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Animali nelle monete greche


siculogreco

Risposte migliori

solo una piccola precisazione sulle c.d. "corna" sulla testa delle divinità fluviali: va per Kamarina (fiume Ippari), vale per Gela (fiume Gela) e molti altri:

Le due escrescenze, che di profilo spesso sono rappresentate come unica, non sono corna, ma simboleggiano la sorgente del fiume medesimo.

La figura rappresenta proprio la vitalità continua della fonte.

Le città consacravano riti al dio fiume che - ovviamente - permetteva loro di vivere. Panta rei.

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solo una piccola precisazione sulle c.d. "corna" sulla testa delle divinità fluviali: va per Kamarina (fiume Ippari), vale per Gela (fiume Gela) e molti altri:

Le due escrescenze, che di profilo spesso sono rappresentate come unica, non sono corna, ma simboleggiano la sorgente del fiume medesimo.

La figura rappresenta proprio la vitalità continua della fonte.

Le città consacravano riti al dio fiume che  - ovviamente - permetteva loro di vivere. Panta rei.

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Verissimo.

Ecco ad esempio la raffigurazione del fiume Amenanos, di tre quarti con corna corte e lunghi capelli lisci, sul diritto di una bellissima dracma di Katane, incisa da Herakleidas. autore delle famosissime tetradracme con il ritratto frontale di Apollo.

numa numa

post-4253-1201544802_thumb.jpg

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"Era il mostro di origine divina,

liòn la testa, il petto capra, e drago

la coda; e dalla bocca orrende vampe

vomitava di foco" (Omero, Iliade VI, 222-226)

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...ucID=222&Lot=50

In questo splendido statere di Sicyonia troviamo la Chimera: il mostro mitologico che già in Omero viene descritto dotato del corpo e della testa di un leone, sul dorso sporgeva una testa di capra (in greco: chìmaira) e la coda aveva la forma di un serpente. Essa era nata dall'unione del mostro infernale Tifone (fratello di Cerbero) con la vipera Echidna (sorella delle Gorgoni), venne allevata dal re di Caria Amisodaro e viveva a Patara. L'alito della Chimera erano fiamme ardenti e le scorrerie devastanti che riservava al territorio del re di Licia, Iobate, le costarono care.

Re Iobate, infatti, ordinò al giovane Bellerofonte di liberare i suoi territori da siffatto flagello e l'eroe vi riuscì con l'ausilio del cavallo alato Pegaso. Si raccontava che Bellerofonte avesse fornito la punta della sua lancia di un pezzo di piombo: al calore delle fiamme soffiate dalla Chimera, questo metallo si sciolse in roventi gocce, fatali per l'orribile mostro.

Nel mondo antico, l'avvistamento della Chimera era un presagio di sventura e disastri naturali.

La tripartizione dei suoi elementi iconografici vengono interpretati in vario modo. Una lettura è quella di considerarla il simbolo delle tre parti dell'anno: il leone rappresenterebbe la primavera, la capra l'estate ed il serprente l'inverno (R. von Ranke-Graves).

L'altra interpretazione si rivolge, invece, alle fonti antiche (in particolare Esiodo) che riferiscono che la tana della Chimera fosse su di un’alta montagna, sormontata da un vulcano costantemente in eruzione. La cima, completamente spoglia, era abitata da un gruppo di leoni; sulle pendici, ricoperte da una stranissima vegetazione, vivevano delle capre selvatiche e molti serpenti. Dalla descrizione di questo luogo, alcuni autori avanzano l’ipotesi che la chimera fosse simbolo della montagna stessa.

Tale essere, in definitiva, era la quintessenza dei pericoli in terra ed in mare e soprattutto era il simbolo degli impeti vulcanici del sottosuolo.

Altri animali presenti nelle coniazioni dell'antico mondo greco sono l'ape ed il cervo che troviamo nelle monete di Efeso http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...ID=252&Lot=2154.

Abbiamo poi l'elefante: http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...cID=237&Lot=265

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...cID=241&Lot=937

di cui riporto solo due esempi, ma ve ne sono molti altri.

