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Spintria ritrovata nel Tamigi


cliff

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dopo aver letto questa interessante discussione mi sono pentito d'avere dato via ,una dozzina di anni fa,una serie di tessere romane in piombo .circa 5 o 6,ricordo che da un lato avevano un numerale e nell'altro oggetti .in una una spiga di grano,in un'altra una pentola. erano rare?devo suicidarmi?

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Posto la foto tratta da Inasta:

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Mi complimento per lo spirito di osservazione.

In effetti, allo stato attuale, è l'unica tessera con numerale (e AVG) riguardante il mondo del gioco romano. Il conio con AVG è uno dei due a me noti con G finale, caratterizzato dall'avere AV in nesso. E' stato usato anche in combinazione con una unica tessera erotica....

Col conio del diritto, con la scena di mora, sono noti anche i numerali VI, VII e XIII (quindi in tutto 4 combinazioni).

La scena raffigura il noto gioco della morra (o mora), che consiste nell'indovinare la somma dei numeri che vengono mostrati con le dita dai giocatori. I due giocatori, dopo aver battuto il pugno sul tavolo (“Posizione di Apertura”), tendono simultaneamente il braccio destro, mostrando il pugno oppure stendendo un numero di dita a scelta (“La Chiamata", come nel personaggio di destra), mentre gridano un numero da 2 a 10 (la morra!).

La Chiamata è il mezzo attraverso il quale gli sfidanti tentano di indovinare la somma delle dita distese nelle rispettive puntate. I numeri che si possono chiamare vanno dal 2 al 10 e rappresentano lo spettro delle possibili cifre che possono uscire dalle somme delle puntate.

Prima dell'inizio della partita al centro del tavolo viene tracciata (a cura del personaggio di sinistra), con il gesso una rastrelliera e ci saranno tante righe quanti sono i punti che si devono fare per vincere la partita, punti che saranno cancellati di volta in volta con il procedere del gioco. Il gioco finisce quando si raggiunge il punteggio deciso a priori ovvero quando una squadra cancella tutti i segni dalla sua parte.

Il gioco della morra ha origini molto antiche, anche se oscure, e il termine “morra” deriva probabilmente dal latino murris (mucchio, cumulo di pietre, forse perché nato presso pastori che giocavano stando seduti su pietre dove sorvegliavano i propri greggi di pecore) sebbene gli antichi romani chiamassero il gioco micatio, termine che derivava dal verbo micare (saltellare) e che faceva riferimento a digitis (le dita). 




Questo gioco fu rappresentato già in epoca ellenistica (esisterebbe un vaso dipinto che sta a Berlino) e anche in epoca romana. 
Una dimostrazione di quanto antico e popolare fosse questo gioco per i Romani è la seguente nota frase di Cicerone (Rhetorica – De Officiis, Lib. III, 77) per indicare una persona al di sopra di ogni sospetto: "Haec non turpe est dubitare philosophos, quae ne rustici quidem dubitent? a quibus natum est id, quod iam contritum est vetustate proverbium. Cum enim fidem alicuius bonitatemque laudant, dignum esse dicunt, quicum in tenebris mices" ("Non è vergognoso che i filosofi siano indecisi su ciò che non suscita dubbi neanche nei contadini? Da essi derivò quel proverbio ormai logoro per l'uso: quando vogliono lodare la lealtà e la bontà di qualcuno, dicono che è degno che si giochi alla morra con lui al buio").

Non si sa però quando è stata creata questa tessera, se in antico o in epoca posteriore.....

grazie Acraf

per la bella ed argomentata risposta ...da notare come la Morra gioco antichissimo sia un gioco vietato nei locali pubblici mentre ogni bar ha le sue slot machine ......

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La vita umana è strana e piena di ironie.

Il gioco della morra, che è anche un gioco di azzardo, è attualmente vietato (quando praticato...) ma era permesso in antichità. Anche certi comportamenti sessuali, che erano permessi o tollerati in antichità, adesso sono considerati riprovevoli (anche se con una buona dose di ipocrisia.....).

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  • 2 settimane dopo...

Condivido il giudizio di Numizmo.

Molto spesso, quando si crea un clone, si fa un primo tentativo, spesso con pressione della pressa ancora da calibrare, per controllare l'esito. In base ai risultati si ripete l'operazione con maggiore attenzione e molto spesso si ottiene una copia praticamente identica all'originale. Normalmente i falsari non fanno più di 2 - 3 copie, per ovvie ragioni (si evita di "inflazionare" e quindi di attirare troppo l'attenzione, specialmente se la moneta o tessera è di buona rarità).

Usualmente la copia peggiore dei cloni è anche la prima a uscire sul mercato, per sondare l'accoglienza, e normalmente attraverso piccole case di asta numismatiche o via eBay. Poi escono quelli venuti meglio (di solto non più di uno, trattenendo eventuali altre copie per trattativa privata). Solo alla fine, se non troppo "bruciato", si vende anche il pezzo originale, in genere attraverso un circuito più qualificato (più una casa di aste è competente maggiore è la difficoltà di superare l'esame di un falso...).

