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I contenuti con la più alta reputazione dal 05/05/2024 in tutte le aree

  1. Buonasera Forumisti la serie dei mezzi scudi di Vittorio Amedeo III è una serie lunga vent’anni e secondo il mio modesto parere, decisamente affascinante. Mentre il massimale maggiore è veramente difficile da reperire, soprattutto in elevata qualità (e’ di fatto un monotipo, si conosce infatti solo la data 1773, anche se viene citato da alcuni autori anche il millesimo 1776, ma mai apparso e probabilmente inesistente), il mezzo scudo è molto più facile da trovarsi, in particolare per le annate più comuni. Lo scudo invece è rarissimo (R3), molto probabilmente perché l’elevato valore nominale dell’epoca ne fece un esperimento non riuscito se destinato alla circolazione. Dei mezzi scudi posseggo cinque millesimi in collezione ed è molto interessante notare come l’iconografia in vent’anni non sia mai cambiata ed è molto connotata nel periodo storico in cui ha circolato, evocando immagini decisamente settecentesche, sia nel profilo del regnante (capigliatura e abbigliamento) al diritto che nello stemma sabaudo al rovescio. Come per tutti i Savoia antichi reperire la massima conservazione di questa monetazione e’ estremamente difficile. Da tempo in collezione, presento stasera a Voi un esemplare del primissimo anno di coniazione, il 1773, in elevata qualità (periziata FDC) e con attraente patina riposata da monetiere. Personalmente non ho mai visto esemplari superiori a questo, tanto è vero che la giudico R3 e non R2 come tutti i cataloghi proprio per la conservazione. Grazie dell’attenzione e un affettuoso saluto a tutti
    11 punti
  2. Certo, c'è anche chi colleziona i tappi di bottiglia, quindi vanno senz'altro bene anche le monete bucate. Il concetto è attribuirne il giusto valore che, a parte l'eventuale caso di rarità, non troverà mai schiere di potenziali acquirenti tali da generare strappi di valore. Segua anche qualche asta, c'è ne sono 3/4 a settimana ultimamente, e vedrà che la Lira del Gritti la trova poi a poco più di 100€ e in buone condizioni. Per questo vederne una otturata a quel prezzo, mi vien da sorridere.....tutto qui.
    7 punti
  3. In merito a tale complesso argomento occorrono almeno un paio di precisazioni, in primo luogo è vero che le valute usate nelle varie piazze erano molteplici ma bisogna considerare che quelle usate principalmente nel commercio internazionale e nei grandi scambi erano sempre poche, nel periodo altomedievale vennero usati dapprima solidi e iperperi bizantini, in alcuni casi anche monete di derivazione islamica come dinar o quarti di dinar, quest'ultimi soprattutto in Italia meridionale ma anche in alcune piazze come Pisa e Genova, poi nel tardo medioevo, dal trecento in poi, dominarono fiorini e ducati d'oro, i primi nelle piazze dell'Europa occidentale e centrale (Spagna, Francia, Germania, Fiandre, Boemia e Ungheria) i secondi nel levante mediterraneo (Isole dell'Egeo, Anatolia, Cipro, Siria ed Egitto fino all'India), gli operatori mercantili che viaggiavano e commerciavano a livello internazionale si procuravano e usavano preferibilmente tali valute, ma in ogni caso va sempre tenuto conto che il saldo in moneta occupava solo parte degli scambi che normalmente, soprattutto in occasione delle fiere internazionali (Ginevra, Lione, Piacenza, etc..) avveniva merce contro merce, ciò che rimaneva in più da saldare per completare lo scambio poteva essere appunto evaso in monete, generalmente mediante strumenti creditizi come le lettere di cambio che comprendevano i costi del passaggio da una valuta all'altra a seconda delle piazze in cui erano emesse... In secondo luogo bisogna sempre ricordare che la moneta usata negli scambi internazionali in epoca medievale e moderna e per tutto il periodo del gold standard (fino alla prima guerra mondiale sostanzialmente) era a carattere "reale", cioè valeva per il metallo prezioso contenuto, la moneta cosiddetta fiduciaria, il cui valore non era legato al metallo prezioso ma era stabilito più o meno arbitrariamente dall'autorità pubblica che la emetteva, era in quei periodi limitata al solo mercato interno a ciascun paese e agli scambi ordinari e minuti del quotidiano, in pratica le monete d'oro e quelle d'argento di grosso modulo ed alto intrinseco potevano essere tutte usate ovunque da ciascun viaggiatore che le portasse con sè dal proprio paese, erano sostanzialmente valutate a peso di metallo come "moneta merce" trascurando ovviamente il valore nominale attribuito loro nei paesi di emissione, ogni piazza soprattutto in epoca moderna si era dotata di organizzazioni e istituzioni apposite che avevano il compito di preparare tariffe e bandi con cui ogni moneta a carattere internazionale, soprattutto quelle più diffuse, era ragguagliata alla valuta propria della piazza di riferimento... Un esempio classico di scambi monetari a grande distanza in epoca moderna è il grande commercio internazionale tra mercanti europei e paesi orientali, Impero Ottomano, Persia, India e Cina, dal cinquecento in poi, animato da enormi quantità di argento monetato, soprattutto in forma di pezzi da otto reales spagnoli o delle colonie spagnole, che venivano radunati in massa e trasportati attraverso il Capo di Buona Speranza nei mercati orientali in cambio delle merci locali, spezie, seta, cotone porcellane, prevalentemente, tali monete valevano per il loro peso e quantità d'argento contenuto, in Persia e India dopo essere state pesate nelle dogane dei porti di arrivo, Bandar Abbas, Ormutz e Surat, venivano portate nelle zecche locali per essere fuse e con il metallo ottenuto coniare monete tipiche di quegli imperi, gli abbasi e le rupie... Per approfondire al meglio gli arcani del monetame in epoca medievale ecco il testo a mio avviso migliore: https://www.amazon.it/Money-its-Use-Medieval-Europe/dp/0521375908/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&crid=3NZUYDW0FBQE5&dib=eyJ2IjoiMSJ9.r_tfbu2LTbie8sVq6M6Y5lVianrPRKh_cQDzABQdN1Q3J1h5Q9Azy6DQmZlStsHLEr9gICosjYy6rReMcfXnTOAP6F8yfJGh-XGjBQPyg7g.k_rTgKxY9UsTxdYgnnqmovaXi071BOju7fWAjW0ndkk&dib_tag=se&keywords=spufford+money&qid=1715189838&sprefix=spufford+money%2Caps%2C113&sr=8-1
    7 punti
  4. Ciao Nicolò e complimenti per l'ennesima dimostrazione di come sia semplice autoprodurre una variante o variazione di colore. Sarei curioso di vedere se lo stesso effetto lo si può ottenere sulla Testina di un 50 lire Buoi.... a no, dimenticavo che gli errori di stampa avvengono solamente su banconote comuni, meglio se circolate.
