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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/25/25 in tutte le aree

  1. Capisco benissimo tutte le ragioni e grazie per i consigli. Ora però cerchiamo di intervenire solo se necessario e soprattutto solo se ci sono aggiornamenti sulla vicenda. Più che chiudere farei questo.
    8 punti
  2. Ciao a tutti, credo che la discussione con gli ultimi interventi abbia completamente virato da quello che è il tema centrale: l' andamento del VERONAFIL dell'ultima edizione. Riportandola sui binari. Saranno 20 anni (da quando è nata lamoneta) che si canta il de profundis sulla manifestazione ma sta sempre lì... Certo è che la manifestazione ormai è molto cambiata da quando ci andai la prima volta e sul primo tavolo vuoto vedevi gente che esaminava sacchetti domopack pieni di sterline d'oro o titolari di casa d'asta che giravano con mazzette da 500 euro nel taschino della camicia o commercianti che ti mettevano in mano tranquillamente una pila da 20 pezzi di fascioni d'oro da 32 grammi e passa ognuno anche solo per dargli un'occhiata... Ovvio pure che sia cambiata in 20 anni: nel frattempo sono cambiati le condizioni economico-sociali... La tipologia di collezionisti e commercianti... C'è stato l'aumento delle vendite online... Tanti furti e rapine.... Proprio per quanto riguardo quest'ultimo aspetto e fare comunque un salto di qualità generale nell'organizzazione e renderla piú professionale si disse che l'introduzione di un biglietto d'ingresso avrebbe cambiato le cose. Non mi pare sia andata così...anzi. A) Lo spostamento dei giorni al giovedì, venerdì e sabato è una stupidaggine. Il primo giorno si sa IN TEORIA è solo per gli operatori professionali e immagino che a loro giovedì o venerdì non cambi nulla perché tanto è un giorno lavorativo come un altro... Il venerdì però a che target di frequentatori punta la fiera? Ai pensionati? No perché tutti gli altri si devono prendere un giorno di ferie o saltare scuola/università... L'ultimo giorno si sa che storicamente non esiste per i commercianti: se ne vanno possa essere sabato, domenica o lunedì... E questo ci porta al punto B) L'introduzione del biglietto è un'altra stupidaggine in tal senso. Finché non si pagava il biglietto uno se la poteva pure rischiare e provare a venire l'ultimo giorno (fosse sabato o domenica indifferente). Ma se pago un biglietto non deve succedere poi, come riportato su un gruppo Facebook, che un visitatore è entrato sabato alle 15 pagando regolare biglietto (magari facendosi centinaia di km con relative spese) e poi alle 15.45 si è trovato quasi tutti i banchi vuoti... (vedi foto). Non è assolutamente corretto e professionale a maggior ragione se, sempre da Facebook, leggo addirittura che gli organizzatori alle 13, visto l'andazzo, volevano chiudere l'accesso ma ci sono stati dei battibecchi con tanto di intervento delle forze dell'ordine per riportare alla calma. Per quanto riguarda i furti vabbe' sempre su Facebook ho visto il filmato di un tizio che rubava da un album con tranquillità quindi di che parliamo. Secondo me per restituire una parvenza di serietà al tutto sarebbe il caso di fare solo due giorni: VENERDÌ per gli operatori e SABATO per tutti gli altri con obbligo tassativo per i commercianti di rimanere aperti fino all'orario previsto. E ovviamente ingresso gratuito. Al massimo giusto una preregistrazione online per stamparsi a casa un pass visitatore. Saluti Simone
    6 punti
  3. Un amico mi ha raccontato di essere andato il sabato, decidendo all'ultimo momento. Alle 13,30 si è trovato insieme ad altre persone, tutte col biglietto pagato online e i tornelli bloccati. Avranno risolto poiché mi ha detto poi di essere entrato e di aver trovato mezza fiera già smontata... Però non è molto professionale, visto che la gente fa spesso centinaia di km e paga pure un ingresso. A volte basterebbe poco, un po' di considerazione e di rispetto umano, se non di professionalità.
    4 punti
  4. Da Veronafil a Veronafin! apollonia
    4 punti
  5. Buongiorno, ricordo a tutti la conferenza di questa sera che si preannuncia molto interessante. Ricordo che alla conferenza possono partecipare tutti, al termine si potranno vedere delle monete e per concludere la serata il consueto brindisi. A questa sera.
