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I contenuti con la più alta reputazione dal 07/05/2024 in Risposte

  1. Buonasera Forumisti la serie dei mezzi scudi di Vittorio Amedeo III è una serie lunga vent’anni e secondo il mio modesto parere, decisamente affascinante. Mentre il massimale maggiore è veramente difficile da reperire, soprattutto in elevata qualità (e’ di fatto un monotipo, si conosce infatti solo la data 1773, anche se viene citato da alcuni autori anche il millesimo 1776, ma mai apparso e probabilmente inesistente), il mezzo scudo è molto più facile da trovarsi, in particolare per le annate più comuni. Lo scudo invece è rarissimo (R3), molto probabilmente perché l’elevato valore nominale dell’epoca ne fece un esperimento non riuscito se destinato alla circolazione. Dei mezzi scudi posseggo cinque millesimi in collezione ed è molto interessante notare come l’iconografia in vent’anni non sia mai cambiata ed è molto connotata nel periodo storico in cui ha circolato, evocando immagini decisamente settecentesche, sia nel profilo del regnante (capigliatura e abbigliamento) al diritto che nello stemma sabaudo al rovescio. Come per tutti i Savoia antichi reperire la massima conservazione di questa monetazione e’ estremamente difficile. Da tempo in collezione, presento stasera a Voi un esemplare del primissimo anno di coniazione, il 1773, in elevata qualità (periziata FDC) e con attraente patina riposata da monetiere. Personalmente non ho mai visto esemplari superiori a questo, tanto è vero che la giudico R3 e non R2 come tutti i cataloghi proprio per la conservazione. Grazie dell’attenzione e un affettuoso saluto a tutti
    11 punti
  2. Certo, c'è anche chi colleziona i tappi di bottiglia, quindi vanno senz'altro bene anche le monete bucate. Il concetto è attribuirne il giusto valore che, a parte l'eventuale caso di rarità, non troverà mai schiere di potenziali acquirenti tali da generare strappi di valore. Segua anche qualche asta, c'è ne sono 3/4 a settimana ultimamente, e vedrà che la Lira del Gritti la trova poi a poco più di 100€ e in buone condizioni. Per questo vederne una otturata a quel prezzo, mi vien da sorridere.....tutto qui.
    7 punti
  3. In merito a tale complesso argomento occorrono almeno un paio di precisazioni, in primo luogo è vero che le valute usate nelle varie piazze erano molteplici ma bisogna considerare che quelle usate principalmente nel commercio internazionale e nei grandi scambi erano sempre poche, nel periodo altomedievale vennero usati dapprima solidi e iperperi bizantini, in alcuni casi anche monete di derivazione islamica come dinar o quarti di dinar, quest'ultimi soprattutto in Italia meridionale ma anche in alcune piazze come Pisa e Genova, poi nel tardo medioevo, dal trecento in poi, dominarono fiorini e ducati d'oro, i primi nelle piazze dell'Europa occidentale e centrale (Spagna, Francia, Germania, Fiandre, Boemia e Ungheria) i secondi nel levante mediterraneo (Isole dell'Egeo, Anatolia, Cipro, Siria ed Egitto fino all'India), gli operatori mercantili che viaggiavano e commerciavano a livello internazionale si procuravano e usavano preferibilmente tali valute, ma in ogni caso va sempre tenuto conto che il saldo in moneta occupava solo parte degli scambi che normalmente, soprattutto in occasione delle fiere internazionali (Ginevra, Lione, Piacenza, etc..) avveniva merce contro merce, ciò che rimaneva in più da saldare per completare lo scambio poteva essere appunto evaso in monete, generalmente mediante strumenti creditizi come le lettere di cambio che comprendevano i costi del passaggio da una valuta all'altra a seconda delle piazze in cui erano emesse... In secondo luogo bisogna sempre ricordare che la moneta usata negli scambi internazionali in epoca medievale e moderna e per tutto il periodo del gold standard (fino alla prima guerra mondiale sostanzialmente) era a carattere "reale", cioè valeva per il metallo prezioso contenuto, la moneta cosiddetta fiduciaria, il cui valore non era legato al metallo prezioso ma era stabilito più o meno arbitrariamente dall'autorità pubblica che la emetteva, era in quei periodi limitata al solo mercato interno a ciascun paese e agli scambi ordinari e minuti del quotidiano, in pratica le monete d'oro e quelle d'argento di grosso modulo ed alto intrinseco potevano essere tutte usate ovunque da ciascun viaggiatore che le portasse con sè dal proprio paese, erano sostanzialmente valutate a peso di metallo come "moneta merce" trascurando ovviamente il valore nominale attribuito loro nei paesi di emissione, ogni piazza soprattutto in epoca moderna si era dotata di organizzazioni e istituzioni apposite che avevano il compito di preparare tariffe e bandi con cui ogni moneta a carattere internazionale, soprattutto quelle più diffuse, era ragguagliata alla valuta propria della piazza di riferimento... Un esempio classico di scambi monetari a grande distanza in epoca moderna è il grande commercio internazionale tra mercanti europei e paesi orientali, Impero Ottomano, Persia, India e Cina, dal cinquecento in poi, animato da enormi quantità di argento monetato, soprattutto in forma di pezzi da otto reales spagnoli o delle colonie spagnole, che venivano radunati in massa e trasportati attraverso il Capo di Buona Speranza nei mercati orientali in cambio delle merci locali, spezie, seta, cotone porcellane, prevalentemente, tali monete valevano per il loro peso e quantità d'argento contenuto, in Persia e India dopo essere state pesate nelle dogane dei porti di arrivo, Bandar Abbas, Ormutz e Surat, venivano portate nelle zecche locali per essere fuse e con il metallo ottenuto coniare monete tipiche di quegli imperi, gli abbasi e le rupie... Per approfondire al meglio gli arcani del monetame in epoca medievale ecco il testo a mio avviso migliore: https://www.amazon.it/Money-its-Use-Medieval-Europe/dp/0521375908/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&crid=3NZUYDW0FBQE5&dib=eyJ2IjoiMSJ9.r_tfbu2LTbie8sVq6M6Y5lVianrPRKh_cQDzABQdN1Q3J1h5Q9Azy6DQmZlStsHLEr9gICosjYy6rReMcfXnTOAP6F8yfJGh-XGjBQPyg7g.k_rTgKxY9UsTxdYgnnqmovaXi071BOju7fWAjW0ndkk&dib_tag=se&keywords=spufford+money&qid=1715189838&sprefix=spufford+money%2Caps%2C113&sr=8-1
    7 punti
  4. Ecco quello aggiudicatomi all’asta Sima 3 Lotto 63 Collezione @ilnumismatico MILANO - REPUBBLICA CISALPINA (1800-1802) Scudo da 6 lire A. VIII (1800) Gig. 1 AG gr. 23,10 Stupenda patina di vecchia raccolta, fondi lucenti, rilievi nitidi e perfettamente impressi. Totale assenza di graffi di coniazione. Conservazione eccezionale Grading/Stato: FDC
    6 punti
  5. Buonasera a tutti. Forse non avrei dovuto aspettare anni per averla in mano e in raccolta, ma la pazienza è una virtù che ho in abbondanza e finalmente è arrivato il momento di condividere l'ultima mia Mezza Piastra per Ferdinando II . È chiusa in perizia Tevere dal 2007.
