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Oria: trovata moneta longobarda di Sicardo di Benevento


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Oria, l’ennesimo tesoro riaffiora dal sottosuolo: quante scoperte a Parco Montalbano, viene alla luce un inesplorato periodo bizantino. I dettagli

 
 
 
 
 
 
 
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Oria si conferma ancora una volta scrigno di storia, con nuove e significative scoperte archeologiche che gettano luce sul periodo bizantino, una fase poco documentata della storia della città. I primi risultati della campagna di scavo 2025 condotta dall’Università del Salento nell’area di Parco Montalbano sono stati presentati in una conferenza stampa tenutasi oggi, martedì 12 agosto, a Lecce, presso la sede della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio. Erano presenti il soprintendente Antonio Zunno, l’archeologa Antonella Pansini (funzionario archeologo responsabile per il comune di Oria), il sindaco di Oria Cosimo Ferretti (accompagnato dall’assessora alla Cultura Imma Torchiani), il professor Paul R. Arthur, ordinario di Archeologia Medievale dell’UniSalento e presidente della Società degli arceheologi medievisti italiani (Sami).

Le indagini hanno permesso di riportare alla luce le fasi di vita di un importante settore della città, con specifico riferimento all’età bizantina (X-XI secolo), la cui reale estensione e funzione erano finora sconosciute.

Gli scavi, realizzati nel mese di luglio 2025, hanno confermato l’importanza del sito per il periodo tra la riconquista bizantina dell’Italia meridionale da parte dell’imperatore Basilio I e la presa di Oria da parte dei Normanni nella seconda metà dell’XI secolo. Prima dell’arrivo dei Bizantini, la città era sotto la dominazione dei Longobardi di Benevento, un’epoca di cui si hanno poche testimonianze materiali. Tra i ritrovamenti più importanti figura proprio una moneta d’argento longobarda del principe Sicardo di Benevento, risalente all’832-839 d.C..

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Le scoperte principali riguardano l’assetto del complesso edilizio, che si presentava sistemato a terrazze e faceva uso anche del banco roccioso. Gli edifici erano ben costruiti per l’epoca, con fondazioni in pietra a secco e alzati probabilmente in legno e mattoni crudi, e si ipotizza che avessero due piani. Il ritrovamento di numerose lastrine sottili in pietra calcarea suggerisce che i piani in legno fossero rivestiti in pietra, indicando che alcuni degli edifici fossero probabilmente di alto rango sociale.

Oltre agli edifici, sono state rinvenute testimonianze di attività produttive, come frammenti di macine per la molitura dei cereali e basi di presse per la spremitura delle olive, che indicano una produzione agricola. La presenza di corni di cervo, oggetti in osso e scarti suggerisce anche l’esistenza di un laboratorio artigianale. Lo status ufficiale dell’area è avvalorato dal ritrovamento di un sigillo in piombo del X secolo raffigurante S. Teodoro, e di apparenti attrezzature militari, come una punta di freccia in ferro e un oggetto in bronzo che potrebbe essere la testa di una mazza.

Gli scavi hanno anche esplorato un cimitero bizantino a nord del complesso, portando alla luce una sepoltura elaborata e suggerendo la presenza di una chiesa nelle vicinanze. Un dato curioso, che richiederà ulteriori studi, è la notevole presenza di sepolture di donne e bambini, piuttosto che di individui di sesso maschile. La vita nel sito sembra essersi interrotta dopo l’XI secolo, e si ipotizza che il complesso sia stato demolito di proposito per la costruzione del castello normanno nel XII secolo

https://www.lostrillonenews.it/2025/08/12/oria-lennesimo-tesoro-riaffiora-dal-sottosuolo-quante-scoperte-a-parco-montalbano-viene-alla-luce-un-inesplorato-periodo-bizantino-i-dettagli/

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Inviato
 

Oria Bizantina: scoperte sepolture e complessi monumentali nel Parco Montalbano (Brindisi)

 
La campagna 2025 nel Parco Montalbano ha riportato alla luce strutture, sepolture e reperti che confermano il ruolo di Oria (Brindisi) come centro amministrativo ed economico in età bizantina. Gli studi proseguono per chiarire le dinamiche insediative tra IX e XI secolo in Terra d’Otranto.

Si è tenuta martedì 12 agosto a Lecce, presso la sede della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto, la conferenza stampa dedicata ai primi risultati della campagna di scavo 2025condotta dall’Università del Salento nell’area di Parco Montalbano a Oria, in provincia di Brindisi. Alla presentazione hanno preso parte il Soprintendente Antonio Zunno, la funzionaria archeologa responsabile per il Comune di Oria Antonella Pansini, il sindaco di Oria Cosimo Ferretti e Paul Arthur, professore ordinario di Archeologia Medievale presso l’Università del Salento e presidente della Società degli Archeologi Medievisti Italiani.

