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Il Principato di Seborga conia una banconota da 4 luigini


Risposte migliori

Inviato

L'autoproclamato principato di Seborga, nell'entroterra di Bordighera, ha coniato una nuova banconota del valore di quattro luigini, storica moneta dell'antico borgo medievale, che oggi ha un valore puramente collezionistico, quotata sei dollari statunitensi, per un valore di circa venti euro. 

 

Si tratta della seconda banconota della storia del principato

È stata presentata lo scorso 20 agosto, nel corso delle celebrazioni di San Bernardo, che coincidono con la festa nazionale del principato. Si tratta della seconda banconota della storia del principato, realizzata dal grafico slovacco Matej Gábriš, massimo esperto internazionale nella creazione di banconote di fantasia e già autore della precedente da tre luigini.

 

La banconota è dotata di filigrana e di altri sofisticati dispositivi anticontraffazione

Di colore verde e in tutto e per tutto simile alle normali banconote in circolazione per design, fattura e caratteristiche di sicurezza, la nuova emissione reca al dritto l'effigie della principessa Nina, il suo stemma personale e una veduta dello skyline di Seborga, mentre al rovescio raffigura la chiesa di San Bernardo, simbolo del paese e della festa, insieme allo stemma del Principato e a un Qr Code che rimanda al sito ufficiale. La banconota è dotata di filigrana e di altri sofisticati dispositivi anticontraffazione, con elementi che si illuminano sotto i raggi ultravioletti, ed è stata accolta con entusiasmo dal pubblico.

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Fonte (errori editoriali inclusi):

https://www.primocanale.it/attualità/57605-principato-seborga-conia-banconota-4-luigini.html

 

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Inviato (modificato)
Il 23/08/2025 alle 21:11, Carlo. dice:

Va bene lo sforzo della pro loco di Seborga, ideatore di questa famosa carnevalata del "Principato di Seborga", per incentivare il turismo nel paese, ma non è comunque corretto scrivere articoli in cui lo si spaccia per realmente esistente (e come vere le sue finte monete e banconote). Anche a voler aiutare il turismo significa prendere per il culo invece d'informare, soprattutto contando che questa paccottiglia viene venduta a cifre non indifferenti.

Modificato da ART
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Inviato
8 minuti fa, ART dice:

Va bene lo sforzo della pro loco di Seborga, ideatore di questa famosa carnevalata del "Principato di Seborga", per incentivare il turismo nel paese, ma non è comunque corretto scrivere articoli in cui lo si spaccia per realmente esistente (e come vere le sue finte monete e banconote). Anche a voler aiutare il turismo significa prendere per il xxxx invece d'informare, soprattutto contando che questa paccottiglia viene venduta a cifre non indifferenti.

 

la prima frase dell'articolo inizia con "l'autoproclamato principato", mi pare che come premessa non lo si dia come realmente esistente, come da nessuna parte leggo che abbia valore legale.

Si tratta semplicemente di una curiosità locale, a mio avviso.


