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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/07/25 in tutte le aree
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Buongiorno, Aggiungo alla discussione due mie piastre. 1854 con correzione in legenda, presenta una E sotto la T di VTR. Piastra 1858, 8 su 7 e correzione nelle aquile, sono punzonate su aquile capovolte. Un saluto a tutti. Raffaele.4 punti
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È anche l'unica moneta "facile" di Vittorio Amedeo I... Comunque il retro è in bella conservazione, il diritto meno, ma la data è chiara quindi perfettamente classificabile, al prezzo di un caffè con brioches perché non portarla a casa?3 punti
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Secession Quick Step Secessione a passo veloce. Il Sud, tutto il Sud e nient'altro che il Sud E' un canto patriottico, scritto da tale Herman L. Schreiner, un cantautore di Macon, Georgia, per celebrare la decisione del suo Stato di unire le forze con il Sud nella battaglia contro l'Unione. Da notare il serpente a sonagli, la cui simbologia abbiamo illustrato qui Lo Stato della Georgia, infatti, aderisce alla secessione il 19 gennaio 1861. La cosa, inizialmente, come già per Charlotte, non ebbe alcun effetto sull'attività della Zecca di Dahlonega. C'era un nuovo Sovrintendente, George Kellogg, insediatosi nell'ottobre precedente, che mantenne la normale corrispondenza con il Direttore Snowden, mentre i depositi di oro e la produzione di monete continuavano al ritmo abituale. Sebbene Kellogg fosse un georgiano, inizialmente non sembrava disposto ad abbracciare la causa del Sud. Come confermò il Direttore Snowden al Segretario al Tesoro, Salmon P. Chase: "Nonostante i fermenti rivoluzionari nello Stato della Georgia, la Zecca di Dahlonega continua a considerare se stessa come una filiale della Zecca degli Stati Uniti." Probabilmente, Snowden e Chase non erano al corrente del fatto che la Convenzione Secessionista della Georgia aveva reclamato la propria giurisdizione su tutte le proprietà del governo degli Stati Uniti nello Stato Al contrario Kellogg, fiutando il vento del cambiamento politico, informò i nuovi governanti Confederati della sua disponibilità a "dimettersi in qualsiasi momento e ricevere un nuovo incarico sotto la Confederazione del Sud." Si appellò anche al Segretario al Tesoro della Confederazione, Christopher Memminger, per mantenere la sua posizione. Dopodiché, si dimise formalmente dall'incarico sotto il governo degli Stati Uniti il 25 aprile 1861. Nel fare questo, era chiaro che Kellogg si aspettasse di essere rinominato nello stesso incarico, e che le operazioni della Zecca sarebbero continuate. Continua (anche noi )3 punti
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Nella gloriosa e glorificata città di Falsopolis, che tutti conoscono per la sua lunga tradizione di imbrogli, tarocchi e salsicce finte, sorgeva un edificio maestoso e bislacco: "la Zecca Nazionale della Fregnaccia e del Paradosso". Il direttore della Zecca era un tale Commendator Lupigno, mezzo lupo e mezzo ragioniere, col monocolo su un occhio e un francobollo falso sull’altro. Dicevano fosse stato assunto per concorso, ma nessuno aveva mai visto il bando, né il concorso, né tantomeno la laurea (che lui custodiva gelosamente dentro una bottiglia di birra vuota). Alla Zecca si stampava di tutto: banconote false da 3,14 Pi-dollari, aurei di cartapesta dorata col ritratto di Cesare che fa l’occhiolino, e persino francobolli che profumavano di truffa e mandorle amare. Ogni martedì e giovedì, comparivano all’ingresso della Zecca due visitatori fissi: il Gatto e la Volpe, in doppiopetto elegante ma con le tasche bucate. - Direttore Lupigno, oggi ci serve un lotto di monete commemorative da vendere ai turisti del paese dei Balocchi, - miagolava il Gatto, lisciandosi i baffi tinti. - Ma stavolta fatele un po’ più durevoli, che l’ultima volta si sono sciolte con la pioggia, - guaiva la Volpe, mentre cercava di rivendere una moneta-biscotto a un piccione. Il Commendator Lupigno annuiva, rideva col naso, e ordinava ai suoi operai (tutti ex-magi di professione, ora specializzati in calligrafia contraffatta) di preparare un bel conio con su scritto: “Repubblica di Falsopolis – Valida fino a prova contraria”. E così Falsopolis prosperava, tra illusioni fiscali, fabbriche di specchi per le allodole