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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/27/25 in tutte le aree

  1. Altre immagini della serata Volevamo ringraziare Andrea Costantini per la sua disponibilità e bravura nell'esporre i concetti non solo numismatici ma anche storici di questo valoroso condottiero. Un ringraziamento anche a tutte le persone che in questo anno ci hanno seguito, in presenza o da remoto, con interesse le nostre conferenze...ci impegneremo per il prossimo anno con un calendario di conferenze sempre di ottimo livello coinvolgendo relatori accademici ed amanti della numismatica.
    6 punti
  2. Grazie a tutti, Perhaps obvious if you look at the logo of my website, but the coins of Syracuse are my absolute favorite especially the litra. Since Boehringer's magnum opus is no longer under copyright I though to translate it https://www.lelouch.net/articles/die-munzen-von-syrakus, and reformat the catalog into an easier version. Hopefully it will be useful to everyone.
    5 punti
  3. Prese tre monetine a 2 euro (su mia stima e con un "ti pago la prossima volta" - né io avevo spiccioli né lei resto).
    4 punti
  4. Buonasera, mi intrometto e vi mostro due monete che ho acquistato tempo fa in una ciotola a poco. Nonostante la conservazione ho deciso di prenderle. Grazie e buona serata!
    3 punti
  5. Segnalo la pubblicazione della mia monografia dal titolo "Le monete milanesi di Filippo II – Volume I – Dal 1554 al 1577". L'Opera tratta ed illustra tutte le emissioni di Filippo II di Spagna coniate dalla zecca di Milano, fino al 1577. Seguirà in futuro la pubblicazione di un secondo volume per le emissioni del periodo 1577-1598. I materiali sono ordinati secondo un'inedita impostazione cronologica, creando così una vera e propria narrazione di queste prestigiose emissioni tanto apprezzate sia dai numismatici sia dagli storici dell'arte. Numerose le novità presentate, tra cui spiccano nuove identificazioni (basate su fonti archivistiche d'epoca) e la descrizione di varietà inedite. L'acquisto dell'Opera è possibile unicamente presso il sito dell'Editore, Amazon e le principali librerie online. Titolo: Le monete milanesi di Filippo II – Volume I – Dal 1554 al 1577 Autore: Antonio Rimoldi ISBN 9791224037354 141 pagine Immagini a colori Formato 17x24 cm Copertina rigida Pagine in carta patinata da 130g/m2 Prezzo di copertina: 55,00 € + spedizione
    3 punti
  6. Salve. Condivido la mia piastra 1807 di Giuseppe Napoleone. Si differenzia dalla precedente già presente in questa discussione perché riporta il 7 della data ribattuto su un 6. Peso: gr.27,54. Ringrazio per l'attenzione. Saluti.
    3 punti
  7. Benché tutti molto belli e non comuni questo annullo della Rinascente del 1924 e' particolare e sicuramente piu' raro degli altri, mi ha colpito per il termine "Bonetteria", pensavo ad un errore ma invece sembrerebbero essere calzature e prodotti attinenti. Non dimentichiamo poi che il nome "Rinascente" fu dato da Gabriele D'Annunzio ai suddetti grandi magazzini.
    3 punti
  8. Ciao a tutti, a proposito di annulli pubblicitari, ne ho qualcuno anch'io su frammento, però alcuni sono molto sbiaditi.
    3 punti
  9. Vorrei partecipare su questa discussione: Dite che mi accetteranno? Alle loro condizioni si Condizioni? quali? Un rito di passaggio da superare E in che consiste? Una grossa moneta in CU CU è il simbolo del rame! Tradotto: 'una grossa moneta in rame' Superato il rito di passaggio? No, è proprio in CU !
    2 punti
  10. Buona sera Selly, la serie W235 appartiene al contingente del 23 gennaio 1962 che va da W223 a W244 ed è il più raro tra i tre decreti delle sostitutive. Il Crapanzano-Giulianini lo dà R2 mentre il Gigante R3. Tuttavia la conservazione penalizza moltissimo essendo un MB, grado valutato tra i 15 e i 18€.
