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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 30/03/2020 in tutte le aree

  1. Inutile negarlo : la sera sul tardi con i figli a letto ho tempo. Senza lavoro e con un po' di tempo per sé guardando la TV tra qualche film e programmi d'informazione sul problema attuale mi piace anche leggere online qualcosa di storia. Così ieri sera ho letto della peste che colpì il nord Italia tra il 1629 - 1631. In particolare Venezia, soprattutto nel 1630. Così non potevo non legare quanto letto alla nostra cara passione. Guardo i dogi di quel periodo, nell'ordine Giovanni I Corner, Nicolò Contarini e Francesco Erizzo. Quindi per passare meglio e un po' serenamente il tempo anche con voi ecco uno scudo di buona qualità del Corner che certamente circolava in laguna ( magari altrove anche... ) in quei tragici giorni in cui noi oggi ci possiamo in parte sentire accumunati.
    7 punti
  2. Molto di quello che dici è corretto, ma non parlerei di damnatio memorie sulle monete. I carrarini di Iacopo II e del fratello Iacopino ebbero modo di circolare liberamente per molti anni assieme alle monete veneziane e sono così finiti in molti ripostigli, mentre a Padova erano già spariti negli anni Sessanta. Mi risulta che solo i Gonzaga misero al bando queste monete, mentre Venezia si limitò a stabilire un peso minimo per gli esemplari in circolazione. Diverso è il discorso per Francesco I: i suoi carrarini furono molto più abbondanti, ma Venezia li mise al bando nel 1379 e infatti nei ripostigli di monete veneziane si trovano quasi sempre le prime emissioni, non le ultime. Poi fu lui stesso a rifondere milioni di carrarini per fare i carraresi, e poi anche i carraresi per fare i quattrini (che anche oggi sono monete comuni). Francesco II, a sua volta, fece rifondere carrarini, carraresi e quattrini per riattivare la zecca, ma le sue coniazioni furono molto meno consistenti di quelle del padre e nel 1404 le monete carraresi furono nuovamente bandite dai territori della Serenissima e quindi entrarono con più difficoltà nei ripostigli del Triveneto e dell'Adriatico. Quella che invece è documentata è la damnatio memorie degli stemmi carraresi a Padova e nel distretto. Molti stemmi furono scalpellati via, ma non sembra che i padovani siano stati molto solerti in questo lavoro. Venezia fu costretta a insistere su questo punto, ma con risultati non definitivi. Pensate ad esempio alla Tempesta di Giorgione, dipinta un secolo dopo la caduta dei Carraresi: sulla porta della città di Padova sullo sfondo si vede ancora affrescato un carro rosso.
    6 punti
  3. 6 punti
  4. 5 punti
  5. Buonasera ragazzi, Ogni tanto mi piace metterle una sull'altra..... Voi non lo fate?
    5 punti
  6. Bene, dai! Riprendiamo. Concluso definitivamente il capitolo riguardante i talleri di convenzione, quest'oggi ci concentreremo sui 2/3 di tallero. Di questa moneta esistono ben 4 tipologie. A parte forse la prima tipologia, si tratta di monete tutto sommato non particolarmente rare. Sinceramente, non è nemmeno difficilissimo trovarle in alta conservazione. Ora, trattandosi di 2/3 di tallero, potreste facilmente immaginare che si tratti di monete in argento 833,33 millesimi dal peso di circa 18,71 grammi (ovvero 2/3 del peso del tallero precedentemente considerato). Sarebbe, in effetti, un ragionamento logico, non trovate? E, invece, no! Fosse così semplice avremmo già finito qui per oggi ? Difatti, cambia sostanzialmente tutto: zecca, peso e purezza del metallo. Tutte e 4 le tipologie di 2/3 di tallero vennero coniate a Clausthal. Si tratta di monete in argento 994 millesimi e dal peso di 13,08 grammi. Ma, allora, qualcosa non quadra. Difatti, se facessimo un po' di calcoli, noteremmo che la quantità d'argento puro contenuta non corrisponde affatto ai 2/3 del tallero finora considerato... Vediamolo insieme: 2/3 x 28,06 grammi x 0,8333... = 15,59 grammi (di puro argento). Quindi, per essere conforme, il 2/3 di