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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/13/25 in Risposte
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Buonasera a tutti, in questa immagine scherzosa, elaborata da mia figlia in occasione del mio compleanno, viene raffigurata una sorta di contrappasso della figura del collezionista numismatico. Sullo sfondo della location del Mercatino del Cordusio, è rappresentata una transazione tra due monete antropomorfizzate, individuabili in un "testone" milanese e in un "ducatello" veneziano. Oggetto dello scambio sono i collezionisti. Infatti il "testone" sta trattando con il "ducatello" l'acquisto di un esemplare del 1966, rappresentato da una mia caricatura, in piedi sul raccoglitore. Da notare che il "testone" ha già acquistato un altro esemplare di collezionista che spunta dal suo "borsetto". Quest'ultimo particolare, sempre secondo mia figlia, contraddistingue ed identifica i frequentatori assidui del mercatino milanese e dei convegni numismatici che qualche volta anche lei è stata "costretta" a frequentare. Devo ammettere che quando l'ho visto mi è piaciuto molto e mi ha fatto subito sorridere. Un saluto Federico8 punti
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Direttamente dal convegno che si è tenuto oggi a Rende, una 37 senza punto dopo HIER Saluto tutti. Raffaele.7 punti
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Condivido con gli utenti del Forum interessati alle monete romane repubblicane e non , questo mio raro Asse avente come simbolo sopra la prua di nave l' elmo romano che dovrebbe essere del tipo Montefortino . Mi sono ricordato di avere questo Asse a seguito di aver letto questa recente notizia del ritrovamento nel mare delle isole Egadi di un elmo romano perfettamente conservato , anche delle sue para guance e proprio dello stesso tipo Montefortino in voga principalmente nel periodo repubblicano tra il IV e il I secolo a. C. : https://www.msn.com/it-it/viaggi/notizie/un-elmo-romano-risalente-alla-prima-guerra-punica-è-stato-recuperato-in-sicilia/ar-AA1Moim3?ocid=msedgdhp&pc=U531&cvid=b48153d1b4a24f68aac95785618ae4cb&ei=30 L' Asse in mio possesso pesa grammi 31,1 ed e' classificato come un Cr. 118/1 , forse di conservazione MB , per questo l' ho fotografato con luce radente per meglio far risaltare i rilievi ; nonostante la bassa conservazione credo , per passione personale verso i grandi bronzi repubblicani , che nulla tolga al fascino storico di queste monete .5 punti
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Qualche foto di stamattina5 punti
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L'immenso piacere è stato il mio , nel conoscere di persona ...uniti dalla stessa passione persone speciali come lo sei tu Lorenzo, Michele, Alessandro, Raffaele, Emanuele, Pierpaolo, Francesco di Rauso, Irpino, Ruggero Lupo e il figlio Nicola, Gaetano Scuotto con famiglia , il Signor Antonio Cava, Enrico della Filatelia Meridionale (di cui sono debitore) il Signor Chiglien, il giovane De Rosa, Marco, Mattia Rescigno e Nicolò Giaquinta, tutti i commercianti presenti, ma proprio tutti gli organizzatori di questo primo evento in Calabria. Ho visto passione, cordialità, accoglienza e sorrisi in ogni gesto. Grazie.4 punti
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Buongiorno al forum...un altro rarissimo esemplare di 2 grana con perlinatura al rovescio. Conservazione non eccelsa ma ancora molto godibile per il tipo di collezioneche ho impostato. Ecco le foto. Il dritto presenta la stessa legenda con 2 stelline una dopo DEL e una dopo SICI...Si intravedono, ma la legenda è posta diversamente, SICI è diviso a metà dal coppino di Murat nel esemplare del post più sopra , qui è tutto sotto il taglio del collo...legenda quindi più lunga e diversamente spaziata per quest'ultimo esemplare.4 punti
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Volevo salutare i tanti amici presenti, ma uno in particolare che conosco da tanto tempo e che finalmente stamattina con immenso piacere ho conosciuto di persona... Rocco.3 punti
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Buona serata a tutti, Ciao @Asclepia posto la mia moneta, rilevando che è simile alla tua con SICI e stella a 5 punte sotto il taglio del collo.3 punti
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L’interno della tomba monumentale scoperta in Albania Scoperta in Albania orientale una tomba romana monumentale Il rinvenimento della struttura, databile tra il III e il IV secolo d.C., è stato effettuato all’inizio di agosto Nell’Albania orientale, nella valle di Bulqizë, presso il villaggio di Strikçan, una squadra di archeologi albanesi ha portato alla luce una tomba romana monumentale, datata tra il III e il IV secolo d.C., la prima di questo tipo rinvenuta nel Paese balcanico. La scoperta è avvenuta all’inizio di agosto, quando l’Istituto di Archeologia ha avviato gli scavi dopo la segnalazione di alcuni abitanti che avevano notato pietre insolite in un altopiano vicino al confine con la Macedonia del Nord. L’indagine ha rivelato una struttura sotterranea di 9 metri per 6, alta 2,40 metri, costruita con grandi lastre di calcare incise con lettere greche. La tomba si articola in tre ambienti principali: una grande scalinata d’accesso, un’anticamera e la camera di sepoltura. Il sepolcro, molto più imponente rispetto ad altri ritrovamenti nell’area, apparteneva con ogni probabilità a un membro facoltoso della società. A confermarlo sono anche i reperti rinvenuti: un frammento di tessuto ricamato con fili d’oro, recipienti in vetro, manufatti in osso e coltelli. Secondo