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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/15/25 in tutte le aree

  1. Salve. Pubblico anche la mia piastra 120 grana 1837. Un caro saluto a tutti.
    3 punti
  2. Ciao Cris, Al post 36 anche @gennydbmoney è del tuo stesso parere. Anzi io proporrei, se per voi va bene, di unire le due discussioni così da farla diventare un punto di riferimento per gli appassionati di Murat. Saluto tutti. Raffaele.
    3 punti
  3. Denaro di Lucca
    2 punti
  4. Poveri ciccibelli eurofobi... Ormai non sanno più come sfogare la frustrazione per non essere riusciti ad impedire l'ingresso della Bulgaria nell'euro, col rischio per qualcuno di avere pure una lavata di capo (magari al novičok ) da padron Vladimir.
    2 punti
  5. Buonasera a tutti, chiedo conferma... o (correggetemi se ho sbagliato) Forte I° tipo per Edoardo 1323-1329 sarebbe la mia prima moneta di questo regnante.
    2 punti
  6. Vista la tipologia di moneta, sarebbe stato bello che la stessa fosse lasciata al bambino. Da noi rimarrà in qualche deposito mentre per il bimbo (vista la correttezza dimostrata consegnandola) sarebbe stata una favola. Come ormai già detto più e più volte, la legge italiana sui ritrovamenti mostra ancora una volta di essere ampaimente da rivedere.
    2 punti
  7. Riprendo a distanza di qualche mese questa bella discussione a tema napoleonico in quanto oggi, nel mio girovagare su YouTube, sono riuscito a pescare un interessante video in cui vengono ripercorse le dinamiche della battaglia di Marengo. Per me è inconcepibile che abbia così poche visualizzazioni. Mi auguro, ad ogni modo, che sia di vostro gradimento. P.S. Un ringraziamento alla protezione civile della provincia di Alessandria!
    2 punti
  8. Ciao Rocco Buonasera, è stato un piacere interloquire con te Raffaele, e tutti gli amici calabresi presenti. ho sentito in giornata gli amici commercianti campani di ritorno dal convegno. hanno gradito l'accoglienza ricevuta. la cosa che mi ha fatto molto piacere vedere il Grande Prof. Cerchiara sorridente contento e in vena di raccontare la sua storia personale e professionale un gran cervello della veneranda età (90 anni). Saluti Michele.
    2 punti
  9. Alberto, mancava la tua presenza e quella di tanti Amici ...avresti visto monete magnifiche !
    2 punti
  10. Tale ad I sali cari A = talea di salicaria. Buona serata!
    1 punto
  11. Ciao @bastia di primo impatto mi è venuto subito in mente ciò che rimane di un denier tournois au chatel (denaro tornese con castello)
    1 punto
  12. Ciao Gianni Confermo Forte di Edoardo del I tipo per il nostro catalogo ed il MIR https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-EDV/6 Cudazzo lo sposta a Il tipo, il tuo sarebbe il 75d con segno due stellette a sei punte in verticale
    1 punto
  13. Generazioni a confronto Emissione 1955-1989 ed emissione small 1990-1992
    1 punto
  14. Ciao a tutti. Oggi condivido un mio denario dell'augusta Giulia Domna, moglie dell'imperatore Settimio Severo, che ho in collezione da diversi anni che condivide ( a tal proposito sarà graditissimo il parere di tutti quelli che interverranno) identico conio di dritto di un'altro esemplare che ho trovato e visionato ( solo da foto purtroppo 🙂) pochi giorni fa. Il mio da esame diretto è sicuramente coniato, pesa 2,79 g. ed ha un diametro di 21 mm ed è molto sottile. L'altro esemplare, da quando dicono le foto, per me sembra anch'esso coniato, pesa 3,18 g. ed ha un diametro di 19 mm. ( dati del venditore). Posto foto di entrambi a confronto chiedendo un vostro parere sulla stessa identità di conio, sulla probabile suberatura degli stessi ed anche sulla loro autenticità. Grazie per l'attenzione 🙂. ANTONIO
    1 punto
  15. @ilLurkatore chiedi e ti sarà dato.. un altro dubbio!