tallero dovrebbe contenere 15,59 grammi di argento puro, mentre, invece, ne contiene solo 13,00 (13,08 x 0,994). Molto probabilmente in questo momento sarete perplessi. Vi chiederete come ha fatto un popolo così preciso come quello tedesco a sbagliare dei calcoli del genere... In realtà, la spiegazione è tanto semplice quanto assurda. Il metodo ponderale usato come riferimento a Clausthal era diverso da quello usato a Cassel (luogo di coniazione del tallero di convenzione). Come ricorderete dal “X eine feine mark”, a Cassel servivano 10 talleri per raggiungere il corrispettivo peso in argento puro di un marco. Qui a Clausthal, invece, si fa riferimento al sistema in uso a Lipsia, in cui servivano 12 talleri per ottenere un marco. In altre parole, il "2/3" è riferito al tallero di Lipsia e non a quello di Cassel... Ora, sicuramente, vi starete sicuramente chiedendo il perché di tale scelta. Perché utilizzare all'interno di uno stesso regno due sistemi così diversi ed incompatibili? Qui dobbiamo riprendere un po' in mano la Storia: durante le guerre napoleoniche, gli stati tedeschi subirono una serie di mutamenti repentini. Il Sacro Romano Impero Germanico, esistente fin dal lontano 962 d.C., venne definitivamente sciolto a seguito della vittoria ad Austerlitz e del conseguente trattato di Presburgo (1806). Al suo posto fu istituita la cosiddetta Confederazione del Reno, di cui facevano parte 16 stati. Questi divennero, sostanzialmente, dei vassalli dell'Impero francese, di cui Napoleone si impegnava ad essere loro protettore. Un altro grande stravolgimento si ebbe nel 1807, a seguito della pace di Tilsit. Qui nacque il nostro amato regno di Westphalia, il quale comprendeva territori persi dalla Prussia, il Ducato di Magdeburgo, l'Elettorato di Hannover, il Ducato di Brunswick-Lüneburg e l'Elettorato di Assia-Cassel. Popoli che, magari, fino a qualche mese prima si facevano guerra tra di loro ora si trovavano sotto un unico regno. Potete, dunque, immaginare le grandi differenze culturali, le enormi “contraddizioni” insite all'interno della piccola Westphalia: c'era chi preferiva la monetazione decimale filo-francese, chi usava ancora quella pre-decimale, chi si basava sul sistema di Lipsia, ecc. Quindi, scelte apparentemente illogiche e senza senso vanno sempre considerate in relazione alle vicende storiche del periodo. Altrimenti, ridurremmo il tutto ad una sterile descrizione di monete, senza mai comprendere il perché. Bene. Credo che per oggi possa bastare. La prossima volta osserveremo nel dettaglio le singole tipologie. Mi scuso per essermi dilungato forse eccessivamente, ma credo che questa introduzione fosse essenziale per capire che cosa abbiamo di fronte. Avrei voluto almeno iniziare a guardare la prima tipologia ma credo sia meglio fermarci qui per non appesantire troppo questa prima parte.
    5 punti
  7. Sul Carrarino, visto lo spunto offerto da @Arka sulla M, con 2 II, mentre quello di Andrea @ak72 presenta la barretta in leggera diagonale, unisco il mio che la "gambetta" la presenta completamente dritta. Scusate la scarsa qualità delle foto, ma queste ho ancora in archivio. Durando la quarantena, magari mi decido a prendere dalla cassetta di sicurezza le monete e rifotografarle tutte, o quasi. ?
    4 punti
  8. Pezzo stupendo. Complimenti Rocco. La mia migliore di quel periodo non arriva a tanto.....
    4 punti
  9. 1 e 2 ... l'inizio ...quanto tempo ... ora di Aquileia ne ho 267.
    4 punti
  10. Ringrazio @ZuoloNomisma per le parole di incoraggiamento. È da un po' che pensavo a come impostare una discussione che potesse essere interessante e al tempo stesso di aiuto per i collezionisti che sono alle prime armi in questo settore. Speriamo di continuare così... Arka Diligite iustitiam
    3 punti
  11. Allego il mio. Da foto non rende la meravigliosa patina.
    3 punti
  12. Stavo riguardando i miei pezzi...trovo questa particolarmente interessante...le mezze piastre hanno sempre il loro fascino.