    2 punti
  11. Repubblica di Turchia - 50.000 Lira (moneta commemorativa Vertice Mondiale sull'alimentazione di Roma) - Materiale: Ottone nichelato, peso 11,78 grammi, diametro 28 millimetri. Anno 1996. Zecca di Istanbul.
    2 punti
  12. Dove c'è posto per 1 c'è posto anche per 2, dove c'è posto per 2 c'è posto anche per 3 e vai fino ad arrivare al numero di utenti che stanno nella nostra stessa situazione, il paradosso è che questo sistema da sempre problemi ma sta sempre li, ha i suoi santi in paradiso perchè in una situazione normale l'avrebbero già cambiato o fatto funzionare a dovere. Un sistema di pagamento che non regge x richieste mi da la sensazione che abbia la RAM di un PC di casa....
    2 punti
  13. Il 16.3.25 come da tabella tariffaria il costo aumenta da 30c a 40c, (sei giorni dopo la tua cartolina postale del 10.3.25), infatti nella cartolina postale del 21.4.25 abbiamo un'integrazione del 10c rosso Leoni all' affrancatura. Le tariffe postali negli anni 1924-25 appartengono ad un periodo tempestoso. Furono gli anni in cui l’inflazione toccò uno dei suoi massimi, e, anche per spedire una lettera, il costo aumentò sino ad una cifra che fu poi raggiunta di nuovo solo alla fine del 1943. L’anno esaminato si divide in due periodi tariffari. Nel primo, dal 1 gennaio 1924 al 15 marzo 1925 (ma tutte le tariffe ricordate erano già in vigore dal 1 gennaio 1923), spedire una lettera costava 50c a porto e con 1 lira si poteva richiedere anche il diritto di raccomandazione. L’espresso scontava 60c (oltre, ovviamente, ai 50c della lettera semplice). Costo dimezzato, ma non per i diritti accessori, per le lettere all’interno del distretto (per intenderci, città per città… e immediati dintorni). Stampe e cartoline con sola firma pagavano 10c , aumentati a 15c per le cartoline in distretto o con cinque parole (anni in cui i postelegrafonici dovevano contare le parole, oggi non si mettono neanche più gli annulli ! ). Con 20c s’inviava un biglietto da visita, mentre, con 25c si poteva spedire una fattura o si scriveva ad un militare e con 30c infine, si poteva scrivere quanto si voleva su una cartolina e farla recapitare in tutta l’Italia.
    2 punti
  14. Nel 40 a.C. i Parti, approfittando della debolezza di Roma, dissanguata dalle guerre civili e lacerata dalle divisioni conseguenti alla morte di Cesare, invasero le province orientali e dilagarono attraverso la penisola anatolica sino al mare Egeo. Li guidava un traditore, Quinto Labieno, figlio di quel Tito Labieno che, sebbene descritto da Plutarco come “amico tra i più intimi e luogotenente di Cesare, che aveva lottato al suo fianco con grande coraggio durante tutte le guerre in Gallia”, aveva abbandonato il suo comandante per schierarsi prima con Pompeo Magno, poi coi suoi figli. Quinto Labieno aveva peraltro guadagnato alla causa partica le truppe lasciate a presidio della Siria, consentendo così anche l’occupazione di quella provincia. I Parti gli avevano affidato il comando del proprio esercito, ossia quella stessa cavalleria che solo tre anni prima aveva annientato le legioni di Crasso nella devastante battaglia di Carre; per questo, quando emise un proprio denario fece apporre al dritto il suo ritratto, al rovescio un cavallo partico con arco e faretra appesi alla sella. Ciò che colpisce di questa moneta è la legenda, ove egli si definiva PARTHICVS: questi cognomina infatti venivano assegnati a chi debellava un nemico (come nei casi di “Africano”, “Emiliano”, “Asiageno”, “Turino”), non certo a chi si vendeva a lui. Non solo Labieno era un traditore, non solo si vantava di essere un traditore, ma derideva la tradizione guerriera dell’Urbe. Nel 39 a.C. sbarcò nella provincia d’Asia Publio Ventidio Basso, generale incaricato da Marco Antonio di ricacciare i Parti fuori dai confini dei territori romani, con 11 legioni di veterani. Per finanziare la sua campagna militare egli emise allora l’altro dei denari illustrati, che reca al dritto il ritratto di Antonio stesso, al rovescio l’immagine di Giove stante con lo scettro in mano e la propria firma, P.VENTIDI PONT.IMP. Ventidio venne a contato con l’esercito nemico in Cilicia, presso il Monte Tauro (una delle cime della catena che porta lo stesso nome), e lo sconfisse duramente, uccidendo il traditore Quinto Labieno. La sua cavalleria, mandata poi in avanscoperta, si imbatté in un altro contingente partico ai confini della Siria, presso il