Inviato

I luigini

Il luigino nel Seicento

Seborga emise per la prima volta una propria moneta nell’anno 1666. I monaci di Lerino, infatti, alla ricerca di fonti di reddito alternative alle rendite agricole, da alcuni anni piuttosto scarse, decisero di esercitare uno dei diritti che competevano al Principe sovrano e nel giorno della vigilia di Natale il Principe-Abate Cesare Barcillon appaltò così a Bernardino Bareste di Mougins la gestione per cinque anni di una nuova zecca seborghina, dietro a un corrispettivo di 740 lire all’anno; l’appalto al Bareste si prolungherà poi fino al 1679. Nella zecca, situata nel Palazzo dei Monaci a Seborga, cominciarono così ad essere coniati i cosiddetti luigini, il cui nome si ispirava alla moneta corrente in Francia in quel tempo, il louis.
Le monete recavano al dritto il busto di san Benedetto (ma taluni sostengono che si trattasse invece di Sant’Onorato) e al rovescio lo stemma ancora oggi utilizzato dall’Abbazia di Sant’Onorato di Lerins, sormontato da corona principesca. Sul contratto d’appalto sottoscritto nel 1666 era riportato che il fiduciario aveva l’obbligo di riportare sulle monete l’arma dell’Abbazia di Lerino e le iscrizioni relative al rango principesco del Principe-Abate, mentre gli veniva riconosciuta per il resto ampia facoltà di imprimervi “quant’altro di lecito gli fosse aggradato“.
I luigini furono da subito malvisti dal Re di Sardegna e dal Re di Francia, che probabilmente volevano impedire la circolazione sul loro territorio di monete che sfuggivano al loro controllo e alle loro tasse. Inizialmente ebbero invece grande successo in Oriente, dove furono molto richiesti e ricercati per le loro caratteristiche di praticità; questo spinse i monaci ad aumentarne la produzione, riducendo però al contempo il loro quantitativo d’argento; col tempo, perciò, anche in Oriente i luigini di Seborga finirono col decadere.
Nel 1679 al Bareste succedette Silvan Condaz e a quest’ultimo a sua volta, nel 1686, il coniatore Jean D’Abric. Quest’ultimo, tuttavia, venne accusato di fabbricare monete false e pertanto, dopo una protesta del Re di Francia, il conio delle monete fu sospeso e non riprese più. La Zecca del Principato di Seborga rimase perciò formalmente attiva dal dicembre 1666 all’ottobre 1687, anche se non sono noti luigini prodotti dopo il 1671. Il materiale atto alla coniazione delle monete fu poi ceduto nel 1719 dal Podestà di Seborga Giuseppe Antonio Biancheri alla Repubblica di Genova, a parziale rimborso di un precedente debito che i monaci avevano contratto proprio con quest’ultima nel 1584.
Ai giorni nostri sono pervenuti soltanto dodici luigini, che sono classificati come “rarissimi” e riscuotono un grandissimo interesse numismatico. Quattro esemplari fanno parte della raccolta numismatica del Re Vittorio Emanuele III (si tratta delle monete che l’Avvocato Lea spedì al Re di Sardegna Vittorio Amedeo II nel 1729, quando, in relazione alla vendita del Principato ai Savoia, fece un sopralluogo a Seborga), uno si trova presso l’Archivio di Stato di Torino, due presso il Museo Imperiale di Vienna, uno all’Hôtel de Ville di Marsiglia, uno all’Hôtel de Ville di Lione e tre sono infine in possesso di privati.

 

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Luigino del 1667

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Luigino del 1668

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Luigino del 1669

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Luigino del 1671

I luigini del Principe Giorgio I

Un nuovo impulso all’attività numismatica – e, stavolta, anche filatelica – viene dato dal Principe Giorgio I, che nel 1995, con il Decreto 1995.02.28, ristabilisce l’antico diritto mai abrogato a coniare proprie monete. Al luigino viene attribuito il codice identificativo SPL. Il tasso di cambio è fissato in relazione al dollaro statunitense: 1 SPL = 6 USD (facendo clic qui è possibile accedere ad un convertitore online che consente di calcolare il tasso di cambio del luigino con altre valute); secondo alcuni esperti questo farebbe del luigino l’unità monetaria con il più elevato valore al mondo.
Il 12 marzo 1995 viene realizzata la prima emissione di 2.500 prototipi di luigini numismatici con millesimo 1994.
Il 23 aprile dello stesso anno viene invece emessa la serie circolante di monete con millesimo 1995, composta da 5 e 15 centesimi, da mezzo luigino e da 1 luigino. Ai votanti al Referendum del 23 aprile 1995 per l’approvazione degli Statuti Generali viene anche donato un luigino numismatico millesimo 1994.
Il 14 giugno 1995, in occasione del compleanno del Principe Giorgio I, viene emessa una moneta da collezione da 7 luigini e mezzo. Tale moneta, realizzata in argento 999, ha un peso di 31,1 g, equivalente a un’oncia.
Il 17 agosto 1997 viene emessa, sia in versione circolante sia in versione in argento 999, una nuova moneta da 2 luigini con millesimo 1996, celebrante la Proclamazione di Indipendenza del 20 agosto 1996. La moneta ha anche vinto un premio per l’effigie del Principe Giorgio I, realizzato con particolare realismo e in posizione frontale, scelta piuttosto rara in ambito numismatico.
Sempre nel 1997 viene infine emessa, sia in versione circolante sia in versione in argento 999, una moneta da 10 centesimi in onore di San Bernardo di Clairvaux , fondatore della Povera Milizia di Cristo.
La coniatura dei luigini è stata realizzata per conto del Principato di Seborga dalla Zecca di Verrès (Aosta).

