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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/05/25 in tutte le aree

  1. L'amico Davide @Orodicarta racconta la loro storia in questi articoli. https://www.orodicarta.it/mobile/curiosita/cedolepontificie1.html https://www.orodicarta.it/mobile/curiosita/cedolepontificie2.html https://www.orodicarta.it/mobile/curiosita/cedolecampione1787.html Buona lettura.
    3 punti
  2. AE4 SPES REIPVBLICE di Costanzo II o Giuliano II. Ci vuole la foto del dritto e possibilmente un po di educazione...
    2 punti
  3. In realtà nacquero come ricevute di versamenti in moneta metallica effettuati presso il Monte di Pietà o il Banco di Santo Spirito e in origine erano manoscritte. Solo a partire dal 1785 si cominciò a crearne a stampa, e sono quelle che oggi conosciamo. La loro grafica cambia a seconda dell'istituto di emissione (Monte di Pietà o Banco S. Spirito) ma all'interno dello stesso istituto il disegno rimane sostanzialmente lo stesso per i diversi tagli. Cedola del Sacro Monte della Pietà Cedola del Banco di S. Spirito Inizialmente, dicevo, erano ricevute (manoscritte) di versamento che potevano essere incassate o spese dal legittimo proprietario. Per ovviare a questa limitazione si prese a "girarle" a terzi mediante apposizione della firma del nuovo proprietario al retro. In seguito, con un editto del 31 luglio 1724 Benedetto XIII ufficializzò la pratica della girata trasformando di fatto le cedole in biglietti al portatore. Quindi rendendole a tutti gli effetti "banconote". Il Monte di Pietà emise all'incirca il triplo delle cedole rispetto al Banco di Santo Spirito, per questo motivo queste ultime hanno generalmente un prezzo più alto. Per quanto riguarda invece le prime cedole manoscritte, sono praticamente introvabili e se dovessero apparire varrebbero quanto uno è disposto a sborsare (immagino parecchio...)
    2 punti
  4. Salve a tutti, amici delle monete di Savoia. Oggi, un amico mi ha chiesto aiuto per l'identificazione di questa monetina di rame , purtroppo in pessimo stato di conservazione. Ho dimenticato di chiedere le dimensioni ma penso che il compito sara facile per voi.
    2 punti
  5. Il denier viennois, denaro di Vienne, si era diffuso enormemente nella regione a cavallo delle Alpi Occidentali nel XII-XIII secolo al punto di influenzare le monetazioni circostanti al Viennois che avevano assunto, come “piede” di riferimento, proprio il denier viennois (la moneta lionese, ad esempio, con la riforma di XIII secolo - vado a memoria - era stata adeguata al viennese equiparando il proprio denaro al doppio del viennese ed il proprio obolo al viennese); gli stati sabaudi non sono stati da meno, e alla fine - se ricordo bene da ciò che ho spigolato qua e là, con la sua progressiva svalutazione il vecchio secusino si era trovato sotto Amedeo IV ad avere il valore proprio del viennese del tempo; alla fine, se ricordo bene nel XIV secolo, negli stati sabaudi si è finito per emettere proprio un denaro “viennese” come base della monetazione piccola, con - come multipli - il forte (due viennesi), il quarto di grosso (quattro viennesi) ed il grosso (16 viennesi). Chiedo scusa per imprecisioni e vaghezza, ora non ho a portata di mano i “sacri testi” per essere più specifico!😅
    2 punti
  6. Buongiorno. Complimenti @Alan Sinclair gran bella moneta, concordo con il qSpl. Complimenti anche a @El Chupacabra, come sempre.