Monte Amano (attuali Monti Nur, ai confini tra Turchia e Siria); stava per essere sopraffatta, quando sopraggiunse Ventidio stesso con le legioni infliggendo ai Parti una nuova, cocente sconfitta. I Parti si ritirarono allora dalla Siria, ove Ventidio fece acquartierare le sue truppe per trascorrere l’ormai incipiente inverno. Nella primavera del 38 a.C. Pacoro, re dei Parti, decise di reagire duramente contro Ventidio. Predispose un contingente molto numeroso dei temutissimi arcieri a cavallo, gli stessi che nel 53 a.C. avevano fatto strage delle legioni di Crasso, e degli altrettanto feroci catafratti, reparti di cavalleria corazzata capaci di travolgere e scompaginare le fila della fanteria, e ne assunse personalmente il comando. Partì dal suo regno in primavera; Ventidio, informato dalle sue spie degli spostamenti di truppe nemiche e necessitato a riunire le sue legioni (sparse nei diversi accampamenti invernali) prima di poterle affrontare, riuscì, con un’efficace attività di controinformazione, a far pervenire a Pacoro false indicazioni di un’incipiente imboscata romana, convincendolo a intraprendere un percorso più lungo del necessario. I Parti raggiunsero così i Romani solo il 9 giugno, anniversario della battaglia di Carre, e li trovarono trincerati dietro le proprie fortificazioni sulle pendici del Monte Gindaro (nell’attuale Siria settentrionale), paralizzati dalla paura. Decisero quindi di attaccarli e gli arcieri a cavallo si gettarono contro di loro, seppure in salita; avrebbero rinovellato le epiche gesta compiute 15 anni prima. Era una trappola. Al momento opportuno le porte degli accampamenti romani si aprirono e i legionari eruppero correndo - in discesa - contro la cavalleria nemica, armi in pugno. La manovra riuscì alla perfezione; presi alla sprovvista, i cavalieri non ebbero il tempo di colpirli, né di manovrare in ritirata; presi da panico si sbandarono, ostacolandosi a vicenda, galoppando gli uni contro gli altri. Molti non sopravvissero ai gladi dei Romani e agli zoccoli dei commilitoni, gli altri tornarono verso la posizione del loro re. Nella loro travolgente marcia, le legioni raggiunsero così il nerbo dell’esercito partico dove i catafratti, che erano rimasti in attesa alla base del pendio (non potevano caricare in salita, con il peso delle loro corazze), si strinsero in una formidabile formazione difensiva con al centro il re e la guardia reale: un muro di metallo, contro cui i legionari si sarebbero sicuramente schiantati. Ma i legionari non li raggiunsero. Si fermarono e li circondarono, fuori dalla portata degli archi dei pochi arcieri rimasti, A questo punto, dagli accampamenti romani sovrastanti cominciarono a volare le pietre e le glandae plumbae (“ghiande di piombo”) scagliate dai frombolieri greci e cretesi che Ventidio aveva arruolato e portato seco proprio attendendo quell’occasione. Velocissimi, i proiettili cominciarono a tempestare cavalli e cavalieri, ancor più efficaci in quanto arrivavano da postazioni sopraelevate, ferendo gli animali e disarcionando gli uomini; circondati dalle legioni, i Parti non sapevano come reagire. Quando fu il momento, la pioggia di pietra e metallo si interruppe all’improvviso e le legioni, levato un alto grido, si gettarono da tutti i lati contro le fila dei Parti, ormai miseramente scompaginate e composte per lo più da cavalieri appiedati, impacciati nei movimenti. L’attacco romano mirò direttamente contro la guardia reale; malgrado la sua accanita resistenza alla fine essa dovette soccombere e, quando un centurione levò alta la testa del re morto, le poche sacche di resistenza partica si sbandarono definitivamente. Chi aveva ancora un cavallo fuggì nella direzione del ponte sull’Eufrate, deciso a tornare in patria; ma le soprese di Ventidio non erano ancora finite: la cavalleria romana era stata tenuta in attesa proprio in previsione di una fuga in quella direzione e sbarrò la strada ai Parti, impedendo loro di guadagnare la salvezza. Nello stesso giorno in cui i Parti avevano sconfitto le legioni di Crasso uccidendo il triumviro, i Romani avevano debellato i cavalieri di Pacoro uccidendo il re. Ventidio, tornato a Roma, il 27 novembre del 38 a.C. celebrò il trionfo. Come disse Plutarco, “Ventidio è l'unico generale romano che ad oggi abbia celebrato un trionfo sui Parti”. Lui, se lo avesse voluto, avrebbe potuto fregiarsi del cognomen Parthicus, che Labieno aveva infangato.
