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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/11/25 in tutte le aree

  1. La discussione è stata ripulita da una serie di scambi tra due utenti, che, come sempre, invito a chiarirsi in privato.
    4 punti
  2. Salve @Gio69 Dovrebbe essere questo mezzo quarto di soldo del primo tipo di Emanuele Filiberto,zecca di Aosta. Per sicurezza chiediamo a @savoiardo che ne sa molto tanto più di me di Sabaude 😁 https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-EF/9
    2 punti
  3. Che fatica salutare e dire un grazie. E non è la prima volta che te lo si dice.... Se non vuoi rispettare le norme di buona educazione, al meno leggi e rispetta le regole della sezione in merito! Non è per polemica, però non credo che quando si entra in un negozio si può essere maleducati... Sei fortunato, perché all'estero senza un preventivo saluto e un grazie finale, nessuno si fermerebbe a risponderti.
    2 punti
  4. 2 punti
  5. Le ragazze del futuro parlano al "telefoto" o "telefonoscopio" portatile, una meraviglia di domani di cui si cominciò a parlare negli anni '20. Quelli fissi col megaschermo a proiezione erano già teorizzati alla seconda metà del XIX secolo. E naturalmente c'era anche chi sognava la cabina del telefonoscopio.
    2 punti
  6. A far cambiare idea a lui e a quanti erano dubbiosi sull'opportunità di un intervento, fu un tragico fatto avvenuto all'inizio del 1898. "Remember the Maine!" La corazzata americana Maine, era arrivata nel porto de L'Avana il 24 gennaio 1898, ufficialmente in "visita amichevole". In realtà, pare ci fosse stata una precisa richiesta del console americano, preoccupato di alcuni disordini scoppiati nella capitale cubana, per "proteggere la vita e le proprietà dei cittadini nordamericani." (il Maine nel porto de L'Avana - da Wikipedia) In effetti, se si fosse trattato di una semplice visita di cortesia, dopo due-tre giorni, al massimo una settimana, la nave sarebbe ripartita, invece era ancora lì il 15 febbraio, quando, nella notte, una fortissima esplosione nella zona di prua provocò la morte immediata di 254 membri dell'equipaggio: altri 6 morirono nei giorni seguenti, a causa delle ferite riportate Tra i primi ad adombrare la responsabilità degli spagnoli nell'esplosione, ci fu Theodore Roosevelt, allora sottosegretario alla Marina. Gli Stati Uniti formarono una commissione d'inchiesta, le cui conclusioni furono che "il Maine è stato distrutto dall'esplosione di una mina sottomarina, che ha causato l'esplosione di uno o più dei pannelli di prua. La Commissione non ha potuto ottenere testimonianze che stabiliscano la responsabilità di una o più persone nell'esplosione." Gli spagnoli formarono una propria Commissione, che disse che l'esplosione era avvenuta all'interno della nave, e non al difuori. Proposero comunque di formare una commissione d'inchiesta neutrale, dichiarando che avrebbero accettato in anticipo le sue conclusioni. Ma gli americani rifiutarono, ormai l'opinione pubblica era convinta che dietro il disastro del Maine ci fosse la Spagna, e premeva sempre più per la guerra. Un grido risuonava da una costa all'altra: "Remember the Maine! To hell the Spain!" - Ricordate il Maine! Al diavolo la Spagna! Lo stesso che troviamo su questa busta (in alto a sinistra), spedita da una base militare americana a Cuba il 6 aprile 1899, quando ormai la guerra si era conclusa con la facile vittoria degli Stati Uniti. (Collezione privata) Una busta interessante anche dal punto di vista filatelico. E' infatti affrancata con due francobolli statunitensi da 1 centesimo, sovrastampati CUBA - 1 c. de PESO. Nell'isola erano naturalmente in uso i francobolli spagnoli, con il ritratto del re-bambino Alfonso XIII, che nel 1898, l'anno della guerra, aveva appena 12 anni, e dunque nessuna responsabilità diretta (la reggenza era tenuta dalla madre). Ma rappresentava pur sempre l'odiata Spagna, e i cubani non volevano più saperne, così, in attesa che fossero predisposte e stampate nuove emissioni, per più di un anno e mezzo, dal 2 gennaio 1899 a metà settembre del 1900, vennero utilizzati i francobolli statunitensi con sovrastampa. petronius
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  7. 1 punto
  8. Ciao @Carlo. sono due giorni che cerco sta moneta ma ne ho trovata solo una col dito medio alzato ma non credo sia greca 🤣 Apparte i scherzi non riesco proprio a capire cosa potrebbe essere,ho cercato anche con i ponderali ma niente,mi sembra di vedere delle lettere ma non so se è pareidolia. Prova a fare qualche foto di quel verso un po più inclinate magari esce fuori qualcosa.
