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I contenuti con la più alta reputazione dal 04/08/25 in Risposte

  1. Mi siedo sul bordo del letto grande e accarezzo il viso ghiacciato di papà. Gli scosto i capelli bianchi dalla fronte e lascio scorrere la mano sul corpo rigido, sino a sfiorare le sue, sovrapposte sulla pancia. Lo bacio sulla guancia ruvida. Che tu possa riposare in pace, papà. Fai buon viaggio. Dalla spalliera ai piedi del letto Elisa mi squadra a braccia incrociate. Batte la punta dello stivale manco dovesse piantare un chiodo sul pavimento. «Okay, d’accordo principino: abbiamo aspettato che scendessi da Roma, per vederlo e salutarlo. Ora che l’hai fatto, possiamo spostarci in salotto? Il notaio è arrivato da un’eternità.» Lancio un’occhiata di traverso ad Alessandro, in cerca di un conforto: zittiscila, ti prego. Mio fratello fa spallucce e spedisce lo sguardo al soffitto . «Sbrigatevi.» Elisa si sistema la borsa di Gucci sulla spalla ed esce dalla camera da letto a passo di guerra, la chioma riccioluta le danza sulle spalle allo stesso ritmo. Alessandro mi si siede accanto e si stropiccia gli occhi lucidi e arrossati. «Guardalo, Vincenzo.» Strofina la capigliatura rada, stringe e solleva un rotolo di pancetta. «Vedi? Papà rimane più in forma di me, anche così.» Ridiamo insieme e ci abbracciamo. «Un giorno tornerò a vivere qui a Taormina, magari proprio in questa casa. Roma non la sopporto più.» «A Taormina te lo auguro, in questa casa la vedo difficile…» Mio fratello abbassa la testa e giocherella con le unghie, ne tormenta una sino a tagliarsela. Il volto mi si trasforma in un punto interrogativo. «Che vuoi dire?» Solleva appena lo sguardo, rimanendo con la testa chinata. «Potrebbero esserci dei problemi.» «Dei problemi?» «Forse la casa va sgomberata per fine mese.» «Ma che significa? Perché?» «Ne so quante te.» Mi prede sottobraccio per farmi alzare e portarmi via. «Il notaio non ha potuto anticiparmi altro, ma presumo che ora ce lo spiegherà a tutti e tre.» Lungo il corridoio le foto sulle pareti di papà e mamma sorridenti strappano un sorriso anche a me. Voglio crederli di nuovo insieme, abbracciati e felici, sereni. Il notaio Boscarino si alza dal divano del salotto: giacca e cravatta, camicia bianca e completo scuro, impeccabile come sempre. Mi viene incontro e ci salutiamo con un doppio bacio sulla guancia, il lieve profumo di dopobarba riesce a distendermi ogni muscolo. Mi stringe le spalle e accenna un sorriso malinconico. «Mi spiace doverti rivedere in questa circostanza.» Mia sorella s’attorciglia un ricciolo intorno all’indice, sospira e brontola con ricercata teatralità. «Possiamo iniziare, per favore?» Sgrana gli occhi verso l’orologio a pendolo e lascia partire un sibilo. «Cielo, quasi le cinque!» Gli si avvicina, dà alcuni pugnetti sul vetro e ci spedisce una smorfia infastidita. «Ma questo coso funziona ancora? Io alle sei devo riprendere Giulia a danza, sbrighiamoci.» «Elisa!» Alessandro le fa segno di calmarsi. Era ora. Ci disponiamo intorno al tavolo ovale in legno, Alessandro ed Elisa sullo stesso lato, dietro alla terrazza, io all’estremità con la libreria alle spalle. Sposto verso di me una pila di tre carpette azzurre colme di fogli, per fare spazio al centro. Il notaio è ancora in piedi, tra il divano e il mobile con la grande specchiera dorata. Alessandro gli indica la sedia di fronte al suo lato del tavolo. «Prego notaio, si accomodi.» «Devo prima recuperare il testamento di vostro padre.» «Cosa?! Non ce l’ha con sé?» «Signora, se l’avessi avuto con me, sareste stati voi a venire nel mio studio, e non io a casa vostra.» Stringe il pomello del cassetto del mobile. «Il testamento è qui dentro.» «Che cosa?» Il dito di Elisa oscilla tra me e Alessandro con fare inquisitorio, l’unghia laccata di rosso scuro fa la spola tra il mio viso e il faccione di mio fratello. «Voi due lo sapevate, vero? Certo che lo sapevate! Voi sapete sempre tutto, e non mi dite mai niente.» Si tappa la bocca con la mano, ma un altro sibilo le scappa comunque. «Il testamento è sempre stato qui, a casa nostra: avremmo potuto leggerlo da soli, senza bisogno di spendere soldi per un notaio.» «Non credo, signora.» Dalla tasca del pantalone il notaio tira fuori una chiave e ce la mostra. «Il cassetto è serrato: una chiave l’aveva vostro padre, chissà dove, e l’altra l’ha consegnata a me.» Mi rivolge uno sguardo che invoca comprensione per quest’ultima stravaganza di papà. Oh, notaio Boscarino! Altro che una chiave: io metterei la mia vita nelle sue mani. Gli sorrido per invitarlo a proseguire, e mi sorride di rimando. «Perfetto, grazie. Davanti a voi, signora e signori, aprirò ora il cassetto.» «Va bene, va bene…» Elisa dà il suo assenso come se stesse scacciando via una mosca. Mi punta l’indice in mezzo al petto. «Tu lo sapevi, vero?» Batte due colpi, uno più forte dell’altro. «Sì che lo sapevi.» Faccio “no” con la testa, sospirando. «E invece sì.» Ritrae la mano e affila gli occhi da vipera. «E comunque io l’ho sempre detto che nostro padre era uno squilibrato, lo è sempre stato in vita, e adesso pure in morte, guarda un po’.» Alessandro le afferra il braccio. «Elisa, per favore.» Con un gesto del capo fa segno al notaio di procedere. «Prego, apra pure il cassetto.» «Avvicinatevi, cortesemente: così potete verificare da voi che—» «Non serve.» La voce mi esce cupa, profonda e irreale. «La nostra fiducia in lei è totale, notaio Boscarino: cento per cento, e anche di più, se fosse possibile.» Pietrifico Elisa con lo sguardo: e se ti azzardi ad aprire bocca, giuro che ti strozzo. Anche Alessandro le indirizza un sorrisino intimidatorio, che addolcisce spostandolo sul notaio. «Proceda pure. Siamo tutti d’accordo: la fiducia in lei è totale e incondizionata, e la nostra gratitudine ancora più grande.» Sul viso del notaio Boscarino si legge tutto il suo imbarazzo. «Preferirei che veniste qui, accanto a me, al momento dell’apertura del cassetto.» «Ma che non ha sentito? Ci fidiamo tutti!» Elisa batte le mani per mettergli fretta. «Su, su: apra questo benedetto cassetto, ché è già tardissimo.» Il notaio infila la chiave e la gira, fa scorrere il cassetto il più avanti possibile, come se volesse darci modo di vedere cosa c’è dentro, anche a distanza. «Signora Elisa, signori Alessandro e Vincenzo, dentro il cassetto c’è un foglio a quadretti piccoli, piegato in due.» Lo solleva e ce lo mostra. «E poi c’è questo.» Con l’altra mano agita un sacchettino violaceo chiuso con una cordicella argentata, un tintinnio di monete riecheggia nel salone. Si dirige verso di noi tenendo ben in vista sia il foglio che il sacchettino, li poggia sul tavolo e si accomoda davanti a Elisa e Alessandro. «Questo è il testamento.» L’orologio a pendolo batte i suoi rintocchi, accompagnati da un sorriso dolce del notaio. «Se