entrambi quei grandi eroi del passato. In realtà Servilia era anche amante di un altro uomo, il quale quindi si domandava se il giovane Bruto potesse essere figlio suo: Gaio Giulio Cesare. Il Senato, intimorito dalla sedizione di Lepido e Bruto, incaricò Pompeo (benché, all'epoca, privato cittadino) di difendere Roma. Il giovane comandante accorse, sconfisse e uccise sia Lepido sia Bruto; dopo di ciò pretese però, e ottenne, l'onore di essere inviato a schiacciare anche la ribellione di Sertorio. Fu così che alla fine del 77 Pompeo Magno, forte di un esercito di 30.000 uomini, partì alla volta dell'Hispania. Sertorio si rivelò, tuttavia, un compito troppo grande per il giovane e avventato condottiero: lo sconfisse pesantemente due volte. Nella seconda battaglia, nel 76 a.C., Pompeo fu salvato solo dal tempestivo intervento delle legioni di Metello: da allora in poi si adeguò alla sua strategia attendista e rimase con lui, nella penisola iberica, a combattere una guerra di logoramento. Malgrado questi insuccessi militari, o forse proprio per risvegliare l’orgoglio guerriero dei Romani, il questore Gneo Lentulo (forse, lo stesso che sarà console nel 56 a.C.), 76-75 a.C. celebrò la gloria e la potenza di Roma su un altro bel denario, RRC 393/1. La moneta infatti al dritto rappresenta il Genio del Popolo Romano (individuato dalla didascalia G.P.R), personificazione dello spirito fiero, risoluto e indomito degli abitanti dell'Urbe, mentre al rovescio inneggia al dominio che Roma deve esercitare sul mondo intero, attraverso rappresentato da uno scettro (dominio sulla terra) e un timone (dominio sul mare) attorno a un globo. Anche questa è un’emissione imperatoriale ma autorizzata dal Senato, come attesta la legenda EX S.C. La realtà era però molto diversa da quella auspicata da Lentulo: il controllo militare di Roma si andava disgregando. Mentre Sertorio continuava a governare indisturbato l’occidente, i pirati infestavano i mari e nel 75 a.C. rapirono lo stesso Cesare[7]. Nel 74 Mitridate, raccolto un esercito imponente, mosse di nuovo guerra alla repubblica, conquistando l’oriente (vd. pag. 68). Infine, nel 73 un gladiatore, ex soldato di Roma, soprannominato Spartaco (si ignora il suo vero nome), causò una ribellione generalizzata degli schiavi in Italia e seminò morte e distruzione per tutta la penisola, sconfiggendo i numerosi eserciti mandati contro di lui. Il mondo romano sembrò a un passo dall'implodere: Sertorio tentò di coalizzare le minacce, cercando di stipulare un’alleanza con Mitridate e con i pirati e meditando di trovare un'intesa anche con Spartaco. Poi, finalmente, la fortuna tornò benevola. Nel 72 a.C. Sertorio fu tradito e ucciso da uno dei suoi collaboratori, esasperati dalla lunga guerra di attrito; persa la sua carismatica guida, gli eserciti ispanici furono sbaragliati da quelli romani. Spartaco tentò di impossessarsi della Sicilia, accordandosi con i pirati per traghettare il suo esercito, ma il perfido governatore dell’isola, il propretore Gaio Licinio Verre, convinse i pirati stessi a tradirlo. Braccato attraverso la penisola dall'esercito di Crasso, cui il Senato aveva affidato il compito di soffocare la rivolta, fu infine definitivamente sconfitto nel 71, probabilmente in Campania. Gli ultimi schiavi ribelli, fuggiti verso nord, furono raggiunti e sconfitti da Pompeo, che tornava vittorioso dall'Hispania. Restava in corso la guerra contro Mitridate. _________________ Silla fece emettere gli ultimi bronzi “regolari” della repubblica, gli assi RRC 368/1, datati 82 a.C.: negli anni successivi, a causa del caos delle guerre civili, la