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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/18/25 in Risposte
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Premessa storica: Il Parco Archeologico di Castelseprio comprende i resti di un castrum sviluppatosi nel V secolo d.C. su preesistenze militari del IV secolo d.C., con la pievana di San Giovanni e gli edifici abitativi e di servizio. Il castrum è circondato da poderose mura di cinta turrite, che difendono anche l’avamposto di fondovalle conosciuto come Monastero di Torba. All’esterno delle mura si trovano il borgo e l’oratorio di Santa Maria foris portas, monumento fra i più singolari e importanti dell’Alto Medioevo per l’eccezionale ciclo pittorico dell’abside orientale. Il territorio di Castelseprio è frequentato dalla pre-protostoria (X-IX/VIII secolo a.C.) alla fine del XVI secolo quando le funzioni pievane del complesso della basilica di S. Giovanni e del suo battistero si estinguono per il generale abbandono del luogo, passando alla vicina chiesa di Carnago. Un’epopea lunga e gloriosa, che ha i suoi epicentri nell’età gota (V/VI secolo), quando Castelseprio diviene un importante castrum del sistema fortificato subalpino, con collegamenti di ampio raggio; in epoca longobarda (fine VI secolo-774) e, in seguito, carolingia, quando diviene il centro giuridico-amministrativo di un ampio territorio. Castelseprio venne distrutto nel 1287 dai Visconti, e successivamente abbandonato definitivamente nel XVI/XVII secolo d.C. Il complesso del castrum e del borgo, assieme ad altre sei località italiane, fa parte del sito seriale UNESCO “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”, iscritto dal 2011 nella lista del Patrimonio Culturale Mondiale. Nota personale: amo il luogo avendoci lavorato nei tempi che furono. La News: Una nuova scoperta potrebbe far luce sulle origini della città Durante la campagna di scavo presso la “casa medievale” gli archeologi hanno fatto una scoperta inaspettata: mai si era trovato un edificio così antico a Castelseprio. Castelseprio era un’antica città dotata di possenti mura, torri, case e chiese. L’insediamento fu distrutto nel 1287 durante la guerra tra i Visconti di Milano e i Della Torre per il controllo del territorio. Prima di quel fatidico anno, l’abitato era il capoluogo del Seprio, un importante distretto territoriale oggi compreso tra l’Alto Milanese e il Varesotto. Sotto i re longobardi aveva raggiunto straordinarie vette di splendore. In un momento storico ancora oggi non chiarito, tra VI e X secolo, un pittore venuto dall’Oriente aveva dipinto i suggestivi e misteriosi affreschi della chiesa di Santa Maria foris portas, oggi ritenuti un capolavoro dell’arte medievale. A riprova della sua straordinaria importanza, il sito è entrato nel 2011 nella lista dei beni UNESCO e dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Fino a qualche settimana fa pochissimo si sapeva sulla storia più antica di Castelseprio e non era noto il periodo di fondazione della città. La IX campagna di scavi presso la “casa medievale”, conclusa il 25 luglio 2025, ha in parte chiarito questo mistero. Gli archeologi, che avevano trovato nelle precedenti campagne resti di abitazioni di epoca basso medievale, longobarda e gota, infatti, hanno fatto una scoperta inaspettata: hanno portato alla luce i resti di un edificio databile tra IV e V secolo. Si tratta di un rinvenimento molto importante, in quanto sino a oggi in nessun altro scavo del Parco era stata trovata una struttura così antica. Essa permette di affermare che l’insediamento di Castelseprio nacque prima del Medioevo, in un momento in cui ancora l’Impero Romano esisteva. «Siamo lieti di annunciare», afferma il Direttore dei musei statali lombardi Rosario Maria Anzalone, «questa fondamentale scoperta, che testimonia come la corretta gestione dei luoghi della cultura non possa prescindere da una preziosa e costante attività di studio e ricerca. Le mie più sentite congratulazioni al team di professori e archeologi, veri protagonisti di questa scoperta». «Grazie a questo scavo», sottolinea il Direttore del Parco Archeologico di Castelseprio Luca Polidoro, «saremo in grado di capire qualcosa di più sulle origini di questo straordinario insediamento. La scoperta si inserisce all’interno di un articolato panorama di scavi e ricerche che a cadenza annuale vengono condotte dalla Direzione del Parco e vari Atenei. Grazie a queste attività il Parco di Castelseprio sta confermando e arricchendo il suo ruolo come imprescindibile punto di riferimento nel panorama della ricerca archeologica». «Potremmo essere in presenza», aggiunge il Sindaco di Castelseprio Silvano Martelozzo, «di una scoperta molto rilevante, che arricchisce la storia e il valore del Parco Archeologico da sempre principale punto di riferimento culturale del nostro territorio. Auspico che questo ritrovamento possa essere l’inizio di ulteriori campagne di scavo, che permetteranno in un prossimo futuro di comprendere meglio l’illustre passato di Castelseprio». Le ricerche sono ancora in corso e nei prossimi mesi sarà possibile proporre un inquadramento cronologico e un’ipotesi ricostruttiva più precisa di questo edificio. Sin dal mese di agosto la Direzione regionale Musei nazionali Lombardia, attiverà visite guidate aperte al pubblico per consentire di partecipare “in diretta” a questa importante scoperta e al lavoro degli archeologi. Lo scavo della “casa medievale” è stato svolto dall’Università Cattolica di Milano in regime concessione ministeriale e in partenariato con Direzione regionale musei nazionali Lombardia, Provincia di Varese e Comune di Castelseprio, sotto la direzione del prof. Marco Sannazaro. Vi partecipano personale docente e studenti dell’Università Cattolica e professionisti esterni. Le indagini sono finanziate con fondi messi a disposizione da Università Cattolica, Fondazione comunitaria del Varesotto, i Rotary club Tradate e Busto, Gallarate, Legnano, Regione Lombardia (Avviso cultura 2025; progetto “La Casa medievale: vita nel castrum in età gota”). fonte: https://museilombardia.cultura.gov.it/eventi-musei/i-romani-a-castelseprio/ Castelseprio, gli scavi rivelano resti di un edificio del IV - V secolo. Mai qui una struttura così antica Durante la IX campagna di scavi che si è conclusa il 25 luglio 2025 nel Parco Archeologico di Castelseprio, in provincia di Varese, presso la cosiddetta casa medievale, gli archeologi hanno fatto una scoperta sorprendente: i resti di un edificio databile tra il IV e il V secolo. Fino a oggi, infatti, nel Parco non era mai stata individuata una struttura così antica. Questo rinvenimento permette di affermare che l’origine di Castelseprio risale a un’epoca anteriore al Medioevo, quando l’Impero Romano esisteva ancora. Le indagini degli anni passati avevano portato alla luce tracce di abitazioni di età basso medievale, longobarda e gota, ma mai di un periodo tanto remoto. Le ricerche proseguono e nei prossimi mesi sarà possibile definire una cronologia più precisa e proporre una ricostruzione dell’edificio. Intanto, da agosto, la Direzione regionale Musei nazionali Lombardia attiverà visite guidate che consentiranno al pubblico di partecipare “in diretta” alle attività degli archeologi e di assistere a questa scoperta di eccezionale rilievo. Castelseprio era un’antica città fortificata, dotata