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Inviato
1 ora fa, ggpp The Top dice:

Il dubbio quindi è nella frase su citata, ovvero che la cifra in argento venne velocemente raccolta.  Riguardo la traduzione del Giannone non è letterale e quindi risente della sua interpretazione. Traducendo letteralmente il testo senza aggiungere alcuna parola non mi sembra (magari mi sbaglio) venga specificato che si trattasse di metallo coniato. 

Allora spingerei l'attenzione in un altra direzione: la velocità del tutto. 
Se è stato svolto tutto in maniera celere e veloce, mi chiedo se è ragionevole pensare che in pochi giorni possano essersi approntati i coni e possano essere state coniate 3000 libbre di moneta (io non so rispondere a questa domanda).

Inoltre, anche se fosse stata coniata moneta non mi sembra si possa dire con assoluta certezza il dove. 

Ed ancora,  @aemilianus253 secondo me nelle chiese si confiscavano gli oggetti sacri in argento, però non capisco perché il pagamento non potesse essere effettuato in argento in pani o appunto con l'argenteria stessa senza la trasformazione in moneta. 

 

 

 

Ma infatti, concordo. Mi fermavo alla moneta, semplicemente pensando alle tante rendite che le chiese dovevano avere. Ma è ovvio che l'interesse era per il metallo prezioso, qualunque forma avesse. Grazie per la precisazione comunque. 


Inviato
55 minuti fa, monbalda dice:

Dopo aver letto gli interventi sul caso riferito a Falcone e, indirettamente, sui denari lucchesi ipoeteticamente coniati a Napoli nel 1140, intervengo brevemente (e preavviso che non interverrò ulteriormente qui ma in caso in sede scientifica, se e quando ve ne sarà l'occasione), soltanto per aggiungere che il verbo latino  "congrego, etc....congregare" usato in quella frase, ben enucleata e tradotta in uno degli ultimi post di gggtheTop, in nessuna accezione nota vuol dire "coniare, produrre, creare, fare" o simili.

Ciascuno può controllare direttamente in qualsiasi dizionario di latino cartaceo o online (ad esempio anche qui, visto che spesso vi sono anche riferimenti al latino medievale: https://logeion.uchicago.edu/congrego; si può cercare il verbo anche all'infinito; sul glossarium du Cange ci sono solo termini derivati,che comunque seguono il significato indicato dai dizionari di latino classico). Oppure può consultare un latinista o un medievista, a suo piacimento. "Congregare" (che ad esempio riferito ad animali vuol dire "riunire in gregge") in ogni occorrenza che si ritrova significa "radunare, mettere insieme, raccogliere, concentrare" e, talvolta in senso molto lato e più raro e trovato solo in certi dizionari, "organizzare".

Quindi, quella frase vuol dire che si raccolse velocemente il denaro o la somma di denaro in senso lato (si prega di guardare i dizionari anche per il termine "pecunia") necessaria al pagamento, o se si preferisce, moneta metallica, in senso stretto. In questo ultimo caso, comunque sarebbe stata già coniata e forse circolante (magari donata alle chiese dalle quali fu presa insieme agli arredi sacri...?). Ma per i motivi già esposti da Ulpianensis, visto che si parla del pagamento ai Pisani di 3000 libbre di argento e non 3000 libbre o lire di denari, che avrebbero avuto valore e peso in argento già abbastanza inferiore a quella data, penso che si intenda una somma d'argento del peso equivalente a 3000 libbre, probabilmente composta di ciò che avevano potuto raccogliere velocemente tra arredi sacri e altri oggetti in metallo, e forse anche moneta già coniata, trovati nelle chiese (e per ciò da qui l'uso del termine "pecuniam illam argenti... congregavere", invece di "monetam argenti" o "libbras/denarios argenti".... ad esempio).

Il dottor Perfetto può non essere d'accordo con quanto ho appena scritto o con quanto osservato da altri utenti in questi ultimi post; ma leggendo direttamente la fonte, nella stessa versione che pure lui riporta nel suo studio del 2021 - e che è sempre meglio di qualsiasi parafrasi ottocentesca, al di là di come si voglia interpretare quest'ultima ... - io a mia volta non posso trovarmi d'accordo con la sua traduzione e intepretazione in merito alla singola questione, per come presentata qui e nei suoi scritti, che ben conosco.