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  9. 1 punto
  10. La moneta è indubbiamente in alta conservazione. È vero che presenta qualche segnetto qua e là ma va valutata nel suo complesso. I rilievi sono integri e la patina (a mio avviso, molto gradevole) copre come un velo il sottostante lustro del metallo. Considerando anche che la plastica della perizia tende sempre a togliere qualcosa, per me siamo sul qFDC (al limite SPL+/qFDC se si vuole essere più severi per quei segnetti che, comunque, non sembrano legati alla circolazione del tondello). È un bell’esemplare, complimenti
    1 punto
  11. Sono S. Felice da Cantalice (con la bisaccia), S. Pio V (con stola e camauro), S. Andrea Avellino (Pianeta), S. Caterina da Bologna (con una croce in mano). Canonizzati da Clemente XI il 22/5/1712.- In alto lo Spirito Santo sotto forma di colomba.- XVIII secolo.-
    1 punto
  12. Mantova, Ferdinando Carlo Gonzaga 1669-1707, soldo
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  13. Salve @avo , e' una delle emissioni di AURELIANO piu' comuni ed emessa in molte tipologie di varianti , con al rovescio la legenda ORIENS AUG , con il Sole che regge un globo e con due prigionieri sotto la statua .
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  14. Buongiorno Genny, Ho ipotizzato come potrebbe apparire se fosse coniato su una sola faccia: ho i tuoi stessi dubbi, perché potrebbe avvenire nelle condizioni molto particolari che hai descritto e, molto probabilmente, sarebbe un artefatto.
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  15. Falcone pellegrino Buona giornata, Valerio
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  16. Chiedo scusa ma com'è possibile che una moneta viene coniata solo da un lato?e com' è possibile che anche nel caso che venga coniata su un solo lato (per me impossibile) ci sia l' immagine anche dall'altro lato?... Le immagini sono inguardabili anche se si nota che hanno la stessa immagine su ambedue i lati,a mio avviso potrebbe trattarsi di una collisione dei coni... Non conosco queste monete ma presumo che la faccia che si vede sia il dritto visto che si vede lo stemma sabaudo, potrebbe essere successo che una moneta coniata sia rimasta incastrata nel conio di martello e che il conio d'incudine fosse montato con il punzone del dritto, quindi la moneta coniata è rimasta incastrata al conio di martello che era montato con il punzone del rovescio (la faccia del valore) poi quando è stato inserito un nuovo tondello vergine è stato battuto con la moneta precedentemente incastrata al conio di martello che sotto aveva l' impronta del dritto che era montato sul conio d'incudine,di conseguenza il nuovo tondello ha ricevuto correttamente l' impronta in incuso del dritto dal conio d'incudine(quindi in rilievo sul tondello)e l'impronta della moneta che era stata precedentemente coniata che avendo l' impronta in rilievo precedentemente ricevuta sempre dal conio d'incudine si è trasferita in incuso sul tondello che invece doveva ricevere l'impronta del conio di martello se non ci fosse rimasta incastrata la moneta precedentemente,in definitiva la moneta postata dovrebbe avere una faccia correttamente battuta in rilievo e l' altra con impronta in incuso e speculare... @thegranz riesci a fare foto decenti?...
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  17. Dove si poteva stare belli tranqulli al bar col telefonino, l'aperitivo ed una sigaretta in mano! Ecco una delle prime immagini profetiche che mostrano come già negli anni '30 ci si ignorasse seduti allo stesso tavolino, come queste due elegantissime signorine. E cosa fanno? Ovviamente, non si filano di striscio. Ognuna è incollata al proprio telefonino. Il cameriere arriva con le bibite e sullo sfondo si intravede un aeroplano parcheggiato (a conduzione autonoma?), ma loro niente, perse nel loro piccolo schermo ante litteram. Questi vendevano la margarina (*), ma avevano già previsto che saremmo finiti così: seduti uno di fronte all'altro a guardare un rettangolino luminoso invece di guardarci in faccia. Sarebbe azzeccato se qualcuno 100 anni dopo leggesse questo post sul telefonino, ignorando le persone sedute al tavolo con lui. #Stacchiamo la spina! Njk (*) Margarina Wagner! ===================== https://rarehistoricalphotos.com/futuristic-visions-cards-germany/
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  18. C'è un misto tra San Marino e Repubblica Italiana ma il valore non cambia ,pari allo 0.
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  19. Ho ricontrollato anche il catalogo della collezione Haeberlin del 17 luglio 1933 (Cahn & Hess). Non ho l'originale ma la ristampa di Nummorum Auctiones del 1977. Misurando con il righello da come diametro 15 mm, però non so se sia molto attendibile questa misurazione di una tavola fotografica di quasi un secolo fa. Direi di escludere 15 mm e tenere conto del valore 16-17 mm come riportato nei testi sopra citati
    1 punto
  20. Ciao Regno, grazie! Sí, é chiusa fdc Saluti... Ronak
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  21. volevo informarvi che ho già mandato il mio articolo per il prossimo gazzettino di quelli del cordusio, e come già anticipato sarà sempre sulla Croce Rossa ma questa volta sulla serie del 1915 fatta per l'entrata in guerra dell'Italia, nell'articolo è presente tutto quello che c'è da sapere sui gettoni dalle montature fino alle varianti, ci sono anche dei riferimenti a riviste di numismatica dell'epoca che ne parlavano e foto di documenti sempre inerenti ai gettoni. Spero che anche questo articolo abbia lo stesso interesse e sia apprezzato come il precedente
    1 punto
  22. Salve , l' allegoria del rovescio della moneta di Costantino potrebbe rappresentare , oltre alle ipotesi gia' espresse , insieme alla legenda LIBERTAS PUBLICA , che interpreto come una LIBERTAS piu' di carattere religioso piuttosto che militare , non dimentichiamo che il Senato romano era in larga parte legato al credo pagano come probabilmente lo era (?) in questo periodo Costantino stesso , forse con questo tentativo Costantino intendeva "punire" il Senato romano per la sua ostinazione verso la nuova religione . La indubbia (statua) della Vittoria posta sul ponte della nave potrebbe rappresentare un tentativo di Costantino di traslare la statua della Vittoria situata nella Curia del Senato a Roma , da Roma a Costantinopoli ? la doppia corona di alloro tenuta contemporaneamente nella mano destra e sinistra (da Ovest verso Est ?) sembrerebbe avvalorare l' ipotesi di uno spostamento della statua , sappiamo che Costantino porto via da Roma diverse statue per arricchire la sua nuova Capitale dell' Impero romano . Naturalmente non ci sono testimonianze antiche su questo tentativo di Costantino di traslare la statua della Vittoria da Roma a Costantinopoli , quindi quanto ipotizzato rimane una semplice o altra ipotesi nella interpretazione dell' allegoria di questa particolare moneta .