non è cambiato nulla dall’ultima volta che ho incontrato qui vostro padre, e non credo sia cambiato nulla, il contenuto del testamento mi è già noto, anche perché è stata un’operazione piuttosto travagl—» «Senta notaio, nostro padre era uno squilibrato, e questo lo sappiamo già; non può limitarsi a leggere il testamento?» La faccia scura di Alessandro mette a tacere Elisa. Le stringe il polso, semmai il messaggio non le fosse chiaro. «Lasciamo dire al notaio quel che deve dire, d’accordo?» Ritrae la mano e fa segno al notaio di andare avanti. «Non ho granché da dire, in realtà.» Alliscia la cravatta e tossisce appena per schiarirsi la voce. «Semplicemente vostro padre non voleva lasciarvi debiti, perché pensava che non sareste stati capaci a gestirli, e considerato che di debiti ne aveva per milioni—» «Insomma si può sapere cosa ci ha lasciato?» «Undici marenghi, signora, undici marenghi d’oro.» «Cosa?!» Elisa scatta in piedi, pianta le mani sul tavolo, le unghie sembrano penetrare nel legno. «Undici marenghi?» «D’oro, signora.» «Mi sta prendendo in giro?» Alterna occhiate infuocate tra me e Alessandro. «E voi due? Non dite niente voi due?» La figura di papà si materializza per un istante sotto il grande arco nel mezzo del salone. Chiudo gli occhi, prendo aria e la butto via: perdonala, papà, perdonala come hai sempre fatto… «Dove sono i conti in banca, le case, le cassette di sicurezza…» Elisa agita le mani per aria come per riacciuffare ogni cosa. «… e… e… tutto il resto?» Batte il pugno sulle carpette, ansima. «Dov’è tutto?» Il notaio solleva il sacchettino e lo agita, i marenghi scampanellano di nuovo. «Qui dentro, signora.» Elisa dà una manata alle carpette, i fogli volteggiano e si sparpagliano sul parquet consumato. Mi alzo per raccoglierli e li sistemo su uno scaffale della libreria accanto a una foto incorniciata della nostra famiglia al mare, sotto l’ombrellone, con Elisa in braccio a papà. Che coraggio che hai, dopo tutto quel che ha fatto per te, per una vita intera: sei solo una serpe. Un sibilo acuto si diffonde per sala. «Notaio, non scherziamo! Dov’è tutto?» «Come dicevo, signora, è stata un’operazione travagliata. Vostro padre possedeva molto… in tutti i sensi.» Volge in su i palmi delle mani per evocare i due piatti di una bilancia. «Molte ricchezze…» Spedisce una mano in su e l’altra in giù. «… ma anche molti debiti.» Le mani del notaio mimano una leggera altalena, su e giù, giù e su. «Non voleva lasciarvi debiti e, credetemi, è stato un piccolo miracolo riuscire a liquidare tutti gli attivi per far fronte a tutti i passivi.» Slaccia la cordicella e lascia cadere le monete sopra il foglio a quadretti: i lati col profilo di un soldato riccioluto si alternano a quelli opposti con la scritta “20 FRANCS” circondata da una corona di alloro. Sospira. «E questo è ciò che è rimasto, alla fine di tutto: undici marenghi d’oro dell’epoca napoleonica, i più pregiati.» Elisa stira il collo verso l’orologio a pendolo. «Cielo, non ce la farò mai ad arrivare in tempo da Giulia!» Prende l’iPhone dalla borsa, si alza e s’apparta nell’angolo tra la specchiera e il divano. «Rispondi, cazzo!» Stritola la bambolina di pezza sul mobile, sbuffa. «Elena, grazie al cielo ti ho trovata! Sono incasinatissima… ti prego, ti supplico, Giulia finisce danza alle sei, non è che potresti andare… no, no… sì, certo, sì… grazie Elena… grazie.» Si avvicina al notaio, con la mano copre i marenghi per reclamarne il possesso, il diamante sull’anulare luccica più dell’oro. «Facciamola finita. Quanti me ne spettano?» Il notaio Boscarino le accarezza la mano e gliela solleva a rallentatore. I marenghi tornano a respirare. «Si sieda, signora. Le cose potrebbero non essere così semplici.» Per una volta Elisa accondiscende senza polemizzare, ma i mugugni continuano a fare da sottofondo ai suoi gesti scomposti. «Che vuol dire che non sono semplici?» Si fa aria con la mano. «Cielo che caldo! Lei non sente caldo, notaio?» «No.» «Guardi che può anche togliersi la giacca, se vuole: qui nessuno si scandalizza.» «Sto bene così, grazie.» «Bah, come vuole.» Si alza, apre le tende alle sue spalle e spalanca il balcone, una folata di vento mi rinfresca il viso, lo scorcio di mare intorno all’Isola Bella è un colpo al cuore. «Dividiamo e finiamola qui,» sbotta rimettendosi a sedere. Il notaio congiunge i polpastrelli, li stacca e li riattacca, una, due, tre volte. «L’ultima riforma del diritto di successione ha modificato la disciplina delle cosiddette quote di legittima—» «Non m’importa nulla delle cosiddette quote di legittima. Voglio solo i miei marenghi, e andarmene via.» «E sia.» Il notaio dispone una moneta sopra l’altra, sino a formare una colonnina da 6; gliene costruisce accanto una seconda da 3, e infine una terza da 2. Pizzica il foglio a quadretti e lo apre. «Questo è il testamento di vostro padre. Procedo alla lettura, se siete d’accordo.» Annuiamo all’unisono. «Perfettamente cosciente e consapevole delle mie azioni, dispongo che ciò che resterà delle mie ricchezze, dopo aver saldato ogni debito, venga così ripartito: la metà al mio figlio maggiore Alessandro, un quarto al secondogenito Vincenzo, e un sesto alla piccola Elisa. Vogliatevi bene - mi raccomando - ché la fortuna di uno può rappresentare la salvezza di tutti. Taormina, 20 maggio 2025. In fede. Sebastiano Torrisi.» Stringe il foglio aperto tra indice e pollice, lo fa girare ad arco di cerchio per mostrarlo a tutti a tre. «L’ha scritto vostro padre, di suo pugno, in mia presenza.» «Scusi notaio, ho capito bene?» Alessandro inizia a contare sulle dita, più conta e più il volto gli si rabbuia. «La metà, un quarto e un sesto?» Pure il notaio corruga la fronte. «Sì: la metà, un quarto e…» «E un sesto, sì! Il mio sesto.» Elisa china la testa sul tavolo e s’infila le mani nella chioma leonina. «Sempre discriminata, dalla culla alla bara, fantastico.» Bel coraggio che hai! Sei quella che in vita ha avuto più di tutti, perché papà diceva che avevi più bisogno di tutti, e nessuno qui ha mai fiatato… Rialza la testa di scatto. «Datemi il mio sesto e me ne vado.» «È impossibile,» sussurra Alessandro. Il notaio gli risponde con una minuscola smorfia di dissenso. «Non esageriamo. È solo un po’ problematico, questo sì.» Si rivolge ad Alessandro. «La metà a lei…» Sposta lo sguardo su di me. «… un quarto a Vincenzo…» Sorride a Elisa. «… e un sesto a lei, signora.» Gli sfugge sospiro sofferto. «E i marenghi sono undici». Dalla tasca interna della giacca tira fuori il telefono, le dita corrono veloci sullo schermo. «Il calcolo dice che di questi 11 marenghi dovremmo darne 5,5 al signor Alessandro, 2,75 a Vincenzo e 1,83 alla signora Elisa.» Elisa resta a bocca aperta. «Ma che razza di numeri sono?» Si copre il viso con la mano e scuote la testa, a occhi chiusi. «Ho ragione o no a dire che nostro