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  1. Ultima ora
  2. Carlo.

    50 cent 1921 leoni deformato

    grazie mille @miza! direi che a questo punto è chiaro che sia una schiacciatura postuma e posteriore al 1929. leggo sulle note del Gigante che fu ordinata la godronatura sui 50 centesimi leoni al fine di meglio distinguerle dalle 5 lire di argento, visto le dimensioni similari, non potendo apportare la godronatura alle 5 lire che riportavano al bordo i FERT, rosette e nodi. mistero risolto!
  3. miza

    50 cent 1921 leoni deformato

    Ciao @Carlo. Penso proprio sia uno schiacciamento postumo. Tieni conto che queste monete nascono tutte con il contorno liscio e non rigato. Solo in seguito e dopo diverso tempo che già circolavano furono rimesse in lavorazione per rigare il contorno. (non a tutte naturalmente...) Difficile rigare il contorno ad una moneta deformata e diventata ormai un ovale... Deduco quindi sia stata schiacciata durante la sua vita mentre era in circolazione. Saluti
  4. macs

    Monaco 2025

    Dopo varie peripezie finalmente a casa, ma, cosa è successo? Gli si è infeltrito lo stemma? 😂
  5. Gapox

    Timbri pubblicitari non postali

    Mi piace come ti sei posto e le parole che sono uscite...vedo sei del friuli e la cosa buffa è che ora sono nel modenese a casa mia ma solo questa notte dormivo a Tolmezzo.
  6. Grazie mille, gentilissimi!
  7. SS-12

    Consiglio

    Ok grazie
  8. Carlo.

    Consiglio

    ciao @SS-12, credo intanto che l'anno sia 1796 e non 1793. il valore da catalogo della lira da 20 soldi in MB è 6 euro, sul mercato magari anche qualcosa meno.
  9. vv64

    Matematica e geometria nei giochi enigmistici

    6 minuti e 40 secondi Dette a e b le portate dei due rubinetti e x il tempo cercato si ha: 12a = 15b (a+b)× = 12a Da cui il risultato
  10. Salve , per voi quanto può valere questa moneta?
  11. modulo_largo

    Richiesta identificazione moneta

    Pareva anche a me, ma volevo la tua conferma
  12. pandino

    2€ pascoli

    solo tre? che delusione....
  13. coinzh

    Tetradramma Ateniese

    Non compro questo tipo di monete e per questo non lo so. ma e‘ un tetradrachme di atene. 20 anni fa questo tipo di monete erano rare, ora sembra che varie case d‘asta ne abbiano parecchie vendere. I tetradrachme di atene antecedenti a questa sono pure aumentate notevolmente di numero nelle aste ma per questo i prezzi non sono crollati e sono ben superiori al prezzo di questa moneta. A me sembra un prezzo molto basso. Anche il doppio per me sarebbe basso.
  14. Oggi
  15. 1357 Onorio... Si legge NORI a sinistra....
  16. modulo_largo

    Richiesta identificazione moneta

    @Poemenius è il top per questa fase dell' impero
  17. MERCURIO691

    Vaticano 2024

    Si
  18. santone

    “Cavallo” Ferdinando

    Il secondo volume sugli aragonesi è pronto per la stampa, attendiamo una decina di foto da un museo... appena arrivano si và in stampa
  19. dareios it

    “Cavallo” Ferdinando

    Mai visto prima. A proposito Realino, nessuna novità sul Corpus completo dei cavalli ribattuti in preparazione?
  20. intermundia

    Vaticano 2024

    Buon pomeriggio scusate, se potete darmi conferma di 2 euro cc del 2024 manca solo Marconi giusto?
  21. pandino

    Monaco 2025

    La cancellazione (ed il conseguente rimborso) dell'ordine effettuato in un giorno successivo al click day era preventivabile (un altro utente ha riferito invece che gli è stata consegnata), e già accaduta in passato Trovo strano che ti abbiano scritto invitandoti a telefonare, in italiano poi... Cmnq il numero è quello, prova a chiamarli e facci sapere
  22. favaldar