    3 punti
  6. Perché “ andrebbe richiusa” ? Perché se ne perda la memoria? Per discrezione ? Non capisco… non mi pare che tutti questi scrupoli di riservatezza siano stati applicati , neanche da chi li invoca adesso, in altre discussioni similari in cui erano implicati ,in casi simili , altri nominativi… anzi: se ne invocava a gran voce la pubblica gogna , e quelli che urlavano più forte erano proprio gli stessi che adesso sussurrano e chiedono discrezione e privacy…. Non è che adesso sono coinvolti amici degli amici e le altre volte invece no? Sarebbe un bel l’esempio di doppiopesismo e ipocrisia… non che di questi comportamenti non ne fossimo mai stati testimoni in passato, ma reiterare mi pare sconveniente
    3 punti
  7. Buongiorno, Un suggestivo denario di Adriano con al rovescio la luna crescente che "avvolge" una stella con sette punte. Al centro del rovescio ci sono inoltre due punti: uno ben evidente posizionato alla fine di una delle punte ed un altro più piccolo posizionato a nord est (ore 2) dello stesso, e non capisco se facciano parte del disegno o siano dovuti ad imperfezioni del conio. I rilievi dovevano essere molto pronunciati in quanto anche dopo evidente circolazione sono ancora alti sul piano, specie la luna. Per quanto riguarda il dritto siamo di fronte ad un busto laureato piuttosto che una testa, poiché alla sinistra della figura (la parte destra della moneta) c'è un lieve drappeggio. Il metallo è un ottimo argento, molto lucido, che esalta il contrasto chiaro/scuro dei dettagli. Il significato di questo denario, o meglio quello che rappresenta, non è ben chiaro; c'è chi parla di una eclissi, chi parla di luna e venere e chi ancora di luna e sole. L'unica cosa certa è che quello che oggi riconosciamo come un simbolo connesso all'Islam, ha in realtà una ben più lontana origine da ricercarsi tra i denari repubblicani, se non (forse) tra le monete greche. Misure 3,46 g per 19,3 m Atexano
    2 punti
  8. Nel febbraio 1933, la Zecca di Philadelphia coniò 312.500 Eagles da 10 dollari. Una quantità rispettabile, che faceva seguito a quella monstre dell'anno precedente, ben 4.463.000 esemplari. Quando arrivarono gli ordini esecutivi di Roosevelt, queste monete, al pari delle Double Eagles dello stesso anno, furono rifuse. Ma, come per le doppie, alcuni esemplari sono sopravvissuti e, a differenze di quelle, possono essere legalmente detenuti e commercializzati. Anzi, nessuno ha mai messo in dubbio questa cosa... come è possibile? Come abbiamo scritto nella discussione sulle Double Eagles, era prassi abituale che commercianti o collezionisti si recassero presso la Zecca per avere le monete di nuova emissione prima del loro rilascio ufficiale per la circolazione. Forse non era una cosa del tutto corretta, ma non aveva mai creato problemi, poiché di lì a poco tutte le monete erano state regolarmente rilasciate, e tutti avevano potuto averle. Ma nel 1933 non andò così. Israel Switt riuscì ad ottenere 25 Double Eagles, ma a uscire dalla Zecca furono anche quattro Eagles, acquistate non si sa da chi. La differenza, sta nel fatto che quest'ultime sarebbero state rilasciate PRIMA che gli ordini esecutivi di Roosevelt diventassero operativi, e a riprova di questo, la loro vendita fu regolarmente annotata nei registri della Zecca. Poi, non si sa per quali vie anche altre Eagles volarono via: si stima che oggi quelle disponibili siano tra 35 e 40. Ma poiché a quel punto era impossibile distinguere le monete rilasciate legalmente da quelle uscite chissà come, la questione della loro legalità non è mai stata posta dal governo. Nel processo per le Double Eagles dei Langbord, che abbiamo raccontato in dettaglio nell'altra discussione, l'avvocato degli eredi di Switt pose a David Tripp, probabilmente il massimo esperto delle Double Eagles 1933, proprio questa questione: "Che relazione c'è tra le doppie aquile del 1933 e le aquile d'oro da 10 dollari "Indian Head" del 1933, a cui il governo non si è opposto? Nonostante i registri della Zecca mostrino che solo quattro aquile d'oro da 10 dollari "Indian Head" del 1933 abbiano lasciato legalmente la Zecca, si stima che oggi ne siano disponibili ben 35. Tuttavia, le aquile da 10 dollari non sono soggette a confisca, a differenza delle doppie aquile del 1933." Tripp ribatté che le aquile da 10 dollari del 1933 differivano dalle doppie aquile da 20 dollari del 1933 in quanto nessuna di queste aveva lasciato la Zecca con mezzi legittimi, mentre "una volta aperta la porta della stalla attraverso la distribuzione legale delle aquile da 10 dollari del 1933, era diventato impossibile distinguere le monete legittime da quelle illegittime." Amen Oggi, le Eagles del 1933 sono sicuramente monete di grande rarità, ma le loro quotazioni, oltre a non avvicinare minimamente il record dell'unica Double Eagle legale, sono anche molto lontane dagli altri "miti" della monetazione statunitense, come il dollaro 1804 o il V-nickel 1913. A quanto ne so (ma potrei non essere sufficientemente aggiornato), nessuna di esse ha finora raggiunto il milione di dollari, anzi, molte, anche in alta conservazione (lo sono tutte, non avendo mai di fatto circolato), vengono via per meno della metà: bastano 3-400.000 dollari e vi togliete lo sfizio La moneta in foto, da Heritage Auctions, è invece una delle più costose. Stimata in conservazione MS65 da PCGS, nel 2015 ha realizzato 822.500 dollari Chissà, potrebbe essere proprio lei, quando prima o poi tornerà sul mercato, la prima a superare la fatidica soglia del milione petronius
    2 punti
  9. Grazie @L. Licinio Lucullo per il tuo prezioso intervento , un grande esperto di monetazione repubblicana . Sto ampliando le mie ricerche su questa particolare monetazione e sfogliando il Garrucci ho trovato che il fuso con leone e pugnale in bocca , con protome , o meglio una sua variante con caduceo sopra la protome , fece parte della collezione Martinetti , ritenuto sicuramente autentico in quanto venne trovato insieme ad altre monete nella necropoli di Palestrina , pesava oltre 11 once . Invece la stessa moneta fusa , ma senza il caduceo sopra la protome , venne trovato a Perugia e dovrebbe essere la stessa moneta del primo post allegato alla tua risposta nel quale non sembra presente il caduceo sopra la testa del cavallo . Concludendo , la simbologia della protome equina e' molto antica gia' presente nei fusi , sicuramente con Aes grave piu' vicini al trattato romano - cartaginese del 306 a.C.
