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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/31/25 in Risposte

  1. Ciao, il ritratto è quello dell'imperatore Gordiano lll 🙂. La tipologia è quella con la personificazione della Liberalitas sul rovescio. Per la corretta catalogazione occorre come sempre che tu individui qualche lettera corrispondente sul dritto. Io, vista la legenda che è lunga opterei per il primo che ti posto. Non escludendo del tutto la seconda opzione con legenda corta . ANTONIO
    3 punti
  2. Da Alessandria di Egitto, un notevole esemplare di tetradrammo, con al diritto testa laureata di Tiberio ed al rovescio testa radiata del divo Augusto . Sarà a breve, il 7 Agosto, im vendita Harlan J. Berk 232 al n. 311 .
    3 punti
  3. Anche se fosse falso per me rimane un oggetto intrigante, al quale non ho saputo resistere e degno di stare nella mia bacheca insieme alle mie amate monete e medaglie.
    2 punti
  4. A mio parere è la naturale formazione della patina dopo il lavaggio con apposito liquido. Questa procedura rallenta moltissimo sia la formazione della patina (soprattutto se dopo il lavaggio non è stata sciacquata; rimane come un “film” protettivo sulla superficie della moneta), che la sua omogeneità e conformazione, in molti casi con ossidazione disomogenea o maculata (come in questo caso). Il tutto diventa ancora più problematico se la moneta è stata imbullettata a breve distanza dal lavaggio, anche se non mi sembrerebbe questo il caso vista l’assenza di “macchie verdi” e di macchie che al tatto risultano spesse, mollicce e appiccicose. Insomma, questo è un classico esempio di quanto una moneta lavata risulti “compromessa” (le virgolette stanno a significare che ogni caso è a sé, non è un dato scientifico né tantomeno un risultato puntuale e costante) nel suo appeal. Lavaggi, puliture / lucidature compromettono in qualche modo, alterandolo (che non so spiegare tecnicamente, ma in base alla mia esperienza) lo strato superiore del metallo, paragonabile a “una pelle”, su cui, se presente, l’ossidazione si forma naturalmente. Se questo viene alterato, il metallo comunque si ossida, ma con tempistiche più lunghe e in maniera irregolare e disomogenea
    2 punti
  5. Buongiorno a tutti. Seconda Pubblica del 1623 aggiunta in raccolta.
    2 punti
  6. Bella discussione, non c'è dubbio, anche perché l'argomento è interessante, anche se temo che si fondi su quel campanilismo che sembra ineliminabile dalla storia della numismatica italiana, ovviamente medioevale e moderna. Se non fosse così non sarebbe sicuramente trasceso, come invece purtroppo è avvenuto. In fondo sarebbe bastato gentilmente chiedere, e ovviamente altrettanto gentilmente poi concedere, l'invio di qualche PDF per evitare quel cacofonico "caccia i documenti" che è risuonato per gran parte della discussione. Comunque una cosa è sicura. Un autore è del tutto legittimato a far riferimento a testi pubblicati in precedenza da lui, o anche non da lui, per abbreviare il suo testo senza ripetere cose già dette, ed è dovere del lettore interessato quello di procurarsele e leggerle, se vuole interloquire. E quando quasi nessuno degli interlocutori cerca di rimediare a questa "piccola" lacuna, ma ci si scatena a richiedere hic et nunc al povero "mero e mixto imperio" una sorta di autodafe, mi dispiace, ma questo non è l'ambiente in cui mi posso trovare a mio agio. Il fatto che l'autore abbia capacità diplomatiche praticamente inesistenti, con quell'ossessiva attitudine a dichiarare "consolidate" ipotesi finora scritte soltanto da lui, non giustifica il fatto che dobbiamo trasformarci in un branco per sbranarlo. Tanto più che bastava leggere la RIN del 2022, per trovare una recensione dove la questione viene affrontata da un punto di vista critico. Ora non credo che vi interessi molto il mio parere su questo, penso sareste più interessati, come qualcuno ha richiesto, al mio giudizio sulla questione. Mi dispiace, ma su questo non parlo esplicitamente, soprattutto perché ne ho discusso con "mero e mixto" in modo