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Kroton: statere inedito dalla CNG e l'inizio della fase a doppio rilievo


Risposte migliori

Una combinazione di coni crotoniati “possibly unpublished” viene segnalata dalla Classical Numismatic Group, Electronic Auction 380, lot 39, del prossimo 10/08/2016.

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Si tratta di uno statere  (gr. 6,67; mm. 19) proveniente dalla collezione “Volteia” con i seguenti tipi:

D/ QPO a d. Tripode su base lineare con sostegni conformati a zampe leonine e bacino sormontato da tre anse circolari di cui quella centrale maggiore delle laterali; sotto il bacino, due volute; tra i sostegni laterali, due volute. A s., chicco di grano.

R/ QPO a d. Tripode su base lineare con sostegni conformati a zampe leonine e bacino sormontato da collo su cui si ergono tre anse circolari di cui quella centrale duplice e maggiore delle laterali; tra i sostegni laterali, duplici volute. A s., foglia d’edera.

Gli editori della CNG datano il pezzo al 430-420 a.C. circa in base al confronto con HN 2113-19, tuttavia è possibile qualche ulteriore precisazione.

Il simbolo del chicco d’orzo è certamente agganciabile a due serie contrassegnate da lettere (E, ME) che tuttavia presentano il simbolo al R/. La prima appare contrassegnata, al D/, da Herakles libans e leggenda OIKIMTAM con lettere arcaizzanti (san, iota a tre tratti); la seconda, da un’aquila ad ali chiuse stante su capitello ionico.

Entrambe le serie si caratterizzano per una resa iconografica del tripode del tutto analoga a quella dello statere in esame (volute sotto il bacino e alla base del tripode) e per la posizione della leggenda (attestata nella forma QPOT) e del simbolo.

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NAC AG, Auction 13 (1998), 197

 

KroIV_763_ha.jpg

SNG Fitzwilliam IV, 763

 

Per quanto concerne il R/, caratterizzato dal simbolo della foglia d’edera, rilevante appare il confronto con le emissioni con aquila su testa di cervo/tripode con collo e foglia d’edera del tipo SNG ANS, 3, 350 non solo per la resa alquanto stilizzata del simbolo, quanto per la rappresentazione del tripode con collo segnato da solchi orizzontali, foggia delle anse e resa delle volute.

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Roma Numismatics Ltd., Auction VI - Session 2, 29/9/2013, lot 342 (ex Peus, 372, 30/10/2002, lot 71)

 

Ulteriore elemento di confronto è rappresentato dall’iconografia del tripode su una serie di divisionali (trioboli e dioboli) con octopus al R/.

 

thumb00078.jpg

CNG, 102, 18/5/2016, lot 78 (ex coll. AG Collection; ex Lanz, 72, 29/5/1995, lot 108)  

 

Terminata la fase incusa, che a Crotone si snoda per circa un secolo (ca. 530/25-435/30 a.C.), la nuova tecnica a doppio rilievo si inaugura, seguendo Rutter, con le due serie contraddistinte  da Herakles oikistas (ultimo quarto del V sec.) a cui seguirebbero le emissioni con Aquila/tripode che interrompono il pressoché rigido abbinamento Tripode/Tripode (o, successivamente, Tripode/Aquila) che aveva accompagnato la monetazione crotoniate fin dagli esordi.

Mi chiedo, pertanto, se la moneta in esame, proprio per la ripetizione dello stesso tipo su entrambi i lati, non costituisca una delle prime - se non la prima - emissioni prodotte con la nuova tecnica a doppio rilievo prima che il nuovo tipo dell’aquila contrassegni in modo stabile il D/ di tutte le serie successive.

In tal caso si potrebbe pensare ad una datazione prossima alla fine degli incusi e restringere la forchetta cronologica agli anni immediatamente successivi al 435/30 a.C.

 

 

 

Modificato da dracma
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Personalmente trovo la deduzione di @dracma decisamente verosimile, oltre che affascinante; sarebbe interessante, per arricchirla ulteriormente, cercare delle "somiglianze" tra i conii dell'esemplare in oggetto e quelli usati alla fine della serie incusa a Crotone.