padre era uno squilibrato?» Alessandro allarga le braccia come per recitare un Padre Nostro. «Io l’avevo detto che era impossibile.» Abbasso la testa e schermo il volto con la mano sulla fronte per celare il mio sorrisetto isterico. Diavolo di un papà! E questo cos’è, adesso? Il tuo ultimo scherzo? Mi ricompongo, deglutisco e con un gioco di mimica facciale cerco la complicità del notaio. «A me basta tenere un marengo solo, in ricordo di papà, il resto può darlo ai miei fratelli.» «Mi spiace Vincenzo, ma le cose non sono così semplici, come dicevo già a tua sorella.» Congiunge un’altra volta i polpastrelli. «La riforma del diritto di successione—» «Notaio!» Elisa sbarra gli occhi, apre e chiude la mano per imporgli una sintesi brutale. «Come desidera. La rendo semplice: ci sono di mezzo varie questioni fiscali, con cui non vi annoio, ma c’è soprattutto l’inviolabile volontà del defunto da rispettare.» Il volto gli si incupisce. «E la volontà di vostro padre è in questa terna di numeri – un mezzo, un quarto, un sesto – a cui non si può derogare, per nessuna ragione.» Ma è serio? «Notaio Boscarino, la supplico…» Congiungo le mani a mo’ di preghiera. «Non posso credere che non esista una scappatoia.» Afferro un marengo dalla colonnina più bassa. «Me ne basta uno soltanto, e quel che resta—» Il notaio mi blocca per il polso, apro la mano di scatto e il marengo rotola sul tavolo. Lo rimette al suo posto, a riformare la colonnina da due. I suoi occhi stigmatizzano la mia esuberanza. «Se pure accettassi la proposta, e comunque non posso, ciò che resterebbe della tua quota, Vincenzo, sarebbe 1,75.» Alza un sopracciglio, sul volto gli si stampa un sorriso beffardo. «Vuoi rinunciare a 1,75 marenghi? E poi come li dividi? Lo 0,875 a tuo fratello e l’altro 0,875 a tua sorella?» «Basta!» Elisa sbatte entrambe le mani sul tavolo, ha gli occhi gonfi e lucidi. «Portiamo le monete da un bravo orefice e gliele facciamo frazionare come voleva lo squilibrato.» «Sei sempre stata una frana in matematica.» Alessandro armeggia col suo iPhone e mostra lo schermo a Elisa. «Vedi? Il notaio ha detto che il tuo suo sesto di eredità equivale a 1,83 marenghi, ma il 3 è periodico.» Sospira scuotendo la testa. «Come ci regoliamo con l’infinito? Ve l’ho detto: è impossibile.» Il vento invade la sala, il garrito dei gabbiani sembra una risata di papà dall’oltretomba. «Notaio Boscarino, la prego.» Allungo la mano verso le colonnine da 6, 3 e 2 marenghi, sino a sfiorarle. «Non posso credere che non ci sia una via d’uscita.» Il notaio fa scorrere due dita sulla fronte, come ad aprire la porta a una soluzione. «Una via d’uscita potrebbe esserci, in effetti.» Infila la mano in una tasca dei pantaloni, avvicina il pugno chiuso alla colonnina da 2 marenghi e lo apre: un nuovo marengo d’oro rimbalza sul tavolo e mostra la faccia con la scritta “20 FRANCS”. «La volontà di vostro padre – la ripartizione un mezzo, un quarto, un sesto – non si può assolutamente modificare.» Sistema il dodicesimo marengo accanto alla colonnina da 2 e osserva compiaciuto quell’ideale triangolo rettangolo di monete. «Però nessuno ci vieta di…» Con un movimento diagonale dell’indice scorre l’ipotenusa dall’alto verso il basso, e appoggia il dito sopra l’ultimo marengo. «… allargare l’eredità.» Elisa grugnisce e arriccia il nasino. «Ci sta forse prestando il suo marengo?» Punta l’indice contro il notaio, il suo artiglio rosso arriva a sfiorargli il naso. «Guardi che io non voglio debiti con nessuno. Ha capito?» Con un sobrio baciamano il notaio le fa riacquistare un minimo di compostezza. «Me lo restituirete solo se Dio vorrà; altrimenti sarà stato un piccolo dono ai figli del mio più grande amico.» Lo sguardo del notaio rimbalza tra Elisa e Alessandro, per atterrare su di me. «Siamo d’accordo?» Il sospiro di Alessandro tradisce un filo d’insofferenza. «Notaio, in tutta sincerità, anch’io mi sentirei a disagio ad avere un debito verso di lei, fosse pure di un solo marengo.» «Non c’è nessun debito, le ripeto: è un dono a vostro padre, e cioè a voi, e tornerà da me soltanto se Dio lo vorrà.» Ci scambiamo delle occhiate perplesse, Alessandro sorride e alza le spalle, Elisa s’impettisce ancor di più. Annuiamo tutti e tre. «Allora, se nessuno ha obiezioni, l’eredità da dividere ammonta ora a 12 marenghi.» Indica le carpette sulla libreria alle mie spalle. «C’è un foglio bianco, lì in mezzo? Vedo pure una stilografica, accanto a quella vostra bella foto al mare.» Mi invita a passargli carta e penna. Smisto il contenuto della prima carpetta, alla ricerca di un foglio pulito. Glielo consegno insieme alla penna. Mi ringrazia accennando un sorrido. «Bene. Diamo corso alle ultime volontà di vostro padre: dividiamo i 12 marenghi così come voleva lui.» Sfila il tappo della stilografica e accosta il foglio bianco al testamento di papà. «La metà al figlio maggiore.» Sul foglio bianco scrive “½×12=6” e sorride ad Alessandro. «A lei spettano 6 marenghi.» Allunga la colonnina da 6 verso mio fratello. «Proseguiamo: un quarto al secondogenito.» Sotto “½×12=6” scrive “¼×12=3”. Spinge la colonnina con i 3 marenghi verso di me. Li chiudo nella mano, li stringo: papà… dove sei in questo momento? Dedica l’ultimo sguardo a Elisa. «È rimasta lei, signora, a cui tocca un sesto del tutto.» Scrive “⅙×12=2” e sospinge la colonnina da 2 verso Elisa. Sul tavolo rimane il marengo del notaio. «Ricapitoliamo: il Signor Alessandro ha avuto 6 marenghi, equivalenti a metà dell’eredità allargata; tu, Vincenzo, hai avuto 3 marenghi, cioè un quarto di 12; e a lei, Elisa, ne sono andati 2, che corrispondono a un sesto, il suo sesto.» Traccia una lineetta accanto a ciascuna delle tre moltiplicazioni sul foglio, come a volerne spuntare l’esattezza, e richiude la stilografica. «Un mezzo, un quarto, un sesto: la volontà di Sebastiano Torrisi si è compiuta, ognuno di voi ha ereditato le quote che vostro padre aveva stabilito.» Un gabbiano plana silenzioso tra le nuvole rossastre. Papà sei tu? «Sebbene la matematica non sia il mio mestiere…» Il notaio alza le dita in sequenza, dal pollice al mignolo, di una mano e dell’altra. «… 6 più 3 più 2 fa 11: esattamente gli 11 marenghi iniziali di vostro padre, appena ripartiti secondo le quote da lui stabilite.» Appoggia l’indice sul marengo rimasto sul tavolo e ci esamina a uno a uno con uno sguardo veloce. «Col vostro permesso…» Si stringe nelle spalle, quasi a scusarsi, e ci sorride. «… vi tolgo il fastidio del dodicesimo marengo.» Con un gioco di prestigio lo fa sparire nella mano e se lo rimette in tasca. Libera un lieve sospiro di soddisfazione. «Vogliatevi bene, mi raccomando.» Si alza e dà una stirata alla giacca. «Conosco l’uscita, non disturbatevi.» Restiamo seduti a fissarci l’un l’altro, con gli occhi spalancati, ammutoliti, come se fossimo stati testimoni di un miracolo.
