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Inviato
4 ore fa, morellino dice:

Mi è capitata casualmente..a proposito di origini delle due cornucopie..Non è utile al merito della discussione ma una semplice curiosità..

Ottima segnalazione @morellino, sicuramente non da scartare. Nel mondo antico, in particolare romano, la raffigurazione monetale della cornucopia era molto diffuso. Un po' meno comuni erano le rappresentazioni delle due cornucopie intrecciate, simbolicamente molto più efficaci nel trasmettere il messaggio di unione, pace e concordia che insieme generano abbondanza e prosperità. Notiamo che le teste che sormontano le cornucopie intrecciate, negli esempi del mondo romano che ho portato in questa discussione, sono sempre nipoti di Imperatori, che rappresentano quindi il futuro della dinastia regnante. Allo stesso modo, su questo tarì napoletano, l'unione matrimoniale di Filippo III e Margherita d'Austria avrebbe garantito, così com'è effettivamente successo con la nascita di Filippo IV, la prosecuzione della Casa Asburgo sul trono di Spagna e sui dominii ad essa collegati. Un simbolismo sotteso dunque al messaggio che parte dall'unione prospera della coppia reale, ma che va poi oltre, approdando al fine ultimo di assicurare un futuro e una discendenza alla corona spagnola degli Asburgo.  


Inviato
Grazie @eliodoro per l'intervento. Per le tre cinquine, è giusto concludere che è visibile solo la lettera G del Maestro di Prova Giuno, mentre dall'altro lato, all'altezza della corona, non è visibile la sigla IAF e non perché la moneta sia stata tosata. L'ipotesi espressa da@Rex Neap per spiegare tale mancanza mi sembra convincente: se c'è la G ci doveva essere anche IAF è semplicemente stata messa più in basso, quindi non allineata con la G vicino alla corona. Può essere accaduto, quindi, che sia andata fuori tondello e non sia più visibile. D'altronde, il caso di@Fabrizio Proietti non è l'unico noto, com'è emerso da questa discussione. Resta comunque una moneta bella e particolare, sicuramente un ottimo acquisto partendo già dal fatto che non presenta tosature ed è quindi integra.


Osservando bene si nota che la corona,sulla destra,è tagliata a metà .Potrebbe quindi essere un fuori conio oppure una tosatura..
Inviato
30 minuti fa, morellino dice:


Osservando bene si nota che la corona,sulla destra,è tagliata a metà .Potrebbe quindi essere un fuori conio oppure una tosatura..

Esatto, @morellino, il senso dell'intervento di @Rex Neap era proprio questo: tosata forse no perché il peso, a quanto dice @Fabrizio Proietti, sembra pieno ed il tondello sembra piuttosto regolare, anche se forse di flan un po' stretto. Proprio per quest'ultimo motivo, parte della corona, come notavi tu, e forse anche la sigla IAF posta più in basso sullo stesso lato, sono andate fuori tondello. Mi sembra però ragionevole ammettere che si sia anche la sigla del Maestro di Zecca.


Inviato

Buonasera a tutti,innanzitutto complimenti per la discussione veramente interessante,a titolo informativo volevo ricordarvi che oltre a Filippo III anche Filippo IV ha coniato una moneta con cornucopie intrecciate,è il rarissimo 2 cavalli del 1632...

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Inviato
43 minuti fa, gennydbmoney dice:

Buonasera a tutti,innanzitutto complimenti per la discussione veramente interessante,a titolo informativo volevo ricordarvi che oltre a Filippo III anche Filippo IV ha coniato una moneta con cornucopie intrecciate,è il rarissimo 2 cavalli del 1632...

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Genny...grandissima moneta ... estremamente rara.

Continuiamo ? .... per le ragioni esposte da Raffaele il tarì venne ritirato dalla circolazione e ripercosso con il conio di questo carlino....anch'egli con 2 cornucopie ai lati dell'aquila.

 

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ecco,il tarì oggetto della discussione,questo carlino e il 1/3 di scudo non mi fanno dormire la notte...


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Ottimi i riferimenti che avete trovato! E' interessante notare come nel carlino EGO IN FIDE che soppiantò il tarì in oggetto vi siano rispuntate le due cornucopie. Complimenti anche a @gennydbmoney per il suo rarissimo 2 cavalli. Sicuramente una moneta molto ricercata ed interessante che merita un piccolo approfondimento.  

Modificato da Caio Ottavio
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  • 8 anni dopo...
Inviato (modificato)

Ogni occasione è buona per far rivivere interessanti discussioni presenti nel Forum.

E, quindi, in linea con questa discussione, un esemplare “tosato” della moneta di apertura ben illustrata da @Caio Ottavio.