di mura, torri, abitazioni e chiese, distrutta nel 1287 durante la guerra tra i Visconti di Milano e i Della Torre. Prima della sua rovina, l’insediamento era il capoluogo del distretto del Seprio, corrispondente oggi all’area tra l’Alto Milanese e il Varesotto, e aveva raggiunto il massimo splendore sotto i re longobardi. Tra VI e X secolo, un pittore proveniente dall’Oriente affrescò la chiesa di Santa Maria foris portas, creando un capolavoro dell’arte medievale riconosciuto nel 2011 dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Lo scavo della “casa medievale” è stato svolto dall’Università Cattolica di Milano con concessione ministeriale, in collaborazione con la Direzione regionale Musei nazionali Lombardia, la Provincia di Varese e il Comune di Castelseprio, sotto la direzione del professor Marco Sannazaro. Hanno preso parte all’impresa docenti, studenti dell’Università Cattolica e professionisti esterni, con il sostegno finanziario dell’Università Cattolica, della Fondazione comunitaria del Varesotto, dei Rotary club Tradate e Busto, Gallarate, Legnano e della Regione Lombardia (Avviso cultura 2025, progetto “La Casa medievale: vita nel castrum in età gota”). “Siamo lieti di annunciare”, ha affermato il Direttore dei musei statali lombardi Rosario Maria Anzalone, “questa fondamentale scoperta, che testimonia come la corretta gestione dei luoghi della cultura non possa prescindere da una preziosa e costante attività di studio e ricerca. Le mie più sentite congratulazioni al team di professori e archeologi, veri protagonisti di questa scoperta”. “Grazie a questo scavo”, ha sottolineato il Direttore del Parco Archeologico di Castelseprio Luca Polidoro, “saremo in grado di capire qualcosa di più sulle origini di questo straordinario insediamento. La scoperta si inserisce all’interno di un articolato panorama di scavi e ricerche che a cadenza annuale vengono condotte dalla Direzione del Parco e vari Atenei. Grazie a queste attività il Parco di Castelseprio sta confermando e arricchendo il suo ruolo come imprescindibile punto di riferimento nel panorama della ricerca archeologica”. “Potremmo essere in presenza”, ha aggiunto il Sindaco di Castelseprio Silvano Martelozzo, “di una scoperta molto rilevante, che arricchisce la storia e il valore del Parco Archeologico da sempre principale punto di riferimento culturale del nostro territorio. Auspico che questo ritrovamento possa essere l’inizio di ulteriori campagne di scavo, che permetteranno in un prossimo futuro di comprendere meglio l’illustre passato di Castelseprio”. Castelseprio, gli scavi rivelano resti di un edificio del IV - V secolo. Mai qui una struttura così antica Fonte: https://www.finestresullarte.info/archeologia/castelseprio-rinvenuti-resti-di-edificio-databile-tra-iv-e-v-secolo Castelseprio (sito Unesco), sotto la casa medievale spunta la città romana: «Scoperta sorprendente» di Andrea Camurani I nuovi scavi riscrivono la storia di uno dei quattro siti Unesco in provincia di Varese. Il sindaco: «Si apre un nuovo capitolo, anche se c’è ancora molto da scavare e probabilmente da scoprire» Una scoperta definita «sorprendente» dagli stessi archeologi che hanno trovato resti di un insediamento romano databile fra il IV e il V secolo a Castelseprio, in provincia di Varese, centro divenuto nel 2011 «patrimonio dell’umanità», cioè uno dei ben quattro siti Unesco che si trovano nella provincia di Varese (gli altri sono Sacro Monte, Isolino Virginia e comprensorio paleontologico del Monte San Giorgio) considerato fra i più importanti al mondo di epoca altomedievale. Una sorta di «porta» temporale si è aperta sotto gli scavi della «casa medievale»: a fine luglio si è conclusa la nona campagna archeologica e gli studiosi — che avevano già trovato resti di abitazioni di epoca basso medievale, longobarda e gota — hanno portato alla luce vestigia romane. Oggi Castelseprio è un paese di 1.300 abitanti, ma secoli fa era un’antica città fortificata distrutta nel 1287 su ordine dell’arcivescovo Ottone Visconti durante la sanguinosa guerra tra i Visconti e i Della Torre per il controllo del territorio. Prima di quell’anno l’abitato era il capoluogo del Seprio importante distretto territoriale e di culto oggi compreso tra l’Alto Milanese e il Varesotto. Sotto i re longobardi aveva raggiunto straordinarie vette di splendore. In un momento storico ancora non chiarito, tra VI e X secolo, un pittore venuto dall’Oriente aveva dipinto i suggestivi e misteriosi affreschi della chiesa di Santa Maria foris portas, oggi ritenuti un capolavoro dell’arte medievale. Le ricerche sono ancora in corso e nei prossimi mesi sarà possibile proporre un inquadramento cronologico e un’ipotesi ricostruttiva più precisa dell’edificio scoperto ma già da questo mese la direzione regionale Musei nazionali Lombardia ha attivato visite guidate aperte al pubblico per consentire di partecipare «in diretta» a questa importante scoperta e al lavoro degli archeologi. La scoperta retrodata le origini del sito Lo scavo della «casa medievale» è stato svolto dall’Università Cattolica di Milano in regime di concessione ministeriale e in partenariato con Direzione regionale musei nazionali Lombardia, Provincia di Varese e Comune di Castelseprio, sotto la direzione del professor Marco Sannazaro (partecipano docenti e studenti della Cattolica, e professionisti esterni). «Una scoperta fondamentale che testimonia come la gestione dei luoghi della cultura non possa prescindere da una costante attività di studio e ricerca», spiega il direttore dei musei statali lombardi Rosario Maria Anzalone. Secondo il direttore del parco Archeologico di Castelseprio Luca Polidoro, «grazie a questo scavo saremo in grado di capire qualcosa di più sulle origini di questo straordinario insediamento». Ma come l’hanno presa i residenti? Si sentono forse un po’ più romani che goti? Sorride il sindaco Silvano Martelozzo: «La scoperta è molto importante sul piano culturale: si apre un nuovo capitolo, anche se c’è ancora molto da scavare, e probabilmente da scoprire. Ci attendiamo un possibile risvolto anche sul versante turistico». fonte: https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/25_agosto_17/castelseprio-sito-unesco-sotto-la-casa-medievale-spunta-la-citta-romana-scoperta-sorprendente-86b70058-f368-426a-bb72-bf4fa3799xlk.shtml5 punti
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Buongiorno signor @Giovanni Zappia Non si sta rivolgendo all' intelligenza artificiale ma a persone in carne ed ossa, quindi gradiremmo un saluto ,una richiesta SCRITTA e come richiesto dal forum anche dati ponderali....Non è difficile...5 punti
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Ciao Releo, Queste sono piastre da 50 euro l'una, questo è quello che ho pagato la prima presa su ebay da un venditore francese e la seconda sempre su ebay da un venditore italiano, 50 ero l'una. Ecco, a me non piace parlare di prezzi ma penso che come giustamente dici nessuno per pochi spiccioli si sia messo a fare tutta questa trafila. Le varianti per il Regno delle due Sicilie ci sono ancora, basta solo saperle trovare. Un saluto Raffaele.3 punti
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La spiegazione tecnica è talmente fatta bene che potrebbe essere compresa anche dai non esperti. Bravo!2 punti