Riepilogo delle emissioni di luigini realizzate sotto il regno del Principe Giorgio I

Emissione del Monete emesse Millesimo Note
12 marzo 1995 1 luigino 1994 Da collezione
23 aprile 1995 5 centesimi
15 centesimi
mezzo luigino
1 luigino
1995
1995
1995
1995
Circolanti
Circolanti
Circolanti
Circolanti
14 giugno 1995 7,50 luigini
Riconii:
1 luigino
1995

1995
Da collezione

Da collezione
17 agosto 1997 2 luigini
Riconii:
1 luigino
15 centesimi
1996
-k
1996
1996
Da collezione e circolanti

Da collezione e circolanti
Circolanti
??? 1997 10 centesimi 1996 Da collezione e circolanti

 

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I luigini del Principe Marcello I

Con la salita sul trono del Principe Marcello I sono state realizzate altre emissioni di luigini.
Nel maggio 2012 viene emessa una nuova versione della moneta da 1 luigino, che sostituisce l’effigie del Principe Giorgio I con quella del Principe Marcello I.
Due mesi più tardi, in occasione della Festa Nazionale del Principato (20 agosto 2012), viene emessa una nuova moneta commemorativa da 2 luigini, sul cui rovescio si trovano i due volti sovrapposti dei Principi Giorgio I e Marcello I; la serie originale consta di soli 200 esemplari.
Nel 2013, infine, viene realizzata una nuova moneta commemorativa da 2,50 luigini celebrante la Chiesa di San Bernardo; la moneta è stata coniata sia in versione argento 999, sia in metallo.

I luigini della Principessa Nina

In seguito alla salita sul trono della Principessa Nina, il 20 agosto 2021 è stata presentata la nuova moneta da 1 luigino e mezzo del Principato di Seborga. Si tratta di una moneta bimetallica in ottone e ottone nichelato che reca al dritto lo stemma del Principato e al rovescio l’effigie di S.A.S. la Principessa Nina, il suo stemma personale e il millesimo 2021. 

Il 20 agosto 2023 la Principessa Nina ha presentato la prima banconota della storia del Principato; una novità assoluta, dal momento che i luigini erano sempre esistiti solo in forma di monete.
La banconota, del valore di 3 luigini, in tutto e per tutto simile alle normali banconote in circolazione quanto a design, fattura e caratteristiche di sicurezza anticontraffazione, è stata realizzata dal grafico slovacco Matej Gábriš, massimo esperto a livello mondiale nella realizzazione di banconote di fantasia.
Oltre agli elementi tipici delle banconote, quali il nome dell’istituzione emittente, il taglio, il simbolo di valuta ed il numero seriale, la banconota reca al dritto l’effigie della Principessa Nina ed il suo stemma personale, insieme ad una veduta dello skyline di Seborga. Sul rovescio è invece rappresentata la Chiesa di San Martino, insieme allo stemma del Principato di Seborga e ad un QR Code che rimanda al sito internet ufficiale del Principato; la decisione di introdurre un QR Code su una banconota è abbastanza inusuale, anche se adottata in tempi recenti anche da Russia, Ghana e Nigeria per le proprie banconote.
Come prima serie sono state stampate le seguenti banconote:
• Serie S – numeri da 1 a 1000;
• Serie S 00000 – 500 pezzi (200 riservati al Principato di Seborga, 300 riservati al gruppo di collezionisti di Matej Gábriš);
• Serie AC – numeri da 1 a 10 (interamente riservati all’archivio privato di Matej Gábriš).
Il 22 novembre 2024 è stata realizzata una riemissione della banconota. La nuova serie, praticamente identica alla precedente, consta di 1200 banconote che riportano sempre l’anno 2023; la numerazione prosegue dalla serie precedente (dunque da 1001 in poi), ma in questa serie non è preceduta da nessuna lettera (la prima serie realizzata l’anno precedente riportava invece la lettera S prima del numero) ed è riportata in caratteri rossi. La filigrana è differente e alcuni elementi della banconota si evidenziano se esposti ai raggi ultravioletti.