Gli altri studiosi, lettori ed utenti saranno liberi di dare la loro lettura o di seguire la traduzione e interpretazione della fonte che, in base alle loro conoscenze, competenze e capacità critiche, sembrerà loro più convincente e aderente alla ricostruzione storica degli eventi narrati da Falcone.

Un saluto cordiale e buona prosecuzione di discussione (oltre che buon prossimo Ferragosto!)

MB

 

Grazie mille per il prezioso intervento e tanti auguri di Buon Ferragosto!


Inviato (modificato)
1 ora fa, monbalda dice:

Dopo aver letto gli interventi sul caso riferito a Falcone e, indirettamente, sui denari lucchesi ipoeteticamente coniati a Napoli nel 1140, intervengo brevemente (e preavviso che non interverrò ulteriormente qui ma in caso in sede scientifica, se e quando ve ne sarà l'occasione), soltanto per aggiungere che il verbo latino  "congrego, etc....congregare" usato in quella frase, ben enucleata e tradotta in uno degli ultimi post di gggtheTop, in nessuna accezione nota vuol dire "coniare, produrre, creare, fare" o simili.

Ciascuno può controllare direttamente in qualsiasi dizionario di latino cartaceo o online (ad esempio anche qui, visto che spesso vi sono anche riferimenti al latino medievale: https://logeion.uchicago.edu/congrego; si può cercare il verbo anche all'infinito; sul glossarium du Cange ci sono solo termini derivati,che comunque seguono il significato indicato dai dizionari di latino classico). Oppure può consultare un latinista o un medievista, a suo piacimento. "Congregare" (che ad esempio riferito ad animali vuol dire "riunire in gregge") in ogni occorrenza che si ritrova significa "radunare, mettere insieme, raccogliere, concentrare" e, talvolta in senso molto lato e più raro e trovato solo in certi dizionari, "organizzare".

Quindi, quella frase vuol dire che si raccolse velocemente il denaro o la somma di denaro in senso lato (si prega di guardare i dizionari anche per il termine "pecunia") necessaria al pagamento, o se si preferisce, moneta metallica, in senso stretto. In questo ultimo caso, comunque sarebbe stata già coniata e forse circolante (magari donata alle chiese dalle quali fu presa insieme agli arredi sacri...?). Ma per i motivi già esposti da Ulpianensis, visto che si parla del pagamento ai Pisani di 3000 libbre di argento e non 3000 libbre o lire di denari, che avrebbero avuto valore e peso in argento già abbastanza inferiore a quella data, penso che si intenda una somma d'argento del peso equivalente a 3000 libbre, probabilmente composta di ciò che avevano potuto raccogliere velocemente tra arredi sacri e altri oggetti in metallo, e forse anche moneta già coniata, trovati nelle chiese (e per ciò da qui l'uso del termine "pecuniam illam argenti... congregavere", invece di "monetam argenti" o "libbras/denarios argenti".... ad esempio).

Il dottor Perfetto può non essere d'accordo con quanto ho appena scritto o con quanto osservato da altri utenti in questi ultimi post; ma leggendo direttamente la fonte, nella stessa versione che pure lui riporta nel suo studio del 2021 - e che è sempre meglio di qualsiasi parafrasi ottocentesca, al di là di come si voglia interpretare quest'ultima ... - io a mia volta non posso trovarmi d'accordo con la sua traduzione e intepretazione in merito alla singola questione, per come presentata qui e nei suoi scritti, che ben conosco.

Gli altri studiosi, lettori ed utenti saranno liberi di dare la loro lettura o di seguire la traduzione e interpretazione della fonte che, in base alle loro conoscenze, competenze e capacità critiche, sembrerà loro più convincente e aderente alla ricostruzione storica degli eventi narrati da Falcone.

Un saluto cordiale e buona prosecuzione di discussione (oltre che buon prossimo Ferragosto!)

MB

 

Dopo una bella sessione d'archivio, vedo che ci siete ancora!

Concordo perfettamente con questa lettura (eccettuata la datazione che sarebbe 1135-1139, in quanto la produzione del 1140 è quella che riguarda i ducali, vale a dire quella post riforma), infatti fu raccolta quella somma per essere coniata, come fu prassi medievale, prima, contemporaneamente e dopo i fatti accaduti in questo periodo.