molto chiaro, e se ne dovessi parlare in pubblico lo farei seguendo la strada maestra: scrivere la mia opinione in una recensione o in un saggio autonomo. C'è anche un terzo motivo, credo per niente banale: la relativa importanza storica dell'ipotesi, che non merita troppe discussioni, anche se venisse certificata. Se ho capito bene, secondo questa ipotesi a Napoli si battevano monete di varie zecche con l'accordo di quelle zecche, che fornivano maestranze, stabilivano la qualità degli esemplari, ponevano sulle monete gli stessi simboli e inserivano il nome delle autorità della propria città. Quindi quelle giuridicamente erano monete di Firenze, di Venezia, di Mantova che con Napoli non c'entravano proprio niente. Venivano fatte lì, se dimostrato, per motivi difficili da comprendere (ma sicuramente importanti, vista la rinuncia "formale" ad un importantissimo potere da parte del re ). In altri momenti della storia questo è documentato (ad esempio le monete del regno d'Italia coniate a Birmingham) e quindi è possibile. Semplicemente il re di Napoli, per vantaggi economici difficili da individuare, se non ben documentati, rinunciava alla propria sovranità monetaria per consentire la coniazione di monete straniere entro propri confini. Considerare queste monete come prodotto dell'economia napoletana sarebbe come considerare genovesi quei famosi ducati veneziani battuti dentro il porto di Genova in una nave veneziana che aveva forzato le difese della città ligure. Questo dovrebbe attenuare il fastidio... legittimo, per altro... per l'inaccettabilità dell'idea che città come Venezia o Firenze potessero abdicare al loro diritto di conio, Infatti non sarebbe così neppure se tutto venisse dimostrato: l'unico a cedere nei propri diritti sarebbe stato il re napoletano. Concludo con la nota più triste, per me: l'ingiustificato attacco alla qualità del referaggio della RIN, da parte di tre o quattro sconsiderati, che non hanno pensato che un sito è come un giornale, e così hanno detto pubblicamente, senza alcuna cognizione di causa e senza conoscere le motivazioni delle loro decisioni, che gli attuali referees della rivista non sono solo degli incompetenti ma addirittura hanno violato il codice etico della rivista (che, en passant, ho scritto io, ispirandomi a quello di una rivista di diritto costituzionale). Io capisco che l'antipatia che qualcuno sente nei confronti della rivista o, piuttosto, di chi la dirige, possa portare ad affermazioni così avventate, ma poi mi domando, io posso evitare di informare dei miei collaboratori degli attacchi che hanno subito in pubblico? Comunque i nomi dei due coinvolti nella revisione, assieme a tutti i referee delle annate 2024-2025, saranno pubblicati nell'annata 2026. Cordiali saluti, Andreas
    2 punti
  7. L'analisi con spettrometro XRF ha dimostrato la presenza di tracce di nichel e in questo modo tutto torna. Ho trovato il manuale di una bilancia magnetica del quale riporto un estratto qui sotto. Si evince che tali contaminazioni sono presenti in diverse monete d'oro e pertanto una debole attrazione magnetica non può essere dirimente per valutare l'autenticità di una moneta. Contaminazioni ferromagnetiche Alcune monete d'oro in lega (soprattutto quelle molto vecchie) come all’ incirca le seguenti: # oro da 900 (Vreneli, lat. Münzunion, Krone Österreich) # oro da 916 (American Eagle, alcune annate più vecchie del Krügerrand, Britannia (annate prima del 2012) # speciali monete d'oro in lega particolarmente vecchie possono (ma non per forza devono!) contenere piccole miscele di materiali ferromagnetici come nichel, ferro, o in rari casi, cobalto. Ciò può provocare che queste monete o in generale gli oggetti di questi materiali, contrariamente alle aspettative, si registri un valore negativo. La ragione sta nel fatto che i materiali ferromagnetici a distanza sono i più fortemente attratti dai magneti. Ciò significa che anche tracce di questi elementi possono raggiungere un valore negativo. Nell’ interpretazione dei risultati bisogna stare assolutamente attenti a ciò.