il responsabile degli scavi, Erikson Nikolli, l’iscrizione principale, bilingue, indica che la persona sepolta si chiamava Gelliano e dedica la tomba a Giove. È probabile che un secondo individuo, forse un familiare, fosse sepolto nello stesso luogo. Si tratta della prima iscrizione di questo tipo rinvenuta nella regione, a testimonianza del livello culturale che caratterizzava l’area nell’antichità. Altri testi incisi, non ancora decifrati, potrebbero appartenere a un monumento vicino oggi circondato da campi di mais e da una cava. Il sito era stato già violato in passato: una prima volta in età antica e successivamente quando macchinari pesanti avevano spostato un masso sopra la camera funeraria. Il monumento è stato classificato dalle autorità come patrimonio di grande valore storico e culturale, con l’obiettivo di preservarlo e renderlo, in futuro, visitabile anche per un pubblico più ampio. https://www.ilgiornaledellarte.com/Articolo/Scoperta-in-Albania-orientale-una-tomba-romana-monumentale Meravigliosa. Una tomba romana che parla due lingue. Architettura, tessuti d’oro e sculture di pietra. Ecco cos’è stato trovato. E quello che gli altri non dicono In una valle appartata della Dibra settentrionale, poco oltre Bulqizë, una scoperta archeologica ha riportato alla luce una delle sorprese più affascinanti dei Balcani: una tomba monumentale romana, la prima del suo genere nella regione, dedicata a un individuo il cui nome, Gellianos, sembra trasportarci in un tempo sospeso tra Oriente e Occidente, tra lingua greca e latino. La tomba, risalente al III-IV secolo d.C., misura circa 9 metri per 6 e presenta una camera funeraria alta 2,4 metri, affiancata da una monumentale scalinata decorata con motivi geometrici. Non si tratta di un semplice sepolcro: la struttura sembra un piccolo mausoleo, concepito per celebrare il prestigio e la memoria del defunto. La scoperta è stata annunciata dal Ministro albanese Blendi Gonxhja, sottolineando l’importanza storica e culturale del sito. Gli scavi, parte del progetto “Ricerca archeologica nella valle di Bulqiza”, sono stati condotti dall’Istituto di Archeologia con esperti locali, tra cui l’accademico Adem Bonguri e il Dott. Erikson Nikolli. Gellianos: un nome che racconta storie Il nome inciso nella pietra, Gellianos, porta con sé una complessa eredità culturale. La radice latina “Gall-” potrebbe indicare un’origine gallica o il legame con famiglie romane di alto rango, mentre il suffisso -ianos, tipico dei gentilizi romani, denota appartenenza, legame familiare e memoria. Gellianos non è solo un defunto, è un individuo immortalato nella pietra con la stessa cura dedicata ai dettagli architettonici e ai tessuti d’oro che avvolgevano il suo corpo. Il bilinguismo: greco e latino Elemento straordinario della tomba è la doppia lingua dell’iscrizione, un fenomeno rarissimo nella Dibra romana. Il latino, lingua ufficiale dell’Impero, convive con il greco, portatore di cultura, religione e filosofia. La combinazione delle due lingue non è solo un atto commemorativo, ma un vero dialogo culturale, che riflette il contesto cosmopolita e l’appartenenza di Gellianos a un’élite capace di navigare tra due mondi. Una curiosità unica: la scalinata principale sembra progettata per offrire un “doppio sguardo”. Chi saliva poteva leggere l’iscrizione latina da un lato e quella greca dall’altro, come se Gellianos avesse voluto farsi comprendere da due civiltà. Questa progettualità simbolica trasforma la tomba in uno spazio di comunicazione culturale, più che in un semplice sepolcro. Architettura e tesori La costruzione della tomba evidenzia notevoli capacità architettoniche: grandi pietre modellate con precisione, scalinate monumentali, stucchi geometrici. Nonostante i saccheggi antichi, gli archeologi hanno recuperato vasi di vetro, pettini d’osso, coltelli e frammenti di tessuti intrecciati con fili d’oro, testimoni della raffinatezza e dello status sociale del defunto. La tomba si articola in tre aree principali: la camera funeraria, un’anticamera e la scalinata monumentale, con ulteriori strutture murarie che suggeriscono la funzione di mausoleo. Dibra: crocevia tra Roma e l’Oriente La regione di Dibra, nota nell’antichità come Doberus, è stata abitata fin dal Neolitico. Durante l’epoca romana faceva parte della provincia della Mesia, una terra strategica e crocevia di scambi commerciali, militari e culturali tra l’Impero e l’Oriente. La presenza di fortificazioni, strade lastricate e insediamenti testimonia la sua importanza strategica. La romanizzazione portò latino, istituzioni romane e pratiche culturali imperiali, ma le tradizioni locali sopravvissero, come dimostrano le tombe monumentali e le iscrizioni bilingue. La fusione di elementi romani e locali creò un patrimonio unico, in cui il cosmopolitismo si mescolava alla memoria di comunità antiche. L’eredità romana nel paesaggio di Dibra Oggi, Dibra conserva fortificazioni, strade lastricate e tombe monumentali, testimoni della persistenza dell’eredità romana. La scoperta della tomba di Strikçan aggiunge un ulteriore tassello alla conoscenza del passato romano della regione, evidenziando l’importanza della ricerca archeologica per valorizzare e comprendere il patrimonio culturale albanese. https://stilearte.it/meravigliosa-una-tomba-romana-che-parla-due-lingue-architettura-tessuti-doro-e-sculture-di-pietra-ecco-cose-stato-trovato-e-quello-che-gli-altri-non-dicono/2 punti
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Certo, mia figlia Cecilia frequenta l'Accademia di Belle Arti di Venezia. Diciamo che è anche il frutto di quello che spendo per farla studiare. Un saluto Federico2 punti