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E' valutato RR un esemplare in AE battuto in Berito nella Fenicia, al tempo di Traiano e dedicato al Divo Nerva, con al diritto suo busto ed al rovescio figura di Poseidone con tridente e delfino . Sarà l' 11 Settembre in vendita Gorny&Mosch 313 al n. 168 .2 punti
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Ciao,bronzo di Julia Domna per Irenopolis in Cilicia https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/type/841722 punti
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Una disamina tecnica e , soprattutto “definitiva “senza la moneta in mano? ti chiameremo Otelma…. Secondo te cosa sospetti che abbia potuto nascondere la corrosione al dritto? un punto di iniezione?2 punti
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E' una moneta che aveva una forte patina lo vedi dal contorno,quindi è stata pulita come hanno gia scritto pero per me,se in mano non si vedono segni o graffietti dovuti al lavaggio,il retro al BB+ ci sta tranquillamente. Al dritto si nota l'usura dei capelli e qualche colpetto nel campo o nei campi e sarei più per un BB. Per finire BB/BB+ se fossi un perito.😄 Intanto mi ha pizzicato na zanzara speriamo sia quella del Nilo...........non morono mai.2 punti
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Ciao @miza, ti ringrazio effettivamente sì preferisco almeno lo splendido/+, ma non è sempre facile trovarli ed ammetto di avere in collezione anche qualche BB. @favaldar, grazie e concordo con il punto di vista, questa qui poi non era poi male ed aveva un prezzo onesto leggermente più basso della media.2 punti
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Un guerriero di 7,5 centimetri emerge dalla città dei celti: il raro bronzetto armato di Manching svela tecniche, riti di confine e la vita nell’oppidum Sembrava solo un grumo di metallo verde, imprigionato da croste di corrosione. Le radiografie hanno svelato un’altra storia: un guerriero celtico in passo d’attacco, scudo alto, spada tesa, una piccola asola sulla testa come a chiedere di essere appeso. È venuto alla luce a Manching, in Baviera, dentro un fossato che gli archeologi interpretano come limite o canale, e con ceramiche associate al III secolo a.C. Un oggetto minuscolo, 7,5 cm per 55 g, ma raro, complesso e senza paralleli diretti noti: un indizio prezioso per capire come si fondava il bronzo in età lateniana e cosa poteva rappresentare un piccolo guerriero al margine della città. Il luogo e il quadro storico Manching, l’oppidum tra Paar e Danubio; una capitale del mondo celtico dell’Europa centrale L’oppidum di Manching sorge a sud-est di Ingolstadt, tra i fiumi Paar e Danubio. La frequentazione inizia a fine IV secolo a.C.; tra II e I secolo a.C. il sito diventa un centro politico ed economico di primo piano a nord delle Alpi. Attorno al 140/130 a.C. viene costruita la grande cinta muraria e l’insediamento raggiunge circa 400 ettari, con una popolazione stimata fino a 10.000 abitanti. A metà del I secolo a.C. il centro declina gradualmente, con il progressivo ritiro degli abitanti. La scoperta: un cantiere, un fossato, un piccolo capolavoro Scavare per la sicurezza stradale e incontrare un confine antico Tra 2021 e 2024, prima di un intervento sulla statale B16, il Bayerisches Landesamt für Denkmalpflege (BLfD) ha indagato 6.800 m² del settore orientale dell’oppidum, documentando 1.300 contesti e recuperando oltre 40.000 reperti. Il bronzetto è emerso dalla riempitura di un fosso datato al III secolo a.C. Il ritrovamento è stato seguito da indagini conservative e diagnostiche centralizzate a Monaco: più di 15.000 frazioni metalliche recuperate a Manching sono state registrate tramite 2.034 radiografie, un protocollo che oggi consente di leggere tecniche, leghe, difetti e riusi. Un guerriero alto 7,5 cm: iconografia e dettagli Capelli portati all’indietro, baffi, scudo e spada; e un anello in testa come traccia d’uso Liberata dalle incrostazioni, la figurina mostra un guerriero celtico in affondo: scudo al braccio sinistro, spada nella destra, capelli lunghi pettinati all’indietro e baffi. In sommità, una piccola asola fusa in un sol pezzo con la figura suggerisce l’uso come pendente o sospensione (gioiello, insegna personale, elemento di un oggetto composito). L’RX ha rivelato un particolare curioso: la spada è stata colata con un difetto, indizio diretto del comportamento del metallo e dell’alimentazione della colata. Perché è raro Una miniatura «senza paralleli diretti» e di fattura insolitamente fine Le raffigurazioni umane in ambito lateniano esistono, ma bronzetti così minuti, a pieno metallo, con resa dinamica del gesto e dettagli del volto e dei capelli, sono poco comuni nel corpus dell’Europa centrale. A Manching, già noto per altre immagini antropomorfe, questo pezzo spicca per la complessità formale e la finezza dell’esecuzione; gli specialisti lo considerano privo di paralleli diretti nel quadro regionale. La combinazione tra scala ridotta, qualità scultorea e funzione sospesa (l’anello) ne fa un oggetto d’élite, non seriale, probabilmente uscito da una bottega con competenze elevate. Come avveniva la fusione: la cera persa spiegata semplice Dalla cera al bronzo: cosa vuol dire «vollguss», colata piena Il bronzetto è stato realizzato con la tecnica della cera persa («Wachsausschmelzverfahren») in colata piena (vollguss). In pratica: 1) si modella un originale in cera, con tutti i dettagli (capelli, baffi, dita, bordi dello scudo); 2) lo si ingloba in un involucro refrattario (argilla/terra) lasciando canali di colata e di sfiato; 3) si riscalda l’insieme finché la cera fonde ed esce, lasciando il negativo del modello; 4) si versa bronzo liquido (lega di rame con stagno e, talvolta, piombo) che riempie la cavità; 5) a raffreddamento avvenuto si rompe il guscio e si rifinisce. La cera persa può produrre fusioni cave (il bronzo forma una «pelle» attorno a un’anima) o fusioni piene: qui, le radiografie mostrano chiaramente una massa piena, coerente con le dimensioni ridotte dell’oggetto. La colata piena garantisce robustezza e una certa inerzia al tatto, ma richiede controllo dei canali (sprue) e della temperatura per evitare vuoti locali: il difetto della spada è probabilmente dovuto a una alimentazione insufficiente o a un raffreddamento troppo rapido nella parte sottile. Cosa rappresenta: status, protezione, rito? Pendente personale, insegna guerriera o offerta di confine L’anello sommitale suggerisce una sospensione: un ciondolo da portare al collo, fissare a un cinturone, appendere a un finimento equestre o a un elemento ligneo (scudo, cassa, porta). L’iconografia guerriera – gesto d’attacco, scudo e spada – rimanda a valori di status e protezione; in ambito celtico, miniaturizzazioni di armi e figure sono talora legate a sfere votive. Il contesto di rinvenimento in un fossato che fungeva da limite rafforza l’ipotesi di una offerta di confine: un gesto propiziatorio o apotropaico al margine dell’abitato. Non si esclude, tuttavia, un semplice smarrimento o lo scarto di una produzione difettosa rientrata nel ciclo del riciclo. Il laboratorio dentro l’oppidum RX, scarti e riciclo: cosa dicono i metalli di Manching Le indagini BLfD hanno radiografato in totale 2.034 oggetti metallici, parte di oltre 15.000 frazioni recuperate. Oltre a utensili, elementi di finimento e chiodi, la massa degli scarti e delle gocce di