    2 punti
  7. Scoperta la funzione del doppio muro del palazzo minoico a Creta. Ecco a cosa serviva Le indagini del 2025 nel palazzo minoico di Archanes nell’isola di Creta rivelano la funzione protettiva di un doppio muro dall’architettura inconsueta. Le ricerche, dirette da Effie Sapouna-Sakellarakis, offrono nuovi elementi sull’organizzazione del complesso e sulla continuità d’uso dell’area. Una tecnica costruttiva in apparenza insolita, distante dalla consueta attenzione architettonica dei Minoici, è emersa con chiarezza nella campagna di scavo 2025 del palazzo di Archanes, in località Tourkoyeitonia nell’isola di Creta (Grecia), al centro dell’abitato moderno. Le ricerche, dirette da Effie Sapouna-Sakellarakis e riprese nel 2023 dopo una lunga interruzione, puntavano a completare il quadro del grande edificio a tre piani che prosperò fino al 1450 a.C., fase in cui subì la distruzione finale. L’indagine si è concentrata sullo studio di un elemento già noto ma mai interpretato in modo convincente: un muro doppio e inclinato che chiudeva una vasta porzione del cortile centrale. La struttura, costruita con pietre non lavorate e priva di ogni cura superficiale, aveva suscitato dubbi per l’apparente incongruenza rispetto alla qualità del resto del complesso. Le analisi condotte con il supporto di specialisti hanno però permesso di definirne lo scopo: il muro costituiva una protezione contro il rischio di frane provenienti dal pendio roccioso sovrastante. Proprio questa funzione spiega la scarsa attenzione dedicata al settore meridionale, rivolto verso l’area non visibile del cortile. La volontà di evitare contrasti estetici all’interno della corte portò però i costruttori minoici a realizzare un secondo muro aderente al primo, accuratamente rivestito con blocchi di pietra calcarea analoghi a quelli impiegati nel resto del palazzo. L’intervento forniva un fronte regolare e coerente con l’architettura dell’edificio, confermando come esigenze pratiche e ricerca formale convivessero nei cantieri minoici. Foto aerea della porzione più a sud finora emersa del palazzo di Archanes a Tourkoyeitonia. Foto: Ministero della Cultura Rappresentazione della Porta Sacra del palazzo di Archanes. Foto: Ministero della Cultura Testa modellata di donna con tracce di colore rosso. Foto: Ministero della Cultura Sopra questa struttura sono stati individuati gli strati tipici della fase micenea, con un elevato numero di coppe per il vino (kylikes), e materiali di epoca storica. Tra gli oggetti più rappresentativi della lunga frequentazione dell’area figurano un vaso simile a una brocca per vino o acqua (oinochoe) ellenistica trilobata con due teste in rilievo, databile al III secolo a.C., e una testa in argilla un tempo applicata a un manufatto non conservato. Nell’area sudorientale dello scavo, i lavori hanno portato alla luce nuovi elementi utili alla comprensione della circolazione interna del palazzo. Nella cosiddetta Area 28 è stato identificato un passaggio dalla corte centrale verso i settori orientali del complesso. Due lastre in pietra dividono l’ambiente in due parti; su esse poggiava un grande blocco trapezoidale dotato di torni, probabile base di un parapetto successivamente distrutto da un muro di epoca micenea. Dallo stesso contesto proviene un frammento di pietra naturale con tratti vagamente antropomorfici, caduto da un piano superiore e ricollegabile a un piccolo santuario votivo, simile a quello attestato a Cnosso. Le campagne del 2023 e 2024 avevano già offerto elementi rivelanti sulla distribuzione dei vani nella zona settentrionale, dove sono state individuate sale a due e tre piani appartenenti a un’ala di rango elevato. Qui sono emerse stanze collegate da corridoi, con soglie in gesso, frammenti di affreschi, pareti rivestite da intonaci e pavimenti in scisto. In molti ambienti sono rimaste in situ le consuete fasce di intonaco che incorniciavano le lastre pavimentali. Il sito di Archanes, frequentato senza interruzioni nel corso dei secoli, era stato distrutto intorno al 1700 a.C. da un violento sisma, ma ricostruito e ampliato fino alla metà del XV secolo a.C. Le prime segnalazioni relative alla località risalgono a Sir Arthur Evans, che identificò materiali provenienti dal vicino necropoli minoica di Fourni, poi esplorata sistematicamente da Yannis e Efi Sakellarakis, rivelando cinque tombe a tholos (costruzioni circolari) e numerose strutture funerarie, incluse sepolture a cista di età micenea. Nel centro dell’attuale abitato Evans aveva inoltre individuato resti murari e scavato un acquedotto circolare, ritenuto parte del complesso. Sarà però Yannis Sakellarakis, attraverso ricognizioni e indagini nei sotterranei delle case moderne, a dimostrare che molte abitazioni poggiavano su murature minoiche non riconosciute da studiosi precedenti come Marinatos e Plato, i quali avevano cercato senza risultati il palazzo estivo ipotizzato da Evans. La mappatura