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Ciao @Ajax sicuramente greca. @Antonino1951 Akragas? https://www.acsearch.info/search.html?id=129691252 punti
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Ciao, qui si va a tentoni trattandosi di una moneta molto rovinata 🙂. Asse di Domiziano con Vittoria alata in volo e globo ? ( che mi sembra si intraveda, tu puoi vedere meglio). Un esemplare della tipologia a cui mi riferisco. ANTONIO2 punti
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Buongiorno...riporto su la discussione e questo post per mostrare il risultato finale...ingredienti, tempo, acqua demineralizzata, sapone, olio di vaselina...e la moneta, fotografata a luce naturale, si presenta così...che vi pare? Buon sabato a tutti.2 punti
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Auguro una buona giornata a tutti all' insegna della passione che ci accomuna e con la speranza che questo primo evento in Calabria sia il primo di una lunga serie...2 punti
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Beatrix aveva il raffreddore. Moneta divertente, ma vale 2 euro2 punti
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Buongiorno, Oggi mi è capitato di osservare una bilancia, ad un mercatino, per monete del Regno. La ho trovata molto simpatica (ma costosa, dunque non la ho acquistata), per cui ho chiesto di poter scattare una foto, che riporto sotto. la bilancia è costituita da una base con due montanti sui cui è installata una piastra "a forma di proiettile" che a sinistra presenta un pesetto e a destra 4 fori per: -20 lire elmetto -20 lire littore -5 lire (aquilotto/famiglia?) -2 lire (nell'immagine) o 10 lire biga. la bilancia funziona secondo il principio di equilibrio delle leve. qualcuno già conosceva questo strumento? saluti1 punto
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Il 30 maggio 1853 una celebrazione solenne accompagnò la posa della prima pietra del secondo Arsenale del Lloyd Austriaco, vero e proprio cantiere di costruzioni e di riparazioni navali, sulla spiaggia di Sant’Andrea a Trieste, alla presenza dell’arciduca Ferdinando Massimiliano e di numerosissime autorità. Il primo Arsenale, in attività dal 1836 al 1850, si limitava alla costruzione ed alla riparazione delle macchine per gli scafi costruiti nei cantieri cittadini. La cassetta ed il suo contenuto andarono “dimenticati” per più di cent’anni fino al 17 febbraio 1955 quando nel corso dei lavori per la costruzione del nuovo bacino di carenaggio, a breve distanza dalla Torre del Lloyd, degli operai portarono alla luce una lapide e la cassetta, il cui contenuto era composto da: una pergamena, una piastra di bronzo, due medaglie coniate appositamente a ricordo della cerimonia, la medaglia coniata a ricordo dello sventato attentato all’Imperatore, un vasetto di vetro contenente alcune monete coniate nel quinquennio di regno di Francesco Giuseppe e un libretto, stampato dallo stabilimento artistico dello stesso Lloyd1 punto
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Sicilia, recuperato in mare un elmo della battaglia delle Egadi del 241 a.C. Straordinaria scoperta nelle acque delle Egadi: i subacquei riportano in superficie un elmo in bronzo in eccezionale stato di conservazione dall’area della storica battaglia navale delle Isole Egadi del 241 a.C. Con il reperto anche una maniglia in bronzo e armi individuate tramite indagini radiologiche. Un recupero che getta nuova luce su uno degli episodi più significativi della storia antica del Mediterraneo. Nelle acque delle Isole Egadi, lo scorso agosto (ma la notizia è stata data solo stamani), è stato riportato in superficie un elmo in bronzo del tipo “Montefortino”, in straordinario stato di conservazione e completo dei paraguance. A individuarlo e sollevarlo dai fondali sono stati i subacquei altofondalisti della Società per la documentazione dei siti sommersi (Sdss), guidati da Mario Arena, sotto la supervisione della Soprintendenza del Mare, con il supporto dell’Area marina protetta, del Comune di Favignana e della Capitaneria di porto. Il manufatto proviene da un’area di mare carica di memoria: quella in cui, nel 241 a.C., si combatté la battaglia delle Egadi, scontro decisivo della prima guerra punica tra Roma e Cartagine. L’elmo, del tipo utilizzato dalle truppe romane tra IV e I secolo a.C., rappresenta uno dei ritrovamenti più importanti degli ultimi anni, sia per l’integrità del reperto, sia per il contesto storico a cui rimanda. “L’elmo Montefortino è uno dei più belli e completi mai recuperati”, commenta l’assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato. “Questi ritrovamenti non solo arricchiscono la conoscenza storica della battaglia del 241 a.C., ma rafforzano l’immagine della nostra Isola come custode di un’eredità culturale unica al mondo. È un risultato straordinario, frutto del lavoro congiunto della Soprintendenza del Mare, delle professionalità impegnate nelle ricerche e del sostegno di istituzioni e fondazioni internazionali. Continueremo a investire nella tutela e nella valorizzazione di questo patrimonio, consapevoli che rappresenta una risorsa identitaria e culturale fondamentale per la Sicilia”. L’elmo ritrovato L’elmo ritrovato L’elmo ritrovato Il recupero dell’elmo si inserisce in un’attività di ricerca più ampia, che negli anni ha portato alla scoperta di numerosi reperti legati tanto alla battaglia delle Egadi quanto ad altre epoche. Durante la stessa campagna è stata riportata in superficie anche una grande maniglia in bronzo, proveniente dal cosiddetto “relitto del banco dei pesci”, datato al V secolo d.C. La