    1 punto
  16. LA GUERRA CONTRO I CESARICIDI La morte di Cesare gettò Roma nel caos: i Senatori abbandonarono la Curia, impauriti. Gli stessi cospiratori, che avevano progettato di gettare il cadavere del dittatore nel Tevere, furono presi dal panico e fuggirono; si presentarono al popolo nel Comizio (la piazza del Foro antistante ai rostra), confidando di ottenere dal popolo manifestazioni di giubilo e riconoscenza, ma non fu così e preferirono rifugiarsi sul Campidoglio. Marco Antonio fece portare il cadavere del dittatore a casa; vedendolo passare, la folla ammutolì. La serie RRC 480 comprende ben 22 tipi diversi di monete (oltre a numerosi sottotipi); in molte di esse, tuttavia, il ritratto del dittatore è rappresentato non a testa nuda, bensì con un velo che gli copre il capo. Si ritiene che queste siano state emesse dopo la morte di Cesare: in altri termini, quando si seppe dell’assassinio la produzione continuò, ma gli incisori cambiarono i disegni dei conî aggiungendo il velo che, probabilmente, era un segno di lutto: a conferma di questa interpretazione, c’è un esemplare della stessa serie - RRC 480/22 - che riporta invece il ritratto di Marco Antonio ed ha la barba lunga, chiara manifestazione di lutto secondo la mentalità romana, oltre appunto alla testa velata. _____________________ Scomparsa la guida di Cesare, sulla scena istituzionale si affrontavano tre forze politiche differenti, che cercavano di prevalere l’una sull’altra: i cesariani (oltre a Marco Antonio, Marco Emilio Lepido, figlio dell’omonimo console ribelle), che potevano contare sulla fedeltà dei soldati di Cesare; i cesaricidi, che si proponevano come paladini della libertà repubblicana; l’aristocrazia, guidata da Cicerone, che sperava di ripristinare il governo oligarchico. In questo contesto, il Senato cercò di mantenere le fazioni divise per scongiurare sia l’insorgere di un’ulteriore guerra civile, sia l’ascesa di un nuovo “uomo forte”; questa politica spiega le decisioni, apparentemente contraddittorie, che prese e il caos che ne conseguì. I senatori confermarono quindi la legittimità dei provvedimenti assunti da Cesare (annullarli avrebbe suscitato l’ira dei tanti cui egli aveva assegnato cariche pubbliche: non solo Marco Antonio, ma anche Bruto, Decimo Bruto e Cassio), ma decretarono anche un’amnistia per evitare che i cesaricidi fossero processati per omicidio. Essendo stato deciso che Cesare aveva agito legittimamente (e non, quindi, da tiranno), fu possibile assegnargli l’onore di un funerale pubblico, che venne celebrato il 20 marzo nel Foro; la sua salma fu bruciata presso un piccolo altare eretto dal popolo stesso, che è ancora visibile oggi. A quel punto ne venne letto il testamento; si scoprì che Cesare aveva lasciato 75 denarî a ogni cittadino romano e, a questa notizia, la rabbia popolare contro i cesaricidi esplose incontenibile. Ma c’era anche una sorpresa: il suo erede non era Marco Antonio, come tutti (lui compreso) si aspettavano, bensì Gaio Ottavio Turino; addirittura, Cesare lo aveva anche adottato, talché da quel giorno si sarebbe chiamato Gaio Giulio Cesare Ottaviano. I cesaricidi abbandonarono Roma e quelli cui era stato assegnato (da Cesare stesso) il governatorato di una provincia la raggiunsero: Decimo Bruto in Gallia Cisalpina, Gaio Trebonio in Asia, Gaio Cassio Longino in Siria. Anche Bruto era stato nominato governatore (di Creta), ma preferì fermarsi ad Atene a studiare filosofia. Ottaviano, che si trovava nei Balcani per i preparativi della guerra contro i Parti, capì l’importanza degli eventi: pretese da subito di essere chiamato “Gaio Giulio Cesare” (il cognomen Ottaviano sarà usato solo da Cicerone, nelle sue lettere); sbarcò a Brundisium e, presentatosi