dei resti consentì così di individuare il centro del palazzo, rivelando strutture monumentali e oggetti di alto livello artigianale; in un’area contigua vennero identificati anche un archivio e uno spazio teatrale. La campagna 2025 è stata condotta dalla Società Archeologica, con la partecipazione degli archeologi Polina Sapouna-Ellis, Dimitris Kokkinakos, Persefoni Xylouri, della progettista Agapi Ladianou, della restauratrice Veta Kalyvianaki e del fotografo Kostas Maris. Un contributo determinante è venuto dal geologo Charalambos Fasoulas, che ha chiarito la funzione del muro inclinato. Pietra naturale con alcuni tratti antropomorfi. Foto: Ministero della Cultura Foto aerea dell’area archeologica di Zominthos. Foto: Ministero della Cultura Inoltre, l’inserimento di Zominthos, scoperta sul monte Psiloritis da Yannis Sakellarakis e scavata insieme a Efi Sapouna-Sakellarakis, nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO rappresenta un riconoscimento del valore complessivo e dell’identità minoica di Creta. Nell’area archeologica e nei dintorni sono stati realizzati interventi di sistemazione, tra cui parcheggi, una guardiola, servizi igienici e pannelli informativi. L’inserimento è avvenuto, come noto, insieme ad altri cinque palazzi minoici: Cnosso, Festo, Zakros, Mallia e Kydonia. Va inoltre sottolineato che sia ad Archanes sia ad Anogeia sono stati allestiti piccoli musei o centri di informazione, interamente dedicati ai reperti provenienti rispettivamente dagli scavi di Archanes, Zominthos e dell’Idaion Andron https://www.finestresullarte.info/archeologia/mistero-funzione-del-doppio-muro-nuove-scoperte-dal-palazzo-minoico-di-archanes
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  8. Ho guardato sul sito che avevi condiviso, grazie
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  9. Beh, ai goriziani, ai vicinissimi sloveni, a coloro che amano quei posti e loro storia e perché no... agli italiani; direi che sono stati fortunati a vivere di persona un tale irripetibile evento durato circa 10 mesi.
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  10. Aggiungo (un po' in ritardo!) i miei commenti sulla moneta. Dietro la testa di Demetra che indossa corona di spighe, orecchini e collana, si trovano spesso le lettere greche ΔI, possibili iniziali del magistrato monetario o sigla della zecca. Sul rovescio, la spiga è il simbolo principale di Metaponto, rappresentando la fertilità agricola e il culto di Demetra. Sopra la foglia a lato della spiga è raffigurata un'anfora doppia sormontata da un astro, che potrebbe simboleggiare i commerci e la prosperità della città indicata dalla legenda META a sinistra della spiga. Le lettere greche "ΦI" sotto la foglia potrebbero indicare una dedica a Demetra (simboleggiata dalla spiga) o un simbolo legato alla città. La Φ è stata anche interpretata come simbolo della filosofia e un chiaro riferimento all'influenza che Pitagora esercitò sul territorio. La lettera Φ potrebbe anche avere il significato del numero 500 e la I (Iota) del numero 10 nell’alfabeto numerico greco. Questa moneta di Metaponto è un ricco esempio di iconografia greca che celebrava la ricchezza agricola (la spiga) e l'importanza culturale della colonia, in particolare l'influenza del pitagorismo. Bibliografia: Johnston D4.16; HNItaly 1625; SNG Copenhagen -; SNG ANS 517. apollonia
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  11. Festa in piazza per la cerimonia di chiusura della Capitale europea della cultura 2025 e il passaggio simbolico di consegne alle capitali del 2026 (Oulu, Finlandia, e Trenčín, Slovacchia).
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  12. Ciao @Alan Sinclair comincio ad avere occhio per le raffigurazioni ( grazie ai maestri del forum) e poi cataloghi 😁
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  13. Buonasera @Ale75, complimenti ! Poi ci spieghi come fai ?
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  14. Ciao a tutti. Visto il periodo natalizio, ci starebbe bene qualche cartolina natalizia.
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  15. Un saluto a tutti gli appassionati della zecca di Napoli! Quest'oggi ho il piacere di mostrarvi il mio ultimo acquisto, proveniente dall'asta Ranieri 20. Si tratta di un bell'esemplare di 2 lire 1813 di Gioacchino Murat. Nonostante in collezione avessi già un altro esemplare della stessa tipologia in alta conservazione, ho voluto comunque puntarla perché sono rimasto impressionato dalla condizione dei rilievi. In particolare, come potete vedere, la basetta è davvero molto forte. Alla fine, non avendo riscontrato una concorrenza particolarmente decisa, sono riuscito ad aggiudicarmela ad una cifra inferiore alle mie aspettative (per una volta! 😅). Mi auguro che piaccia anche a voi. Vi segnalo, inoltre, una piccola particolarità. Il motto in incuso è: DIO PROTEGGL REGNO ❀ Mancano, dunque, la E finale di PROTEGGE e la I di IL.