colata racconta una produzione e riparazione attiva in bottega, con una cultura del riciclo (ceramica, legno, metalli) che consente di risparmiare risorse e di rifondere sistematicamente. In questo quadro, il bronzetto – nonostante il difetto di colata alla spada – non appare un esercizio da apprendista, ma un manufatto di alto profilo tecnico. Mangiare e vivere a Manching Pesci, bovini, suini; cavalli anziani e greggi per latte e lana La stessa campagna di scavo ha fornito la prima prova archeologica esplicita del consumo di pesce nell’oppidum (lische e squame), accanto a bovini e suini destinati soprattutto alla carne. I cavalli venivano abbattuti in età avanzata – quindi non come alimento primario –, mentre ovini e caprini erano allevati per risorse rinnovabili (lana, latte). Il quadro che emerge è quello di una città specializzata, con aree residenziali e settori artigianali, e una rete di scambi che beneficiava della posizione fluviale. Cronologia e datazione del bronzetto III secolo a.C. per il contesto, tarda età del Ferro per la cultura materiale Il fossato di rinvenimento è datato al III secolo a.C. sulla base del vasellame associato. L’iconografia e la tecnologia rientrano nella tradizione La Tène dell’Europa centro-occidentale. La parabola dell’oppidum – dalla crescita del II secolo a.C. all’apice tra 140/130 a.C. e il declino a metà del I secolo a.C. – offre la cornice per collocare produzione, uso e deposizione del pendente. Un pezzo che apre domande Oggetto personale o gesto collettivo? Arte miniaturizzata o segno magico? Gli specialisti sottolineano l’assenza di paralleli diretti: questo rende il pezzo prezioso proprio perché costringe a riformulare le domande. Chi lo indossava? Un guerriero? Un artigiano che esibiva il proprio saper fare? Un devoto che “portava” il dio della guerra? Gli scavi hanno chiarito molto, ma alcune risposte restano sospese – come il bronzetto, forse appeso a un collo, forse a un finimento – tra identità, protezione e rito. https://stilearte.it/un-guerriero-di-75-centimetri-emerge-dalla-citta-dei-celti-il-raro-bronzetto-armato-di-manching-svela-tecniche-riti-di-confine-e-la-vita-nelloppidum/2 punti
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Buongiorno @Villanoviano Grazie per la citazione, spesso nella vita si devono prendere delle decisioni, sopratutto se riguardano la salute,anche contrarie al proprio volere. La voglia di scrivere è tanta anche perché ho notato che le famose discussioni di migliaia di visualizzazioni talvolta fatte anche in maniera verbalmente violente con Alessandro @Tinia Numismatica , che conosco personalmente e che reputo di enorme competenza, come lo sono tutti gli altri da te citati,non si fanno più. Nelle nostre animate discussioni si notava la nostra passione per la numismatica ma, soprattutto la voglia di trasmettere anche la nostra conoscenza ai meno esperti e naturalmente, come tutti, qualche volta ci si sbagliava. In questa discussione, ho visto differenti idee di pensiero,non me ne voglia il forumista @Antonino1951 che non conosco personalmente ma, che ho notato in parecchi interventi,avere delle ottime basi e conoscenze credo che sul giudizio di questa moneta abbia ragione Alessandro considerando la moneta un falso e non una provinciale come da lui ipotizzato. Al nostro amico Antonino, proprio per la mia opinione espressa sopra nei suoi riguardi e visto anche quello da lui ipotizzato per le lettere nel post # 5, credo non sarà difficile dare la risposta, sempre se vuole, se la moneta sia coniata o meno soprattutto prendendo in considerazione la mancanza di metallo sul busto e le crepe sui bordi. Buona giornata a tutti!!!2 punti
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Abrasione contemporanea all’epoca della coniazione? Lo escluderei, visto che nessuno ci avrebbe guadagnato neanche un solo spicciolo! Abrasione recente? Lo escluderei ugualmente, visto che la variazione in oggetto non risulta catalogata da nessuna parte, non è stata segnalata dal venditore e la moneta è passata senza alcuna “maggiorazione” del prezzo. Tutto ciò per ambedue gli esemplari in possesso di Raffaele. A questo punto, chi eventualmente si fosse adoperato per mettere in atto l’abrasione dei 4 puntini del rovescio l’avrebbe fatto per puro diletto, non certo per fini speculativi… È cosa credibile? Molto più credibile e realistico pensare che i punti non ci siano perché non impressi dal conio. Per quale motivo non lo sapremo mai. Per un malfunzionamento del conio stesso o per altra finalità? Saluti.2 punti
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Io la so, tu no? Altri utenti che la sanno oppure no? Risposta non oltre il si o il no, senza entrare nello specifico. Visto che nello specifico il signor/ino Zappia, non ha aggiunto nulla oltre le foto.2 punti
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Ciao Releo, no, non era segnalato dai due venditori, non ho pagato di più anzi hanno accettato la mia proposta, no non risultano catalogate ancora, anche se il Magliocca nell'aggiornamento a pagina 389 cita in nota un conio per il 1835 (legenda interrotta) senza punto tra G e 120 ma a quel conio mancano anche gli altri punti nelle abbreviazioni. Un saluto Raffaele.2 punti
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Cattaro. COMTAS CATARI San Trifone in piedi S T (s.marc)V(s) VENE(tvs) San Marco in piedi. Sotto il santo Scudetto. Le S sono rovesciate.2 punti
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Moneta effettivamente slabbata MS63. Anche se c'è da dire che la luce della foto effettivamente non sia il massimo, a me non da una piacevole sensazione di altissima qualità. Nel granding americano gli avrei dato un 62. Forse sarà per il conio un po usurato, la superficie del modellato e i dettagli mi sembrano impastati. Per il rovescio su questa moneta osservo sempre la parte posteriore e il dorso del cavallo in primo piano. Con tutti i dubbi che la foto oggettivamente comporta, non mi trasmette una sensazione di metallo "untouched". Per confronto allego una moneta in FdC. (ex Negrini 38, ex listino Mazzarino). Anche se la foto non è in altissima conservazione è tuttavia sufficiente per poterne apprezzare la bellezza dell'esemplare. I dettagli sopra citati in questo esemplare sono non solo meglio definiti, ma soprattutto presentano una pulizia nel modellato, nei campi e in generale nel metallo, molto piacevoli. Confrontate la zona del cavallo sopra citata come qui appaia più fresca, più "pulita". Certamente l’esemplare in oggetto rimane una moneta gradevole, ma secondo me non è da farci "follie". La patina non mi convince pienamente. Occhio al ciglio, qualche tacchetta ce l'ha. Ciao, si, questi dettagli sono coniati "quasi evanescenti" per capirci. Ti allego un ritaglio in alta risoluzione di un esemplare in alta qualità dove puoi osservare il rilievo "un po meglio". Mi spiace fare sempre il guastafeste e smorzare l'entusiamo. Ma la "bava di conio", molto spesso chiamata in causa, non è questa. Se proprio vogliamo chiamarla così, questa dovrebbe essere un sottilissimo bavero di metallo, molto “tagliente”, ma che per la sua sottigliezza spezza come appena tocca qualcosa. Quello che si vede nella foto non è altro che un normale esubero di metallo scaturito all'atto della battitura della pressa. Lo troviamo anche in esemplari in bassa conservazione. Allego delle foto prese da ebay per rendere l'idea. Il modo migliore per constatare l'altissima conservazione rimane sempre la brillantezza del metallo e la "pulizia" del modellato. Problemi di coniazione (come debolezze di conio, riscontrabili in queste tipologie) potrebbero falsare la regolarità di dettagli e rilievi; per questo motivo non è mai consigliabile giudicare la conservazione unicamente su questi parametri2 punti