    2 punti
  8. Ma quali ipotesi, suvvia! Il prezzo della moneta di @muraglia85, come ho scritto (riportando anche l’esempio della moneta di NAC), è assolutamente in linea con il mercato odierno. Se vuoi saperlo basta che vai verificarlo tu stesso, come abbiamo fatto io e gli altri utenti che sono intervenuti. Pertanto, è del tutto inutile continuare a fossilizzarsi sul fatto che la moneta sia stata acquistata ad un prezzo stracciato perché così non è. Punto. Puoi metterti il cuore in pace.
    2 punti
  9. Di cattivo gusto ma l'hanno prodotta ugualmente. Ghana 2026 - 10 cedis in ag. 999 (gr. 31,10) La bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki
    2 punti
  10. C'era Napoleone ma già era repubblica italiana Il primo re che iniziò l'unità d'italia Come non si può menzionare Umberto 1 Poi il re collezionista Infine repubblica I documenti integri hanno il loro fascino rispetto a tutte le marche staccate ☺️
    1 punto
  11. Controlla domani mattina ( non troppo presto ), il tracking, potrebbe essere in consegna.
    1 punto
  12. Moderno sicuro , anni 70/80 credo. I falsi d'epoca non erano cosi "belli" da vedere.☺️
    1 punto
  13. Si sono comuni.. comunque c'è uno studio che va fatto anche su questo materiale comune, sono francobolli sofisticati, non ricordo ma credo siano luminescenti hanno bande di fosforo da controllare con lampada UV. .. la filatelia ha anche lati moderni.. non e solo quella antica.
    1 punto
  14. Catalogata grazie.
    1 punto
  15. Qua é un insieme di cose eh. La rosetta spicca piú di tutte 😉
    1 punto
  16. Ciao Pino, per me è un antoniniano Fortvna Redvx di Aureliano. https://www.acsearch.info/search.html?id=8364218
    1 punto
  17. Vedo dall'anno che siamo...coevi! Domande legittime le tue, e da profano vorrei capire anch'io. Mi sembra una moneta ricca di storia ma non so attribuirle un valore storico innanzi tutto e poi anche economico, nel senso che la comprerei per tenerla e non certo per speculare ma non vorrei pagarla più del giusto. Attendo pareri autorevoli alle mie ed alle tue osservazioni.
    1 punto
  18. Grazie @L. Licinio Lucullo è un vero piacere leggerti. Attenderò con trepidazione (anche il Pdf.....☺️)
    1 punto
  19. Ho provato a rifarle ma non mi sembrano molto migliori... Scusate:l Mi scuso per le foto da me postate ma non credo di riuscire a farle meglio:l, la ringrazio per la sua pazienza
    1 punto
  20. Queste sono le cose che mi intrigano di più. Anche se solo un saluto tra fratelli, è tutto il contesto che fa la storia... anche se un poco.
    1 punto
  21. Mah @Panda13, potrebbero essere anche proof. Avevo scritto "da quanto mi comunicano le foto", nel senso che non vedo il fondo specchio. Probabilmente con foto ben fatte si nota meglio.
    1 punto
  22. Salve dalla leggenda sembra un radiato di Maximianus con al rovescio Giove e imperatore,tra loro la vittoriola,per la zecca non vedo lettere
    1 punto
  23. Buongiorno a tutti, a mio parere è un qBB complessivamente. Bisogna ricordarsi che queste monete nascevano già con conio basso ( soprattutto al D/ ) e bastava un'usura moderata per far perdere particolari tipo i riccioli ed il busto. Saluti,
    1 punto
  24. Sperando di avervi intrattenuto sinora con piacere, riprenderò il racconto dopo ferragosto... ci mancano solo 40 anni, ma sono densi di avvenimenti e di monete
    1 punto
  25. Ciao Nino, il lato destro del rovescio di questo asse non è corroso. E non ci sono segni o lettere che facciano pensare alla presenza di una legenda ( tipica di questa tipologia che ne è appunto priva). Anche la figura rappresentata poi, abbastanza leggibile, non lascia dubbi si tratti della Spes 🙂. ANTONIO
    1 punto
  26. è un piacere @SS-12 saluti gordon
    1 punto
  27. Stando a Numista (https://en.numista.com/catalogue/pieces3998.html) questi divisionali sono per le proof. Il 1996 ha una tiratura di 5000 quindi direi abbastanza raro!