    14 punti
  2. Cari amici Carlo Emanuele IV di Savoia, detto l'Esiliato (Torino, 24 maggio 1751 – Roma, 6 ottobre 1819), fu re di Sardegna, duca di Savoia e sovrano dello Stato sabaudo dal 1796 al 1802. Nacque a Torino il 24 maggio 1751. Era il figlio maggiore del Re di Sardegna Vittorio Amedeo III e dell'infanta di Spagna Maria Antonietta, figlia di Filippo V di Spagna. Tra le sue sorelle vi furono Maria Giuseppina, moglie di Luigi XVIII di Francia (all'epoca conte di Provenza); Maria Teresa, moglie di Carlo X di Francia (all'epoca conte d'Artois); Carolina, moglie di Antonio I di Sassonia (all'epoca principe ereditario). Malaticcio, epilettico, psicologicamente fragile, Carlo Emanuele fu profondamente provato dagli effetti della rivoluzione francese: nel 1793 fu condannato a morte il cognato Luigi XVI, nel 1793 subì la stessa sorte la cognata Maria Antonietta, l'anno seguente toccò all'altra cognata, Madame Elisabeth, e le truppe della repubblica francese fecero irruzione nei domini del padre. Devotissimo, come Amedeo IX, Carlo Emanuele trovò sollievo nella sua fede: nel 1794 divenne membro del terz'ordine di San Domenico, prendendo il nome di Carlo Emanuele di San Giacinto. Sfuggì anche a due congiure finché, sfinito, nel 1802 abdicò a favore del fratello Vittorio Emanuele I entrando poi quale novizio nei Gesuiti. Mori nel 1819 a 68 anni. La sua monetazione non è particolarmente vasta ma è sempre stata molto ricercata perché non è mai stata comune sul mercato numismatico, se si eccettuano i 2,6 soldi in mistura e i 2 denari in rame. Particolarmente negli ultimi anni le sue doppie e mezze doppie d'oro, se in ottimo stato di conservazione, raggiungono quotazioni di tutto rispetto. Il massimale in argento è rappresentato dal mezzo scudo, con due millesimi di grande rarità (1797 e 1800) e due assai più reperibili (1798 e 1799). I pezzi datati 1799 e 1800 sono stati coniati dalla Repubblica Cisalpina nell'ultima parte del 1800. L'esemplare che qui vi presento, da molto tempo in collezione, è di buona qualità; presenta i consueti graffietti di conio al D (neanche tanti) e minimi colpetti al bordo al R. Si tratta di monete di conio basso per cui l'usura è facilmente riscontrabile; da qui le quotazioni non indifferenti per gli esemplari sopra lo SPL.
    12 punti
  3. Buongiorno come promesso condivido la seconda acquisizione tra gli invenduti della Nomisma 72 con foto sempre tratte direttamente dal sito dell’asta in quanto anche questo esemplare è inscatolato (orrore! 😁🤣🤣). L’attuale momento di mercato delle prove di Vittorio Emanuele III è estremamente favorevole per chi desideri inserire in collezione questi rarissimi oggetti del desiderio perché non è particolarmente di moda. Questo fenomeno possiamo senza dubbio definirlo ciclico e riguarda oggi anche le emissioni per numismatici. La mancanza di potenziali acquirenti interessati fa sì che oggi rimangano spesso al palo a prezzi assai interessanti come è avvenuto per questo superbo esemplare, il migliore mai visto, vantando un MS 66+. In mano oltretutto ha una lucentezza incredibilmente vivace, che le immagini di Nomisma non consentono di apprezzare appieno ed è veramente privo di difetti o graffietti. Il Littore è una delle monete del Re Numismatico che vanta, oltre che una straordinaria bellezza, anche il maggior numero di prove, forse più di tutte. Oltre alla prova “classica” (che possiedo), alla “prova di stampa”, che è questa (la meno rara) ora entrata in raccolta, ci sono anche le introvabili “prova circolare”, la “prova grezza di macchina” e la “prova senza ritocco”, anche quest’ultima in collezione. Poi, stranamente, anche la data 1928 ha la sua brava prova, stavolta “orizzontale”. Cosa tutto sommato abbastanza strana perché segue la regolare emissione del 1927-VI per cui non se ne comprende la motivazione. Con questa acquisizione e sono arrivato a quattro Littori del 1927 con anno V: (1) la versione normale, che non può definirsi una prova, e che malgrado la rarità si trova tutto sommato abbastanza facilmente pur avendo una emissione dichiarata di 100 esemplari, tiratura che infatti molti mettono in dubbio, (2) la prova classica, orizzontale, (3) la prova di stampa e (4) la prova senza ritocco. Ora mi metto a caccia della grezza di macchina e della prova circolare, impresa non semplice, ma non impossibile.
    11 punti
  4. Buongiorno a tutti!! Finalmente ho sottomano l’ultima moneta acquistata all’ asta di Nomisma (Lotto 1059 - ALBANIA Zogu (1925-1939) 5 Franga 1926). Vi posto alcune foto (le prime due sone quelle di Nomisma), la moneta è periziata e sigillata SPL/FDC da C. Bobba. Avevo deciso di toglierla dalla bustina ma adesso che la vedo sono molto in bilico, mi piace anche la perizia che è del 1977 (figurarsi che all’epoca veniva stimata 250,000 lire). Voi al posto mio che fareste? Grazie in anticipo per ogni suggerimento ed’ opinione.
    10 punti
  5. Cari amici come i collezionisti di monete sabaude (e non solo) sanno gli scudi da cinque lire emessi dal 1850 al 1861 da Vittorio Emanuele II in qualità di Re di Sardegna sono una tipologia monetale di grandi dimensioni e di stupenda bellezza. Ai tempi tuttavia hanno quasi tutte circolato, e molto, e tale circostanza rende assai difficile il reperimento di esemplari in elevato stato di conservazione. Condivido perciò volentieri qui un esemplare in collezione da circa tre anni che presenta (la foto è di una decina di giorni fa) una patinatura che ha acquisito progressivamente (e inaspettatamente) rispetto alle condizioni in cui fu acquistata nel 2022, epoca in cui la mostrai sul Forum. Al momento dell'entrata in collezione infatti presentava una colorazione decisamente più attenuata e assolutamente priva di riflessi. Il soggiorno sul velluto ne ha - diciamo così - ravvivato la patinatura, che ora, unita alla conservazione, ne fa a mio avviso uno dei migliori esemplari apparsi di questo millesimo, che è uno dei più comuni, ma che come detto inizialmente, diventa raro nelle alte e altissime gradazioni di qualità, soprattutto se con patina omogenea e senza segni di lucidatura o lavaggio come in questo caso.
    10 punti
  6. Cari savoiardi nell'asta Nomisma 72 di ieri, oltre a confermarsi l'interesse ormai inesistente per le prove e per le coniazioni per numismatici di Vittorio Emanuele III, praticamente tutti invenduti, mi piace rilevare invece il grande realizzo per una moneta straordinaria, della più grande rarità e di eccezionale qualità per la tipologia, con una meravigliosa patina di medagliere. Si tratta di un testone per Torino di Filiberto II, che vanta un R9 sul Cudazzo, nuova edizione, che al numero 342 in SPL la quota 40.000 cucuzze. Il catalogo prende la base dall'ultima vendita in asta pubblica di un altro esemplare, che risale all'asta Nac 81 del 2014, lotto 276, dove, in conservazione SPL, ha realizzato infatti 38.000 euro + diritti. Ero presente all'epoca in sala e la ricordo bene, conservazione tutto sommato paragonabile a questa, e non aveva il brutto taglio sul viso. Certamente i prezzi rispetto ad allora di queste punte di diamante della monetazione sabauda sono sensibilmente scesi (almeno 20-30% in media) ed è un fatto. Ma rimane, a 26.500 più diritti, un bel colpo per chi se l'è aggiudicata. Col tempo avrà grandi soddisfazioni a mio avviso. In giro non ce ne sono ed è una coniazione con incredibile valore anche storico data l'epoca e il contesto. Il ritratto rinascimentale del duca è una meraviglia, peccato il taglio. Da ammirare!
