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Scoperta la tomba di un guerriero “gigante”. Ha 3800 anni. Cosa contiene?

Il mistero di un sepolcro diviso in tre: vita, morte e un enigma lasciato al silenzio

In una remota area della pianura di Ceyranchol, nella regione centro-orientale dell’Azerbaigian, gli archeologi hanno varcato la soglia di un altro tempo. A Yovsanlidere, un sito finora poco noto, è riemerso intatto un tumulo funerario risalente a circa 3.800 anni fa. Il tumulo, o kurgan, appartiene alla Media Età del Bronzo ed è stato scavato da una missione guidata dal dottor Shamil Najafov dell’Istituto di Archeologia e Antropologia dell’ANAS (Azerbaijan National Academy of Sciences).

L’intera struttura misura 28 metri di diametro e si eleva per oltre due metri dal terreno, ma la vera scoperta si cela al suo interno: una camera sepolcrale divisibile in tre sezioni simboliche, progettata per raccontare qualcosa che va oltre la vita terrena.


Il metodo dello scavo

Tecnologia, stratigrafia e il peso del tempo sulle lastre di pietra

L’apertura del kurgan ha richiesto un attento lavoro di rilievo e sollevamento: ben 14 lastre calcaree, ognuna dal peso stimato di una tonnellata, coprivano la tomba. Una figura scolpita in pietra, dalle fattezze taurine, era posta a guardia della testa del sepolcro. Questo idolo, forse simbolo di potere, fertilità o protezione, è uno degli elementi più enigmatici del ritrovamento.

La documentazione è avvenuta sul posto, con rilievi grafici e fotografici ad alta definizione, accompagnati da primi interventi di restauro conservativo. Sono già in corso analisi più avanzate: datazioni con Carbonio-14, studi metallografici e valutazioni paleopatologiche sullo scheletro.


Il guerriero e il suo corredo

Un gigante armato per l’eternità, con le provviste per l’aldilà

Screenshot-2025-07-16-113740.png Credit: State Historical-Cultural Reserve

Nel cuore della camera principale giaceva il corpo del defunto: un uomo di oltre due metri di altezza, in posizione semi-flessa. Tra le mani stringeva ancora una lancia bronzea a quattro punte, un’arma estremamente rara che testimonia lo status militare ed élitario del personaggio.

Accanto al corpo sono stati rinvenuti bracciali in bronzo a livello delle caviglie, strumenti in ossidiana, perle di pasta vitrea e vasi finemente decorati. Le ceramiche, impreziosite da motivi impressi e intarsiati con pigmento bianco, contenevano ossa di animali arrostiti: capra, cavallo, bue e cinghiale. Offerte votive, probabilmente pensate per alimentare l’anima nel lungo viaggio nell’aldilà.


Tre spazi, tre mondi

La sepoltura come mappa dell’universo spirituale

La tomba è organizzata in tre sezioni ben distinte. La prima accoglie il corpo del guerriero con il suo corredo. La seconda contiene solamente oggetti ceramici, forse simboli della vita quotidiana o della continuità del clan. Ma è la terza a porre interrogativi profondi: uno spazio completamente vuoto.

Secondo il dottor Najafov, questa assenza è tutt’altro che casuale. Potrebbe rappresentare lo spazio dell’anima, un’area non destinata al corpo né agli oggetti, ma al principio immateriale dell’uomo. Un vuoto intenzionale, sacro, forse inviolabile.


Un simbolismo scolpito nella pietra

Il toro guardiano e l’enigma del culto perduto

L’idolo bovino scolpito in pietra, collocato in cima al tumulo, amplifica la carica simbolica dell’intero monumento. Figure simili sono ben documentate in diverse culture dell’età del bronzo nel Caucaso e nella steppa eurasiatica, ma non è ancora chiaro quale divinità o spirito potesse rappresentare.

Il suo orientamento, la posizione rispetto al corpo, e l’assenza di altri simboli religiosi nella tomba potrebbero suggerire un culto centrato sull’animale come incarnazione di forza vitale o tramite con il mondo ultraterreno.


 

Il ritrovamento del kurgan di Yovsanlidere non solo aggiunge un tassello importante alla conoscenza delle culture della Media Età del Bronzo nel Caucaso, ma costringe gli archeologi a interrogarsi su una concezione della morte e dell’identità molto più complessa di quanto immaginato.

In un mondo in cui ogni cosa doveva avere un posto — armi, cibo, simboli — lo spazio vuoto sembra gridare la sua assenza come messaggio più potente di ogni oggetto. Una stanza per l’invisibile, scolpita nel cuore della terra.

https://stilearte.it/scoperta-la-tomba-di-un-guerriero-gigante-ha-3800-anni-cosa-contiene/

 

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