e banche in cui si depositavano sogni a interesse variabile. Un giorno però arrivò un bambino - o almeno pareva tale - chiamato Veritino, con gli occhi grandi e lucenti come due talleri di Maria Teresa e un’aria da non farsi fregare nemmeno da due scimmie ammaestrate. Bussò alla Zecca e chiese: - Posso vedere come si fanno le monete? Il Commendator Lupigno sbiancò come una banconota finita in lavatrice. Il Gatto si nascose sotto una zeppa di bolle di sapone, la Volpe cominciò a cantare l’inno nazionale al contrario per confondere l’uditorio. Ma Veritino li guardò e disse: - Lo sapevo! Questa città è una truffa col campanello! Detto questo, estrasse una lente d’ingrandimento grossa come un piatto e li smascherò tutti con un solo sguardo. Ma Falsopolis, si sa, è resiliente. E mentre il Gatto e la Volpe scappavano su una gigantesca moneta di sughero usandola come una zattera e il Commendator Lupigno si rifugiava sotto la scrivania a falsificare le sue dimissioni, la città già preparava un nuovo piano: vendere souvenir di Veritino eroe nazionale, fatti rigorosamente in plastica contraffatta e ricoperti d’oro alimentare. E la morale? Se ti regalano una moneta di Falsopolis... non morderla: potrebbe morderti lei. njk2 punti
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Concordo appieno: si tratta di un carattere R ribattuto perchè troppo alto o perchè male-impresso. Forse all'inizio è stato solo parzialmente improntato (mancando la parte superiore della lettera R) oppure vi è stata un'elisione da parte dell'incisore. Ovviamente in questi casi quando si parla di 'ribattitura' si fa riferimento al conio e non alla moneta! I punzoni che improntavano i conii erano in genere senza gli ultimi 2 caratteri della data e, se la coniazione era prevista in zecche diverse, anche senza segno di zecca, il ché era utile per garantire l'assoluta uguaglianza delle monete e nel contempo consentire millesimo e identificativo di zecca differenziati. I caratteri mancanti venivano impressi con un punzoncino sul conio finale (da cui le cosiddette varietà, in particolare se era reimpresso un conio finito ma non utilizzato). Ho sempre ritenuto curiosità questi aspetti, che risultano comunque utili per capire le procedure di zecca. Per quanto riguarda la 'rarità' del riscontro, ho ritrovato in un database 24 esemplari di 20 Lire 1878, tutti senza ribattitura, + i 2 ribattuti di questa discussione = 26. Tenendo presente che un conio poteva coniare 10-15.000 esemplari e che la tiratura di questo marengo è stata di oltre 300.000, è plausibile l'utilizzo di 20-30 conii in totale per l'anno considerato, un numero che spiega la rarità di questa variante minore.2 punti
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Buon Pomeriggio di inizio settimana, sistemando la collezione mi è saltata all'occhio questa lira veneziana Mocenigo, Doge L. Loredan coniata nel 1501/1502. Scrivo questa data perché il massaro ( lettere a rovescio P C ) sarebbe Piero Cocco, operativo dal 1501 al 1502. La moneta è periziata e quindi ho scattato più foto con luce forte e normale. Chiedo per cortesia ai più Esperti nel Forum di questa monetazione se questa lira è considerata comune ed un parere in merito alla conservazione ( indicata in perizia come BB + ). Grazie.1 punto
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@Bruzio, lo credo anch'io, fossi io il perito darei quasi SPL 😊, guardando con una lente 3x, riesco a vedere abbastanza i dettagli dei volti di San Marco, il Doge ed il Cristo a rovescio.1 punto
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Visti i rilievi, il metallo e se non è stata pulita in modo agressivo (la plastica falsa un po' l'immagine) direi qualcosa di più di BB +. Arka # slow numismatics1 punto