    1 punto
  23. Torniamo ora indietro di una decina d'anni rispetto alle prime emissioni delle monete d'oro di cui abbiamo parlato, per dedicare un certo numero di post (al momento non meglio quantificabili ) a un evento cruciale nella storia degli Stati Uniti e nella vita di Theodore Roosevelt. Un evento con il quale ebbe inizio quello che diversi autori latinoamericani definiscono, non senza ragione El siglo del Imperio Norteamericano L'isola di Cuba, posta tra il mar dei Caraibi, il golfo del Messico e l'oceano Atlantico, fu raggiunta da Cristoforo Colombo il 28 ottobre 1492. Colombo rivendicò l'intera isola per il Regno di Spagna e la chiamò Isla Juana, in onore dell'allora erede al trono di Spagna Giovanni, Principe delle Asturie. Nel 1511 venne fondato da Diego Velázquez de Cuéllar il primo insediamento spagnolo. Da allora, ebbe inizio il dominio pressoché ininterrotto della Spagna. Nel corso del XIX secolo, a poco a poco, cominciò a crearsi nella borghesia cubana l'insofferenza verso il governo spagnolo e il desiderio di una maggiore autonomia. Si ebbero così le cosiddette due guerre d'indipendenza: la guerra dei dieci anni (1868-1878), e la piccola guerra (1879-1880), insurrezioni popolari armate represse nel sangue. Un ennesimo tentativo di liberarsi dal dominio spagnolo, prese forma nel 1895, e ad esso servì involontariamente da catalizzatore il Wilson-Gorman Tariff Act del 1894 (dazi sulle importazioni negli Stati Uniti), che privò lo zucchero cubano del suo principale sbocco di mercato, gettando l'isola in un totale stato di miseria. L'opinione pubblica americana fu, fin dall'inizio, decisamente dalla parte dei ribelli, e si sentì particolarmente oltraggiata dai metodi represssivi degli spagnoli. Nel 1896, il governo spagnolo istituì una serie di campi di concentramento con lo scopo di privare la guerriglia cubana dell'appoggio della popolazione civile. E in quei campi, a causa di un'amministrazione incompetente, e di un inadeguato regime sanitario, morirono moltissime persone Gli orrori dei campi erano autentici, ma il modo in cui la rivolta cubana venne riportata dalla stampa, scatenò fino all'eccesso l'indignazione americana. Due quotidiani di New York, in particolare, il New York World e il New York Journal, si lanciarono in una gara a chi pubblicava le notizie più sensazionali sulla rivolta... In questa serie di post, si parlerà non solo di Storia con la S maiuscola, ma anche, a tempo debito, di monete, e ci sarà anche occasione di mostrare altro di interesse collezionistico. Come questa cartolina dell'epoca, un combattimento di galli in uno spiazzo de L'Avana, che potrebbe anche essere interpretato come una metafora della guerra. (da Collezione privata) petronius
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  24. Esemplare con losanga dopo 1813,SICILIE e 5... E per finire esemplare con losanga dopo il 5...