Il Giannone, infatti legge in questo senso. Si tratta di raccolte finalizzate alla coniazione. Quella che il nostro Iula etichetta come bibliografia obsoleta, nel consueto tentativo disminuire la mia ricerca, riceve un trattamento invilente da parte di uno studioso che probabilmente non conosce bene le esegesi dei testi, non rendendesi conto che la lettura del Giannone è molto più autentica della bibliografia aggiornata. L'autore aveva nonni vissuti al culmine del medioevo, per cui sapeva ben leggere le carte.

Anche Riccardo San Germano ci dice che furono spogliate le chiese di Capua e Napoli dove si recò l'imperatore, senza dirci che il tesoro fu coniato (è una cosa scontata). Ne abbiamo la riprova con Loise de Rosa e il Tritemio che ce lo dicono senza attingere a Riccardo.

In poche parole siamo un passetto avanti rispetto alla traduzione liceale della fonte beneventana.

Modificato da mero mixtoque imperio
  • Confuso 1

Inviato (modificato)
30 minuti fa, mero mixtoque imperio dice:

Dopo una bella sessione d'archivio, vedo che ci siete ancora!

Concordo perfettamente con questa lettura (eccettuata la datazione che sarebbe 1135-1139, in quanto la produzione del 1140 è quella che riguarda i ducali, vale a dire quella post riforma), infatti fu raccolta quella somma per essere coniata, come era prassi medievale, prima, contemporaneamente e dopo i fatti accaduti in questo periodo.

Il Giannone, infatti legge in questo senso. Si tratta di raccolte finalizzate alla coniazione. Quella che il nostro Iula etichetta come bibliografia obsoleta, nel consueto tentativo disminuire la mia ricerca, riceve un trattamento invilente da parte di uno studioso che probabilmente non conosce bene le esegesi dei testi, non rendendesi conto che la lettura del Giannone è molto più autentica della bibliografia aggiornata. L'autore aveva nonni vissuti al culmine del medioevo, per cui sapeva ben leggere le carte.

Acche Riccardo San Germano ci dice che furono spgliate le chiese di Capua e Napoli dove si recò l'imperatore, senza dirci che il tesoro fu coniato (è una cosa scontata). Ne abbiamo la riprova con Loise de Rosa e il Tritemio che ce lo dicono senza attingere a Riccardo.

In poche parole siamo un passetto avanti rispetto alla traduzione liceale della fonte beneventana.

 

Tanto per rimanere alle argomentazioni numismatiche, alzando la fronte dalle “sudate carte”, chiederei ancora a @mero mixtoque imperio con quale funambolico volo pindarico (ché questo mi sembra il suo ultimo commento sopracitato: in cui sì, “congregat” più episodi e situazioni, tanto per non rispondere in maniera puntuale a nessuna) ribalterebbe ciò che sottolineavo al post #196…

Modificato da Ulpianensis

Inviato
2 ore fa, magdi dice:

Spero che sia uno scherzo: "fattane" nell'Italiano romantico é usato con il senso di "raccogliere". Il problema qui non é la comprensione e interpretazione del latino, ma anche delle traduzioni. Il verbo é congregare.

Riguardo agli altri casi, sarei felice di discuterli uno ad uno con te in questo modo, perché a mio avviso non esistono, come questo.

 

Alla luce di questo, @Andreas, secondo te, é normale che i referee di una rivista (che in questo caso non é la RIN) non si siano accorti che viene utilizzato un documento tradotto anziché letteralmente dall'autore, dalla traduzione di un erudito, con palesi incongruenze rispetto alla fonte? É scientificamente ammissibile pubblicare un testo di questo genere, dove sulla base di un documento in cui si parla di raccogliere argenti da destinare ad un'alleanza, l'autore inventa -a mio avviso- di sana pianta un fatto mai accaduto, utilizzando letteratura dei secoli XVI-XIX?

Credo di non fare un torto ai referee di quella rivista, sostenendo che non hanno verificato le fonti nell'articolo (peraltro candidamente dichiarate in questo caso). E non credo nemmeno che sarebbe stato un torto impedire la pubblicazione di un contenuto di questo genere.

 

Per @ulpianensis questo e altro in riferimento al post che cito. Se il "fattane moneta" avesse il calibro romantico di cui parla il nostro Nassar, gli autori leggermente post-romantici che ho anche citato nel mio studio non l'avrebbero intesa come una produzione monetaria ...