    6 punti
  5. Avrei dovuto aprire questa discussione questa mattina ma sono stato preso da altro. Infatti oggi 6 Maggio nasce ufficialmente il primo francobollo. Un augurio a tutti noi per tanto divertimento e buon collezionismo a tutti. Il primo...
    5 punti
  6. Ulteriore cavallo FERRANDUS con la S “coricata”. Esemplare fresco di entrata nella serie.
    5 punti
  7. Buonasera a tutti. Forse non avrei dovuto aspettare anni per averla in mano e in raccolta, ma la pazienza è una virtù che ho in abbondanza e finalmente è arrivato il momento di condividere l'ultima mia Mezza Piastra per Ferdinando II . È chiusa in perizia Tevere dal 2007.
    5 punti
  8. Finalmente sono riuscito a coronare un piccolo sogno biblionummofilo, ho completato la serie di opere di Gianrinaldo Carli dedicate alla numismatica e alla storia monetaria italiana, si tratta di un insieme che cercavo da anni e che, anche grazie alle segnalazioni di @Ricky97, a cui ovviamente reitero i ringraziamenti, sono riuscito da poco a completare... e ne sono molto orgoglioso in quanto il suddetto insieme contiene la prima storia delle monete e zecche italiane dal medioevo al settecento, redatta in maniera organica e sistematica da un solo autore, una vera miniera di notizie ancora oggi molto interessanti e non facili a reperirsi, arricchita da tabelle con valori di monete e merci e tavole illustrate di monete... Di seguito posto le immagini delle opere contenute nei sei volumi...
    5 punti
  9. Salve. Condivido la mia piastra 120 grana 1832 R. Pesa gr. 27,23 Mi sembra sia stata reimpressa su un 12 carlini della Repubblica napoletana. Corrisponde a quella passata in asta NAC un anno fa. Ringrazio per l'attenzione. Saluti.
    5 punti
  10. Per un euro una banconota che possiedo già in migliore condizioni, ma a questo prezzo non si lascia un pezzetto di storia a svolazzare al vento insieme ad altri biglietti esteri moderni dal valore prossimo allo zero. Entrò in circolazione sul territorio italiano dopo lo sbarco in Sicilia del 10 luglio 1943, è il nominale più comune, 2 shillings e 6 pence erano equivalenti a 50 lire. Non furono ben accette per la loro impostazione dei valori secondo il sistema monetario inglese, tanto che rispetto le AM-LIRE degli americani circolarono solo fino al 31 luglio 1945 con la possibilità di cambio entro il primo di settembre del 1945. Nel corso del tempo ne ho viste alcune con un 50 scritto a penna sui bordi giusto per ricordarsi che si doveva accettare o spendere per 50 lire.
    5 punti
  11. Sono stato all’Eufofil, e son riuscito a portare tutta la famiglia. Ho passato qualche ora veramente piacevole in famiglia, curiosando tra i vari stand. Son molto contento che sia io sia tutti i miei familiari abbiamo trovato qualcosa da acquistare, non necessariamente monete ma un po’ di tutto.. prezzi un po’ alti, spiacevole un commerciante che a mio figlio ha fatto dei prezzi a mio avviso esagerati per dei panda cinesi (230 euro per un panda oncia argento del 91!!?!?) . anche se ragazzino per fortuna i prezzi li conosce meglio di me e non ci è cascato.. spero che anche per i commercianti sia andata bene e che questo sia il primo di una lunga serie
    4 punti
  12. Sono a abbonato a più riviste, ho messo un tubo di plastica affiancato alla cassetta della Posta con la scritta "riviste" . Il postino si ostinava a "ficcarle" nella feritoia destinata a lettere e buste, all' ennesimo episodio l' ho rintracciato lungo il suo percorso e gli ho fatto una "legge" che se la ricorda ancora. la posta ora arriva persino profumata.
    4 punti
  13. Salve. Condivido un Coronato di Ferdinando I D'Aragona. E' ribattuto su altro Coronato. La ribattitura altera la legenda. Sigla " I ". Peso di gr.3,98 . Proviene dall'ultima asta SIMA e faceva parte della importante collezione di Fabrizio. Si tratta di un interessantissimo Coronato, già passato in asta NAC nel dicembre 2012 (asta 69, lotto 699), ex collezione Archer M. Huntington. Saluti.