Inviato (modificato)
19 minuti fa, Carlo. dice:

la prima frase dell'articolo inizia con "l'autoproclamato principato", 

E' falso anche questo, perchè nessuno ha "autoproclamato" niente: se l'avessero fatto davvero sarebbero finiti tutti in galera. Hanno semplicemente cominciato la finta guardandosi bene dall'emettere dichiarazioni o atti con valore ufficiale, e Seborga funziona in tutto e per tutto come il comune italiano che è, con sindaco ed elezioni.

 

19 minuti fa, Carlo. dice:

mi pare che come premessa non lo si dia come realmente esistente, come da nessuna parte leggo che abbia valore legale.

Questi articoli sono scritti in modo da far pensare che questa roba sia moneta o banconota circolante nel "principato", emessa da un non riconosciuto ma esistente de facto "Principato di Seborga" con veri regnanti in carica che "coniano" banconote coi loro volti. Banconote che avrebbero "valore solo collezionistico" sottinteso del collezionismo di quello che non sono. Che non abbiano valore legale ovviamente non viene mai sottolineato apertamente negli articoli: c'è solo la scritta sulle "banconote" stesse come disclaimer per evitare alle loro maestà di finire in guai legali tutti italiani.

Un giochetto sporco sottile quanto basta.     

Modificato da ART

Inviato (modificato)
22 minuti fa, Oppiano dice:

I luigini del Principe Giorgio I

Un nuovo impulso all’attività numismatica – e, stavolta, anche filatelica – viene dato dal Principe Giorgio I, che nel 1995, con il Decreto 1995.02.28, ristabilisce l’antico diritto mai abrogato a coniare proprie monete. Al luigino viene attribuito il codice identificativo SPL. Il tasso di cambio è fissato in relazione al dollaro statunitense: 1 SPL = 6 USD (facendo clic qui è possibile accedere ad un convertitore online che consente di calcolare il tasso di cambio del luigino con altre valute); secondo alcuni esperti questo farebbe del luigino l’unità monetaria con il più elevato valore al mondo.
Il 12 marzo 1995 viene realizzata la prima emissione di 2.500 prototipi di luigini numismatici con millesimo 1994.
Il 23 aprile dello stesso anno viene invece emessa la serie circolante di monete con millesimo 1995, composta da 5 e 15 centesimi, da mezzo luigino e da 1 luigino. Ai votanti al Referendum del 23 aprile 1995 per l’approvazione degli Statuti Generali viene anche donato un luigino numismatico millesimo 1994.
Il 14 giugno 1995, in occasione del compleanno del Principe Giorgio I, viene emessa una moneta da collezione da 7 luigini e mezzo. Tale moneta, realizzata in argento 999, ha un peso di 31,1 g, equivalente a un’oncia.
Il 17 agosto 1997 viene emessa, sia in versione circolante sia in versione in argento 999, una nuova moneta da 2 luigini con millesimo 1996, celebrante la Proclamazione di Indipendenza del 20 agosto 1996. La moneta ha anche vinto un premio per l’effigie del Principe Giorgio I, realizzato con particolare realismo e in posizione frontale, scelta piuttosto rara in ambito numismatico.
Sempre nel 1997 viene infine emessa, sia in versione circolante sia in versione in argento 999, una moneta da 10 centesimi in onore di San Bernardo di Clairvaux , fondatore della Povera Milizia di Cristo.
La coniatura dei luigini è stata realizzata per conto del Principato di Seborga dalla Zecca di Verrès (Aosta).

Metterla giù così potrebbe far pensare ai principianti (e non solo a loro) che il "Principato di Seborga" esiste ed emette monete e banconote. Non mi sembra proprio il caso in un forum di numismatica.

Modificato da ART

Inviato
3 minuti fa, ART dice:

 Non mi sembra proprio il caso in un forum di numismatica.

 

E perché mai? Chi lo dice? Dove è scritto? Allora la paccottiglia che si trova su Ebay? 


Inviato (modificato)
4 minuti fa, Oppiano dice:

E perché mai? Chi lo dice? Dove è scritto? Allora la paccottiglia che si trova su Ebay? 

Non ho detto che non se ne deve parlare ma che bisogna farlo descrivendo quello di cui realmente si parla, cioè appunto di paccottiglia prodotta a fini di spennacchiamento turistico e non certo di monete o banconote emesse dai regnanti di un principato. Comunque non certo in coda a informazioni sulle vere emissioni dell'antichità, se non altro.