    2 punti
  10. 1 punto
  11. Volendo parlare chiaro, tanto la vendita è completata, al dritto pare di vedere diverse stuccature fatte in modo poco professionale, almeno penso. Il prezzo non è stato eccessivo, in fondo, ma per dirla con un famoso generale americano della seconda metà del XIX secolo, "soldato che scappa, è buono per la prossima battaglia". Capiterà un'altra occasione.
    1 punto
  12. @Ale75 Thanks for your excellent help again ! Denomination: Assaria , never heard before . So every day I learn more of Roman & Greek numismatics 🧐 Saluti, Ajax
    1 punto
  13. Purtroppo è vero. Alle 13 hanno chiuso le biglietterie!!!!!!!!! Poi si è presentata gente che giustamente voleva entrare ed hanno chiamato la polizia. Solo allora si sono decisi a riaprire biglietteria e tornelli. Comunque la gestione dei biglietti, e non solo..............., è pessima o ridicola fate voi.
    1 punto
  14. Buonasera! Ne posseggo uno BB, quella è un’immagine di repertorio
    1 punto
  15. Segnalo l'uscita del fascicolo n. 3/2025 della rivista "Monete Antiche", il cui indice si può visualizzare al seguente link: https://www.acinumis.it/rivista-monete-antiche/
    1 punto
  16. Dall’Indice: Vincenzo Marrazzo, Riuso di numerario siceliota e corinzio in Magna Grecia: alcuni casi da Metaponto e Crotone. [pp. 241-252] Antonio Morello, Aes Grave di Roma: serie ‘Ruota’ (RRC 24). Alcune riflessioni. [pp. 253-306] Luis Amela Valverde, Aristarco della Colchide. [pp. 307-312] Alberto Trivero Rivera, La classificazione dei folles di Eraclio battuti dalla zecca di Costantinopoli. [pp. 313-350] Alain Gennari, RIC X: gli argenti “gallici” a nome di Prisco Attalo, e le non-imperial coins attributed to the Visigoths. [pp. 351-358] Indice Anno XXIV – 2025 [pp. 359-360]
    1 punto
  17. concordo pienamente, la sicurezza manca perchè non c'è il giusto impegno di tutti a garantirla. Il biglietto così com'è però, non serve a niente senza incrocio con il documento di identità come negli stadi.... e visto che sono steward potrebbero benissimo farlo con la presenza della forza dell'ordine a pochi metri. Ripeto, manca la volontà... Una possibile soluzione, ma a questo punto credo non per il Veronafil che include storicamente il collezionismo quasi a 360 gradi, forse è quella di settorializzare le manifestazioni per nicchie di collezionismo.... pochi banchi, solo numismatica, spazi più contenuti ecc... un po' come ho visto a Venezia
    1 punto
  18. Concordo praticamente con tutti i punti del tuo discorso tranne che per questo. Per me si può anche far pagare il biglietto (come avviene in molte altre fiere "non-numismatiche") ma non deve esistere che i banchi siano vuoti prima dell'orario di chiusura. Se poi il venditore che va via ad orario di pranzo lo fa perché c'è ancora luce e quindi si sente più sicuro a muoversi prima che diventi buio, allora può evitare di partecipare a questo genere di manifestazioni e starsene direttamente a casa. Qui in Italia, ad esempio, si riescono ad organizzare fiere dove vengono esposti orologi da decine di migliaia di euro. Per cui il discorso sicurezza e furti lascia il tempo che trova. Se l'organizzazione di Verona non riesce a garantire da un lato la sicurezza degli espositori e dall'altro il rispetto degli orari (con la garanzia che i venditori non scappino via ore prima del termine stabilito) allora il Veronafil continuerà a vivere ancora per qualche anno in questo stato comatoso finché non si affermeranno con forza altre realtà. Quando ciò accadrà, perché è solo questione di tempo se non si inverte con decisione la rotta, allora per il Veronafil sarà davvero la fine.