    4 punti
  14. Dopo la lira 1863 di qualche giorno fa, continuo con le storie evolutive di patine Stessa moneta del primo post dopo 4 anni di monetiere. Saluti!
    4 punti
  15. Il tesoro di Erpelle viene esposto per la prima volta al Museo Winckelmann: più di 1700 monete d’argento del Trecento scoperte nel 1921 in alcuni vasi di terracotta nel Carso triestino. La mostra che si inaugura giovedì 9 maggio 2024, alle ore 17, al Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann”, con ingresso da via della Cattedrale 15 a Trieste, espone un prezioso ritrovamento emerso di recente da una cassaforte del museo: si tratta del tesoro che, nascosto agli inizi del XV secolo, venne scoperto nel 1921 a Hrpelje/Erpelle (oggi in Slovenia a 4 chilometri dal confine italiano). Composto da più di cinquemila monete d’argento e una dozzina d’oro fu casualmente ritrovato da Giovanni Kolaric, impiegato ferroviere presso la stazione di Erpelle, nell’estate del 1921 in una dolina, forse all’ingresso di una grotta, conservato in alcuni vasi di terracotta. Dalla Cronaca del museo del 15 ottobre 1921 apprendiamo che lo scopritore lo portò al Museo d’Antichità per venderlo. Venne consegnato al direttore Piero Sticotti che subito ne avvisò l’Ufficio delle Belle Arti e coinvolse il Museo di Aquileia. Allo scopritore e al Consorzio agrario di Erpelle (proprietario del terreno) venne riconosciuto il premio in denaro spettante in base alla legge italiana, entrata in vigore nel nostro territorio solo da pochi mesi. Dimenticato un’altra volta qualche anno più tardi, senza essere stato pubblicato o studiato in modo approfondito, questo tesoretto si credeva perso per sempre. Inaspettato è ora tornato nuovamente alla luce. Pare che il tesoro fosse stato all’epoca suddiviso in tre parti. Ora a Trieste è di fatto presente un terzo del totale, cioè 1773 monete d’argento in buone condizioni di conservazione. Lo studioso Giulio Carraro, dell’Università di Trieste, ha potuto analizzarlo e le sue ricerche sono state recentemente pubblicate nel volume “Dobrila Tat. Il tesoro di Erpelle 1921”, per i tipi di EUT. La curiosità suscitata dalla presentazione del volume e la richiesta di poter vedere il tesoro hanno portato alla mostra che ora si inaugura al Museo Winckelmann e che resterà aperta fino al 29 settembre 2024, con orario 10-17, da martedì a domenica, con ingresso libero da piazza della Cattedrale 1. Composto originariamente da oltre cinquemila monete d’oro e argento, il tesoro di Erpelle rappresenta uno dei principali esempi di tesaurizzazione, per quanto si è potuto ricostruire, legata all’opera dei banditi medievali. L’eterogeneità delle valute rappresentate regala uno spaccato della vitalità economica e monetaria nell’Europa centrale e orientale del XIV secolo, offrendo un prezioso supporto allo studio delle relazioni mercantili e degli scambi commerciali attraverso l’area alpina e quella balcanica lungo le rotte che portavano ai porti dell’Adriatico settentrionale, dai quali i prodotti venivano poi venduti in tutta Europa. Non deve stupire che un tesoro di monete d’argento come questo venisse sepolto in luogo nascosto: la popolazione dell’Europa tardo medievale (tra XII e XV secolo) era spinta all’occultamento di tesori dalle precarie circostanze sociali, politiche ed economiche. Nelle aree periferiche e di frontiera, la crescente povertà, esasperata dall’aumento della pressione fiscale da parte delle autorità, aveva visto dilagare il contrabbando. Al folklore dell’area di Erpelle è legato il personaggio del ladro Dobrila, o Dobrilla: un contrabbandiere il cui lato moralmente discutibile viene considerato espressione dell’umana “arte di arrangiarsi” che derubava le ricche carovane dirette nell’entroterra dai porti di Trieste e dell’Istria, in particolare quelle cariche di sale, l’oro bianco del Medioevo. Dobrilla viene tradizionalmente legato al tesoro scoperto a Erpelle nel 1921 ed è lecito ritenere che le leggende abbiano probabilmente un fondo di verità. Oltre la metà delle monete superstiti è prodotta dalla zecca di Venezia, potenza marinara in fortissima espansione nell’Adriatico. Non mancano tuttavia dei lotti consistenti di monete del Patriarcato di Aquileia e del Regno d’Ungheria, protagonisti anch’essi del panorama politico ed economico dell’Europa medievale. Altri attori sullo scacchiere commerciale, rappresentati all’interno del tesoro, sono i Carraresi di Padova e i mercanti bavaresi. Un’ultima curiosità è legata a un interessante lotto di monete contraffatte, contenute nel tesoro di Erpelle, che ha rappresentato l’occasione per approfondire anche l’attività dei falsari medievali: puniti con pene severissime, essi rischiavano la vita per produrre denaro falso, evidentemente spinti da motivazioni che giustificavano i rischi legati alla loro attività. Un tesoro ritrovato. Banditi e carovane sul Carso nel medioevo 10 maggio -29 settembre 2024 Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann” Piazza della Cattedrale 1, Trieste Da martedì a domenica, dalle 10 alle 17 Ingresso libero [email protected] www.museoantichitawinckelmann.it
    4 punti