    6 punti
  6. Buon pomeriggio a tutti gli amici del forum, condivido con voi l'ultima arrivata, una moneta che volevo da tanto tempo. Finalmente è giunta! A mio avviso, il 5 franchi della Repubblica Subalpina è la moneta che rispecchia meglio il concetto di repubblica giacobina grazie ai simboli e al calendario rivoluzionario francese. Inoltre, nell'ambito numismatico ha una certa importanza storica in quanto fu la prima moneta coniata in Italia utilizzando il sistema metrico - decimale, sempre ripreso dalla Francia rivoluzionaria. La conservazione non è delle migliori, ma quelli che mi conoscono sanno che per me non è importante. Chissà questi segni a cosa sono dovuti. 🤔 Alla prossima! 😃 Xenon97
    5 punti
  7. Ulteriore cavallo FERRANDUS con la S “coricata”. Esemplare fresco di entrata nella serie.
    5 punti
  8. Finalmente sono riuscito a coronare un piccolo sogno biblionummofilo, ho completato la serie di opere di Gianrinaldo Carli dedicate alla numismatica e alla storia monetaria italiana, si tratta di un insieme che cercavo da anni e che, anche grazie alle segnalazioni di @Ricky97, a cui ovviamente reitero i ringraziamenti, sono riuscito da poco a completare... e ne sono molto orgoglioso in quanto il suddetto insieme contiene la prima storia delle monete e zecche italiane dal medioevo al settecento, redatta in maniera organica e sistematica da un solo autore, una vera miniera di notizie ancora oggi molto interessanti e non facili a reperirsi, arricchita da tabelle con valori di monete e merci e tavole illustrate di monete... Di seguito posto le immagini delle opere contenute nei sei volumi...
    5 punti
  9. Ciao a tutti, oggi condivido con voi una delle ultime new entry nella collezione, un dupondio di Antonia Minore coniato da Claudio in onore della madre, mi ha colpito particolarmente il bellissimo ritratto di Antonia, ha un fascino quasi ipnotico. Visto che ho quasi concluso la classica "una moneta per Imperatore" (mi mancano ancora due dei Tre Moschettieri, Otone e Vitellio) del periodo della mia collezione, da Augusto fino a Commodo (ma sto includendo anche i Severi piano piano), sto cercando di uscire dalla lista standard dei singoli Imperatori per introdurre nella collezione anche altri personaggi, non certo di poco conto, che sono stati protagonisti assieme a loro della storia romana. Dopo Agrippa e Germanico mi è sembrata una bella cosa aggiungere anche una fanciulla visto che di quel periodo non ne avevo ancora nessuna 🙂 Una breve nota storica scopiazzata qua e là: Antonia Minore, 31/36 a.C. - 37 d.C. (minore per distinguerla dalla sorella maggiore dello stesso nome, che sposò un Lucio Domizio Enobarbo e fu la nonna paterna di Nerone) , figlia di Marco Antonio e Ottavia Minore (sorella di Augusto), nipote di Augusto, moglie di Druso Maggiore, madre di Germanico e Claudio. Muore durante il regno di Caligola, suo nipote. Secondo Svetonio la morte fu causata da una malattia dovuta ai maltrattamenti subiti proprio da Caligola anche se non esclude che il nipote si sia limitato "semplicemente" ad avvelenarla. Secondo Dione Cassio invece Caligola le ordinò di suicidarsi perchè lo rimproverava. Certo è che quando si parla di Caligola non si sa mai dove si va a finire 😵‍💫 Ma veniamo alla moneta: Antonia (coniato da Claudio), Dupondio, Roma, 41-50, RIC 92 12.48g X 28mm, AE D/ ANTONIA AVGVSTA; busto drappeggiato R/ TI CLAVDIVS CAESAR AVG P M TR P IMP; S - C; Claudio con simpulum Aggiungo anche un busto dell'Augusta esposto al Louvre: Grazie a tutti per l'attenzione, Matteo
    4 punti
  10. Sono stato all’Eufofil, e son riuscito a portare tutta la famiglia. Ho passato qualche ora veramente piacevole in famiglia, curiosando tra i vari stand. Son molto contento che sia io sia tutti i miei familiari abbiamo trovato qualcosa da acquistare, non necessariamente monete ma un po’ di tutto.. prezzi un po’ alti, spiacevole un commerciante che a mio figlio ha fatto dei prezzi a mio avviso esagerati per dei panda cinesi (230 euro per un panda oncia argento del 91!!?!?) . anche se ragazzino per fortuna i prezzi li conosce meglio di me e non ci è cascato.. spero che anche per i commercianti sia andata bene e che questo sia il primo di una lunga serie
    4 punti
  11. Ciao ,come ti è stato precedentemente detto ,le tue domande implicano risposte complesse e solo leggendo diversi libri ed articoli potrai avere un'idea sulle tipologie di scambi monetali nel Medioevo ed in età pre-Unità d'Italia. Essendo una persona pratica ti esporrò solo alcuni piccoli dettagli in merito che,spero,possano ,in qualche modo esserti utili. Nel secolo XIII città italiane come Firenze e Venezia imposero la loro valuta aurea ,soprattutto negli scambi commerciali, in Europa ed in Oriente, ma nel secolo XVI accadde il contrario e cioè che fu l'Italia ad adeguare la propria moneta a quella estera. Ad esempio ,verso i primi venti anni del secolo XVI, si impose in tutta Italia una specie monetale mutuata dallo Scudo d'oro del sole francese ed era chiamato in tal maniera perchè ,nella scritta periferica, vi compariva un piccolo sole. La prima città italiana a