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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/23/25 in tutte le aree

  1. There are many transfer die fakes, they have incomplete reverse legende with damaged letters ΣΥΡ Κ (K is damaged and looks like I) ΙΩΝ, should be ΣΥΡΑΚΚΟΣΙΩΝ. There is in late die state a die flaw in the obverse transfer die at E connecting it with head of Zeus. 2 of these transfer die fakes were sold by fake seller restbazar at ebay and one by fake seller Franceschino to Hermann Twiehaus, his collection is now at university Münster and one was sold by Bertolami as fake. I own the transfer dies and bought the one struck with it and sold by Bertolami as fake. There is at the moment an exhibition at uni Münster about Arethusa and there will be some information about fake in the collection Twiehaus, I loaned some of my Sicilian transfer dies for this exhibition, which were used to strike fake in the collection Twiehaus. in most cases it had been possible to connect the transfer die fakes with the transfer dies due to die flaws or die breaks in the transfer dies which were of course only in the transfer dies or that in my transfer die the dotted border and or the legend ltters and other details were wrong recut. I have from the authentic mother sometimes 2 dies, two identical herbessos obverse dies (no recut) details and 2 Naxos dies but on both the dotted border is different but of course always wrong recut. Recutting on each transfer die unique and exists so only on one transfer die and allows us to connect transfer die fakes struck with it directly to a die, if they have the identical wrong recut details. Often it is possible to even find the authentic mother of which imprints were taken to make the transfer dies. In other cases it is possible with die studies to reconstruct which details were in the dies at which die states, to see if there are bad details which should not be there individual characteristics of the mother or wrong recut details or die falws or die breaks in transfer die which are only in transfer dies or if details like here are missing which should be there. To recognize Sicilain transfer die fakes is generally very easy, but to prove it without the transfer dies or the authentic mother is very difficult, you have to make a die study and for this you need many well preserved and struck coins from same dies at different die states and so annoying. Here in the post only transfer die fakes struck with my transfer dies Can not upload pictures directly, compressed them all down to less then 1000 kb, 3 did not upload and then getting an error only 20kb allowed so did them up to a picture uploader, will not waste time on nonsense.
    2 punti
  2. Riprendo da qui le foto per questo album raro e particolare perché comprende sia monete cartamoneta francobolli e anche un po' di storia postale. L'album è in buone mani del signor Gerardo Vendemmia che già mi ha comunicato che la carta moneta è eccezionale sia per rarità che condizioni tutte tra il superbo ++ e fds. A voi alcune foto pian piano vi racconterò la storia di "Mimmi" funzionario del ministero per il commercio con una ricca documentazione.
    1 punto
  3. Preziosi. Vetri. Monete depositate per l’Aldilà. Un imponente sarcofago romano in pietra calcarea, rinvenuto perfettamente sigillato nel cuore di Budapest, ha restituito un quadro straordinario della vita e della morte di un individuo appartenente alla classe sociale elevata del tardo Impero Romano. Al suo interno sono stati scoperti i resti scheletrici di una giovane donna, accompagnati da un corredo funerario di notevole valore: vasi di vetro intatti, una pietra preziosa d’ambra, 140 monete e oggetti ornamentali di bronzo e osso, tutti elementi che suggeriscono la cura e l’attenzione riservata al defunto. Il sarcofago, databile al IV secolo d.C., appare realizzato ad hoc, distinguendosi dal frequente riuso di materiali più antichi, prassi comune nel periodo tardo-romano. La scoperta è avvenuta nel distretto di Óbuda, corrispondente all’antica città di Aquincum, fondata dalla tribù celtica degli Eravisci nel I secolo a.C. Dopo la sconfitta degli Eravisci nel 12 a.C., i Romani trasformarono l’insediamento in un castrum militare, poi ampliato come città civile, integrata pienamente nella rete urbana dell’Impero. La posizione strategica lungo il limes del