funzione precisa dell’oggetto resta incerta, ma la sua lavorazione e le dimensioni ne fanno un pezzo di grande interesse per gli studiosi. Tutti i reperti recuperati sono stati sottoposti a un primo trattamento conservativo grazie all’intervento delle restauratrici della Sdss. Le operazioni sono state rese possibili anche grazie al contributo del mecenate statunitense Michel Garcia, che ha sostenuto le attività di tutela e conservazione. Parallelamente, le ricerche si sono avvalse delle più avanzate tecniche diagnostiche. Presso lo studio radiologico del dottore Giuseppe Perricone, a Trapani, sono state eseguite tomografie computerizzate (Tac) su circa trenta reperti metallici recuperati in anni precedenti e ancora fortemente ricoperti da incrostazioni. Le indagini hanno permesso di identificare all’interno delle concrezioni spade, lance e giavellotti, armi che furono impiegate nello scontro del 241 a.C. e che per oltre duemila anni sono rimaste celate dal mare. La combinazione tra indagini scientifiche e recuperi subacquei conferma il ruolo centrale della Soprintendenza del Mare nel coordinare attività che uniscono professionalità diverse, dalla ricerca archeologica alla conservazione, fino alla diagnostica radiologica. Il lavoro della Sdss, con il supporto delle istituzioni locali, ha consentito di arricchire un patrimonio che, già oggi, costituisce un unicum nel panorama della ricerca mediterranea. Un ruolo decisivo in questa attività lo ha avuto anche la Rpm Nautical Foundation, fondazione privata statunitense che da anni affianca la Soprintendenza del Mare con proprie risorse e mezzi tecnologici. Grazie all’impiego di una nave oceanografica e a strumenti di indagine avanzati, la fondazione ha contribuito a mappare e documentare i fondali delle Egadi, individuando relitti e aree di interesse archeologico. La battaglia delle Egadi, combattuta il 10 marzo del 241 a.C., rappresentò la conclusione della prima guerra punica. Lo scontro vide la flotta romana, guidata da Gaio Lutazio Catulo, prevalere su quella cartaginese comandata da Annone, decretando la vittoria di Roma e l’avvio della sua supremazia sul Mediterraneo occidentale. I ritrovamenti subacquei di elmi, armi e rostri navali hanno restituito negli ultimi decenni testimonianze concrete di quell’evento epocale, arricchendo il racconto storico con evidenze materiali. Il nuovo elmo Montefortino si aggiunge a questa serie di scoperte, distinguendosi per lo straordinario stato di conservazione. La presenza ancora integra dei paraguance lo rende un reperto rarissimo, capace di offrire agli studiosi dati preziosi sulla tipologia di equipaggiamento utilizzata dai soldati romani e sulle tecniche di fabbricazione del periodo. La sua integrità consente anche di ipotizzare future esposizioni museali, che potrebbero permettere al grande pubblico di ammirare da vicino un oggetto che ha attraversato ventiquattro secoli di storia. Il recupero della maniglia bronzea dal relitto tardoantico e l’identificazione radiologica delle armi testimoniano come l’area delle Egadi non sia soltanto legata alla battaglia del 241 a.C., ma rappresenti un vero archivio stratificato di vicende storiche e commerciali. I traffici marittimi, gli scontri navali e la vita quotidiana delle imbarcazioni trovano eco in questi ritrovamenti, che restituiranno, grazie a futuri studi, ulteriori tasselli di conoscenza. Infine, è stato pulito il rostro numero 25 già recuperato in una precedente campagna: è romano e presenta l’iscrizione “Ser.Solpicio C.F. Quaestor Probavi(t)”, probabilmente: “Servio Sulpicio, questore, figlio di Gaio, approvò”, sottinteso il rostro. Il Gaio, di cui il questore nominato era figlio, potrebbe ipoteticamente essere Gaio Sulpicio, console dal 243 a.C. e dunque in piena prima guerra punica. Il rostro 25 https://www.finestresullarte.info/archeologia/sicilia-recuperato-in-mare-elmo-battaglia-isole-egadi1 punto
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La Piastra del 1837 è indubbiamente una delle più ambite dai collezionisti in quanto Rara e di non frequente apparizione nelle Aste o nei siti che noi tutti conosciamo. Negli ultimi tempi ho avuto il piacere di aggiungere alla collezione questa moneta: Nonostante l'interesse, è un millesimo da sempre considerato come normale, senza varianti o anomalie. E' invece doveroso notare in questo millesimo, che il numero “7” della data risulti il più delle volte ribattuto ( 66% su un campione di 29 monete ). Piastra con 7 NON ribattuto Piastra con 7 RIBATTUTO Per quanto riguarda il Rovescio, il D'Incerti aveva catalogato 2 Varianti: Non sono riuscito a trovare la 177b ( senza punto dopo HIER ) ma ho riscontrato alcune variabili non censite nei pallini dello Scudo del Portogallo, che sinteticamente si possono dividere in forma di: 1- Virgolette ( astine poste a 45° ). 2- Pallini con disposizione 1 ( il primo a destra ) - 1 ( il secondo a sinistra ) 2–2. (6 pallini? Usura sul settimo ? E' quella catalogata dal D'Incerti al 177a ?) 3- Lineette più o meno verticali. 4- Pallini normali ( grandi e piccoli ) con disposizione 2-2-2-1. PALLINI NORMALI GRANDI PALLINI NORMALI PICCOLI Sperando di non essere pedante e noioso inserisco una tabella che potrebbe essere utile per una cronologia dei conii usati. A questo punto avanzo alcune ipotesi sulla coniazione della Piastra 1837, considerazioni che vi sarei grato poteste correggere, integrare o confutare. 1- Probabilmente si iniziò con una partita di monete con il 7 normale ed i Pallini 2-2-1 rotondi al rovescio. In seguito il conio del D/ ebbe qualche problema e fu aggiustato ribattendo il “7” 2- si aggiustò più volte il R/ soprattutto nella zona dello Scudo del Portogallo venendosi a creare le variabili sopra esposte. Un'ultima considerazione: il fatto che le monete con il “7” ribattuto siano la maggioranza, potrebbe essere testimonianza dell'esiguità della coniazione di questo millesimo ( classificato R ma più probabilmente dovrebbe essere considerato R2 ), in quanto è ipotizzabile che proseguendo la battitura, il conio sarebbe stato totalmente sostituito e non solo corretto. Come sempre sono ipotesi personali, vi invito gentilmente a postare le vostre Piastre 1837 e le vostre considerazioni in proposito. Buona Serata, Beppe1 punto