L’intervento ha permesso di illustrare le evidenze emerse durante le indagini archeologiche, che confermano la complessità della stratificazione urbana della città e mettono in luce soprattutto le fasi di vita risalenti all’età bizantina. La zona, collocata ai piedi del castello, aveva restituito già tra il 2013 e il 2015 parte di un complesso riconducibile al X-XI secolo. In quella circostanza era stato rinvenuto anche un sigillo in piombo raffigurante San Teodoro, databile al X secolo, interpretato come traccia di scambi diplomatici tra il governatore bizantino di Durazzo e membri delle élite locali. La scoperta, in ogni caso, non aveva avuto una diffusione pubblica, e rimanevano ancora incerte le dimensioni, la funzione e la rilevanza del sito.

 

Strutture bizantine scoperte a Parco Montalbano, Oria, nel luglio 2025. Foto: © Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto Strutture bizantine scoperte a Parco Montalbano, Oria, nel luglio 2025. Foto: © Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto

Il progetto attuale rientra in un programma sul patrimonio bizantino dell’Italia meridionale, coordinato dal professor Arthur e sviluppato da cinque atenei italiani. Nel 2023 l’Università del Salento aveva infatti avviato una prima campagna di documentazione, accertando il valore dell’area come centro amministrativo ed economico della Terra d’Otranto in seguito alla riconquista bizantina del Mezzogiorno da parte dell’imperatore Basilio I, avvenuta tra l’867 e l’880. Con una nuova concessione ministeriale, nel 2025 sono ripresi gli scavi, che hanno consentito di definire meglio le caratteristiche del sito e di ricostruire alcuni aspetti della vita cittadina in un periodo compreso tra l’arrivo dei bizantini e la conquista normanna della città, avvenuta intorno al 1062.

Prima dell’avanzata bizantina, Oria era sotto il dominio dei Longobardi di Benevento e probabilmente fungeva da roccaforte di frontiera. Le forze bizantine si concentravano nel basso Salento, con centro ad Otranto, e la città avrebbe potuto rappresentare un punto strategico contrapposto a una guarnigione bizantina attestata a Lecce, all’interno dell’anfiteatro romano, ipotesi su cui indagano tuttora gli scavi diretti da Giuseppe Muci della Soprintendenza. Le testimonianze materiali della presenza longobarda a Oria restano limitate: oltre a due sepolture rinvenute nel 1999 in via Strabone, i recenti scavi hanno restituito una moneta in argento coniata dal principe Sicardo di Benevento tra l’832 e l’839, segno della rilevanza assunta dal centro in quell’epoca.

 

Le evidenze più consistenti appartengono comunque al periodo bizantino. Oltre alle strutture individuate negli scavi 2013-2015, nel 2025 sono stati messi in luce nuovi edifici che confermano la complessità del complesso edilizio. Le costruzioni, articolate a terrazze e ricavate anche nel banco roccioso con ambienti rupestri, presentano fondazioni in pietra a secco e alzati probabilmente realizzati in legno e mattoni crudi, con un’altezza che avrebbe potuto raggiungere due piani. Il rinvenimento di sottili lastre in pietra calcarea, già documentate in passato e ritrovate nuovamente in questa campagna, fa ipotizzare che i piani lignei fossero rivestiti in pietra, indizio di edifici destinati a persone di rango elevato.

 

Due sepolture bizantine da Parco Montalbano, Oria. Quella a destra conteneva due adulti, probabilmente donne, e almeno cinque bambini. Foto: © Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto Due sepolture bizantine da Parco Montalbano, Oria. Quella a destra conteneva due adulti, probabilmente donne, e almeno cinque bambini. Foto: © Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto

Le strutture avevano anche funzioni produttive. Sono stati rinvenuti frammenti di macine per la molitura dei cereali, basi di presse per la lavorazione delle olive, oltre a corna di cervo e manufatti in osso che indicano l’esistenza di un laboratorio artigianale. Gli scarti suggeriscono la possibilità che in quest’area venissero realizzati anche oggetti in bronzo e in altri materiali. L’aspetto amministrativo e militare del complesso è confermato dal sigillo in piombo di X secolo e da nuovi ritrovamenti di apparati bellici. Nella campagna è stata rinvenuta inoltre una punta di freccia in ferro e un oggetto in bronzo interpretato come testa di mazza, elemento che se confermato indicherebbe la presenza di reparti di cavalleria bizantina.