Sia per il cervo, l'ape e l'elefante non ho rintracciato una simbologia propria del mondo greco antico e penso che fossero stati celebrati per la loro utile e bella presenza nei territori che hanno dedicato loro delle monete davvero notevoli. Gli elefanti erano delle vere e proprie macchine da guerra: pesanti ed imponenti, vigorosi, resistenti, nervosi ed utili all'impatto psicologico sull'avversario. Enrico :)

Modificato da minerva
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Sia per il cervo, l'ape e l'elefante non ho rintracciato una simbologia propria del mondo greco antico

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Per quel che riguarda l'ape di Efeso (quanto mi piace!) probabilmente è un riferimento alle Melisse (che in Greco significa api), le caste sacerdotesse di Artemide che in Efeso accudivano all'Artemision, il tempio che fu una delle Sette Meraviglie del Mondo.

O no?

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Per quel che riguarda  l'ape di Efeso (quanto mi piace!) probabilmente è un riferimento alle Melisse (che in Greco significa api), le caste sacerdotesse di Artemide che in Efeso accudivano all'Artemision, il tempio che fu una delle Sette Meraviglie del Mondo.

O no?

308790[/snapback]

Ecco cos'era che non riuscivo a ricordare nonostante avessi la sensazione che il collegamento ci fosse...la tua ottima indicazione, gentile Okt, mi ha illuminato ;) ...grazie!

E' vero, sia le api che il cervo alludono ad Artemide. Nell'arte figurativa tale dea è di fatto rappresentata come la giovane cacciatrice, vestita di un corto chitone e con alti calzari, con l'arco e la faretra, accompagnata da un cervo o un cane. Artemide è la "Signora degli animali", della vegetazione e della fecondità. L'Artemide Efesia è Ilizia (patrona delle partorienti) ed era venerata nella sua funzione di nutrice; le sue sacerdotesse "Melisse", poi, non possono non far pensare alle api, è verissimo! In più la famosa statua dell'Artemide Efesia (una preziosa, antica copia romana è custodita nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli) ci propone diversi simboli zoologici e tra questi possiamo apprezzare anche le api. Eccone una copia: http://www.archeona.arti.beniculturali.it/.../it1/01_04.html . Enrico :)

Modificato da minerva
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La Tellina:

o5okfb.jpg

Fin dall'antichità la conchiglia bivalve è stata considerata simbolo di fecondità, e ricordo ancora una volta per chi legge questa discussione, la funzione disanimalizzata e simbolica degli animali presenti nella monetazione greca e la loro valenza simbolica nella mentalità greca tardo arcaica. I gusci di conchiglia venivano sepolti numerosi anche nei cimiteri, sempre con funzione simbolica quale continuazione della vita, rigenerazione e rinascita dopo la morte.

Tale conchiglia è un simbolo femminile forte e la sua stessa morfologia richiama l'acqua, dove essa si genera, pertanto dalla morte rinasce la vita, dal seme nasce la pianta, e ancora dalla donna stessa nasce la vita, attraverso l'amore.

Per onestà intellettuale, devo affermare inoltre che tale mio giudizio non è condiviso da tutti gli studiosi.

La moneta in foto è una rara litra d'argento, recentemente presentata nella vendita H.J. BERK (si veda la sezione dedicata alle prossime aste), Ag, g. 0,62;

Anepigrafe, la sua attribuzione è incerta, alcuni studiosi, tra cui G. Manganaro, lasciano l'attribuzione aperta, altri tra cui C. Boehringer, la danno a Camarina.

vedi: G. MANGANARO, Dai mikrà kermata di argento al chalkokratos

kassiteros in Sicilia nel V sec. a. C., JNG, XXXIV, 1984, 11-39, 11 n.3 ; D.

BÉREND, Réflexions sur les fractions du monnayage grec, in «Studies in

Honor of Leo Mildenberg», Wetteren 1984,

;) siculogreco

Modificato da siculogreco
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  • 4 settimane dopo...
Ritengo  utile aprire questa nuova discussione, per parlare della presenza degli animali sulle monete greche (bovini, equini, serpenti, uccelli ecc..) e del significato simbolico a loro collegato, avrei piacere se vi fossero degli interventi degli utenti del forum, che con esempi anche pratici, potessero indicarci degli animali presenti nelle monete di loro conoscenza (magari con qualche foto) descrivendo il significato simbolico della loro presenza.

grazie per la vostra partecipazione

306184[/snapback]

IL CANE CIRNECO DELL’ETNA nelle monete di SEGESTA

Il cirneco appartiene ad una razza molto antica di cani da caccia, oggi ritenuta autoctona siciliana.