    9 punti
  7. 3 ducati 1854 La foto Non le rende tanta giustizia, ha i rilievi integri e metallo fresco e lucente
    9 punti
  8. Doppio Marengo di Napoleone, moneta molto comune
    9 punti
  9. A costo di perderci non faro‘ slabbare una sola moneta. E‘ una questione di coerenza e dignità collezionistica - emula della tradizione dei grandi collezionisti passati. Non intendo cedere a futuli mode e mia moglie sara‘ contenta con quello che ricevera‘ . Sara‘ forse un po‘ meno ma almeno nelle foto dell’eventuale catalogo non si vedranno quelle orrende alette bianche ( le ali degli angeli) ai quattro lati di ogni moneta😁
    8 punti
  10. Una delle mie preferite in assoluto 20 lire 1905
    8 punti
  11. Cari Lamonetiani, come di consueto a distanza di qualche mese dalla distribuzione della copia cartacea, è stato messo on-line il Gazzettino #11 del settembre 2024. Per chi fosse interessato lo trova qui: https://independent.academia.edu/QuellidelcordusioGazzettini
    8 punti
  12. Vittorio Emanuele III 100 lire 1923 fascione
    8 punti
  13. Indubbiamente sì per quanto riguarda le monete d'oro. Non c'è alcun colpo di scena dell'ultimo minuto le monete quattro erano e di quattro abbiamo parlato, compresa quella che nessuno ha più visto. Poi, però, ci sono le... Silver Eagles Eh sì, esistono anche le 1804 Plain-4 Eagles in argento. Esemplari di prova (patterns) autentici (e non riconiati per i collezionisti, come era spesso d'uso alla Zecca), realizzati nel 1834 prima delle emissioni in oro, utilizzando gli stessi conii. Queste monete furono coniate nel periodo in cui il personale della Zecca stava lucidando e rielaborando i vecchi conii, che avevano subito un notevole deterioramento nei circa 30 anni di conservazione. I modelli in argento mostrano una progressione costante di pulizia del conio da un esemplare all'altro, insieme a un certo assottigliamento di lettere e simboli e alla scomparsa della linea di conio nei capelli, dovuta alla lappatura. Alcuni segni di lavorazione sono evidenti nel cappuccio e nei capelli sul conio del dritto, poiché queste caratteristiche sono state rielaborate durante il processo. Vennero realizzati 4 esemplari in argento con bordo rigato, e uno con bordo liscio. Quest'ultimo è menzionato in una vecchia, prestigiosa collezione, ma attualmente non si sa che fine abbia fatto. Si ritiene potesse essere il primo esemplare coniato. Gli altri quattro, invece, sono ben conosciuti (sebbene di uno, oggi, si ignori dove sia finito, ma è comunque tracciabile fino a qualche decennio fa), anche se ci volle un po' a scoprirli: il primo riferimento certo risale infatti al 1913. Qui ne mostreremo due. Il primo, ha fatto parte della famosissima collezione di Re Farouk d'Egitto, di cui abbiamo parlato a proposito della double eagle del 1933, e dopo aver soggiornato in altre prestigiose collezioni, è comparso l'ultima volta (finora) nell'asta Heritage dell'11 gennaio 2024, dove ha fatturato 504.000 dollari, comprensivi di diritti. PCGS lo ha stimato in conservazione PR64. Il secondo esemplare presentato è il più bello di tutti: conservazione PR66 secondo PCGS. Nonostante ciò, nell'asta Heritage del 5 gennaio 2023 (appena un anno prima dell'altro) ha realizzato "solo" 408.000 dollari, sempre diritti inclusi. Sono quotazioni più "umane" rispetto alle monete d'oro, chissà che la prossima volta che un esemplare arriva in asta non si riesca a fare un'offerta (tutte le foto da Heritage Auctions) E stavolta è davvero tutto per queste monete, ma prima di passare definitivamente a un altro argomento, concedetemi un paio di post per un esame più approfondito (seppur sommario) del periodo che le ha prodotte, passato alla storia come "l'età Jacksoniana". petronius
    8 punti
  14. Pubblicato ora sulla pagina YouTube di Collexpo Pistoia 2025 il video integrale del mio intervento sulla storia, la mission e quanto fatto dal 2010 da parte del Gruppo Numismatico Quelli del Cordusio.
    7 punti
  15. Perchè il 1960? esistono solo 50 e 100 lire Che perla numismatica! merita un lavoretto!
    7 punti
  16. Buona giornata e buon 25 Aprile Come ogni anno arriva questa ricorrenza ed è una diatriba tra le varie componenti politiche per intestarsela: è più mia; no è più mia .... Io sono figlio di un partigiano; mio papà allora diciassettenne, accompagnava suo padre che portava gli antifascisti da Cremona nella Val di Susa, per transitare poi in Francia. Mio papà c'è ancora, ha compiuto il gennaio scorso 99 anni e mi domando quanti altri partigiani "veri" ci sono ancora. Mah, forse lo saprà l'ANPI, 10, 20, 100? Considerato che mio papà non è iscritto a questa associazione. In ogni caso dico: viva la festa della liberazione e viva la festa di San Marco che, oggi, gli amici veneziani festeggiano. Durante la Serenissima, questo era un giorno di gran festa; piazza San Marco era tutta addobbata ed il popolo poteva accompagnare il doge che presenziava ad una processione, una delle sue tipiche e ricorrenti "andate", alla quale partecipavano tutte le maggiori figure istituzionali, gli ambasciatori, i rappresentanti delle arti e dei mestieri, nonchè quelli delle scuole di carità insieme al patriarca ed al clero. Sempre in questo giorno, c'era l'usanza (che si rispetta anche oggi) per gli uomini, di regalare un bocciolo di rosa rossa alla propria madre o moglie, o fidanzata. E' il bocciolo di San Marco (bòcolo de San Marco). Auguri con la musica San Marco del Rondò Veneziano! luciano
    7 punti
  17. Le motivazioni per comprare e collezionare monete sono molteplici. Di solito si parte perchè una moneta ci colpisce in modo particolare. E non deve essere per forza un capolavoro o una rarità esimia. A me è successo con un 10 centesimi di Umberto I e anche bruttino. E tutte le motivazioni vanno bene. Poi c'è chi, oltre all'aspetto esteriore della moneta si incuriosisce e vuole sapere di più. Magari si dedica a una piccola zecca poco studiata e scopre cose nuove. Sinceramente non mi dispiace la difesa ad oltranza di @Scudo1901 dello slab, perchè dietro vedo passione e motivazioni che comunque possono essere giuste. Personalmente ho trovato interessante ed istuttivo il confronto. E ognuno di noi potrà trarre le proprie conclusioni. Arka # slow numismatics
    7 punti
  18. A me riesce francamente incomprensibile questa dicotomia, che sta diventando acerrima rivalità, almeno in questo nostro contesto, tra il profilo commerciale della Numismatica e quello culturale, di scienza o di passione. I due piani hanno, e da molto tempo, da secoli, convissuto. Una moneta inscatolata rovinerebbe la Numismatica? Ne snaturerebbe l'aspetto collezionistico, di conoscenza o di approfondimento? A mio modesto parere (pochi qui stanno usando questa locuzione, ma deve essere un mio limite) un "business" come è stato definito quello degli slab può sì portare forse a delle forzature di mercato, ma perché mai una scatoletta dovrebbe mettere a repentaglio un bagaglio inestimabile di conoscenze, di storia, di arte e di cultura? Forse impedisce a un potenziale acquirente di approfondire, studiare, documentarsi, condividere con altri il proprio acquisto, così tante volte frutto di sacrifici? Confesso con modestia la mia incapacità a capirlo e mi incupisco se penso che a volte il radicalismo più spinto viene proprio da coloro che dovrebbero stemperarlo. Senza alcuna polemica né personalizzazione naturalmente (aspetti che onestamente non mi interessano), è solo una mia modesta opinione che ha il valore che ha.