    3 punti
  13. Le mie "la numero uno", acquistate da Gaudenzi, negozio che si trovava sotto le torri di Bologna, quarant'anni fa.
    3 punti
  14. La prospettiva proposta in quell'occasione era da terra e un po' più a sinistra di questa foto, con il ponte di legno che corrisponde a quello che vedi in basso a sinistra in pietra (Ponte della porta di San Tommaso) e la cupola della chiesa dei Carmini sullo sfondo.
    2 punti
  15. Non trovo più le foto che ho fatto, allego da sito web:
    2 punti
  16. Leggerò certamente il doc gratuito che hai postato sopra e quello tuo @azaad trovo affascinante la storia e la monetazione Bizantina (anche se non mi piace chiamarla così, è un nome posticcio dato qui in occidente per "screditarne" la loro autentica romanità, di cui erano gli unici continuatori.. Ma non saprei come altro chiamarli ed essere capito.. Romani d'oriente forse?) Tra poco più di 2 mesi per il mio compleanno ho intenzione di comprare il mio primo solido Grazie mille a entrambi!
    2 punti
  17. Non sono in grado di entrare nel merito della colorazione, immagino sia dovuto sostanzialmente a una questione di foto. Tutte le caratteristiche sono coerenti con la tipologia, il colore un pò strano, se confermato dal vivo potrebbe essere dovuto ad una lega di oro non completamente pura, cosa ragionevole per una emissione di necessità o di zecca militare. Ma si parla di supposizioni. Il ripostiglio di cui ho scritto in precedenza, quello di monte Iudica, ha permesso di associare caratteristiche peculiari di una data tipologia monetaria ad un luogo. In altre parole, aver scoperto un intero gruzzolo di monete tutte con le stesse caratteristiche a Monte Iudica, permette di presumere che tutte le monete con quelle caratteristiche siano state coniate in Sicilia. Il pezzo di Varesina non viene ovviamente da quel gruzzolo. Sarà stata venduta e acquistata per anni come moneta di Ravenna, zecca incerta, o altro, fino a quando qualcuno non si è reso conto che le sue caratteristiche coincidevano con quelle della tipologia Siciliana, pubblicata in vari articoli numismatici.... e ne ha raddoppiato il prezzo di vendita. Plate 7-8 di questo link trovi una pubblicazione degli esemplari del tesoretto di Monte Iudica. http://numismatics.org/digitallibrary/ark:/53695/nnan92935
    2 punti
  18. Ultimo arrivo in Collezione : Pubblica 1791, differisce dal mio primo esemplare per i rami della corona d'alloro, per la grandezza della Corona e distanza sigle A P e per la data incurvata. I due pezzi a confronto.
    2 punti
  19. 5 - La prima (ed unica) serie regolare di James Brooke. Come avrete capito, il buon James Brooke risulta fondamentale ai fini della nostra narrazione non soltanto per quanto concerne l'aspetto storico ma anche per quello numismatico. Difatti, oltre al particolare pezzo da 1 keping, commemorativo dell'ascesa al trono, di cui abbiamo già parlato, a lui dobbiamo anche la prima serie regolare emessa a Sarawak. Come evidenziato nelle immagini poc'anzi postate da @Alberto Varesi, nel 1863 furono emessi i tagli da 1/4 cent, 1/2 cent e da un cent in rame. Nello stesso anno, il Rajah, era infatti tornato in Inghilterra per importanti motivi: in quella occasione vi fu il riconoscimento ufficiale dell'indipendenza di Sarawak da parte della Gran Bretagna (che seguiva l'esempio di numerosi altri stati) e la Regina Vittoria nominò Brooke cavaliere (o meglio sir). Oltre ciò, il nostro James, colse l'occasione per ordinare la prima serie ufficiale di monete in rame dalla nota officina Ralph Heaton & Sons di Birmingham (che coniò monete anche per il neonato Regno d'Italia, al tempo di Vittorio Emanuele II). I conii furono curati da Joseph Moore, che in seguito si occupò anche delle prime monete emesse da Charles Brooke. Le monete presentano tutte lo stesso disegno, in particolare: D : Testa volta a sinistra del sovrano, con intorno la dicitura "J. Brooke Rajah"; R : Corona di alloro con al centro il valore, in alto l'indicazione dell'autorità emittente ed in basso la data; Tutti i tagli furono emessi esclusivamente nel 1863, costituiscono quindi una tipologia a sè stante e sono piuttosto rari, anche se non introvabili come il Keping. Mi piacerebbe chiudere questo capitolo con una immagine del grande Adolfo Celi, tratta dal primo sceneggiato di Sandokan, ove il rimpianto attore interpretava proprio il "cattivo" James Brooke. Va detto che la somiglianza con il personaggio storico era notevole.
