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Inviato

Buongiorno

Chiedo gentilmente assistenza nell'identificazione della moneta mostrata nelle immagini.
Di seguito riporto i dettagli che sono riuscito a raccogliere.
A parte le caratteristiche fisiche e l’identificazione del dritto e del rovescio, il resto si basa su supposizioni:

Tipo: Moneta punica in bronzo di modulo medio

Dritto: Testa di Tanit

Rovescio: Protome di cavallo, con un simbolo poco chiaro sotto il muso

Peso: 5,43 grammi

Diametro: 1,9 cm

Spessore: 2 mm

Periodo: III secolo a.C., probabilmente tra il 230 e il 218 a.C., forse coniata prima della Seconda Guerra Punica

Caratteristiche: Bordo perlato visibile attorno sia alla testa di Tanit che alla protome di cavallo

Attribuzione provvisoria: Appartenente alla cosiddetta “prima serie punica” o “serie del cavallo”, probabilmente emessa prima della Seconda Guerra Punica

 

20e Moneta Punica_1b_Testa_di_Tanit_5_43gr_1_9cm (d).jpg

20e Moneta Punica_1b_Testa_di_Tanit_5_43gr_1_9cm (r).jpg


Inviato

Salve,hai scritto tutto tranne che oltre Cartagine ci sono due altre possibili zecche per il tipo Sardegna o Sicilia.come detto in altra recente discussione,quando si presentano belle e complete nulla hanno da invidiare a bronzi magnogreci più blasonati.mia opinione

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Inviato
11 minuti fa, Antonino1951 dice:

Salve,hai scritto tutto tranne che oltre Cartagine ci sono due altre possibili zecche per il tipo Sardegna o Sicilia.come detto in altra recente discussione,quando si presentano belle e complete nulla hanno da invidiare a bronzi magnogreci più blasonati.mia opinione

 

Grazie mille.

Non si riesce a capire se è stata coniata a Cartagine, in Sardegna o Sicilia?
Non esiste un modo di dargli una classificazione con un codice tipo
SNG Copenhagen – The Royal Collection of Coins and Medals, Vol. 10: Carthage and Phoenicia N. 176?

Perdonami le domande sicuramente banali ma è la prima moneta fenicia che possiedo e non sono assolutamente in grado di classificarla.

Grazei


Inviato

Salve,domande legittime a cui gli studiosi di questa monetazione risponderanno.ad occhio per quel fiocchetto dietro a me sembra sarda,poi la differnza principale per me è una certa spigolosità nelle sarde mentre quelle siciliane si avvicinano molto ai canoni femminili della magna grecia,comunque differenze stilistiche che si oissono cogliere mettendo a confronto monete di buona leggibilità.un consiglio,se ti piace approfondire fai un giro sul web dove non mancano esempi,specialmente nei siti di aste.bella monetazione secondo me,prima snobbata ma che può competere con Siracusa specie nei nominali argentei,qualcuno ipotizza maestranze in comune nell'esecuzine delle tetra con Arethusa/Astarte.qualcuno sarà più tecnico,io sono un semplice appassionato

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Inviato
42 minuti fa, Antonino1951 dice:

Salve,domande legittime a cui gli studiosi di questa monetazione risponderanno.ad occhio per quel fiocchetto dietro a me sembra sarda,poi la differnza principale per me è una certa spigolosità nelle sarde mentre quelle siciliane si avvicinano molto ai canoni femminili della magna grecia,comunque differenze stilistiche che si oissono cogliere mettendo a confronto monete di buona leggibilità.un consiglio,se ti piace approfondire fai un giro sul web dove non mancano esempi,specialmente nei siti di aste.bella monetazione secondo me,prima snobbata ma che può competere con Siracusa specie nei nominali argentei,qualcuno ipotizza maestranze in comune nell'esecuzine delle tetra con Arethusa/Astarte.qualcuno sarà più tecnico,io sono un semplice appassionato

 

Grazie mille, gentilissimo


Inviato

@MicheleTN

Di norma le monete cartaginesi del tipo da te postato, identificato come unità,  sono attribuite a zecca sarda. Nel tuo caso sono classificate di protome equina minore per distinguerle da quelle successive di analogo tema dritto/rovescio di sicura zecca sarda che hanno un peso medio attorno ai 14/15 grammi. 

Come però ti ha detto @Antonino1951 è plausibile a seguito dei ritrovamenti che le prime coniazioni di protome minore siano avvenute in Sicilia e successivamente le stesse maestranze siciliane si siano recati in Sardegna per  iniziare la produzione sull'isola. Le prime monete sono sicuramente di stile più raffinato per poi degradare sempre di più: è probabile che gli incisori sardi poco avvezzi rispetto ai maestri siciliani abbiano utilizzato sempre più copie di copie per realizzare i conii, un po' come avvenute anche per le maschere e quindi lo stile si sia impoverito.  La studiosa Fray-Kupper li distingue dalla tipologia del taglio del collo: se convesso prime coniazioni in zecche siciliane e iniziali in terra sarda. Le coniazioni con collo concavo tutte di produzione sarda.

Il peso dell'unità  potrebbe essere attribuibile al piede greco euboico-attico e quindi moneta destinata ad una circolazione siculo-sarda.

Interessante peraltro notare come le coniazioni con collo convesso hanno tutte collana con pendenti sullo stile metropolitano cartaginese  e comunque uno stile più curato.