 

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Non si resiste alla curiosità..!

Ho trovato un interessante annotazione ad un lotto venduto da Stack's, catalogato come il primo esemplare dei pezzi usati da CNG come confronto per datare lo statere in oggetto, un esempio di HN Italy 2113 :

https://www.acsearch.info/search.html?term=Kroton+HN+Italy+2113+8.01&category=1&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1&images=1&currency=usd&thesaurus=1&order=0&company=

Se traduco bene si parla della base di una ipotesi (da HN Italy) di posizionamento cronologico in sovrapposizione con le emissioni incuse (l'esemplare sarebbe una sorta di prototipo) fondata sulla presenza di un esemplare di HN Italy 2113 in un ritrovamento di soli pezzi incusi sepolto nel secondo quarto del V secolo a.C., e dell'assenza di questa tipologia in ritrovamenti interrati al 440-430 a.C. 

Non possiedo il libro purtroppo, potrebbe essere utile per la discussione avere un idea più completa di cosa dica il testo di HN Italy in merito.

La moneta in discussione potrebbe essere collocata alla fine di questa fase sperimentale ?

 

Modificato da Archestrato
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50 minuti fa, Archestrato dice:

Non si resiste alla curiosità..!

Ho trovato un interessante annotazione ad un lotto venduto da Stack's, catalogato come il primo esemplare dei pezzi usati da CNG come confronto per datare lo statere in oggetto, un esempio di HN Italy 2113 :

https://www.acsearch.info/search.html?term=Kroton+HN+Italy+2113+8.01&category=1&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1&images=1&currency=usd&thesaurus=1&order=0&company=

Se traduco bene si parla della base di una ipotesi (da HN Italy) di posizionamento cronologico in sovrapposizione con le emissioni incuse (l'esemplare sarebbe una sorta di prototipo) fondata sulla presenza di un esemplare di HN Italy 2113 in un ritrovamento di soli pezzi incusi sepolto nel secondo quarto del V secolo a.C., e dell'assenza di questa tipologia in ritrovamenti interrati al 440-430 a.C. 

Non possiedo il libro purtroppo, potrebbe essere utile per la discussione avere un idea più completa di cosa dica il testo di HN Italy in merito.

La moneta in discussione potrebbe essere collocata alla fine di questa fase sperimentale ?

 

Ho il libro (HN) ma purtroppo mon qui dove mi trovo attualmente

so dell'esistenza di questi 'ibridi' crotoniati. Se ne era occupato anche Attianese, non in ' Calabria Greca' ma in una successiva pubblicazione.  Sarebbe interessante verificare la presenza di questi ibridi in ritrovamenti che potrebbe avvalorare l'ipotesi di una symmachia tra le due citta' , diversamente ogni ipotesi e' ancora aperta. 

 

 

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Esiste una serie di stateri a doppio rilievo del tipo  postato da @Archestratostudiati già negli anni Ottanta da Salvatore Garraffo (“Crotoniensia. Dall’incuso al doppio rilievo” , in Studi per Laura Breglia, "Bollettino di Numismatica", Supplemento al n. 4, Parte I,1987, pp. 105-117), il quale per caratteristiche tecniche e stilistiche li riteneva paralleli all'ultima fase degli incusi (ca. 460-440 a.C.). Lo studioso riprendeva l'ipotesi di una "experimental issue" avanzata da Kraay - sulla cui scia si pone anche Rutter (HN, p. 169) - nel commento al ben noto ripostiglio, quasi interamente disperso, rinvenuto a Cittanuova  (IGCH 1889) e probabilmente occultato nel secondo quarto del V secolo a.C.,che avrebbe contenuto stateri del tipo suddetto.

Purtroppo solo l'edizione di un corpus della monetazione crotoniate, sperabilmente prossima, potrà far luce su questioni tuttora laquanto dibattute, tra cui i famosi "ibridi" citati a giusto titolo da @numa numa.