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  19. Buongiorno @Ajax sperando di non sbagliare per me è questo bronzo di Gallieno per Perge in Panfilia con culto di Artemide Pergaia. Ci sono molte varianti. https://www.acsearch.info/search.html?id=679288 https://www.acsearch.info/search.html?id=9777965
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  20. Un plauso a chi si rende disponibile ed organizza corsi e seminari e visite a musei e biblioteche aperti anche agli "esterni" interessati.
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  21. Detto x il numero di volte in cui il padre scarica 5 casse, e in cui il figlio ne scarica 3, si ha: 6 + 5x = 2(3x) = 6x, da cui x=6. Quindi il padre scarica 36 casse e il figlio 18. Buona notte, Valerio
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  22. Peccato che sia lo Staff a prendere queste decisioni. Lasciateli, dunque, valutare autonomamente situazioni che necessitano la chiusura di una discussione, senza continuare ad invocarla (soprattutto quando il comportamento di tutti coloro che sono intervenuti è stato esemplare). Loro sanno come comportarsi in maniera equilibrata.
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  23. Medaglia devozionale, bronzo/ ottone, con piolini a ore 3,6,9, della fine del XVI inizio XVII sec., probabile produzione romana. D/ Gesù Bambino in piedi stante, ignudo, che regge il glob crucigero in alto con la mano DX e lo scettro nella SX, ornato da teste di cherubini.- R/ Maria con le braccia aperte e lo sguardo rivolto verso il cielo, nella veste in basso si intravede la testa di un cherubino? Credo che la scritta sia rivolta a Gesù (beato figlio), ma dalla foto non riesco a leggere bene, comunque medaglia rara e interessante è la prima che vedo con questa particolare iconografia! Ciao Borgho
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  24. @Carlo. Salve , se la moneta fosse autentica , la sua stima sul suo valore , ovvero il peso dell'argento , mi sembra alquanto riduttivo , suvvia è pur sempre una moneta R3...
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  25. E' una iconografia molto suggestiva e simbolica che celebra una ricorrenza astronomica piuttosto rara tra luna e la costellazione del Leone che si verificò poco dopo che Adriano divenne imperatore, un segno celeste di ottimo auspicio, come se gli dei lo sostenessero. Anche il crescente con le sette stelle lo è ma ha un significato differente, di armonia ed equilibrio, infatti venne raffigurato verso la fine del suo regno, anziché agli esordi. Soltanto che di nuovo -personalmente e parlando da foto- scusa ma la moneta mi desta diverse perplessità, tra cui una certa porosità, dettagli morbidi o che si perdono sul fondo, accumuli di materiale, la legenda irregolare, il bordo, la perlinatura al rovescio irregolare...a parte la sommità della capigliatura che salta agli occhi. Con queste foto non la comprerei. Non credo provenga da un rinomato venditore/casa d'aste, ma che si tratti di una fusione moderna.
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  26. Si ,per solo 100 € in più,tanto vale tenerli ancora
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  27. Vedo che proprio non riesci ad uscire dal labirinto mentale di una certa posizione sociale. Se uno fa volumi modesti, per come è la tassazione diretta e indiretta di una azienda, non riuscirà, probabilmente, neanche a restare aperto…. Allo stato non interessa nulla che tu sia un buon samaritano: lui applica i suoi carichi fissi e va e inabili , poi sta a te fare in modo da guadagnare abbastanza da coprirli… e non solo: per legge non è ammesso neanche scendere sotto una certa percentuale di ricarico, altrimenti rischi che ipotizzino che lavori al nero , se nonostante il basso ricavo riesci a stare aperto lo stesso. Quanto al ricarico aziendale ridotto, vorrei capire perché dovrebbe portare i privati a consegnarti più materiali… Non è che stai facendo confusione tra commercianti e case d’asta? perché sono due categorie molto diverse con protocolli legislativi differenti. Prima di lanciarsi in affermazioni populistiche, sarebbe il caso di informarsi di cosa si sta parlando e non aprire bocca alla sanfasó come al solito….tanto per ribadire lo scarso concetto che si ha per una categoria ….
    1 punto
  28. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il 24 novembre 2025, emette due francobolli ordinari appartenenti alla serie tematica le Eccellenze del patrimonio culturale italiano dedicati agli Archivi di Stato. Tiratura: duecentomila-venticinque carte-valori postali per ogni francobollo. Indicazione tariffaria: B zona 1. Descrizione del francobollo Le vignette raffigurano, rispettivamente, il Complesso di Sant’Ivo alla Sapienza, sede dell'Archivio di Stato di Roma, e una pagina miniata del Codice di Santa Marta, custodito presso l'Archivio di Stato di Napoli, che mostra la figura di Santa Marta vestita d’azzurro con un mantello rosso e il capo coperto da un velo, con alle spalle la Tarasca, il mostro che ha sconfitto. Completano i francobolli le legende “ARCHIVI DI STATO”, “ARCHIVIO DI STATO DI ROMA”, “COMPLESSO DI SANT’IVO ALLA SAPIENZA”, “ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI” e “CODICE DI SANTA MARTA”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B ZONA 1”. Bozzetti: Maria Carmela Perrini, Archivio di Stato di Roma e Emanuela L’Abate, Archivio di Stato di Napoli. I francobolli sono stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia; colori: cinque; carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, con imbiancante ottico; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft mono-siliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco); formato tracciatura: 37 × 46 mm.; dentellatura: 11, effettuata con fustellatura. Per Archivio di Stato di Roma Formato carta: 30 × 40 mm.; formato stampa: 26 × 36 mm.. Per Archivio di Stato di Napoli Formato carta e formato stampa: 30 × 40 mm.. Caratteristiche del foglio Il foglio contiene quarantacinque esemplari. Sulla cimosa, la riproduzione monocromatica del logo MIMIT
    1 punto
  29. E' una riproduzione da bancarella, le originali, oltre a essere molto rare, pesano 25 grammi, sul contorno non hanno i FERT ma "Audere semper" e sono d'argento; questa no e poi è fatta di alpacca.