  16. Buona Giornata. Questo è un mio resoconto circa la moneta da 15 grana battute durante la Repubblica Napoletana del 1648, "Note sul 15 grana della Reale Repubblica Napoletana con la sigla GAC/S" publicato sul numero 6 del 2023 di Panorama Numismatico. Per chi vuole buona lettura. 13-20 Cutolo 15 grana Repubblica napoletana-1.pdf
    4 punti
  17. Ad occhio e ad istinto mi sembra autentico, ma anche se non lo fosse non e' un falso moderno. Di questo materiale i "falsi d'epoca" sono ricercati e quotati, vengono usati dai collezionisti e studiosi per potere avere dei paragoni. Gli inchiostri e i materiali dell' epoca erano soggetti a molti fattori di deterioramento, la luce del sole diretta, l' umidità ecc.. ., il francobollo e' stato sicuramente lavato in maniera non appropriata, o per staccarlo dalla busta o frammento (cosa che non si dovrebbe fare MAI), o per togliere magari dello sporco, cosa comunque non fatta di recente. Potrebbe essere un' emissione del 18.2.1858 rosa chiaro della II tavola, dico potrebbe..??! Mancano purtroppo alcuni riferimenti o meglio non sono visibili data l' usura e l' errata conservazione. Considerando che sono stati emessi nel 1858 e sono tra i primi francobolli del Regno di Napoli tutto può essere, se e' stato pagato poco hai fatto piu' che bene a prenderlo anche se e' un falso, avrei fatto lo stesso. Purtroppo in questa conservazione diventa una terza se non una quarta scelta, la freschezza in questo materiale conta molto. Consiglio.. prova a fare foto in controluce o con una piccola illuminazione sul dietro per verificare se si nota la filigrana o parte di essa. E' possibile anche che non sia presente ma aiuterebbe. Oppure foto fronte/retro su sfondo nero. Non togliere la linguella, lascialo così com' e'. Se cortesemente riesci a postare foto della eventuale filigrana ci fa piacere controllarle. Ciao
    4 punti
  18. Questa vicenda dimostra che l'unica garanzia veramente affidabile è la propria competenza, bisogna accompagnare la passione con lo studio e la ricerca perché nessuno ti protegge, nemmeno chi teoricamente verrebbe pagato per farlo. Anzi, non appena qualcuno fiuta un po' di... diciamo ingenuità... ci si butta a pesce per cercare di derubare e truffare gli ingenui. E il perito abusa della sua autorevolezza (troppo spesso più millantata che reale!) per agevolare la truffa. Bisogna essere i periti di sé stessi. In questo il forum riveste un ruolo importante mettendo a contatto appassionati che altrimenti non potrebbero avere l'opportunità di scambiarsi informazioni e conoscenze. Un grazie a tutti voi cari.
    4 punti
  19. Buongiorno,vangando l' orto: Ho trovato una grossa moneta :
    4 punti
  20. Dei Notgeld tedeschi se ne è già parlato molto, ma questi mi mancavano. Oggi vi presento quattro monete in porcellana prodotte dalla manifattura di Meissen in Sassonia durante la crisi degli anni '20 (del secolo scorso!) (20 pfennig / 1,5g / 19 mmØ / 2,8 mm spessore) A quel tempo scarseggiava la moneta metallica e la materia prima per produrla, così in Germania intorno al 1920 al Ministero delle Finanze del Reich tedesco venne l'idea di emettere moneta di emergenza in ceramica ed iniziò a valutarne la fattibilità. Furono anche realizzate alcune bozze e coniazioni di prova, che però vennero respinte e così non fu introdotta come moneta ufficiale. (50 pfennig / 22 mmØ / 3 mm spessore) Il governo della Sassonia fece tesoro dell'esperienza acquisita sul gres dalla fabbrica di Meissen e così all'inizio del 1921 lo Stato fu il primo a decidere di mettere in circolazione moneta di emergenza. Oltre all'indicazione obbligatoria del valore, dell'anno e dell'origine, il disegnatore mise pure il simbolo della manufattura, le due spade incrociate. (1 marco / 3g / 25 mm Ø / 3 mm spessore) L'artista era Emil Paul Börner e l'incisore un certo Friedrich Wilhelm Hörnlein (uhm... quest'ultimo nome mi sembra di averlo già letto, anche in relazione a medaglie di carestia e kronur islandesi degli anni '30). Börner si dimostrò un maestro dell'arte del rilievo, in grado di realizzare in modo decorativo una creazione artistica anche in spazi minimi. Si racconta che rifiutò la consueta macchina di riduzione, diffusa in zecca. Egli incideva i suoi disegni direttamente nello stampo in gesso, utilizzando l'impegnativa tecnica del taglio in negativo. Il gres Böttger fu scelto come materiale non solo perché era meno suscettibile allo sporco rispetto alla porcellana bianca di bisquit: è resistente all'acqua, ha eccellenti proprietà igieniche ed ha un'elevata resistenza alla rottura. (2 marchi / 3,4g / 28 mm Ø / 3 mm spessore) Ma qui arriva il bello: le monete sono "scodellate" su entrambi i lati, in modo che la parte principale della massa si trovi sul bordo e lo stabilizzi e questa particolarità ha permesso di ottenere un rilievo decisamente alto, che gioca a favore dei dettagli dei motivi. E poi c'era il lato pratico: monete di uguale valore potevano essere disposte senza problemi l'una sull'altra e confezionate in rotoli. C'era anche un vantaggio durante la fasi di produzone: la contrazione durante la cottura doveva essere presa in considerazione e quella del gres era solo dell'8%, contro