battere questi Scudi del sole fu Genova ,nel 1508, poi seguirono Milano e Venezia ,grandi centri commerciali. In alcuni casi accadeva che le autorità cittadine, alle quali era data facoltà o dall'Imperatore, o dal consiglio di autonomia(quando esse erano autonome) cercavano di impedire che entrassero, nei commerci cittadini, monete di altre città o di Stati esteri, facendo agire i cambiavalute. Ciò avveniva anche perchè si pretendeva che le monete che entravano in città avessero caratteristiche uguali ,in fatto di peso e qualità del metallo, alle monete emesse dalla medesima città. Esistevano officine monetarie che emettevano monete anche per altre città Vi erano città che introitavano monete "estere"(di altre città o Stati) per poi fonderle in Zecca e creare moneta propria Accadeva che, in certi casi, non era l'autorità emittente a stabilire la quantità di moneta da emettere, ma erano soprattutto i mercanti che portavano metallo in Zecca e che determinavano le monete ed i quantitativi da emettere per loro esigenze commerciali o per le speculazioni che ritenevano opportune. Accadevano situazioni in cui le autorità, per sopperire alla carenza del circolante aureo, emettevano monete in argento. Cosa molto importante e non da trascurare, in ambito di cattive gestioni finanziarie, agiva il fattore speculativo: la cattiva moneta "cacciava"la buona come la legge di Gresham sostiene( le monete di buona lega venivano, in un certo qual modo"tesaurizzate" e si lasciavano in circolazione monete di bassa lega) Vi erano città, Stati o Regni che accettavano determinate monete ,provenienti dall'estero, per via delle frequenti esportazioni, per facilitare i pagamenti a discapito di monetazione locale, com'è il caso della Calabria bizantina che produceva seta grezza e la esportava su importanti piazze commerciali come quelle sicule e pugliesi accettando pagamenti in Tarì e Robaii a discapito dei Solidi bizantini. Nulla di esaustivo ,ma solo alcune nozioni che si reperiscono in Rivista Italiana di Numismatica anno 1994 e 1995 nello studio di Bellesia"Un Tentativo di Classificazione Cronologica degli Scudi D'Oro dii Ercole II per Reggio Emilia". Da non trascurare di leggere i libri di Carlo Maria Cipolla, nella fattispecie"La moneta a Firenze nel Cinquecento" e David Abulafia"Maometto e Carlo Magno:le due areemonetarie italiane dell'oro e dell'argento " in Storia d'Italia ,Annali, 6 odjob
    4 punti
  12. Sono a abbonato a più riviste, ho messo un tubo di plastica affiancato alla cassetta della Posta con la scritta "riviste" . Il postino si ostinava a "ficcarle" nella feritoia destinata a lettere e buste, all' ennesimo episodio l' ho rintracciato lungo il suo percorso e gli ho fatto una "legge" che se la ricorda ancora. la posta ora arriva persino profumata.
    4 punti
  13. Salve. Condivido un Coronato di Ferdinando I D'Aragona. E' ribattuto su altro Coronato. La ribattitura altera la legenda. Sigla " I ". Peso di gr.3,98 . Proviene dall'ultima asta SIMA e faceva parte della importante collezione di Fabrizio. Si tratta di un interessantissimo Coronato, già passato in asta NAC nel dicembre 2012 (asta 69, lotto 699), ex collezione Archer M. Huntington. Saluti.
    4 punti
  14. Dopo la lira 1863 di qualche giorno fa, continuo con le storie evolutive di patine Stessa moneta del primo post dopo 4 anni di monetiere. Saluti!
    4 punti
  15. Il tesoro di Erpelle viene esposto per la prima volta al Museo Winckelmann: più di 1700 monete d’argento del Trecento scoperte nel 1921 in alcuni vasi di terracotta nel Carso triestino. La mostra che si inaugura giovedì 9 maggio 2024, alle ore 17, al Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann”, con ingresso da via della Cattedrale 15 a Trieste, espone un prezioso ritrovamento emerso di recente da una cassaforte del museo: si tratta del tesoro che, nascosto agli inizi del XV secolo, venne scoperto nel 1921 a Hrpelje/Erpelle (oggi in Slovenia a 4 chilometri dal confine italiano). Composto da più di cinquemila monete d’argento e una dozzina d’oro fu casualmente ritrovato da Giovanni Kolaric, impiegato ferroviere presso la stazione di Erpelle, nell’estate del 1921 in una dolina, forse all’ingresso di una grotta, conservato in alcuni vasi di terracotta. Dalla Cronaca del museo del 15 ottobre 1921 apprendiamo che lo scopritore lo portò al Museo d’Antichità per venderlo. Venne consegnato al direttore Piero Sticotti che subito ne avvisò l’Ufficio delle Belle Arti e coinvolse il Museo di Aquileia. Allo scopritore e al Consorzio agrario di Erpelle (proprietario del terreno) venne riconosciuto il premio in denaro spettante in base alla legge italiana, entrata in vigore nel nostro territorio solo da pochi mesi. Dimenticato un’altra volta qualche anno più tardi, senza essere stato pubblicato o studiato in modo approfondito, questo tesoretto si credeva perso per sempre. Inaspettato è ora tornato nuovamente alla luce. Pare che il tesoro fosse stato all’epoca suddiviso in tre parti. Ora a Trieste è di fatto presente un terzo del totale, cioè 1773 monete d’argento in buone condizioni di conservazione. Lo studioso