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Scoperto in Svizzera un ponte romano di legno intatto e resistente. Reperti quotidiani dei tempi della conquista e della gestione del potere. Cos’hanno trovato? Che vita si svolgeva lì? Nel silenzio del fiume Zihl, tra il verde dei prati svizzeri e le lievi colline che accompagnano le rive, emergono oggi oltre 300 pali di quercia appartenuti a un ponte costruito più di 2.000 anni fa. Ciò che colpisce immediatamente non è solo l’antichità del manufatto, ma la sua perfetta conservazione, resa possibile dall’ambiente acquoso del fiume, che ha impedito al legno di marcire e al tempo di cancellarne la memoria. Ogni palo racconta, come un codice segreto, la vita quotidiana, le tecniche costruttive e le strategie militari di un territorio allora conteso tra popolazioni locali e l’avanzata romana. Dal 40 a.C. al 369 d.C.: cronologia di un ponte e dei suoi restauri Analisi dendrocronologiche – si stabiliscono le sequenze degli anelli degli alberi, che mutano, in una data area, nello stesso modo e in tutti gli alberi, costituendo così una specie di codice sicuro per la datazione del legno – hanno rivelato che il ponte non fu un’unica costruzione stabile: fu riparato e ricostruito numerose volte. La campata più antica risale al 40 a.C., subito dopo la sconfitta della tribù degli Elvezi da parte dei Romani, e coincide con gli anni iniziali della conquista romana della Svizzera occidentale. Questo ponte rappresentava un nodo di comunicazione vitale, necessario non solo per i traffici commerciali ma anche per il controllo militare della regione, che diventava un terreno di espansione e integrazione per Roma. I reperti più recenti risalgono al 369 d.C., periodo in cui l’imperatore Valentiniano I rafforzò le difese del Limes renano contro incursioni germaniche. La vita del ponte copre quindi oltre quattro secoli di storia romana, attraversando fasi di stabilità e di crisi, guerre, riorganizzazioni amministrative e sociali. Lo Zihl: una via d’acqua strategica e commerciale Il fiume Zihl, o Thielle, non era un semplice corso d’acqua: era una vera e propria arteria commerciale e militare, collegata alla Trasversale del Giura, la strada che congiungeva i monti del Giura con Augusta Raurica, colonia romana e capitale dei Rauraci. Il ponte di Aegerten si trovava in un punto chiave, dove la via fluviale incontrava la strada terrestre. Qui transitavano legionari, mercanti, viaggiatori e artigiani, e ogni oggetto caduto nel fiume – dal chiodo di scarpa alla moneta, dall’ascia alla chiave – diventa oggi testimone di quell’intenso traffico. Petinesca e la rete delle stazioni romane Aegerten si colloca alle porte di Petinesca, una piccola città romana che fungeva da stazione di servizio, offrendo rifornimenti e rifugio ai viaggiatori. Il ponte collegava Petinesca con Aventicum, capitale dell’Elvezia, e Vindonissa, accampamento legionario e insediamento civile. Da Petinesca, una diramazione conduceva attraverso il Giura, passando per il Col de Pierre Pertuis, fino ad Augusta Raurica. Questa rete di ponti, strade e vie d’acqua mostra una sorprendente pianificazione romana, che integrava trasporto, difesa e economia. Ogni ponte non era solo un attraversamento, ma un punto di controllo e un catalizzatore di interazioni sociali e commerciali. Tecnologia costruttiva romana: il ponte di legno Il ponte era costruito interamente in quercia, legno resistente e duraturo, disposto in pali verticali conficcati nel fiume e collegati da travi orizzontali. Le analisi hanno rivelato che le campate furono sostituite in più momenti, dimostrando la cura e la manutenzione continua necessarie per garantire la sicurezza del traffico. La precisione romana emerge anche nella scelta dei materiali, nelle dimensioni dei pali e nell’ingegneria necessaria a resistere alle correnti del fiume. Reperti e vita quotidiana Gli oggetti rinvenuti restituiscono uno spaccato della vita quotidiana: chiodi di scarpe, ferri di cavallo, asce, chiavi, monete e persino un tridente da pesca. Tra tutti, spicca una pialla di legno ricavata da un unico blocco con lama in ferro, ancora in ottime condizioni. Questi reperti testimoniano la complessità delle attività umane lungo il fiume: lavoro, commercio, spostamenti e manutenzione delle infrastrutture. Contesto storico e sociale Il ponte e i suoi reperti riflettono anche la stratificazione storica della regione. Dal 40 a.C. con la conquista degli Elvezi, alla fine del IV secolo d.C. sotto Valentiniano, il territorio visse un lungo arco di inserimento nell’orbita romana, dove la militarizzazione conviveva con il commercio e la vita civile. La posizione strategica di Aegerten lungo vie di comunicazione terrestri e fluviali rese il ponte non solo un’infrastruttura, ma un simbolo di dominio, controllo e interconnessione. Riflessioni finali Il ponte di Aegerten non è semplicemente un reperto archeologico: è una narrazione materiale del tempo, una testimonianza della capacità dei Romani di progettare infrastrutture