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  16. A tutti gli appassionati di Gioacchino e della sua storia, suggerisco di recuperare su RaiPlay lo sceneggiato in tre episodi di Murat (1975), interpretato da un fantastico Orso Maria Guerrini. Bei tempi, quando la Rai faceva cultura con la C maiuscola e non programmi spazzatura come "Ballando con le stelle"... https://www.raiplay.it/programmi/murat
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  17. Tesoro! Scavano ora tra i ruderi romani e che trovano in un buco? Sorpresa. Le hanno nascoste lì i Crociati mille anni dopo. Perchè? Quante sono? A quando risalgono? Quando furono battute? Tutte le risposte Redazione 4 Dicembre 2025 Un tesoro inatteso emerge dal passato, tra scavi che sondano epoche lontane e stratificazioni archeologiche millenarie. A Batina, nella regione della Baranja, nel nord‑est della Croazia, un ritrovamento straordinario ha colto di sorpresa gli archeologi. Il villaggio sorge sulle rive del Danubio, ad un’altitudine di circa 105 metri sul livello del mare, e si colloca in un territorio noto per insediamenti dell’età del Ferro e per strutture appartenenti alla frontiera romana. Durante gli scavi precedenti, gli archeologi avevano concentrato le loro ricerche su fortificazioni romane, strutture militari e contesti preistorici. Non vi erano aspettative di ritrovamenti medievali significativi. Eppure, mentre il team guidato dal curatore Domagoj Dujmić analizzava depositi ritenuti romani, emersero oggetti chiaramente medievali: un tesoro di 56 monete d’argento francesi, coniate tra la fine del IX secolo e la metà del XIII secolo a Limoges, Tolosa, Albi e nella diocesi di Le Puy. Alcuni di questi pezzi rappresentano oltre il 10% di tutti gli esemplari noti di quel tipo, conferendo al ritrovamento un valore numismatico e storico straordinario. Le monete sono state rinvenute all’interno di un deposito scavato tra le rovine romane, probabilmente in una fossa o buco poco profondo, con lo scopo di custodire temporaneamente o definitivamente il tesoro. Questo collocamento indica che chi le nascose scelse un luogo sicuro e noto, ma non facilmente accessibile a estranei: le strutture romane fornivano riparo e discrezione. La concentrazione di monete in un unico punto suggerisce che il deposito non fosse casuale, ma intenzionale. Alcune ipotesi indicano che il tesoro fosse parte di un nascondiglio temporaneo durante un viaggio, oppure un fondo di riserva per proteggere argento prezioso da conflitti o saccheggi. Batina dista circa 40 chilometri dalla città di Osijek, capoluogo della contea Osijek‑Baranja, e diverse centinaia di chilometri dalla costa adriatica. Questa posizione, interna alla pianura pannonica e lungo il Danubio, rende ancora più significativa la presenza di monete provenienti dall’Europa occidentale, suggerendo corridoi di transito fluviali e terrestri usati dai viaggiatori medievali. Le monete risalgono all’epoca della Prima Crociata (1096‑1099) e probabilmente si collegano al passaggio di crociati, pellegrini o piccoli gruppi di viaggiatori indipendenti, percorrendo itinerari meno documentati. Il contesto economico e storico rende la scoperta particolarmente rilevante. Il periodo di coniazione fu caratterizzato da una grave scarsità d’argento in Europa, causata dalla riduzione della produzione mineraria e dall’instabilità politica. Molte monete francesi di quel periodo sono oggi uniche o estremamente rare; il tesoro di Batina costituisce quindi un documento diretto sulle dinamiche economiche e sulla circolazione monetaria altomedievale, rivelando contatti e scambi transcontinentali in Europa centrale e sud-orientale. La scoperta apre numerose possibilità interpretative: il tesoro potrebbe essere stato un deposito intenzionale, nascosto per protezione o per motivi economici; oppure una perdita lungo un percorso commerciale; o ancora un fondo destinato a scambio o pagamento tra viaggiatori e comunità locali. La scelta delle rovine romane come nascondiglio indica consapevolezza della loro posizione strategica e della sicurezza offerta dal contesto archeologico preesistente. Il Ministero della Cultura croato, sostenitore degli scavi a Batina da oltre quindici anni, ha sottolineato l’importanza di ricerche archeologiche prolungate e sistematiche, in grado di restituire dati capaci