    7 punti
  19. Ho avuto il privilegio si poter visionare in anteprima il Manuale e posso testimoniare che la nuova edizione, rispetto alla precedente - oltre ad avere una veste grafica migliore - non si limita ad aggiornare quella del 2018 con l'aggiunta di varianti e l'aggiornamento delle valutazioni, ma costituisce un rinnovamento radicale: un vero passo in avanti. È possibile apprezzare una lunga parte introduttiva dedicata alla zecca e ai suoi lavoranti con la trascrizione dei documenti normativi dell'epoca. Inoltre viene riportato il sistema monetario e pondometrico allora vigente. Una delle tante novità, spesso trascurata dagli studi numismatici, sono le descrizioni dei tagli per ogni singola moneta, nonché numerose notizie storiche e numismatiche. Ci sarebbe molto da scrivere, ma non posso che consigliarne caldamente l'acquisto. Allego alcune pagine
    7 punti
  20. Cari Forumisti una delle due nuove acquisizioni in collezione, provenienti dall’asta 72 di Nomisma dei giorni scorsi, quella meno importante, e’ il lotto 738. Si tratta del miglior esemplare mai apparso di un millesimo rarissimo di mezzo scudo di Vittorio Amedeo III, il 1791 (R3). Sono monete obiettivamente tutto sommato di nicchia, quasi da amatori, anche se abbastanza ricercate da chi raccoglie gli argenti dei Savoia antichi. Fatto sta che è rimasto inopinatamente al palo per mancanza di acquirenti (post-asta sono venuto a conoscenza che aveva ricevuto una offerta ben superiore alla base da un importante collezionista statunitense, poi ritirata dopo il 2 aprile per le note ragioni trumpiane), per cui non potevo lasciarmelo sfuggire visto che li raccolgo per data e ne posseggo già altre 4 (1773, 1788, 1792 e 1793), tutte in condizioni tra qFDC e FDC (le altre conservazioni non le considero, a meno che non si tratti della sola data R4, il 1785, dove per forza scendo allo SPL, e che sto trattando privatamente). Le immagini qui proposte sono quelle della Casa d’Aste perché, come scrivevo in altra circostanza, non libero più le monete inscatolate dagli slab per cui non riuscirei assolutamente e in nessuna circostanza a fare di meglio. Questo esemplare vanta una classificazione di MS61 (SPL-FDC/qFDC) e in tanti anni di pazienti ricerche non ho mai reperito un esemplare migliore di questo difficilissimo millesimo. Buona settimana a tutti
    7 punti
  21. Eccola! Federico II, Augustale. Moneta di assoluto fascino.
    7 punti
  22. Massimo modulo della monetazione Aurea Toscana, 10 scudi o 5 doppie di Francesco dei Medici, moneta di "ostentazione" considerato il potere di acquisto che aveva all'epoca non era decisamente necessaria per il commercio...... Daniele
    7 punti
  23. Per me non è necessario possedere o collezionare monete d'oro per discuterne, e in effetti è un peccato che se ne parli poco, l'argomento può ispirare molti spunti di studio e approfondimento assai interessanti, alcune monete auree hanno segnato epoche intere, si pensi al solido bizantino, al dinar islamico, al fiorino di Firenze o al ducato di Venezia, per limitarsi al solo medioevo, tutte monete che hanno avuto un ruolo enorme nella storia economica e dei commerci, sono inoltre monete che hanno una storia così ricca e complessa che ancora adesso è sempre possibile scoprirne e approfondirne aspetti e situazioni nuove... A tal proposito di seguito posterò non delle monete auree, ma dei libri sulle monete auree che trovo assai illuminanti nell'esplorazione di alcune di queste monete così' ricche di storia... Il primo volume è la raccolta di studi e saggi sul tarì d'oro presentati qualche anno fa nel relativo convegno tenuto al Centro di Cultura e Storia Amalfitana, contiene dei saggi di alcuni dei maggiori specialisti di numismatica medievale dell'Italia Meridionale su una delle monete auree che più di tutte hanno marcato la storia economica di quei territori, alcuni studi approfondiscono la storia e la diffusione in senso diacronico del tarì in Sicilia e Italia Meridionale, altri invece entrano nel dettaglio della sua circolazione e diffusione in zone specifiche... Il secondo volume è la recentissima pubblicazione di uno studio-repertorio, precedentemente disponibile solo in formato digitale, sulle emissioni dei primi fiorini di Firenze, dall'anno di prima coniazione, il 1252, fino alla metà del secolo seguente, si tratta di un repertorio estremamente accurato e il più aggiornato attualmente disponibile, con foto a colori, nitide e molto dettagliate, anche dei particolari inerenti legende, immagini e soprattutto i vari segni degli zecchieri, ogni ipotesi di datazione e di classificazione viene ricostruita e fondata su un'attenta analisi dei ripostigli al momento conosciuti e su accurate e minuziose analisi dello stile iconografico, si affronta anche l'argomento, molto complicato, delle imitazioni cosiddette non firmate, cioè delle monete uguali o molto simili ai fiorini di Firenze coniati in quel periodo ma provenienti da zecche diverse e non ravvisabili come tali da leggende o segni presenti sulle monete in questione... Il terzo volume è in realtà poco più di un opuscolo di una ventina di pagine, ma di estremo interesse in quanto inquadra la storia di una moneta famosissima, il ducato/zecchino di Venezia, all'interno di un contesto poco noto, cioè l'India e l'area dell'Oceano Indiano, si tratta della raccolta di ducati e zecchini conservati al Museo di Madras, nell'India meridionale, con dei saggi che approfondiscono la storia e la circolazione di questa moneta in territorio indiano e nelle aree limitrofe, un argomento decisamente suggestivo e su cui c'è ancora tanto da conoscere e scoprire...
