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Francobolli sull’asse Italia-Cina: quando un errore può valere fino a 50 mila euro

di Danilo Bogoni

Nella vendita di Ferrario, il francobollo d’Italia da 5 cent verde col profilo di Vittorio Emanuele III sovrastampato «Pechino»

Italia-Cina, un errore moltiplica il valore
Un frammento di italianità in Cina è affidata, nella corposa vendita che Ferrario (www.ferrarioaste.com) batterà venerdì 26 settembre, ad una variante del francobollo d’Italia da 5 centesimi verde col profilo di Vittorio Emanuele III soprastampato «Pechino» e valore 8c anziché 2c. Destinato al personale della Legazione nella capitale cinese aperta dopo la repressione della rivolta dei Boxer, farà alzare le palette da 50 mila euro. Made in Cina è invece il 5 dollari su 3c del 1897, prezzato 20 mila euro. Protagonista della vendita LaserIvest (www.laserivest.com) del 28 la collezione di posta area di Fiorenzo Longhi. Con documenti aeropostali, originati tra l’altro dai collegamenti postali di fortuna posti in essere subito dopo la firma, il 3 novembre 1918, dell’armistizio che pose fine alla Grande guerra.

Corrispondenze particolari

Considerata la difficoltà di servirsi dei mezzi terrestri e marini, in questo secondo caso per la presenza di numerose mine vaganti nell’Adriatico, per i corrieri diretti nelle zone occupate dell’Istria e della Dalmazia, la Regia Marina decise di mettere a disposizione alcuni idrovolanti, inizialmente per la corrispondenza militare, ed in seguito aperta anche civili, tra Venezia e città come Trieste, Fiume, Pola Zara. Le corrispondenze così trasportate da novembre 1918 a maggio 1919, si riconoscono per timbri, che documentano l’inoltro tramite posta aerea Transadriatica. Una lettera del 1918 diretta all’Ufficio Imposte di Zara è proposta a 7.500 euro. Dalla stessa collezione proviene anche la cartolina con destinazione Napoli, trasporta col dirigibile semirigido M1 uscito nella prima metà degli anni Dieci del secolo scorso dallo stabilimento romano Costruzioni Aeronautiche. È stimata 2 mila euro.

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Varietà che non conoscevo. C'è sempre da imparare


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