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I contenuti con la più alta reputazione dal 12/04/25 in tutte le aree

  1. Ad un mese esatto dalla chiusura del Giubileo 2025, che avverrà il prossimo 6 gennaio 2026 con la solenne cerimonia di chiusura della Porta Santa di San Pietro che segna la fine ufficiale dell'Anno Santo, questa sera vi presento una moneta coniata esattamente 500 anni fa ed emessa proprio per commemorare la chiusura del giubileo 1525, quando al soglio di Pietro regnava papa Clemente VII, al secolo Giulio de Medici. Clemente VII (1523-1534), Roma, Quarto di Ducato. Munt 27, CNI 13, MIR 794/1. D/ Busto a sinistra imberbe, con piviale fiorato e fibbia ovale. . CLEMENS . VII . PONTIFEX . MAX . R/ . IVBI // LAEVM // . VII . // CLVSIT . in corona d'alloro a mazzetti di tre foglie e due bacche, saliente ai lati e legata in alto e in basso Peso: 9.43 g. Traccia di foro abilmente otturato. Si tratta di una moneta a mio avviso di grande fascino, pur presentando una iconografia piuttosto modesta sia nella composizione che nella qualità dell'incisione. Senza ombra di dubbio, questo quarto di ducato è da considerare moneta di esimia rarità. Questo esemplare infatti ha un glorioso pedigree alle sue spalle, che ho ricostruito quando è nuovamente apparso sul mercato, nell'asta NAC 147 del giugno 2024 (lotto 416). Proviene infatti dall'asta Finarte del 1970, lotto 119 e successivamente dalla vendita Montenapoleone 1 del 1982, lotto 142 (due delle aste "storiche" per le monete papali). È ricomparso poi molti anni dopo nell'asta Varesi 52, lotto 1009. Si tratta pertanto sempre del medesimo esemplare e dalle mie ricerche non mi risulta nessun altro passaggio sul mercato né che un altro esemplare sia annoverato tra le più importanti collezioni di monete papali. Si tratta tra le altre cose proprio dell'esemplare illustrato sia sul Muntoni che sul MIR. Questa moneta presenta una curiosa particolarità. Al rovescio viene infatti indicato IUBILAEUM VII CLUSIT, cioè "Chiuse il VII Giubileo". L'incisore dei coni, tuttavia, è caduto in un inspiegabile errore indicando nella legenda il Giubileo del 1525 come il settimo, a partire dal primo indetto da Bonifacio VIII nell'anno 1300, quando invece si trattava dell'ottavo. Chissà se Clemente VII, in questi stessi giorni di 500 anni fa, nel pieno delle celebrazioni di uno degli eventi più importanti della cristianità, avrebbe mai immaginato che solo due anni dopo, sempre negli stessi giorni di quel dicembre 1527, sarebbe stato costretto a fuggire da Roma attraversando il "Passetto" travestito da mendicante per mettersi in salvo dalla furia distruttrice dei Lanzichenecchi in quello che passò alla storia come il "Sacco di Roma". Michele
    9 punti
  2. Segnalo la pubblicazione nel n°21 del Notiziario del Portale Numismatico dello Stato dedicato al medagliere del palazzo ducale di Mantova. Il medagliere oggetto di questa pubblicazione è composto da più di 11000 monete e medaglie conservate nelle raccolte di proprietà del comune di Mantova e affidate per la conservazione al museo di palazzo ducale (una parte consistente delle collezioni comunali è conservata ed esposta nella sezione gonzaghesca di Palazzo Te). I cataloghi dei materiali sono suddivisi in: monete classiche (A. Biasion); monete medievali e moderne (M. Bazzini); medaglie e placchette (S. Pennestrì). Nei cataloghi viene presentata e descritta una selezione dei materiali presenti nelle collezioni di palazzo ducale. Il n°21 del Notiziario è liberamente scaricabile dal sito in collegamento https://www.medaglieri.numismaticadellostato.it/static/notiziario/Notiziario_21_2025.pdf Mario Mario
    7 punti
  3. Finalmente ieri ho trovato una ciotolina interessante. 1) 300 Reis Brasiliani del 1938 - Emissione commemorativa del compositore Carlo Gomes 2) 1 Att thailandese del 1895, zecca di Bruxelles
    6 punti
  4. Eccolo. Si tratta di un Coronato di Ferdinando I d'Aragona con "C" gotica sotto la croce e dietro il busto. Gr. 3,89. Saluti.