ai legionarî là acquartierati come figlio di Cesare, ne ottenne non solo un giuramento di fedeltà, ma anche la consegna del tesoro di guerra (175 milioni di denarî); raggiunse quindi Roma e, siccome Marco Antonio temporeggiava a consegnargli il patrimonio del padre adottivo, provvide con proprie risorse a pagare i 75 denarî che Cesare aveva lasciato ai cives, guadagnandosi grandi consensi. Infine, arruolò un esercito privato (del tutto illegittimo) di 3.000 veterani, assicurando loro uno stipendio annuo di 500 denarî. Il Senato passò allora a contrastate Marco Antonio, che appariva come l’esponente politico più pericoloso. Dapprima Cicerone cercò di farlo allontanare da Roma, pronunciando contro di lui le vementi orazioni denominate “Filippiche” e cercando l’appoggio di Ottaviano. Poi però i senatori, intimoriti da Decimo Bruto, inviarono proprio Marco Antonio a cacciarlo della Gallia Cisalpina; siccome Decimo Bruto non obbedì, Marco Antonio lo cinse d’assedio a Mutina (odierna Modena). Allora il Senato cambiò di nuovo orientamento e, nel 43 a.C., inviò i due nuovi consoli e Ottaviano a muovere guerra contro Marco Antonio. La battaglia di Mutina, nel 43 a.C., fu l’apogeo del caos (Ottaviano, cesariano, combatté contro Marco Antonio, cesariano, per liberare Decimo Bruto, cesaricida) e si concluse in aprile con la sconfitta e la fuga di Marco Antonio, ma anche con la morte dei due i consoli. Nel frattempo, in Oriente, Trebonio fu ucciso da Dolabella che, in qualità di ex console (aveva infatti sostituito Cesare nell’incarico, l’anno prima) pretendeva sottrargli il governatorato della provincia d’Asia; fu il primo dei cesaricidi a morire. Allora il Senato incaricò Cassio (che già si trovava nella penisola anatolica) di combattere Dolabella; al suo arrivo Dolabella fuggì in Siria, per cui Cassio poté insediarsi a Smyrna (attuale Smirne), capitale della provincia d’Asia. In seguito, Dolabella si suicidò. A questo punto Ottaviano riuscì a spostare definitivamente la politica romana a favore della fazione cesariana: tornato a Roma, pretese e ottenne di essere nominato consul suffectus (“console sostituto”, che veniva nominato alla morte di uno dei titolari) unitamente al cugino Quinto Pedio; fece quindi approvare la lex Pedia, che revocava l’amnistia ai cesaricidi, e poi la lex Titia, che nominava lui stesso, Marco Antonio e Lepido triumviri rei publicae constituendae consulari potestate (“triumviri con potere consolare per la ricostituzione dello Stato”) per la durata di 5 anni. I cesaricidi persero ogni speranza di poter vivere pacificamente; Decimo Bruto cercò di fuggire in Gallia, ma fu riconosciuto e ucciso da un alleato di Marco Antonio; Bruto, che ancora si attardava in Grecia, si recò a Smyrna, per preparare una difesa congiunta insieme a Cassio[1]. I processi avviati grazie alla lex Pedia si conclusero con la condanna in contumacia dei cesaricidi e i triumviri si prepararono a muovere guerra contro di loro. _____________________ Bruto e Cassio saccheggiarono le province asiatiche, per costituire un forte esercito da opporre a quello dei triumviri, e fecero emettere moltissimi aurei e denarî con il metallo razziato, fra cui la moneta più famosa di tutto il periodo repubblicano: RRC 508/3, il denario con cui Bruto si vantò di aver ucciso Cesare. Narra Cassio Dione (XLVII, 25) che Bruto “coniò monete su cui era raffigurato un pileo tra due pugnali, per dichiarare, con le figure e anche con la scritta, che egli, d’accordo con Cassio, aveva dato la libertà alla Patria”. RRC 508/3 reca, infatti, il ritratto di Bruto al dritto, un pileus (berretto che veniva posto sul capo degli schiavi affrancati e, quindi, simbolo di libertà) e due pugiones (pugnali da guerra) al