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Pola: ritrovata la statua del cupido dormiente


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Scoprono e recuperano ora dal terreno una statua romana di Amore dormiente, del II secolo. Accanto a lui una lucertola di marmo e una pelle di leone. Che significato avevano? Che funzione aveva la statua?

È un’immagine di dolcezza e di abbandono, ma anche di potenza trattenuta, quella che emerge dal marmo bianco ritrovato nei giorni scorsi nell’antica Pola. Durante i lavori edilizi in via Castropola, nel centro storico della città istriana, gli archeologi hanno riportato alla luce una statua romana del II secolo d.C. raffigurante Cupido dormiente, un capolavoro che il direttore del Museo Archeologico dell’Istria, Darko Komšo, ha definito «uno dei tre ritrovamenti più importanti mai avvenuti in Istria».

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L’opera, bagnata dalla pioggia di questi giorni che rimuoveva la terra, evidenziando lo splendido biancore del manufatto , giaceva a tre metri di profondità, sul pavimento di una domus romana di straordinario pregio, appartenuta certamente a una famiglia ricca e colta. La statua rappresenta un giovane Eros disteso su una pelle di leone, con il capo appoggiato sulla testa dell’animale, mentre accanto, all’altezza dela coscia sinistra, compare una lucertola. Il marmo, di provenienza forse carrarina o attica, reca tracce di una lavorazione finissima, quasi carezzevole, che restituisce la morbidezza delle carni e la sensualità trattenuta del sonno. L’archeologa Aleksandra Paić, che ha diretto lo scavo, ha raccontato l’emozione del ritrovamento: «È il sogno di ogni archeologo – ha detto – trovare un’opera simile dopo duemila anni di silenzio».

Per comprendere il contesto del ritrovamento, bisogna ricordare che Pola, in età romana, era una delle città più fiorenti dell’Adriatico settentrionale, colonia latina e snodo commerciale di primo piano. Qui si ergevano templi, terme, teatri e soprattutto l’imponente anfiteatro, uno dei meglio conservati dell’Impero. La città, organizzata secondo la tipica maglia ortogonale, era abitata da famiglie di funzionari, armatori e commercianti che investivano nell’arte e nel lusso domestico, importando marmi e statue dalle botteghe di Atene, Rodi e Roma. Il ritrovamento di via Castropola conferma dunque l’alto livello culturale e il gusto raffinato della società romana istriana, che amava ornare le proprie dimore con simboli di bellezza e conoscenza.

Ma la figura di Cupido dormiente racchiude un significato che va ben oltre l’estetica. Nell’antichità, il dio dell’amore addormentato rappresentava la tregua delle passioni, l’intervallo in cui la ragione poteva riprendere il dominio sull’impeto dei sensi. Cupido, il fanciullo alato che lancia frecce invisibili e irresistibili, qui dorme: non è vinto, ma sospeso. Il suo sonno è un momento di equilibrio in cui l’ordine morale e la conoscenza possono tornare a prevalere.

«Il sonno di Cupido equivale al richiamo alla ragione e al dominio dei sensi, alla stoica vittoria sui sentimenti e sulle pulsioni – osserva Bernardelli Curuz – solo con il sonno di Cupido, quindi dell’eros e dell’amore, è possibile essere sereni, evitare dolore e turbamento, desiderio di possesso, gelosia. Solo con il sonno del piccolo dio è possibile concentrarsi nello studio, nel lavoro, nella conoscenza, nel pensiero pacato della letteratura, della filosofia, della religione, della conoscenza». È la condizione in cui l’uomo si emancipa dal dominio delle passioni e ritrova la propria libertà dalle pulsioni.

Un dubbio iniziale è stato sollevato dalla presenza della pelle di leone: potrebbe trattarsi di Ercole bambino, considerando che il leone è il suo attributo tipico. Tuttavia, l’analisi morfologica e iconografica della statua, con forme delicate e proporzioni efebiche, la presenza possibile di ali e la postura languida del sonno indicano con maggiore forza l’identificazione con Eros dormiente. La pelle di leone non sarebbe quindi un elemento di forza eroica infantile, ma una metafora del dominio sulle passioni: Cupido disteso su di essa mostra come l’amore, potente e disarmante, possa essere dominato dal sonno, dall’equilibrio e dalla ragione. “Bisogna però tener conto – afferma Bernardelli Curuz – della presenza di numerose rappresentazioni ibridate, nell’arte classica che offrivano percorsi articolati di lettura. Non una sola risposta, ma più percorsi. Dall’Amore che dorme, finalmente, alla necessità del risveglio del piccole Ercole, richiamato dal ramarro verso grandi imprese. La statua è dedicata soprattutto al sonno. Amore deve dormire. Il piccolo Ercole deve invece essere svegliato perchè deve iniziare a compiere grandi imprese”.

“La lucertola o il ramarro, qui scolpita ha il significato — come avverrà nella pittura di Lorenzo Lotto, che recupera dall’antico questo simbolismo — di un avvertimento divino. – prosegue Bernardelli Curuz – un’irruzione misteriosa nella quotidianità dell’uomo che lo induce a cambiare. È probabile che il marmo si rivolgesse proprio a chi lo osservava, invitando alla rinuncia del piacere a favore di grandi imprese, come quelle di Ercole, ponendo l’accento sull’equilibrio tra piacere amoroso (da mettere in una situazione di controllo e di sonno) ragione e azione virtuosa. Nell’iconografia, spesso, Amore, con Venere, rappresentano l’antitesi di Marte, dio della guerra. Il sonno di Marte favorisce – come in Botticelli – il dominio della splendida dea e del dispettoso bambino”.

Nella statua di Pola, questo concetto si manifesta con una grazia rara. Il corpo del dio, disteso e vulnerabile, si poggia su un trofeo di forza — la pelle del leone — e al tempo stesso è accompagnato dalla fragile presenza della lucertola. È come se la scultura racchiudesse in sé l’intero ciclo vitale: eros, lotta, sonno e rinnovamento. Un’immagine di equilibrio tra istinto e intelletto, materia e spirito, e un monito all’osservatore a dominare le passioni per affrontare le sfide del mondo.

Dopo il restauro, la scultura entrerà nella collezione permanente del Museo Archeologico dell’Istria, diventando una delle opere simbolo della città. Il ritrovamento non è soltanto un colpo di fortuna archeologica, ma una rivelazione sul pensiero antico e sulla sua attualità. In un’epoca dominata dalle passioni e dalle tempeste dell’emotività, l’antico Cupido che dorme sotto la pioggia di Pola ci ricorda la necessità del silenzio, della misura, della ragione che doma l’impeto, e ci invita a compiere le nostre imprese con coraggio e consapevolezza.

https://www.stilearte.it/che-meraviglia-scoprono-e-recuperano-ora-dal-terreno-una-statua-di-amore-dormiente-scultura-romana-del-ii-secolo-accanto-a-lui-una-lucertola-e-una-pelle-di-leone-che-significato-avevano-che-funzi/

https://lavoce.hr/attualita/tesoro-sotto-pola-scoperta-la-statua-del-cupido-dormiente

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