    6 punti
  5. Buon pomeriggio, ciao @Releo, provo a rispondere ai tuoi quesiti... 1. le due piastre in oggetto presentano indubbiamente lo stesso identico conio al dritto e due diversi conii al rovescio. Come hai già fatto notare, basterebbe contare le perle sui montanti della corona della tua piastra, per rendersi conto che su alcuni montanti ve ne sono in sovrannumero... e già questa è una rara curiosità. 2 e 3. E' plausibile che le due monete siano state coniate in tempo ravvicinato - probabilmente nell'anno 1836 - poi, che le due piastre siano state coniate entrambe a Gennaio oppure, una a Gennaio e l'altra a Settembre... credo che questo dato sia irrilevante per stabilire la presenza o meno di un esubero di metallo sul medesimo conio del dritto. Mi spiego: Se sul conio del dritto è presente un buco millimetrico, una lesione, una rottura - che sul tondello, di conseguenza, si manifesterà come un esubero di metallo - questo difetto si presenterà ogni qual volta venga utilizzato quel conio, cioè su tutte quelle monete che presentano lo stesso conio al dritto, indipendentemente dal numero di conii del rovescio con cui questo conio sia stato abbinato. Solo per fare un esempio, allego un'immagine con quattro piastre 1836 che presentano lo stesso difetto con esubero e "microlesioni in evoluzione" - frutto dello stesso conio. Più in generale, questi microscopici difetti di conio, possono presentarsi in modo più o meno evidente - spesso a seconda dello stato di conservazione - così come in alcuni casi, si può riscontrare anche una sorta di "evoluzione" del medesimo difetto di conio sulle diverse monete. Questo perché, sotto i colpi del bilanciere, delle impercettibili lesioni di conio, sottili come dei capillari - che si trovano molto spesso in prossimità delle lettere della legenda - continuano inesorabilmente a creparsi e quindi, durante la coniazione, si riempiono inevitabilmente di metallo e continuano a manifestarsi come esuberi da rottura su tutte le monete coniate. Ora, se mi consenti, esprimo anche il mio personalissimo parere sulla presunta variante "doppio punto" 1836. Nonostante il fatto che questa nuova variante sia stata già promossa e catalogata come R4 da Magliocca (nostro esperto di riferimento), purtroppo, io nutro dei fortissimi dubbi riguardanti forma e dimensione del presunto "punto supplementare". Per questo, credo che si tratti ancora una volta di un errore di interpretazione e di catalogazione della moneta in oggetto. Per un confronto, posto l'immagine di un'altra piastra 1836 che presenta lo stesso identico conio al dritto - abbinato con un terzo rovescio differente - Hier senza punto. (Da InAsta 97 lotto 1219) Come si può notare, in un solo millimetro di area, c'è stata un'evoluzione del difetto con l'aggiunta di un piccolo ricciolo composto da un sottilissimo filamento di metallo. Allego anche una GIF con il dettaglio del difetto / presunto doppio punto. Nell'era della variante a tutti i costi, io ho già scritto la letterina a Babbo Natale con un simbolico augurio per il nuovo anno: meno improbabili varianti e più spirito critico per tutti! Un saluto, Lorenzo
    5 punti
  6. Ciao Carlo, prima di tutto grazie per la tua umiltà e onestà intellettuale. Ma capisci bene che se a tutti “ci capitasse” il forum, che lo fanno coloro che scrivono, diventa un crogiolo di Può certamente capitare di sbagliare, e io per primo ne so qualcosa. Ma se si scrive con cognizione di causa, questo potrebbe capitare più raramente. Tra i nuovi siete in diversi. In pochissimi anni, avete accumulato più messaggi di me che con questo nick ci scrivo da più di 10 anni Mettici che diverse sezioni (come questa) sono abbandonate a se stesse. A buon intenditor… Ovviamente non mi riferisco a te solo. È sempre più presente una “superficialità” nello scrivere, quasi a voler solo far avanzare il contatore dei messaggi per “salire di grado”. Questa è l’impressione che ho. Mi scuso per la schiettezza, ma ormai mi si conosce. Nel leggere certe cose passa davvero la voglia di intervenire, e così, si ritorna al classico “cane che si morde la coda”: nessuno corregge, rimangono informazioni fuorvianti perché Il forum lo “facciamo” noi. Occorrerebbe più scrupolo nell’osservanza del regolamento (ad esempio, sai quante discussioni “calderone” si sarebbero evitate? sono solo dispersive e rendono molto difficoltosa l’indicizzazione delle informazioni) e buon senso nello scrivere: le cose le so? Le so spiegare bene (e non in modo sillabico con “bella” “ottimo esemplare” e via dicendo…)? Allora scrivo. Le cose non le so? Allora non scrivo. Ho dubbi? Allora, con buon senso, valuto se scrivere qualcosa, precisando per lo meno, che sono congetture personali. Così, chi leggerà avrà modo di rendersi conto che quelle informazioni necessitano di una conferma da chi conosce meglio la questione Sempre con stima Fabrizio
    5 punti
  7. Come ho già detto: uno scambio di punzecchiature ha trasceso in un più pesante j’accuse…. Con minacce varie… in ogni caso, era solo uno scambio di punzecchiature inizialmente e solo I limiti intrinseci al mezzo di comunicazione , la scrittura, lo ha trasformato in quello che è diventato, perché non permette la percezione dei toni del parlato. adesso , a meno che non ci siano ruggini vecchie o volontà di arroccamento, io direi di seppellire l’ascia e lasciare che lo spirito natalizio neutralizzi questo contrasto , in modo da tornare amichevolmente a parlare di monete. Quanto al 10 assi, ho avuto modo di vederne dal vivo esemplari musealizzati, esemplari privati ed esemplari falsi. Se alcuni tra quelli visti non fossero stati musealizzati e me li avessero proposti in vendita non li avrei comprati ….immaginati se avrei comprato quelli privati….alla fine erano quasi più attraenti quelli dichiaratamente falsi….
    5 punti
  8. L'autrice dell'articolo avrà visto cose che noi umani non potremmo mai immaginare: banconote in fiamme al largo dei bastioni di Orione, ha visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.... ma prima andate a cambiare le banconote a 10 euro in monete.
    5 punti
  9. Moneta in conservazione piacevole con usura uniforme e contorno con spigoli consunti. Come spesso capita il R/ è meglio conservato del D/. Posto il mio esemplare per confronto e condivisione (già fatto diverse volte su questo forum) con rosetta al contorno sovrapposta alla T di FERT:
    5 punti
  10. ma che domande sono? nel manuale del collezionista c'è scritto il valore minimo delle monete da mettere in collezione? anche 1 centesimo di euro che mi manca e mi ritrovo di resto lo metto in collezione, e vale 1 centesimo! e se lo trovo per terra, lo raccolgo pure!