rovescio, mentre la legenda recita BRVT. IMP e L. PLAET. CEST (Lucius Plaetorius Cestianus, un monetiere non altrimenti noto) al dritto, EID MAR (idibus martiis, “alle idi di marzo”) al rovescio. Questa iconografia rivela la pochezza e l’ipocrisia di Bruto: è infatti l’apologia di un tradimento, l’unico caso (come ha osservato Belloni) in cui un antagonista politico viene infamato su una moneta; inoltre, Bruto non disdegna di far apporre il proprio ritratto, sebbene avesse ucciso Cesare anche per aver fatto altrettanto. Dopo la sconfitta dei cesaricidi questo denario sarà fatto ritirare dalla circolazione e, quindi, ne sono sopravvissuti pochi esemplari: Campana ha contato 88 esemplari noti ritenuti autentici; in aggiunta a essi, tuttavia, esistono molti falsi, prodotti negli anni perché è un esemplare molto ambito dai collezionisti (nel 2019, un esemplare è stato acquistato a un’asta per 200.000 €, più 50.000 € di spese). ________________________ Marco Antonio, volendosi vendicare delle “Filippiche”, pretese che Cicerone fosse proscritto e, quindi, condannato a morte; Ottaviano, per non far fallire la loro alleanza, non si oppose. Il grande oratore, saputolo, fuggì nella sua villa di Astura (odierna Torre Astura); non sentendosi ancora al sicuro, dopo alcuni giorni si imbarcò per Formia. Fu tuttavia raggiunto e ucciso dai sicarî di Marco Antonio; era il 7 dicembre del 43 a.C. _____________________ Il conflitto tra triumviri e cesaricidi si concluse nell’ottobre del 42 a.C., a Philippi (odierna Kavala, in Grecia settentrionale). Fu uno scontro titanico: combatterono 19 legioni (a ranghi completi) comandate da Ottaviano e Marco Antonio contro 17 legioni (a ranghi ridotti, ma rinforzate da truppe alleate) comandante da Bruto e Cassio; in tutto, compresa la cavalleria, circa 200.000 soldati. Fra quelle le legioni che combattevano per i triumviri erano presenti la X Equestresis (la “favorita di Cesare”) e la VI Ferrata. Il 3 ottobre le truppe di Marco Antonio riuscirono ad aprirsi una strada nelle paludi e attaccarono alle spalle quelle di Cassio, infliggendo loro una grave sconfitta; nel frattempo, tuttavia, le legioni di Bruto assaltarono di sorpresa quelle di Ottaviano, sopraffacendole. A fine giornata la situazione era di nuovo in stallo ma Cassio, credendo che la sconfitta fosse irrecuperabile, si suicidò, lasciando Bruto solo al comando. I due eserciti continuarono a fronteggiarsi sino al 23 ottobre, subendo la fame e le difficoltà che derivavano dalla difficoltà di approvvigionamento; alla fine i soldati di Bruto, esausti per le privazioni, pretesero di scendere a battaglia. Il genio tattico di Marco Antonio fu decisivo: una sua brillante manovra permise di vincere la battaglia; a fine giornata anche Bruto, definitivamente sconfitto, si suicidò. A due anni e mezzo dall’assassinio di Cesare, il disegno dei cesaricidi era definitivamente tramontato, grazie alle abili manovre politiche di Ottaviano (che aveva saputo, fra l’altro, domare e sfruttare la furia bellica di Marco Antonio); di 21 cospiratori ne restava in vita uni solo, tale Gaio Cassio Parmense, un oscuro poeta. Sarà infine rintracciato e messo a morte da Ottaviano nel 31 a.C. _____________________ Dopo la battaglia i due eserciti furono fusi, sotto il comando dei triumviri e i veterani più anziani poterono quindi essere congedati; molti rimasero proprio a Philippi, ove fondarono una colonia. Occorre qui precisare che alcuni legionarî, scelti fra i più fidati e valorosi, avevano il compito di proteggere il comandante in battaglia; alla fine della Repubblica, invalse l’uso di denominare “pretorie” le coorti in cui essi erano inquadrati[2] (perché destinate a proteggere il “pretorio”, ossia l’alloggiamento del