Danubio rese Aquincum un centro vitale per il commercio, la logistica militare e le attività artigianali e industriali. Entro la fine del II secolo, la città contava circa 30.000 abitanti, vantando strutture pubbliche imponenti: terme, acquedotti, due anfiteatri, templi e santuari, oltre a residenze private di lusso e al palazzo del governatore, fulcro dell’amministrazione provinciale. L’area in cui il sarcofago è stato ritrovato era stata precedentemente occupata da abitazioni abbandonate nel III secolo, trasformate successivamente in spazio funerario. Mentre altre otto tombe furono individuate nella stessa zona, nessuna raggiungeva la complessità e l’eleganza di questo sarcofago. La struttura è caratterizzata da un coperchio ancora fissato con staffature di ferro e piombo fuso, un deterrente efficace contro i saccheggiatori che ne garantì la conservazione intatta fino all’intervento della squadra di archeologi del Museo Storico di Budapest, che utilizzarono attrezzature specializzate per sollevarlo senza danneggiarlo. All’interno, dopo la rimozione di pochi centimetri di argilla penetrati attraverso il sigillo, gli esperti hanno documentato una serie di oggetti che riflettono sia la ricchezza materiale sia le credenze simboliche della defunta: forcine in osso, statuette in bronzo raffiguranti divinità minori o animali protettivi, un frammento di ambra, un vaso di vetro verde chiaro accompagnato da una piccola ciotola, e tracce di tessuto con filo d’oro, probabilmente parte di un abito o di un sudario decorativo. L’analisi dei resti ossei e dei manufatti indica che la donna era giovane e apparteneva a un ambiente di alto rango sociale, capace di accedere a materiali preziosi e a pratiche funerarie elaborate. Il ritrovamento offre anche spunti di riflessione sul ruolo dei sarcofagi in pietra nella cultura funeraria romana. Questi manufatti erano spesso indicatori di status: la scelta di pietra calcarea resistente, la cura nella sigillatura e la ricchezza dei corredi erano tutte manifestazioni tangibili della memoria sociale del defunto. In particolare nel IV secolo, periodo di transizione in cui l’Impero Romano affrontava mutamenti politici e sociali, la realizzazione di sarcofagi personalizzati rifletteva il desiderio di conservare identità e prestigio oltre la morte. L’uso di materiali durevoli e di tecniche di fissaggio complesse aveva anche una funzione pratica: proteggere il corpo dai saccheggi e preservare il corredo funerario, elementi fondamentali per i rituali di commemorazione. Il contesto urbano di Aquincum permette di inserire la scoperta in una trama più ampia di vita cittadina, attività economiche e pratiche sociali. La città, grazie alle sue industrie e al suo commercio lungo il Danubio, favoriva la circolazione di beni preziosi come vetro, metalli e pietre semi-preziose, facilmente rintracciabili nei corredi funerari. Le tombe rinvenute negli edifici riconvertiti testimoniano un uso pragmatico dello spazio urbano in declino, con la scelta di sepolture più elaborate riservate a chi deteneva ancora un certo prestigio, mentre la maggior parte della popolazione doveva accontentarsi di soluzioni più modeste. I reperti e i resti scheletrici saranno ora analizzati con tecniche osteologiche, archeometriche e di conservazione, presso il Museo di Storia di Budapest, offrendo non solo informazioni sul singolo individuo, ma anche sulla vita quotidiana, la dieta, le pratiche funerarie e il commercio di beni di lusso nell’Europa centrale romana. La scoperta di questo sarcofago sigillato, così intatto, costituisce una testimonianza straordinaria del rapporto tra memoria, status e ritualità nell’epoca tardo-romana, illuminando il modo in cui la città di Aquincum e i suoi abitanti cercavano di preservare il prestigio individuale e familiare in un mondo in trasformazione. https://www.stilearte.it/mio-dio-ricchezza-e-lacrime-cosa-abbiamo-trovato-nei-giorni-scorsi-nel-sarcofago-romano-che-non-era-stato-mai-aperto/ Sealed Roman sarcophagus opened in Budapest http://www.thehistoryblog.com/wp-content/uploads/2025/11/Sarcophagus-opened-430x286.jpgA massive Roman limestone sarcophagus found still sealed in Budapest has been opened revealing the skeletal remains of a woman and dozens of valuable grave goods, including intact glass vessels, an amber gemstone and 140 coins. It dates to the 4th century, a period when people