    1 punto
  28. Grazie @Ale75
    1 punto
  29. Salve Pino,dovrebbe essere un asse di Vespasiano,al rovescio forse la Pax.Secondo me ,al rovescio è corrosa da cancro,forse ancora attivo,mia opinione
    1 punto
  30. @ak72 non so perchè è stata cancellata si vede dell'anteprima
    1 punto
  31. Il programma culturale di Riccione
    1 punto
  32. Penso la prima: legenda del diritto termina con DVS AVG le altre due con DEAVG. Grazie ancora.
    1 punto
  33. Buongiorno Pino,se non vedo male dovrebbe essere Alessandro Severo con la Liberalitas Avgusti. https://www.acsearch.info/search.html?id=783056
    1 punto
  34. Ottimo, vedo con piacere che c'è anche qualcun'altro interessato ad analizzare in modo più approfondito la propria moneta, il mio limite al momento è stato proprio questo, non avere un'altro pezzo uguale per poterlo confrontare.
    1 punto
  35. Ciao, sempre dalla rete, ho letto che il mercatino quest'anno ci sarà dal 25 agosto al 03 settembre, presso i giardini Montanari. Saluti Enrico
    1 punto
  36. Ha ragione @Ale75 . SMALB. Arka # slow numismatics
    1 punto
  37. Non è mica colpa mia se i realizzi più recenti in asta per questa tipologia di moneta sono questi! Non sono di certo io a decretare i prezzi delle monete e nemmeno i cataloghi ma semmai è il mercato a farlo e, attualmente, il mercato dice questo. Per quanto riguarda, invece, il concetto di rarità applicato alle monete del Regno d’Italia e, in particolare, di Vittorio Emanuele III si potrebbe aprire una discussione infinita ma non mi sembra proprio il caso di farlo. Ad ogni modo, sul forum questo argomento è stato affrontato più e più volte. Diciamo solo che, in linea di massima, le rarità indicate sui cataloghi “generalisti” non vanno intese in senso assoluto ma relativamente alla monetazione che si prende via via in considerazione. È ovvio, ad esempio, che una moneta preunitaria comune sarà ben più rara di una moneta comune della Repubblica italiana.
    1 punto
  38. Paura nessuna. Semplicemente se il proprietario non ha ritenuto ad ora di dichiararlo, saranno fatti suoi.. non per forza ognuno ha voglia di dire quanto spende, anche se i risultati son pubblici. Del resto, lo puoi andare a vedere da solo, quindi non capisco perché l'insistenza che lo facciano altri e lo riportino, se sei così curioso..
    1 punto
  39. Ho conosciuto una ventina di anni fa, una persona che realizzava false reliquie, ma molto molto meglio di questa sopra postata, e se io non avessi visto con i miei occhi la sua maestria nel crearle, oggi forse questa l'avrei data per buona.
    1 punto
  40. Mi scuso,FEL TEMP REPARATIO,troppa fretta
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  41. Piccola precisazione storica: era "Fat Man" quella di Hiroshima era "Little Boy" e poi volo via! ================ https://it.wikipedia.org/wiki/Fat_Man https://it.wikipedia.org/wiki/Little_Boy https://it.wikipedia.org/wiki/Il_dottor_Stranamore_-_Ovvero:_come_ho_imparato_a_non_preoccuparmi_e_ad_amare_la_bomba
    1 punto
  42. Buongiorno teriacanti. Mi è capitato sott'occhio uno strano contenitore di Theriaca. Più che il contenitore ad essere strano, è un comune vasetto di ceramica di una fabbrica tedesca della zona di Hannover, attiva dal 1792 al 1914, presumibilmente della fine dell'800, è strana la Teriaca che doveva contenere, in quanto Electuarium Theriaca sine Opio. Non mi risulterebbero varianti "classiche" della teriaca senza l'oppio (componente evidentemente fondamentale), al contrario di quanto avveniva con la Triphera Magna di Nicolò Preposito (Scuola medica salernitana) che esisteva da sempre nelle varianti "cum Opio" e "sine Opio", anche nelle tarde versioni "semplificate" in Italia l'oppio nella teriaca era sempre presente. Potrebbe essere una variante preparata solo in Germania, ma, considerando che la ditta Branca pare averla utilizzata a metà Ottocento per il suo Fernet, e non so se mettesse anche l'oppio nel suo amaro, potrebbe essere una versione per usi diversi da quelli classici. Tra l'altro, curiosando in rete per vedere se trovavo notizie in merito, ho scoperto che ancora oggi un produttore tedesco di sostanze chimiche farmaceutiche ha in listino un "Electuarium Theriaca sine opio", che in realtà si riduce a una miscela di 6 specie vegetali in miele e vino liquoroso, e quindi il nome del preparato è essenzialmente a carattere pubblicitario direi. Comunque 'sta Theriaca anche dopo 2000 anni non muore mai.