Modificato da ART

Inviato

“La volta che ci andarono più vicini fu per via di una sentenza del 2007 con cui una giudice si rifiutò di esprimersi su una controversia relativa a uno sfratto perché ritenne Seborga al di fuori della propria giurisdizione. Il principato provò a sfruttare la sentenza come prova della propria legittimità con la Corte costituzionale, che però nel 2008 dichiarò la richiesta inammissibile. Il caso fu quindi portato alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che a sua volta non la prese in considerazione per difetti formali.”

Qui ci sarebbe da porsi delle domande:

Ordinanza 14/2008 (ECLI:IT:COST:2008:14)
Giudizio:  GIUDIZIO DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE IN VIA INCIDENTALE
Presidente: BILE - Redattore:  SAULLE
Udienza Pubblica del ;    Decisione  del 14/01/2008
Deposito del 25/01/2008;    Pubblicazione in G. U. 30/01/2008
Norme impugnate:  Artt. 1, 5 e 6 del codice di procedura civile; artt. 3 e 5 della legge 31/05/1995, n. 218.
Massime:  32057
Atti decisi: ord. 576/2007

Pronuncia

ORDINANZA N. 14 ANNO 2008 

LA CORTE COSTITUZIONALE 

composta dai signori: Presidente: Franco BILE; Giudici: Giovanni Maria FLICK, Francesco AMIRANTE, Ugo DE SIERVO, Paolo MADDALENA, Alfio FINOCCHIARO, Alfonso QUARANTA, Franco GALLO, Luigi MAZZELLA, Gaetano SILVESTRI, Sabino CASSESE, Maria Rita SAULLE, Giuseppe TESAURO, Paolo Maria NAPOLITANO,

ha pronunciato la seguente 

ORDINANZA 

nel giudizio di legittimità costituzionale degli artt. 1, 5, e 6 del codice di procedura civile e degli artt. 3 e 5 della legge 31 maggio 1995, n. 218 (Riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato), promosso con ordinanza del 5 aprile 2007 dal Tribunale di Sanremo nel procedimento civile vertente tra I. I. e l'Associazione Governo del Principato di Seborga, iscritta al n. 576 del registro ordinanze 2007 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 34, prima seria speciale, dell'anno 2007. 

Visto l'atto di intervento del Presidente del Consiglio dei ministri; 

udito nella camera di consiglio del 12 dicembre 2007 il Giudice relatore Maria Rita Saulle. 

Ritenuto che, con ordinanza del 5 aprile 2007, il Tribunale di Sanremo ha sollevato, in riferimento agli artt. 10 e 11 della Costituzione, questione di legittimità costituzionale degli artt. 1, 5 e 6 del codice di procedura civile e degli artt. 3 e 5 della legge 31 maggio 1995, n. 218 (Riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato), nella parte in cui non prevedono «la giurisdizione esclusiva di uno Stato non riconosciuto sovrano dallo Stato italiano, ma considerato tale da altre comunità e/o Stati stranieri riconosciuti dall'Italia»; 

che il giudizio a quo ha ad oggetto la convalida dello sfratto per morosità intimato dal proprietario di un immobile sito in Seborga e concesso in locazione al Governo del Principato di Seborga; 

che il rimettente, dopo aver rilevato che il suddetto Principato «parrebbe possedere i requisiti essenziali» di uno Stato, così da poter ottenere «il riconoscimento della propria sovranità», peraltro già avvenuto da parte di alcuni Stati, lamenta il presunto contrasto tra le norme impugnate e i parametri costituzionali evocati; 

che è intervenuto in giudizio il Presidente del Consiglio dei ministri, rappresentato e difeso dall'Avvocatura generale dello Stato, chiedendo che la questione sia dichiarata inammissibile o, comunque, manifestamente infondata; 

che, in via preliminare, la difesa erariale osserva che l'ordinanza è priva di motivazione in ordine alla rilevanza e alla non manifesta infondatezza della questione sollevata, atteso che il rimettente si è limitato ad indicare l'oggetto del giudizio a quo, evocando in maniera meramente assertiva i parametri costituzionali ipoteticamente violati e senza specificare il tipo di pronuncia richiesta alla Corte costituzionale; 

che, a parere dell'Avvocatura, le censure formulate sono comunque infondate, in quanto non esiste alcuna norma di diritto internazionale che impone allo Stato italiano di riconoscere il Principato di Seborga, non avendo, peraltro, l'Italia rinunciato ad alcuno dei suoi poteri nel suddetto territorio ed essendo comunque le limitazioni alla sovranità previste dall'art. 11 della Costituzione, subordinate, nella loro concreta individuazione, alla discrezionalità del legislatore ordinario. 