 

 

 

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Nel sito " Magna graecia coins " sono repertoriati i seguenti tipo 001 ( 450-420 = ANS 315-17 ) e tipo 002 ( 450-420 = ANS 319-21 ) , stateri a doppio rilievo con tripode al Dir. ed al Rov. , verosimilmente coevi o molto prossimi agli ultimi incusi di Crotone

KroANS3_0315_ha.jpg

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Da Londra, la collezione del British Museum, un link ad un esemplare con tripode, legenda ed uccello acquatico sia al dritto che al rovescio, del peso di 5.36 g ed acquisito dal museo quasi 150 anni fa, nel 1867:

http://www.britishmuseum.org/research/collection_online/collection_object_details.aspx?objectId=1297121&partId=1&searchText=Croton+coins&page=3

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Può valere un cenno notare che , tra le polis che hanno prodotto monetazione incusa , nel passaggio a quella a doppio rilievo , tipi con simbolo cittadino su entrambe le facce , siano stati prodotti almeno anche da Metaponto ( prima immagine , statere 440 , Noe 321e ) e Poseidonia ( seconda immagine , obolo 510-470 , ANS 630 )

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5 ore fa, VALTERI dice:

Può valere un cenno notare che , tra le polis che hanno prodotto monetazione incusa , nel passaggio a quella a doppio rilievo , tipi con simbolo cittadino su entrambe le facce , siano stati prodotti almeno anche da Metaponto ( prima immagine , statere 440 , Noe 321e ) e Poseidonia ( seconda immagine , obolo 510-470 , ANS 630 )

MetaN321e.jpg

PosANS2_630_ha.jpg

Questo interessante accenno mi ricorda come lo svolgimento cronologico della fine della serie incusa e dell'inizio di quella a doppio rilievo a Krotone sia almeno parzialmente sovrapponibile a quello di Metaponto, come evidenziato da @TARAS da  nella discussione sugli stateri con figura umana di Metaponto (post 28): 

Modificato da Archestrato
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Inviato (modificato)

 

 

Quello del passaggio dall’incuso al doppio rilievo a Crotone – e più in generale in Magna Grecia è un argomento alquanto complesso e dibattuto che da dato origine, nel corso degli studi numismatici, ad ipotesi differenti e talora contrastanti.

Dell’argomento si occupò Colin M. Kraay (Caulonia and South Italian Problems, in NC, s. 6, XX, 1960, pp. 53-82), il quale sulla base dell’evidenza dei ripostigli Crotone, contrada Ameri (Noe 277) e Italia Meridionale 1927 (Noe 506), aggregati successivamente in un unico accumulo (IGCH 1898) con l’espunzione di alcuni esemplari, ipotizzò che a Crotone il passaggio incuso-doppio rilievo fosse avvenuto intorno al 440 a.C., analogamente a Metaponto, e che le emissioni crotoniati a doppio rilievo prive di simboli, of rough execution, del tipo SNG ANS III, 315 (fig. 1), fossero state prodotte parallelamente all’ultima fase degli incusi, rappresentando tuttavia un’esperienza isolata. Ne costituirebbe spia il ripostiglio cd. degli “Ecisti” (IGCH 1900), purtroppo quasi del tutto disperso, che avrebbe contenuto esemplari crotoniati del tipo suddetto in stato di conservazione peggiore rispetto alle ultime serie incuse di Crotone.

 

Fig. 1

 

KroANS3_0315_ha.jpg

SNG ANS III, 315

 

Negli anni Ottanta Nicola F. Parise riprese l’argomento focalizzando l’attenzione sulle serie a doppio rilievo Crotone-Temesa (figg. 2-3), la cui emissione sarebbe avvenuta intorno al 460/50 in base alla documentazione offerta da alcuni ripostigli (N.F. PARISE, Crotone e Temesa. Testimonianze di una monetazione d’impero, in  G.F. MADDOLI-A. STAZIO curr., Temesa e il suo territorio, Atti del Colloquio di Perugia eTrevi-1981, Taranto 1982, pp. 103-118). .