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Capito! Pensavo che, come in molti casi, la perizia dovesse indicare comunque informazioni base sulla moneta nel foglietto di accompagnamento. Ad ogni modo, l'esemplare sembra corrispondere a quello in CNI Vol. VII, p. 205, n. 15 (però con punto finale dopo VENET). I pesi dei tre esemplari inclusi nel CNI variano tra 6,40 e 6.41 grammi. Corrisponde alla moceniga riportata dal Papadopoli ne "Le Monete di Venezia", Parte II, p. 103, n. 11, che come peso di riferimento indica 6,52gr (gv 126). Se per caso ha una bustina di plastica analoga o rotta, e un cartoncino di accompagnamento, potrebbe trovare il peso di quelli e sottrarli a quello che ottiene pesando quanto in suo possesso, meno qualcos'altro per coprire il peso dei rivetti. In questo modo dovrebbe essere possibile capire quanto meno se vi siano notevoli discrepanze di peso rispetto ai riferimenti. Il Montenegro, p. 97, n. 278, la categorizza come C, con peso di riferimento 5,77-6,50gr e diametro di riferimento 32-35mm. Zub-Luciani, p. 35, n. 89, la categorizza come C, con peso di riferimento 6,52gr e diametro di riferimento 32mm. Contrariamente, alcuni negozi online la catalogano come NC. Pur non essendo un esperto di questo tipo di moneta e con i limiti imposti dal non averla in mano e non avere i dati ponderali, considerata la buona qualità delle figure e i dettagli, la leggibilità delle legende, la profondità del conio e il fatto che non vi siano segni di stronzatura o particolare danno e infine data l'integrità della corona perlinata sia al D/ che al R/, a scanso di sorprendenti carenze di peso direi che il BB+ potrebbe essere adeguato. Invito altri utenti più specializzati a fornire un giudizio più autorevole. Saluti, Marco1 punto
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Buongiorno, Un denario di Plautilla, moglie di Caracalla, con patina verdino intorno alla figura del rovescio ed una splendida conservazione. Non se ne vedono molte in giro, specie in queste condizioni. Credo sia autentico. Dovrebbe essere il RIC 363b. Peso 2.98 g per 20.1 mm Atexano1 punto
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Ciao, il RIC da te indicato è corretto, per quanto concerne la tipologia con la Concordia stante è molto comune. Per me coniato quindi dovrebbe essere autentico. Lascio molto volentieri ad altri il giudizio sul grado di conservazione ( che io non uso), posso solo dirti che è un bel denario. Condivido mio esemplare stessa tipologia che ha svolto molto meglio del tuo la sua funzione di moneta 🙂. ANTONIO1 punto
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Durante questo anno sono riuscito solo a prendere questo unico denario imitativo Papia, o meglio ne avevo già uno ma quest'ultimo è una variante.1 punto
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Grazie Genny, si, è molto interessante, verosimilmente potrei pensare che finito di coniare il contingente con le aquile rovesciate siano tornati, correggendo direttamente il conio, a battere piastre con le aquile in posizione corretta. Un saluto Raffaele.1 punto
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Ormai credo ci sia la tendenza alla speculazione o se la vogliamo dire in altre parole al guadagno facile. Quello che mi spaventa è vedere sempre più nazioni che strizzano l'occhio al gioco sporco. Prima era solo Monaco, poi è entrata a gamba tesa Cipro adesso inizia a fare le sue prime mosse San Marino....dove andremo a finire? Se ci si aggiunge anche il cambio di gioco del Vaticano in po' di sconforto mi viene.1 punto
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Nel 1942 la tariffa per un biglietto postale era di 50 centesimi. Questa tariffa fu introdotta il 1° gennaio 1942, riducendo il costo precedente di 75 centesimi. Il tuo biglietto postale è stato annullato il 18.10.42 XX quindi è in perfetta tariffa in quella data, fu integrato con un bel 25c verde. Il tuo biglietto postale fu emesso nel 12.1935, formato grande 140x100mm, con 4 righe di indirizzo. Bel biglietto con striscie e annulli di censura.1 punto
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Dal momento che ho avuto qualche problema tecnico (nel vero senso della parola, un aggiornamento che non si voleva caricare) sono stato assente per un bel pezzetto di tempo. Vi ho seguiti e letti ugualmente. Magari qualcuno sperava pure di essersi liberato definitivamente di me.... Ma purtroppo nella realtà, come negli incubi, a volte i mostri tornano.... Ecco la ragione della scelta di questo argomento un po' da romanzo gotico.1 punto
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@Ranbel le foto sono sfocate per poter dare un giudizio preciso, che comunque rimane sempre un'opinione basata su fotografia. a mio avviso può essere anche BB, ma con diversi colpi sul bordo che non lo rendono troppo gradevole, per quanto presenti bei rilievi. infine, per quanto riguarda la frattura di conio la ritengo una curiosità. il prezzo pagato comunque è piuttosto favorevole.1 punto