Considerato che il Tribunale di Sanremo dubita della legittimità costituzionale degli artt. 1, 5 e 6 del codice di procedura civile e degli artt. 3 e 5 della legge 31 maggio 1995, n. 218 (Riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato), in riferimento agli artt. 10 e 11 della Costituzione, nella parte in cui non prevedono la giurisdizione esclusiva di uno Stato non riconosciuto sovrano dallo Stato italiano, ma considerato tale da altre comunità e/o Stati stranieri riconosciuti dall'Italia; 

che il rimettente si è limitato ad indicare le norme censurate e i parametri costituzionali da esse asseritamente lesi senza fornire alcuna motivazione riguardo al preteso contrasto; 

che tali lacune dell'ordinanza di rimessione, impedendo alla Corte di svolgere la necessaria verifica circa l'applicabilità delle norme denunciate nel giudizio principale, si risolvono nella radicale carenza di motivazione sulla rilevanza e non manifesta infondatezza e comportano, secondo la costante giurisprudenza di questa Corte, la manifesta inammissibilità della questione (ex plurimis, ordinanze numeri 164, 161 e 123 del 2006, numero 123 del 2005). 

Visti gli artt. 26, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87 e 9, comma 2, delle norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale. 

Per Questi Motivi 

LA CORTE COSTITUZIONALE 

dichiara la manifesta inammissibilità della questione di legittimità costituzionale degli artt. 1, 5 e 6 del codice di procedura civile e degli artt. 3 e 5 della legge 31 maggio 1995, n. 218 (Riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato), sollevata dal Tribunale di Sanremo, in riferimento agli artt. 10 e 11 della Costituzione, con l'ordinanza in epigrafe. 

Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 14 gennaio 2008. 

F.to: 

Franco BILE, Presidente 

Maria Rita SAULLE, Redattore 

Giuseppe DI PAOLA, Cancelliere 

Depositata in Cancelleria il 25 gennaio 2008. 

Il Direttore della Cancelleria 

F.to: DI PAOLA


Inviato (modificato)
16 minuti fa, Oppiano dice:

“La volta che ci andarono più vicini 

Al nulla, direi.

Il principato di Seborga non esiste di fatto e di diritto nè per l'Italia nè per l'UE nè per nessun altro (il riconoscimento da parte di uno o più paesi esteri è una balla). E di conseguenza non emette un'unità monetaria che "secondo alcuni esperti" sarebbe "l'unità monetaria con il più elevato valore al mondo".

Un articolo serio in materia:

https://www.ilpost.it/2025/02/07/seborga-antico-principato-imperia-liguria/

Modificato da ART

Inviato (modificato)
16 minuti fa, ART dice:

Al nulla, direi.

Il principato di Seborga non esiste di fatto e di diritto nè per l'Italia nè per l'UE nè per nessun altro (il riconoscimento da parte di uno o più paesi esteri è una balla). E di conseguenza non emette un'unità monetaria che "secondo alcuni esperti" sarebbe "l'unità monetaria con il più elevato valore al mondo".

Un articolo serio in materia:

https://www.ilpost.it/2025/02/07/seborga-antico-principato-imperia-liguria/

 

Infatti, da quello ho tratto quanto riportato, compresa la sentenza.

Ma, in effetti, è solo una associazione come, giustamente, viene evidenziato nel loro sito:

Pur rivendicando da lungo tempo la propria identità storica e culturale, nella realtà giuridica attuale il Principato di Seborga opera nel pieno rispetto dell’ordinamento italiano. Le attività promosse si svolgono esclusivamente in forma simbolica e culturale e fanno capo a una regolare “associazione di promozione sociale”, costituita secondo le leggi italiane.

Modificato da Oppiano
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