    1 punto
  43. Tanto sono di Lucca 😆
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  44. Livorno, Tolleri?!! Sono spettacolari. Mi affascinano moltissimo. Produzione stupenda
    1 punto
  45. In merito al giudizio negativo gratuito (risposta #83) ricevuto in questa discussione dal nostro ormai noto amico, vorrei spendere solo poche parole di chiarimento, essendo stato menzionato esplicitamente, affinché ci si renda conto di quanto commenti così avventati, sbandierati in questo modo con l’unico obiettivo di denigrare pubblicamente il lavoro di studiosi che i libri li aprono e li consultano con un certo criterio, vagliandone i contenuti con spirito critico (e non si limitano soltanto a citare se stessi in maniera alquanto ossessiva e autoreferenziale, con contorno per lo più di studi ottocenteschi, se non precedenti – sempre utili e interessanti, per carità, ma ormai alquanto superati sotto molti aspetti e i cui contenuti vanno sempre “maneggiati” con la dovuta cura e cautela) siano del tutto insignificanti. In tal caso, il suddetto giudizio risulta essere talmente superficiale che non può essere neanche considerato veramente ostile, come pure voleva apparire inizialmente, per due semplici motivi: da un lato, esso mi viene mosso da una persona che, pur nutrendo delle velleità di ordine scientifico, non riesce a superare, con la sua produzione, i confini imposti dal pur sano e lodevole dilettantismo, in quanto non ho mai potuto individuare nelle sue ricerche l’adozione di un serio metodo scientifico (il che gli è stato fatto notare da più parti, da ultimo anche in questa discussione alla risposta #76, con cui sono perfettamente d’accordo e che mette in evidenza, lucidamente, delle criticità oggettive). Il problema è di rilevanza fondamentale, in quanto, in assenza di metodo, buona parte delle basi su cui dovrebbe poggiare un contributo di un certo livello si sgretolano, portando via con sé gran parte dei relativi contenuti. Purtroppo, questa problematica, che il Nostro tenta sempre di scrollarsi di dosso facendola passare molto frettolosamente e di nuovo superficialmente per “aria fritta” (ma vedo che chi è addentro alla materia e sa come muoversi in ambito accademico insiste sui miei stessi punti e di ciò me ne rallegro), era stata già da me ampiamente analizzata in altra discussione sempre qui sul Forum: https://www.lamoneta.it/topic/230490-l%E2%80%99augustale-federiciano-nuove-prospettive/page/3/, risposta #61. In tal modo, si finisce per non avere gli strumenti necessari (o, al limite, per non padroneggiarli in maniera consapevole) per avanzare critiche circostanziate e costruttive, libere da interessi personali. Così, si finisce solo per generare, come in questo caso, delle vuote invettive, assimilabili più che altro ad attacchi mirati ad personam. Dall’altro, invece, questo stesso commento negativo mi viene rivolto dalla medesima persona che, sempre chiusa nel suo guscio dilettantistico, non si limita solo a peccare di mancanza di metodo, come abbiamo appena visto, ma che fa anche sfoggio di manifeste e gravissime lacune in campo paleografico ed epigrafico, aree – queste – in cui giustamente egli si addentra (ma con quali risultati?), da ultimo, nel suo recente contributo che, credo, molti di noi hanno potuto leggere sulla RIN di quest’anno. Sfortunatamente, a causa dei ritardi nella sua consegna, ho potuto leggere il saggio del Nostro solo negli ultimi due giorni ed è per questo motivo che, di conseguenza, questa mia nota vede la luce in ritardo. Mi riferisco a S. PERFETTO, Un grosso a nome di Federico II: l’ultima sortita sveva in moneta?, in «Rivista Italiana di Numismatica e Scienze Affini», 126 (2025), pp. 155-173. Tra i vari contenuti che ho avuto modo di leggervi all’interno, uno su tutti mi ha colpito: un piccolo ma essenziale dettaglio, uno di quei particolari che aiutano a valutare meglio lo spessore di un contributo scientifico. A p. 168, il nostro