il 16% della classica porcellana bianca. (e le impurità si vedevano di meno, ma questo lo dico io) L'unica nota triste per la manifattura di Meissen è che, anche se incaricata direttamente dallo Stato sassone, dal suo Ministro delle Finanze, di iniziare a produrre denaro non fu mai, e non è tuttora, considerata una "vera" zecca sassone. Per oggi è tutto, io come al solito mi sono fermato agli esemplari più economici (14€ per tutto quello che avete visto di sopra), se poi "capita" magari poi proseguo la discussione in futuro Servus, Njk ============ Fun fact: le monete di porcellana suscitarono persino un certo interesse internazionale. Anche il Guatemala prese in considerazione l'emissione di queste nuove monete e nel 1922 vennero commissionati dei campioni di pezzi da 2 pesos, che tuttavia non furono emesse. https://www.dhm.de/blog/2024/03/13/aus-naturmaterialien-geld-machen-porzellan-notgeld-aus-sachsen/ Per saperne di più: https://de.wikipedia.org/wiki/Porzellangeld
    4 punti
  21. Essendo stato chiamato in causa, anche se con un po' di ritardo dico la mia. Le monete, e i personaggi, oggetto di damnatio memoriae, costituiscono senza dubbio un tema interessante, ma non abbastanza, secondo me, da meritare una sezione apposita. Soprattutto, temo, per mancanza di materia prima. Sono stati citati in questa discussione alcuni imperatori romani, quelli che conoscono tutti, Nerone, Commodo, Domiziano, Caligola... e poi? Non me ne vengono in mente altri, è possibile che ce ne siano, ma non credo suscitino un interesse pari a quelli citati. Per i quali esistono già decine di discussioni nella sezione delle Imperiali, spostarle in un'altra sezione apposita, oltre a non aggiungere nulla a quanto già detto, sarebbe un lavoraccio e poco aggiungerebbero a questa nuova, ipotetica sezione, gli imperatori minori eventualmente dannati. Questa, è bene precisarlo, è la mia opinione personale, non dello staff, per la quale mi permetto di chiamare in causa @Reficul @incuso noché i curatori della sezione Monete Imperiali, @Stilicho @grigioviola @Illyricum65. petronius P.S.: da un certo punto in poi, questa discussione è andata completamente fuori tema (compreso il discorso sugli imperatori dannati ), ma poichè si è mantenuta sui binari della correttezza, non vedo motivo per moderarla.
    4 punti
  22. Si è detto che Pentesilea, prode eroina e fanciulla bellissima, aveva cercato scampo in Troia fuggendo alle Erinni di sua sorella Ippolita che essa aveva ucciso per errore con una freccia durante una battuta di caccia, oppure, come sostengono gli Ateniesi, nel corso della rissa che seguì alle nozze di Teseo e Fedra. Purificata da Priamo, nacque un legame di solidarietà dal quale, nella guerra dei Greci contro Troia, Pentesilea parteggiò per i Troiani alla testa di un contingente di Amazzoni, distinguendosi in battaglia fino allo scontro con Achille a lei fatale. La condanna degli dei per l’uccisione della sorella accompagnò Pentesilea anche dopo la morte poiché Achille, dopo averla uccisa, la spogliò delle armi com'era prassi dei vincitori e, sfilatole l'elmo e vedendo il suo volto la cui bellezza nemmeno la morte era riuscita ad intaccare, non poté fare a meno di desiderarla nonostante l’Ade l'avesse già chiamata a sé. Posseduto da Eros, l'eroe ne violò le spoglie in un atto di necrofilia. Quando in seguito chiese a dei volontari di seppellire il cadavere della regina, Tersite, il più brutto dei guerrieri greci chiamati a raccolta intorno a Troia e spettatore dell'abuso del giovane eroe sulle spoglie della regina, derise l'eroe per la sua passione per un cadavere e con un colpo secco cavò gli occhi fuori dalle orbite dell'Amazzone. L'eroe, infuriato, si avventò contro di lui e vibrò a Tersite un pugno con una forza tale da spaccargli tutti i denti e da far ruzzolare la sua anima giù nel Tartaro. Questo crimine suscitò la grande indignazione dei Greci e Diomede, che era cugino di Tersite e voleva vendicarsi dell'empietà di Achille, per disprezzo all'eroe trascinò via il corpo di Pentesilea e lo gettò nello Scamandro come pasto per i pesci del fiume. apollonia
    3 punti
  23. Ciao a tutti, oggi condivido con voi una delle ultime new entry nella collezione, un dupondio di Antonia Minore coniato da Claudio in onore della madre, mi ha colpito particolarmente il bellissimo ritratto di Antonia, ha un fascino quasi ipnotico. Visto che ho quasi concluso la classica "una moneta per Imperatore" (mi mancano ancora due dei Tre Moschettieri, Otone e Vitellio) del periodo della mia collezione, da Augusto fino a Commodo (ma sto includendo anche i Severi piano piano), sto cercando di uscire dalla lista standard dei singoli Imperatori per introdurre nella collezione anche altri personaggi, non certo di poco conto, che sono stati protagonisti assieme a loro della storia romana. Dopo Agrippa e Germanico mi è sembrata una bella cosa aggiungere anche una fanciulla visto che di quel periodo non ne avevo ancora nessuna 🙂 Una breve nota storica scopiazzata qua e là: Antonia Minore, 31/36 a.C. - 37 d.C. (minore per distinguerla dalla sorella maggiore dello stesso nome, che sposò un Lucio Domizio Enobarbo