Nel tuo caso la collana va fuori tondello, ma sembrerebbe con pendenti. Peraltro la lettera davanti alla protome mi sembrerebbe  una SHIN punica e le monete con tale lettera hanno tutte sul dritto la Tanit o Core come oggi si identifica la divinità con collo convesso e collana con pendenti, ti allego una pagina del mio DB con esempi della moneta in questione. Come classificazione per le monete sarde utilizzerei il Piras e quindi catalogabile come Piras 65.

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Inviato
11 ore fa, Flavio_bo dice:

Grazie mille per la risposta super completa.
E' un mondo da studiare quello di questa monetazione.
Ho letto che i cartaginesi in realtà hanno iniziato a coniare moneta per pagare i soldati durante le guerre con Roma e che hanno preso spunto dalla monetazione greca.

Invece sai mica dirmi se il codice Piras 65 può corrispondere ad una classificazione
SNG Copenhagen (Sylloge Nummorum Graecorum: Royal Collection of Greek Coins. Danish National Museum. Copenhagen, Denmark (44 volumes).)
oppure
MAA (Jacques Alexandropoulos; 2008. Les monnaies de l'Afrique antique, 400 avant J.-C. - 40 après J.-C.. Presses Universitaires du Midi, Toulouse, France)
o ancora
CNP (Mauro R. Viola; 2010. Corpus Nummorum Punicorum. Numismatica Varesi, Rome, Italy) ?

Ho fatto delle ricerche ma dato che la mia conoscenza è nulla non so se qullo che ho trovato è corretto :
Piras 65 = SNG Copenhagen (Africa) 153
o almeno questo lo deduco da 
https://bertolamifineart.bidinside.com/en/lot/120406/carthaginian-domain-sardinia-c-264-241-/?utm_source=chatgpt.com

Grazie ancora

 


Inviato

@MicheleTN

I tetradrammi cosiddetti siculo punici coniati in Sicilia sotto l’autorità cartaginese trovarono l’inizio della loro produzione apparentemente nel 410 nella Sicilia occidentale. Le monete sono associate alla spedizione militare cartaginese nell’isola per riaffermare il controllo nella Sicilia occidentale con l’insediamento di guarnigioni mercenarie (spesso campane): Cartagine non disponeva di un proprio poderoso esercito, ma si avvaleva di truppe mercenarie che chiaramente dovevano essere pagate. Cartagine la colonia fenicia, tradizionalmente mercantile, fino a quel momento non aveva avuto necessità reale di moneta poiché il pagamento per gli scambi commerciali avveniva con metalli preziosi (essenzialmente oro e argento) misurati a peso e in genere in grandi quantità. In più nel territorio africano vigeva ancora un sistema basato sul baratto che peraltro resisterà ancora a lungo nel tempo fuori della grande città, anche quando si conierà sistematicamente moneta nella metropoli. Cartagine entra nel mondo della produzione monetaria quindi per ragioni apparentemente politiche e militari, per i conflitti nati con le colonie greche siciliane ed in particolare Siracusa. Le coniazioni mirano sostanzialmente a fornire una immagine di stabilità nel controllo territoriale e si rifanno ai tipi di derivazione siracusana con l’adozione di simbologia fenicia. In concreto si instaura un progetto che vede la città nord africana proporsi come fulcro per tutte le colonie e empori fenici siti nella parte occidentale del Mediterraneo. Le nuove monete quindi che vengono coniate, essenzialmente tetradrammi in argento, sono di fatto visibilmente “greche” o meglio “siciliano-greche”, sia dal punto di vista tecnico, con l’utilizzo di conii mobili, che iconografico: è evidente lo stile e sono chiare le caratteristiche di derivazione greca, come detto siracusana in particolare. Non a torto sono considerate tra le monete più belle coniate nell’antichità. Allo stesso modo il modello metrologico utilizzato non è fenicio, ma è assolutamente allineato con la metrologia attica utilizzata in Sicilia. Nell’isola, monete a legenda punica erano già state coniate dalle colonie-emporio fenicie di Motya, Panormos, Solus e Eryx seppur non fenicia di nascita. I tipi e le legende utilizzate all’inizio dovevano inserirsi in un contesto esistente e funzionale con la produzione di serie tipologicamente e metrologicamente greche, per poi divenire più “autoctone” attraverso la legenda punica, evidenziando in tal modo la loro specificità culturale nel contesto greco siciliano. La prima serie con caratteristiche originali proprie è la serie RŠMLQRT o R'ŠMLQRT, tradotto come RASH MELQART e con significato “gli eletti di Melqart”. L’ipotesi più ricorrente è che si identifichi con un luogo sede di un tempio dedicato alla divinità fenicia e dove si ritiene fosse ubicata anche una zecca. Qualche studioso ha azzardato che in realtà la legenda voglia rappresentare l’autorità provinciale cartaginese nella sua complessità.

Si' Piras 65 corrisponde a SNG Copenaghen 153, MAA (Alexandropoulos) non ti saprei dire perché il testo l'ho in uno scatolone al momento difficilmente raggiungibile, tieni presente però che non ricordo se il MAA menzioni tutte le varianti di questo tipo di moneta (personalmente ne ho catalogate più di un centinaio). Il Viola purtroppo non c'è l'ho.  

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