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  25. Due piccoli indiani Un titolo che fa il verso a quello della discussione sul Buffalo nickel https://www.lamoneta.it/topic/85347-cinque-piccoli-indiani/ a sua volta ispirato al capolavoro di Agatha Christie. Ma gli indiani "sospettati" di aver fatto da modello per le monete di Bela Lyon Pratt, non furono cinque, come per il nickel, e nemmeno i dieci della Christie, ma soltanto due Il primo, era il capo Hollow Horn Bear, dei Lakotà Brulè, che prestò il suo volto (sebbene fosse già morto da nove anni ), anche a un francobollo da 14 centesimi del 1922, e a un military payment certificate da 10 dollari del 1970. Il secondo, e forse più probabile (alcuni testi citano solo lui), è il capo Thundercloud, un Blackfoot, ritratto anche da famosi pittori come Remington e Sargent e per anni modello presso la Art Students League. Scegliete il vostro preferito petronius
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  26. Anche per me il denario di Adriano e' ok
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  27. Buon pomeriggio a tutti, oggi vorrei parlarvi di questa monetina ( recentemente aggiunta in collezione ) in bronzo/rame del 1858 da 19 millimetri, un kreuzer ( soldo austriaco ), zecca di Milano che faceva parte della moneta spicciola del lombardo-veneto. Un breve cenno storico-culturale che forse non tutti conoscono ancora - nella parlata veneta soldi o denaro si traduce in schei . Ma da dove arriva questo termine ? A Venezia, la millenaria Serenissima Repubblica fino al 1797, aveva avuto il ducato e la lira veneziana che erano state la valuta legale. Durante la dominazione del '800 da parte dell'impero asburgico nel lombardo-veneto ( 1815-1866 ), le monete che circolavano in maggioranza erano le austriache e quelle del lombardo-veneto appunto, come ad esempio l'esemplare di questa discussione. Alcune avevano in leggenda a diritto la scritta SCHEIDEMÜNZE ( moneta spicciola ), ecco allora che per il popolo diventa schei che significava soldi e questo a tutt'oggi. Ed il ...DEMÜNZE ?? Anche questa porzione finale di scritta in leggenda ha fatto la sua parte : in quegli anni gli austriaci a Venezia avevano imposto la regola che se qualcuno veniva trovato in città senza almeno 5 soldi in tasca ( tasca = scarsèla in dialetto ), poteva essere accusato di vagabondaggio. Pertanto nella parlata dialettale veneziana una piccola somma di denaro veniva chiamata 5 schei de mona ( SCHEIDEMÜNZE ), mona può significare per indicare scherzosamente una persona sciocca ed ingenua; ma può anche essere utilizzata come espressione volgare -. In allegato oltre alle foto della moneta, una foto di un gadget souvenir che si può reperire ed acquistare a Venezia in qualche bottega artistico-artigianale. Grazie per l'attenzione.
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  28. Sono stati oscurati gli ultimi post di questa discussione, così come, per intero, quella sul denario di Vitellio, nella quale si è davvero passato il segno. Questa, per il momento, resta aperta, ma sotto osservazione.
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  29. Magari ne avranno comprati diversi al prezzo dell'oro o poco più e te li infiocchettano per bene per venderli a più del doppio... Comunque, è evidente che questa pubblicità sia rivolta a chi ha una scarsissima conoscenza del mercato numismatico. Tirano in ballo Napoleone perché è uno di quei personaggi storici che anche i sassi sanno chi è!
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  30. DE GREGE EPICURI A me la moneta pare autentica.
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  31. DE GREGE EPICURI D'accordo sulla autenticità. Bella moneta anche se, in effetti, dal punto di vista estetico quelle linee di espansione sono un po' eccessive. E' comunque una moneta non comune.
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  32. Bolaffi fa pagare l ignoranza nel senso di ignorare il vero valore Numismatico di una moneta. Chi ne è dentro sa l' effettivo valore di "mercato" e di sicuro non acquista da lui monete che si trovano in aste o privati a molto molto meno.
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  33. Bellissimo esemplare @Alan Sinclair, questi Kreuzer sono sempre monetine simpatiche. Mi permetto di aggiungere che, oltre alla "venetizzazione" della scritta SCHEIDEMÜNZE in schei, i miei conterranei del XIX secolo hanno storpiato anche altre diciture presenti sulle monete austriache: il termine “franchi”, per esempio, non deriva dal nome della valuta francese, ma bensì dalla storpiatura del nome dell'Imperatore Francesco Giuseppe I d’Asburgo-Lorena che sulle legende delle monete era abbreviato in FRANC IOS, da cui deriva il popolare “franco” per indicare la moneta in generale, "Esser sensa un franco" significa essere senza soldi. Inoltre, quando iniziarono a circolare i primi pezzi da 20 Kreuzer austriaci sul suolo del neonato Regno Lombardo-Veneto, la parola tedesca zwanzig kreuzer, venti kreuzer, troppo "crucca" per noi veneti, venne storpiata in "svansica". Negli anni '90, qui dalle mie parti, "avere sento svansiche" era una maniera popolare per dire avere 100 Lire o avere un po' di soldi in generale. In Lombardia, per esempio, la parola svanzica ha sempre identificato le monete da 20 Kreuzer. Buon pomeriggio!
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  34. @mero mixtoque imperio É la prima volta che leggo di uno studioso che cita come riferimento a una sua "scoperta" suoi studi che ancora devono uscire basati su fonti che ancora devono essere trascritte e commentate. Se per motivare le tue ipotesi hai bisogno di trascrivere queste carte che riguarderebbero fiorini e ducati, potrebbe essere forse opportuno prima trascriverle e poi formulare la tua ipotesi. Personalmente credo che seguendo un metodo scientifico ti renderesti conto di aver fatto un'operazione molto creativa ma poco fondata. Io sono il primo fan delle novità, non é la novità il problema: il problema é sostenere delle cose senza avere una fonte ed una sua interpretazione critica. Non funziona che io invento una storia e siccome sono ganzo mi credono, viceversa se non mi credono ce l'hanno con me. Non siamo al club di scrittura creativa, in questo contesto le cose che diciamo devono essere fondate, documentate e riscontrabili.