durature, di organizzare territori e di connettere popolazioni. Ogni palo, ogni oggetto recuperato, ogni traccia nel fiume rappresenta una pagina di storia, che ci consente di leggere la Svizzera romana non come un insieme di rovine isolate, ma come un paesaggio dinamico, interconnesso e vivace. La scoperta del ponte ci invita a riflettere sulla memoria dei luoghi e sulla loro conservazione. In un mondo dove il tempo e la natura spesso cancellano le tracce, l’ambiente acquoso dello Zihl ha permesso a oltre due millenni di storia di riemergere intatti, rivelando dettagli straordinari sulla vita, la tecnologia e l’organizzazione romana. https://stilearte.it/archeologia-scoperto-in-svizzera-un-ponte-romano-di-legno-intatto-e-resistente-reperti-quotidiani-dei-tempi-della-conquista-e-della-gestione-del-potere-coshanno-trovato-che-vita-si-svolgeva-li/1 punto
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La medaglia (almeno prendendo per buono il disegno riprodotto sull'opuscolo) risulterebbe un'inedito, non presente nella letteratura numismatica), per lascritta impressa sul lato del battello mentre nelle medaglie conosciute questa si trova al Dritto. https://books.google.it/books?id=aI4jD73Je_4C&pg=PP1&dq=per+posizione+pietra+inaugurale+navale+lloydiano&hl=en&newbks=1&newbks_redir=1&sa=X&ved=2ahUKEwid15KFsdaPAxU7_bsIHbqOElwQ6AF6BAgHEAM Al link l'opuscolo distribuito in quella occasione1 punto
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Buonasera a tutti, complimenti bel colpo @Raff82. A me manca ancora il modello base figuriamoci le varianti. Saluti Alberto1 punto
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Salve. Mia moglie ha ricevuto in dono da un’amica questo mini gettone che si ispira alle monete di Massimiliano I del Messico, dove venne proclamato imperatore nel 1864 ma finì fucilato dagli oppositori repubblicani nel 1867. Oro 8K: 0,23 g, diametro 10 mm. Il gettone era in questa capsula di platica con la scritta della ditta Bertoni di Milano. Il gettone è schedato da Paolo Pitotto tra i Celebrativi, e in effetti è riconosciuto come "denaro nuziale" dalla sposa messicana che riceve 13 monete d'oro dal fidanzato come prova che lui la accetta per tutta la vita e che sarà un buon marito, laborioso e devoto. Accettando queste monete la fidanzata giura di essere una moglie fedele. Questi gettoni sono stati creati per fare in modo che la tradizione continuasse anche in tempi moderni. Si legge nella nota che il gettone era commercializzato a Milano negli anni ’80 spacciandolo come “La moneta d’oro più piccola del mondo”. Diciamo meglio che era "La bufala più grande del mondo!". apollonia1 punto
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Grazie, l'ho già inserita, ed ancora Complimenti!1 punto
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ASSURDO ABBIAMO A CHE FARE CON DEI PAZZI: A me risulta spedito il giorno 30 agosto, ha fatto tutti giri gori sopra descritti ma è fermo a Fiumicino ed è in una struttura sicura in attesa di sdoganamento o risoluzione. LA COSA GRAVE E' CHE RISULTA CONSEGNATO IL GIORNO 12 SETTEMBRE SUL SITO DI CFN! HO APERTO UN RECLAMO COME SUIGGERITO DA @naga nel post #1936 PRMA CHE PERDO ANCHE I SOLDI. MAI PIU' BASTA MI HANNO ROTTO I MARRONI! A: "[email protected]" <[email protected]> Allegati : Tracking UPS e CFN + Fattura Acquisto. Oggetto: MANCATA CONSEGNA SPEDIZIONE - [ N°ORDINE Riferenza dell'ordine CFN_OMISSIS - posto su 24/07/2025 ] Buongiorno vi faccio presente che il mio pacco con spedizione UPS Numero: [OMISSIS] dal vostro sito risulta spedito il 30 agosto 2025 e consegnato il 12 settembre 2025. Ma dal sito UPS risulta fermo da parecchi giorni in attesa di sdoganamento o risoluzione - UPS :"Il pacco è in una struttura sicura in attesa di sdoganamento o risoluzione." Vedi Allegati Alla Presente email. Vogliate gentilmente interessarvi del mio caso per una risoluzione ottimale, non mi è mai capitata una situazione del genere. in attesa di vostra comunicazione, invio distinti saluti. Grazie Infinite C._R. P.S. : La presente comunicazione è stata inviata per conoscenza anche ad UPS. SPERIAMO BENE!1 punto
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Ciao! trattasi di moneta turca saluti luciano https://www.orodainvestimento.it/acquisto/100-piastre-oro-turchia/1 punto
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Buon pomeriggio, pubblico qui le immagini di un rarissimo 5 Tornesi 1819 variante al D/ "REX." (punto dopo REX). A quanto pare, si tratta di una variante mai censita (manca ovunque, CNI, Cagiati, Pannuti, Magliocca). La moneta non è ancora in mio possesso ma, se dovessi riuscire nell'intento di portarla a casa, poi magari posterò delle foto fatte da me. La pubblico in questa discussione perché - purtroppo o per fortuna - mi sono reso conto che l'unico esemplare 5 Tornesi 1819 di cui avessi memoria con "un punto dopo REX" era proprio questo inedito pubblicato da Raffaele con variante HEER. A questo punto, ho istintivamente confrontato i due conii con una immagine GIF... ed il risultato, è questo: I due conii risultano praticamente sovrapponibili. Si tratta dello stesso identico conio e questo vale a dire che - ahimè - la variante HEER risulterebbe essere un artefatto. Probabilmente - dal punto di vista tecnico della manomissione per ottenere HEER - chi a suo tempo ha ritoccato la moneta, avrà praticamente "scavato", (fresato) o bulinato Ξ in modo chirurgico alla destra della lettera "I" di HIER (tra I ed E), al chiaro fine di modificare la lettera I e per ottenere una lettera "E" (anche se, con le tre astine visibilmente "ridimensionate" -rispetto alla vera lettera "E" al suo