    5 punti
  11. Lo scavo archeologico di un grande mausoleo romano tra le colline moreniche del Garda, a Monzambano (Mantova) si inserisce nell'ambito della recente scoperta di altri edifici simili nelle vicinanze, a Goito (MN) e a Calvatone (CR). un interessante oggetto di studio per l'archeologia romana in Italia settentrionale
    4 punti
  12. Buonasera @AncientCoinnoisseur Grazie per la segnalazione. Ho ricontrollato i vari testi di riferimento che riportano questa moneta ed effettivamente il diametro di 11 mm non l’ho trovato scritto da nessuna parte. Già la semplice misurazione con righello sulla foto del catalogo d’asta NAC 83 (per quanto approssimativa) ci riporta un diametro di 16 mm. Complimenti per l’elaborato calcolo che ti ha portato già a ipotizzare che l’aureo dovrebbe avere un diametro di almeno 15 mm. Riguardo alle quattro monete conosciute: 1) Nel ricontrollare le precedenti vendite dell’aureo presente in NAC 83 del 2015 (link al catalogo: https://www.acsearch.info/search.html?id=2469198 ) ho trovato che la moneta (con un pedigree eccezionale) ha un diametro di 16 mm. Il diametro non viene menzionato in NAC 5 del 1992, in Cahn-Hess del 1933 (collezione Haeberlin), e in Rollin & Feuardent del 1887 (collezione Ponton D'Amecourt), ma è presente invece in Hirsch XXI del 1908, di cui allego una scansione (da dire che la gran parte dei lotti in questo catalogo d’asta hanno sia il peso sia il diametro). Hirsch XXI del 16/11/1908 (Sammlung Consul Weber) lotto 248 2) La foto dell’aureo della Biblioteca Apostolica Vaticana (da me inserita nel catalogo) l’ho presa dal testo di Giancarlo Alteri “Di alcune emissioni straordinarie coniate durante la repubblica romana” del 2005, piccolo volume che riporta alcune monete presenti nel Medagliere Vaticano (di cui l'Alteri ne era, o forse lo è ancora, il direttore responsabile). Nella scheda si riporta un diametro di 17,50 mm. 3) Ho ripreso anche il testo del Bahrfeldt “ Die Römische Goldmünzenprägung” del 1923 il quale riporta, per i quattro esemplari censiti un diametro di 16-17 mm. Allego il testo e la tavola fotografica dove sono presenti tutte e quatto gli aurei (compreso quello del Museo Nazionale di Roma). 4) Infine l'aureo del British Musem: nel catalogo online sulla monetazione romano repubblicana non viene riportato il diametro. https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_R-8061 Riguardo all’ultima foto che hai inserito (con un aureo del giuramento e l’aureo da XXX assi) purtroppo nelle tavole del Barhfeldt non sono stati riportati nè lo statere nè il mezzo statere della collezione Gnecchi (confluita poi nel Museo Nazionale di Roma): ma a questo punto sapendo che l’aureo da XXX assi ha un diametro tra i 16-17 mm, la moneta a sinistra è sicuramento uno statere che ha un diametro di 18-19 mm (mentre il mezzo statere è tra i 14-15 mm). Ho corretto la scheda inserendo il valore di 16-17 mm. Grazie ancora per la segnalazione.
    4 punti
  13. Tanto per metterla in battuta, nessuno si offenda, tutto questo mi ha piacevolmente riportato agli anni della fanciullezza, nei quali ci si metteva ogni tanto ad osservare le nuvole, cercando di dare ad ognuna una forma conosciuta.
    4 punti
  14. Altro Coronato con busto maturo nella variante senza segno di zecchiere. Tondello non tosato ma con peso calante.
    4 punti
  15. Salve @modulo_largo , forse potresti aver gia' letto la Storia Augusta nel passo che tratta di Macriano padre nel capitolo delle Vite dei 30 tiranni , nel qual caso riporto le pagine del testo antico a conoscenza di chi non possiede la Storia Augusta ; questo passo non risponde a favore o contro la tua richiesta , pero' lo considero utile per meglio inquadrare il periodo storico subito dopo la sconfitta di Valeriano , spero si legga decentemente bene . Saluti P.S. Macriano padre , essendo stato stato eletto Imperatore dai soldati insieme ai suoi due figli , che poi divennero Augusti , e' probabile , ma non dimostrato , che qualche zecca orientale in questo frangente abbia emesso qualche rara moneta a nome di Macriano padre , ma che per svariati motivi non sia giunta fino a noi .
    4 punti
  16. Buonasera, chiedo gentilmente agli esperti se possibile la classificazione di questa moneta con riferimenti Mat. oro dia. mm 20 gr. 3,49
    4 punti
  17. Penso che la politica poco possa se ci sono ancora transenne e fori su strade e marciapiedi. Le istituzioni debbono anche garantire la sicurezza della gente. Lo dice uno che ci sperava tanto nella riapertura. Prima o poi dovrà riaprire