Giulio Carraro, dell’Università di Trieste, ha potuto analizzarlo e le sue ricerche sono state recentemente pubblicate nel volume “Dobrila Tat. Il tesoro di Erpelle 1921”, per i tipi di EUT. La curiosità suscitata dalla presentazione del volume e la richiesta di poter vedere il tesoro hanno portato alla mostra che ora si inaugura al Museo Winckelmann e che resterà aperta fino al 29 settembre 2024, con orario 10-17, da martedì a domenica, con ingresso libero da piazza della Cattedrale 1. Composto originariamente da oltre cinquemila monete d’oro e argento, il tesoro di Erpelle rappresenta uno dei principali esempi di tesaurizzazione, per quanto si è potuto ricostruire, legata all’opera dei banditi medievali. L’eterogeneità delle valute rappresentate regala uno spaccato della vitalità economica e monetaria nell’Europa centrale e orientale del XIV secolo, offrendo un prezioso supporto allo studio delle relazioni mercantili e degli scambi commerciali attraverso l’area alpina e quella balcanica lungo le rotte che portavano ai porti dell’Adriatico settentrionale, dai quali i prodotti venivano poi venduti in tutta Europa. Non deve stupire che un tesoro di monete d’argento come questo venisse sepolto in luogo nascosto: la popolazione dell’Europa tardo medievale (tra XII e XV secolo) era spinta all’occultamento di tesori dalle precarie circostanze sociali, politiche ed economiche. Nelle aree periferiche e di frontiera, la crescente povertà, esasperata dall’aumento della pressione fiscale da parte delle autorità, aveva visto dilagare il contrabbando. Al folklore dell’area di Erpelle è legato il personaggio del ladro Dobrila, o Dobrilla: un contrabbandiere il cui lato moralmente discutibile viene considerato espressione dell’umana “arte di arrangiarsi” che derubava le ricche carovane dirette nell’entroterra dai porti di Trieste e dell’Istria, in particolare quelle cariche di sale, l’oro bianco del Medioevo. Dobrilla viene tradizionalmente legato al tesoro scoperto a Erpelle nel 1921 ed è lecito ritenere che le leggende abbiano probabilmente un fondo di verità. Oltre la metà delle monete superstiti è prodotta dalla zecca di Venezia, potenza marinara in fortissima espansione nell’Adriatico. Non mancano tuttavia dei lotti consistenti di monete del Patriarcato di Aquileia e del Regno d’Ungheria, protagonisti anch’essi del panorama politico ed economico dell’Europa medievale. Altri attori sullo scacchiere commerciale, rappresentati all’interno del tesoro, sono i Carraresi di Padova e i mercanti bavaresi. Un’ultima curiosità è legata a un interessante lotto di monete contraffatte, contenute nel tesoro di Erpelle, che ha rappresentato l’occasione per approfondire anche l’attività dei falsari medievali: puniti con pene severissime, essi rischiavano la vita per produrre denaro falso, evidentemente spinti da motivazioni che giustificavano i rischi legati alla loro attività. Un tesoro ritrovato. Banditi e carovane sul Carso nel medioevo 10 maggio -29 settembre 2024 Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann” Piazza della Cattedrale 1, Trieste Da martedì a domenica, dalle 10 alle 17 Ingresso libero [email protected] www.museoantichitawinckelmann.it
    4 punti
  16. Buona Giornata. Questo è un mio resoconto circa la moneta da 15 grana battute durante la Repubblica Napoletana del 1648, "Note sul 15 grana della Reale Repubblica Napoletana con la sigla GAC/S" publicato sul numero 6 del 2023 di Panorama Numismatico. Per chi vuole buona lettura. 13-20 Cutolo 15 grana Repubblica napoletana-1.pdf
    4 punti
  17. Non presente e/o citata nel Forum, e quindi. AU (g 13,63) ex Lotto 391 Asta Nomisma Aste Srl di Verona, n. 6 4-5/5/2024
    3 punti
  18. Infine altre due monetine più comuni Un 50 groszy polacco 1949 (a 20 centesimi) che fa compagnia al pezzo da 20 che già avevo E un 25 cent del Belgio occupato 1943 che mi ha regalato la mia ragazza che mi fa sempre qualche regalino ai mercatini! Già lo avevo ma questo è decisamente migliore
    3 punti
  19. Io oggi sono di ritorno da Cordusio! Giornata un po' magra, solo quattro monete di cui una già l'avevo ma l'ho molto migliorata. Inizio con la prima che ero indeciso se postare perchè supera il limite di spesa (l'ho pagata 2€) ma visto che @nikita_ dà il cattivo esempio mi accodo!😄 50 centavos 1927 Angola portoghese Questo 8 maravedis di Ferdinando VII nonostante la pessima conservazione l'ho preso ad 1€, probabilmente troppo, ma il rovescio mi sembra ancora piacevole. L'anno dovrebbe essere il 1824; visto il 4 finale sarebbe l'unica data possibile
    3 punti