e fu la nonna paterna di Nerone) , figlia di Marco Antonio e Ottavia Minore (sorella di Augusto), nipote di Augusto, moglie di Druso Maggiore, madre di Germanico e Claudio. Muore durante il regno di Caligola, suo nipote. Secondo Svetonio la morte fu causata da una malattia dovuta ai maltrattamenti subiti proprio da Caligola anche se non esclude che il nipote si sia limitato "semplicemente" ad avvelenarla. Secondo Dione Cassio invece Caligola le ordinò di suicidarsi perchè lo rimproverava. Certo è che quando si parla di Caligola non si sa mai dove si va a finire 😵‍💫 Ma veniamo alla moneta: Antonia (coniato da Claudio), Dupondio, Roma, 41-50, RIC 92 12.48g X 28mm, AE D/ ANTONIA AVGVSTA; busto drappeggiato R/ TI CLAVDIVS CAESAR AVG P M TR P IMP; S - C; Claudio con simpulum Aggiungo anche un busto dell'Augusta esposto al Louvre: Grazie a tutti per l'attenzione, Matteo
    3 punti
  24. Ecco qui, spero siano almeno un pochino migliori. Non rendono i fondi lucenti e il lustro ma insomma…
    3 punti
  25. Ciao ,come ti è stato precedentemente detto ,le tue domande implicano risposte complesse e solo leggendo diversi libri ed articoli potrai avere un'idea sulle tipologie di scambi monetali nel Medioevo ed in età pre-Unità d'Italia. Essendo una persona pratica ti esporrò solo alcuni piccoli dettagli in merito che,spero,possano ,in qualche modo esserti utili. Nel secolo XIII città italiane come Firenze e Venezia imposero la loro valuta aurea ,soprattutto negli scambi commerciali, in Europa ed in Oriente, ma nel secolo XVI accadde il contrario e cioè che fu l'Italia ad adeguare la propria moneta a quella estera. Ad esempio ,verso i primi venti anni del secolo XVI, si impose in tutta Italia una specie monetale mutuata dallo Scudo d'oro del sole francese ed era chiamato in tal maniera perchè ,nella scritta periferica, vi compariva un piccolo sole. La prima città italiana a battere questi Scudi del sole fu Genova ,nel 1508, poi seguirono Milano e Venezia ,grandi centri commerciali. In alcuni casi accadeva che le autorità cittadine, alle quali era data facoltà o dall'Imperatore, o dal consiglio di autonomia(quando esse erano autonome) cercavano di impedire che entrassero, nei commerci cittadini, monete di altre città o di Stati esteri, facendo agire i cambiavalute. Ciò avveniva anche perchè si pretendeva che le monete che entravano in città avessero caratteristiche uguali ,in fatto di peso e qualità del metallo, alle monete emesse dalla medesima città. Esistevano officine monetarie che emettevano monete anche per altre città Vi erano città che introitavano monete "estere"(di altre città o Stati) per poi fonderle in Zecca e creare moneta propria Accadeva che, in certi casi, non era l'autorità emittente a stabilire la quantità di moneta da emettere, ma erano soprattutto i mercanti che portavano metallo in Zecca e che determinavano le monete ed i quantitativi da emettere per loro esigenze commerciali o per le speculazioni che ritenevano opportune. Accadevano situazioni in cui le autorità, per sopperire alla carenza del circolante aureo, emettevano monete in argento. Cosa molto importante e non da trascurare, in ambito di cattive gestioni finanziarie, agiva il fattore speculativo: la cattiva moneta "cacciava"la buona come la legge di Gresham sostiene( le monete di buona lega venivano, in un certo qual modo"tesaurizzate" e si lasciavano in circolazione monete di bassa lega) Vi erano città, Stati o Regni che accettavano determinate monete ,provenienti dall'estero, per via delle frequenti esportazioni, per facilitare i pagamenti a discapito di monetazione locale, com'è il caso della Calabria bizantina che produceva seta grezza e la esportava su importanti piazze commerciali come quelle sicule e pugliesi accettando pagamenti in Tarì e Robaii a discapito dei Solidi bizantini. Nulla di esaustivo ,ma solo alcune nozioni che si reperiscono in Rivista Italiana di Numismatica anno 1994 e 1995 nello studio di Bellesia"Un Tentativo di Classificazione Cronologica degli Scudi D'Oro dii Ercole II per Reggio Emilia". Da non trascurare di leggere i libri di Carlo Maria Cipolla, nella fattispecie"La moneta a Firenze nel Cinquecento" e David Abulafia"Maometto e Carlo Magno:le due areemonetarie italiane dell'oro e dell'argento " in Storia d'Italia ,Annali, 6 odjob
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  26. Condivido volentieri: ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 20 Franga 1926 R "Fascetto" - Mont. 28 AU RRRRR Di questa moneta, battuta nella zecca di Roma con un piccolo fascio accanto alla R, furono battuti soltanto 100 esemplari, 90 dei quali subito rifusi. https://marenghi.collectorsonline.org/moneta/M-2/32
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  27. Concordo in pieno con @Bassi22. Arka Diligite iustitiam
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  28. 3 punti
  29. le collezioni sono come fare l'amore, falle come ti piace di più, ma senza fretta.....hahahahahahahahahaha!!!!!!!!! Una battuta per dirti semplicemente di fare quel che senti nel cuore bilanciato con quello che hai nella tasca, troverai la tua via strada facendo. un caro saluto.