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Accidenti, hai citato giustamente un altro paradiso biblionummofilo 😍 Ne approfitto per inserire dei link che illustrano e approfondiscono questa meravigliosa biblioteca numismatica, specializzata in monete greche, purtroppo venduta... https://numismatics.org/pocketchange/long-table-100-an-interview-with-basil-demetriadi/1 punto
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premesso che le foto sono sfocate per dare un giudizio corretto, ti faccio notare che hai una bella rottura di conio che parte dal fascio e va sulle lettere, nell'altro lato hai un difetto di laminazione del tondello con un bell'incuso poroso, fallo vedere ad un esperto di errori di conio, potrebbe valere qualche euro in più di quelli spesi1 punto
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S tra sci coperti MI dà, S posa = strascico per timida sposa. Buona giornata!1 punto
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Non è granché ma per euro 4,50 l'ho presa perché non avevo monete di Vittorio Amedeo I.1 punto
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Trovata. O per meglio dire trovata in un archivio trentino una lettera inviata dalla baronessa Violante Menghin Brezburg da Villa Lagarina nel 1905. E' sicuramente lei.1 punto
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Buonasera, , 3 baiocchi del 2° tipo, secondo me è autentica ed anche il prezzo pagato è onesto.1 punto
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Salve paxcaesar ,abbiamo anche un asse di zecca forse non Roma con la legenda CONCORDIA con cornucopia e patera,qui non si capisce cosa tiene in mano Wildwins Cohen 701 punto
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Ciao, a mio parere è un chiaro 1793 Bella moneta Puoi leggere qui: https://www.roth37.it/COINS/Ragusa/monetazione.html roth37 era un utente di questo forum, ormai scomparso qualche anno fa.1 punto
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Testa laureata , quindi è un asse … Direi Antonino Pio , Minerva con scudo e lancia1 punto
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Buongiorno a tutti, la discussione sta diventando molto interessante. Da quanto vedo sulla moneta, a me sembrerebbe che una R sia stata punzonata sul conio troppo in alto e solo parzialmente, per cui, notato l’errore, si sia corsi ai ripari ribattendo una seconda R (nel senso di aver utilizzato solo ed esclusivamente il punzone della R, non di tutti i punzoni, altrimenti come si diceva ci sarebbero state decentrature più marcate). Questo potrebbe essere avvenuto anche nel caso dei numeri della data (1 ribattuto, 7 ribattuto 3 volte). Questo non spiegherebbe però il perché siano emersi così pochi esemplari con questo errore (forse in zecca si accorsero dell’errore, tentarono di sistemare il conio, ma dopo poche coniazioni, non soddisfatti, sostituirono direttamente tutto). Saluti Regium1 punto
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Half e Quarter Eagles A Dahlonega le quarter eagles furono coniate dal 1839 al 1859 (con l'eccezione del 1858). Per il primo anno, il modello fu quello Classic Head di William Kneass, del quale vennero prodotti 13.674 esemplari. Il marchio di zecca, come già per le half eagles, compare al dritto, sotto la troncatura del collo della Lady. (foto da Ira & Larry GoldBerg Auctions) A partire dal 1840, subentrò il modello Liberty Head di Christian Gobrecht. In questo modello il marchio di zecca viene spostato al rovescio, tra il valore e gli artigli dell'aquila. La quantità di quarter eagles coniate fu generalmente piccola, soprattutto se paragonata a quella di Philadelphia, che in alcuni anni superò il milione di esemplari. Per Dahlonega, invece, il record di produzione venne toccato, nel 1843, con 36.209 monete. Ma fu un'eccezione, negli altri anni non si raggiunsero mai i 20.000 pezzi, spesso nemmeno i 10.000, fino a toccare il fondo nel 1856 con appena 874 esemplari, una quantità talmente bassa che ancora oggi ci si chiede quale fosse il senso di una simile emissione. (foto da Heritage Auctions) Non andò meglio alle half eagles. Ne furono coniate di più, perché maggiore era la richiesta, ma sempre pochissime in rapporto alla produzione di Philadelphia: i numeri pù significativi li abbiamo visti nel post precedente. E anche per le half eagles, a partire dal 1839, il disegno adottato fu quello di Gobrecht. In questo caso, però, il marchio di zecca comparve al rovescio solo a partire dal 1840, nel 1839 venne mantenuto al dritto. Il record negativo di produzione, 1.597 esemplari, fu toccato proprio nell'ultimo anno, il 1861, dal quale arriva questa moneta (foto da Ira & Larry GoldBerg Auctions) In aggiunta a quarter e half eagles (e all'unica moneta da 3 dollari vista in precedenza), la Zecca di Dahlonega coniò anche monete d'oro da 1 dollaro, a partire dal 1849 e fino al 1861: ce ne occuperemo in uno dei prossimi post petronius1 punto