 

Fig. 2

 

435596.m.jpg

Stack’s, Stack & Kroisos Collection, 14/1/2008, lot 2046

 

Fig. 3

 

KroKr_626_ha.jpg

Kraay, ACGC, 626 (BM)

 

Parise ipotizzò che a Crotone la nuova tecnica si sarebbe affermata già prima della metà del V secolo, come avrebbe indicato il ripostiglio, purtroppo quasi interamente disperso, scoperto a Cittanuova (IGCH 1889) e occultato nel 460/50 ca., che avrebbe contenuto uno statere a doppio rilievo del tipo di cui sopra (fig. 1).

Un ulteriore contributo alla discussione fu offerto dal Kraay attraverso l’edizione del cospicuo ripostiglio rinvenuto a S. Giorgio Ionico, nei pressi di Taranto, nel 1971 (C.M. KRAAY - C.E. KING, A Mid-Fifth Century B.C. Hoard from South Italy, in SNR, LXVI, 1987, pp. 7-33).

Composto originariamente da oltre 1000 monete argentee magnogreche, il tesoro fu disperso subito dopo la scoperta e ricomposto parzialmente dallo studioso oxoniense che riuscì a ricostruire quasi 700 esemplari, tra i quali 1 statere a doppio rilievo di Crotone Tripode/Tripode (cfr. fig. 1) e 2 stateri Crotone-Temesa con Tripode/elmo corinzio (cfr. fig. 2).

La presenza di stateri attribuibili alla cd. terza rifondazione di Sibari (ca. 453-448 a.C.: fig. 4) e l’assenza di monete di Thurii (che comincia a coniare non prima del 440) indusse il Kraay a datare l’occultamento in epoca lievemente anteriore al 440. Ne derivava, pertanto, una presunta contemporaneità tra le prime serie a doppio rilievo di Crotone, quelle Crotone-Temesa e le ultime serie incuse crotoniati.

 

 

Fig. 4


thumb00025.jpg

Roma Numismatics Ltd., Auction XI, 7/4/2016, lot 25

 

Bisogna tuttavia rilevare che la documentazione fornita dai ripostigli va utilizzata con la massima cautela, soprattutto nel caso di accumuli di vecchia data noti in modo generico o parzialmente dispersi. Solo per citare alcuni esempi, si può ricordare la travagliata storia del citato ripostiglio di Crotone, contrada Ameri 1927, pubblicato dal Catanuto pochi anni dopo la scoperta e successivamente riedito dal Noe che lo sdoppiava in due rinvenimenti distinti (Noe, BCH, 1937,  nn. 277 e 506). Per un unico rinvenimento propendeva invece, come si è visto, il Kraay, che tuttavia espunge alcuni esemplari, riconducendoli ad un altro ripostiglio. A due complessi distinti pensavano invece A. Johnston e M.A. Mastelloni. Più di recente un riesame dei materiali, di sembrerebbe nuovamente ricondurre Noe 277 e 506 ad un ad un unico tesoro, seppur con l’espunzione di alcuni esemplari (N. CATANUTO, Crotone (Catanzaro). Monete argentee del secolo VI-III a.C., in NSc, 1932, pp. 387-392; S.P. NOE, A Bibliography of Greek Coin Hoards, New York 1937, nn. 277, 506; C.M. KRAAY, Two late fifth Century B.C. Hoards from South Italy, in SNR, II, 1970, pp. 47 ss.; ID., in IGCH , n. 1898 ; A. JOHNSTON, The Coinage of Metapontum, parts I and II by S.P. Noe, with Additions and Corrections by A. Johnston, ANS NNM 32, 47, New York 1984, p. 41 s.; M.A. MASTELLONI, Crotone e Messina: rapporti e influssi, in Quaderni dell’attività didattica del Museo Regionale di Messina, 6, 1997, p. 47 ss.; N.F. PARISE, Notizie su IGCH 1898, in G. GORINI (cur.), Ritrovamenti monetali nel mondo antico: problemi e metodi (Atti del Conv. Int. – Padova 2000), Padova 2002, pp. 27-30) .