    1 punto
  35. Come sa qualcuno del forum ormai partecipo saltuariamente alle discussioni per totale mancanza di tempo, ma per questa interessantissima discussione e ipotesi mi premono alcune precisazioni. Visto l’invito, corretto, di chiedere a Stahl sono andato a controllare la sua produzione scientifica, che riporto: Libri e Monografie: Zecca: The Mint of Venice in the Middle Ages (2000/2001) - Quest'opera ha vinto il Professional/Scholarly Publishing Award in Economics. The Merovingian Coinage of the Region of Metz (pubblicato a Louvain-la-Neuve, 1982) - Basato sulla sua tesi di dottorato. The Venetian Tornesello: A Medieval Colonial Coinage (Numismatic Notes and Monograph, 1985) The Medal in America (Revised Edition, 1999) - E anche la prima edizione (1988). The Book of Michael of Rhodes: A Fifteenth-Century Maritime Miscellany (co-editore con P.O. Long e D. McGee, Cambridge, 2009) - Opera in tre volumi. The Rebirth of Antiquity: Numismatics, Archaeology, and Classical Studies in the Culture of the Renaissance (con G. Oberfranc, Princeton University Library, 2009) Money on Paper: Bank Notes and Related Graphic Arts from the Collections of Vsevolod Onyshkevych and Princeton University (2010) The Documents of Angelo de Cartura and Donato Fontanella: Venetian Notaries in Fourteenth-Century Crete (co-autore con A. De Cartura e D. Fontanella, 2000) The House of Condulmer: The Rise and Decline of a Venetian Family in the Century of the Black Death (pubblicato a luglio 2024) Viewing the Morea: Land and People in the Late Medieval Peloponnese (co-autore, 2013) Contributi in volumi e articoli: Genova e Venezia, la moneta dal XII al XIV secolo (in: "Genova, Venezia, il Levante nei secoli XII-XIV. Atti del Convegno Internazionale di Studi. Genova-Venezia, 10-14 marzo 2000", 2001, pp. 319-334) The Venetian mint in the age of the Black Death (2001, in "Material culture and cultural materialism in the Middle Ages and Renaissance") European Minting and the Balance of Payments with the Islamic World in the Later Middle Ages (2007, in "Relazioni economiche tra Europa e mondo islamico, secc. XIII - XVIII Pt. 2") Coins for Trade and for Wages: The Development of Coinage Systems in Medieval Venice (2007, in "Wages and currency. Global comparisons from antiquity to the twentieth century") Learning from the Zecca: The Medieval Mint of Venice as a Model of Pre-Modern Minting (2011, in "The numismatic chronicle vol. 171") Archaeological Finds of Medieval Coinage in the Northeastern Mediterranean: Implications for the Study of Circulation and Site History (2018, in "Second international congress on the history of money and numismatics in the Mediterranean world") Where the silk road met the wool trade: Venetian and Muslim merchants in Tana in the late Middle Ages (2019, in "Studies David Jacoby") Coinage and Money in the Latin Empire of Constantinople (Dumbarton Oaks Papers 55, 2001) The Earliest Known Medalists: The Sesto Brothers of Venice (con L. Waldman, American Journal of Numismatics, 1993) The circulation of medieval Venetian coinages (1999, in "Moneta locale, moneta straniera: Italia ed Europa XI-XV secolo") The nature of the Sutton Hoo coin parcel (1992, in "A Voyage to the Other World: the legacy of Sutton Hoo") A hoard of medieval pennies from Arezzo (1988) The date of the Sutton Hoo coins (con W.A. Oddy, 1992, in "Sutton Hoo: fifty years after") Coinage in the name of medieval women (2001) Coinage and Money in the Morea after the Fourth Crusade (con J. Baker e S. Gerstel, 2013, in "Viewing the Morea: Land and People in the Late Medieval Peloponnese") Limitandoci alla produzione di moneta veneziana da parte di Venezia o di altre zecche come ci viene proposto, di quanto è a nostra disposizione dall’illustre studioso, rispetto anche ai saggi, la pubblicazione fondamentale rimane la zecca di Venezia del 2000, dove sicuramente citerà altri suoi libri e saggi pregressi, per argomentare quanto da lui scritto, e trattandosi della sua opera scientifica per eccellenza, credo che le pubblicazioni successive al 2000 comunque abbiano come base di partenza questo scritto. Ieri notte sono andato a riprendermi in mano (fisicamente, visto che lo possiedo) la Zecca di Venezia di Stahl e posso dire che: 1. Non vi è un indice dei luoghi (e per un libro di oltre 700 pagine è oggettivamente una pecca) quindi cercare anche un solo nome di città (che non sia Venezia, of course) nel testo sia come cercare un ago nel pagliaio; 2. ⁠Leggendo la bibliografia che accompagna lo studio scientifico, come possibile fonte sulla questione non vi è titolo il cui testo tratti Napoli o l’area dell’Italia meridionale tranne, intuisco e ipotizzo, F. Carabellese “Carlo d’Angió nei rapporti politici e commerciali con Venezia e l’oriente” Commissione Provinciale di Archeologia e Storia Patria, Documenti e Monografie, 10, Bari, 1911; molti saggi e pubblicazioni per Genova, Padova, Veneto in generale, Acquileia, Friuli, Tirolo, Lucca, Pisa, Pesaro, Firenze e la Toscana, Roma e lo Stato pontificio… e ad oriente, Bisanzio in primis. 3. ⁠non vi è nessuna abbreviazione per archivi di Stato a Napoli, Messina o nelle vicinanze. 4. ⁠a esser pignoli, cercando nell’elenco dei ripostigli e degli scavi archeologici in una delle appendici al volume, non è mai citata Napoli, né si segnalano Ducati di zecca non Veneziana. 5. le note al testo riportano le fonti in maniera scientifica e indicando la loro “collocazione” se di pubblicazione o di archivio. Nei capitoli relativi ai ducati o di cui se ne parla, non si trova la parola Napoli. Per carità, umanamente spero sia comprensibile che possa essermi sfuggita tale argomentazione proposta imputata allo Stahl nel corso della mia lettura “notturna”, e per questo chiedo, alla luce di quanto emerso, al gentilissimo @mero mixtoque imperio di indicare in quale scritto e in che punto Stahl è riferimento prezioso della sua ipotesi. Grazie