    7 punti
  24. Ciao @PostOffice, mi hai citato sperando per l'amico dareio.it che l'1 centesimi fosse il blù di Prussia, ma purtroppo non è , è il nero su azzurrognolo n.83 Unificato conosco bene il blù di Prussia e se posso dilungarmi 2 minuti vi dico anche il perchè. Essendo come Associazione gemellati con l'Associazione Filatelica di Aix en Provence( Francia) da 27 anni, ebbi la fortuna 25 anni fà di trovare un Blù di Prussia in una collezione che acquistai, tale collezione aveva la specializzazione delle varie tonalità dei singoli valori, essendo un francobollo tirato in alto numero, e tra questi, (descritto eccellentemente) vi era il Prussia, che tra tanti 1 cent. spiccava come un fiore bianco in un campo di papaveri, è veramente tutto un altro colore. lo portai dall'amico Silvavo Sorani e appena lo vide disse" è lui, anche se non lo guardo con la lente" sappiamo bene chi fosse Sorani, mi fece un dettagliato certificato e l'anno dopo recandomi come ogni anno per il gemellaggio ad Aix,in occasione della giornata del francobollo, lo portai con me, il Presidente di Aix dal vivo non lo aveva mai visto e così tanti dei soci, organizzò per il giono dopo una conferenza con le varie scolaresche (che devo dire in Francia seguono molto la Filatelia) e presentò questo francobollo e intervenni pure io spiegando come lo avevo trovato, ad un certo punto si alza un signore e mi dice in Francese, ma ve lo dico in Italiano, grazie Sig. Presidente, ora che ho visto il Prussia, posso morire felice. Rimasi di stucco perchè non mi sarei mai immaginato che effetto potesse fare quel francobollo ( economicamente è paragonabile quasi al nostro Nero N.1) ma questo è veramente tanto difficile da trovare, per finire la storia, vi dico che l'ho donato alla Associazione di Aix , con i ringraziamenti di non so quante persone. scusate se vi ho trattenuto per questa mia avventura, ma questo vi può fare capire che cosa sia la filatelia per chi veramente la ama
    7 punti
  25. Buongiorno AMICI. Oggi per Voi un antoniniano di BALBINO con una bella patina (a me piace). Non è facile imbattersi in antoniniani di Balbino e Pupieno imperatori rari e poco conosciuti attesa la quasi fugace apparizione sulla scena imperiale. Fatemi sapere se questo pezzo è di vostro gradimento. Un abbraccione a tutti. Cordialmente Mario
    6 punti
  26. "La moneta da 12 lire del 1960 rappresenta un pezzo interessante della storia numismatica italiana. Introdotta durante un periodo di transizione economica e sociale in Italia, questa moneta ha attratto l’interesse di collezionisti e appassionati di storia. Con il passare degli anni, il suo valore è variato notevolmente, influenzato da diversi fattori. Comprendere il valore attuale di questa moneta richiede un’analisi approfondita, che tenga conto delle sue caratteristiche fisiche, del contesto storico e della domanda di mercato. Molte persone si trovano a possedere alcune di queste monete, a volte senza neanche rendersi conto del loro potenziale valore." Signori, chapeau! questo non è il solito articolo spesso definito troppo frettolosamente come "spazzatura", questo è astrazione pura, è arte "La storia numismatica italiana è ricca di eventi significativi, e la moneta da 12 lire del 1960 non fa eccezione. In risposta alle esigenze economiche del paese e all’inflazione crescente del dopoguerra, il governo italiano introdusse nuove monete per facilitare le transazioni quotidiane. La decisione di coniare una moneta da 12 lire fu parte di un tentativo di modernizzare il sistema monetario, riflettendo così i cambiamenti socio-economici in corso. Sulle monete erano raffigurati simboli che rappresentano l’unità e il progresso, elementi fondamentali per un’Italia in ricostruzione. La presenza di questi simboli ha contribuito a conferire a queste monete un valore storico, oltre a quello numismatico. Negli anni, collezionisti e storici hanno iniziato a riconoscere l’importanza di conservare queste monete, non solo per il loro valore materiale, ma anche per il loro significato culturale." In verità, i simboli che illustrano l'articolo sono quelli di una moneta da 10 lire, e nemmeno del 1960 (in quell'anno non ne furono coniate), ma posso ben capire la difficoltà di reperire immagini di questa rara moneta da 12 lire, io stesso le ho cercate senza successo "Determinare il valore attuale di queste monete non è semplice, poiché esso può variare significativamente in base a diversi fattori. Uno di questi è lo stato di conservazione della moneta. Le monete in condizioni impeccabili, indisturbate da segni di usura o ossidazione, possono raggiungere prezzi di mercato più alti rispetto a quelle in condizioni meno favorevoli. Un altro aspetto cruciale è il contesto della domanda e dell’offerta. Negli ultimi anni, il mercato delle monete da collezione ha visto un aumento dell’interesse, con un numero crescente di collezionisti che cercano pezzi unici per arricchire le loro raccolte. Questo ha portato molte monete, incluse quelle da 12 lire del 1960, a incrementare il loro valore." E infine: "È fondamentale, per chi possiede una moneta da 12 lire del 1960, raccogliere quante più informazioni possibili riguardo alla sua provenienza e alla sua condizione per non sottovalutarne il potenziale. Possedere una moneta da 12 lire del 1960 può essere una piccola fortuna o un pezzo di storia da custodire gelosamente." Un genio! https://www.palestraredgym.it/affari/2025/04/28/hai-le-12-lire-del-1960-scopri-il-loro-valore-attuale/ petronius
    6 punti
  27. Un saluto dal Soldani..🥳
    6 punti
  28. È lo slab che non ha nulla a vedere con la Numismatica. È un mezzo per rassicurare chi le monete non le conosce. Invece, secondo me, la Numismatica è conoscenza, studio, passione... Anzi lo slab impedisce in parte questo, perchè non si può tenere la moneta in mano, pesarla, tastarla... No, lo slab con la Numismatica non ci azzecca... Arka # liberate le monete 😡
    6 punti
  29. https://www.veronafil.it/it/veronafil/prossime-manifestazioni/
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  30. Christian Gobrecht Il terzo Chief-engraver della US Mint è anche quello rimasto in carica meno a lungo, tre anni e sette mesi, dal 21 dicembre 1840 al 23 luglio 1844, giorno della sua morte. Era nato nel 1785, il 23 dicembre, a Hanover, Pennsylvania, dal reverendo John C. Gobrecht, giunto in America dalla Germania trent'anni prima, e da Elizabeth Sands. Dopo aver svolto l'apprendistato presso un orologiaio a Manheim, sempre in Pennsylvania, divenne incisore di meccanismi ornamentali per orologi a Baltimora. Nel 1811 si trasferì a Philadelphia, e nel 1816 entrò a far parte della prestigiosa ditta di incisione di banconote Murray, Draper, Fairman and Company, dove le sue capacità di incisore attirarono l'attenzione del direttore della Zecca Robert Patterson. Esiste documentazione che dimostra che Gobrecht lavorò per la Zecca già nel 1823, subito dopo la morte del primo incisore-capo Robert Scot. Si trattò solo di un incarico temporaneo, nel 1824 invece fu assunto come appaltatore esterno e si occupò della fornitura di punzoni per lettere e numeri. Nel 1825, il direttore della Zecca Samuel Moore cercò di assicurarsi Gobrecht come assistente incisore, ma Gobrecht si candidò invece per la posizione di incisore-capo, rivolgendosi direttamente al presidente James Monroe. Non ebbe successo, gli venne preferito William Kneass, tuttavia, mantenne un ottimo rapporto di lavoro con la Zecca mentre proseguiva la propria carriera di incisore indipendente. Nel 1835, dopo che un ictus aveva menomato gravemente Kneass, Moore cercò nuovamente di coinvolgere Gobrecht, non più come semplice assistente ma "secondo incisore", e Gobrecht accettò. Da allora in poi, anche se Kneass mantenne la carica principale, la maggior parte dei lavori di modellazione e coniazione furono eseguiti da Gobrecht. Che fu incisore davvero prolifico, mettendo mano a tutte le tipologie monetarie, dagli half cents alle eagles. E le sue monete, anche se con alcune modifiche apportate da altri dopo la sua morte, circolarono per buona parte del secolo, quelle d'oro addirittura fino ai primi anni del successivo. E di quest'ultime ci occuperemo nel dettaglio a partire dal prossimo post, mentre qui mostriamo la seconda tipologia di Gobrecht dollar, coniata nel 1838 e 1839. (foto da Heritage Auctions, conservazione stimata da NGC PR64) Le stelle ora compaiono al dritto, e sono le classiche 13, mentre dalla base di Liberty è sparita la firma dell'incisore. Al rovescio il campo della moneta resta vuoto, e la posizione dell'aquila è cambiata, non vola più verso l'alto ma in orizzontale: un disegno che sarà replicato da Longacre per il suo centesimo del 1856 (vedi post #27). petronius
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  31. Pgennig. Augsburg. Johann II. 1486 -1505. Testa mitrata del vescovo. Sull'altro lato MB in nesso
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  32. Buon pomeriggio a tutti. @mactonio, condivido i miei due esemplari del 1852. Entrambi con taglio rigato. Altro esemplare.