In questa didramma di Segesta del V secolo a.C. si possono ammirare tutte le caratteristiche che ancor oggi determinano lo standard di questa razza: figura molto snella, gambe lunghe, orecchie dritte e corpo muscoloso ma nello stesso tempo molto elegante.

Segesta – Didramma, circa 480-410 a.C. 22 mm (7,84 g). D: Cane cirneco dell’Etna. Sopra, mollusco gasteropode del genere murex. R: la ninfa Egesta. Dietro la nuca, una svastica.

http://www.s110120695.websitehome.co.uk/SN...NGuk_0502_1872a

Il cane, come tipo monetale, è originario di Segesta da dove si diffonde sulle emissioni di Erice, la seconda polis elima per importanza, ma anche di Mozia e Panormos, per dar vita ad una koine tipologica dai significati ancora non completamente chiariti.

La città elima di Segesta - fondata secondo Tucidide da profughi troiani giunti, attraversando il Mar Mediterraneo, fino in Sicilia - inizia a coniare nel 480 a.C. circa.

Nelle didramme i tipi adottati sono:

- al Dritto il cane cirneco, cane tipico siciliano e quindi un chiaro riferimento geografico; allo stesso tempo l'animale sarebbe il paredro della ninfa Egesta e quindi un riferimento al culto della Dea Madre, molto diffuso tra le popolazioni indigene.

- al Rovescio la ninfa Egesta (o Segesta), la quale, secondo la versione del mito della fondazione della città ripreso da Virgilio nell’Eneide, (Aen., V, 38), “il fiume Crimiso, apparso come un cane, aggiogò nel letto, ed essa al demone ferino genera un nobile cagnolino, colono e fondatore di tre centri”. Anche in Sicilia, come in tutto il bacino del Mediterraneo, il culto delle divinità fluviali era associato alle idee di fecondità, generazione e nascita.

A partire dall'ultimo quarto del V secolo Segesta inizia a coniare tetradrammi, allineando la propria produzione monetale con quella delle principali e più importanti poleis siceliote emittenti del V sec. a. C. Nelle tetradramme segestane il Rovescio rimane invariato con la testa della ninfa Egesta, mentre al Diritto compare una figura maschile nuda (un cacciatore) con accanto una coppia di cani cirnechi. Il cacciatore viene identificato con il dio fluviale Crimiso.

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...ucID=195&Lot=26

Una curiosità qui: l’effige di un coniglio selvatico (o lepre), allora come oggi preda preferita di questi eccezionali e velocissimi cani da caccia ...

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...cID=228&Lot=136

Un’ultima riflessione sugli altri due simboli che accompagnano la didramma postata all’inizio.

La svastica: la ninfa Segesta come Grande Madre è accompagnata da questo simbolo il cui significato rimanda alla spirale, anch’essa figura-base del labirinto; la svastica quindi è datrice di vita - e come tale, attributo delle Grandi Dee - in quanto rappresenta il movimento di rotazione che si compie intorno al Centro.

Il Murex: la conchiglia di questo mollusco gasteropode potrebbe alludere alla porpora che si estrae da una varietà di Murex ???

V-medusa

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  • 4 anni dopo...
  • 2 mesi dopo...
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Salve

Non ho trovato il topo in questo 'serraglio' e così provvedo con una mia mia dramma di Alessandro Magno..

post-703-0-55127800-1358715443_thumb.jpg

Macedonian Kingdom, Alexander III AR Drachm (4,31 g). Lampsakos mint, struck 310-301 BC. Head of Herakles right, wearing lion's skin headdress / ALEXANDROU, Zeus seated left, holding eagle and sceptre; mouse in left field. Price 1427 - Müller 654.

apollonia

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Un altro topo, stavolta su un bronzo del Grande.

post-703-0-77659300-1358716662_thumb.jpg

Alexander the Great, Macedonian Kingdom, Bronze (AE 18, 6.0 g) c. 325 B.C. Bust of Hercules, facing right / Bow in bow case with club. Below, 'BA' (BASILEWS ALEXANDROU) for King Alexander between. Mouse below club. RARE - issued before his death. Price 382, SVN 6742.