    4 punti
  18. AE4 SPES REIPVBLICE di Costanzo II o Giuliano II. Ci vuole la foto del dritto e possibilmente un po di educazione...
    4 punti
  19. Io ho scritto una email alla redazione del Regionale della Lombardia Ho fatto riferimento al servizio di stamane ed ho chiesto se domen7ca ripartirà il Mercatino del Cordusio Al venerdì illustrano le iniziative del fine settimana. Chissà se si informeremo in tal senso. Poi vedo di cercare gli indirizzi email delle redazione di quotidiani online locali e scriverò anche a loro. Sperem
    4 punti
  20. Dove si poteva stare belli tranqulli al bar col telefonino, l'aperitivo ed una sigaretta in mano! Ecco una delle prime immagini profetiche che mostrano come già negli anni '30 ci si ignorasse seduti allo stesso tavolino, come queste due elegantissime signorine. E cosa fanno? Ovviamente, non si filano di striscio. Ognuna è incollata al proprio telefonino. Il cameriere arriva con le bibite e sullo sfondo si intravede un aeroplano parcheggiato (a conduzione autonoma?), ma loro niente, perse nel loro piccolo schermo ante litteram. Questi vendevano la margarina (*), ma avevano già previsto che saremmo finiti così: seduti uno di fronte all'altro a guardare un rettangolino luminoso invece di guardarci in faccia. Sarebbe azzeccato se qualcuno 100 anni dopo leggesse questo post sul telefonino, ignorando le persone sedute al tavolo con lui. #Stacchiamo la spina! Njk (*) Margarina Wagner! ===================== https://rarehistoricalphotos.com/futuristic-visions-cards-germany/
    3 punti
  21. Buongiorno a tutti, Riprovo di nuovo a proporvi questa moneta, per capirne un pò di piú nel generale, senza cadere in errore con asserzioni errate e non fondate. Posterò le altre in discussioni diverse per non creare confusione. Capisco che sicuramente le foto possono risultare fuorvianti, soprattutto se fatte con luce artificiale. Queste sono scattate con luce artificiale calda, e rendono la moneta un pò troppo scura rispetto alla realtà. Questa invece é scattata con luce fredda (non ne ho del rovescio, ma le due facce presentano patine simili). Pensavo fosse lavata perché ho letto moltissime volte che l'argento si scurisce molto nel tempo. Se non fosse mai lavata, ho pensato, sarebbe completamente nera, ma evidentemente non é sempre cosí. Qualche ondulatura al bordo é causata dagli incusi che sforano oltre lo spessore del C/. Potreste gentilmente aiutarmi a individuare il grado di conservazione? Sempre disponibile per nuove foto e per fornire informazioni utili alla valutazione. Grazie Saluti... Ronak
    3 punti
  22. Buonasera a tutti! Dopo tempo senza postare monete, causa diversi impedimenti (telefono scarso a fare le foto ecc...) vi propongo alcune monete (certune delle quali già presentate in passato, ma con foto scadentissime) che ho provato a fotografare al meglio. Mi mancava postare sul forum qualche moneta, quindi ho colto l'occasione per tornare a farlo. Ecco a voi:
    3 punti
  23. Nessuna imprecisione, e' una C con i caratteri dell' epoca. Si in teoria si potrebbe, ma non e' sempre certo che l' emissione del Francobollo coincida con l' emissione della cartolina postale, nel nostro caso il Francobollo fu emesso per la prima volta nel 1883,... .....la cartolina fu emessa nel 1901 per L'inaugurazione del Commonwealth d'Australia che avvenne il 1° gennaio 1901 a Sydney, segnando la nascita della nazione australiana come Dominion federale sotto l'Impero Britannico. L' illustrazione include i ritratti a medaglione della Regina Vittoria (in alto), del Duca di Cornovaglia e York (futuro Re Giorgio V, a sinistra) e di Lord Hopetoun (primo Governatore Generale dell'Australia, a destra). Al centro negli scudi i simboli dei sei stati australiani. La cartolina è conosciuta con l'identificativo filatelico HG:23 e fu prodotta in diversi colori...
    3 punti
  24. Cavallo di Carlo VIII battuto a Chieti.
    3 punti
  25. Regno d'Italia, 20 centesimi Libertà Liberata, Nichelino, zecca di Roma, anno 1921, tiratura 50,372,000. Pagata euro 0.50 euro.
    3 punti
  26. Repubblica Popolare Polacca, 2 Zlotys, anno 1972, zecca di Varsavia (Minnica Polska), alluminio, tiratura 3.000.000. Pagata Euro 0.50.
    3 punti
  27. Confermo che anche il numero 12 del Gazzettino di Quelli del Cordusio arriverà on line dopo circa sei mesi dall’uscita del cartaceo, quindi in primavera, al momento si trovano i primi 11 numeri.
    3 punti
  28. Mi permetto di entrare nella discussione in quanto, catalogando recentemente un esemplare NATOLEONE, non ho riportato la notizia circa la menzione nei Memoriali in quanto nemmeno io sono riuscito a verificarla. Crippa con la sua annotazione riprende quanto detto nel CNI; il Corpus Nummorum Italicorum a sua volta riprende quanto detto nell'opera "Le monete di Milano" dei fratelli Gnecchi del 1884. La nota degli Gnecchi è tutto tranne che accurata, riportando l'ipotesi di un ordine diretto di Pietro Verri (deceduto nel 1797!!!!!) al Manfredini. Ecco la foto della annotazione così come presente nell'opera originale degli Gnecchi:
    3 punti
  29. Si, ho visto quelli di Firenze , e me li avessero proposti in vendita di fattura analoga non li avrei comprati …ma essendo del medagliere, almeno il beneficio del dubbio glieli devo dare… L’aspetto è molto simile a quello di una moneta fusa…o ricavata da un conio copiato ..
    3 punti
  30. Buon pomeriggio ritorno dal Serafico con le due banconote della DDR, che tanto ho cercato: 20 marchi e 50 marchi 1964. La 20 marchi con Goethe e quella da 50 marchi con Engels
    3 punti
  31. Video della Banca Nazionale Bulgara che mostra tutti i tagli delle euromonete bulgare:
    3 punti
  32. Buon Pomeriggio a Tutti, condivido questa moneta di Vittorio Emanuele II° da due lire italiane del 1860 - zecca di Firenze, aggiudicazione d'asta di poco tempo fa. La sua conservazione è modesta, ma per cortesia vorrei conoscere anche il vostro parere. In allegato le prime due foto sono quelle della casa d'asta. Grazie per l'attenzione.