    2 punti
  20. Una sorte di "Damnatio Memoriae" monetaria e, di conseguenza per noi, numismatica. Non ci avevo mai pensato, ma potrebbe essere fattibile. Stasera guardo tra i miei documenti, perchè come scritto nell'altro post sulle "Veneziane", vi avevo richiamato il passaggio di Cologna sotto Venezia, e questo è avvenuto anche a seguito della caduta di Padova. Ho qualcosa, forse non di specifico, ma guardo. Paolo
    2 punti
  21. Pare che gli ultimi 2 carraresi e soprattutto il senior fossero assai superbi e ricchi di orgoglio nel dimostrare al resto della penisola e oltralpe il prestigio e potere militare ed economico della loro famiglia. Credo che in circa 50 anni di governo di Padova le loro emissioni monetarie siano state infinitamente più abbondanti di quanto emesso da Jacopo Il in soli 5 anni. Eppure i denari di quest'ultimo sono ancora oggi abbondanti, tutta la monetazione degli ultimi 2 signori denari piccoli esclusi si vede sul mercato commerciale numismatico in quantità assai scarsa e di conseguenza risulta abbastanza raro. Mi risulta un po' dubbioso il ritenere che Francesco senior e junior non siano stati anche oggetto di una sorta di ridimensionamento e distruzione d'immagine dopo aver tanto lottato e cercato di danneggiare la Serenissima e che ovviamente questo si sia materializzato anche nel ritirare e cancellare la loro memoria nelle monete non solo perché di metallo svalutato rispetto al predecessore Jacopo Il. Oltretutto egli governo' la città proprio negli anni della pesta nera.
    2 punti
  22. Sì, il lavoro di Vidale è importante proprio per lo studio dei punzoni. Alla fine le varianti non sono innumerevoli, anche se parecchie. La cosa bella è che studiando i coni e i punzoni si può ipotizzare una sequenza, come fatto da Vidale. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  23. Il carrarino postato da @ottone , oltre agli anelli sul rovescio, ha anche un anello alla fine della legenda del dritto. E ha altre due particolarità. La prima è che il punzone della città è stato inciso prima di quello del busto e in posizione leggermente troppo a destra, così la spalla copre una parte della torre. La seconda sono le ruote dei due carri che, invece di essere formate da due anelli, sono formate da anelli con un globetto all'interno. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  24. Si, e chissà quante mani lo hanno accarezzato con più di qualche preoccupazione..... Posto anche il mio, cosi Marco @DOGE82 ti diamo anche tanti nuovi spunti per i Massari...... ?
    2 punti
  25. @Bassi22 Grazie. Ecco un esempio di quelle piccole ''varianti'' che possono alimentare una collezione specifica. La M nelle monete di Jacopo II veniva ottenuta con due punzoni della I e aggiungendo a mano le linette di congiunzione, più o meno correttamente. In seguito vorrei tornare su questo aspetto con altri particolari che differiscono sui carrarini di Jacopo II. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  26. Questo è il mio! Non bello come il tuo ma al momento mi accontento!
    2 punti
  27. Infinite davvero le varianti del carrarino di Jacopo II. Moneta bella nel senso di piacevole, sempre ricercata e piuttosto comune ( non di certo però nelle sue varianti... ). Ogni volta che guardo i dipinti sulle mura di Cittadella e Castelfranco Veneto con il carro non posso non pensare a questa moneta. Di grande interesse capire meglio e avere conferme sul fatto che questo carrarino ebbe e ha ancora grande diffusione perché i veneziani dopo la lotta estenuante contro i 2 Francesco senior e junior vollero colpire e cancellare la sola loro memoria anche riguardo la monetazione mentre chi non li fece opposizione come il Jacopo II continuò ad avere i suoi carrarini in circolazione. Siete d'accordo ? Confermate ? Grazie.
