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IGNORED

..sulle monete gravi di fermo


franco obetto

Risposte migliori

ciao,mi sono imbattuto in un lettera datata 1840 dove si discute sulle monete gravi di fermo....non ho trovato niente in proposito.

qualcuno di voi puo aiutarmi segnalando libri specifici o proprie notizie :rolleyes:

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  • 2 settimane dopo...

ahime non son "mente eccelsa del forum" e per altro poco afferrato in monetazione fusa, comunque forse riesco ad esserti utile in qualche modo:

Firmum dovrebbe aver emesso moneta dopo il 264 aC (anno di colonizzazione romana) adottando lo standard librale. Che io sappia due le emissioni:

Quadrante con D. Testa Femminile, R. Testa di Toro e tre globetti

Sestante con D. Labrys (ascia doppia), R. Chicco d'orzo e due globetti

Circa l'emissioni di Firmum so che se ne parla in "Early Roman Coinage" di Thomsen vol II pag 104-107 che però io non ho, l'ho letto in una nota di un altro libro.

Prova a vedere anche qui che qualche (minimo in verità) riferimento a Fermo c'è:

http://books.google.it/books?id=B8IWAAAAYAAJ&pg=PA86&lpg=PA86&dq=aes+grave+fermo&source=bl&ots=yGF_Y3oayB&sig=OB-ceOMT2KGA4PmvGUlYkBt-TXE&hl=it&ei=KPzKS9uhL42ROLzN9JIG&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&ved=0CBsQ6AEwAg#v=onepage&q&f=false

M

Modificato da mamoph
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Notizie sulle monete di Firmun si possono trovare nel Corpus Nummorum Antiquae Italiae di Alberto Campana, fascicolo n. 65 del giugno 1993 pubblicato da Franco Grigoli (ora Nomisma).

In sintesi il Campana scrive:

- "La monetazione di Firmun è composta di due monete fuse, un quadrans e un sextans.

Risalgono al tempo della prima guerra punica, poco dopo la fondazione della colonia latina e quindi agli anni 264-260 a.C.

L’attribuzione di queste monete a Firmun è certa in quanto per la metà dei pochi esemplari conosciuti è attestato il rinvenimento nel territorio fermano.

I primi studiosi dell’800 hanno ritenuto che le due monete fossero fuse sulla base del sistema adriatico orientale, che è decimale, e che quindi dovessero trattarsi rispettivamente di un teruncius e di un biunx, emesse prima della fondazione della colonia latina: così si espressero il De Minicis (nel 1868), il Sambon (nel 1870), il Garrucci (nel 1885), l’Haeberlin, il Sydenham (in Aes Grave del 1926), e la Cesano (nel 1942).

Nel riesame delle più antiche serie monetarie di Roma, Rudi Thomsen (in Early Roman Coinage del 1957-61) ribadì che le varie emissioni locali non ebbero luogo che dopo l’instaurazione dei rapporti con Roma e dopo la deduzione delle colonie. Per Firmum ipotizzava un’unità di gr. 282 circa in base dodecimale e di gr. 235 in base decimale. Quindi i pesi delle monete di Firmun corrispondono ai valori delle serie leggere di Roma." -

Per il Campana, nonostante la scarsità e l’ampia oscillazione ponderale degli esemplari noti, le monete di Firmun furono emesse secondo un piede vicino al librale osco-latino, in vigore a Roma durante la prima guerra punica.

Il Campana ha censito:

per il quadrans = 4 pezzi + 1 frammento (3 + 1 già conosciuti dall'Haeberlin)

per il sextans = 5 pezzi (tutti conosciuti dall'Haeberlin).

Anche Nicola Parise (in La moneta a leggenda “Fir” – Firmun Picenum del 1987 di Parise N. , Polverin L. , Agostini S. e Pasquinacci M.) concorda con le recenti teorie e che quindi: le monete di Firmun sono state emesse con un provvedimento attuato parallelamente alla fondazione della colonia e destinate ad avere rilevanza soltanto nel breve periodo e soltanto in un ambito assai limitato.

Anche il Crawford (in Coinage and Money in the Roman Republic) è della stessa opinione.

In Italian Cast Coinage di Thurlow - Vecchi (1979) le due monete sono ancora considerate come "teruncius" e "biunx" ed emesse nel 280-260 a.C.

in Monete di Italia antica e Magna Grecia di Montenegro (1996) sono considerate come "teroncia" e "bioncia" e datate al 225-213 a.C.

In Historia Nummorum Italy del Rutter (2001) sono considerate invece "quadrans" e "sextans" ed emesse dopo la fondazione della colonia del 264 e viene indicato che la serie si basava su un asse di 288,92 grammi.

In allegato:

il quadrans: American Numismatic Sosciety, New York (ex asta Sambon & Sangiorgi,15 aprile 1907, collezione Strozzi).

Il sextans: SNG – Royal Danish Museum

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Modificato da legionario
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ciao,mi sono imbattuto in un lettera datata 1840 dove si discute sulle monete gravi di fermo....non ho trovato niente in proposito.

qualcuno di voi puo aiutarmi segnalando libri specifici o proprie notizie :rolleyes:

Non conosco il contenuto di questa lettera: forse si dibatteva a quale sistema di peso associare queste monete oppure si parlava di qualche ritrovamento nel territorio fermano.

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ciao,mi sono imbattuto in un lettera datata 1840 dove si discute sulle monete gravi di fermo....non ho trovato niente in proposito.

Forse il motivo dello scambio epistolare nel 1840 postrebbe essere un'altro: l'incertezza nell' attribuzione delle monete alla città di Firmun.