    3 punti
  33. Il denier viennois, denaro di Vienne, si era diffuso enormemente nella regione a cavallo delle Alpi Occidentali nel XII-XIII secolo al punto di influenzare le monetazioni circostanti al Viennois che avevano assunto, come “piede” di riferimento, proprio il denier viennois (la moneta lionese, ad esempio, con la riforma di XIII secolo - vado a memoria - era stata adeguata al viennese equiparando il proprio denaro al doppio del viennese ed il proprio obolo al viennese); gli stati sabaudi non sono stati da meno, e alla fine - se ricordo bene da ciò che ho spigolato qua e là, con la sua progressiva svalutazione il vecchio secusino si era trovato sotto Amedeo IV ad avere il valore proprio del viennese del tempo; alla fine, se ricordo bene nel XIV secolo, negli stati sabaudi si è finito per emettere proprio un denaro “viennese” come base della monetazione piccola, con - come multipli - il forte (due viennesi), il quarto di grosso (quattro viennesi) ed il grosso (16 viennesi). Chiedo scusa per imprecisioni e vaghezza, ora non ho a portata di mano i “sacri testi” per essere più specifico!😅
    3 punti
  34. Un saluto a tutti gli appassionati della zecca di Napoli! Quest'oggi ho il piacere di mostrarvi il mio ultimo acquisto, proveniente dall'asta Ranieri 20. Si tratta di un bell'esemplare di 2 lire 1813 di Gioacchino Murat. Nonostante in collezione avessi già un altro esemplare della stessa tipologia in alta conservazione, ho voluto comunque puntarla perché sono rimasto impressionato dalla condizione dei rilievi. In particolare, come potete vedere, la basetta è davvero molto forte. Alla fine, non avendo riscontrato una concorrenza particolarmente decisa, sono riuscito ad aggiudicarmela ad una cifra inferiore alle mie aspettative (per una volta! 😅). Mi auguro che piaccia anche a voi. Vi segnalo, inoltre, una piccola particolarità. Il motto in incuso è: DIO PROTEGGL REGNO ❀ Mancano, dunque, la E finale di PROTEGGE e la I di IL.
    3 punti
  35. L'amico Davide @Orodicarta racconta la loro storia in questi articoli. https://www.orodicarta.it/mobile/curiosita/cedolepontificie1.html https://www.orodicarta.it/mobile/curiosita/cedolepontificie2.html https://www.orodicarta.it/mobile/curiosita/cedolecampione1787.html Buona lettura.
    3 punti
  36. il testo è ancora in elaborazione (se non muoio prima) sarà pronto, così nei programmi alla metà del prossimo anno sia la pagina precedente che la copertina e la quarta di copertina non sono definitive
    3 punti
  37. Bottone con corona prussiana dei soldati imperiali tedeschi della prima guerra mondiale.
    3 punti
  38. Wow, che fortuna. Quando un soldino antico dell'”economista pazzo” ti cambia la vita. Lo vede brillare nella terra umida. E’ rarissimo. Lo sai quanto ha guadagnato chi lo ha trovato? Con chi ha dovuto dividere il guadagno? Che fine ha fatto il reperto? A quando risale? Redazione4 Dicembre 2025 Nella terra bruna, brilla un oggetto che riflette il sole. E’ giallo, d’un giallo pregiato, intenso, che accresce la potenza delle proprie vibrazioni, grazie al contrasto con il fondo nero delle zolle, ricco di humus e di umidità. Un padre, i suoi figli e un piccolo disco dorato: la scoperta ha mostrato come il passato possa assumere un valore concreto e trasformativo nel presente. Ma voi italiani, no. Astenetevi. Non cercate. Da voi, tutto è proibito. Forse dovete ridiscutere – in chiave liberale – il ruolo del cittadino con lo Stato. Le possibilità di collaborazione e di interazione. Il reciproco rispetto. Be’, molti italiani dicono che gli inglesi distruggono gli strati archeologici, cercando nei campi. Gli inglesi rispondono: noi non distruggiamo nulla, perchè gli aratri hanno già sconvolto il sottosuolo. Piuttosto recuperiamo un reperto, destinato ad essere distrutto dal trattore. Ricerca sì, ricerca no? Statalismo degli ultimi decenni o Stato davvero liberale? Spetta a voi decidere. Michael Leigh-Mallory, ex ecologo e appassionato di storia, decide di riprendere in mano il suo metal detector, strumento rimasto inattivo per oltre dieci anni. Il luogo scelto per la passeggiata familiare è Hemyock, villaggio del Devon, Inghilterra sud-occidentale, caratterizzato da campagne ondulate e insediamenti rurali di lunga memoria storica; la località dista circa 50 km da Exeter, città di radici romane e medievali, facilmente identificabile per la sua imponente cattedrale e il ruolo strategico nei traffici e nelle campagne militari del Medioevo. Durante l’uscita, un segnale tenue a pochi centimetri dal suolo rivela un penny d’oro perfettamente conservato, simile a un’atttuale monetra britannica da 20 pence o a 10 centesimi di euro. Leigh-Mallory reupera l’oggetto, prende le coordinate del punto di ritrovamento, scatta una foto e la condivide in un gruppo Facebook di appassionati, parte della rete britannica di detectoristi, tra cui spicca il The Metal Detectives Group, noto per coordinare ritrovamenti, effettuare identificazioni precise e fornire supporto numismatico altamente specializzato. Pochi minuti dopo, Gregory Edmund, senior specialist di Spink & Son, riconosce immediatamente il reperto: si tratta di un penny d’oro di Enrico III, coniato nel 1257, uno dei rari esperimenti inglesi di moneta aurea “moderna”. La moneta è stata realizzata dal maestro William of Gloucester utilizzando oro proveniente dal Nord Africa, un dettaglio che testimonia la rete di scambi e la circolazione di metalli preziosi nel XIII secolo. Sul recto campeggia l’immagine del re sul trono, barba