Ovviamente esistono eccezioni e può capitare che un clone venuto abbastanza bene oppure con aspetto accattivante riesca ad approdare a un'azienda di buon calibro, come nel caso del noto sesterzio di Nerone con porto di Ostia della Triton. In ogni caso la comparsa di esemplari identici avviene in un arco di pochi anni e attualmente, con l'enorme diffusione di vendite anche online l'attenzione diventa minore.

Quindi bisogna sempre mantenere desta l'attenzione e confrontare il più possibile esemplari simili, senza preconcetti.

ho trovato anche questa tesserra di "Artcoins 3" identica a quella di Inasta e NAC:

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Modificato da snam
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Riguardo alla tessera iniziale trovata nel Tamigi se ne parla anche sul Bulletin Numismatique 101 di Febbraio 2012 pubblicato dalla CGB, a pagina 26 con un articolo di Michel Prieur. L'autore insinua che le spintriae siano in realtà unicamente delle invenzioni rinascimentali o settecentesche ed è per questo che si trovano spesso in Gran Bretagna o in Francia dove le avrebbero disperse i nobili di ritorno dai Gran Tour in Italia, dopo averle acquistate come souvenir o ritenendole autentiche da qualche tombarolo/falsario. Mi sembra una teoria un po' superficiale e non allineata a tutti i ritrovamenti documentati di cui ci ha parlato Acraf con dovizia di particolari.

Qui il link per i francofoni:

http://www.cgb.fr/bn/pdf/bn101.pdf

Modificato da cliff
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  • 2 mesi dopo...
  • 9 mesi dopo...

Mi complimento per le informazioni dettagliate e precise (per quanto se ne possa ancora sapere con certezza) forniteci con questa discussione. Sono archeologa e da un po' interessata a queste misteriose tessere... Anche io credo possano aver avuto un successivo ruolo di portafortuna, ma inizialmente, mi chiedo, perche' donarle ai soldati o notai? Con che finalita'? Un possibile utilizzo monetario (visti i numerali sul retro)? In questo caso non avrebbe avuto piu' senso coniarle unicamente con la testa dell' imperatore, invece che con scene erotiche?

@@acraf

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Ora la stessa o un'altra copia è in asta da Inasta:

http://www.inasta.com/schedalotto.asp?id=229226

vista......da qualcuno e' autentica da altri sono falsi da studio.........cmq una copia era gia' stata venduta di Inasta stessa, credo come buona (vedi pagina 2 della discussione). Modificato da snam
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ho trovato anche questa tesserra di "Artcoins 3" identica a quella di Inasta e NAC:

Per lo specifico tipo si conoscono diversi esemplari (almeno 3 o 4) che sono perfetti cloni. Basta andare alla discussione #24 per rendersi conto

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Riguardo alla tessera iniziale trovata nel Tamigi se ne parla anche sul Bulletin Numismatique 101 di Febbraio 2012 pubblicato dalla CGB, a pagina 26 con un articolo di Michel Prieur. L'autore insinua che le spintriae siano in realtà unicamente delle invenzioni rinascimentali o settecentesche ed è per questo che si trovano spesso in Gran Bretagna o in Francia dove le avrebbero disperse i nobili di ritorno dai Gran Tour in Italia, dopo averle acquistate come souvenir o ritenendole autentiche da qualche tombarolo/falsario. Mi sembra una teoria un po' superficiale e non allineata a tutti i ritrovamenti documentati di cui ci ha parlato Acraf con dovizia di particolari.

Qui il link per i francofoni:

http://www.cgb.fr/bn/pdf/bn101.pdf

E' nota la posizione di Prieur, che tende a considerare le spintriae come imitazioni a partire dal Rinascimento.

Purtroppo si tratta di un argomento ancora assai complesso e dibattuto. Una cosa è certa: esiste un elevato numero di esemplari di vecchia falsificazione (ritengo soprattutto del XVI e XVII secolo, ma anche XVIII secolo) e ho trovato anche in vecchie collezioni di musei dei pezzi che sono vecchi cloni uguali fra loro....

Il caso del recente ritrovamento a Londra è un esempio che il pezzo in questione NON può essere sicuramente datato all'epoca romana, trattandosi di un ritrovamento sporadico e senza contesto archeologico e (anche se debbo ancora completare le necessarie comparazioni) ho la sensazione che sia in effetti uno di questi pezzi fusi e copiati a partire dal XVI secolo e che circolavano soprattutto tra aristocratici abbastanza sensibili all'arte erotica...

Il vero problema è generalizzare a tutta la categoria delle spintriae l'etichetta di falsificazioni moderne,

I ritrovamenti con precisi contesti archeologici sono raraissimi ed è documentata l'esistenza di una spintria trovata assieme ad alcune monete da Augusto fino a Claudio I in una tomba di Mutina (Modena). Il ritrovamento è stato pubblicato alcuni anni fa sul RIN.