  20. Forse l’atto necrofilo di Achille era ineluttabile... Pentesilea, in quanto figlia del dio della guerra Ares e di Otrera, la prima leggendaria regina delle Amazzoni, era per così dire una figlia d’arte in fatto di virtù guerriere. A lei, però, a differenza dei genitori, la propria bellicosità sarebbe costata cara. Infatti, da poco succeduta alla madre sul trono, la giovane regina si macchiò di un crimine imperdonabile uccidendo la sorella Ippolita. Un incidente di caccia, secondo alcune versioni del mito; secondo altre, l’esito funesto di una rissa scoppiata durante il banchetto nuziale di Fedra e Teseo. E, poiché alle Erinni – vendicatrici implacabili dei delitti contro i familiari – poco importava dell’intenzionalità dell’atto, il destino di Pentesilea era segnato. Si sarebbe dovuta purificare per non vivere l’onta e l’agonia della colpa, guadagnandosi in combattimento una gloria immortale. Per questa ragione, nel decimo anno della guerra di Troia, Pentesilea si presentò a Priamo – precedentemente suo nemico – con le dodici più valorose guerriere del suo popolo. Sotto le mura di Troia l’amazzone sperava di compiere il proprio destino trovando attraverso il coraggio un degno riscatto. Pur essendo nobile, forte, bellissima, valorosa e di natura semidivina, Pentesilea non piaceva a tutti gli Olimpi. La dea Afrodite, in particolare, la odiava tanto da scagliarle contro una maledizione atroce. Il motivo di tanto odio è andato perduto con il poema che raccontava il mito. Forse la dea era adirata perché una festa di nozze era stata contaminata dalla violenza e dal sangue. O perché la regina – dando Troia per persa – era stata sul punto di ripartire, lasciandosi convincere solo con molte lusinghe e doni d’oro da Paride. Oppure, semplicemente, perché Pentesilea era tutto ciò che una donna non poteva e non doveva essere per piacere alla divina protettrice dell’amore. In ogni caso, l’editto di Afrodite era di una crudeltà sconcertante: la regina delle Amazzoni sarebbe stata violentata da qualsiasi uomo l’avesse vista senza armatura. Quando Pentesilea iniziò a combattere tra le schiere dei Troiani, il valore delle Amazzoni riuscì a risollevare le sorti di una guerra che sembrava decisa. Guidando le sortite contro gli Achei e difendendo strenuamente le mura, però, era solo questione di tempo prima che lei e Achille si scontrassero. Il migliore tra i Greci, infatti, si era placato solo in parte con la morte del principe uccisore di Patroclo. Ora, cosa accadde tra il re di Ftia e la regina delle Amazzoni? Le versioni del mito sono molteplici e contraddittorie; in più di un caso peraltro, va detto, il famoso eroe omerico non ci fa una gran figura. Secondo una delle versioni, Achille sarebbe sì riuscito a sconfiggere Pentesilea, ma soltanto per intervento divino. Infatti, l’eroe sarebbe stato riportato in vita da Zeus, commosso dalle suppliche di sua madre Teti, dopo che Pentesilea lo aveva sconfitto e ucciso. L’eroina, peraltro, avrebbe trionfato utilizzando una delle armi di sua invenzione: l’ascia da guerra oppure l’alabarda. Secondo un’altra versione, invece, l’eroe avrebbe colpito a morte l’Amazzone dopo aver trafitto un compagno, Calcone, che – invaghitosi di Pentesilea – le avrebbe fatto da scudo. Spogliandola dell’armatura, come si usava coi nemici sconfitti, l’eroe però sarebbe stato preda di Eros e della maledizione di Afrodite, commettendo un atto di necrofilia. In questa versione, il vile Tersite avrebbe assistito allo scempio, deridendo Achille per essersi macchiato di una simile vergogna. Per tutta risposta, allora, l’eroe lo avrebbe spedito all’altro mondo con un pugno sui denti. Adirato per l’assassinio del cugino Tersite, l’eroe Diomede avrebbe poi impedito ad Achille di seppellire degnamente Pentesilea. Quest’ultima, invece, sarebbe finita in pasto ai pesci nel fiume Scamandro. apollonia
    3 punti
  21. Si è detto che Pentesilea, prode eroina e fanciulla bellissima, aveva cercato scampo in Troia fuggendo alle Erinni di sua sorella Ippolita che essa aveva ucciso per errore con una freccia durante una battuta di caccia, oppure, come sostengono gli Ateniesi, nel corso della rissa che seguì alle nozze di Teseo e Fedra. Purificata da Priamo, nacque un legame di solidarietà dal quale, nella guerra dei Greci contro Troia, Pentesilea parteggiò per i Troiani alla testa di un contingente di Amazzoni, distinguendosi in battaglia fino allo scontro con Achille a lei fatale. La condanna degli dei per l’uccisione della sorella accompagnò Pentesilea anche dopo la morte poiché Achille, dopo averla uccisa, la spogliò delle armi com'era prassi dei vincitori e, sfilatole l'elmo e vedendo il suo volto la cui bellezza nemmeno la morte era riuscita ad intaccare, non poté fare a meno di desiderarla nonostante l’Ade l'avesse già chiamata a sé. Posseduto da Eros, l'eroe ne violò le spoglie in un atto di necrofilia. Quando in seguito chiese a dei volontari di seppellire il cadavere della regina, Tersite, il più brutto dei guerrieri greci chiamati a raccolta intorno a Troia e spettatore dell'abuso del giovane eroe sulle spoglie della regina, derise l'eroe per la sua passione per un cadavere e con un colpo secco cavò gli occhi fuori dalle orbite dell'Amazzone. L'eroe, infuriato, si avventò contro di lui e vibrò a Tersite un pugno con una forza tale da spaccargli tutti i denti e da far ruzzolare la sua anima giù nel Tartaro. Questo crimine suscitò la grande indignazione dei Greci e Diomede, che era cugino di Tersite e voleva vendicarsi dell'empietà di Achille, per disprezzo all'eroe trascinò via il corpo di Pentesilea e lo gettò nello Scamandro come pasto per i pesci del fiume. apollonia