piena e corona alta, con la leggenda HENRICVS REX III, mentre sul verso una lunga croce, completata da stelle e fleurs-de-lis (gigli), indica il valore nominale di venti denari d’argento. L’uso dell’oro, superiore al valore legale della moneta – alla gente conveniva fonderle e venederle queste monete come oro perchè guadagnavano di più così, come materia prima che cambiare la moneta o utilizzarla per acquisti – rendeva però l’esperimento fallimentare: molte di queste monete furono fuse o ritirate e solo otto esemplari erano giunti fino ai nostri giorni prima della scoperta di Hemyock. Era un’operazione da economista pazzo. Che voleva cantare il proprio Re, non tenendo conto dell’avidità umana. Molto concrete sono, invece,le regole attuali per chi trova tesori Secondo il Treasure Act 1996, normativa britannica di riferimento per il rinvenimento di oggetti antichi, qualsiasi scoperta definita “treasure” deve essere notificata immediatamente alle autorità competenti; la legge stabilisce criteri di valutazione, divisione del ricavato e possibilità di acquisizione da parte dei musei. Nel caso del penny, il museo locale ha declinato l’acquisizione per mancanza di spazio espositivo e la moneta è stata quindi “disclaimata”, consentendo a Leigh-Mallory e al proprietario del terreno di condividere l’intero ricavato dell’asta. L’asta presso Spink, Londra ha batuto l’offerta finale a 648.000 sterline (circa 740.000 €), cifra record per una moneta medievale inglese. Parte del ricavato è stata trasformata in NFT destinati a iniziative di ricerca oncologica, creando un ponte sorprendente tra un reperto del XIII secolo e la tecnologia contemporanea. Leigh-Mallory ha destinato il suo guadagno ai fondi universitari dei figli, Emily e Harry, già appassionati di archeologia e storia. Il ritrovamento del raro penny, con il suo record di valore, è uno dei pochi esempi in cui un singolo ritrovamento amatoriale possa incidere concretamente sulla vita di una famiglia e dimostra come la conoscenza, la pazienza e la curiosità possano trasformarsi in ricchezza storica ed economica. Al confronto con altri grandi ritrovamenti mondiali con metal detector, il penny di Hemyock occupa comunque un posto di rilievo: la pepita australiana “Hand of Faith” del 1980, 875 once troy d’oro, venduta per circa 1,3 milioni di dollari australiani; il tesoro anglosassone di Lenborough del 2014, oltre 5.000 monete d’oro e argento per un valore stimato superiore a 3 milioni di sterline; il tesoro romano di Hoxne del 1992, con centinaia di monete e oggetti di lusso valutati circa 1,7 milioni di sterline; e varie scoperte romane o medievali in Scandinavia e negli Stati Uniti, ciascuna con valori variabili da decine a centinaia di migliaia di euro. Questo confronto dimostra come, pur essendo un singolo oggetto, il penny di Hemyock si collochi ai vertici della classifica dei ritrovamenti più redditizi, rappresentando un caso raro in cui la passione per il metal detecting produce un impatto concreto sia storico che economico. Il ritrovamento, pur casuale nella forma, illumina aspetti complessi della storia medievale: le emissioni auree di Enrico III, la gestione economica di metalli preziosi, i traffici mediterranei di oro, le campagne militari gallesi e la sperimentazione monetaria che spesso sfuggiva alle logiche immediate del mercato. In definitiva, il metal detecting si conferma come pratica in grado di rivelare la stratificazione del tempo, di aprire finestre su secoli di storia, combinando serendipità, conoscenza scientifica e consapevolezza culturale. A Hemyock, sotto pochi centimetri di terra, il tempo ha atteso un padre con un detector e i suoi figli curiosi, pronto a svelare un piccolo miracolo dorato e a ricordarci che il passato può cambiare il futuro in modi straordinari e concreti. https://www.stilearte.it/penny-trovato-henrico-iii/
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  39. Giá il Rizzo, suo coetaneo maggiore, avvisava sui limiti (e sugli errori cronologici ) del metodo applicato da Bohringer per stabilire una cronologia assoluta, ossia storica delle monete poiché non teneva conto del criterio stilistico, sempre indispensabile.
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  40. Il Gazzettino viene distribuito in alcune occasioni di ritrovo (Milano Numismatica, Veronafil ed altre manifestazioni simili): essendo una rivista senza fini di lucro non può essere né venduta né comprata, ma può essere recuperata gratuitamente su Academia.edu fino al penultimo numero pubblicato. L'ultimo in ordine di pubblicazione viene reso pubblico, sempre su Academia.edu, dopo sei mesi dalla presentazione del cartaceo. Nel frattempo, il futuro Gazzettino #13 riporta già cinque articoli ed una Briciola:
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  41. Precisazione storica. In origine la Blue Starry era la bandiera del Consiglio d'Europa (organizzazione internazionale che non ha nulla a che fare con l'UE) ed era stata pensata per rappresentare i 15 componenti originari di quella. Una delle stelle però rappresentava il Saarland, territorio tedesco con governo autonomo momentaneamente amministrato dalla Francia, quindi i tedeschi erano contrari perchè quella configurazione suggeriva la presenza di un'entità politicamente indipendente. Il compromesso fra chi riteneva che si dovesse scendere a 14, cosa non ben vista dal Saarland stesso, o il 13, che notoriamente in molti Stati porta sfiga, fu trovato a 12 che formalmente rappresentano l'unità.