    3 punti
  30. Buongiorno Recentemente passato in asta sul noto sito, questo bel Tornese con Cornucopia di Filippo II del 1575 . Curioso il segno circolare del compasso che delimita le legende.
    3 punti
  31. Salve. Condivido il mio mezzo ducato 1610, proveniente dall'ultima asta SIMA e, più esattamente, dalla collezione di Fabrizio. Sigla IAF/G. Peso gr. 14,94. Bella ed interessante moneta. Va segnalata anche perché riporta la data invertita: "0161 + 1 ribattuto" invece di "1610". E' vero che siamo nel 1600, ma queste varianti hanno un fascino particolare e, a mio parere, sono da tenere in alta considerazione. E' pubblicata ( proprio questa moneta) sul testo del Magliocca: "La moneta napoletana...1530-1680" , pag. 161, numero 7/1. Rarità R4. Saluti.
    3 punti
  32. Imitativa di Tetrico I, tipologia PAX AVG. Da notare al rovescio la "specchiatura" della raffigurazione e anche della legenda stessa! Pezzo carino con stile marcatamente imitativo.
    3 punti
  33. Condivido volentieri. VENEZIA Marino Grimani (1595-1605) Osella 1605 An. XI AG (9,75 g) “Sidera Cordis, motto dei Grimani che allude alla croce posta nello stemma di famiglia a ricordo della crociata; croce che, probabilmente non casualmente, viene tenuta nella zampa dal leone.” Cfr. https://www.lamoneta.it/topic/123973-la-medaglia-a-venezia/?do=findComment&comment=1410100
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  34. Che ci sia chiarezza! Perché le presunte varianti saltate fuori sono numerose e fantasiose. Capire quali POTREBBERO essere vere servirebbe già a fare una grossolana scrematura (anche se poi bisogna fare i dovuti controlli). Cito quello che sono riuscito a trovare in rete (sicuramente manca qualcuno all' appello): 1-5 lire AM senza numeri serie 5 lire elmata variante colore 50- 100 lire Turrita medusa evanescente/ mancanza stampa retro/solo numeri e medusa… 1000 lire Verdi I tipo variante cromatica 1000 lire Verdi II tipo medusa gialla/decentrata/assente 2000 lire Galilei azzurrina 2000 lire Marconi azzurrina 2000 lire Marconi numeri blu/verdi 5000 lire Bellini numeri verdi 5000 lire Bellini turchese 5000 lire Colombo II tipo vele azzurre 5000 lire Messina numeri gialli 10000 lire Castagno rosa 10000 lire Volta numeri verdi/azzurri 50000 lire Bernini I tipo numeri verdi 50000 lire volto donna carenza di inchiostro
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  35. E' un argomento davvero vastissimo. Eccoti il mio modesto contributo. Come sai nel medioevo europeo ad emettere moneta erano i tanti feudi, regni, principati, singole città e spesso anche altri soggetti locali autorizzati o meno. Di valute o comunque monete che dovevano essere cambiate ce n'erano così tante che in certi periodi la confusione generata era piuttosto alta, e con essa gli ostacoli al commercio. A un certo punto l'esasperazione fu tale che in parecchi cominciarono a sognare quelli che poi diventarono i primi tentativi di unificazioni monetarie più o meno strette (come la citata unione monetaria latina, ma anche ad esempio la meno nota unione monetaria scandinava) o quantomeno dei sistemi di equilibrio valutario d'area (come ad esempio il Sistema Monetario Europeo pre-euro). Qualcuno arrivò addirittura ad auspicare un'unione monetaria mondiale: se vuoi saperne di più puoi leggere del progetto direttamente dal libro in cui l'ideatore lo espose.
    3 punti
  36. C'è poco da aggiungere a quanto avete già detto voi. Esistono gli artefatti e, purtroppo, sembra stiano invadendo il mercato. Dire ai partecipanti alla discussione di starne alla larga è superfluo ma il ripeterlo forse potrebbe giovare a qualcuno non altrettanto scafato. Al tempo stesso però, non mi sento di scartare a priori quanto affermato a suo tempo da @R-R ben conoscendo la sua vasta cultura numismatica. Se afferma di aver avuto per le mani molti biglietti con varianti di colore, a suo dire autentici, merita fiducia. Quella fiducia che non meritano invece coloro che, anche in buona fede, tentano di vendere questi biglietti. Nell'impossibilità, o almeno nell'enorme difficoltà (cito sempre R-R) di distinguere i biglietti autentici dagli artefatti, un venditore onesto dovrebbe, semplicemente, astenersi. petronius
    3 punti
