Alan Sinclair Inviato ieri alle 12:18 Supporter #1 Inviato ieri alle 12:18 Amici Filatelici Buon Sabato e Buon pomeriggio ! Il Regno delle due Sicilie comprendeva il Regno di Napoli ed il Regno di Sicilia. I due Regni furono poi riuniti in un solo Stato retto dalla dinastia dei Borboni, per effetto del trattato di Vienna del 1815. Oggi condivido un francobollo del 1859 Sicilia, da 20 grana, colore ardesia-grigio, privo di annullo, effigie del Re Ferdinando II° ( che morì proprio a Maggio del 1859 ). Sul retro la firma dei periti fil. S. Sorani e P. Vaccari. La serie ( prima emissione del Regno di Sicilia ), fu emessa il 01.01.1859, poco più di un anno prima dello sbarco dei Mille di Garibaldi, è composta da 7 esemplari di diverso colore e valore, detti comunemente anche "testoni"; è ricercata in quanto considerata una delle serie più belle della filatelia classica. Chiamo per cortesia al commento gli esperti @fapetri2001 e @PostOffice ma anche altri appassionati del settore. Grazie. 5
marco1972 Inviato 23 ore fa #2 Inviato 23 ore fa Anche per questo Antico stato, aggiungo i miei francobolli. 1
Alan Sinclair Inviato 22 ore fa Supporter Autore #3 Inviato 22 ore fa Buonasera @marco1972, esemplari notevoli, molto bello il 50 grana.
numys Inviato 22 ore fa #4 Inviato 22 ore fa Purtroppo io sono di parte ma questa serie insieme alla prima emissione di Napoli del 1858 sono effettivamente di fattura notevole. La serie di 7 valori con l'effigie di Ferdinando II del 1859 fu incisa dal celebre messinese Alojso Juvara che realizzò un'opera di elevato valore artistico e tecnico oltre che per la bellezza dei colori stampati. L'effigie del re fu racchiusa all'interno di una sottile cornice bianca, un vero quadro in miniatura, risaltandone ancor più il valore e l'importanza. Tale cornice venne contornata dalla scritta BOLLO DELLA POSTA DI SICILIA con in basso il valore in grana. La scelta dei colori utilizzati fu fatta con molta attenzione affinché fosse impossibile combinare un'affracantura tricolore, non voluta dai Borboni. Infine anche per l'obliterazione di tale serie fu creato un annullo particolare, detto a morsa di cavallo, su un disegno di Carlo La Barbera. Questo annullo permetteva di non deturpare l'effigie del Re e allo stesso tempo rendeva leggibile il valore stampato in basso sul bollo. Una serie indubbiamente bellissima. Complimenti a @Alan Sinclair e @marco1972 per gli esemplari postati 1
Alan Sinclair Inviato 14 ore fa Supporter Autore #5 Inviato 14 ore fa (modificato) Grazie @numys, tecnicamente si potrebbe ancora aggiungere che per diverse di queste affrancature fu adottata una carta a mano porosa e di qualità piuttosto scadente ( carta di Napoli ). Per alcuni altri invece fu usata una carta bianca, consistente e levigata ( carta di Palermo ). Modificato 14 ore fa da Alan Sinclair
numys Inviato 10 ore fa #6 Inviato 10 ore fa 3 ore fa, Alan Sinclair dice: fu adottata una carta a mano porosa e di qualità piuttosto scadente ( carta di Napoli ). Per alcuni altri invece fu usata una carta bianca, consistente e levigata ( carta di Palermo ). Hai perfettamente ragione. Inoltre anche il sistema di stampa adottato non rese piena giustizia alla qualità dell'opera di incisione dello Juvara. Difatti si utilizzò il sistema calcografico, partendo dal conio originale con i francobolli che vennero stampati su una tavola di 100 impronte, in 10 file di 10, separati gli uni dagli altri da un sottile filetto tipografico con l'inserimento del tassello valore, anche se varie tavole vennero in realtà preparate accostando tra loro quattro blocchi di 25 pezzi, unendoli con chiodi e viti. Tale sistema fu alquanto inadeguato perché comportò alcune imprecisioni con parti non perfettamente incise e per migliorare e/o completare le parti mancanti del'impronta si operò direttamente sulle matrici di stampa a mano con il bulino. Le correzioni lasciarono comunque dei segni sulle matrici e di riflesso sulla stampa del francobollo diventando studio per gli appassionati. Alcuni francobolli della serie furono stampati usando varie tavole, a causa del consumo elevato a cui le stesse erano sottoposte: - Mezzo Grano --> 2 tavole - 1 Grano --> 3 tavole - 2 Grana --> 3 tavole - 5 Grana --> 2 tavole - 10 Grana --> 1 tavola - 20 Grana --> 1 tavola - 50 Grana --> 1 tavola Anche gli inchiostri da stampa non restarono costanti, tant'è che si notano le differenze di tonalità e di inchiostrazione.
Alan Sinclair Inviato 10 ore fa Supporter Autore #7 Inviato 10 ore fa 5 minuti fa, numys dice: Hai perfettamente ragione. Inoltre anche il sistema di stampa adottato non rese piena giustizia alla qualità dell'opera di incisione dello Juvara. Difatti si utilizzò il sistema calcografico, partendo dal conio originale con i francobolli che vennero stampati su una tavola di 100 impronte, in 10 file di 10, separati gli uni dagli altri da un sottile filetto tipografico con l'inserimento del tassello valore, anche se varie tavole vennero in realtà preparate accostando tra loro quattro blocchi di 25 pezzi, unendoli con chiodi e viti. Tale sistema fu alquanto inadeguato perché comportò alcune imprecisioni con parti non perfettamente incise e per migliorare e/o completare le parti mancanti del'impronta si operò direttamente sulle matrici di stampa a mano con il bulino. Le correzioni lasciarono comunque dei segni sulle matrici e di riflesso sulla stampa del francobollo diventando studio per gli appassionati. Alcuni francobolli della serie furono stampati usando varie tavole, a causa del consumo elevato a cui le stesse erano sottoposte: - Mezzo Grano --> 2 tavole - 1 Grano --> 3 tavole - 2 Grana --> 3 tavole - 5 Grana --> 2 tavole - 10 Grana --> 1 tavola - 20 Grana --> 1 tavola - 50 Grana --> 1 tavola Anche gli inchiostri da stampa non restarono costanti, tant'è che si notano le differenze di tonalità e di inchiostrazione. In virtù di tutto questo, intendo significare che anche in presenza di tali criticità, la serie resta comunque una delle più belle ed interessanti della filatelia classica.
numys Inviato 10 ore fa #8 Inviato 10 ore fa 18 minuti fa, Alan Sinclair dice: In virtù di tutto questo, intendo significare che anche in presenza di tali criticità, la serie resta comunque una delle più belle ed interessanti della filatelia classica. Senza alcun dubbio
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