    3 punti
  22. DE GREGE EPICURI A questo punto vi mostro anche la mia ex-moneta, ho trovato la foto.
    3 punti
  23. Seguono una leggenda, scoprono un tesoro. Ricercatori portano alla luce oro e argento del “santo truffatore” del ‘700 Nelle remote colline dei Jeleniowskie, in Polonia, si celano numerosi luoghi avvolti dal mistero. Tra questi misteri spicca la storia singolare dell’eremita Antoni Jaczewicz, un avventuriero che si guadagnò fama anche come falso profeta, seducendo la gente con presunti poteri di guarigione. Si narra che nel maggio del 1708 egli eresse un eremo tra monti e colli, convincendo tanti malati della sua capacità di curare. La sua figura è rievocata con contorni leggendari. Si dice che l’uomo avesse accumulato un consistente tesoro, nel suo rifugio. L’associazione di esploratori Świętokrzyska, ispirato da questa leggenda, ha deciso di indagare ulteriormente. Dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni, ha confermato le antiche voci, trovando un autentico tesoro. “Abbiamo atteso con pazienza per annunciare questa scoperta – hanno detto gli esploratori polacchi – Quasi due anni di attesa perchè siamo tornati più volte sul luogo. E volevamo certezze. Un’attesa prudente che ha ripagato. Oggi possiamo affermare di aver confermato una parte della storia di questa leggenda. Dopo aver ricevuto le dovute autorizzazioni, abbiamo iniziato i lavori nell’estate del 2022 e, il 12 giugno di quell’anno. Il nostro collega Paweł Polak ha scoperto il primo deposito di monete d’argento. Era un tesoro imponente, con un numero considerevole di monete, di cui purtroppo non possiamo ancora fornire una stima precisa poiché i lavori di conservazione e di ricerca sono ancora in corso. I depositi trovati successivi sono più modesti, contenendo una dozzina o anche solo diverse monete ciascuno. L’apice delle scoperte è stato il ritrovamento di un magnifico ducato d’oro della città di Amburgo, opera di Sławek Badowski, che ha aggiunto un tocco finale prestigioso alla nostra ricerca. Desidero ringraziare tutti i membri della nostra associazione per la loro dedizione e pazienza” – ha dichiarato Sebastian Grabowiec, presidente del Gruppo di Esplorazione Świętokrzyska, in merito alla scoperta del tesoro. Ma chi era veramente l’eremita Jaczewicz, inizialmente considerato guaritore ma in seguito rivelatosi un abile truffatore e ladro? Alla fine del XVII secolo, la Repubblica di Polonia fu travolta da un’epidemia di peste, che alimentò il panico tra la popolazione. In questo clima di terrore, i truffatori approfittarono della situazione, promettendo guarigioni miracolose o protezione contro la malattia. Tra essi, spiccava Antoni Jaczewicz, che addirittura dichiarava di avere ottenuto il potere curativo direttamente dalla Madonna, la quale, affermava lui, dimorava con lui nel suo eremo. La sua menzogna attirò numerosi fedeli o malati, che fecero generose donazioni all’eremo. La sua fama crebbe rapidamente e presto trasformò il suo rifugio in una sorta di fortezza, con guardie assoldate per proteggere i suoi affari. Si dice che non solo derubasse i pellegrini, ma anche le proprietà circostanti. Alla fine, la nobiltà locale lo catturò e lo consegnò alla corte episcopale di Cracovia. Tuttavia, riuscì a fuggire dalla prigione e a tornare al suo rifugio, riprendendo le sue attività fraudolente, apparentemente con il beneplacito del Papa. Dopo essere stato nuovamente catturato, fu processato e condannato all’ergastolo nel 1712, finendo in prigione a Częstochowa. “Le vicende degli avvenimenti di quel tempo sono state riportate alla luce grazie alle interessanti scoperte degli ultimi anni da parte dei membri del Gruppo di Esplorazione Świętokrzyskie. Questi hanno ottenuto l’autorizzazione dalle autorità locali per condurre ricerche sui siti storici. Le loro scoperte suggeriscono che la storia dell’avventuriero Jaczewicz potrebbe essere più di una semplice leggenda, costruita attorno a un numero esiguo di fatti storici. Il Gruppo di Esplorazione Świętokrzyskie ha rinvenuto una vasta collezione di monete risalenti alla metà del XVII secolo e all’inizio del XVIII secolo, tra cui orts, sei, krajcars, kopecks (conosciuti anche come lacrime) e altro ancora. Di particolare interesse è un ducato d’oro di Amburgo del 1648, con l’immagine della Madonna con il Bambino incisa sul bordo, suggerendo che potesse essere usato come medaglione. È possibile che queste monete fossero parte delle offerte raccolte dal falso eremita, donazioni o ex-voto, o forse anche bottino rubato dalla nobiltà locale. Il deposito di monete, ora custodito e conservato dai membri della Świętokrzyska Exploration Group, è stato trasferito al Museo Storico e Archeologico di Ostrowiec Świętokrzyski. Quest’anno è prevista la sua catalogazione e un’analisi numismatica e storica dettagliata, sperando di ottenere maggiori dettagli sul passato di questo tesoro” – ha commentato Wojciech Siudowski del WUOZ di Kielce. Gli archeologi ora cercheranno le possibili strutture dell’eremo. Góra Witosławska (491 m sopra il livello del mare ) – una vetta nella catena montuosa Jeleniowski , sui monti Świętokrzyskie – è’ coperta da un bosco di abeti e faggi.In epoca precristiana sul monte Witosławska esisteva un bosco sacro . Secondo alcuni qui veniva venerato Vito, cioè Świętowita, una divinità che si prendeva cura, tra gli altri, del sole. Alcune fonti sostengono che il nome del monte potrebbe derivare dal nome di questa divinità. Anche più tardi, a partire dal XV secolo, ogni anno a Pentecoste si tenevano qui processioni e riti sacri. Il monte Witosławska veniva utilizzato anche religiosamente dai predicatori Antoni Jaczewicz – del quale, ora, sarebbe stato trovato il tesoro – e Jan di Zakliczyn. https://stilearte.it/seguono-una-leggenda-scoprono-un-tesoro-ricercatori-portano-alla-luce-oro-e-argento-del-santo-truffatore-del-700/
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  24. Ecco qui, spero siano almeno un pochino migliori. Non rendono i fondi lucenti e il lustro ma insomma…
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  25. Ecco la mia che non fa una gran figura confrontata alla tua ma va benissimo per me
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  26. Condivido volentieri: ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 20 Franga 1926 R "Fascetto" - Mont. 28 AU RRRRR Di questa moneta, battuta nella zecca di Roma con un piccolo fascio accanto alla R, furono battuti soltanto 100 esemplari, 90 dei quali subito rifusi. https://marenghi.collectorsonline.org/moneta/M-2/32
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  27. Concordo in pieno con @Bassi22. Arka Diligite iustitiam
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  29. le collezioni sono come fare l'amore, falle come ti piace di più, ma senza fretta.....hahahahahahahahahaha!!!!!!!!! Una battuta per dirti semplicemente di fare quel che senti nel cuore bilanciato con quello che hai nella tasca, troverai la tua via strada facendo. un caro saluto.
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  30. Buongiorno Recentemente passato in asta sul noto sito, questo bel Tornese con Cornucopia di Filippo II del 1575 . Curioso il segno circolare del compasso che delimita le legende.