    2 punti
  15. Certo, .. sarebbe una collezione tematica eccezionalmente bella. Gli annulli nitidi sono ovviamente più interessanti, ma vorrei puntualizzare che anche gli annulli meno nitidi ma leggibili e visibili non sono da tralasciare. Questo e' ancora oggi un collezionismo di nicchia ma ho buone speranze per il futuro. Ricordo che le targhette sono veramente molte, gli unici cataloghi che le elencano sono l'Ornaghi e il Bartolomasi per l' Italia, sono cataloghi non piu' editi quasi introvabili, l' ultima edizione dell' Ornaghi è del 1974 credo, e del Bartolomasi meta' anni sessanta, quindi anche i valori di catalogo sono obsoleti, esistono poi delle pubblicazioni dell'A.N.C.A.I Associazione Nazionale Collezionisti Annullamenti Italiani, ma sono solo per i soci. Quando un collezionismo è di nicchia diventa difficile anche trovare testi di riferimento attuali, ecco perché quando si trovano i cataloghi vanno acquistati.. anche se vecchi danno comunque un riferimento sulla rarità.. poi il valore con un pochino di esperienza viene contestualizzato al presente.
    2 punti
  16. Buongiorno @gpittini , in un certo senso mi fa piacere non essere il solo ad ignorare l' esistenza di questi due nominali , pensavo fosse una mia personale "mancanza" di informazione , derivante probabilmente e dalla loro rarita' , dovuta al fatto che queste due monete vennero emesse da due soli Magistrati , pochissimi , rispetto a quelli che firmarono le loro monete . Per quanto riguarda la tua domanda , la parola latina BES , BESSIS , deriva da un peso di otto oncie , oppure dalla misura geometrica contenente otto parti di uno jugero , o secondo Marziale un interesse sul denaro prestato pari all' 8% . Si potrebbe quindi ipotizzare che il BES corrispondesse , in termini pratici , al numero VIII . In foto un rarissimo esemplare di BES emesso da C. CASSI , Cr. 266/3 .
    2 punti
  17. Io ringrazio tutti i partecipanti e il CCNM per avermi dato la possibilità di contribuire alle attività con il mio intervento. E' sempre fonte di arricchimento il confronto con voi e anche stimolo per nuovi approfondimenti e ricerche. Luciano @417sonia è sempre molto modesto, ma davvero è fonte di informazioni veraci e sottili e per noi venetici grande veterano! Sono stato contento che sei venuto di persona! Grazie anche a tutti i partecipanti che hanno avuto la pazienza di ascoltarmi!!!A presto!
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  18. Seguita on line tutta d'un fiato (meglio... Di un fià). Complimenti al nostro @Andrea Costa sempre preparatissimo, coinvolgente ed appassionante.
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  19. Grazie a te, sono molto, ma molto! contento di questo! Ora vado a vederla... grazie ancora, mi fa davvero piacere avere una mia moneta su quel catalogo!