fianco). Poi, probabilmente, costui avrà anche rifinito il lavoretto, sporcando l'area delle fossette con una finta patina, per poi ripulire "i nuovi rilievi" ottenuti per la neonata lettera "E". Avrò letto da qualche parte (forse sul Montenegro) che - qui in Italia - questo tipo di manomissione atta a creare una nuova variante o imitarne una già conosciuta, pare fosse una pratica comune negli anni '70/'80 al fine di provare ad ingannare i collezionisti. Anche perché, diciamocelo chiaramente, visto lo stato di conservazione del tondello HEER... chi l'avrebbe mai acquistato senza quella variante unica al mondo??? Morale della favola, alla luce di quanto è emerso oggi, a quel tempo, il "bulino magico" fu anche "il genio di turno", visto che è andato a manomettere proprio una moneta con una variante mai censita, ovvero con la presenza della variante al dritto "REX." (un punto dopo REX). Spero di essere stato utile, un caro saluto, Lorenzo.1 punto
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Bravo Raff, un' ulteriore tassello che va ad inserirsi nella tua pregevole raccolta...👍1 punto
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Come ho già ricordato sul forum (https://www.lamoneta.it/topic/154113-medaglie-e-gadget-di-tornei-di-bridge/page/3/#comment-1778670), nei tornei di bridge del circolo Famiglia Meneghina di Milano si poteva ricevere in premio dei gettoni d’oro di Massimiliano imperatore del Messico. La bustina premio di plastica con il logo del circolo milanese conteneva quattro esemplari di questi gettoni prodotti circa nel 1965 in Messico e raffiguranti al dritto l’immagine dell’imperatore Massimiliano con la legenda MAXIMILIANO EMPERADOR, e al rovescio l’aquila incoronata con la scritta IMPERIO MEXICANO lungo il bordo nella metà superiore e una ghirlanda lungo il bordo nella metà inferiore, con la data 1865 sotto l’aquila. D/ MAXIMILIANO EMPERADOR testa a dx. dell’imperatore R/ IMPERIO MEXICANO 1865 sotto l’aquila Au 333/1000 (8K): 0,425 g, 10 mm Il titolo dell’oro si può desumere dal numero 333 che compare sul rovescio di alcuni tipi. Questo gettone è stato spesso commercializzato erroneamente come moneta., quando in realtà si tratta di un gettone celebrativo (wedding token). apollonia1 punto
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Ciao @Pino 66 barbarica non credo, secondo me è un AE3 FEL TEMP REPARATIO di Costanzo II (leggo nitidamente CONSTAN)1 punto
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Buongiorno @bastia quasi sicuramente è un quinario in ae come dice @Antonino1951 con al rovescio Giove, ma per la disposizione di qualche lettera più che Diocleziano a me sembra Massimiano. Facciamo un ultimo tentativo...ti posto una lista e moneta in mano vedi se trovi riscontri anche con l'imperatore. https://www.acsearch.info/search.html?term=Quinari++maximian+jupiter&category=1-2&lot=&date_from=&date_to=&thesaurus=1&images=1&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1¤cy=usd&order=01 punto
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Io questa l'ho presa e non me ne pento ... d'accordo, scherzo Fabrizio! Concordo appieno: l'avevo trovata per caso sul sito Heritage (ogni tanto guardo quali monete "particolari" sono state esitate in quelle aste) e l'ho postata perchè in slab MS65 (che io non amo, ma sono suggestivi di una conservazione in parte attendibile) se ne vedono comunque poche. La mia non è eccelsa: per quanto non ricerchi più monete del re numismatico, è una delle poche che tenterei di migliorare. Tuttavia non è circolata, ha bei fondi, rilievi intatti, lustro di conio, patina riposata, ma presenta segnetti da contatto anche ben visibili. Mai visto un FDC perfetto o quasi!1 punto
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Cere (E) care, vende tute (U), non piaga (I) = cercare vendette non paga. Buonanotte!1 punto
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DE GREGE EPICURI Anche a me sembra meglio di MB; l'elmo poi è eccezionalmente nitido.1 punto
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Ma anche come riproduzione è orribile... Talmente orribile che i gadgets numismatici degli anni '90 al confronto sono delle bellezze....1 punto
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Caro Silvio tu sei il "nostro faro" per la sezione Savoia, ma diventa sempre più difficile reperire materiale: però questo per me è un periodo molto fortunato.1 punto
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Un paio di scatti sotto la luce del sole: Le macchioline nere che si notano sulla superficie delle due facce sono dovute alla bustina. Saluti... Ronak1 punto
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Nel corso del tempo a venire te ne capiteranno tante che non hai mai visto, queste sono alcune diverse dal solito per esempio, e si tratta solo del 20 centesimi se consideri anche tutti gli altri valori (dal centesimo sino al due euro) saranno tantissime, capiteranno prima o poi, ad ogni modo sono/saranno tutte comunissime che valgono solo quanto riportato nella faccia comune, nel nostro caso 20 cent ciascuna. Se ti incuriosiscono le varie immagini, per puro svago nonchè studio di quel che c'è raffigurato sopra, e non certo per lucrarci sopra perchè non ne vale la pena, potresti cominciare a raccoglierle.1 punto