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Visto le meravigliose discussioni che si sono sviluppate sulle monetazione aurea , volevo proporre qualcosa riguardo le monete d'argento da 12 denari che per il momento hanno ricevuto sporadiche attenzioni . Per questo primo post proporrò una discussione sui Fiorini Vecchi ( I,II,III GRUPPO del bernocchi ) , I ( fiorini nimbo liscio ) II e III ( fiorini con trifoglio ) le prime emissioni , secondo credo tutti gli autori , cominciano in una data compresa tra il 1234 e il 1237 , le prime emissioni presentano un santo stilisticamente arcaico e un giglio con tendenzialmente molto schiacciato . Di questa prima tipologia seppur ci siano molte piccole varianti ho riconosciuto due varianti principali : la prima presenta un santo più grezzo e una lettera A tendenzialmente tagliente la seconda ha un ritratto che credo di vedere più dettagliato e una lettere A smussata . sono presenti alcuni dettagli dissimili nelle scritte e si possono notare due differenze interessanti del braccio e nella mano sinistra , l'inclinazione del braccio destro sul piano trasversale è più chiusa e le dita sembrano ( supper non riesco a trovare esemplari della prima eloquenti ) paiono diverse , un dettaglio che forse potrebbe essere una guida come il famoso piede del S.Giovanni nella monetazione aurea . prima di parlare di quale delle due emissioni può essere considerata più antica propongo di proseguire la lettura e avere una visione d'insieme .1 punto
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Ciao @Oppiano, la moneta è stata acquistata direttamente da un commerciante numismatico a fine Luglio '25.1 punto
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Per essere sicuri sulla cristallizzazione bisogna avere la moneta in mano o che ci siano indicatori inconfutabili, tipo l’aspetto della massa che appare da una rottura. La “ pelle di coccodrillo” si replica con shock termici in ambiente acido , o quantomeno se ne ottiene una imitazione molto plausibile , quindi bisogna andarci con i piedi di piombo. Invece, anche dalla foto , si possono individuare le difformità del disegno che , riportate all’epoca della presunta esecuzione, non avrebbero senso di esistere, perché chiunque avrebbe saputo che una insegna ha un palo per piantarla in terra e l’avrebbe replicato nel conio o nella conchiglia , così come avrebbe saputo che il trespolo aveva la linea orizzontale che arrivava a tutto l’esergo, non una sola parte. Sono difformità esecutive che male si adattano ad una realizzazione fatta in epoca coeva o giù di lì e ambiente metropolitano. Potrebbero essere plausibili in una imitativa, ma , di solito, la parte più scorretta in quelle è la legenda( per ovvi motivi di maggiore difficoltà interpretativa) , mentre un disegno comune come una insegna, oggetto ben presente in qualsiasi cultura dell’epoca, difficilmente sarebbe stato eseguito in modo errato. Diverso il discorso se la realizzazione fosse molto posteriore e l’esecutore non avesse avuto ben chiaro cosa doveva rappresentare e neanche che , per una augusta, un rovescio militare fosse estremamente improbabile.1 punto
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DE GREGE EPICURI Io rispondevo un po' a tutti, ma in particolare ad @Antonino1951; RWS2012 è uno dei maggiori esperti mondiali di monetazione repubblicana.1 punto
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Dal momento che ci siamo: puoi darmi, per favore, anche qualche numero così lo gioco ? Io sdrammatizzo, però siamo seri: con le sole foto non si può andare oltre un certo grado di certezza o probabilità.1 punto
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Ok grazie @favaldar. Credo che seguirò il tuo pensiero, che è anche da me condiviso. Penso anch'io che in questo caso abbia influito lo sporco, chissà dov'era prima, altrimenti mi parrebbe improbabile una patinatura così scura quasi nera. Solitamente non metto monete nel monetiere con la bustina di plastica, cosicché ( dovrebbero ) patinare 🙂. Un saluto.1 punto
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Il tipo di patina dipende molto da fattori esterni almeno da quanto ho capito. Conta l'umidità, la temperatura, dove è posizionata ed ogni tanto va girata come il formaggio. Io la lascerei cosi, quella patina scuro pesante sul contorno credo che sia anche molto "sporco" cioè polvere e simili di anni e anni all'aperto invece in un monetiere non credo che patini cosi pesante. Sempre meglio liberarle dalle bustine di plastica a meno che non sia una perizia importante.🖐🏼️ Poi magari con gli anni riesci ad acquistarne una in più alta conservazione e la cambi se ti piace di più o non ha patinato come volevi.1 punto
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E che dire di questo spreco? (foto che circola in rete di un gruppo di monete custodite da un soldato e colpite da un proiettile durante la prima guerra mondiale; si dice pure che gli abbiano salvato la vita! non c'è niente da fare: il denaro fa miracoli! https://www.bbc.com/news/world-461864301 punto
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Cari amici, Recentemente ho ricevuto una segnalazione da parte di un lettore: una rete cinese di contraffazione ha acquistato worldwide le 20 FRANCS W 1815 e le sta ricambiando in serie utilizzando oro come materiale (si dice che il grado di purezza sia compreso tra l'89% e il 93%). Finora, secondo le mie indagini, sono state trovate 12 monete false 20 Francs W 1815 con le stesse caratteristiche. La rete di contraffazione ha prima acquistato una moneta gradata da NGC con il grado XF45 (numero di serie: 4377043-009) e l'ha usata come campione per le ricamature. Poi ha venduto ai buyer A dei "slab" falsi, insieme ad altre 5 monete false non inserite in slab. Successivamente, ha mandato una delle monete false a NGC, che per errore l'ha gradata e inserita in un slab, con il numero di serie 8605412-002. Hanno anche ricambiato questo slab: almeno due slab con lo stesso numero di serie (8605412-002) sono stati venduti rispettivamente ai buyer B e C. Una caratteristica comune di queste monete false è che c'è un evidente buco concavo sotto la lettera "O" della parola "NAPOLEON" sulla faccia anteriore. In allegato sono presenti alcune immagini di queste monete false. L’obiettivo di questa comunicazione è fare sapere che, in futuro, il gruppo di contraffatori non si limiterà a produrre più monete d’oro francesi: se i profitti legati alle monete d’oro italiane saranno sufficientemente alti, tenterà anche di contraffarle. MA Tianyi1 punto
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La 1955 in fior di conio è quella più quotata, euro 800. Diciamo poi che fino al 1962 se in fior di conio ci sono diverse quotazioni ma se in FDC, trascrivo in ordine di anno : 1956 150 poi 300, 400, 550, 350, 350, 200, 80, 50, 50, 40, 30 poi da 1 a 4 euro. Infine quella dl 1987 se ha la variante cifra 7 della data ad uncino e se FDC 50 euro. Anche le SPL sono quotate per alcune decine di euro. Ovviamente la PROVA del 1954 è rara R3 ed è la più alta, se in FDC 3.500 euro.1 punto