Asta Bolaffi odierna.

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LOTTO 831 cosi descritto:

Filippo III di Spagna (1598-1621) - Tarì - Zecca: Napoli - Diritto: busto corazzato del Re a sinistra - Rovescio: due cornucopie affrontate con i busti dei Sovrani - gr. 2,56 - Molto rara - Evidenti tracce di tosatura, MB - Emissione realizzata in occasione delle nozze di Filippo III con Margherita d'Austria per l'elargizione al popolo durante la visita dei Sovrani a Napoli. Visita che non ebbe mai luogo.
(C.N.I. XX/178/27) (Pannuti-Riccio n. 9)

https://astebolaffi.it/it/lot/347/831/detail

 

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Modificato da Oppiano
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Inviato

Buonasera,

I tre tipi citati da Memmo Cagiati a pag. 181 de “Le monete del Reame delle Due Sicilie da Carlo I d’Angiò a Vittorio Emanuele II” - Fasciolo n. IV, Napoli, 1911.

 

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Inviato

L'esemplare esitato in AUCTION 52 - Part 2 Zurich, 26th and 27th October 1994 - Conducted jointly by NUMISMATICA ARS CLASSICA (ZURICH) and SPINK TAISEI NUMISMATICS (ZURICH). 

Lotto 1201

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Inviato

Un esemplare fu esitato in un lotto misto in un'asta del 1896 organizzata dalla Sotheby, Wilkinson & Hodge di Londra:

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Inviato

I due tipi della Collezione Sambon del 1897.

Ad entrambi viene addirittura attribuita la rarità R8. 

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Inviato

Altro esemplare apparso alla nota asta Gnecchi del 1902 svoltasi a Francoforte sul Meno.

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Inviato (modificato)

Ecco il tipo 27 citato dal CNI, Vol. XX, a pag. 178:

 

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Modificato da Oppiano

Inviato

Sempre dal CNI, rileviamo altri sei esemplari descritti.

Da notare come il CNI, in nota al tipo 20, definisce l’esemplare quale “detto dello sponsalizio” e precisa che, mancata la visita dei coniugi, “i tarì non furono messi in circolazione”; ma, evidentemente, qualcuno era sfuggito.

 

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Inviato

Il CNI ci regala anche una figura in calcografia del tipo 20 di cui al post precedente, e che, salvo errori, è poi quella richiamata dal M. Pannuti – V. Riccio, pag.140, n. 9 (fig. 1).

 

 

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Inviato

Ed ecco come i richiamati Pannuti-Riccio descrivono i tipi 9 e 9a in corrispondenza dei quali si fa riferimento ai tipi 20 e 27 del CNI:

 

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Dal Prezziario elaborato dal celebre numismatico Alberto De Falco della monetazione di Napoli che segue la numerazione del libro di M. Pannuti e V. Riccio - dal titolo: “Prezzi attuali delle monete della Zecca di Napoli secondo il testo di M. Pannuti e V. Riccio LE MONETE  DI NAPOLI dalla caduta dell’impero romano alla chiusura della zecca”  (1988), rileviamo - a pag. 23 - l’attribuzione di un R3 e di un R4 rispettivamente ai tipi 9 e 9a del Pannuti-Riccio.

Ma a pag. 25, relativamente al solo tipo 9, sono citati alcuni riferimenti di catalogo d’aste, e precisamente:

- Catalogo SBS 18/1987, n. 744, BB, FrS. 2.000

- Catalogo Leu-M.u.M. 1987, n. 306, B, FrS 500

 

Modificato da Oppiano

Inviato (modificato)

 E veniamo ad un aspetto a dir poco curioso sul “Tari dello sponsalizio (1600)”…..

Modificato da Oppiano

Inviato (modificato)

Partiamo dal Prof. Luigi dell’Erba…. Per chi volesse avere più informazioni su questo uomo, consiglio, in prima battuta:

https://www.vivicastellanagrotte.it/index.php/cultura/artisticastellanesi/36-la-cittadina/nomiillustri/182-luigidellerba

di cui riporto quanto segue:

“In ambito numismatico, il Prof. Luigi dell’Erba è stato autore di alcune opere fondamentali, vere e proprie pietre miliari per chi voglia cimentarsi nello studio della numismatica dell’Italia meridionale in epoca normanno-svevo-angioina. Non esiste, ancora oggi, un lavoro di numismatica che tratti di quel periodo, che non citi nella bibliografia, le opere di Luigi dell’Erba ed in particolare “La riforma monetaria angioina ed il suo sviluppo storico nel Reame di Napoli “ pubblicata, in quattro successivi fascicoli tra l’aprile del 1932 ed il luglio 1935, a cura dell’Archivio storico delle Province Napoletane, diretto all’epoca da Benedetto Croce.”