Prescindendo pertanto dai ripostigli, una migliore definizione del passaggio incuso-doppio rilievo a Crotone viene prospettata da Garraffo sulla base dell’esame dell’evoluzione dell’iconografia del tripode (S. GARRAFFO, Crotoniensia. Dall’incuso al doppio rilievo, in “Studi per Laura Breglia”, Boll.Num., suppl. al n. 4, parte I, 1987, pp.105-117).

Lo studioso ripartisce gli incusi crotoniati a tondello stretto e spesso in tre gruppi:

1)  tripode con anse circolari di prospetto sia al D/ che al R/ (fig. 5)

2) tripode con ansa centrale circolare di prospetto di dimensione maggiore delle laterali, rese di profilo e ripartito in due sottogruppi in base alla resa del tripode al R/ (figg.     6-7):

a) tripode con anse circolari di prospetto e di eguali dimensioni (fig. 6)

b) tripode con ansa centrale circolare di prospetto di dimensione maggiore delle laterali, rese di profilo (fig. 7)

3) D/ tripode simile al precedente per la resa delle anse laterali ma diversificato per l’iconografia dell’ansa centrale, assimilabile spesso ad una piastra forata; R/ tripode di esecuzione più accurata con risalto delle linee di contorno (fig. 8)

 

 

Fig. 5

 

735295l.jpg

ACR, Auction 19, 11-12/11/2015, 88

 

Fig. 6

 

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Fig. 7

 

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SNG Ashmolean, 1474

 

 

Fig. 8

 

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Hirsch, Auction 275, 22/9/2011, lot 3137

 

 

Sul piano cronologico il gruppo 1 risulterebbe il più antico in quanto l’iconografia del tripode con anse circolari e di prospetto sia al D/ che al R/ appare comune agli incusi delle fasi a tondello largo (figg. 9-11) e medio (figg. 12-14).

 

Fig. 9

 

3019839.m.jpg

Roma Numismatics Ltd., Auction 11, 7/4/2016, lot 49 (ex coll. Dr. Murray Gell-Mann)

 

 

 

Fig. 10

 

1692198.m.jpg

Hirsch, Auction 293, 25/9/2013, lot 2055

 

 

Fig. 11

 

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NAC AG, Auction 51, 5/3/2009, lot 551

 

Fig. 12

 

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Pegasi Numismatics, Auction XXIII, 23/11/2010, lot 34

 

 

Fig. 13

 

KroTritonI_164_ha.jpg

Triton I, 2-3/12/1997, lot 164

 

 

Fig. 14

 

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Gemini LLC, Auction XI, 12/1/2014, lot 7 (Ex HJB 142, 15/3/2005, lot 45; ex M&M 75, 4/12/1989, lot 107)

 

Ne consegue la posteriorità dei gruppi 2 e 3 e, in particolare, l’antecedenza del gruppo 2a, collegato al gruppo 1 per la resa del tripode al R/, e la collocazione in sede terminale del gruppo 3 che si raccorda al gruppo 2b per la ripresa su entrambi i lati dello schema del tripode con ansa centrale di prospetto e laterali di profilo.

Passando ora alla fase iniziale del doppio rilievo è possibile individuare almeno due gruppi di emissione. Il primo, di scarsa consistenza, caratterizzato da un’aquila al R/:

 

 

Fig. 15

 

KroANS3_0318_ha.jpg

SNG ANS III, 318

 

Il secondo presenta il tripode su entrambi i lati, risulta privo di simboli ed appare caratterizzato da un tondello alquanto spesso e spesso (ca 19-17 mm; figg. 16-17).