apollonia

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Un altro roditore che si può trovare raffigurato su monete è il gerboa (o jerboa), il «topo saltatore» del deserto, già noto agli antichi e ricordato nella Bibbia, che nonostante le piccole dimensioni riesce a spiccare salti fino a due metri come un canguro. Il silfio è una pianta che costituì per molto tempo la ricchezza della Cirenaica e la sua immagine era rappresentata sulle monete di Cirene ove costituiva una specie di monopolio di stato ed era oggetto di larga esportazione. La pianta doveva crescere nei terreni stepposi incolti, secondo alcuni autori sui margini dell'altipiano cirenaico che digradano verso il deserto, e questo spiega il suo accostamento con il gerboa.

post-703-0-01484500-1358776891_thumb.jpg

GREEK COINS - CYRENAICA - CYRENE
Didrachm, about 300-277. AR 6.59 g. Head of Apollo Myrtous r., crowned with myrtle. Rev. KU-RA Silphium plant with five umbels and three pairs of leaves; in field l., SW, r. Jerboa l. BMC cvi, 262a (same dies). Very rare variety. Traces of mounting. Good very fine.

apollonia

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Questo bronzo con il gerboa su una faccia e il granchio sull’altra proviene da un porto della Libia a ca 13 km da Cirene che ha un nome a me familiare: Apollonia.

post-703-0-89199100-1358780481_thumb.jpg

Attribution: Müller 340
Date: 308-305 BC
Obverse: Jerboa standing left
Reverse: Crab
Size: 14.4 mm
Weight: 3.45 grams
Rarity: 8
Description: A very rare bronze with only a handful of known specimens

apollonia

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Qui il gerboa è ritornato accanto al silfio, ma sull’oro.

post-703-0-90687200-1358781473_thumb.jpg

Cyrenaica. Cyrene. Gold drachm (4.34 gm, 8:00). Cyenaica, Cyrene, ca. 322-313 BC. Bare-headed youth clad in chlamys on stallion pacing right, moneyer's abbreviated name ΠΟΛΙ in upper left field (almost entirely off flan) / K—Y / P—A, silphium plant with fruit, jerboa right in lower right field. Naville 109 (same obverse die). BMC Cyrenaica 132, pl. xiv, 25. Superb siliphium plant adorning reverse. Beautiful style. Virtually mint state.

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La Tellina:

o5okfb.jpg

Fin dall'antichità la conchiglia bivalve è stata considerata simbolo di fecondità, e ricordo ancora una volta per chi legge questa discussione, la funzione disanimalizzata e simbolica degli animali presenti nella monetazione greca e la loro valenza simbolica nella mentalità greca tardo arcaica. I gusci di conchiglia venivano sepolti numerosi anche nei cimiteri, sempre con funzione simbolica quale continuazione della vita, rigenerazione e rinascita dopo la morte.

Tale conchiglia è un simbolo femminile forte e la sua stessa morfologia richiama l'acqua, dove essa si genera, pertanto dalla morte rinasce la vita, dal seme nasce la pianta, e ancora dalla donna stessa nasce la vita, attraverso l'amore.

Per onestà intellettuale, devo affermare inoltre che tale mio giudizio non è condiviso da tutti gli studiosi.

La moneta in foto è una rara litra d'argento, recentemente presentata nella vendita H.J. BERK (si veda la sezione dedicata alle prossime aste), Ag, g. 0,62;

Anepigrafe, la sua attribuzione è incerta, alcuni studiosi, tra cui G. Manganaro, lasciano l'attribuzione aperta, altri tra cui C. Boehringer, la danno a Camarina.

vedi: G. MANGANARO, Dai mikrà kermata di argento al chalkokratos

kassiteros in Sicilia nel V sec. a. C., JNG, XXXIV, 1984, 11-39, 11 n.3 ; D.

BÉREND, Réflexions sur les fractions du monnayage grec, in «Studies in

Honor of Leo Mildenberg», Wetteren 1984,

wink.gif siculogreco

ah quanto inchiostro ha fatto scorrere (e quante arrabbiature ha fatto prendere) il piccolo mitile in una famosa discussione ;)

credo che ormai sia assodato che di mitile si tratti..

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Il gerboa su una dramma di Alessandro Magno della zecca di Lampsaco

Posso produrre solo la foto di questa moneta tratta dal Price che la cataloga come 1435.

post-703-0-86114600-1359021984_thumb.jpg

Il gerboa (rivolto a destra) è raffigurato sul rovescio nel campo a sinistra, nell'atto di spiccare un salto.

Aspettiamo di poter documentare una dramma proposta in qualche asta.