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Io ho il Gigante 2024 e in FDC, fino alle 1962 incluso, quota le 100 lire Minerva a livelli interessanti. L'edizione 2025 è per caso aggiornata al ribasso?1 punto
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Ciao, l'articolo da cui ho preso le immagini è: Asolati M. 2022, Da monete a contrappesi: riusi funzionali della moneta romana tra la fine dell'età antica e l'inizio del medioevo, in RIN 2022 Asolati ha dedicato al tema anche un altro contributo piuttosto corposo, che (se ben ricordo) dovrebbe avere più attinenza con pesi come il tuo: Asolati M. 2022, Exagium solidi: la fase coniata di IV-V secolo, in L. Delanaye, M. Doyen (a cura di) Pondera antiqua et Mediaevalia II, Louvain, pp. 197-275.1 punto
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Va detto che è una moneta anche molto difficile da fotografare, per cui in mano potrebbe anche essere qualcosa meglio. Anche se lavata, dalle foto la ritengo gradevole, con qualche cenno di usura (anche il seno sx al rovescio) ma che fa apprezzare comunque bene la prevalenza dei rilievi.1 punto
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Una moneta piacevole @Alan Sinclaircome conservazione per me è un BB.1 punto
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Ritrovato un raro tesoretto di monete medievali al Molkenmarkt di Berlino 0 Durante gli scavi archeologici al Molkenmarkt, la piazza più antica di Berlino, un team del Landesdenkmalamt Berlin ha riportato alla luce sei monete d’argento del XIII secolo. Il ritrovamento, legato alla dinastia ascania, arricchisce un patrimonio di oltre 700.000 reperti che raccontano otto secoli di storia berlinese. A Berlino, nel quartiere Mitte, un piccolo tesoro medievale è emerso dal sottosuolo durante le indagini archeologiche al Molkenmarkt, la piazza più antica della città. Gli scavi, condotti dal Landesdenkmalamt Berlin, hanno portato alla luce cinque denari interi e un mezzo denaro, databili alla seconda metà del XIII secolo. Le monete, realizzate in argento e con un diametro di circa 1,5 centimetri, provengono dal periodo di governo dei margravi ascanî Otto IV e Otto V, in carica tra il 1260/65 e il 1293. “Lo scavo al Molkenmarkt”, spiega Christian Gaebler, senatore per lo sviluppo urbano, l’edilizia e l’alloggio, “con una superficie di circa 22.000 metri quadrati è attualmente il più grande scavo nel centro della città in Germania e sorprende sempre con reperti interessanti. Nel PETRI di Berlino, inaugurato di recente, i visitatori possono ora ammirare una varietà di reperti del Molkenmarkt. L’elaborazione scientifica dei reperti ci riserverà ancora molte interessanti scoperte sulla Berlino medievale e cambierà la visione della storia della nostra città”. Il conio presenta, sul diritto, la figura stante di un margravio tra due torri cupolate poggiate ciascuna su un doppio arco, mentre sul rovescio è raffigurata un’aquila coronata. Il ritrovamento è avvenuto all’interno di una fossa medievale, in un contesto che ha permesso agli archeologi di preservare integralmente i reperti. Il piccolo gruzzolo fa parte di un insieme ben più vasto: il Molkenmarkt, uno dei siti di scavo più importanti della capitale tedesca, ha già restituito circa 700.000 reperti che raccontano la vita quotidiana della popolazione berlinese nel corso di diversi secoli. Tra questi figurano un peso da rete del XIV secolo, una flauto in osso dello stesso periodo, calzature e una calza in pelle databili intorno al 1450, un nastro di seta coevo, biglie e giochi del XVII secolo e pietre focaie provenienti da armi a pietra focaia del XVIII secolo. Parte di questo patrimonio verrà esposto insieme alle monete. Le monete ritrovate negli scavi archeologici al Molkenmarkt. Foto: Landesdenkmalamt Berlin, Julia-Marlen Schiefelbein “Le monete ritrovate”, dice Christoph Rauhut, conservatore statale e direttore dell’Ufficio statale dei monumenti di Berlino, “sono un’importante testimonianza del consolidamento della Berlino medievale nel XIII secolo. Possono essere rilevati per la prima volta al Molkenmarkt per Berlino”. Le operazioni al Molkenmarkt, che si trova nell’area della più antica piazza di Berlino, interessano uno spessore medio di quattro metri di terreno e comportano lo scavo di oltre 88.000 metri cubi di strati storici. La peculiarità del sito è dovuta alla completa sigillatura delle superfici avvenuta a metà del Novecento, che ha permesso di conservare in maniera eccezionale le strutture e i reperti archeologici. Gli scavi documentano una stratificazione che va dalla fondazione medievale della città fino al XX secolo. Le evidenze comprendono le tracce della città sotterranea tra XVIII e XX secolo, e un tratto di passerella in assi lignee di 50 metri di lunghezza e fino a sette metri di larghezza, datata intorno al 1230, e vari fossati fortificati del XIII secolo. Numerosi i pozzi e le latrine, databili tra XIII e XVIII secolo, che hanno restituito un ricco corredo di oggetti di uso quotidiano. Sono emersi anche resti di cantine e abitazioni medievali in legno, forni a cupola in argilla e resti di botteghe di fabbri. Non mancano le testimonianze di epoche ancora più antiche. Alcune aree hanno infatti rivelato tracce di frequentazione preistorica, in particolare dell’età della pietra, contribuendo a estendere l’arco cronologico della storia documentata dell’area. Secondo il Landesdenkmalamt, oltre il 70% del volume previsto è già stato scavato e documentato. Attualmente le attività si concentrano sul completamento della campagna di scavi e sulla registrazione dettagliata di tutte le evidenze. Terminata la fase sul campo, seguirà un’ampia analisi scientifica dei reperti e dei contesti, con l’obiettivo di ricostruire la storia urbana e sociale del Molkenmarkt in modo quanto più completo possibile. https://www.finestresullarte.info/archeologia/ritrovato-raro-tesoretto-di-monete-medievali-al-molkenmarkt-di-berlino1 punto
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Ciao @Alan Sinclair Moneta piacevole, i rilievi non sono male. Come dicevi è la meno comune della Serie. Come conservazione mi fermerei al BB, avevo aggiunto un + poi noto che ha subito una bella pulita e anche strofinata e ho tolto il +.🤨 Comunque, se non si è alla ricerca del FDC è si vuole avere solo la serie, la moneta è ok. (noto però che solitamente ami le alte conservazioni) Saluti 😊1 punto
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Questo è da capire o da risolvere ma la vedo dura. Più probabile per me che sia un conio vecchio o sporco o qualche spostamento nella battitura visto anche l'orecchio. Non ho studiato molto sulla coniazione per avere certezze. So per aver letto dai vari esperti del tipo molti anni fa, che spesso venivano usate,le monete, come una sorta di pizzini , quindi poteva anche essere voluto.?? Di sicuro è una variante/curiosità da annotare e segnalare per studio, per il valore dipende dai collezionisti.1 punto
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Ritengo anch'io @Tinia Numismaticaun grande esperto di monete antiche, per cui anche se a volte è un pò irruento nei modi è comunque persona di grandissima competenza, io personalmente ho imparato molto dai suoi interventi sulle monete antiche che apprezzo sempre molto e che trovo molto istruttivi 🙂.1 punto