Lo studio del Garraffo ha consentito di ripartire queste emissioni in due gruppi in base a notazioni di ordine prevalentemente stilistico:

a)         D/: tripode con ansa centrale circolare di prospetto di dimensione maggiore delle laterali, rese di profilo

            R/: tripode con anse circolari di prospetto e di eguali dimensioni (fig. 16)

 

b)         D/ e R/: tripode con ansa centrale circolare di prospetto di dimensione maggiore delle laterali, rese di profilo (fig. 17)

 

 

Fig. 16

 

KroANS3_0315_ha.jpg

 

SNG ANS III, 315

 

Fig. 17

 

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Stack's, Stack’s & Kroisos Collections, 14/1/2008, lot 2045

 

E’ facile notare che l’evoluzione stilistica del tripode ricalca fedelmente quella degli stateri incusi della seconda serie a tondello spesso (gruppi 2a, 2b; figg. 6-7) consentendo di ipotizzare, secondo Garraffo, uno stretto parallelismo tra le due emissioni.

In un momento precedente si inquadrerebbero invece le serie a doppio rilievo Tripode/Aquila (fig. 15) e quelle con Tripode/elmo (fig. 2) attribuite a Crotone-Temesa, caratterizzate dall’ l’iconografia del tripode con anse circolari e di prospetto che riproduce l’analogo schema attestato sugli stateri della fase iniziale ad incuso stretto (gruppo 1; fig. 5).

La successione delle varianti iconografiche del tripode anse circolari di prospetto – ansa centrale di prospetto e laterali di profilo, sembrerebbe inoltre ricevere ulteriori consensi dall’attestazione di quest’ultima sulla prima emissione di stateri crotoniati a doppio rilievo di una certa entità (fig. 18), successiva agli incusi, realizzata con un modulo alquanto più  largo (21-20 mm) rispetto alle precedenti e caratterizzata, oltre che dal simbolo dell’airone (come negli incusi), da anse laterali a conformazione ellittica tese a suggerire, come afferma Garraffo, “la visione di tre quarti, ovvero di scorcio”, che contrassegnerà stabilmente le serie successive.

 

 

Fig. 18

 

KroANS3_0320_ha.jpg

SNG ANS III, 320

 

 

A questa emissione si connettono due serie contrassegnate da thymiaterion (fig. 19) o da kantharos, thymiaterion e lettere alfabetiche (fig. 20) in cui le anse laterali del lebete assumono una peculiare conformazione uncinata.

 

 

Fig. 19

 

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Roma Numismatics Limited, E-sale 7, 26/4/2014, lot 25 (“Experimental Issue”)

 

Fig. 20

 

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NAC AG, Auction 25, 25/6/2003, lot 41 (“ex Jameson and A.D.M. collections”)

 

Sembrerebbe pertanto confermata l’ipotesi del Kraay secondo cui la tecnica a doppio rilievo si afferma a Crotone nel corso della battitura dell’ultima fase incusa, come peraltro sembrava emergere dall’analisi dei ripostigli. In particolare, secondo Garraffo, ne deriverebbe la griglia cronologica che segue:

 

INCUSO STRETTO                                     DOPPIO RILIEVO

Gruppo A:  480/75-460                                 Tripode/Aquila + Crotone/Temesa: 465-460

Gruppo B:  460-455/50                                 Tripode/Tripode: 460-455

Gruppo C:  455/50-440/35

 

E’ chiaro che solo l’edizione di un corpus della monetazione crotoniate potrà fornire ulteriori elementi a sostegno o meno di tale cronologia, tuttavia, tuttavia mi pare interessante fare qualche osservazione.

 La resa ellittica delle anse laterali contrassegna sia al D/ che al R/ il famoso statere oggetto del post iniziale (fig. 21) e la serie a cui esso appare collegato (fig. 22), nonché tutte le successive serie a doppio rilievo con Aquila/Tripode.