Però, paradossalmente, questa spintria di bronzo trovata a Mutina è risultata essere una copia (forse coeva) fusa e con evidenti tracce di doratura. Chiaramente in quato caso aveva la funzione di una sorta di amuleto....

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  • 6 mesi dopo...

Una spintria in vendita da Roma Numismatics: http://www.sixbid.com/browse.html?auction=889&category=18545&lot=844690.

Qualche parere?

Non avevo mai visto il numerale al rovescio con quei cerchietti intorno. Anche lo stile del dritto per quel che si vede non mi convince del tutto.

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L'esemplare dell'asta elettronica di Roma Numismatics è un falsaccio, anche se non di epoca molto recente.

A occhio direi del XVIII-XIX secolo.

Poi il diametro, 27 mm, e peso, 7,90 g, risultano superiori alla norma, che è intorno a 20 mm e 4,5 g.

Mai visto e incongruo questo bordo a cerchielli.

Si tratta di una vaga imitazione di una spintria ben nota. Riporto per confronto l'esemplare di Parigi BN 17108, che è impreziosito dalla presenza al diritto (in esergo) dell'Aquiletta estense, una contromarca in argento apposta dagli Estensi alla propria raccolta, intorno al XV-XVI secolo.

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Caro Alberto

purtroppo non posso che confermare, si tratta di un falsaccio, solo che è modernissimo, di area spagnola.

appena posso ti posto un'altro esemplare migliore.

Cordialmente,

Enrico

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Ovviamente sono interessato a nuove immagini, anche di falsi, e ringrazio per l'informazione.

Certo è che per Roma Numismatics non è un buon viatico di serietà professionale cercare di vendere per buona una simile spintria di fantasia....

Avrebbero dovuto scrivere appunto "moderno falso di spintria", e diventava una semplice curiosità.... (e solo allora ci poteva anche stare).

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Forse Roma Num. non lo sa che è falsa. D'altra parte non sono solo elementi indiziari, quelli a favore del falso ?!

Comunque col senno di poi sicuramente, lo stile non è molto Romano...quell' XI, quei cerchietti.. E sul D/ le figure...sono in uno stile un po' anacronistico; non trovate?

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Caro Alberto

purtroppo non posso che confermare, si tratta di un falsaccio, solo che è modernissimo, di area spagnola.

appena posso ti posto un'altro esemplare migliore.

Cordialmente,

Enrico

Caro Enrico,

Appena puoi facci vedere quest'altro falso spagnolo con resa migliore. Sarà molto interessante poterlo confrontare.

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Ovviamente sono interessato a nuove immagini, anche di falsi, e ringrazio per l'informazione.

Certo è che per Roma Numismatics non è un buon viatico di serietà professionale cercare di vendere per buona una simile spintria di fantasia....

Avrebbero dovuto scrivere appunto "moderno falso di spintria", e diventava una semplice curiosità.... (e solo allora ci poteva anche stare).

Ciao Alberto!

Ecco qua le immagini di un altro esemplare del falso tipo Roma Numismatic, sono da scanner quindi non ottimali, in mano è più naturale e convincente ma non tale da ingannare un occhio mediamente- bene addestrato, soprattutto considerando lo stile.

Presenta una patina verde intensa e a tratti profonda e simil-cristallina, marezzata con tonalità scure, incrostazioni terrose abbastanza tenaci di marna argillosa rossastra, con inclusioni cristalline, tipica della Spagna, sicuramente coniato.

Zona di produzione è L'Andalusia, apparso come falso tra la fine del 2006 e l'inizio del 2007, certamente da conio moderno recente ( ne ho le prove).

Dello stesso produttore ho visto altre monete più ingannevoli e soprattutto oggetti antichi molto molto ingannevoli ( sempre bronzo, anche con cancro verosimile... e non solo) insieme a produzioni molto più dozzinali.

Cordialmente,

Enrico

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E', quindi, una svista molto grave. Grazie per aver postato quest'esempio.

Sì, Mirko, sapessi quante "sviste" e ben più gravi ci sono in giro...

Grazie a te,

Enrico

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Grazie mille! Concordo sull'origine spagnola.

Si vede che anche in Spagna hanno i loro falsari....

La Spagna risulta essere una delle provincie che hanno fornito il maggior numero delle tessere con numerale di provenienza nota (comunque pochi esemplari noti). Una cosa che mi ha sempre un poco sconcertato è che le tessere (e spintriae) si trovano poche in Italia e quasi solo al nord, mentre sono più comuni nelle province.

Sembrano proprio sorta di souvenirs che vengono poi sparpagliate nei vari angoli dell'Impero romano. In ogni caso non si ha notizia di esemplari provenienti dall'Italia meridionale e nel Museo di Napoli ci sono pochissime tessere e nessuna con scena erotica (!!!) e le varie Soprintendenze meridionali mi hanno confermato che non le hanno mai viste....

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