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Buongiorno,da diverso tempo non riscontro più problemi con le pubblicità, però da stamattina ogni volta che apro il Forum e/o una qualsiasi sezione mi appare il banner (se così si chiama)per la campagna delle donazioni...1 punto
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A mio parere, un ulteriore possibile elemento di valutazione potrebbe essere la conformazione della lettera N (in corsivo) che sappiamo riferirsi alla zecca di Napoli. Nello specifico, dovrebbe essere evidenziato lo spazio in basso a dx.1 punto
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Anche io nutro dei dubbi circa la causa del foro, nel senso che -a mio avviso- non si dovrebbe trattare di un "foro" causato da un'arma da fuoco (esempio, proiettile pistola). 1) Proiettile interamente camiciato; 2) Proiettile semicamiciato; 3) Proiettile H-Mantel della Dynamit Nober (RWS) a forma di H, avendo la camiciatura una strozzatura centrale, mentre la punta è vuota, ma coperta da una cuffia in rame; 4) Brenneke TIG e cioè Torpedo Ideal Geschoss, con il nucleo diviso in due parti, quella anteriore più tenera inserita entro quella posteriore più dura; la base è conica; 5) Brenneke TUG e cioè Torpedo Universal Geschoss, simile al precedente salvo che è la parte dura ad infilarsi entro quella tenera; 6) KG (Kegelspsitzgeschoss, RWS) a punta conica, del 1965 con camiciatura che si assottiglia progressivamente verso la punta nuda; 7) Silvertip della Winchester con una cuffia di alluminio che copre la punta e si prolunga sotto la camiciatura di tombacco quasi fino a metà del proiettile; Nossler (USA) in cui la camiciatura in tombacco è lavorata dal pieno e divisa in due parti: quella inferiore robusta ed indeformabile e quella superiore in cui lo spessore e lunghezza della camiciatura viene adattata al tipo di proiettile; 9) Core lokt della Remington che presenta un progressivo rinforzo della camiciatura verso la metà del proiettile e preintagli della stessa nella parte superiore. Fonte: https://www.earmi.it/varie/proiett.htm Navigando in Internet è possibile visionare la forma di un foro di proiettile e non mi sembra di aver intravisto un foro assimilabile a quello della discussione. Ma tutto può essere....1 punto
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Con le SLAB passano pure ma in mano ancora possiamo riconoscerle. Io non mi fido e non mi sono mai fidato di cose chiese da chi non ho una Stima Massima. Preferisco evitare l'acquisto. Grazie per l'informazione.🙏🏼1 punto
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Supremazia sui barbari,la moneta smette di veicolare messaggi di accadimenti importanti o propaganda come in alto impero,mia opinione non da storico1 punto
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Marca per spese voluttuarie, 1949, stampa in rotocalco, filigrana ruota alata dentellatura 14. Erano composte di due parti, noi avendo un esemplare usato abbiamo solo la parte che andava sulla ricevuta. Valore di catalogo 3€. Essendo il tuo esemplare timbrato 19 GEN 49 siamo sicuramente al primo mese di emissione e uso.1 punto
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@mariov60 - Non so se ha senso, comunque io ho queste monete (vedi foto - non ho la minima idea di cosa siano) con estese macchie verdi, e non sono sicuro che queste incrostazioni siano quello che lei cerca. Nel caso le siano utili, posso metterle a disposizione -gratuitamente- per i suoi test.1 punto
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@Adelchi66 Ti chiarisco due aspetti fondamentali: Guadagno personale: se davvero il forum fosse legato esclusivamente a un ritorno economico (che, tra l’altro, non sarebbe neppure un reato visto che è comunque un servizio di cui usufruisci), non avresti comunque ragione. In quel caso non vedresti 3 banner, ma 200, con popup e pubblicità invasive su ogni singolo paragrafo del forum, così come accade altrove. La realtà è che qui la pubblicità è ridotta al minimo indispensabile. Servizio reciproco: Che ti piaccia o no, il forum esiste perché qualcuno lo mantiene, lo aggiorna e paga i costi da 25 anni. Ma è vero anche che vive grazie ai contenuti degli utenti e all’impegno gratuito dello staff che lo tiene in ordine. È un insieme di ingranaggi che fanno funzionare una community di queste dimensioni: ben diverso dall'orologio con un solo ingranaggio da te descritto, senza lancette né quadrante. Sono tutte figure indispensabili, se manca la prima il forum chiude, se manca la seconda il forum è vuoto, se manca la terza il forum è anarchia. Non è difficile da comprendere. Donazioni e sostenibilità: tutte le donazioni sono volontarie e nessuno è obbligato a pagare nulla. Tu stesso puoi continuare a usare il forum gratuitamente, come fai dal 2006 “senza mai cacciare una lira”, e potrai anche vantarti di questo risultato. Potrai farlo finché ci sarà la possibilità di pagare i costi. E quei costi, ti piaccia o no, sono sostenuti anche dagli utenti che hanno deciso di contribuire spontaneamente. Non perché sono stupidi, come cerchi di farli passare. Per questo, ti chiedo almeno di rispettare chi sceglie di “investire 5 / 10 € l’anno” (questa è la media delle donazioni degli utenti) per sostenere il forum. Non sono ingenui né vittime di chissà quale arricchimento personale del sottoscritto. Semplicemente questo è il modello che permette al forum di essere online da un quarto di secolo. Se non fosse sostenibile, oggi non saremmo nemmeno qui a discuterne. Ora però basta, non intendo continuare questa discussione con te. Continua pure a mantenere la linea di pensiero del 2006, non mi interessa. Se hai altro da dirmi "per smuovere" le acque (de che?) scrivimi in privato. Questa torna ad essere una segnalazione di problemi tecnici sullo "scrolling da cellulare".1 punto
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Lungi da me l'intenzione di entrare in polemica ma affermare che le azioni curative sono soggettive non mi sembra corretto. Soggettive sono le scelte... Ci possono essere metodi più o meno empirici che, a seconda della gravità del fenomeno corrosivo, possono anche dare risultati positivi e ci sono metodi con basi scientifiche, messi a punto, sperimentati ed approvati dai più importanti centri di restauro collegati a soprintendenze e musei. L'ammoniaca è un complessante (come l'edta) e può essere molto utile in fase di pulizia ma non ha capacità inibenti nei confronti della corrosione indotta da cloruri con formazione di nantochite (CuCl). Interventi approfonditi di pulizia meccanica (bisturi, minifrese, matite in fibra) o chimica (ammoniaca o edta) possono dare buoni risultati e risolvere il problema se con tali sistemi si riesce a rimuovere tutti i microscopici prodotti della corrosione ma spesso sono inefficaci, comportano recidive e necessitano di costante osservazione nel tempo. Il metodo ad oggi più efficace, ben sperimentato e disponibile per combattere il cancro del bronzo è quello che prevede, dopo un'accurata pulizia, il bagno o l'applicazione di benzotriazolo in soluzione alcolica. Il benzotriazolo è un prodotto potenzialmente nocivo ma utilizzato per decine di anni anche nello sviluppo fotografico e come anticorrosivo in alcuni detersivi per