    2 punti
  28. Ringrazio tutti gli intervenuti e coloro che hanno postato immagini delle monete. In questo modo la discussione diventa più completa e interessante. Da parte mia continuo con Padova... Signoria di Padova Jacopo II da Carrara (1345 - 1350) Grosso carrarino Argento D/ (rosrtta) CI - VI - T' (rosetta) P - AD' (rosetta), grande croce ornamentale intersecante la legenda e un cerchio di perline accantonata dalle lettera I - A e da due carri schiacciati R/ (rosetta) S (rosetta) P'SDO - CIMVS (rosetta), S. Prosdocimo nimbato seduto in trono regge con la mano sinistra un pastorale e con la destra la rappresentazione della città in un cerchio di perline, in campo a destra trifoglio Rif.: Passera 95; CNI VI, 20 La prima moneta grossa dei Carraresi è questo carrarino di Jacopo II. Questa moneta ebbe una notevole fortuna nell'area monetaria e anche fuori, come testimoniano numerosi ritrovamenti in Slovenia e Croazia. E' anche la prima moneta con simbologia carrarese. Infatti, oltre alle lettere iniziali del nome del signore, compare per la prima volta il simbolo della famiglia, il carro schiacciato.Altro elemento di novità è la comparsa del patrono di Padova, il primo vescovo S. Prosdocimo, sul rovescio. Da notare che in questo conio la lettera M è formata da due I senza le barrette di collegamento. Infine di fianco al Santo è presente come segno di zecca il trifoglio. Successivamente compare la lettera P, come nell'esemplare postato da @ak72 qualche post fa. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  29. 1929 Jugoslavia 100 Dinara Filigrana: nell'ovale: "testa del Principe Miloš" mi scuso per le foto ma sono della stessa banconota. Una con scanner e l'altra con macchina fotografica per far emergere la filigrana dell'ovale. Questa è leggermente più rara di quella postata dall'amico @Saturno
    2 punti
  30. 1829 Regno di Sardegna - Carlo Felice 5 Lire (Genova)
    2 punti
  31. 2 punti
  32. Stato della Città del Vaticano, 5 e 10 centesimi 1929 Stato della Città del Vaticano, 20 e 50 centesimi 1929
    2 punti
  33. Ciao, benvenuto. Hai due possibilità: 1) posti una foto nitida sia retro che verso della banconota 2) come risposta ti basta: “da 10 a 1000 euro”.
    2 punti
  34. Ciao Paolo, Ottima idea per la copertina del mio studio ? condivido la foto della famigliola: Tutto il rame di Ferdinando IV.
    2 punti
  35. Il fatto che un ripostiglio abbia gettato una piccola luce su una emissione, non significa che ogni moneta simile appartenga a quel tesoretto... Queste monete erano note prima che il tesoretto aiutasse, forse (! ) ad attribuirle Il verde qua mi pare un problema di foto, ma il colore dei solidi dipende dal contenuto di altri metalli... Come ovvio per qualsiasi lega di oro più altro. Il sear ha a volte intuizioni notevoli, ma è un testo di classificazione che probabilmente ti aiuterà poco per le molte domande che hai gia Una bella letta al DOC gratuito che ho linkato vale la pena di certo, soprattutto volumi 2 e 3... L'uno è scarno da quel punto di vista Per la serie bizantina Italica e non solo i testi di D'Andrea per me sono molto utili... È una serie ancora in corso di conclusione... Credo entro 3 o 4 anni, ma i testi delle zecche italiane,africane e spagnole sono completi
    1 punto
  36. Certo.. È un bronzetto commemorativo della morte di Costantino, con al rovescio L'imperatore togato e velato(vado a memoria col cell.) purtroppo non riesco a leggere l'esergo. Altri utenti saranno sicuramente più precisi. Saluti Eliodoro
    1 punto
  37. 1 punto
  38. Ciao Stilicho, ottime osservazioni. Secondo me, potrebbe trattarsi di un'emissione ufficiale, non ci sono elementi che mi facciano pensare ad un'imitazione barbarica. Comunque, su questo tema, è bene sentire anche altri pareri, magari di persone più esperte di me nell'ambito delle imitative. Per quanto riguarda la legenda di rovescio, concordo con te: infatti mentre il RIC 248 porta semplicemente PAX AVG, io leggo nell'esemplare in questione PAX AVGG (l'ho trascritto), legenda non censita dal RIC per Tetrico II come Cesare. Noto che a p. 423, c'è il n° 253 con PVX AVGG al rovescio, ma al dritto la legenda è totalmente diversa. Mi viene, a questo punto, da pensare che possa trattarsi di un ibrido: il dritto appartiene a Tetrico II (RIC 248, come indicato sopra) e il rovescio ad un antoniniano di Tetrico I, ovvero RIC V/2, p. 409, n° 106. La descrizione sembra corrispondere (cito dal RIC): "PAX AVGG, Pax stg. l., holding olive-branch and sceptre". Prima di avanzare una simile ipotesi volevo leggere anche altri pareri come il tuo, per essere sicuro della mia impressione, ché sono sempre utili e costruttivi.