    Scudo pontificio 1835

    Credo anch'io. La conservazione quando ci sono questi "colpi", graffi o appiccagnoli rimossi è difficile da decidere. Nell'insieme è abbastanza gradevole, almeno in foto, ma questa tipo di usura è deturpante e svaluta molto la moneta quindi dipende dal collezionista che l'acquista. Ad alcuni piacciono queste usure danno alla moneta un senso di vissuto particolare oltre alla normale circolazione, del tipo, oggetto di devozione religioso o da medaglia rappresentativa di un Sovrano o di un Papa (in questo caso ambedue le cose) che all'epoca andava molto. Io darei un BB o quasi con colpi e graffi dovuti forse ad appiccagnolo rimosso o da altro.
  23. Ulpianensis

    Denaro VMBERTVS II

    Croci del genere, come ho detto, non le avevo ancora viste in monetazioni precedenti, ma verranno impiegate in altre monetazioni duecentesche (dunque successive) dell’area italiana settentrionale… si veda, ad esempio, questo grosso milanese da 6 denari imperiali: NAC asta 157, lotto 329 - peso 2,10 g …ma non non solo: crocette analoghe si vedranno anche in area centro-italiana, come nel grosso vecchio da 12 denari di Firenze: Peso 1,82 g, diametro 19,40 x 19,80 mm Queste crocette potenziate mi convincono che i denari a nome Umberto che le portano non possano risalire alla fine dell’XI secolo… ecco perché, tutto sommato, sono piuttosto convinto di attribuire ad Umberto III l’ultimo secusino aggiudicatomi: Peso 1,04 g, diametro 17,50 x 18,14 mm Prendendo come riferimento il volume di Rovera, dovrebbe essere un secusino buono di Umberto III di secondo tipo, databile al 1159-1165… mi chiedo se, stante quanto visto nelle monetazioni di Genova ed Asti (e data la presenza già di estremità “apicate” della barretta orizzontale della “T”) non possa essere datato a qualche anno dopo, ancora più a ridosso della transizione dei denari di IV tipo (datati al 1181-1183).
  24. Ulpianensis

    Denaro VMBERTVS II

    …che non ho ancora riscontrato in maniera sistematica in monete antecedenti e che mi hanno invece fatto pensare subito a quelle dei “grossi da 6 denari” emessi a Genova nella seconda decade del Duecento… Peso 1,69 g, diametro 20,64 mm Una rapida ricerca, e ho potuto effettivamente appurare che croci del genere, che sarebbe meglio definire, più che “patenti”, come “potenziate”, fanno la loro comparsa, nell’area geografica di nostro interesse, con i denari di Genova di gruppo I/1.IIb secondo Baldassarri, datati al 1170-1190 circa, e con i denari di Asti di gruppo II secondo Oddone, datati al 1173-1200 circa. Da Baldassarri M., Coniazioni ed economia monetaria del Comune di Genova: dalle origini agli inizi del Trecento, Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche, 2016. Da Oddone L., Denari della zecca di Asti e loro frazionari tra il XII e il XIV secolo: seriazione cronologica, varianti inedite e ambiti di circolazione, Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche 2022.
  25. Salve, qualcuno può aiutarmi a catalogare questo moneta di Giovanni Primicerio? Grazie. Pesa 1,17 grammi e ha un diametro di 10 mm. Saluti, Gianfranco
  26. Ulpianensis