A ogni modo la risposta precedente già supera questa.


Supporter
Inviato
45 minuti fa, mero mixtoque imperio dice:

L'autore aveva nonni vissuti al culmine del medioevo, per cui sapeva ben leggere le carte.

Letto questo.....

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Inviato
4 minuti fa, luigi78 dice:

Letto questo.....

 

Cerchiamo di non zavorrare la discussione con inezie prive di motivazione. Avere diretta parentela nel medioevo significava avvicinarsi molto più di noi al periodo, che secondo alcuni (Galasso) sarebbe terminato solo alla fine dell'epoca moderna, oltre all'indiscussa preparazione del Giannone che ha ricavato la sua opera inizialmente manoscritta quasi interamente dall'Archivio della Regia Zecca di Napoli.


Inviato (modificato)
24 minuti fa, mero mixtoque imperio dice:

Per @ulpianensis questo e altro in riferimento al post che cito. Se il "fattane moneta" avesse il calibro romantico di cui parla il nostro Nassar, gli autori leggermente post-romantici che ho anche citato nel mio studio non l'avrebbero intesa come una produzione monetaria ...

A ogni modo la risposta precedente già supera questa.

 

…ed aggiunge vieppiù al fatto che il richiamo “alla numismatica” sia valido solo quando serve… continuo a non spiegarmi l’interpretazione, in rapporto alla documentazione materiale di cui disponiamo, e che mi pare sia sistematicamente elusa….

7 minuti fa, mero mixtoque imperio dice:

Cerchiamo di non zavorrare la discussione con inezie prive di motivazione. Avere diretta parentela nel medioevo significava avvicinarsi molto più di noi al periodo, che secondo alcuni (Galasso) sarebbe terminato solo alla fine dell'epoca moderna, oltre all'indiscussa preparazione del Giannone che ha ricavato la sua opera inizialmente manoscritta quasi interamente dall'Archivio della Regia Zecca di Napoli.

 

…e cerchiamo di non scrivere cose del tutto insensate… come giustamente afferma il professor Alessandro Barbero in molti suoi interventi, il “Medioevo” dura 1000 anni… essere vicini al XV secolo significa forse poter comprendere dinamiche del VI, o del X, o del XII secolo più chiaramente…? è forse un periodo omogeneo e coerente al suo interno, o piuttosto una giustapposizione di periodi molto diversi tra loro “messi insieme” da chi voleva distinguersene…?

Modificato da Ulpianensis
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Inviato
2 minuti fa, Ulpianensis dice:

…ed aggiunge vieppiù al fatto che il richiamo “alla numismatica” sia valido solo quando serve… continuo a non spiegarmi l’interpretazione, in rapporto alla documentazione materiale di cui disponiamo, e che mi pare sia sistematicamente elusa….

 

Beh, ormai più chiaro di così! La congregazione di metalli e suppellettili (forzata o meno) era il preludio alla loro coniazione per pagare chi si doveva pagare in moneta.

  • Confuso 1

Inviato (modificato)
4 minuti fa, mero mixtoque imperio dice:

Beh, ormai più chiaro di così! La congregazione di metalli e suppellettili (forzata o meno) era il preludio alla loro coniazione per pagare chi si doveva pagare in moneta.

 

Ok. E la moneta supposta prodotta, che sarebbe stata prodotta con almeno pari peso in rame (per dirla semplice), come la si giustifica? O forse erano monete d’argento puro…? Finisce che dimostriamo anche la nascita del grosso argenteo, a Napoli, e con un secolo di anticipo…

Modificato da Ulpianensis

Inviato (modificato)
16 minuti fa, Ulpianensis dice:

Ok. E la moneta supposta prodotta, che sarebbe stata prodotta con almeno pari peso in rame (per dirla semplice), come la si giustifica? O forse erano monete d’argento puro…? Finisce che dimostriamo anche la nascita del grosso argenteo, a Napoli, e con un secolo di anticipo…

 

Intorno al 1140, oltre che prematuro il grosso, non avrebbe avuto il riscontro su una piazza alternativa. Generalmente a Napoli si produceva moneta forestiera affermata.

Per il tipo di moneta, come già precisato, in ossequio allo stretto legame documentale di questo specifico caso, non si può andare oltre la produzione di argento, in base alla moneta prediletta al tempo dai Pisani.

