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Sconosciuta zecca aragonese di Rocca San Giovanni


mero mixtoque imperio

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A. Giuliani, S. Perfetto, Politica feudale e monetaria di Alfonso d’Aragona: Il marchesato di Pescara in potere degli Avalos-Aquino e la sconosciuta zecca aragonese di Rocca San Giovanni, Cassino, Editrice Diana, 2013

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Quarta di copertina:

L’irruzione castigliana in Sicilia Citra Pharum porta con sé tutta quella carica spagnoleggiante e dal sapore umanistico capace di ammodernare, ingentilire, integrare e dominare le genti del Sud, influendo non secondariamente sulle prerogative feudali e monetarie attraverso le quali la Corona di Napoli investiva i suoi fedeli baroni, lungi dalla perfidia delle congiure. In questo clima, il Marchesato di Pescara, il più antico del Reame, si qualifica come vero e proprio laboratorio di feudalità aragonese, in quanto istituzione che racchiude uno speciale carattere amministrativo, familiare e territoriale. A filo diretto con le vicende personali di Innigo d’Avalos e della sua sposa patrizia Antonella d’Aquino, l’esame ad ampio spettro della politica monetaria di sua maestà Alfonso, progettata ancor prima dell’ascesa politica italiana e completatasi con la lungimirante riforma tributaria di cui fu attuatore proprio il “Conte Camerlengo”, è passato con vigore attraverso lo studio delle fitte dinamiche giuridiche, mercantili e socio-finanziarie, dei luoghi, del lungo itinerario militare e diplomatico seguito da “El Magnànim”, dei tanti ufficiali in servizio nelle zecche regnicole aperte dalla Corona ispanica, su cui è stata fatta la dovuta chiarezza documentaria e cronologica degli offici, e non ultimo di quei rarissimi manufatti superstiti già noti ai tempi del Sambon, ma tuttora evanescenti o incredibilmente assenti nella letteratura più accreditata. Tutto ciò, unito a un leale spirito di collaborazione e di passione per la ricerca delle fonti archivistiche, ha sospinto gli autori verso il tortuoso cammino della verità storica, permettendo loro di individuare la sconosciuta zecca aragonese di Rocca San Giovanni, in terra d’Abruzzo di memoria dannunziana; retaggio istituzionale, religioso e per certi versi romantico di quel baronaggio espressosi in maniera formidabile attraverso la fusione delle blasonate famiglie Avalos e Aquino. Ancora una volta, l’approccio interdisciplinare si è dimostrato quello più indicato per lo studio della fattispecie 'moneta' e per il progresso della sua scienza. Ecco perché questa ricerca dovrebbe catalizzare non solo l’interesse dei numismatici, ma anche quello di giuristi, storici, economisti, archeologi, cartografi, geografi e araldisti. Un pratico compendio sui prezzi e il grado di rarità delle coniazioni chiude il volume.

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Complimenti a Giuliani e a Perfetto per la loro nuova fatica, credo che ci saranno degli spunti molto interessanti.

Modificato da Liutprand
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Ringrazio quanti abbiano già mostrato vivo interesse per l’uscita di questa peculiare indagine numismatica, sebbene il filo conduttore celi alcuni dinamiche solo in apparenza secondarie.

Fra i temi documentati in parallelo alle vicende del “conte-camerlenego” Innigo d’Avalos, protagonista indiscusso di questo lavoro storico insieme alle sue rarissime coniazioni e alla sua “sconosciuta” officina monetaria, piace infatti sottolineare il compito della zecca di Gaeta, prima fucina degli alfonsini d’oro, e il riesame degli uffici dei tanti zecchieri che prestarono servizio nella prima Età aragonese, fino agli anni Sessanta del XV secolo.

Temi che hanno catalizzato, non di rado, interessi polivalenti fra i medievisti napoletani, lasciando in dote ai numismatici diversi interrogativi.

L’augurio è quello di aver trovato più di una risposta, utile a proseguire nella ricerca delle fonti aragonesi...

Achille Giuliani

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Volevo segnalare che per gli interessati, è apparso sul numero di gennaio del 2013 ne "Il giornale della numismatica", un articolo alle pag 66 e 67, che tratta di una medaglia propio del camerlengo Innigo d' Avalos.

Interessante l'articolo ma sicuramente deve esserlo anche quest'opera, visto che questa zecca non è menzionata neanche nel volume di Lucia Travaini che riguarda le zecche Italiane.

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Volevo segnalare che per gli interessati, è apparso sul numero di gennaio del 2013 ne "Il giornale della numismatica", un articolo alle pag 66 e 67, che tratta di una medaglia propio del camerlengo Innigo d' Avalos.

Interessante l'articolo ma sicuramente deve esserlo anche quest'opera, visto che questa zecca non è menzionata neanche nel volume di Lucia Travaini che riguarda le zecche Italiane.