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  30. quindi riesco a vedere il prezzo di realizzo e quello proposto... direi che un 30-40% di margine NON è onesto ...e quanto dovrebbe guadagnare un professionista, secondo lei, per ogni singola moneta? 0,50 centesimi? Ma dove esiste nel commercio, in qualsiasi forma, che si ricarichi meno del 30%? Siamo in Italia, un ricarico inferiore porterebbe alla chiusura automatica nel giro di 6 mesi!
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  31. @pasternak C’è anche un forum siciliano qui, che è meglio usare per scrivere. Sì, questa moneta è come dici tu. 104e, Non è insolito che ci siano errori su queste monete nei cataloghi d’asta. Per aiutarti a controllare rapidamente di che moneta si tratta, il libro di Boehringer è stato recentemente tradotto (in inglese), ma con un’eccellente facilità d’uso che ti permette di trovare subito una moneta e vedere tutti i suoi collegamenti di conio. @Lelouch è la mente dietro a tutto questo. https://www.lelouch.net/articles/die-munzen-von-syrakus-catalog
    1 punto
  32. Non mi piace fare l'avvocato difensore degli altri, che si difendono bene sicuramente. Ci sono i casi da lei citati, ci sono anche falsi proposti per autentici. C'è gente che punta al guadagno occasionale, perché dopo una "fregatura", o comunque una situazione non ottimale, la gente non la vedi più e altri che puntano a fidelizzare il cliente e a realizzare il giusto, costantemente negli anni, dando materiale onesto e naturalmente guadagnando. L'esperienza numismatica, pure la mia, passa anche dalle fregature, dai cattivi affari e dalle cose volute fortemente senza ascoltare una vocina interiore che consigliava la prudenza, se non proprio di soprassedere. Capita e mi dispiace, perché chi si comporta scorrettamente allontana le persone da questo mondo, cosa che non possiamo permetterci perché siamo pochi e manca il ricambio. Dobbiamo cercare di difenderci aiutandoci fra collezionisti ove possibile. Se si è incerti su qualcosa, non è vergogna chiedere a chi ne sa più di noi (c'è sempre qualcuno) e dobbiamo ricordare sempre il vecchio detto, sempre valido: meglio perdere un buon affare, piuttosto che farne uno cattivo. Mi scuso per essermi un po' dilungato.
    1 punto
  33. Incipit: ἐξετάζω46 «Ho mantenuto la promessa: vi avrei informato alla fine del giudizio. Ora posso farlo, con la certezza che la verità documentale ha prevalso.» Il giovane avvocato e la nuova generazione Ho scelto di affidarmi a un giovane avvocato, animato dal desiderio di apprendere e di misurarsi con la complessità di una vicenda che richiedeva rigore documentale e chiarezza metodologica. La sua preparazione giuridica e la sua umiltà hanno dimostrato che la competenza, unita alla serietà, può prevalere sugli errori di chi si presenta come esperto senza esserlo. La prova documentale e il ruolo del perito Non ho mai ritenuto necessario assumere un perito, poiché esistevano già le fatture, documentazione probatoria che in giudizio si è rivelata decisiva. Un perito da me interpellato, al solo leggere le affermazioni dell’ausiliario dei Carabinieri circa l’“unicità acclarabile” delle monete — concetto ambiguo e privo di reale fondamento — pretendeva quindicimila euro per una perizia difensiva. Dopo gli esposti che ho presentato, e grazie ai richiami del giudice, lo stesso perito ha dovuto riconoscere che tutte le monete erano state acquistate legalmente. I precedenti avvocati e l’accusa di diffamazione Alcuni avvocati che mi avevano assistito si sono ritirati, ritenendo che i miei scritti critici nei confronti dei Carabinieri fossero diffamatori e mi avrebbero condotto in galera. I fatti hanno dimostrato il contrario: la mia difesa era fondata su documenti e contestazioni precise, e l’esito giudiziario ha confermato la correttezza della mia posizione. Una lezione di vita Da questa vicenda traggo una riflessione più ampia: nella vita sono necessarie due cose, non mentire e avere il coraggio di esprimere le proprie verità quando si è convinti. Il futuro del giovane avvocato Il giovane avvocato che mi ha assistito si è mostrato umile anche nelle pretese di pagamento della sua parcella, segno di serietà e rispetto per il cliente. Mi auguro sinceramente che abbia il meritato successo nella vita, perché ha dimostrato che la preparazione giuridica, unita all’onestà, può ancora fare la differenza. La perizia difensiva e la pretesa economica Per una perizia difensiva, a seguito delle affermazioni dell’ausiliario dei Carabinieri secondo cui le monete sarebbero state “uniche, di cui non esiste doppione”, il perito da me interpellato, al solo leggere tali parole, pretendeva quindicimila euro. Una richiesta che dimostra quanto la teoria dell’“unicità acclarabile” fosse più fonte di speculazione che di reale fondamento scientifico. Firma: ἐξετάζω46