    Denaro VMBERTVS II

    In ogni caso, sono passato infine a considerare le emissioni di Umberto III successive a quelle prese in considerazione nei post precedenti della discussione, cioè quelle unanimemente considerate “di Umberto III”, con croce patente al diritto e fiore a 6 petali con borchia centrale… In queste mi aspettavo il mantenimento di una “A” con le caratteristiche con cui erano state aperte le emissioni di Umberto III differenziandosi da quelle di Umberto II… be’, anche qui il confronto non è semplice… Dal “quinto tipo” secondo Rovera (ma, in realtà, già dal tipo precedente, il “quarto”) le “A” presentano elementi diversi, con assenza di “stanghetta” orizzontale e “cappelli” non più soltanto orizzontali, ma anche (e più spesso, mi pare) incurvati a concavità verso l’alto o addirittura con prominenti punte “discendenti” (così come per i trattini orizzontali delle lettere “T”)… Potrebbe essere frutto questo di una diversa “cura” nell’incisione, espressione semplicemente di una “mano” diversa…? Magari sì.. e in effetti quel che mi è parso, a prescindere dalle caratteristiche di alcuni elementi della lettera, è che queste “A” mantengano un’impostazione analoga alle precedenti descritte da Rovera per Umberto III, con “bracci” a margini interni paralleli ed un aspetto più regolare e “squadrato” e, allo stesso tempo, decisamente diverso da quello delle “A” delle monete battute ad Acquabella… così come da quelle osservabili sulle monetazioni di XII secolo di Vienne e Lione… ed anche (e in questo torniamo “in topic”) da quelle di Umberto II e - persino, direi - da quelle di Amedeo III… Insomma, effettivamente, la “mano” che ha inciso le “A” nelle diverse monetazioni è per forza diversa, ma mi sembra che ci sia sotto anche una diversa “sensibilità grafica”… Se questo, tutto sommato, potrebbe essere un parere personale, c’è però un elemento nell’iconografia di questi denari i cui elementi distintivi mi sembrano avere una maggior oggettività: le croci. Con questo intendo certamente la grande croce nel campo del diritto: fin dalla classificazione del CNI i denari di Umberto III sono stati attribuiti (oltre che per l’assenza di bisanti tra i 6 petali dei fiori al rovescio) in base alla presenza di una croce patente, in contrapposizione alle croci francamente piane - o, tutt’al più, con bracci appena rastremati verso il centro - dei denari attribuiti invece ad Umberto II. Le croci patenti, come le “A” con “cappello” e “stanghetta” orizzontale, non sono una prerogativa della monetazione di Umberto III: nella monetazione sabauda, si ritrovano già nei denari di Acquabella e nei secusini di Pietro I, così come in quelli attribuiti ad Amedeo II e nei secusini di Amedeo III; tutte patenti sono poi le croci dei denari carolingi e dell’area del Regno di Arles che ho potuto vedere, assieme ad una discreta parte di quelle presenti nelle legende dei denari emessi dalle zecche imperiali del Regnum Italiae (Pavia, Milano, Lucca…) nel X-XI secolo. In tutte queste croci patenti, tuttavia, la morfologia fa pensare a due modalità di incisione: 1. la sovrapposizione - più o meno distale - di un punzone triangolare ad un punzone lineare: 2. l’uso soltanto di punzoni triangolari: Nei denari di Umberto III, la forma della croce patente al diritto mi fa invece pensare che siano stati approntati dei punzoni appositi oppure sia stato ritoccato il contorno a bulino per rendere l’allargamento dei bracci della croce più graduale e le loro linee più “morbide”…: Ancora più degna di nota mi sembra, comunque, la forma delle croci all’inizio delle legende, che nei denari unanimemente attribuiti ad Umberto III presentano estremità dei bracci che si allargano in caratteristici “apici” appuntiti e prolungati… Ranieri asta 11 online, lotto 201 - peso 1,06 g
  27. Ulpianensis

    Denaro VMBERTVS II

    Le prime “A” con “stanghetta” e “cappello” nel Regnum Italiae le troviamo a partire dalle emissioni genovesi ed astesi, dalla quinta decade del XII secolo… monetazioni sicuramente diffusesi in Piemonte… Se volessimo considerare come “cosa nuova” la (ri-)comparsa delle “A” con “stanghetta” e “cappello” nella monetazione sabauda (dapprima - in maniera incostante - con Amedeo III e poi con Umberto III), dovremmo considerarla slegata da una tradizione (forse di carolingia memoria?) discretamente diffusa nell’area della valle del Rodano (a cui i conî di Acquabella non potevano essere estranei)… come se invece a Susa, “al di qua delle Alpi”, dovesse dapprima vigere lo stile prevalente del Regnum Italie dalla seconda metà del IX secolo in poi, con un cambiamento dalla quinta decade del XII secolo, in sincronìa con le emissioni astesi e genovesi… Elucubrazioni? magari sì… però…
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