    1 punto
  39. Giustissimo,ognuno ha le sue idee,vanno rispettate quelle di tutti piaccia o no,ed ora parliamo di altro
    1 punto
  40. @tiziano.goffi Se riduci il peso, la moneta comparirebbe direttamente nella discussione. Devi cliccare due volte sull'immagine dentro il post e, quando ti compare la tabella, diminuire i pixel. Per la qualità non preoccuparti, non è una discussione sulle conservazioni... Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  41. Molto interessante! ✌️
    1 punto
  42. Non dimentichiamo che l'esemplare delle 50 Lire 1990 "con rombo" proviene da confezione di zecca e, quindi, è probabile si sia prestata maggior attenzione nella coniazione.
    1 punto
  43. Beh che dire...grazie a tutti, perlomeno ho creato un dibattito che ha suddiviso le critiche in due schieramenti...quando andrò dal numismatico vi dirò la sentenza definitiva!!! Grazie ancora!!!
    1 punto
  44. Ciao @pippo78, non è che le foto si vedano benissimo. La moneta è bella e sicuramente ha una buona conservazione, però si vede male. Riesci a farle con un pò più di luce?
    1 punto
  45. Questa moneta mi piace assai e secondo me non sfigurerebbe in qualunque collezione, nemmeno quelle top. Ma sono assai curioso per ammirare domani il 50 lire 1954 in fdc!
    1 punto
  46. La mia n. 1 è il 5 franchi svizzeri del 1966 che allego, moneta dal valore economico pressoché nullo ma di immenso valore affettivo perché regalatami, quando avevo circa dieci anni, da mio nonno che collezionava fondamentale monete estere. È la numero 1 perché è stata quella che ha accesso una passione che, come per molti, è cresciuta, si è modificata e si è evoluta negli anni insieme a me. Ho iniziato così a collezionare monete provenienti da ogni angolo del mondo: non c’era parente o amico che prima di un viaggio all’estero non partisse istruito a dovere sul “dazio” da versarmi al suo ritorno. Poi mio nonno venne a mancare e io, appena quindicenne, ricevetti in dono la sua collezione che proseguii per diversi anni, prima di dirottare il mio interesse - in età più matura - su tutt’altra monetazione. Eppure, ancora oggi, quella collezione di estere prosegue, sia pure a singhiozzo e con innesti ormai sporadici. È il modo per ringraziare ancora mio nonno per quel 5 franchi e per tutto ciò che ne è conseguito nell’evoluzione di una passione. Saluti.
    1 punto
  47. Come sempre il buon Alberto (alias @Litra68) propone delle discussioni che trovo molto stimolanti. Perciò non posso far altro che dare anch'io il mio piccolo contributo. Per quanto mi riguarda, trovo difficoltà nel definire in modo inequivocabile la mia numero 1. Ciò deriva dal fatto che, nel mio percorso numismatico, ho vissuto una serie di evoluzioni radicali. Anni fa collezionavo gli euro (prima solo da circolazione, poi anche acquistati) ma francamente non ricordo minimamente quale sia stata la prima moneta... Forse, partendo come base dalle monete già presenti nel mio "salvadanaio", potrei dire di non averla mai avuta una N°1 degli euro. In ogni caso, dopo circa 5 anni, mi stufai per una serie di motivazioni di quell'ambito collezionistico e lo abbandonai. Fortunatamente, però, non persi la passione che ormai mi legava alle monete. Una sera di novembre, passeggiando insieme ai miei genitori per le vie del centro di Bologna, notai nella vetrina di un noto negoziante una moneta "speciale". Si trattava di un 40 franchi del 1812 di Napoleone. Fu amore a prima vista! A quel tempo non sapevo che si vendessero monete del genere e mi sembrava la cosa più bella del mondo. Ero sempre stato un grande ammiratore del condottiero dal bicorno nero e vederlo ritratto su di una moneta d'oro in una posa così imperiale e solenne mi mandava letteralmente in brodo di giuggiole. Iniziò, allora, la mia seconda fase, un periodo "travagliato" di rapida formazione, esperienza diretta e, soprattutto, acquisti