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  34. È sempre stato così…. e funzionava bene, perché senza internet, ti toccava andare sul posto a vedere la moneta che ti interessava e dovevi valutarla da te o portarti dietro, con le spese relative, il tuo esperto di fiducia. Invece, i commercianti andavano praticamente a vedere i materiali di tutte le aste , e compravano per loro o conto terzi applicandonil loro sacrosanto margine di guadagno. Eravamo tutti contenti e i compratori erano intrinsecamente tutelati. Adesso, comprate di vostra sponte e prendete , spesso, delle fregature epocali di cui poi vi lamentate qui….. “ in foto sul sito pareva meglio” “ non si vedeva il bordo” ”è stata ripresa” e via così…. Sono anni a migliaia di post di questo tenore…. Avete scambiato la conoscenza informatica con l’esperienza numismatica e adesso vi meritate quello che raccogliete … Specialmente quelli che scrivono cazzate come “ il giro del fumo è stato smascherato” … cosa pensavi, che i commercianti vendessero alla pari o che non ti facessero poi pagare il fatto che spendono quando si muovono? Per non parlare della loro conoscenza ed esperienza messa a disposizione in ogni risposta data?… Sveglia fanciulli…..!!
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  35. Io sono stato al convegno giovedì. Ho comprato quattro (letteralmente) monetine di valore modesto: in decine di edizioni cui ho partecipato, dagli anni Novanta a oggi, è sicuramente il Verona in cui ho speso meno. Il motivo principale è quello dei prezzi: a tutti i livelli erano spaventosamente superiori a quelli che trovo in altri canali. Per fare un esempio, all'asta Negrini di ieri c'era davvero tanto materiale in linea con quello di Verona ma a prezzi (finali) della metà. Continuerò a frequentare Verona? Sì, perché è una tradizione, mi piace l'attesa, il viaggio, l'atmosfera all'ingresso. Ma non farò certamente più i "due mesi di economia in attesa della fiera", perché ormai le uniche cose decenti che si possono trovare sono il piccolo affare dal venditore straniero, la monetina in fondo al raccoglitore nemmeno classificata, l'esemplare rarissimo ma forato che quindi ti lasciano in saldo (ho citato le occasioni che mi sono capitate a quest'ultima fiera). Ah, e la vergogna dei venditori che se ne vanno a metà mattina l'ultimo giorno continua a essere inaccettabile, oggi come vent'anni fa. Allora si diceva che "bisogna comprenderli, il giorno dopo è lunedì e molti di loro devono rientrare in casa prima di sera perché il giorno dopo lavorano (?)" e "del resto l'ingresso è gratuito, se ci fosse un biglietto nessuno chiuderebbe il raccoglitore prima dell'ora di chiusura". E niente, io ne ero convinto già allora, ma adesso abbiamo la prova certa che erano fesserie.
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  36. Oggi, una buona parte delle Indian Head Eagles sono considerate semplici monete di borsa, e vengono scambiate a peso, con il consueto premio del 10-15% sul valore del fino comune a tutte le monete d'oro americane. Non mancano naturalmente alcune emissione rare, come il 1911di Denver, o il 1920 e 1930 di San Francisco, ma c'è una moneta, che per il suo fascino e la sua storia si eleva al disopra di tutte le altre. E non poteva essere che quella dell'ultimo anno di coniazione, il 1933 Quella fu davvero Non per il vino come nel film di Ridley Scott, ma per la monetazione americana. Il 1933 fu davvero un'annata cruciale, che poi sia stata anche ottima, dipende dai punti di vista Lo è stata, sicuramente, per gli storici della numismatica, che hanno avuto e hanno un sacco di storie da raccontare, e anche per i fortunati che sono riusciti ad avere a prezzo di saldo (il facciale ) una delle pochissime Eagles che hanno potuto lasciare la Zecca di Philadelphia prima dell'entrata in vigore degli ordini esecutivi di FD Roosevelt. Lo è stata senz'altro meno per gli (incauti?) acquirenti (o eredi) di una Double Eagle di quell'anno che, dopo averla pagata fior di quattrini, e averne spesi molti di più in lunghe cause legali, sono stati costretti (tutti, tranne uno) a restituirla al governo, senza nulla ricevere in cambio Questa storia l'abbiamo già raccontata in una lunga discussione di 21 pagine, protrattasi per più di 10 anni https://www.lamoneta.it/topic/73794-unaquila-da-7-milioni-di-dollari/ e che non può dirsi ancora conclusa, poiché prima o poi l'unica moneta legalizzata tornerà in asta, e molto probabilmente stabilirà un nuovo record di vendita. Ma potrebbero addirittura saltar fuori nuove monete. Delle 25 che Israel Switt ha sempre dichiarato di aver acquistato dal cassiere della Zecca di Philadelphia nel 1933, ne mancherebbero ancora due all'appello, ma che fossero davvero 25 c'è solo la parola di "Izzy" ad affermarlo, non esistono testimonianze né, tantomeno, documentazione scritta... e se fossero state di più? Per non dire che Switt potrebbe non essere stato il solo ad avere la possibilità di acquistare queste monete. Anche se non è mai emerso alcun riscontro in merito e, per quanto ne so, nemmeno voci minimamente attendibili, io credo non si debba del tutto escludere la possibilità che qualcuno, fino ad oggi ignoto a tutti, abbia ricevuto dalla stessa fonte, il cassiere della Zecca, una o più di queste monete... chissà La storia delle monete da 10 dollari del 1933 è, invece, molto più semplice, e anche più breve: basterà un solo post per raccontarla... il prossimo petronius