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  42. Buonasera,stavo dando un occhiata ai quadrigati incusi in rete,per un futuro acquisto,e valutare mediamenti i prezzi odierni. Mi sono imbattuto su questo pezzo casualmente,mi è piaciuto lo stile al dritto,sicuramente di zecca siracusana,con coni del gruppo aventi basette arricciate. Il fatto curioso che al rovescio mi sembra di scorgere una P sotto alla O in incuso di ROMA. Cosa ne pensate?
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  43. Parecchio… pensa a cosa succede quando vedono le facce dei santi o degli dei nei vari oggetti , in giro per il mondo …appena la vede uno, cominciano a vederla tutti ….
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  44. In questo esemplare della Künker 383 la quadriga “veloce” è rivolta a sinistra, come il ritratto del dritto. Estimate: 2500 EUR. Price realized: 6500 EUR. Lotto 2019. DIE SAMMLUNG ROGER WOLF - CLASSICA ET PATRIA. GRIECHISCHE MÜNZEN. SICILIA. SYRAKUS Hieron II., 274-216 v. Chr. für Philistis. AR-16 Litren; 13,55 g. Verschleierter Kopf l., dahinter Fackel//Nike in Quadriga l., unten E. Burnett, Enna hoard in SNR 62, 1983, -; Hoover 1553; SNG ANS -; SNG München -. RR Herrliche Tönung, Stempelglanz Exemplar der Aktion Tkalec, Zürich 19. Februar 2001, Nr. 50 und der Auktion Fritz Rudolf Künker 304, Osnabrück 2018, Nr. 195. Questo esemplare della NAC, Auction P, lot 1275 con la quadriga “veloce” diretta a destra presenta la particolarità del ritratto di Filistide rivolto a destra. Numismatica Ars Classica, Auction P, lot 1275, 12.05.2005 A Selection of Coins of Magna Graecia and Sicily from the A.D.M Collection Sicily, Syracuse. No.: 1275. Schätzwert/Estimation: CHF 1200.- d=29 mm 16 litrae c. 274-216, AR 14.30 g. Diademed and veiled head of Filistis r.; behind, ear of corn. Rev. Prancing qaudriga r.; below horses, S. SNG Fitzwilliam 1392 var. Lightly toned and about EF apollonia
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  45. In realtà nacquero come ricevute di versamenti in moneta metallica effettuati presso il Monte di Pietà o il Banco di Santo Spirito e in origine erano manoscritte. Solo a partire dal 1785 si cominciò a crearne a stampa, e sono quelle che oggi conosciamo. La loro grafica cambia a seconda dell'istituto di emissione (Monte di Pietà o Banco S. Spirito) ma all'interno dello stesso istituto il disegno rimane sostanzialmente lo stesso per i diversi tagli. Cedola del Sacro Monte della Pietà Cedola del Banco di S. Spirito Inizialmente, dicevo, erano ricevute (manoscritte) di versamento che potevano essere incassate o spese dal legittimo proprietario. Per ovviare a questa limitazione si prese a "girarle" a terzi mediante apposizione della firma del nuovo proprietario al retro. In seguito, con un editto del 31 luglio 1724 Benedetto XIII ufficializzò la pratica della girata trasformando di fatto le cedole in biglietti al portatore. Quindi rendendole a tutti gli effetti "banconote". Il Monte di Pietà emise all'incirca il triplo delle cedole rispetto al Banco di Santo Spirito, per questo motivo queste ultime hanno generalmente un prezzo più alto. Per quanto riguarda invece le prime cedole manoscritte, sono praticamente introvabili e se dovessero apparire varrebbero quanto uno è disposto a sborsare (immagino parecchio...)
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  46. Questo e' l' annullo: Fu ideato per l' incoronazione di V.E.III. Questo annullo a targhetta fu’utilizzato sia per la posta per l’interno sia per l’estero e lo si può trovare su diversi tipi di documenti come:cartoline,buste,lettere,interi postali,biglietti postali…….; la prima data conosciuta è su un intero postale spedito il 29 ottobre 1901 dall’ufficio postale di Roma ferrovia.La sua diffusione non avvenne in tutta Italia,ma l’uso fu limitato solo a 6 grandi uffici postali e precisamente:Roma-Genova e Napoli dal 1901,in seguito vi furono Milano e Torino dal 1902 ed infine Brescia dal 1907.Ebbero termine Roma-Milano-Genova e Torino nel 1908,Napoli piu’tardi nel 1912 e Brescia nel 1918. L' annullo della tua cartolina e' di Napoli.