    1 punto
  36. Gentilissimo, io penso che se una persona formula una proposta che si contrappone a 300 anni di studi numismatici, non possa agitarsi pure se qualcuno gli chiede dove l'ha letto. Parli di "consolidato quadro di moneta forestiera"... consolidato da chi? Sei l'unico che conosco che ne parla. Se il livello é questo, di provocare senza mettere una fonte plausibile e evitando la discussione e lamentando incomprensione, permettimi di dirti che non é nello spirito del forum e -credo io- di nessun ambiente di ricerca. Siamo tutti (quasi) appassionati senza velleità accademiche, ma il metodo e la logica hanno le loro pretese: non si può andare al calcetto e pretendere di giocare con le mani "perché non siamo in serie A".
    1 punto
  37. Scusami, ma di nuovo non hai messo la fonte. Hai risposto ad una richiesta di informazioni tirando fuori una ulteriore supposizione (?) sui Gonzaga. Dici che Stahl e Day avrebbero scritto cose che non mi risulta abbiano mai scritto, non citando dove le avrebbero scritte (senza contare che anche qualora le avessero scritte, non sarebbe questo che avvalora la tesi, ma il rigore delle fonti utilizzate e la loro interpretazione). Io ascolto spesso un programma radiofonico che si chiama "La Zanzara"; senza voler fare alcun paragone nel merito delle cose dette (davvero!), alcuni giorni fa ha telefonato uno che lamentava di aver subito un'iniezione di sonnifero da parte della CIA, che l'avrebbe rapito e che avrebbe poi impiantato nel suo cervello un microchip controllato dagli alieni, i quali sarebbero in combutta con gli ebrei aschenaziti (?). Personalmente, pur non dubitando della buona fede di questa persona - che non conosco - sono un po' diffidente rispetto a questa teoria del microchip, ma non per mancanza di rispetto. Questa persona ha portato una serie di fonti e dati che in un diverso contesto potrebbero forse avere un valore indicativo, ma che in questo caso specifico non hanno spostato il mio giudizio: il fatto che la mattina successiva abbia avuto un forte mal di testa, persino alcuni ricordi sfocati che ha riferito essere riaffiorati circa la presenza degli alieni ed il rapimento, non sono stati sufficienti a spostare il mio giudizio. Allo stesso modo (ma questo è un mio parere, e non voglio mancare in alcun modo di rispetto all'amico @mero mixtoque imperio), per sostenere una tesi così radicale, che entra in contrapposizione con le decine di migliaia di documenti che conosciamo riguardo alle realtà locali, che costituisce a mio avviso seri problemi di conciliazione con altri concetti fondamentali della storia economica, e che non appare sostenuto da fonti archeologiche o da dati materiali, io credo che non sia sufficiente la citazione di una moneta in uno o più documenti. Io non sono assolutamente in grado di sostenere che la tua tesi sia sbagliata, come non posso sostenere con certezza che lo sia quella dell'interventista de La Zanzara, ma mi limito a rappresentare che, secondo il mio modesto parere, entrambe non sono sostenute da un impianto probatorio sufficientemente forte per scardinare tutte le altre condizioni che diamo fino ad oggi per vere, che conosciamo meglio, e che entrambe le tesi mettono in discussione. Io non sono in grado di affermare che la CIA non abbia rapito quel signore, ma non credo lo si possa sostenere sulla base di un mal di testa, perchè un mal di testa, e persino dei ricordi confusi, non sono, nel mio personale ordine di autorevolezza delle fonti, sufficienti a scardinare le mie convinzioni profonde che la CIA non rapisca le persone (soprattutto senza motivo), che la CIA non sia in combutta con gli alieni, che gli alieni non abbiano il controllo della terra ecc ecc..., perchè tutte queste altre convinzioni sono maturate su una mole molto più ampia di dati e documentazioni che ho incamerato nello studio e nella lettura durante la mia vita. Ciò nonostante, resto disposto a mettere in crisi tutte queste convinzioni, ma sulla base di fonti che il mio metro di giudizio reputi sufficientemente autorevoli da superare le altre. Purtroppo le fonti che hai portato nei tuoi studi fino ad oggi, a mio parere, non sono per nulla sufficienti a confutare le altre conoscenze storiche a cui si contrappongono, e mi dispiace che, di fronte alla richiesta di chiarimenti specifici che più utenti hanno avanzato, tu abbia risposto sostanzialmente lamentando di non essere creduto.