Posto la copertina del fascicolo unico relativo al 1934-XIII (Fasc. I-IV 31 dicembre 1934).

 

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Cosa scrive il Prof. dell’Erba a pag. 67-68 della sua Opera citata al post precedente, come pubblicata nel citato fascicolo del 1934, a proposito del “Tari dello sponsalizio”?

Modificato da Oppiano

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Il Prof. dell’Erba così esattamente scrive a proposito di questa moneta:

“Filippo III circa sette mesi dopo salito al trono, il di 8 Aprile 1599, sposò Margherita d'Austria. Il susseguente anno gli sposi vennero a Napoli, e, come d'usanza, nella solenne traversata fatta per la città venne gettato al popolo questo tari, coniato per la circostanza. Nel dritto vi è il busto giovanile e radiato del re a destra, e nel rovescio i busti affrontati degli sposi, posti su due cornucopie, ed in mezzo una corona; nel giro la leggenda MARGARI-AUSTR-CONIUNXIT-1600. È una moneta di altissima rarità.”

Da ciò la richiamata curiosità… Il Prof. dell’Erba darebbe (il condizionale e’ d’obbligo) per scontato che la “solenne traversata” dei coniugi “per la città” di Napoli fu “fatta” con  -addirittura- anche il gesto dello gettare al popolo questo tari coniato per la circostanza.

Tale affermazione cozzerebbe con altre affermazioni e/o ipotesi (vedi, ad esempio, post 1 precedente con riferimento al Sambon = “Secondo un’ipotesi, sicuramente attendibile, avanzata dal Sambon in occasione della vendita della sua collezione nel 1897, a proposito di queste monete, esse vennero battute per una visita che i Re di Spagna avevano progettato a Napoli proprio per quell’anno, ma che non si realizzò mai. =).

Anche lo stesso P. Magliocca nel suo lavoro La moneta napoletana dei re di Spagna nel periodo 1503 - 1680  (Nomisma, 1a Edizione 2020), in nota a pag. 163 in corrispondenza della descrizione di questo esemplare, testualmente scrive: “la moneta doveva essere “gettata” al popolo napoletano proprio in occasione di quella visita, ma questa (non si conoscono ancora le motivazioni precise) venne meno ed il tari, coniato in pochi esemplari, fu ritirato…”.

Doverosa precisazione con riferimento al post 37 precedente.

Il Sambon -come si legge- scrive esattamente così: “Fu coniato in occasione della venuta dei sovrani a Napoli, per essere gettato al popolo lungo il percorso del re.” Non si fa accenno esplicito alla circostanza che la “traversata” non avvenne, 

Modificato da Oppiano

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Lo stesso G. Bovi, richiamato con il suo lavoro al post 1 della presente discussione, a pag. 15, ricordando alcune note scritte dal Sambon nel suo Catalogo, si limita a scrivere testualmente: “La moneta da due carlini (tari) con MARGARI AVSTR CONIUNXIT, dice Sambon che fu coniata per essere gettata al popolo in occasione della venuta dei sovrani a Napoli lungo il percorso seguito dal re.”, così descrivendo poi il ricordato tari (tipo 3) senza sigle:

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Modificato da Oppiano

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Antonio dell’Erba, figlio del già rinomato prof. Luigi più volte citato, in un suo importante articolo [Spiegazione ed interpretazione di leggende ed imprese sulle monete medioevali-moderne dell'Italia meridionale] pubblicato nel fascicolo doppio del Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano del 1941 (pag. 53), così descrive questo Tari fornendo per la prima volta (forse) anche la traduzione in italiano della legenda da riferirsi a Margherita d’Austria:

MARGARI AUSTR. CONIUNXIT (Sposò Margherita d'Austria).

I rarissimi tari di Filippo IlI che portano questa leggenda e l'impronta di due cornucopii da cui spuntano le teste degli sposi, con in mezzo una corona regale, furono coniati in occasione della venuta dei sovrani a Napoli per essere gettati al popolo lungo il percorso del corteo regale.

Anche in questo caso, alcun accenno alla circostanza che la famosa “traversata” non sia stata compiuta, e siamo nel 1941.

Modificato da Oppiano

Inviato

[Successivamente, si registrò un altro passaggio in asta Ratto del 5 maggio 1959 (lotto n° 353)] - ex post 1.

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Inviato

Un esemplare lo ritroviamo al lotto 1074 nel CATALOGO DI MONETE ANTICHE E MODERNE in vendita a prezzi segnati DELLA CASA G. Morchio & N. Majer di Venezia, n. 13 - 1 Luglio 1897.

 

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