compulsivi dettati dalla frenesia di comprare nuove monete. Come già spiegato in altre occasioni, questi acquisti non riuscivano però a darmi piena soddisfazione. Mancava sempre qualcosa; le monete peccavano spesso e volentieri di "difetti" che mal digerivo... Fu così che, presa coscienza della situazione, con non poche difficoltà, diedi inizio ad una seconda "rivoluzione": mi disfai progressivamente di gran parte delle monete acquistate, in modo tale da avere a disposizione una somma di denaro da poter impiegare in acquisti più ponderati. L'obiettivo era (ed è tuttora) quello di creare una collezione basata su pochi pezzi ma in alta conservazione. La prima moneta di questa terza ed ultima fase è un 20 franchi del 1811 zecca di Parigi. Ci sarebbe una storia simpatica da raccontare su questa moneta. Dovete sapere che si è trattato di un acquisto tutto sommato casuale. Questo marengo, infatti, proviene da un'asta americana risalente al gennaio dello scorso anno. In realtà, però, stavo seguendo l'asta per un'altra moneta: uno stupendo quarto di franco anno 13. Purtroppo, il quarto di franco l'ho conteso il più possibile con un altro offerente ma, giunto alla soglia dei 1.000 dollari, ho dovuto cedere. Sconfitto e amareggiato volevo, comunque, vedere come procedeva il resto dei lotti "napoleonici". Giunti al gruppo dei 20 franchi ho assistito ad una lotta feroce per tutti quei lotti che presentavano un punto in più di grading, mentre gli altri venivano quasi ignorati. Come saprete, il mercato americano è fatto così... Non riuscivo, tuttavia, a capacitarmene: anche le monete con il numerino più basso erano stupende. Perché bistrattarle in tal modo, pagandole la metà? Mi sembrava (e lo penso tuttora) un'assurdità! Decisi, così quasi per gioco di fare un'offerta su uno dei marenghi di "serie B" (quello che mi sembrava messo meglio), sicuro che qualcuno avrebbe comunque rilanciato. E, invece, accadde l'impensabile: 1, 2, 3... Aggiudicato! Inizialmente rimasi interdetto... Non mi sarei mai aspettato che una moneta del genere venisse venduta ad un prezzo così basso: solo 550 dollari (che coi diritti diventavano 660). I 20 franchi col punticino in più superavano agevolmente i 1000 euro e, confrontandoli col mio, la differenza era minima; forse addirittura inesistente in certi casi... Ad ogni modo, non mi sono mai pentito dell'acquisto, anzi! Vedendola in mano devo dire che è veramente bella e credo valga pienamente i soldi spesi ? Di seguito vi mostro la foto scattata dalla casa d'aste. Buona serata a tutti e buon proseguimento con la splendida discussione ?
    1 punto
  48. Condivido il Grano Cavalli più bello che ho in Collezione: Il 1790 AP
    1 punto
  49. Io invece continuo a chiedermi perché questo forum con i suoi utenti deve continuare ad essere preso a schiaffi del sedicente illuminato di turno. Il nostro è uno spazio da sempre disponibile a dare visibilità e la giusta platea a tutte quelle iniziative utili al movimento numismatico italiano e internazionale. Per questo, anche per la CoIN, siamo felici di dare eco ad un'associazione così ricca di persone importanti per la numismatica. Però non capisco... qua a nessuno di noi verrebbe in mente di avviare una classifica stile fantacalcio con una scala di valori alla @Pugliese50 vale 0, vale 1... ma che modo di porsi è mai questo? NESSUNO VUOLE FARE INUTILI PARAGONI, PESARE CERVELLI O SOSTITUIRSI AGLI ACCADEMICI, AI PERITI, AI COMMERCIANTI o alle altre categorie "professionali" che ruotano intorno alla numismatica. Se non lo avete capito dopo quasi 20 anni di attività del forum allora inizia ad essere un problema veramente serio (per voi). Detto questo lunga vita alla CoIN a cui auguro il meglio, ma cambiate ambasciatore che quello utilizzato in questa occasione non sembra avere grandissime qualità comunicative.
    1 punto
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