often reused old sarcophagi, but this one was made specifically for the deceased. http://www.thehistoryblog.com/wp-content/uploads/2025/11/Sarcophagus-lid-removed-430x286.jpgThe sarcophagus was discovered in an excavation of the Óbuda district, the site of the ancient city of Aquincum. Founded by the Celtic Eravisci tribe in the 1st century B.C., the settlement was converted into a Roman military castrum and associated civilian city by Rome after its defeat of the Eravisci in 12 B.C. Its strategic location on the Danube limes made Aquincum a hive of military and commercial activity. It was made the capital of the imperial province of Pannonia Inferior in 103 A.D., and by the end of the 2nd century had grown to a city of 30,000 with public baths, an aqueduct, two amphitheaters, temples and sanctuaries, extensive industry (pottery making, metalwork, fabric dying, food production), the governor’s palace and other luxury domiciles for wealthy residents and city officials. http://www.thehistoryblog.com/wp-content/uploads/2025/11/Clay-removed-from-opened-sarcophagus-430x286.jpgThe massive size and quality of the sarcophagus and the objects it contain mark the deceased as one of those wealthy residents. It was discovered among the remains of houses abandoned in the 3rd century that were later repurposed as a burial ground. Eight other graves were found in the area, but none of them were as elaborate, richly furnished or well-preserved as the sarcophagus. http://www.thehistoryblog.com/wp-content/uploads/2025/11/Archaeologists-examine-intact-glass-vessel-200x163.jpgThe lid was still fixed in place, clamped to the sarcophagus with iron brackets and molten lead. It must have been an intimidating prospect for looters, because the sarcophagus was never disturbed until the team of archaeologists from the Budapest History Museum and heavy machinery lifted the lid. Ahttp://www.thehistoryblog.com/wp-content/uploads/2025/11/Glass-bowl-200x156.jpgn initial excavation inside the coffin at the site removed 1.5 inches of clay that had seeped through the seal. Archaeologists found a bone hairpin, bronze figurines, a piece of amber, 140 coins, a light green glass vase with a matching small bowl and traces of a textile with gold thread. The size of the bones and the nature of the artifacts indicate the deceased was a young woman. The skeletal remains and the artifacts will now be analyzed and conserved at the Budapest History Museum. http://www.thehistoryblog.com/wp-content/uploads/2025/11/Skull-and-bones-found-in-sarcophagus-200x133.jpg http://www.thehistoryblog.com/wp-content/uploads/2025/11/Jewelry-in-sarcophagus-200x213.jpg http://www.thehistoryblog.com/wp-content/uploads/2025/11/Sarcophagus-artifacts-200x142.jpg https://www.thehistoryblog.com/archives/74707
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  4. Secondo me la classificazione è Munt.15. Avevo aperto una discussione sul Grosso della S.V.1740 in quanto "necessiterebbe" di una riclassificazione più chiara...... Ricordo che ci sono 4 tipi di Dritto che sono le combinazione tra l'impugnatura delle chiavi oblunga o tonda e la data con il 40 romano XXXX oppure XL. ci sono anche 4 tipi di rovesci : Colomba tra RAGGI, FIAMMELLE, RAGGI SOTTO FIAMMELLE, NUBI. In "Teoria" possiamo avere 16 combinazioni differenti, se poi aggiungiamo che ho censito 3 varianti di Rovesci nel tipo "tra Nubi" diventano 18....... Ho sempre sostenuto che la Sede Vacante del 1740 è una collezione a se visto che ci sono 36 monete diverse che la rappresentano !
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  5. Ieri avevo lasciato quest'altra meraviglia senza un commento che lo merita solo per la targhetta pubblicitaria dedicata ai sigari toscani, che adoro ..anche fumati in pipa. La cartolina è in perfetta tariffa per l'interno con cinque parole di convenevoli, affrancata con il 20c carminio Giulio Cesare della sempre bella, longeva e onnipresente in questo periodo serie Imperiale. Annullato dal meccanizzato con targhetta pubblicitaria di NAPOLI FERROVIA ore: 20-21 del 19 XII 30 IX a.e.f. Questa targhetta pubblicitaria è rara nitida e EXTRA BELLA, con l' immagine della cartolina + l' affrancatura e tutto l' insieme fa di questo esemplare una cartolina non Comune. Non sono riuscito a trovare altre immagini di questo annullo, solo immagini della pubblicità dell' epoca del Sigaretto Roma.