autore, prendendo lucciole per lanterne, confonde alcuni tratti di abbreviazione che compaiono nella legenda di rovescio dei grossi a nome di Federico II, posti al centro della sua trattazione, per (e cito testualmente) «segni appartenenti a qualche lettera di una precedente moneta»; sempre dalla stessa pagina: «la parte che fuoriesce [ovvero il tratto di abbreviazione scambiato dal Nostro per il rimasuglio di una lettera di un precedente sottotipo monetale] potrebbe corrispondere alla parte superiore della E di GE [qui il riferimento è alla legenda dei grossi pavesi da lui illustrati a p. 167, fig. 8]» (!!!). Per capire meglio, basta osservare le monete raffigurate alla p. 162, fig. 5 e i relativi ingrandimenti a p. 168, fig. 9. Ora, senza avventurarmi in una recensione troppo articolata della restante parte dei contenuti (argomenti che, almeno in parte, per quanto riguarda Napoli, avrò modo di approfondire in un mio prossimo saggio di imminente pubblicazione), per evitare una simile gravissima caduta (che ha avuto ovviamente dei risvolti non secondari nello sviluppo delle sue argomentazioni, le quali, alla luce di quanto vado notando, perdono totalmente di significato), sarebbe stato sufficiente aprire un qualsiasi manuale di paleografia, se proprio il nostro autore non ricordava come riconoscere i segni di abbreviazione su un documento medievale (scritto o monetale che esso sia), per rendersi conto che quei trattini che sovrastavano le lettere della legenda sul rovescio del grosso federiciano indicavano il classico segno «delle abbreviature per contrazione» (G. BATTELLI, Lezioni di paleografia, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2015, p. 108). Altro che «segni appartenenti a qualche lettera di una precedente moneta»!!! Concludo, scusandomi per essermi dilungato nuovamente (il nostro Simonluca mi detesta perché, come già sottolineato altre volte, non ho il dono della sintesi), accodandomi a quanti se lo sono già chiesto, e mi domando secondo quali criteri valutativi sia stato possibile accettare che una tale ricerca, condotta evidentemente in maniera alquanto raffazzonata e poco accorta, sia finita per essere ospitata tra le pagine di una rivista come la RIN. A questo punto, anche il referee che valuta i saggi proposti di volta in volta a riviste scientifiche o di fascia A dovrebbe prestare maggiore attenzione ai contenuti da analizzare e, qualora riscontri dei limiti nei propri strumenti o conoscenze valutative, tramite gli organi competenti (comitato scientifico, redazione, ecc.), dovrebbe quantomeno avere il buon senso di mettersi in contatto con altri studiosi accreditati, i quali, attraverso un semplice dialogo di poche battute e un pacifico quanto costruttivo confronto, potrebbero evitare che, mediante strafalcioni come questo, anche le riviste di un certo prestigio ne paghino le eventuali ripercussioni in termini di reputazione e credibilità scientifiche.
    1 punto
  46. Grazie per il vostro lavoro. Conservo e di tanto in tanto rileggo tutti gli 11 Gazzettini che gentilmente ho ricevuto in PDF (purtroppo in cartaceo è per me impossibile averli) Appena uscirà farò richiesta anche del numero 12. Grazie @El Chupacabra, @dabbene e tutti i collaboratori. Saluti miza
    1 punto
  47. Ciao discussione da spostare. Comunque max 20 euro. Di Andrea Contarini ne sono in circolazione moltissime.
    1 punto
  48. Pertanto interessante lo è lo studio normanno nei primi due secoli. Sono perfettamente d accordo. Per quanto ne ho letto avete espresso tutti quanti bene la vostra considerazione. E dato che appassionatamente siamo legati alle proprie culture mistiche del tempo della nostra isola. Per ulteriori informazioni su peso crittografia e tipologia, informo gli amici utenti a consultare il Tarascio nummi cufici siciliani. Dove troverete opzioni di crittografia di firma e forma della testa del leone. Saluti
    1 punto
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