 

Parallelamente, le indagini hanno approfondito lo studio di una necropoli bizantina individuata a nord del complesso edilizio. In una sepoltura particolarmente elaborata l’antropologa Serena Siena ha rilevato un dato peculiare: la prevalenza di tombe femminili e infantili rispetto a quelle maschili. Un aspetto anomalo che richiede ulteriori verifiche. La presenza di frammenti di marmo decorato e la vicinanza delle sepolture fanno ipotizzare l’esistenza di un edificio religioso nelle immediate vicinanze, forse una chiesa collegata al cimitero. La frequentazione dell’area sembra interrompersi dopo l’XI secolo. La demolizione intenzionale degli edifici potrebbe coincidere con la costruzione del castello normanno nel XII secolo. L’assenza di strutture lungo il pendio di Parco Montalbano avrebbe garantito al nuovo insediamento una posizione di dominio, con vista sulle vie di comunicazione principali, tra cui il tracciato dell’antica Via Appia.

 

Le indagini hanno dunque restituito un insieme di dati utili per la ricostruzione delle dinamiche insediative e produttive della Terra d’Otranto in età bizantina, periodo ancora poco studiato rispetto alle fasi messapiche e romane di Oria. Reperti, strutture e sepolture, oggi in fase di analisi specialistica, permettono di definire meglio il ruolo assunto dalla città in un momento storico caratterizzato dalla riconquista bizantina dell’Italia meridionale e dalla minaccia araba proveniente dal Mediterraneo.

 

Moneta d'argento longobarda del principe Sicardo di Benevento risalente all'832-839 d.C., proveniente da Parco Montalbano, Oria (sotto) e immagini dello stesso tipo di moneta una volta ripulita (sopra). Foto: © Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto Moneta d’argento longobarda del principe Sicardo di Benevento risalente all’832-839 d.C., proveniente da Parco Montalbano, Oria (sotto) e immagini dello stesso tipo di moneta una volta ripulita (sopra). Foto: © Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto

La campagna è stata diretta dal professor Arthur, con attività sul campo coordinate da Paolo Marcato insieme a un gruppo di studenti dell’Università del Salento e delle Università di Padova e Salerno. Lo studio antropologico delle sepolture è stato condotto da Serena Siena, mentre la catalogazione dei reperti è stata affidata a Serena Musco. Il Comune di Oria ha supportato l’iniziativa grazie alla collaborazione del sindaco Ferretti e dell’assessore Immacolata Torchiani. Tra i collaboratori figurano anche Barsonofio Chiedi per la logistica e Marco Leo Imperiale per consulenze scientifiche.

 

La prosecuzione del progetto nei prossimi due anni dovrebbe consentire ulteriori scoperte, con l’obiettivo di colmare le lacune relative alla storia della città tra il IX e l’XI secolo e di arricchire la conoscenza di una fase cruciale per la formazione dell’identità urbana del Salento.

https://www.finestresullarte.info/archeologia/scavi-oria-brindisi-nuove-scoperte-bizantine-tra-edifici-tombe-reperti-militari

Ti potrebbe interessare @Adelchi66 ?


Inviato
6 minuti fa, Oppiano dice:

Come hanno fatto per ripulire la moneta? 
 

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Speravo proprio in questo: che i molti esperti qui nel forum lo spiegassero....


Inviato
2 minuti fa, Oppiano dice:

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Lo so, ero ironico...


Supporter
Inviato
26 minuti fa, ARES III dice:

Speravo proprio in questo: che i molti esperti qui nel forum lo spiegassero....

 

Credo che la moneta "sporca" sia quella trovata nello scavo, mentre quella di sopra non è la stessa moneta, ma una simile per far capire il tipo.

  • Mi piace 1

Inviato

Si potrebbe parlare di giornalismo creativo... O forse anche qualche cosa che non si può dire ...

1 minuto fa, dareios it dice:

Credo che la moneta "sporca" sia quella trovata nello scavo, mentre quella di sopra non è la stessa moneta, ma una simile per far capire il tipo.

 

È proprio così: sono due monete diverse!


Inviato (modificato)

Forse è questa la moneta di “riferimento”.



Asta Ghiglione M69 10/11/2023

 

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Modificato da Oppiano
  • Mi piace 1

Supporter
Inviato
6 minuti fa, Oppiano dice:

Forse è questa la moneta di “riferimento”.



Asta Ghiglione M69 10/11/2023

 

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Sembrerebbe di sì. 

  • Grazie 1

Inviato

Ma come avrebbero fatto a ricollegare la moneta rinvenuta (e in quelle condizioni) con proprio quel tipo di Denaro di Sicardo?


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