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Quella a destra sono dei semplici 20 centesimi di euro del 2019 Slovenia. Sulla moneta sono raffigurati i cavalli lipizzani. A proposito dei cavalli lipizzani. Questi nobili cavalli bianchi detti lipizzani sono di casa Slovenia. Fin dal 1580 il loro allevamento d’origine si trova nel Carso, a Lipica, ed è considerata la più antica scuderia di lipizzani al mondo. La tradizione dell’allevamento degli eleganti cavalli bianchi che portano proprio il nome di Lipica è iscritta nella Lista UNESCO del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Quindi, al centro della moneta abbiamo una coppia di cavalli di razza Lippizaner e la scritta “LIPICANEC”. Sul bordo esterno 12 stelle a cinque punte rappresentanti l'Unione Europea intervallate dalla scritta "SLOVENIJA"; in basso, a destra della stella n.6, il segno “FI”, che identifica la Finlandia, e il millesimo di conio. Autori: Miljenco Licul, Maja Licul e Janez Boljka.1 punto
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Salve Niko, credo che un idea tu te la sia giá fatta da solo, posso aggiungere che oggi vanno molto le scatole in America e non solo e quindi ciò che viene prediletto sono solo le alte conservazioni all estero inscatolate. Per quanto riguarda invece il nostro mercato, parlo di quello Italiano, credo che in generale le monete in oro siano un ottimo investimento in quanto piú richieste e col fattore in continua crescita dell'oro anche le monete comuni si alzano di valore. Per quanto riguarda l'argento rimangono sempre apprezzare le papali e i grossi tondelli delle varie zecche del periodo, sempre meglio se in alta conservazione. Io sinceramente in questo periodo vado un pò contro tendenza e vedendo monete di estrema raritá a un prezzo accessibile, anche se poco conservate, le prendo, certo non mi faccio scappare un fdc se non è sopravvalutato o sovrastimato. Un saluto1 punto
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Gran bel pezzo, inoltre quella scatola aggiunge quel di piú 😀 Poi la cosa piú importante e che dá lustro affettivo é che sia appartenuta a tuo nonno @Il_Collezionista_1 punto
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@Il_Collezionista_ questo è un bel cimelio. Spero che sia in argento, ma on line c'è poco su questa medaglia, ho trovato i seguenti topics : https://www.google.com/search?q=medaglia+intendenza+delle+armate+del+Grappa+e+degli+altipiani&sca_esv=98553a785e0448de&sxsrf=AE3TifO5BxOMP2VNBjQn9d9Mnk9sRdWyXw:1755887147308&ei=K7aoaIvHEpX-7_UPvL3yyAQ&start=0&sa=N&sstk=Ac65TH5X6JbFb4i8MVir7xYmllTePAoNG_xTG-KbcscG-F-2a0xiAxbL6JamM-4DrHNIqpbxhk5tPcB1UU1ua1VvSFwpAqgRsnZQUoTJeMz2iS2bvfDJQMRzIVtzhShCE7r-&ved=2ahUKEwjLiLmthZ-PAxUV_7sIHbyeHEk4ChDy0wN6BAgHEAQ&biw=1536&bih=695&dpr=1.251 punto
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Molto probabilmente sono io che non mi sono spiegato bene: Per quanto riguarda l'attribuire il grado di rarità di una determinata moneta non censita fino al momento delle sua scoperta,vedi il 5 tornesi 1819 HEER, attribuire immediatamente un grado di rarità altissimo potrebbe non essere veritiero,nel senso che magari tra qualche giorno, settimana o mesi potrebbero apparire altri esemplari simili, questo perché magari qualche collezionista ce l'ha in collezione ma non se ne è accorto, oppure lo sa ma non ha interesse a renderlo pubblico,in questi casi bisogna dare un tempo "fisiologico"per capire se effettivamente questa moneta e un R5, un R3 o semplicemente un NC,non è la prima volta che scoperta una variante fino al quel momento inedita diventa dopo del tempo molto meno rara di quello che si pensava, questo perché quando salta fuori una nuova variante la prima cosa che fanno i collezionisti è verificare i loro esemplari,a me e successo più di una volta di ritrovarmi con delle varianti di cui non mi ero accorto... Quindi in definitiva attribuire un grado di rarità R2/R3 per una moneta o variante inedita non deve essere presa come un'offesa nei confronti di chi ha scoperto la variante o perché si dà per scontato che la settimana dopo ne salteranno fuori a centinaia, è semplicemente un gesto "cautelativo", questo perché se è vero che fino a quel momento era inedita non puoi avere la certezza assoluta che lo sia anche fra 6 semi,se poi la moneta o variante non dovesse subire variazioni nel numero di esemplari esistenti allora si può aumentarne il grado di rarità, credo che a nessuno di noi faccia piacere avere un R5 oggi che diventa un R2 dopo 6 mesi... Per quanto riguarda attribuire il grado di rarità allo stato di conservazione sono anni che ne sposo la causa,ne ho anche parlato con studiosi e commercianti,nonché con molti collezionisti,la maggior parte sono d'accordo ma resta il problema della fattibilità da catalogare, allora entra in gioco l'esperienza del collezionista,io non ho bisogno di verificare su un catalogo per capire che un 3 grana 1810 Murat (esempio preso a caso)è una moneta comunissima in MB e che puoi trovare praticamente ovunque,aste, mercatini,on line, eccetera,ma che diventa pressoché introvabile in conservazione dallo SPL in sù, quindi cosa facciamo?diciamo che un 3 grana Murat in SPL è comune come un esemplare in MB?non credo proprio, soprattutto per chi ha sborsato diversi euro per trovarne uno... Quindi prima di fare affermazioni che,per me non hanno senso alcuno, sarebbe opportuno documentarsi per bene e farsi una certa esperienza sulla monetazione che si intende seguire,se poi ci si crede di essere esperto in tutto prima o poi ci si accorgerà esattamente del contrario... Spero di essere stato chiaro nell'esprimere ciò che intendevo...1 punto
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@Raff82 Secondo te questa variante potrebbe essere associata alla piastra del 1805 con la stessa variante?... Certo, è una moneta diversa e coniata 14 anni prima,però mi stuzzica pensare che ci sia un nesso tra le due monete...1 punto
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