Se poi troverete altri elementi ben vengano.

Guarda caso il ripostiglio di Alife con ducale presenta molti denari lucchesi. Gli anni erano quelli: prima e post riforma.

Modificato da mero mixtoque imperio

Inviato (modificato)
10 minuti fa, mero mixtoque imperio dice:

Guarda caso il ripostiglio di Alife con ducale presenta molti denari lucchesi. Gli anni erano quelli: prima e post riforma.

Anche i ripostigli del Nord Europa sono pieni di denari ottoniani pavesi e veronesi… erano stati prodotti anche quelli lì?

E tutti gli altri ripostigli e ritrovamenti di denari lucchesi in giro per l’Italia? Venivano prodotti anche quelli un po’ in giro dove capitava?

IMG_6152.jpeg

Da Baldassarri, Giarante, Limido, Sissia: I denari enriciani della zecca di Lucca

Modificato da Ulpianensis
  • Mi piace 2

Inviato
36 minuti fa, luigi78 dice:

Letto questo.....

 

Effettivamente, @luigi78, le vette che si stanno raggiungendo con alcune di queste affermazioni possono destare evidente preoccupazione in più di un accorto lettore. Tutto ciò è estremamente sconfortante per chi fa seriamente ricerca, dividendo il proprio tempo tra libri e documenti... 😟  


Inviato (modificato)
6 minuti fa, Ulpianensis dice:

Anche i ripostigli del Nord Europa sono pieni di denari ottoniani pavesi e veronesi… erano stati prodotti anche quelli lì?

E tutti gli altri ripostigli e ritrovamenti di denari lucchesi in giro per l’Italia? Venivano prodotti anche quelli un po’ in giro dove capitava?

IMG_6152.jpeg

Da Baldassarri, Giarante, Limido, Sissia: I denari enriciani della zecca di Lucca

 

Non ho detto che rinvenimento e produzione sono una uguaglianza, ma il ripostiglio di Alife è centrato sul tema e mostra compatibilità con la produzione locale, specialmente alla luce della presenza del ducale.

Sono indici importanti.

Modificato da mero mixtoque imperio
  • Haha 1

Inviato
13 minuti fa, mero mixtoque imperio dice:

Per il tipo di moneta, come già precisato, in ossequio allo stretto legame documentale di questo specifico caso, non si può andare oltre la produzione di argento, in base alla moneta prediletta al tempo dai Pisani.

”…il suo parlar m’è duro…”

  • Haha 1

Inviato
2 minuti fa, Ulpianensis dice:

”…il suo parlar m’è duro…”

 

Ci intenderemo sicuramente meglio in futuro, ma attualmente non posso andare oltre su questo caso in base a carte e rinvenimenti, che sono già un buon punto.


Inviato
12 minuti fa, Caio Ottavio dice:

Effettivamente, @luigi78, le vette che si stanno raggiungendo con alcune di queste affermazioni possono destare evidente preoccupazione in più di un accorto lettore. Tutto ciò è estremamente sconfortante per chi fa seriamente ricerca, dividendo il proprio tempo tra libri e documenti... 😟  

 

E chi sarebbe "chi fa seriamente ricerca"? Chi divulga?

Al solito in off topic.


Inviato (modificato)
2 minuti fa, fabry61 dice:

Come foglie al vento...

 

Idem come prima, off.

Tanti interventi vuoti da ripulire, @cdc

Modificato da mero mixtoque imperio

Inviato
6 minuti fa, mero mixtoque imperio dice:

Non ho detto che rinvenimento e produzione sono una uguaglianza, ma il ripostiglio è centrato e mostra compatibilità con la produzione locale, specialmente alla luce della presenza del ducale.

 

Mi permetto di dissentire: sto studiando proprio in questi giorni il ripostiglio di Alife per altri motivi, e dimmi tu quanto può essere centrato sulla produzione locale un ripostiglio in cui vengono trovati insieme:

- 2 denari secusini di Amedeo III (ah, finalmente anche i miei amati secusini sono stati prodotti a Napoli!)