comandante[3]). Dopo il 27 a.C. proprio alcuni reduci di coorti pretorie (probabilmente, quelle stesse che erano state incaricate di proteggere Ottaviano), rimasti a vivere a Philippi, emisero un bronzo provinciale che commemorava la battaglia, RPC I 1651; essa reca al dritto l’immagine di una statua della Vittoria (statua che, forse, era stata là innalzata) e la legenda VIC AVG (victoria Augusti), al rovescio tre insegne militari decorate di cornicula e phalerae e la legenda COHOR PRAE PHIL (cohortes praetoriae - Philippi). È interessante notare che manca, nell’iconografia, l’aquila legionaria, perché appunto l’emissione era intitolata ad alcune coorti, non a una intera legione. Alcuni numismatici moderni ritengono che la moneta sia stata emessa durante il principato dello stesso Augusto; altri, sulla base del metallo utilizzato (la cui composizione sembra analoga a quella di metallo presente in miniere macedoni scoperte solo successivamente) ne spostano la datazione all’epoca di Claudio o Nerone NOTE [1] L’incontro fra i due, che poco si sopportavano pur essendo cognati (Tertulla, moglie di Cassio, era figlia di Servilia), non fu sereno; racconta infatti Plutarco che “c'era stata qualche differenza di vedute ed erano state scambiate accuse reciproche … cominciarono a darsi la colpa l'un l'altro; poi passarono a recriminazioni ed accuse. Questo ben presto portò a rimproveri indignati e lacrime e i loro amici, stupiti dalla veemenza e dall'amarezza della loro rabbia, temevano che la lite degenerasse in violenza”. [2] Prendendo spunto da questi reparti, Augusto istituirà nove “coorti pretorie” stanziate in Italia (a Roma, per precisione, all’interno del Castro Pretorio, una fortificazione ancora esistente) e incaricate di proteggere la persona dell’imperatore: si tratta dei celeberrimi “pretoriani”, che avranno un ruolo importante nella storia dell’impero e saranno sciolti da Costantino. [3] È interessante sottolineare come la tenda del comandante di una legione si chiamasse “praetorium”. I Romani erano convinti, che sin dalla sua fondazione, la Repubblica fosse stata governata da due consoli; in realtà, molti storici moderni, studiando le fonti, sono giunti alla conclusione che nei primissimi anni il rex fosse stato sostituito da un unico praetor cui, solo in seguito, furono sovraordinati due consoli (perché la duplicità dell’incarico dava maggiori garanzie contro eventuali derive autoritarie). Il fatto che il luogo da cui veniva comandata una legione (funzione tipica dei consoli, nella storia romana più antica) si chiamasse “[tenda] del pretore” costituisce una reminiscenza di quel tempo remoto, in cui tale comando era invece esercitato da un pretore. ILLUSTRAZIONI 44 a.C., denario RRC 448/13. L’iconografia è analoga a quella di altre monete della serie, ma la testa di Cesare è coperta con un velo. 44 a.C., denario RRC 480/22. Al dritto, Marco Antonio con velo e barba lunga. Al rovescio, un desultor (un tipo di acrobata che si esibiva con due cavalli). 43 a.C., denario RRC 508/3. 27 a.C. - 68 d.C., bronzo RPC I 1651
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  17. Mah forse nessuno la ha semplicemente segnalata. Chiunque può segnalarle. Nell'asta cui fai riferimento ho visto qualche pezzo interessante
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  18. Comunque interessanti per il famoso discorso sempre aperto delle coniazioni ufficiali,spero ne trovi altri con caratteristiche simili e ce li proponi
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  19. Sempre nello stesso accumulo, ho trovato questa moneta "mozzicata" che ho identificato in 20 cash 1919 della provincia di Hunan, Repubblica di Cina Y 400.2, che entra con merito in questa discussione...