 

 

Fig. 21

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CNG, Electronic Auction 380, 10/08/2016, lot 39

 

Fig. 22

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Roma Numismatics Ltd., Auction 6, 29/9/2013, lot 341

 

 

E ancora nelle successive emissioni del primo venticinquennio del IV secolo con t. di Hera lcinia/Herakles libante (fig. 23), il tripode su cui l’eroe protende l’oinochoe manifesta la persistenza del medesimo schema iconografico, ormai ben consolidato, seppur con varie rielaborazioni, come mostrano ancora serie di fine IV-inizio III secolo (fig. 24) e addirittura di età pirrica (fig. 25).

 

 

Fig. 23

 

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Fritz Rudolf Künker GmbH & Co. KG, Auction 111, 18/3/2006, lot 6061

 

Fig. 24

 

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Hess Divo AG, Auction 003, 21/5/2012, lot 28 (“Aus Auktion A. Sambon, Paris - A. Canessa, Neapel 27.6.1927 (Paris), 544”)

 

Fig. 25

 

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Nomos, Auction 3, 10/5/2011, lot 9

(“From the Anthemion collection, USA, and from the collections of F. S. Benson, SWH 3 February 1909, 121 (bought by Jacob Hirsch for £30), and Arthur Evans, SWH 20 January 1898 ("Archaeologist and Traveller"), 28”)

 

La peculiare resa del tripode con anse laterali conformate ad ellisse, che trova ampio riscontro sulla pittura vascolare (fig. 26-28) e sulla glittica (fig. 29), sul piano numismatico risulta attestata non solo a Crotone ma anche su emissioni di altre poleis sia della Magna Grecia (Taranto: fig. 30; Thurii: fig. 31; Metaponto: fig. 32) che di ambito siceliota (Leontini: fig. 33; Siracusa: fig. 34), snodandosi attraverso un arco cronologico di prolungata estensione ed i cui esordi sembrerebbero definirsi proprio a partire dalla metà del V secolo a.C. circa.

 

Fig. 26

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Anfora a f.r. attribuita al pittore Kleophrades, ca. 490-480 a.C. (New York, The Metropolitan Museum of Art)

 

Fig. 27

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Fig. 28

 

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Ruvo di Puglia, Museo Jatta - Frammento di cratere da Ceglie del Campo attribuito alla cerchia del Pittore dell’Ilioupersis (ca. 375 a.C.)

 

 

Fig. 29

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Boston, MFA – Scaraboide (ca. 480–450 a.C.)

 

 

Fig. 30

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Dr. Busso Peus Nachfolger, Auction 398, 28/4/2009, lot 11

 

Fig. 31

 

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The New York Sale, Auction XX, 7/1/2009, lot 58

 

Fig. 32

 

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Münzen & Medaillen GmbH (DE), Auction 40, 4/6/2014, lot 49 (“Aus Slg. Nelson B. Hunt und aus Auktion Sotheby's, New York - The Nelson Bunker Hunt Collection 19./20. 6. 1991, 36”)

 

Fig. 33

 

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The New York Sale, Auction XXVII, 4/1/2012, lot 138 (“Ex J. Vinchon, Nouveau Drouot, Paris, 11-13 April 1988, lot 250”)

 

Fig. 34

 

1370248.m.jpg

Roma Numismatics Ltd., Auction 4, 30/9/2012, lot 96

 


 


 

Modificato da dracma
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Incuriosisce che il tipo ANS 315 ( anse uguali e di prospetto ) abbia il Rov. con contorno perlinato , laddove il tipo ANS. 320 ( anse laterali di profilo e modulo più largo ) , probabilmente un poco più recente del primo , proponga il Rov. con contorno tratteggiato di chiara derivazione dai tipi incusi

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Anch'io propendo per una certa prossimità cronologica delle due emissioni ma non è escluso che tra l'una e l'altra ci sia stata una breve interruzione delle emissioni. Come si nota lo stile dei tripodi è alquanto diverso e, resa delle anse a parte, emergono vari elementi di differenziazione, tra i quali, per ANS 320: il dettaglio dell'anello che raccorda i sostegni laterali, la presenza del simbolo (airone) e della lettera in esergo (pi o gamma), il modulo più largo.

