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Inviato (modificato)

Buon pomeriggio,

volevo condividere una medaglia che ho avuto possibilità di acquistare direttamente dal Listino n. 23 promosso dalla Numismatica Felsinea alla quale vanno i miei ringraziamenti @simonesrt.

Si tratta del Lotto 3312 così descritto nel Listino:

Venezia Medaglia 1791 - A ricordo dell’impegno per l’aiuto della popolazione di Verona in preda alla grande siccità di Almodoro Pisani Podestà e Vice-capitano di Verona. Opus: Guillemard Ø 54 mm. - Volt. 1734 (AG g. 54) RRRR SPL

Posto le foto che ho fatto dal vivo, scusandomi per la qualità delle stesse.

IMG_0245.jpeg

IMG_0243.jpeg

A dire il vero, non è il primo esemplare che ho in raccolta.

Lo scomparso Pietro Voltolina -punto di riferimento sulla medaglistica veneziana- nella sua opera La storia di Venezia attraverso le medaglie (Vol. III), fornisce un quadro storico del personaggio.

Iniziamo dal D/:

D/ HERMOLAVS III PISANVS PRAET(OR)

PROPRAEF(ECTVS) - A(NTONIVS) GVILLEMARD

F(ECIT).

Almorò III Pisani, Podestà, Vicecapitano. Anton Guillemard fece.

Busto volto a destra.

Autore: Anton Guillemard

Luogo di produzione: Milano

Diametro mm 54,5 - Coniata

Metalli: Ag / Ae 

Poi il R/:

R/ ANNONA RESTITVTA - ORDO VERONENSIS /

EX DECR(ETO) / MDCCXCI - MACELLVM MCCCLXVIII.

Per il ripristino dell'annona. Il Consiglio veronese, per decreto, 1791. Mercato, 1368.

Rappresentazione della facciata del mercato.

#

Almarò III Pisani, detto Francesco, nacque il 9 agosto del 1759 da Almorò III detto Luigi e da Paolina Gambara. Il 28 ottobre 1781, Almorò III Francesco sposò Pisana Mocenigo. Da questo matrimonio nacquero Almorò I detto Luigi (nel 1785) e Almorò II detto Giovanni Girolamo (nel 1787); il nostro personaggio si risposò poi l'11 gennaio 1809 con Giuditta Mangilli. Da questa seconda unione nacquero Paolina (nel 1812), Almorò III detto Giovanni Giuseppe (nel 1815) e Caterina Maria (nel 1819). Nel 1787 Almorò III Francesco venne eletto Savio agli Ordini; il 18 aprile 1790 egli fu nominato Podestà a Verona dove giunse il 18 settembre. Secondo una consuetudine tipica del periodo egli assunse anche la carica di Vicepodestà. Il suo mandato ebbe una durata eccezionalmente lunga dato che egli venne sostituito nell'incarico dal suo successore, Alvise Mocenigo, solo dopo il 19 marzo 1794.

Sotto il suo mandato vennero apportate importanti modifiche urbanistiche e stradali.

La medaglia sembra comunque riferirsi all'impegno con cui il Nostro si adoperò per aiutare la popolazione durante la grande siccità del 1793, che comportò in particolare la distruzione del raccolto del mais.

Fin dal 3 agosto 1793 però il Senato aveva eletto Almorò Ambasciatore in Spagna, incarico che lo vedeva succedere al fratello Alvise: la città salutò questa nomina con grandi festeggiamenti.

Proprio a Madrid lo colse la notizia dell'instaurazione della nuova Municipalità a Venezia nel 1797: mentre il fratello Alvise mantenne un atteggiamento molto scettico nei confronti del governo provvisorio cui del resto fu costretto a partecipare, Francesco accettò senza patemi d'animo il nuovo assetto scrivendo una lettera, il 30 luglio dello stesso anno, di incondizionata fedeltà al governo filonapoleonico.

I fratelli apparvero sempre estremamente affiatati in una cosa: nella capacità di spendere oltre ogni ragionevole convenienza; il risultato fu uno spropositato indebitamento che li costrinse a mettere in vendita proprietà e opere d'arte.

Un qualche sollievo venne dall'acquisto fatto da Napoleone della villa di Stra; ma non fu sufficiente: via via furono vendute la grande collezione di monete (greche, romane, italiane dei vari stati e veneziane) -[Nel 1819 il nuovo possessore, il Conte Girolamo Martinengo, mise in vendita la collezione; ma solo nel 1836 essa venne comperata da diversi acquirenti]-, la libreria, i quadri ecc.; fu conservata solo la famosa collezione di medaglie venete che, passata intatta a un'erede femminile, fu ceduta in blocco negli anni settanta del 1900 a un anonimo acquirente.

Dopo la morte del fratello Alvise (1808) il nostro Francesco, detto anche Seniore, pervenne a un accordo con il nipote Francesco Juniore (anch'egli, manco a dirlo, Almorò III) per il resto dei beni, ivi compreso il palazzo di Santo Stefano. Lasciato l'antico palazzo di famiglia al nipote, Almorò III Francesco Seniore, si trasferì a Padova dove morì nel 1836.

#

Triste storia.

Voltolina ricorda ancora che nel maggio del 1784 il Re di Svezia Gustavo III, passando per Venezia, volle far visita ad Alvise Pisani. Francesco naturalmente collaborò con il fratello per approntare l'accoglienza più sfarzosa all'illustre ospite, mentre Pisana Mocenigo si occupò di selezionare gli inviti delle dame veneziane. Nel palazzo Pisani venne approntato per l'occasione un banchetto per 800 persone, che lasciò attonita l’intera città.

Saluti.

Modificato da Oppiano

Inviato

 senatoria stola

image.png

Un elemento che si apprezza dalla medaglia è la c.d. "senatoria stola"; elemento messo in evidenza nel Vol. II della Storia dei Dogi di Venezia (scritta dai chiarissimi E. CAV. CICOGNA, G. VELUDO, F. CAFFI, G. CASONI E G. CAV. MOSCHINI - opera accettata da S.M. Re d'Italia Vittorio Emanuele II, 1867).

Nell'ambito della descrizione del Doge CXIV Alvise Pisani, gli estensori del testo per "stretto e prossimo rapporto di consanguinità", si sono permessi di aggiungere alle monete di questo Doge la medaglia appunto che i riconoscenti Veronesi fecero coniare in onore del "degno figlio del figlio del doge Alvise Pisani", vestito "delle consuete patrizie divise, cioè parrucca, toga, e di più, senatoria stola, benché in giovane età".

image.png


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