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  6. Di nuovo a Roma, usata per comprare un pezzo di pizza 2 Euro commemorativo del 2024 del Vaticano Tommaso d’Aquino. Di regola non dovrebbe essere in circolazione, a quanto so vengono vendute solo nei folder.
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  7. Ciao a tutti! Mi sono interessata a questo argomento da poco, quindi naturalmente, quando mi è capitata tra le mani questa moneta, ho scambiato i normali segni di circolazione per… un difetto di conio))) E non lo nego: il mio primo pensiero è stato “Oh, magari si può vendere a un buon prezzo😁”. Per questo mi sono rivolta a questo autorevole forum, per conoscere l’opinione di persone che se ne intendono davvero. Sono sinceramente grata a tutti, grazie per la valutazione onesta. Buona fortuna a tutti, e a presto! 👋🏻
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  8. Veniamo ora ad approfondire ogni singola cartolina. Benché timbrata T S non fu tassata a destino. La Posta militare n.84 fu assegnata alla 26° Divisione di fanteria "Assietta", che inquadrava il 29° e il 30° reggimento fanteria, il 25° reggimento artiglieria e la 17° Legione CC.NN. d'assalto. Nel 1940 prende parte alle operazioni contro la Francia entrando il 20.6.1940 in territorio francese nella conca di Arbies e nella conca di Briancon. La dislocazione dell' Ufficio postale alla data del 19.6.40 era in località Cesana Torinese (Torino) in Alta Valle Susa in una zona alpina a 1354m s.l.m. molto vicina al confine francese. Il timbro nitido di questa posta militare con questa data quotato su una scala da 1 a 13. e'...nove 9. Quindi annullo abbastanza raro valutato sui 150€. da conservare con attenzione. SEGUE.........
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  9. Ciao, direi che hai centrato benissimo il nocciolo della questione. Tempo fa lessi un articolo riguardante la casa-museo londinese in cui Sigmund Freud visse l'ultima parte della sua vita. Qui si può ammirare oltre la sua libreria, la vasta collezione di arte antica da lui raccolta nell'arco degli anni. Se anche questo grande "scandagliatore" dell'animo umano si consolava con questa pratica non stupiamoci dei nostri passatempi...😇 Io stesso alla mia età più che matura mi è venuta la voglia di raccogliere vecchi chiodi forgiati a mano...😎
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  10. @Archestrato Ciao, Dopo alcune ricerche, che ho fatto recentemente, ritengo che il padre di Tom Virzì potesse essere Ignazio Virzì nato nel 1852 (Gnecchi "Guida Numisamtica", 1904, pagina 343), anche se lo Gnecchi (per Ignazio) e il Cagiati (per Tom in "Annuario Italiano per I Numismatici e raccogliatori ect…", 1926, pagina 208) riportano due vie diverse per le rispettive abitazioni: via Cintorinai (per Ignazio) e Centurinai (per Tom), Palermo. Forse è un errore di stampa, il Rolla riporta invece via Centurioni (per Tom). Ignazio Virzì (console a Palermo per il Guatemala) era un collezionista di monete greche. Nel 1894 acquistò un ripostiglio di monete di d'Imera, erano tutti di tetradrammi (RIN 1894 pag. 399). Perciò, non è da escludere che parte della collezione del padre confluì in quella del figlio Tom. Inoltre, l'asta Hirsch 1907 non riporta il nome di Tom Virzi nel titolo. Se è corretto attribuire questa collezione ai Virzì si potrebbero avere tre differenti scenari: 1) Collezione Tom Virzì 2) Collezione Ignazio Virzì 3) Collezione mista padre e figlio Nel mio esemplare del catalogo Hirsch è riportato: "Ignazio Virzi according to Hirsch" però la scrittura non è coeva ma molto posteriore. Ciao
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