  37. Buona giornata e buona lettura Domenica 5 maggio 2024 sono stato al Museo Archeologico di Calatia ( https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://cultura.gov.it/luogo/museo-archeologico-di-calatia&ved=2ahUKEwiYmKWD_PmFAxWd_rsIHQPlDsoQFnoECD4QAQ&usg=AOvVaw2CjlGl-txYlLky7MKTzpJ4 https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=http://museoarcheologicocalatia.beniculturali.it/%3Flang%3Dit&ved=2ahUKEwiYmKWD_PmFAxWd_rsIHQPlDsoQFnoECCoQAQ&usg=AOvVaw0P5GP9PCuYA76do1Ru1s7_ ) che ha sede nel Casino di Starza Penta, un palazzo del XVI secolo di Maddaloni (CE), che fu una delle residenze principali dei Carafa della Stadera. Le prime notizie sul Palazzo risalgono al 1552, citato come ‘Starza della masseria delle Torri’ nell’atto di donazione che Diomede II fa alla moglie Roberta di Stigliano. Nel 1610 è tra i beni di Diomede IV e in seguito all’ascesa al potere del settimo Duca Marzio III (1660-1703), la masseria subisce un radicale intervento di restauro e viene trasformata in Casino da Caccia e villa d’ozio, con annessa una produttiva che contava su una tenuta di 70 moggi. Durante il regno di Carlo III di Borbone l’edificio ebbe il periodo di maggiore lustro, in quanto il sovrano vi si recava spesso per battute di caccia, ma dal 1759 cominciò un suo lento declino. Passato agli inizi dell’800 ai Carafa del ramo dei Colubrano, fu requisito nel 1850 per alloggiare un contingente di soldati del 13° “Cacciatori Svizzero”. Restituito ai Carafa nel 1855, nell’anno successivo fu acquistato dal notaio Raffaele Palladino. L’assetto attuale rispecchia quello del restauro voluto da Marzio III, solo parzialmente modificato dai successivi interventi tesi a trasformare la struttura da Casino da Caccia a fabbricato urbano alla metà del 1800. Nel 1939 fu espropriato e assegnato prima al Demanio Militare e poi dal 1993 a quello Storico Artistico e attualmentevi è ospitato il Museo in cui ho ammirato un piccolo tesoretto di monete. Trattasi di 362 monete d'argento, tra denari e vittoriati, rinvenuti nel 1913 dove sorgeva Calatia, antica città edificata lungo Via Appia nel territorio dell'odierno comune di Maddaloni (CE), https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://it.wikipedia.org/wiki/Calatia&ved=2ahUKEwiKsL_X6vmFAxU38bsIHRMxCLQQFnoECBYQAQ&usg=AOvVaw1h5RCeF1iPQpfpfbzDMBzs Le monete sono esposte nella seconda sala del piano terra. Particolare che per mostrare il retro di alcune monete, le stesse sono state affiancate da immagini dell'altro verso diu quello esposto. Altre monete monete, ad essere precisi 9, tra cui una a metà, sicuramente spezzata a metà per diiderne il valore, sono esposte in una vetrina nell'anticamera del cortile. https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://cc-opencampania.inera.it/it/poi/Museo-Archeologico-Calatia/%3FshowAll%3Dtrue%26id%3D88b46bea-0ad1-11eb-b06c-4615ba5ced95&ved=2ahUKEwje_L2C5_mFAxUOhv0HHQy3DHMQFnoECCIQAQ&usg=AOvVaw0fe-ZKXwEsFU1H035HwJVS
    3 punti
  38. Domani sera al Centro Culturale saranno esposte anche MEDAGLIE e libri su MARIA TERESA
    3 punti
  39. Alcune immagini tratte dal web di collezionisti.. e dall'arte. Sotto: Painted by Rae Sloan Bredin (1880-1933. Sotto: Un capolavoro del Realismo magico: Gregorio Sciltian - Il filatelico 1947.
    3 punti
  40. Biglietto da una AM Lire trattata fino a farle perdere il numero di serie. In alto il biglietto come si presentava prima del trattamento e in basso dopo soli 10 minuti. L’inchiostro di cui è composto il numero di serie delle am lire è molto delicato e viene via molto facilmente. Il processo è stato semplice, basta applicarci sopra un riducente come ad esempio un normalissimo sbiancante per vestiti e subito dopo un ossidante. In 10 minuti il risultato è stato quello in foto. Ho lasciato appositamente il seriale minimamente visibile per far vedere che si tratta dello stesso biglietto. L’inchiostro è così delicato che fa reazioni particolari, il rosso del seriale dopo pochi secondi diventa giallo (creando così la variante con numeri gialli).
    3 punti
  41. Sul sito web dell’evento e’ presente la lista degli espositori. Ho visto buona rappresentanza di numismatica e filatelia. Spero di riuscire ad andare
    3 punti
  42. Occhio che qui è un attimo a dare fuoco alle polveri... Siamo stati bravi (fino ad ora)... Ma non mettiamo limiti alla divina provvidenza...
    3 punti
  43. per avere un termine di paragone prensento il mio.. periziato fdc
    3 punti
  44. Entusiasmo, inesperienza, voglia di non perdere l’occasione. Pessima combinazione.
    3 punti
  45. Grazie per la fiducia. Posso segnalare le apparizioni di questa moneta, ma non è detto che sia sempre la stessa. Finarte n. 269 del 1977 FDC invenduta Varesi n. 5 del 1986 SPL/FDC 500.000 Lire Varesi n. 26 del 1997 (Piper) FDC 1.000.000 Lire Artemide n. 7 del 1998 SPL 770.000 Nomisma n. 13 del 1999 qFDC invenduta Varesi n. 32 del 2000 (D'Incerti) FDC 1.150.000 Non era presente nella collezione Rocca (asta Negrini del 28/04/1999)
    2 punti
  46. Quel post @Stilicho & @Vel Saties , ancorché recente, non lo ricordavo più . A Voi una buona notte
    2 punti
  47. Una bellissima occlusione del conio probabilmente dovuta a del liquido o altro frapposto tra il conio e la moneta, lo stesso si stava avviando ad un dignitoso fine vita, l'impronta infatti è stanca anche in quello che si vede, c'è pura una rottura di conio ad ore 3 che parte dal bordo e sale verso la testa dello 0. Nessun artefatto.
    2 punti
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