coniazione delle monete di bronzo verrà interrotta per oltre 40 anni, riprenderà poi saltuariamente e tornerà normale solo con Augusto. Esistono però alcuni minuscoli assi di peso bassissimo (tra 2 e 6 grammi); mentre alcuni sono di fattura chiaramente imitativa, gli altri appaiono di stile chiaramente ufficiale. Il primo gruppo rientra nella cosiddetta “pseudo-monetazione pompeiana”[8], fenomeno sviluppatosi in Lazio e Campania per sopperire alla mancanza di “spiccioli”. Il secondo gruppo è invece un’emissione governativa ufficiale, ma è difficile spiegarne il peso così basso. La maggior parte degli studiosi ritiene che si tratti di emissioni fatte alla fine del III secolo in area magnogreca (Luceria per Crawford, che le classifica RRC 97/28 e 99/10, Canusium - odierna Canosa - per McCabe) dove la popolazione era disponibile, per tradizione, ad accettare monete fiduciarie[9]. La Notte suggerisce invece che ci sia stata, nel corso del I secolo a.C., anche una “riduzione quartonciale” (con un peso medio teorico per l’asse di 6 scrupoli, pari a circa 6,8 g, e pesi reali ulteriormente ridotti): questa ipotesi sembra più lineare e trova conferme in ambito provinciale (ove furono emessi assi di 2-5 g, come quello raffigurato a pag. 60). È possibile, quindi, che queste monetine siano gli assi emessi nel periodo in esame. NOTE [1] Su un’altra versione del medesimo denario, l’acrostolio manca. [2] Secondo la leggenda, Marsia fu fatto uccidere da Apollo, geloso del fatto che la sua musica fosse apprezzata più di quella del dio. [3] Dovrebbe trattarsi di un riferimento al porto di Ostia (che secondo la tradizione fu fondato da Ancus Marcius, mitico progenitore della gens Marcia), ove era appunto presente una colonna di questo tipo. [4] Marsia era figlio di Liber, dio della libertà presso molte popolazioni italiche, e pertanto diverse città dell’Italia ne esponevano la statua quale simbolo di libertà e di giustizia (quella di Roma era nel Foro). [5] Fratello di Lucio (sostituto di Mario nel consolato dell’86 a.C.) aveva governato le province dell’Hispania Citerior e Ulterior (dal 92 all’87) e della Gallia Cisalpina e Narbonese (forse contemporaneamente), ove era stato acclamato imperator. [6] Figlia di una sorella di Marco Livio Druso e sorella di una moglie di Lucullo. [7] L’episodio è famoso: Cesare sollecitò i pirati a chiedere un riscatto molto alto, chiarendo che lui era un personaggio importante, ma li minacciò anche che sarebbe tornato a trucidarli. Il riscatto fu pagato, Cesare fu liberato, e tornò a trucidarli. [8] Così chiamate perché molte sono state rinvenute a Pompei, ma il fenomeno era molto più vasto. Queste monete sono state catalogate da Stannard Provisional catalogue of Pompeian pseudo-mint del 2010. [9] Si dicono “fiduciarie” le monete (come le attuali) il cui valore è fissato in modo autoritativo dallo Stato, e non corrisponde minimamente a quello - molto inferiore - del materiale che le compone (metallo o addirittura, oggi giorno, carta). ILLUSTRAZIONI Resti delle mura serviane a via Salandra a Roma. La battaglia di Porta Collina fu combattuta qui vicino. 83 a.C., denario RRC 357/1 82 a.C., denario RRC 362/1 82 a.C., denario RRC 363/1 82 a.C., denario RRC 365/1 81 a.C., denario RRC 372/2 Aquila legionaria in bronzo (forse, l’unica pervenutaci) datata 150-199 d.C., rinvenuta nell'area archeologica di Amiternum ed esposta al museo di Chiusi. 80 a.C., aureo RRC 381/1 78 a.C., denario RRC 385/1 76-75 a.C., denario RRC 393/1 Asse del peso di soli 1,9 g ma con stile apparentemente ufficiale1 punto
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