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  31. Salve. Condivido il mio mezzo ducato 1610, proveniente dall'ultima asta SIMA e, più esattamente, dalla collezione di Fabrizio. Sigla IAF/G. Peso gr. 14,94. Bella ed interessante moneta. Va segnalata anche perché riporta la data invertita: "0161 + 1 ribattuto" invece di "1610". E' vero che siamo nel 1600, ma queste varianti hanno un fascino particolare e, a mio parere, sono da tenere in alta considerazione. E' pubblicata ( proprio questa moneta) sul testo del Magliocca: "La moneta napoletana...1530-1680" , pag. 161, numero 7/1. Rarità R4. Saluti.
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  32. Imitativa di Tetrico I, tipologia PAX AVG. Da notare al rovescio la "specchiatura" della raffigurazione e anche della legenda stessa! Pezzo carino con stile marcatamente imitativo.
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  33. Condivido volentieri. VENEZIA Marino Grimani (1595-1605) Osella 1605 An. XI AG (9,75 g) “Sidera Cordis, motto dei Grimani che allude alla croce posta nello stemma di famiglia a ricordo della crociata; croce che, probabilmente non casualmente, viene tenuta nella zampa dal leone.” Cfr. https://www.lamoneta.it/topic/123973-la-medaglia-a-venezia/?do=findComment&comment=1410100
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  34. Che ci sia chiarezza! Perché le presunte varianti saltate fuori sono numerose e fantasiose. Capire quali POTREBBERO essere vere servirebbe già a fare una grossolana scrematura (anche se poi bisogna fare i dovuti controlli). Cito quello che sono riuscito a trovare in rete (sicuramente manca qualcuno all' appello): 1-5 lire AM senza numeri serie 5 lire elmata variante colore 50- 100 lire Turrita medusa evanescente/ mancanza stampa retro/solo numeri e medusa… 1000 lire Verdi I tipo variante cromatica 1000 lire Verdi II tipo medusa gialla/decentrata/assente 2000 lire Galilei azzurrina 2000 lire Marconi azzurrina 2000 lire Marconi numeri blu/verdi 5000 lire Bellini numeri verdi 5000 lire Bellini turchese 5000 lire Colombo II tipo vele azzurre 5000 lire Messina numeri gialli 10000 lire Castagno rosa 10000 lire Volta numeri verdi/azzurri 50000 lire Bernini I tipo numeri verdi 50000 lire volto donna carenza di inchiostro
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  35. E' un argomento davvero vastissimo. Eccoti il mio modesto contributo. Come sai nel medioevo europeo ad emettere moneta erano i tanti feudi, regni, principati, singole città e spesso anche altri soggetti locali autorizzati o meno. Di valute o comunque monete che dovevano essere cambiate ce n'erano così tante che in certi periodi la confusione generata era piuttosto alta, e con essa gli ostacoli al commercio. A un certo punto l'esasperazione fu tale che in parecchi cominciarono a sognare quelli che poi diventarono i primi tentativi di unificazioni monetarie più o meno strette (come la citata unione monetaria latina, ma anche ad esempio la meno nota unione monetaria scandinava) o quantomeno dei sistemi di equilibrio valutario d'area (come ad esempio il Sistema Monetario Europeo pre-euro). Qualcuno arrivò addirittura ad auspicare un'unione monetaria mondiale: se vuoi saperne di più puoi leggere del progetto direttamente dal libro in cui l'ideatore lo espose.
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  36. C'è poco da aggiungere a quanto avete già detto voi. Esistono gli artefatti e, purtroppo, sembra stiano invadendo il mercato. Dire ai partecipanti alla discussione di starne alla larga è superfluo ma il ripeterlo forse potrebbe giovare a qualcuno non altrettanto scafato. Al tempo stesso però, non mi sento di scartare a priori quanto affermato a suo tempo da @R-R ben conoscendo la sua vasta cultura numismatica. Se afferma di aver avuto per le mani molti biglietti con varianti di colore, a suo dire autentici, merita fiducia. Quella fiducia che non meritano invece coloro che, anche in buona fede, tentano di vendere questi biglietti. Nell'impossibilità, o almeno nell'enorme difficoltà (cito sempre R-R) di distinguere i biglietti autentici dagli artefatti, un venditore onesto dovrebbe, semplicemente, astenersi. petronius
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  37. Buona giornata e buona lettura Domenica 5 maggio 2024 sono stato al Museo Archeologico di Calatia ( https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://cultura.gov.it/luogo/museo-archeologico-di-calatia&ved=2ahUKEwiYmKWD_PmFAxWd_rsIHQPlDsoQFnoECD4QAQ&usg=AOvVaw2CjlGl-txYlLky7MKTzpJ4 https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=http://museoarcheologicocalatia.beniculturali.it/%3Flang%3Dit&ved=2ahUKEwiYmKWD_PmFAxWd_rsIHQPlDsoQFnoECCoQAQ&usg=AOvVaw0P5GP9PCuYA76do1Ru1s7_ ) che ha sede nel Casino di Starza Penta, un palazzo del XVI secolo di Maddaloni (CE), che fu una delle residenze principali dei Carafa della Stadera. Le prime notizie sul Palazzo risalgono al 1552, citato come ‘Starza della masseria delle Torri’ nell’atto di donazione che Diomede II fa alla moglie Roberta di Stigliano. Nel 1610 è tra i beni di Diomede IV e in seguito all’ascesa al potere del settimo Duca Marzio III (1660-1703), la masseria subisce un radicale intervento di restauro e viene trasformata in Casino da Caccia e villa d’ozio, con annessa una produttiva che contava su una tenuta di 70 moggi. Durante il regno di Carlo III di Borbone l’edificio ebbe il periodo di maggiore lustro, in quanto il sovrano vi si recava spesso per battute di caccia, ma dal 1759 cominciò un suo lento declino. Passato agli inizi dell’800 ai Carafa del ramo dei Colubrano, fu requisito nel 1850 per alloggiare un contingente di soldati del 13° “Cacciatori Svizzero”. Restituito ai Carafa nel 1855, nell’anno successivo fu acquistato dal notaio Raffaele Palladino. L’assetto attuale rispecchia quello del restauro voluto da Marzio III, solo parzialmente