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  20. Salve,piccole differenze ci possono stare per usura di conio,diversa forza applicata al punzone,pulizia diversa ma sostanzialmente sembrano uguali e se lo dice Pxcaesar che li studia e ce lo ha di presenza,credo che dobbiamo prenderne atto,comunque se puoi evidenzia le differenze cosi' le commentiamo
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  21. Salve Pxcaesar,puoi fare un ingrandimento di quello tuo dove ci sono quelle macchie azzurrine.lo sai come la penso e non vorrei innescare ulteriore polemica,per me originali e forse puliti troppo a fondo,e ufficiali restano anche se fossero suberati,addirittura sarebbe uno scoop se uno fosse suberato e uno no data l'identità di conio😏
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  22. Penso di sì. Pure perché la tiratura è bassa
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  23. Mi permetto di suggerirti di interessare anche CFN (art. 9.3.6 delle condizioni di vendita). Lo spedizioniere lo hanno scelto LORO ed è in capo a LORO risolvere la problematica ... se il pacco non ti viene consegnato NON è un tuo problema bensì del mittente che poi si rivarrà (se crede) sullo spedizioniere. Occorre rompere i coglioni a CFN, far valere le nostre ragioni e far pesare LORO le LORO mancanze!
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  24. @ilLurkatore a me sembra usurata, non tosata..
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  25. vista la tipologia... c'è una sovrana in oro zecca Milano, tosata, 1799 R5! (r4 reale) che compare spesso in diverse aste da almeno 5 anni https://www.numisbids.com/sale/9429/lot/484 sembra sempre aggiudicata (al 20-30% in più del metallo) poi puntualmente viene riproposta nell'asta successiva o in altre a mio parere ma sono gusti, una moneta tosata talvolta è più deturpante di una da montatura (certo dipende dal grado di usura una volta indossato il gioiello) a me darebbe un po' fastidio inserirla in collezione
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  26. Sembra si tratti di due medaglie differenti, di dimensioni e materiali diversi.
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  27. l'ultima che sono riuscito acquistare era nel lontano 2020 (65€ + 35€ di spedizione), immagino che tra pandemia e inflazione i prezzi saranno decisamente calcolati al rialzo, come sempre Monaco è un salasso
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  28. Buongiorno a tutti i ciotolari, ieri in un mercato gigante ma poverissimo di ciotole sono riuscito a trovare solo queste due, malmesse e probabilmente anche lavate. ma piuttosto che tornare a casa a mani vuote.. 5 centesimi 1826 di Carlo Felice, zecca Torino (e L in losanga?) 3 centesimi 1822 zecca Milano del Lombardo Veneto (questa proprio bruttina)
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  29. Buongiorno @palu' ricordati sempre ad ogni richiesta di inserire i ponderali completi in questo caso anche il peso. Per quanto riguarda la moneta penso che ci dovrai dare qualche indicazione su quello che tu riesci a vedere perche io vedo solo "macerie" 😁
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  30. L'ho notato anch'io, però ho anche altri dubbi sulla bontà del pezzo. Magari avendola in mano mi ricrederò, ma ha tanto l'aria di una replica moderna.
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  31. Beh.. ma questa è storia postale ai tempi di internettte..🤓.. grazie a Voi che ci siete cari Amici.