di rivoluzionare la conoscenza storica. Batina, fino a ieri nota per la preistoria e le strutture romane, diventa ora un punto di riferimento per gli studi medievali europei, ridefinendo mappe della mobilità, del commercio e dei contatti culturali tra Occidente e Balcani. Oggi il tesoro è esposto presso l’Arheološki Muzej Osijek, con informazioni numismatiche e storiche che permettono di osservare direttamente uno dei ritrovamenti medievali più significativi d’Europa. Le analisi metallurgiche e lo studio delle tecniche di coniazione, in corso, permetteranno ulteriori approfondimenti sulla circolazione della monetazione e sulla mobilità di uomini e beni tra Occidente e Balcani nel periodo delle Crociate. https://www.stilearte.it/trovato-tesoro-monete-crociati-francesi/
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  18. Questo e' l' annullo: Fu ideato per l' incoronazione di V.E.III. Questo annullo a targhetta fu’utilizzato sia per la posta per l’interno sia per l’estero e lo si può trovare su diversi tipi di documenti come:cartoline,buste,lettere,interi postali,biglietti postali…….; la prima data conosciuta è su un intero postale spedito il 29 ottobre 1901 dall’ufficio postale di Roma ferrovia.La sua diffusione non avvenne in tutta Italia,ma l’uso fu limitato solo a 6 grandi uffici postali e precisamente:Roma-Genova e Napoli dal 1901,in seguito vi furono Milano e Torino dal 1902 ed infine Brescia dal 1907.Ebbero termine Roma-Milano-Genova e Torino nel 1908,Napoli piu’tardi nel 1912 e Brescia nel 1918. L' annullo della tua cartolina e' di Napoli.
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  19. il testo è ancora in elaborazione (se non muoio prima) sarà pronto, così nei programmi alla metà del prossimo anno sia la pagina precedente che la copertina e la quarta di copertina non sono definitive
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  20. Diciotto pagine di tette su banconote, monete e titoli. Si faccia avanti chi ancora ha il coraggio di negare il ruolo essenziale avuto nell'economia e la finanza moderne dall'organo ghiandolare umano secernente il latte dopo il parto di uno o più neonati.
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  21. In questo ebbe un ruolo fondamentale. C'è un libro molto interessante che ne parla:
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  22. Quando un Paese veniva invaso, la Wehrmacht e la Reichsbank requisivano le riserve auree. Esempi noti: Austria (1938) – oro della Oesterreichische Nationalbank inglobato nel Reich. Cecoslovacchia – oro trasferito a Berlino tramite pressioni sulla BIS. Belgio, Olanda, Polonia, Grecia, Jugoslavia, Francia – riserve nazionali saccheggiate. Oro privato sottratto agli ebrei e ad altri perseguitati Un aspetto ancora più tragico: gioielli, monete, denti d’oro estratti nelle camere a gas, effetti personali confiscati all’arrivo nei campi, valori sequestrati durante le deportazioni. Questo oro finiva fuso e inviato alla Reichsbank come riserva finanziaria del regime. Oro sottratto a banche private, industrie, collezionisti Durante le occupazioni, venivano requisite casseforti e beni di valore, inclusi lingotti e monete pregiate. Anche le riserve auree italiane furono significativamente intaccate e vennero ricostituite negli anni ‘60 Questa è una vicenda di cronaca che testimonia i disastri fatti anche in Italia
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  23. 1 punto
  24. Moneta con un unico indizio visivo.
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  25. La Germania sappiamo tutti come è arrivata seconda 🥈
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  26. E' attribuito ad una alleanza con Temesa, un raro esemplare di didrammo da Crotone, con al diritto tripode ed al rovescio elmo corinzio . Sarà a giorni, l' 11 Dicembre, in vendita Rauch 121 al n. 400 .
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  27. Sono assolutamente d’accordo. Non avrebbe avuto senso donare dei peli di parrucca…
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  28. Da Alessandria in Egitto, 2 esemplari di diobolo in AE al nome di Domiziano : il 1^ con al rovescio Alessandria con copricapo elefantino ed il 2^ con al rovescio delfino cin ancora . Saranno entrambi a giorni, il 15 Dicembre, in vendita Savoca Herakles 4, rispettivamente ai nn. 71 e 72 .