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  38. Buongiorno,per la mancanza di leggende a me sembra piu un gettone di conto francese,un po tipo questo nel link. https://www.cgbfr.com/rouyer-viii-jetons-classes-par-types-jeton-de-compte-au-chatel-b,fjt_089767,a.html
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  39. https://www.blitzquotidiano.it/societa/se-hai-questa-lira-sei-ricchissimo-ecco-quanto-vale-3666187/ Non immaginavate che qualche migliaio di euro bastasse a farvi ricchissimi come Buffett, Musk & C. Non ditelo in giro perchè se se ne accorge l'Ag.delle Entrate tornate a essere persone normali con normali gruzzoletti. Peccato non avere mai ricevuto di resto monete con la scritta "prova" . Che sfortuna.
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  40. Buongiorno. Ho un gettone di conto che penso sia molto simile solo che oltre ai tre gigli ha dei fiori e non le corone. Non so bene se quindi è un gettone di Norimberga o altro.
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  41. Ciao a tutti :) Finalmente sono arrivati gli ultimi acquisti! Ed invece di lavorare son qui a scrivere :rolleyes: Prima delle foto (ingordi!!) un po di storia sui quartari, storia che mi tocca "prendere in prestito" dalle ottime pagine di Enrico Janin (sperando che nessuno me ne voglia). Qui sotto l'unione di due articoli del Janin, i cui originali sono QUI e QUI ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Salvo rarissime eccezioni, il Castello stilizzato a tre torri, costituisce il soggetto delle monete genovesi — sistematicamente e ininterrottamente — per ben cinque secoli, e cioè fino al 1637, portando ad una indiscutibile monotonia dei soggetti delle stesse. Va però detto che il notevole credito goduto sui mercati mediterranei dalle monete genovesi, fin dal loro primo apparire, ha indubbiamente favorito questo fatto, ben visto perciò anche dalle maggiori autorità della Repubblica. Una rarissima eccezione è costituita dai quartari, o quarti di denaro, argomento di queste note: in essi infatti, a un certo punto al posto del Castello compare il Grifo. Il quartaro è il più umile degli spiccioli, una piccola moneta in rame e argento, a tenore di argento bassissimo, quasi trascurabile. Esso viene indifferentemente denominato quartaro, griffone o clapucino, termine questo derivato dal nome (vagamente dispregiativo) usato per definire gli antichi lavoranti del rame. Ancor oggi a Genova si usa il termine "ciapûsso" per definire un oggetto di valore trascurabile. A parte il nome, usato solo dalla zecca genovese e solo per questa moneta, è caratteristica l'indicazione del nome, prima con la sola lettera "Q", poi a tutte lettere (QVARTARO). Nessun'altra moneta di quest'epoca porta l'indicazione del valore, che per la monetazione genovese apparirà solo sulla lira del 1643, cioè dopo circa cinquecento anni. Il primo tipo di quartaro è parecchio simile (a parte l'aspetto caratteristico di una moneta di rame) al denaro primitivo genovese, ma di fattura più rozza. Diametro circa 15 mm., peso che raramente raggiunge il grammo, Castello genovese a tre torri e scritta Q. IANVA entro doppio cerchio di piccole perline. Al rovescio, la Croce che interseca la leggenda, la quale perciò risulta divisa così: CV RA DR EX (anche qui a ricordo di Re Corrado). È ipotizzabile che la coniazione dei quartari di questo tipo abbia avuto inizio poco dopo l'apertura della Zecca, comunque prima della fine del XIII Secolo. Approssimativamente verso la metà del XIII Secolo, (per alcuni forse intorno al 1220, questa affermazione potrebbe essere confermata dal fatto che pare risalga al 1222 l'incarico che il Comune di Genova diede ad un certo "maestro Oberto" di gettare in bronzo la figura di un Grifo da porre nel Duomo di S. Lorenzo, e d'altra parte sempre al Sec. XIII sembra appartenga il ben noto sigillo nel quale figura il Grifo che artiglia l'aquila e la volpe - vedi mia firma in basso, Nota mia - circondato dalla nota orgogliosa leggenda "GRIPHUS UT HAS ANGIT SIC HOSTES IANUA FRANGIT". Cioè, "come il Grifo le artiglia, così Genova spezza i nemici" dove "has" sta ad indicare l'aquila e la volpe. Secondo alcuni, pare che l'esistenza di un sigillo col Grifo risalga addirittura al 1193 circa), il soggetto del quartaro cambia: appare, al posto del Castello, il mitico Grifo, che darà addirittura il nome alla moneta. Dopo la breve apparizione di un tipo con la raffigurazione del Grifo e la parola IANVA sul lato della Croce, si ha la comparsa di quello che i patiti di numismatica chiamano il quartaro "del terzo tipo", caratterizzato dal Grifo rampante volto a destra, e con intorno la leggenda QVARTARO. Al rovescio, la Croce e la leggenda CVNRADVS. Questo tipo di quartaro è certamente il più diffuso (anche se adesso i quartari non si trovano molto facilmente sul mercato). Dato che era certamente ancora battuto nel 1339, anche per il quartaro (come già detto