Ho letto con grande partecipazione l’articolo citato da 4mori, con il quale Gorra ha dato nuovo lustro alla celebre medaglia di Innigo d’Avalos, nonché al suo artefice: “il Pisanello”, valente artista che fu al servizio della regia Corte di Napoli, sorgente di quella “carica umanistica” che permise ad Alfonso d’Aragona una prima modernizzazione del Regno di Napoli, anche dal punto di vista culturale.

La medaglia, conosciuta in diversi esemplari, di cui uno esposto in terra d’Abruzzo durante la Mostra d’Arte Antica di Chieti del 1905, non poteva non rapire l’attenzione dei coautori di questo libro che vede in primo piano il “Conte-Camerlengo” e la zecca di Rocca San Giovanni, al servizio del suo nobile casato; difatti, trova uno spazio proprio sia nelle tavole fuori testo, a lasciar memoria dei lineamenti superbi di questo autorevole feudatario spagnolo, sia nella parte discorsiva dell’opera (cap. IV), dove la pregevole medaglia viene minuziosamente descritta e inserita nelle fitte trame che portano all’individuazione delle monete battute per l’Avalos… da qui, l’ipotesi suggestiva per una “rivoluzionaria” chiave di lettura del paesaggio inciso sul rovescio di questa “misteriosa” e affascinante medaglia forgiata agli albori dell’Età aragonese.

Sveliamo, così, uno degli “approcci interdisciplinari” serviti allo studio della “fattispecie moneta”, con la speranza di suscitare interesse non solo fra i cultori di numismatica.

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indubbiamente un approccio interessante.

Voglio leggerlo per vedere su quali basi si fondino le conclusioni dei due autori.

Vedremo anche le reazioni della critica e degli altri studiosi di numismatica.

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indubbiamente un approccio interessante.

Voglio leggerlo per vedere su quali basi si fondino le conclusioni dei due autori.

Vedremo anche le reazioni della critica e degli altri studiosi di numismatica.

Osservazioni giustissime e sempre molto attente, come d’abitudine per numa numa; a lettura avvenuta, quindi, sarà molto gradito un suo giudizio critico e, nel caso, un aperto confronto.

Prediligendo il lavoro storico, è insita nell’opera la presenza di un valido impianto documentario, anche per ciò che attiene la ricostruzione degli uffici (dove non mancano le vicende giudiziarie) e delle coniazioni liberate nelle zecche aragonesi (su tutte, quelle di Napoli e Gaeta), ma le assicuro che i temi trattati sono davvero tanti. A titolo di esempio, le cito l’Archeologia dell’araldica, dove sconfiniamo nella monetazione napoletana dell’Età Vicereale spagnola; la riforma tributaria alfonsina, che getta le basi della politica monetaria aragonese e disegna una geografia delle zecche; l’esame ad ampio spettro degli alfonsini d’oro, che vediamo scambiare con i fiorini iberici del Reame di Aragona, da qui la presenza, in contabilità regia, di altra valuta spagnola (come i soldi e i denari di Valencia e Barcellona).

Tornando al punto focale, per attestare l’esistenza e l’effettiva operosità della zecca di Rocca San Giovanni, viene trascritta una fonte “diretta”, in linea con il censimento monetario e compatibile, altresì, con i contenuti di altri documenti monetali a firma di re Alfonso.

Modificato da zecche del sud
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  • 2 settimane dopo...
  • 3 settimane dopo...
Ho appena finito di leggere il libro.Molto interessante .Non mi aspettavo proprio una nuova zecca a Rocca San Giovanni a pochi km dalla mia citta'.
Molte sone le foto e i riferimenti documentati.
Libro ben fatto che custodiro in biblioteca.
Complimenti agli autori.

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  • 2 mesi dopo...

Con piacere, come già notiziato nell'apposita sezione del Forum dall'amico e coautore Simonluca Perfetto (http://www.lamoneta.it/topic/107113-vastophil-2013-palazzo-davalos-3105-0206/), Sabato 1 Giugno 2013, alle ore 11:00, presso Palazzo d'Avalos a Vasto (CH), avrà luogo la presentazione del libro, con l'intervento di noi autori. L'evento si colloca nel più vasto (scusate il gioco di parole :beerchug:) panorama dell'edizione VASTOPHIL 2013.

Mi auguro sia una bella giornata di cultura, anche all'insegna della numismatica.

saluti - Achille Giuliani

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Grazie della comunicazione, speriamo che i lamonetiani - almeno quelli geograficamente più vicini - intervengano numerosi.

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Peccato la lontananza sarebbe stato bello poter partecipare a questa presentazione, volevo anche segnalare la recensione apparsa nel numero di Maggio de "Il giornale della numismatica", sicuramente un libro di interesse storico, faccio i miei complimenti agli autori per il loro lavoro.

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