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  32. La Sterlina Oro 2016. Una "Sovrana D'Oro Speciale" IL 5° E ULTIMO RITRATTO DI ELISABETTA II SULLE STERLINE DAL 2016 AL 2022 La regina Elisabetta II nel 2016 diviene il sovrano più longevo della Gran Bretagna e anche quello con il maggior numero di ritratti sul dritto della moneta d’oro più utilizzata la mondo, la sterlina d’oro. Per scegliere il suo quinto ritratto, che sarà poi l'ultimo che ritrae Sua Maestà a partire dal 2016 sino al 2022, il Comitato Consultivo della Zecca Reale (RMAC) aveva indetto un concorso per scegliere fra i disegni in competizione inseriti anonimatamente dai partecipanti. Sicuramente il passaggio ha avuto un impatto anche nel settore numismatico/collezionistico e ha reso il 2016 un’annata di coniazione da ricordare per gli appassionati della sovrana d’oro. apollonia
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  33. Medaglia devozionale di benedizione, sagomata in metallo bianco, A. XVIII (1939-1940), Milano.- D/ La Madonnina del Duomo di Milano, su guglia con aureola di 8 stelle.- R/ Scritta di benedizione su 5 righe, in esergo: A. XVIII . Medaglietta non comune.- Ciao Borgho
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  34. I think we will have to wait/hope another specimen is released with a more legible legend, but there definitely seems to be a legend compared to the bronze issue from Kimissa having no legend. As well as Skuby mentioned mostly bronzes were issued during this period, I believe that more generally the chance of production of a silver litra goes down sharply after Timoleon. If accepted to have the triple-pendant earring, this seem to me stylistically to be around the "Time of the Signing Artists" 415-395+ in Syracuse. Agathocles also used the triple-pendant earring, but without the Arethusa wearing a sphendone.
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  35. Secondo me, non trattandosi di una moneta introvabile, ti conviene aspettare un esemplare magari un po' più costoso ma non tosato. Giusto per dare un'idea sui prezzi, questo (passato da Ranieri a maggio) è andato invenduto ad una base di 200 euro. https://www.numisbids.com/sale/9209/lot/?lot=168
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  36. All' avvicinarsi di un convegno importante, sarebbe utile, se già nota, la lista delle ditte presenti .
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  37. Salve,potrebbe essere questo antoniniano PM TRP VII COS di Gallieno. https://www.acsearch.info/search.html?id=5962863
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  38. Quel povero uomo, poi che lo fosse davvero non lo sappiamo, è morto a Vercelli con solamente più il timore di Dio, di tutto il resto non aveva più nulla... Forse proprio le sue vicende hanno forgiato l'animo del suo primogenito che dopo ha riportato il ducato ad essere quello di prima, se non migliore...
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  39. Lo sai che questa tua pretesa è totalmente e assolutamente irrealistica, vero?
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  40. C'è un esemplare simile senza la scritta sul rovescio sul noto sito online di vendite
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  41. A mio modesto parere di valore collezionistico ne hanno poco o nulla, valgono il peso del metallo nobile.
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  42. Condivido con gli utenti del Forum interessati alle monete romane repubblicane e non , questo mio raro Asse avente come simbolo sopra la prua di nave l' elmo romano che dovrebbe essere del tipo Montefortino . Mi sono ricordato di avere questo Asse a seguito di aver letto questa recente notizia del ritrovamento nel mare delle isole Egadi di un elmo romano perfettamente conservato , anche delle sue para guance e proprio dello stesso tipo Montefortino in voga principalmente nel periodo repubblicano tra il IV e il I secolo a. C. : https://www.msn.com/it-it/viaggi/notizie/un-elmo-romano-risalente-alla-prima-guerra-punica-è-stato-recuperato-in-sicilia/ar-AA1Moim3?ocid=msedgdhp&pc=U531&cvid=b48153d1b4a24f68aac95785618ae4cb&ei=30 L' Asse in mio possesso pesa grammi 31,1 ed e' classificato come un Cr. 118/1 , forse di conservazione MB , per questo l' ho fotografato con luce radente per meglio far risaltare i rilievi ; nonostante la bassa conservazione credo , per passione personale verso i grandi bronzi repubblicani , che nulla tolga al fascino storico di queste monete .