    2 punti
  20. Si avvicina la data della cerimonia di chiusura simbolica della Capitale europea della cultura 2025: il 5 dicembre a partire dalle 17 ci sarà in piazza uno spettacolo luminoso di cui stanno facendo adesso le prime prove. https://www.go2025.eu/it/whats-up/eventi/luci-senza-confini-con-una-cerimonia-di-chiusura-illuminata
    1 punto
  21. Curiosità: La moneta da 50 cent si trova come logo al verso delle banconote della Liberia tutt'ora in circolazione, questa mia è del 1989, la prima dell'epoca moderna. Il logo con al mia moneta
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  22. Grazie Antonio @anto R ho finito i "mi piace" e mi era sfuggito il tuo primo post. Avvicinandosi il Natale lo metterò nella lista dei desideri. Complimenti
    1 punto
  23. Buonasera. Fino a qualche anno fa, senza fattura, si pagava il 26% sul 25% del totale. E allora, essendo già l'oro aumentato molto, conveniva aver smarrito la fattura
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  24. Eh sì, quella dove era stata messa, Zecche straniere, è per le monete estere dal 1500 al 1800 Spostata.
    1 punto
  25. No no, annullato due volte e due volte avevo ricevuto conferma
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  26. 1 punto
  27. Hanno messo l'immagine della divisionale 2025 con il link al negozio sulla home page......... poi vai al negozio e non c'è nulla...... a questo punto penso che siano proprio improvvisati e senza speranza
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  28. Ciao, nemmeno io li seguivo prima,ma sai l'appetito vien mangiando 😁 Ciao e grazie, no non è frattura e non è cancro del bronzo,almeno ho provato e non sfarina
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  29. Leggere il thread ch ti ha linkato, ed eventualmente porre lì le tue domande no?
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  30. Il primo in alto 1 scellino verde nell' immagine l' uccello lira, è un Francobollo emesso dagli anni 30 agli anni 40 e 60 del novecento, si differenziano dalla dentellatura e filigrana. Hanno diverse varianti sono emissioni da studiare che potrebbero dare soddisfazioni. Stesso discorso vale per il 6 dime kookaburra e il 4 dime verde koala e il 1/2 dime Orange canguro. Il Francobollo da 5e1/2 dime blu ardesia con l' emu nell' immagine e' dell' emissione del 1942 fino al 1968. Su i due lati i quattro fiori che si vedono sono le orchidee dette "the Great Sun orchid" e sono le prime orchidee a comparire su dei francobolli australiani. Tutti appartengono a quelle belle emissioni australiane che partono dagli anni 30 sino agli anni 60, piene di varianti e sorprese, vanno studiate e controllate con attenzione filigrane, dentellature e immagini. Sono considerati Francobolli classici australiani. Complimenti per averli conservati da quando eri piccolo.
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  31. Anche io non pensavo ce ne fossero tante. Sono anche belle, adatte per una collezione tematica.
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  32. E' una banconota molto bella, piace molto anche a me, peccato che nel tuo esemplare siano presenti quelle macchie deturpanti, che ne rovinano a mio parere l'aspetto generale, ma l'importante ovviamente è che piaccia a te🙂.
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  33. complimenti ottimo acquisto!
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  34. Bella e in buone conservazione, peccato che nella prima foto a ore 9/10 ci sia una "frattura" (non so bene come definirla) e la macchioline sulla M (può essere malattia del bronzo?) . Comunque bella , buona giornata Bell'acquisto
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  35. Sì @uragano, anche la madonnina di Viterbo era molto interessante, ribattuta su sampietrino, con stile "strano" di probabile fattura repubblicana. E anche questa non adeguatamente descritta, ma almeno valorizzata dagli offerenti ☺️: https://negrini.bidinside.com/it/lot/30514/pio-vi-1775-1799-viterbo-cinque-baiocchi-a-/ Ciao, RCAMIL.