cui penso si debba sdrammatizzarne l'utilizzo e concentrarsi invece nell'accurata applicazione delle giuste precauzioni descritte nelle schede tecniche. Il benzotriazolo si lega in modo stabile ai prodotti della corrosione del bronzo (fenomeno autocalitico anche in ambiente anaerobico e quindi potenzialmente inarrestabile) formando cristalli insolubili e stabili, senza interagire con la patina originale. Sarà sufficiente, dopo pulizia meccanica o chimica, l'immersione in soluzione alcolica al 6% - 7% per 6 - 24 ore e successivo risciacquo in alcool etilico per avere buona confidenza nella risoluzione del problema. Sarà comunque consigliato mantenere l'oggetto in quarantena per 3 - 6 mesi per scongiurare eventuali recidive (nel caso ripetere il trattamento) e poi applicare uno strato protettivo a base di cera microcristallina anch'essa additivabile con benzotriazolo. Altri metodi "ecologici" sono allo studio da tempo ma o sono difficilmente disponibili o hanno importanti controindicazioni. Io sto sperimentando l'ossalato di sodio con trattamento protettivo a base di idrossido di calcio (calce spenta) che però sembra dare effetti non sempre compatibili con l'aspetto superficiale del manufatto... vedremo... Mario1 punto
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Altra 56 completamente senza punteggiatura al rovescio. Un saluto a tutti Raffaele.1 punto
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Bravo, @leo9997n! Faccio un po’ di fatica a seguire il tuo discorso, anche perché ho un po’ di remore a lanciarmi nell’analisi stilistica, dato che temo sempre di prendere per elementi stilistici discriminanti dei particolari che variano semplicemente per la mano di chi ha intagliato il conio… peraltro, bisogna avere un bacino di esemplari osservati davvero vasto per non prendere “lucciole per lanterne”: ad esempio, solo guardando i 6 esemplari che hai postato sembra, guardando le dita distese della mano destra del Battista (l’indice ed il mignolo) che anche il loro l’angolo di inclinazione possa dire qualcosa, risultando entrambi tali dita verticali nei primi due esemplari (I serie), oblique negli ultimi due (II serie) ed orizzontali nei due esemplari “con trifoglio” (III serie)… ma osservando appena 6 esemplari, non so davvero quale significato tutto ciò possa avere!😅 Preferisco, per valutazioni personali, contare su elementi più oggettivi, come il cambiamento di punzoni (o di orientamento dei punzoni) nel “costruire” le lettere o la comparsa di elementi davvero nuovi (vedi il trifoglietto a segnalare la terza serie di fiorini vecchi…); questo tuttavia non significa che l’analisi stilistica non sia da tentare, tutt’altro! Solo, io non sono in grado di sbilanciarmici! Ad ogni modo, mi è piaciuta l’annotazione circa l’angolo di apertura sul piano frontale dell’avambraccio destro del Battista che, se si confermasse in numerosi esemplari e fosse sempre invariabilmente riscontrabile in esemplari “a nimbo liscio” potrebbe effettivamente marcare un primo tipo probabilmente precoce, se nelle serie successive si confermasse la presenza di un avambraccio perfettamente verticale… Resto in attesa di commenti da chi è più esperto, ma complimenti per il coraggio e la passione, il forum ha bisogno anche di questi (oltre all’insostituibile apporto dei più esperti)!1 punto
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Salve @Atexano , il valore economico delle monete antiche in generale e' molto vincolato allo stato di conservazione piu' che alla rarita' . Personalmente non condivido questo rapporto di stato/prezzo perche' per le monete antiche si parla principalmente di Storia e in teoria la Storia non ha nulla a che vedere con lo stato di conservazione di una moneta , anzi piu' la moneta e' consumata piu' alto dovrebbe essere il prezzo perche' dimostra di aver circolato per tante mani di uomini antichi , vedendo e sopportando fatti a noi oscuri . Ma questo concetto rimane pura teoria , forse un po' filosofico , ma personalmente la penso cosi' . Venendo alla tua moneta e facendo riferimento al mercato numismatico , il prezzo che l' hai pagata , 50 euro , e' equo in relazione alla conservazione , oggi l' avrei pagata anche 20/30 in piu' , le monete di Traiano e in particolare i Sesterzi sono sempre molto ricercati . Per me , in relazione a quanto ho scritto , hai fatto un buon acquisto .1 punto
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Ciao, spesso si leggono monografie e biografie su Flavio Valerio Aurelio Costantino, universalmente conosciuto semplicemente come Costantino (non Vitaliano, che appare al nr.1 su Google...), ovvero l'"Imperatore Cristiano". Oppure trattano il suo "HOC SIGNO VINCES", il concilio di Nicea, e quant'altro. E le sue numerose monete da Imperatore sono tra le più diffuse. Per questo motivo ho pensato di postare questa discussione sul giovane Costantino, dalla sua nascita fino alla sua ascesa come Cesare. E corredarla con alcune delle monete dell'epoca. Flavio Valerio Aurelio Costantino, conosciuto anche come Costantino il Grande e Costantino I (lingua latina: Flavius Valerius Constantinus) nacque a Naissus il 27 febbraio 274. Il nome di Naissus significava "città delle ninfe” ed è l’odierna Niš; questa è una delle ipotesi di individuazione dell'antica Nysa, un luogo mitico nella mitologia greca dove sarebbe cresciuto il giovane dio Dioniso. Naissus fu considerata una città degna di nota nella Geografia di Tolemeo di Alessandria. I Romani occuparono la città nel periodo della guerra dardanica (75-73 a.C.), e la città si sviluppò come crocevia strategico e città mercantile. Per alcuni decenni, a partire da Augusto, fu sede di una fortezza legionaria, e per tutto il I secolo, capitale della nuova provincia di Mesia. Mosaici Veduta Durante il periodo imperiale furono insediati sotto Settimio Severo alcuni coloni della legio VII Claudia. Nel 268, durante la crisi del III secolo quando l'impero era oramai prossimo al collasso, la più grande invasione Gotica mai vista fino ad allora arrivò fino ai Balcani. Un'invasione di Goti nella Pannonia stava portando al disastro. L'imperatore Gallieno fermò l'avanzata dei Goti sconfiggendoli in battaglia nell'aprile del 268, e quindi, nel settembre dello stesso anno, affrontò il grosso delle forze gotiche a Naissus e le sconfisse in una carneficina, la più sanguinosa battaglia del III secolo che lasciò da 30.000 a 50.000 Goti morti sul campo. La battaglia fruttò al generale capo di Gallieno, Marco Aurelio Claudio, il suo soprannome "Gothicus", nonostante il comandante della cavalleria Aureliano fosse il vero vincitore. La battaglia di Naissus mise al sicuro l'impero occidentale per altri due secoli. Non è un richiamo da poco, lo stesso Costantino nel 310 si dichiarerà discendente dello stesso Claudio Gothico, anch'esso illirico, probabilmente per rivendicare una ascendenza "nobile" e quindi degna di governare l' Impero nella sua persona e nella sua dinastia. I resti della villa imperiale a Mediana sono un importante sito archeologico vicino a Niš. 1) Villa with the Peristyle 2) Thermae 3) Nimphaeum 4) Horreum 5) Water tower 6) Fortress 7) Villa with semicircular conches 8) Villa with surrounding wall 9) Villa 10) Villa with the central corridor 11) Horreum 2 12) Holly object 13) Holly object 14) Vicus 15) Necropolis1 punto
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