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  43. Ma leggetevi tutti i post di un mese fa dinamiche di consegna gia’ appurate da molti di noi (anche se la stessa dinamica ci aveva messo in apprensione)
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  44. Intendeva dire che siccome il grande pubblico (almeno quello italiano) non sa questo particolare potrebbero aver sospettato di una "data falsa".
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  45. Buona serata a tutti, Ciao @Asclepia posto la mia moneta, rilevando che è simile alla tua con SICI e stella a 5 punte sotto il taglio del collo.
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  46. DE GREGE EPICURI @joannes carolusSono rientrato e posso risponderti. Il Battista elenca per la Salapia 3 oboli di questo tipo, fra gli 8 g. e gli 8,45 g., tutti con cavallo e delfino volti a destra. Le scritte però sono differenti: -n. 11: sopra al cavallo, CAΛΠΙ, sotto ΝΩΝ. Sopra al delfino: ΔΑΙΕ (scritta rovesciata), sotto ΕΔΑΜΑΙRΕ. Dietro c'è un crescente lunare. -n.12: sopra al cavallo CALPI-IA, sotto KΩΝ. Sopra al delfino:ΔΑΜΑΙΡΕ , sotto ΔΑΙΕΝΙ. -n. 13: (ribattuta su moneta di Paestum): sotto al cavallo AK in monogramma. Sotto al delfino: C (coricata) NIP. Aggiungo che ho ricopiato fedelmente le lettere dalle immagini riportate (che sono disegni e non foto), perchè il testo di Battista riporta in alcuni casi le lettere in modo impreciso.
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  47. Buonasera...e grazie per l'appunto... ma io scrivo "è associato" perché anche lui (Enrico III) ne fu promotore assieme alla madre Caterina DeMedici... Il padre Enrico II morì nel 1559, molti anni prima della Strage!! Non è il mio forte la storia francese di quel periodo, ma su questo ho pochi dubbi. Nel 1572 regnava Carlo IX...correggetemi se sbaglio!? In ogni caso bene che partendo da una moneta sorgano dubbi, si cerchino conferme e si discuta. Sempre cordialmente.
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  48. Allego per un confronto lo stesso divisore (1/5 o 1/6 di unità) di bello stile, tali bronzi sono classificati da Villaronga in classe VIII e attribuisce tali coniazioni al sud est della Spagna e molto verosimilmente a Carthago Nova, altri studiosi suggeriscono, in relazione ad uno studio eseguito sulle caratteristiche del metallo, Akraleuke (ma con l’ipotesi anche di Carmona) per le unità di bello stile e Akraleuke o Carthago Nova per i suoi divisori. Si ritiene che la produzione delle monete grezze sia cronologicamente più bassa rispetto a quella di bello stile e si attesti all’incirca nel 206. Avendo avuto una diffusione territoriale molto ampia sia sul percorso di penetrazione punica nella Meseta, ma molti divisori sono stati rinvenuti anche nell’area della romana Baria, è ipotesi che siano state prodotte da officine mobili e locali. E’ singolare peraltro che tali divisori grezzi fossero rari e pressoché sconosciuti fino agli anni ‘70 del secolo scorso quando il mercato fu sommerso da monete provenienti più o meno legalmente dal sito di Montemolin. Di seguito anche quella che classificata come unità del divisore grezzo e quella che potrebbe essere dal peso una doppia unità (15 gr). L’orientamento della Core a destra del dritto e il peso particolarmente potrebbe far pensare a un nominale diverso, forse ad una doppia unità. Tale ipotesi però non convince più di tanto poiché sembrerebbe la sola moneta conosciuta rispetto alla numerosità degli altri bronzi con protome di produzione iberica. Potrebbe forse essere una produzione indigena locale.
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