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  37. Saint-Gaudens disegnò l'aquila in piedi sul rovescio della moneta da 10 dollari ispirandosi all' "aquila di Zeus", presente su alcune monete dell'Egitto tolemaico (Tolomeo V Epifane - Tetradracma 202-200 a.C. - da Wildwinds) L'aquila di Saint-Gaudens guarda a sinistra, arroccata in cima a un fascio di frecce attorno al quale si curva un ramoscello d'ulivo. Nel giro, in alto UNITED STATES OF AMERICA, in basso il valore, TEN DOLLARS. Nel campo motto E PLURIBUS UNUM. (1907 - Rovescio moneta del post precedente) Sulle monete da 10 dollari (e anche da 20) coniate nel 1907 e 1908, non compare il motto religioso IN GOD WE TRUST, sempre presente dal 1866. Fu, anche questa, una decisione di Roosevelt. Non che il Presidente non avesse fiducia in Dio, anzi, ne aveva talmente tanta che si irritava nel vedere come spesso i suoi concittadini non mostrassero affatto quel rispetto che, secondo lui, era dovuto al motto. Così spiegava le sue ragioni in una lettera del 13 novembre 1907: "Quando la questione delle nuove monete è venuta fuori, abbiamo consultato le leggi esistenti e abbiamo visto che non c'erano obblighi di scrivere il motto IN GOD WE TRUST sulle monete. Poiché è però ormai consuetudine, anche senza obbligo legale, di mettere l'iscrizione potrei anche liberamente approvarla. Ma il fatto che l'approvo, non significa che ordino di metterla. Naturalmente, la decisione di cambiare la legge è assolutamente nelle mani del Congresso, e qualunque indicazione del Congresso sarà immediatamente seguita. Ma al momento, come ho già detto, non vi sono obblighi di legge riguardo l'iscrizione. La mia opinione in merito è dovuta alla mia ferma convinzione che scrivere il motto sulle monete, o usarlo in qualche modo simile, non solo non avrebbe un effetto positivo pratico, ma sarebbe al contrario spunto per un'irriverenza pericolosamente vicina al sacrilegio. Riguardo la scritta sulle monete, abbiamo già un'esperienza pratica. In tutta la mia vita, non ho mai sentito nessuno parlare con reverenza del motto sulle monete, o mostrare affetto o grande emozione per esso, ma al contrario ho sentito letteralmente centinaia di volte che esso è stato usato come un'occasione, un incitamento a battute ridicole, ed è cosa sopra tutte indesiderabile che una frase di così elevato valore possa dare luogo a simili brutture." A quanto pare, però, era l'unico a pensarla così: non appena non fu più Presidente, già a partire dalla fine del 1908, il motto tornò a comparire sulle monete, per rimanervi fino al termine della produzione nel 1933. (1910 - da Heritage Auctions - NGC PR65+) La coniazione delle Eagles proseguì ininterrottamente fino al 1916, si interruppe nel 1917 a causa dell'entrata degli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale, per poi riprendere, per un solo anno, nel 1920. Un'ulteriore ripresa, e subito dopo un nuovo stop, ci fu nel 1926, poi le Eagles furono ancora coniate nel 1930, 1932 e 1933, quando la produzione cessò per sempre a causa del Gold Reserve Act di un altro Roosevelt, Franklin Delano, lontano cugino del primo. In totale, furono prodotte 14.869.363 monete, di cui 483.456 senza motto religioso nei primi due anni. Le Zecche interessate alla produzione furono Philadelphia (nessun marchio di zecca), Denver (marchio D) e San Francisco (marchio S). Il marchio di zecca, nelle monete senza motto coniate a Denver nel 1908, è posizionato al rovescio, sopra la punta sinistra del ramo d'ulivo mentre in quelle con motto, coniate a Denver e San Francisco, è spostato leggermente più in basso, a sinistra della punta delle frecce. petronius
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  38. bello il trittico ma passo, costa troppo
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  39. Buongiorno ormai è andata venduta,sarei stato tentato a fare un offerta,avete un parere a riguardo?potevi fare una puntatina….il prezzo finale è corretto….poteva essere un buon acquisto…oppure hai fatto bene e’ falsa?grazie https://www.sixbid.com/it/dr-busso-peus-nachf/13314/romische-munzen/11742244/republikanische-pragungen?term&orderCol=lot_number&orderDirection=asc&priceFrom&displayMode=large&auctionSessions=16326|606763&sidebarIsSticky=false
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  40. Ciao. La tua moneta non è la 194/1 https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-B57/1 (da cui hai preso i pesi) ma la 50/3 https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-B6/1 La differenza tra i due assi con simbolo l'ancora è nella testa di Giano: di stile classico nel 50/3 , piú schematizzata nel 194/1.