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In fondo , ragionando in punta di stile , di oggetti ( nel caso numismatici ) che si ipotizzano separati da brevi meati temporali , potrebbe non essere peregrino immaginare che incisori di mano più " tradizionalista "  , abbiano inciso successivamente ad incisori di mano più " innovativa "

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E' sempre molto complicato stabilire una successione cronologica almeno relativa a gruppi isolati di emissioni che sono comunque vicini.

Se esistono incroci di conio, allora diventa possibile ipotizzare una sequenza. Se mancano, ci sarebbe il discorso stilistico, che era una procedura molto cara alle passate generazioni di studiosi numismatici. Adesso c'è molta più cautela a parlare di stili, che risentono anche di una interpretazione molto personale e poi non sempre l'evoluzione artistica segue un andamento lineare (quindi capitano artisti bravi e quelli meno bravi che possono alternarsi). Più indicativo è il dato fornito dai ripostigli, ma è sempre uno studio molto difficile e non sempre si hanno adeguate informazioni sui vecchi ritrovamentii e di quelli rinvenuti in contesti archeologici non sempre sono stati pubblicati (e quando lo sono, talvolta mancano dettagli).

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  • 7 anni dopo...

Buonasera scusatemi posso sapere se esistono Stateri di Crotone varianti dal  peso sui 14 gr 

posso allegare foto .

grazie mille 

 

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Intanto, benarrivato al forum .

Considerando @Antonio esposito che la Tua domanda é collocata in calce ad un post  specifico di 7 anni or sono invece che nella forse più opportuna sezione " identificazione..." , sì, puoi allegare la fotografia rendendo più circostanziata la Tua domanda .

Una buona giornata

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3 ore fa, Antonio esposito dice:

Buonasera scusatemi posso sapere se esistono Stateri di Crotone varianti dal  peso sui 14 gr 

posso allegare foto .

grazie mille 

 

 

Per quanto concerne l'argento no. Il peso dello statere è di circa 8 grammi con una riduzione in età pirrica.

Il peso di 14 g è invece attestato per alcuni nominali in bronzo di Crotone di IV secolo a.C.

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Il 16/4/2024 alle 14:58, Antonio esposito dice:

Buonasera scusatemi posso sapere se esistono Stateri di Crotone varianti dal  peso sui 14 gr 

posso allegare foto .

grazie mille 

 

 

Allega grazie

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Grazie per aver postato la foto.

L'esemplare è alquanto "peculiare", tanto dal punto di vista stilistico che ponderale. Riguardo il primo aspetto va osservato che  il tripode del diritto appare molto stilizzato, soprattutto bei sostegni del lebete, che sono ridotti a due linee parallele. Stesso discorso per le estremità conformate a zampe leonine, rese in modo del tutto sommario, e per quelle che dovrebbero essere le volute, ridotte a due segmenti obliqui e senza girali. La legenda presenta una disposizione delle lettere fortemente asimmetrica e la rho  (P) con tratto un pò troppo circolare. Non poche perplessità suscita anche l'effetto molto incavato del conio di incudine e anomalo appare il rovescio, dove il tripode sembra quasi privo di estremità.

In conclusione, sia il dato stilistico che il peso (del tutto estraneo allo standard acheo-corinzio) non trovano alcun riscontro nella produzione "ufficiale" della zecca, pertanto il mio parere è che la moneta va valutata con molta cautela.

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Grazie per l'informazione

Mi è stato detto che può essere un conio battuto doppio (un errore)

vi chiedo gentilmente dove posso portarla a valutare .

grazie mille Antonio.

 

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5 minuti fa, Antonio esposito dice:

 

Grazie per l'informazione

Mi è stato detto che può essere un conio battuto doppio (un errore)

vi chiedo gentilmente dove posso portarla a valutare .

grazie mille Antonio.

 

 

Una curiosità, se è possibile. Potresti indicare il modulo della moneta?

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ok il diametro è di 31cm,  lo spessore varia ci sono dei punti che sono di  mm1.

grazie Antonio.

vedo che mi sta aiutando molto é la ringrazio tanto

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