    1 punto
  36. Visto che sbaglio sempre i conti? 😅 chiedo scusa..
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  37. Beh ma non solo in Germánia e’ tantissimo non circolano monete di altre leghe ovviamente. Pero’ che bello poterle usare così, sinceramente son stato mille volte in Germania ma non ci ho mai fatto caso. In realtà forse e’ la nazione mi stupisce meno , d’altronde in alcuni paesini ancora usano il marco tedesco (Chiaramente per gioco ma lo usano, tanto potra’ essere cambiato per sempre in Banca centrale quindi di fatto chi li ha ancora non li dà via, rendendo possibile cio’ che ho scritto sopra) Sono sempre stati un mondo a sé all’interno dei loro confini per la monetazione. Molto bella questa cosa , grazie per la testimonianza @ART e’ vero anche questo: quando si parla del nostro amato Dio denaro anche un piccolo partìcolare puo’ bastare per spedirci agli inferi😁😁😂😂”
    1 punto
  38. Interessante e bei esemplari, complimenti
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  39. Aggiunto alla mia collezione un esemplare di ~8 (Munt.152 var.).
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  40. Chiudere la discussione? E perché? Quando mai ricapiterà di trovare in una discussione tanta moderazione e tanti buoni sentimenti? 😘
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  41. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il 25 novembre 2025, emette un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica i Valori sociali, dedicato alla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne - Questo non è amore. Tiratura: quattrocentomila-cinque carte-valori postali. Indicazione tariffaria: B zona 1. Descrizione del francobollo La vignetta raffigura il volto di una donna con lo sguardo basso e con segni di violenza; nel suo atteggiamento il peso di un vissuto complesso. L’illustrazione è stata utilizzata dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato per la campagna di sensibilizzazione per il contrasto alla violenza di genere che ha per claim “…Questo non è amore”. In alto, a sinistra, è presente lo stemma araldico della Polizia di Stato. Completano il francobollo la legenda ”GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B ZONA 1”. Bozzetti: a cura del Centro Filatelico dell’Officina Carte Valori e Produzioni Tradizionali dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.. I francobolli sono stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia; colori: cinque; carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, con imbiancante ottico; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft mono-siliconata da 80 g/mq.; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco); formato carta: 30 x 40 mm.; formato stampa: 26 x 36 mm.; formata tracciatura: 37 x 46 mm.; dentellatura: 11 effettuata con fustellatura. Caratteristiche del foglio: Il foglio contiene quarantacinque esemplari. Sulla cimosa, la riproduzione monocromatica del logo MIMIT
    1 punto
  42. Buona domenica ragazzi, scusatemi per il titolo della discussione, ma poi capirete il perché. Mi è capitata questa lettera d'amore che il mittente Paolo invia alla morosa Luisa e mi sono divertito a fare dei conteggi, perché questa lettera è lunghissima! Sono 280 righe e circa 1700 parole per un totale all'incirca di 117.000 lettere! Ma quanto ci avrà messo a scriverla? Non ci provo nemmeno a trascriverla, immaginerete perché, magari solo l'inizio che è già tutto un programma. Inizia così: "Indispensabile luce dei giorni miei". Grazie per l'attenzione. Sono gradite informazioni di carattere generale e postali. All'inizio della lettera, il mittente incolla una sua foto minuscola.
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  43. Perché “ andrebbe richiusa” ? Perché se ne perda la memoria? Per discrezione ? Non capisco… non mi pare che tutti questi scrupoli di riservatezza siano stati applicati , neanche da chi li invoca adesso, in altre discussioni similari in cui erano implicati ,in casi simili , altri nominativi… anzi: se ne invocava a gran voce la pubblica gogna , e quelli che urlavano più forte erano proprio gli stessi che adesso sussurrano e chiedono discrezione e privacy…. Non è che adesso sono coinvolti amici degli amici e le altre volte invece no? Sarebbe un bel l’esempio di doppiopesismo e ipocrisia… non che di questi comportamenti non ne fossimo mai stati testimoni in passato, ma reiterare mi pare sconveniente
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  44. 1 punto
  45. Ed ecco gli esemplari che sono riuscito ad aggiungere alla mia raccolta:
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  46. Guarda anche la distanza delle lettere in Italia come diceva sopra @ACERBONI GABRIELLA
    1 punto
  47. Il XIV è proprio evidente
    1 punto
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