Il bronzo è una lega di rame e stagno; l’aggiunta di quest’ultimo elemento abbassa il punto di fusione del composto. Per un tenore di stagno fino all’8%, la lega presenta buone caratteristiche meccaniche e grande resistenza alla corrosione: essa è ancora lavorabile plasticamente e si può laminare, estrudere, forgiare, stampare e trafilare. Aumentando ulteriormente il tenore di stagno, la durezza raggiunge livelli tali da consentire solo pezzi ottenuti per fusione, chiamati anche getti. Per le monete e le medaglie si usa un contenuto di stagno variabile tra il 3 e l'8%: entro questo intervallo la resistenza all'usura e alla corrosione si accompagnano ad una discreta coniabilità. Nello specifico la lega per la monetazione del Regno d’Italia presentò un contenuto di stagno del 4%.
Fu solo con l'avvento del Regno d'Italia che si parlò di bronzo. La monetazione degli Stati Preunitari era in rame, nonostante le impurità che potevano risultare disperse nel metallo.
Questo il tenore di una lettera che il Direttore della Zecca di Bologna scrisse al Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, che in quel periodo sopraintendeva alla zecca, e da cui si desume la "novità" della lega in questione (notare la data che è quella del giorno successivo alla proclamazione del Regno d'Italia):
ASB, DZ, b. 254, tit. IV, f. G, prot. 56 - Bologna, 18 marzo 1861 - lettera del Direttore della Zecca di Bologna al Ministero AIC: “Facendo seguito al N. 40 del giorno 10 corrente mese, il sottoscritto si pregia di partecipare come in questa Zecca hanno avuto luogo i primi esperimenti di fusione e formazione del bronzo per la nuova monetazione alla lega di 960 rame e 40 stagno, e che detti esperimenti hanno sortito il miglior risultato per la omogeneità e malleabilità della risultante lega. Tali fusioni, che si proseguono giornalmente in piccole proporzioni, per quanto lo comportano i mezzi attuali che la Zecca possiede, saranno ben presto estese a proporzioni più concludenti non appena si saranno pratricate le modificazioni riconosciute indispensabili per avere un forno più economico atto alla fusione della lega. Frattanto siccome si è cominciata la laminazione delle lastre ottenute dalle fusioni compiute fino ad ora, onde procedere con sicurezza al successivo taglio dei tondini, tornerebbe molto opportuno di provvedere almeno un pajo di conii che dovranno servire alla monetazione, sia per prendere norma del diametro preciso che debbono avere i tondini stessi, sia per eseguire qualche esperimento di coniazione che valga a prevenire qualsiasi difficoltà potesse mai presentarsi nella estesa coniazione che fra non molto dovrà intraprendersi. ..." (vedi Panorama Numismatico, novembre 2024, pp. 13-48)