modificato dai successivi interventi tesi a trasformare la struttura da Casino da Caccia a fabbricato urbano alla metà del 1800. Nel 1939 fu espropriato e assegnato prima al Demanio Militare e poi dal 1993 a quello Storico Artistico e attualmentevi è ospitato il Museo in cui ho ammirato un piccolo tesoretto di monete. Trattasi di 362 monete d'argento, tra denari e vittoriati, rinvenuti nel 1913 dove sorgeva Calatia, antica città edificata lungo Via Appia nel territorio dell'odierno comune di Maddaloni (CE), https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://it.wikipedia.org/wiki/Calatia&ved=2ahUKEwiKsL_X6vmFAxU38bsIHRMxCLQQFnoECBYQAQ&usg=AOvVaw1h5RCeF1iPQpfpfbzDMBzs Le monete sono esposte nella seconda sala del piano terra. Particolare che per mostrare il retro di alcune monete, le stesse sono state affiancate da immagini dell'altro verso diu quello esposto. Altre monete monete, ad essere precisi 9, tra cui una a metà, sicuramente spezzata a metà per diiderne il valore, sono esposte in una vetrina nell'anticamera del cortile. https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://cc-opencampania.inera.it/it/poi/Museo-Archeologico-Calatia/%3FshowAll%3Dtrue%26id%3D88b46bea-0ad1-11eb-b06c-4615ba5ced95&ved=2ahUKEwje_L2C5_mFAxUOhv0HHQy3DHMQFnoECCIQAQ&usg=AOvVaw0fe-ZKXwEsFU1H035HwJVS
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  38. Io ho lavorato per università e istituzioni scientifiche, mai per case d'asta, per cui mi attengo a quella che è l'indicazione che mi è sempre stata espressa per la compilazione dei cataloghi: ossia porre in primo piano l'autorità emittente. Questo è il motivo per cui continuo a preferire "Denario di Antonino Pio per Marco Aurelio". Ma si tratta ovviamente di gusto personale.
    2 punti
  39. In questo studio descrivo la falsa moneta nelle prammatiche sanzioni del viceregno spagnolo, nonché della genesi di questa particolare moneta: https://www.academia.edu/92173174/La_falsa_moneta_nelle_prammatiche_sanzioni_del_Regno_di_Napoli_1521_1689_
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  40. pippo78, se stai leggendo senza entrare sappi che le mezze polemiche e le polemiche intere di questo forum sono fuscelli in confronto a quanto avviene altrove. E questo te lo dico da veterano delle guerre sui forum di politica che ha deciso di appendere il fucile al muro.
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  41. Salve @fabioanz , di recente ho rivisto ulteriormente la classificazione dei denari genovesi (in base ai dati raccolti nello studio del ripostiglio di Padru). Per le tipologie corrispondenti ai suoi denari però non è cambiato molto. Le confermo in ogni caso che la sua classificazione, in base anche a quanto pubblicato della mia prima proposta qui sul catalogo LaMoneta, è senz'altro corretta. Un saluto cordiale, MB
    2 punti
  42. CNG ELECTRONIC AUCTION 561, LOTTO 498, 1 mag 2024. Base d’asta: 120 USD. Valutazione: 200 USD. Risultato: 425 USD. Lotto 498. EGYPT, Alexandria. Domitian. AD 81-96. Æ Drachm (33mm, 22.50 g, 11h). Dated RY 15 (AD 95/6). Laureate head right / Triumphal arch with three bays between columns, two windows above; roof surmounted by statuary group of Domitian driving horses between trophies; L IE (date) across field. Köln 415-6; Dattari (Savio) 544; K&G 24.238; RPC II 2728; Emmett 257.15. Brown patina, roughness, some pitting and delamination flaws. Good Fine. Very rare. Purchased from Malter Galleries. While often assumed to depict a local Egyptian monument, Fred Kleiner (“An arch of Domitian in Rome on coins of Alexandria,” NC 1989, pp. 69-81) has convincingly argued that the arch was erected elsewhere, almost certainly in the capital, to commemorate Domitian’s victories in Germany. Indeed, Suetonius (Dom. 13.2) records that the emperor erected so many arci – Latin for arches – in Rome that a Greek punster wrote on one of them ἀρκεῖ (enough). It is also interesting to note that the production of Aes denominations finally started to increase at the Alexandrian mint during the reign of Domitian, and at the expense of the billon production. . apollonia
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  43. Rispolvero questa discussione in quanto, dopo un po' di ricerche, sono riuscito a scovare qualche riferimento storico sull'emissione di questi buoni di solidarietà nazionale. Dalla Gazzetta Ufficiale del Regno del 16.11.1911: " S.E. il Ministro della guerra ha diretto in data d'oggi a tutti i sindaci del Regno la seguente circolare: con decreto di S.E. il presidente del Consiglio dei ministri in data 2 novembre è stata nominata sotto la presidenza di S.A. R. Il duca d'Aosta una commissione centrale per la erogazione dei soccorsi alle famiglie bisognose dei militari morti o feriti nella guerra italo-turca. Nella Gazzetta Ufficiale del Regno del 7.8.1912 si fa un resoconto su quanto raccolto: " Dalle notizie pervenute alla Direzione generale della Banca d'Italia, le somme successivamente versate presso le diverse filiali della Banca stessa per oblazioni a favore delle famiglie bisognose dei militari morti e feriti nella presente guerra in Tripolitania e Cirenaica ammontano a lire 12.453,38..." Purtroppo sia in rete che nei cataloghi specializzati in questo tipo di emissioni non sono ancora riuscito a trovare altri buoni come quello sopra postato, ma non demordo prima o poi qualcosa salterà fuori. Saluti
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  44. il mio contatto cinese non riesce ad identificare la data..
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  45. C’è chi già ora chiede il 27% all acquirente . diciamo che in caso di catalogo, sala , rinfresco , ecc ecc certe commissioni ci possono stare … quando invece trattasi di aste on-Line , forse , il continuo lievitare delle commissioni lo trovo poco giustificato ..
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