- 4 denari pavesi, tra ottolini ed enriciani

- un denaro enriciano veronese

- 43 denari “enriciani” di Lucca

- 4 tarì amalfitani

- 1 ducale

- 4 terciae ducalis

- 2 quartae tercenarii

- 23 monete di Champagne

- 2 monete di Troyes

- 3 monete di Meaux

- 7 monete di Sancerre

- 41 oboli di Gien

- 8 oboli di Chartres

- 3 oboli di Châteaudun

- un denaro di Orléans

- un obolo di Rennes

- 8 monete d’Anjou

- un denaro di Souvigny

- un obolo di Angoulème

- 15 oboli di Melle

- un obolo di Vienne

- un denaro di Valence

- 46 monete di Melgueil

- 9 monete di Le Puy

Tutto “a chilometro zero”, oserei dire!

 

  • Grazie 1

Inviato
10 minuti fa, mero mixtoque imperio dice:

Idem come prima, off.

Tanti interventi vuoti da ripulire, @cdc

 

Non è  da ripulire, semplicemente è indicativo della quantità di parole inutili che vengono gettate in questa discussione.  A mio modo di vedere tale discussione andrebbe chiusa.

Awards

Inviato
12 minuti fa, Ulpianensis dice:

Mi permetto di dissentire: sto studiando proprio in questi giorni il ripostiglio di Alife per altri motivi, e dimmi tu quanto può essere centrato sulla produzione locale un ripostiglio in cui vengono trovati insieme:

- 2 denari secusini di Amedeo III (ah, finalmente anche i miei amati secusini sono stati prodotti a Napoli!)

- 4 denari pavesi, tra ottolini ed enriciani

- un denaro enriciano veronese

- 43 denari “enriciani” di Lucca

- 4 tarì amalfitani

- 1 ducale

- 4 terciae ducalis

- 2 quartae tercenarii

- 23 monete di Champagne

- 2 monete di Troyes

- 3 monete di Meaux

- 7 monete di Sancerre

- 41 oboli di Gien

- 8 oboli di Chartres

- 3 oboli di Châteaudun

- un denaro di Orléans

- un obolo di Rennes

- 8 monete d’Anjou

- un denaro di Souvigny

- un obolo di Angoulème

- 15 oboli di Melle

- un obolo di Vienne

- un denaro di Valence

- 46 monete di Melgueil

- 9 monete di Le Puy

Tutto “a chilometro zero”, oserei dire!

 

 

E qualcuno ci vede coniazioni locali. Si potrebbe dire lo stesso del tesoro di Montella.

Awards

Inviato (modificato)
21 minuti fa, Ulpianensis dice:

Mi permetto di dissentire: sto studiando proprio in questi giorni il ripostiglio di Alife per altri motivi, e dimmi tu quanto può essere centrato sulla produzione locale un ripostiglio in cui vengono trovati insieme:

- 2 denari secusini di Amedeo III (ah, finalmente anche i miei amati secusini sono stati prodotti a Napoli!)

- 4 denari pavesi, tra ottolini ed enriciani

- un denaro enriciano veronese

- 43 denari “enriciani” di Lucca

- 4 tarì amalfitani

- 1 ducale

- 4 terciae ducalis

- 2 quartae tercenarii

- 23 monete di Champagne

- 2 monete di Troyes

- 3 monete di Meaux

- 7 monete di Sancerre

- 41 oboli di Gien

- 8 oboli di Chartres

- 3 oboli di Châteaudun

- un denaro di Orléans

- un obolo di Rennes

- 8 monete d’Anjou

- un denaro di Souvigny

- un obolo di Angoulème

- 15 oboli di Melle

- un obolo di Vienne

- un denaro di Valence

- 46 monete di Melgueil

- 9 monete di Le Puy

Tutto “a chilometro zero”, oserei dire!

 

 

Intanto sei di fronte a un ripostiglio di formazione napoletana. Tutto a km zero è un tuo pensiero che ti costa l’ultima mia risposta.

La maggioranza, senza visionare le monete, è potenziale napoletano, ma tu riportati ai repertori noti e catalogherai alla grande.

Modificato da mero mixtoque imperio

Inviato
1 ora fa, mero mixtoque imperio dice:

Guarda caso il ripostiglio di Alife con ducale presenta molti denari lucchesi. Gli anni erano quelli: prima e post riforma.

A proposito del Ripostiglio di Alife (Allifae)

scrive ARSLAN:

IMG_9203.jpeg

scrive TRAVAINI:

IMG_9204.jpeg

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