per il denaro) vennero indubbiamente incisi molti conii, con le conseguenti varietà sia nei particolari della figura del Grifo e della foggia della Croce come — e soprattutto — nella forma delle lettere, nel tipo di interpunzioni e nei numerosi segni di zecca. . Accenniamo ai più notevoli: nelle interpunzioni, si va da punti più o meno grandi a trifoglini, anellini, crocette o rosette; nei cosiddetti segni di zecca si hanno trifoglini nel campo della Croce, oppure tre, quattro o cinque trattini affiancati, o anellini e trifoglini alle quattro estremità della Croce. Anche il cerchio (o i cerchi) che racchiudono le leggende possono essere perlinati o rigati o mancare del tutto. Per l'appassionato c'è veramente da divertirsi, se la monetina è appena decifrabile, il che succede piuttosto di rado. Il contenuto in argento — o titolo — dei quartari col grifo si aggirerebbe sull' 1 %. Prendendo per buono il titolo del 2 % per i quartari col Castello, e che quindi l'argento contenuto in uno di essi serviva per fabbricarne due col Grifo, si spiegherebbe la scarsità dei quartari del tipo Castello con la rifusione degli stessi per la produzione dei nuovi quartari col Grifo. Anche i quartari hanno il loro lato misterioso: sono noti alcuni esemplari di quartari col Grifo nei quali al rovescio (lato Croce) la parola CONRADUS è sostituita dall'enigmatica dicitura TOMAINVS. I tentativi di interpretazione hanno fatto scorrere i metaforici fiumi d'inchiostro (e di parole), ma senza risultati convincenti, e non è qui il caso di dilungarci sulla questione, tuttora insoluta. (Foto n. 3). Sta di fatto che fra i patiti di numismatica genovese chi possiede il "Tomaino" è abbastanza invidiato. Ma non è finita: esistono (rari almeno come i "Tomaini") alcune monetine, indubbiamente quartari con Grifo e Croce, ma di fattura piuttosto rozza e con leggende totalmente incomprensibili e almeno apparentemente senza senso, come VIVEN, CPISV, UICETO, VNVIAV e simili. Parlando di quartari è d'obbligo accennare al "griffo e croce", il noto gioco popolarissimo a Genova e altrove almeno fino ai tempi della mia infanzia, quando nella strada (anzi, in mezzo alla strada) potevano ancora giocare i ragazzi. Di certo, chiamandolo "testa e croce" lo adopera tuttora l'arbitro di calcio per la scelta del campo prima dell'incontro. Comunque, sembra che il nome del gioco del "griffo e croce" derivi proprio dall'essere stato usato in esso questo tipo di moneta, come affermano gli antichi testi di numismatica genovese. Ma alla fine... cosa valeva un quartaro verso la metà del Secolo XIII, cioè intorno al 1250? Un artigiano-padrone (non un aiutante, si badi bene) come un fabbro, falegname, muratore etc. portava a casa più o meno cinque denari al giorno (lavorativo, si intende). Cioè, venti quartari. A quei tempi, con parecchia approssimazione, un chilo di grano costava un po' meno di due denari. Perciò con un quartaro si poteva acquistare, sempre molto approssimativamente, poco più di un etto - un etto e mezzo di farina. O forse un bicchiere di vino. Tempi grami, allora come sempre del resto, per i meno abbienti. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Ora che vi ho tediati a dovere vi mostro le scansioni (xché non ho una macchina fotografica come si deve...), appena posso vado dal mio amico fotografo per fare delle foto ed ingrandimenti di alcuni particolari interessanti. Le foto del venditore sono meglio, forse le posterò più tardi :) Primo quartaro, col castello Scansione Governo ghibellino (1334-1336), Cu quartaro (quarto di denaro), 0,99 gr. D/ : +·Q·IANVA Castello. R/ : ·CV-RA-D· R-EX Croce patente intersecante la legenda. Ref.: Lunardi, 22; CNI III, 36, 1; Biaggi, 850. Secondo quartaro, col grifo Scansione Governo ghibellino (1334-1336), Cu quartaro (quarto di denaro), 0,73 gr. D/ : Grifone rampante a destra. R/ : Croce patente con trifoglio nel 4 campo. Ref.: Lunardi, 24; CNI III, 38, 16 (con cerchio); R1.
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  42. varrà anche 20 euro ma il gesto che fece tua nonna non ha prezzo...
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  43. Vediamo intanto se skyline ci posta la foto di questo nuovo esemplare da analizzare... e poi possiamo vedere se "ripartire"con questa discussione, magari con la partecipazione anche di adamaney o degli altri che non sono intervenuti in quella sui caratteri gotici . Saluti MB
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  44. è un tallero per l Alsazia emesso da ferdinando arciduca d austria. dovrebbe essere del 1610 o circa , non ho il catalogo sottomano. lo capisci dai 2 pesci che erano il simbolo per l Alsazia è una moneta abbastanza comune.
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  45. Argh vedo che a distanza di anni le immagini sono sparite :( Le allego nuovamente Quartaro castello I tipo Quartaro grifo III tipo
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