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  29. 3,4 m. a il primo cateto b il secondo cateto c l’ipotenusa si imposta un sistemino in due incognite e poi per sostituzione. c^2 = a^2 + b^2 = 9 + b^2 b + c = 5 Sostituendo: (5 - b)^2 = 9 + b^2 25 - 10b = 9 b = 1,6 c = 3,4
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  30. Potrebbe essere anche un profilo inventato di sana pianta, ma dal viso scarno con molta probabilità è lui Bellissima l'immagine dal capo indiano sul 10 dollari military payment del 1970, ma dato quel leggero sovrappeso lo escludere
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  31. C aprì C : ciò si scola RI = capricciosi scolari. Buona serata!
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  32. Ciao @Ajax Non è mai facile identificare questi bronzi, comunque a me pare questo Alessandro Severo per Edessa. https://www.acsearch.info/search.html?id=9690917
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  33. Ciao Alain Non si vede molto, la moneta è abbastanza usurata, ma dovrebbe essere, secondo il Cudazzo, un Viennese di Savoia leggero del III tipo. Si vede A B A di SABAVDIE con il nodo in fascia, purtroppo non si leggono le sigle... Ti allego la pagina di riferimento.
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  34. Moneta in conservazione piacevole con usura uniforme e contorno con spigoli consunti. Come spesso capita il R/ è meglio conservato del D/. Posto il mio esemplare per confronto e condivisione (già fatto diverse volte su questo forum) con rosetta al contorno sovrapposta alla T di FERT:
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  35. Da quello che vedo sono monete molto comuni. Puoi provare a vendere in qualche mercatino della tua regione. anche l'idea di donarle a qualche ragazzino non è male. Anni fa comprai un lotto di cui alcune monete non mi interessavano e le ho donate a un mio nipote che ancora oggi le conserva gelosamente!
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  36. moneta imitativa del tipo VIRTVS EXERVITI di Arcadio Onorio saluti
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  37. Come già detto da chi mi ha preceduto sono monete comunissime e i collezionisti del Regno hanno già in collezione, generalmente queste monete viaggiano a circa 5 euro al kilo,ma anche in questo caso se le monete sono sotto al BB neanche quelli ti danno... L'unica cosa che può fare @Jacopog è tenerle da parte e magari donarle a qualche ragazzino che si avvicina alla numismatica...
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  38. Buongiorno, vi presento l'ultima arrivata nella mia raccolta di monete romene: 1 Leu 1914, argento 835, conforme allo standard dell' Unione Latina. Al dritto Re Carol I° che proprio nel 1914, morì dopo 48 anni di regno. Al rovescio: donna andante verso destra, che tiene in mano un fuso e fila con la conocchia; nella cintura ha una falce (richiama la "Seminatrice" delle monete francesi)
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  39. Ciao @amoilconio, propendo anch'io per un falso d'epoca...molto curioso ed interessante. Dopo aver visto questa moneta, incuriosito, sono andato a leggermi le pene previste dal Codice Penale Austriaco del 1852 per i falsari, se può interessare la condivido qui:
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  40. Se può aiutare, ho fatto un collage dell'esemplare Bertolami con uno passato da Lanz anni fa. La somiglianza è evidente al punto da ritenere la stessa "officina" di provenienza....
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  41. Tra i principali elementi "pacchiani" del falso LEU (ex Gillet): -la capigliatura del dio Gelas arzigogolata che scimmiotta quella del conio Jenkins 5 ì, ovviamente completamente diverso -l'assenza del taglio in rilievo della protome di Gelas -al dritto la mancanza del piede di sinistra del cavaliere sotto la pancia del cavallo -la lancia sghemba del cavaliere -le redini curve etc.... -la completa assenza di morbidezza e rotondità dei modellati al dritto ed al rovescio INSOMMA UNA PORCHERIA CHE NULLA A CHE VEDERE CON LA MAESTRIA DEL CONIO ORIGINALE. Odisseo Per un confronto (lato capigliatura) con il Jenkins 5 che però presenta un conio di rovescio (oltre ovviamente di dritto) diverso. Posto l'esemplare ex collezione Abecassis venduto dalla "vera" LEU con la vendita 81 del 2001 (lot. 48). Odisseo
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