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  47. Scoperta la funzione del doppio muro del palazzo minoico a Creta. Ecco a cosa serviva Le indagini del 2025 nel palazzo minoico di Archanes nell’isola di Creta rivelano la funzione protettiva di un doppio muro dall’architettura inconsueta. Le ricerche, dirette da Effie Sapouna-Sakellarakis, offrono nuovi elementi sull’organizzazione del complesso e sulla continuità d’uso dell’area. Una tecnica costruttiva in apparenza insolita, distante dalla consueta attenzione architettonica dei Minoici, è emersa con chiarezza nella campagna di scavo 2025 del palazzo di Archanes, in località Tourkoyeitonia nell’isola di Creta (Grecia), al centro dell’abitato moderno. Le ricerche, dirette da Effie Sapouna-Sakellarakis e riprese nel 2023 dopo una lunga interruzione, puntavano a completare il quadro del grande edificio a tre piani che prosperò fino al 1450 a.C., fase in cui subì la distruzione finale. L’indagine si è concentrata sullo studio di un elemento già noto ma mai interpretato in modo convincente: un muro doppio e inclinato che chiudeva una vasta porzione del cortile centrale. La struttura, costruita con pietre non lavorate e priva di ogni cura superficiale, aveva suscitato dubbi per l’apparente incongruenza rispetto alla qualità del resto del complesso. Le analisi condotte con il supporto di specialisti hanno però permesso di definirne lo scopo: il muro costituiva una protezione contro il rischio di frane provenienti dal pendio roccioso sovrastante. Proprio questa funzione spiega la scarsa attenzione dedicata al settore meridionale, rivolto verso l’area non visibile del cortile. La volontà di evitare contrasti estetici all’interno della corte portò però i costruttori minoici a realizzare un secondo muro aderente al primo, accuratamente rivestito con blocchi di pietra calcarea analoghi a quelli impiegati nel resto del palazzo. L’intervento forniva un fronte regolare e coerente con l’architettura dell’edificio, confermando come esigenze pratiche e ricerca formale convivessero nei cantieri minoici. Foto aerea della porzione più a sud finora emersa del palazzo di Archanes a Tourkoyeitonia. Foto: Ministero della Cultura Rappresentazione della Porta Sacra del palazzo di Archanes. Foto: Ministero della Cultura Testa modellata di donna con tracce di colore rosso. Foto: Ministero della Cultura Sopra questa struttura sono stati individuati gli strati tipici della fase micenea, con un elevato numero di coppe per il vino (kylikes), e materiali di epoca storica. Tra gli oggetti più rappresentativi della lunga frequentazione dell’area figurano un vaso simile a una brocca per vino o acqua (oinochoe) ellenistica trilobata con due teste in rilievo, databile al III secolo a.C., e una testa in argilla un tempo applicata a un manufatto non conservato. Nell’area sudorientale dello scavo, i lavori hanno portato alla luce nuovi elementi utili alla comprensione della circolazione interna del palazzo. Nella cosiddetta Area 28 è stato identificato un passaggio dalla corte centrale verso i settori orientali del complesso. Due lastre in pietra dividono l’ambiente in due parti; su esse poggiava un grande blocco trapezoidale dotato di torni, probabile base di un parapetto successivamente distrutto da un muro di epoca micenea. Dallo stesso contesto proviene un frammento di pietra naturale con tratti vagamente antropomorfici, caduto da un piano superiore e ricollegabile a un piccolo santuario votivo, simile a quello attestato a Cnosso. Le campagne del 2023 e 2024 avevano già offerto elementi rivelanti sulla distribuzione dei vani nella zona settentrionale, dove sono state individuate sale a due e tre piani appartenenti a un’ala di rango elevato. Qui sono emerse stanze collegate da corridoi, con soglie in gesso, frammenti di affreschi, pareti rivestite da intonaci e pavimenti in scisto. In molti ambienti sono rimaste in situ le consuete fasce di intonaco che incorniciavano le lastre pavimentali. Il sito di Archanes, frequentato senza interruzioni nel corso dei secoli, era stato distrutto intorno al 1700 a.C. da un violento sisma, ma ricostruito e ampliato fino alla metà del XV secolo a.C. Le prime segnalazioni relative alla località risalgono a Sir Arthur Evans, che identificò materiali provenienti dal vicino necropoli minoica di Fourni, poi esplorata sistematicamente da Yannis e Efi Sakellarakis, rivelando cinque tombe a tholos (costruzioni circolari) e numerose strutture funerarie, incluse sepolture a cista di età micenea. Nel centro dell’attuale abitato Evans aveva inoltre individuato resti murari e scavato un acquedotto circolare, ritenuto parte del complesso. Sarà però Yannis Sakellarakis, attraverso ricognizioni e indagini nei sotterranei delle case moderne, a dimostrare che molte abitazioni poggiavano su murature minoiche non riconosciute da studiosi precedenti come Marinatos e Plato, i quali avevano cercato senza risultati il palazzo estivo ipotizzato da Evans. La mappatura dei resti consentì così di individuare il centro del palazzo, rivelando strutture monumentali e oggetti di alto livello artigianale; in un’area contigua vennero identificati anche un archivio e uno spazio teatrale. La campagna 2025 è stata condotta dalla Società Archeologica, con la partecipazione degli archeologi Polina Sapouna-Ellis, Dimitris Kokkinakos, Persefoni Xylouri, della progettista Agapi Ladianou, della restauratrice Veta Kalyvianaki e del fotografo Kostas Maris. Un contributo determinante è venuto dal geologo Charalambos Fasoulas, che ha chiarito la funzione del muro inclinato. Pietra naturale con alcuni tratti antropomorfi. Foto: Ministero della Cultura Foto aerea dell’area archeologica di Zominthos. Foto: Ministero della Cultura Inoltre, l’inserimento di Zominthos, scoperta sul monte Psiloritis da Yannis Sakellarakis e scavata insieme a Efi Sapouna-Sakellarakis, nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO rappresenta un riconoscimento del valore complessivo e dell’identità minoica di Creta. Nell’area archeologica e nei dintorni sono stati realizzati interventi di sistemazione, tra cui parcheggi, una guardiola, servizi igienici e pannelli informativi. L’inserimento è avvenuto, come noto, insieme ad altri cinque palazzi minoici: Cnosso, Festo, Zakros, Mallia e Kydonia. Va inoltre sottolineato che sia ad Archanes sia ad Anogeia sono stati allestiti piccoli musei o centri di informazione, interamente dedicati ai reperti provenienti rispettivamente dagli scavi di Archanes, Zominthos e dell’Idaion Andron https://www.finestresullarte.info/archeologia/mistero-funzione-del-doppio-muro-nuove-scoperte-dal-palazzo-minoico-di-archanes
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  48. Si possono dare voti in negativo? Chiedo per un amico
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