Nel fascicolo n. 104 del gennaio 1997 di Panorama Numismatico c’è un articolo di Elio Concetti dal titolo “Cenni sulla monetazione di città italiche del Piceno – Fermo e Atri”.

-"Si riferisce che un esemplare di aes grave fermano conservato nel museo Kircheriano di Roma venne studiato dall’archeologo Giambattista Vermiglioli dell’Università di Perugia, dal numismatico Domenico Sestini e dai due famosi archeologhi Marchi e Tessieri: ognuno lo attribuì ad una zecca diversa.

I contrasti fra gli studiosi cessarono quando nel fermano si rinvenne un altro esemplare della moneta sulla quale, a differenza di quella custodita nel museo Kircheriano, era chiara l’origine fermana in quanto recava evidente la scritta FIR ancorchè retrorsa"-

Da premettere che in L’aes grave del Museo Kircheriano del 1839 (nelle pagine 85-88) i padri Marchi e Tessieri avevano proposto l’attribuzione della moneta a Hispellum nell’Umbria, e rigettavano l’attribuzione a Ereto della Sabina proposta dal Vermiglioli e l’attribuzione a Firmun proposta dal De Minicis (in Cenni storici e numismatici di Fermo, 1839).

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Leggendo le pagine dell' L’aes grave del Museo Kircheriano del 1839 mi ha colpito il "modo gentile" in cui i padri Marchi e Tessieri rigettavano l'attribuzione fatta dal Vermiglioli e dal De Minicis,

-"Ella è grande e sincera la venerazione in che noi teniamo amendue que’ letterati, e desidereremmo di cuore che tutte le città italiane contassero tra’ loro cittadini uomini che con pari studio ed amore attendessero a raccogliere ed illustrare le patrie memorie ed antichità. Tuttavia siamo costretti ad allontanarci dalla opinione di amendue"-.

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l'estratto comprendente la lettera e' dal TIBERIO ANNO SESTO num.34

soprA DUE MONETE GRAVI di fermo

lettera dell'avv.GAETANO DE MINICIS

al sig.ACHILLE GENNARELLI

.30 AGOSTO 1840

nella lettera il de minicis comunica una notizia che a quel tempo"vi riuscira' per molte ragioni carissima..."

praticamente, il de minicis scrive all'amico studioso di avere la certezza di un officina monetale a fermo e della soddisfazione per la disputa avuta con Marchi e Tessieri,soddisfazione alimentata dall'avere in mano un sestante"del peso di due once e mezzo un lato la lancia e l'altro il bipenne..con scitta FIR retrograda...(dal disegno che ha fatto e' simile al sestante postato da leginario ma con scrittaFIR evidente)

penso sia la lettera del ritrovamento nel fermano e della fine delle dispute... ;)

ciao

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  • 2 anni dopo...

@legionario Ciao, vedo che sei molto informato sulle monete gravi di Fermo. Visto che sto facendo una tesi di laurea sulle medesime, vorrei farti qualche domanda e chiederti delle informazioni se non ti dispiace.
Potresti darmi il tuo contatto cosi' da poterti chiedere meglio?
Grazie.

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Vi ringrazio per avere rispolverato questa bella discussione du Firmum con un riferimento alla mia vecchia monografia su questa zecca.

Si dovrebbe aggiungere per la consultazione anche il recentissimo studio di:

Roberto Rossi. Inedito fuso di zecca picena a legenda FIR. Atti del 2° Convegno di Studi Numismatici Marchigiani (Ancona, 13-14 maggio 2011), Ancona 2013, p. 53-58

Questo articolo non è di facile reperimento e possiedo un estratto in pdf gentilmente fornitomi dall'autore.

Chi è seriamente interessato ad averlo può contattarmi via MP, specificandomi il recapito email dove spedire in allegato (pesa più di 1 Mb).

L'autore ha infatti reperito in collezione privata un nominale inedito, un semisse di gr. 134,6 (diametro 60 mm) con i tipi Tripode e FIR e S / Tripode e S.

In questa maniera per questa zecca si avrebbero i seguenti nominali:

1) Semisse (in questione): 134,6 g (unicum)

2) Quadrante, con Testa di Venere o Diana e 3 globetti/Testa bovina e FIR: 5 esemplari noti, del peso di: 97,65 - 84,78 - 66,56 - 57,84 - 58,30 (frammentato). Esisterebbe un sesto esemplare, che era della raccolta Bellini di Osimo.

3) Sestante, con Bipenne e due globetti/Punta di lancia e FIR in direzione retrograda: 5 esemplari noti, del peso di: 49,01 - 48,20 - 45,67 - 37,80 - 37,75 (frammentato).

Ne deriva un sistema di valori latini, basato probabilmente sul piede della libbra latina di 272,87 g, compatibile alla data della fondazione della colonia latina dedotta a Firmum nel 264 a.C.

Secondo me, con l'avvento delle prima guerra punica il sistema dell'aes grave, almeno nelle zone assogettate al dominio romano, iniziò ad allinearsi col sistema romano.

In altre città vicine, dedotte in un periodo precedente, di circa un ventennio, come Hatria ed Ariminum, era in vigore un diverso sistema, decimale e di piede più pesante, forse di origine etrusca.

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@acraf
ciao,stesso messaggio di cui sopra anche per te:
sarei interessatissimo a quel doc pdf visto che e' esattamente l'oggetto della mia tesi di laurea.
purtroppo non posso scriverti in MP perche' sono un utente nuovo e a quanto pare non ho questo privilegio ancora.
contattami a questa mail se puoi:

[email protected]

ti ringrazio anticipatamente

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