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In quel 1838 a Dahlonega furono coniate solo half eagles. La produzione delle stesse continuò ininterrottamente fino al 1861, con quantitativi interessanti fino a metà degli anni '50. Il record fu toccato nel 1843, con 98.452 esemplari coniati, ma un paio di volte si superarono, sia pur di poco, i 90.000, e in altrettante occasioni ci si andò vicino, con più di 80.00 pezzi annui. Poi, nel 1856, la produzione scese sotto i 20.000 esemplari, e continuò a scendere, fino a toccare il fondo nel 1861, con appena 1.597 half eagles. Ma su quell'anno, importante per molti versi, ci torneremo. Oltre alle half eagles, a Dahlonega furono coniate le quarter eagles, dal 1839 al 1859 (con l'eccezione del 1858), e i dollari d'oro. Ma anche qui, come a Charlotte, mancarono le monete più prestigiose, eagles e double eagles. Non mancò, invece, quella da 3 dollari, sia pure coniata per un solo anno, il 1854, e con appena 1.120 esemplari. Il che fa di essa una moneta indubbiamente rara, ma non la più rara e ricercata tra quelle della zecca della Georgia, un primato che spetta, ancora una volta, al minuscolo dollaro... ne parleremo La moneta da 3 dollari è quella disegnata da James B. Longacre, che ha al dritto la Lady Liberty nota come Indian Princess Head, probabilmente a causa del suo copricapo di piume, che però non è riconducibile ad alcuno di quelli in uso presso le tribú indiane. L'ispirazione, come per altre monete (e come detto in altra discussione ), va ricercata piuttosto nella statuaria classica (forse un ritratto di Venere), ma anche nell'arte popolare degli anni '50 del XIX secolo. Nel giro compare la scritta UNITED STATES OF AMERICA. Al rovescio, una corona di foglie di cotone, mais, tabacco e frumento, prodotti tipici del Nord e del Sud degli stati Uniti, a simboleggiare l'intreccio tra le due anime della nazione. Al centro compare il valore, e in basso, sotto il fiocco che lega la corona, la D di Dahlonega. (foto da Ira & Larry GoldBerg Auctions) petronius1 punto
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Salve,non è il mio campo però mi piace osservarle,noto che si è passati dal sicuramente buono al sicuramente falso con una bella analisi tecnica anche se solo da foto.questo intendevo in altre discussioni su altre monete.scusate l'intrusione Nino1 punto
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Salve @EmilianoPaolozzi era solo una battuta scherzosa... è solo un modo per dirle che con una moneta già disastrata di suo e con foto di quel genere io credo che nessuno possa identificarla con tutta la buona volontà. Io stesso ho provato a cercarla perché addirittura pensavo fosse dell' Orda d'oro ma niente. Se riesce ad ottenere foto migliori sarò lieto di aiutarla.1 punto
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DE GREGE EPICURI Credo sarebbe meglio rifiutarsi di commentare foto del genere.1 punto
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Riporto un esempio di descrizione: Roman Empire AR Denarius 69 OTHO Draped bust of Otho, bare,with wig right, around the text IMP M OTHO CAESAR AVG TR P rev. Pax, draped, standing left, holding branch in right hand and caduceus in left, around the text PAX ORBIS TERRARVM The legend on this coin, struck during the Civil War, is very politicaland means "peace in the whole world". (18mm, .3.0g. ). This item will be shipped with tracking number No extra shipping costs for additional items combined. This is done by sending an offer (I have allowed roughly 6 pound offer to allow combining) Consumers shall pay for returns Nelle descrizioni attuali l’utente non evidenzia se l’esemplare è autentico o meno (ad esempio, riproduzione). Inoltre, è ben evidenziato che “Il venditore si assume la piena responsabilità della messa in vendita dell'oggetto.” Presente la garanzia clienti Ebay.1 punto
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