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  41. Al Museo Oliveriano di Pesaro (museo con ricco medagliere, anche se infarcito di vecchi falsi) era presente un asse fuso di Ariminum, recante il tipo della protome equina, dubitativamente datato al 295-268 a.C. Fu giudicato falso da Haeberlin e, negli anni, venne rubato; dovrebbe esisterne una riproduzione in piombo per studio al Museo Nazionale Romano, ma non è stata ancora rintracciata. La protome equina voltata a sinistra insiste inoltre sul retro di un famoso e rarissimo asse fuso attribuito a una zecca del Lazio o della Campania, datato al 280-240 a.C. e recante al dritto il leone frontale, con gladio nelle fauci (di cui abbiamo discusso qui Infine, fra il 219 e il 216 a.C. abbiamo le prima delle serie fuse di una città campana denominata Velecha
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  42. Come anticipato da @coinzh, NOMOS 21 è finalmente online. La moneta in questione è al lotto n. 187: https://www.sixbid.com/en/nomos-ag/7886/greek/6447531/greek-ionia?term&orderCol=lot_number&orderDirection=asc&priceFrom&displayMode=large&auctionSessions=&sidebarIsSticky=false Parto con una considerazione venale. Noto che il prezzo base è notevole: 120.000 CHF, pari a circa 112.000€. Mi ricorda un altro "esordio" di un inedito in elettro, che partiva da una base di 125.000 GBP. per poi essere venduto, dopo vari tentativi a 56.000 GBP: https://www.lamoneta.it/topic/157597-una-controversa-moneta-di-aliatte-ii/page/3/ La moneta è stata sottoposta a un esame della composizione della lega, che ha evidenziato un 50% di oro e un 47% di argento, oltre piccole percentuali di altri metalli. Questo risultato è compatibile con la lega delle prime monete in elettro, che presenta una percentuale di argento superiore a quella che si troverebbe in natura e, pertanto, indicatrice di una lega artificiale. La moneta è stata studiata da Wolfgang Fischer - Bossert il quale sembrerebbe dover pubblicare uno studio che comprende la moneta in questione e sottomultipli della medesima serie. Di questa serie soltanto lo statere e il terzo di statere sarebbero pezzi unici; gli altri nominali più piccoli (1/6, 1/12 e 1/24 di statere), invece, sembrerebbero essere noti in più esemplari. Se non ho interpretato male, Fischer - Bossert ipotizza che il dritto potrebbe essere stato coniato utilizzando un conio pensato per nominali più piccoli. In particolare la coniazione sarebbe stata suddivisa in due fasi: con un primo "colpo" sarebbe stato coniata la figura del leone posizionato in basso, con il secondo "colpo" la figura in alto (e quindi con un altro conio?). Vi prego di correggermi, in caso mi sbagliassi. Si tratterebbe di una tecnica non idonea a coniare un gran numero di monete e, quindi, circoscrivibile soltanto a una fase iniziale della storia della moneta. A margine, segnalo che qualcosa di altrettanto particolare (anche se completamente diverso) lo avevo descritto qui: https://www.lamoneta.it/topic/141592-particolare-tecnica-di-coniazione/ A testimonianza del fatto che il conio della figura inferiore sia stato pensato per nominali più piccoli, Uta Wartenberg ha notato che il sesto di statere di CNG 97, lotto 211, condivide lo stesso conio: https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=265801
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  43. Credo di aver risolto il mistero dei falsi acquistati dal collezionista tedesco. Ho incrociato un po' di dati come un investigatore, e sono arrivato alla conclusione che molto probabilmente dietro i nomi: Filippo, Filippo Gemund e Franceschino si possa celare in realtà un unico personaggio che si identifica esclusivamente con Filippo Franceschino di Aitnacoins o con qualcuno a lui vicino. Dalla pagina ebay di Filippo Franceschino sono infatti riusciuto a risalire al luogo in cui si trova la sua attività commerciale, una piccola cittadina tedesca chiamata Schleiden, ed ho notato che proprio accanto la sudetta cittadina si trova un altro comune chiamato Gemund, quindi verosimilmente il nome "Gemund" non indica un cognome, bensì una località. Ricapitolando la situazione, credo che il trucchetto dei nomi tutti apparentemente diversi ma nello stesso tempo riconducibili alla stesa persona, sia stato utilizzato apposta per depistare sull'origine comune delle monete.
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