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Ricordo che nella ricerca di monete di Alessandro Magno con l’ariete come simbolo, raffigurato per ovvi motivi di spazio solo in parte (testa di fronte, testa di profilo, testa con la corona di Iside, parte anteriore: vedi http://www.lamoneta.it/topic/84573-le-monete-piu-attraenti-di-alessandro-magno/page-50 al post # 747), ho potuto prendere visione di un obolo di Pheneos con l’ariete raffigurato per intero che vale la pena di ripresentare.

post-703-0-83667400-1359041967_thumb.jpg

ARKADIA, Pheneos. Circa 370-340 BC. Obol (Silver, 0.92 g 7). Bust of youthful Hermes to right, his cloak tied around his neck and with his petasos hanging behind, suspended by a cord. Rev. ΦΕ Ram standing to right; above, kerykeion to right. BCD 1608. BMC 5. Traité II, 3, 891. Weber 4317. Rare.

Un capolavoro su meno di un grammo d’argento.

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Qui l’ariete è raffigurato su un bronzo di Clazomene.

post-703-0-15872800-1359042115_thumb.jpg

IONIA, Klazomenai. Circa 386-301 BC. Æ 18mm (5.65 g, 6h). Helmeted head of Athena facing slightly right / Ram walking right; thunderbolt to right. SNG Copenhagen 85. Near EF, orichalcum patina with patches of green and red.

Notevole anche la rappresentazione frontale di Atena con lo sguardo leggermente spostato a destra.

apollonia

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E ho scoperto che esiste un didramma della stessa città con la raffigurazione di un cinghiale alato.

post-703-0-39555600-1359042409_thumb.jpg

IONIA, Klazomenai. Circa 499-494 BC. AR Didrachm (18mm, 6.99 g). Forepart of winged boar right / Rough quadripartite incuse square. SNG Copenhagen 1-2; SNG München 450; SNG von Aulock 1981-2; BMC 2. Superb EF, toned. Perfectly centered on a broad flan of excellent metal.

apollonia

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Per il cinghiale alato come simbolo su monete di Alessandro Magno vai a

http://www.lamoneta.it/topic/84573-le-monete-piu-attraenti-di-alessandro-magno/page-57

apollonia

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Salve

M'è sembrato il caso di segnalare questa colomba, anche perchè gli incusi greci sono più rari di quelli romani.

post-703-0-09779800-1359475903_thumb.jpg

SIKYONIA, Sikyon. Circa 100-60 BC. AR Brockage Triobol (15mm, 2.39 g). Dove flying left / Incuse of obverse. BCD Peloponnesos 350; cf. SNG Copenhagen 96-98, 101-103. EF, toned.

Ex BCD Collection (LHS Numismatics 96, 8 May 2006), lot 350; Diakofto Hoard of 1965 (ICGH 262).

apollonia

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La cavalletta sull'argento

post-703-0-92139600-1359758685_thumb.jpg

SICILY, Messana. Circa 420-413 BC. AR Tetradrachm (17.28 gm). Charioteer driving biga left, holding kentron and reins; two dolphins in exergue / Hare springing right; grasshopper right on bunch of grapes below. Caltabiano 512 (D205'/R212); cf. SNG ANS 373 (fly on reverse, same obverse die); SNG Copenhagen 402 (same dies). Lustrous EF, short flan.

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La cavalletta sull'AE

post-703-0-22596100-1359758864_thumb.jpg

SICILY, Syracuse. Dionysios II. 367-357 BC. Æ 24mm (9.86 g, 6h). “Kainon” issue. Griffin springing left; below, grasshopper left / Horse prancing left, trailing rein; above, star. CNS 10; SNG ANS 1176 (Alaesa). VF, green-black patina, reverse slightly double-struck.

From the Jörg Müller Collection. Ex Classical Numismatic Group 54 (14 June 2000), lot 292.

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La coppia lepre-cicala su questo tetradramma di Messina della prossima Kunker. E la biga sul diritto è trainata da un mulo.

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GRIECHISCHE MÜNZEN - SICILIA - MESSANA

AR-Tetradrachme, 425/421 v. Chr.; 16,77 g. Auriga steht in Maultierbiga r., Nike bekränzt Maultiere, im Abschnitt: Lorbeerzweig//Hase springt r. über Zikade r. Caltabiano 481. R Feine Patina, fast vorzüglich Exemplar der Auktion Giessener Münzhandlung 195, München 2011, Nr. 50

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