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  33. Un "ci metto la faccia" in maniera abusiva... Napoli. Filippo III, mezzo scudo 1617. Ex asta NAC 85, lotto 151. All'apparenza tutto normale... ma ruotando il D/. Ecco apparire nel taglio del busto del sovrano quello che alcuni studiosi indicano come il profilo del duca di Osuna Pedro Téllez-Girón y Guzmán, vicerè a Napoli che sembra non abbia resistito a farsi immortalare su di una moneta. Realtà o pareidolia?
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  34. Multiplo da 25 scudi, 82,5 grammi d'oro ......
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  35. Per rimanere su Milano, cambiamo il periodo Giuseppe II d’Asburgo Lorena sovrano 1789
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  36. Per mettere un testone per @ZuoloNomisma che forse li apprezzerá, secondo me, sono assaí piú rari in bella conservazione delle piastre a mio modesto parere, che di queste ultime ne ho quasi per data. Ritratto sempre bel Nasuto, Ferdinando II dei Medici, testone Firenze 1636 e testone 1634 Ferdinando II collare alla Spagnola ,variante di conio con ritratto piú fine, collo e naso diversi dal conio conosciuto, ex coll Cosimo Rodolfi.
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  37. Condivido uno Zecchino di conio nuovo del 1798. In forza del trattato di Campoformio, siglato il 17 ottobre 1797, Napoleone Bonaparte cedeva all’Austria il Veneto, l’Istria e la Dalmazia e l’imperatore Francesco II d’Asburgo-Lorena diventava duca di Venezia. Vennero coniati sotto questo sovrano due tipi di zecchino, quello con le vecchie impronte – detto di tipo vecchio – e il presente, detto di tipo nuovo. Il nuovo tipo, coniato al bilanciere, è ottenuto da conî di stile elegante e raffinato ed è pertanto uso ritenere che queste monete siano state battute a scopo di ostentazione in un limitato numero di esemplari. Presentano, inoltre, un’importante variante rispetto ai tipi precedenti, ovvero la figura del Redentore regge nella mano sinistra, anziché il Vangelo, il globo crucigero che era anche il simbolo del potere imperiale.
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  38. King of Eagles: Sultan of Muscat specimen Questo esemplare può a buon diritto essere incoronato come "il Re delle Aquile", poiché è il più bello dei tre conosciuti e, anche, il più caro... che non guasta I disegni della moneta mostrano una definizione nitidissima, a parte un'insolita morbidezza sulla stella 3 del dritto. Le altre stelle mostrano centri pieni, il che suggerisce che qualcosa potrebbe aver parzialmente ostruito il conio alla stella 3 durante la coniazione. In particolare, l'esemplare del Re del Siam mostra lo stesso centro piatto sulla stella 3, mentre quello della collezione Harry Bass (vedi post #54) è nettamente dettagliato in quest'area. Una sottile crepa nel conio si nota dai capelli di Liberty alla base del dritto della R in LIBERTY. Questa caratteristica si vede anche sull'esemplare del Re del Siam, ma non è presente sulla moneta di Bass. Queste diverse caratteristiche di coniazione suggeriscono che la moneta in oggetto e l'esemplare del Re del Siam siano state coniate nello stesso momento, nelle stesse circostanze, mentre la moneta di Bass è stata coniata più tardi, quando l'ostruzione nella stella 3 era stata rimossa e una leggera lucidatura aveva rimosso la crepa nel conio. Poiché i set di prova King of Siam e Sultan of Muscat sono stati entrambi coniati nel novembre del 1834, se ne conclude che tale moneta sia l'esemplare del set per il Sultano di Muscat. Come e quando la moneta sia tornata dal Medioriente agli Stati Uniti è ignoto. Viene segnalata per la prima volta nella leggendaria collezione del Colonnello Green, personaggio del quale abbiamo parlato in altra discussione. Acquistata da Stack's nel 1943, poi probabilmente privatamente da Clifford T. Weihman, che l'avrebbe venduta nel 1947 per 7.500 dollari, dopo vari altri cambi di mano, viene acquistata da John Albanese, all'incirca nel 2002, per 600.000 dollari. Successivi passaggi, sempre privati, vedono il valore della moneta lievitare a 900.000 dollari, venduta a un collezionista canadese, che la rimanda negli USA per 2 milioni (stimati), passandola a un collezionista del Maryland. Da questi sarebbe stata venduta, nel 2007, per una cifra stimata di 5 milioni. Infine, nell'asta Heritage del 20 gennaio 2021, ha raggiunto il suo record (per ora), realizzando 5.280.000 dollari, diritti inclusi. Ed eccola qua, Sua Magnificenza certificata da PCGS in conservazione PR65+ Deep Cameo. (foto da Heritage Auctions, sempre cliccarla per vederla meglio) E questo dovrebbe concludere il discorso sulle1804 Eagles Plain-4... forse A chi invece fosse interessato a conoscere meglio le altre monete contenute nel cofanetto del Re del Siam, ricordo che sono state illustrate nella discussione sul dollaro 1804 petronius
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  39. Cari amici come scrivevo qualche giorno fa mi sono un po’ pentito di aver disintegrato alcuni slab. Quello di cui maggiormente mi rammarico riguarda un MS65 della NGC attribuito a uno scudo di Vittorio Emanuele I, con la dicitura “TOP POP”. Ho conservato il cartellino ma, ripeto, dovevo lasciarla in salamoia. 😁 Per consolarmi ve la ripropongo volentieri dopo un paio d’anni, la sua patina rimane tra le migliori che abbia visto perché lascia trasparire completamente il lustro, unitamente a rilievi intonsi per uno dei millesimi più bisbetici a reperirsi nella massima conservazione. Paragonabile a questa, anzi forse un soffio addirittura superiore, l’esemplare esitato al lotto 566 dell’asta 1 di Nomisma Aste di Verona, del 14 maggio 2022. Avendo pagato il mio scudo più o meno la metà di quanto fu aggiudicato questo lotto diritti inclusi (in slab MS 65+ fece 11.000 euro più diritti) ritengo di avere comprato bene circa un anno dopo. Buon Primo Maggio a tutti
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  40. Gentilissimi Amici buongiorno. Oggi condivido con Voi un antoniniano di Valeriano I della mia collezione che adoro particolarmente per il ritratto dell'imperatore. Personalmente ritengo che il maestro incisore sia stato particolarmente efficace nel riprodurre il volto di Valeriano I . Mi piacerebbe sapere il Vostro giudizio. Porgo cordiali saluti a tutti Voi e posto le foto della moneta. Mario
    5 punti
  41. Ma possiamo mettere anche due faccine come nel Pro Fausto del 1791…
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  42. Sono lieto di arricchire questa splendida carrellata con una piastra di Francesco de' Medici, recentemente entrata nella mia collezione.
    5 punti
  43. L’uomo più ricco d’America aveva un segreto profondo. Prima di diventare il più grande filantropo del mondo, Andrew Carnegie era un povero ragazzo immigrato che scoprì il potere dei libri grazie alla biblioteca privata del colonnello James Anderson. Ogni sabato, Anderson apriva la sua collezione personale ai ragazzi lavoratori, cambiando per sempre la vita del giovane Carnegie. Decenni dopo, Carnegie non dimenticò mai quel gesto. Dopo aver accumulato la più grande fortuna del mondo (quasi 400 miliardi di dollari attualizzati), decise di donarne il 90%. La sua missione? Costruire biblioteche pubbliche gratuite in tutto il mondo anglofono. Tra il 1883 e il 1929, Carnegie finanziò la costruzione di oltre 2.500 biblioteche. Ma non si trattava solo di beneficenza: chiedeva a ogni comunità di impegnarsi a sostenere economicamente la biblioteca attraverso fondi pubblici, garantendone così la sopravvivenza anche dopo la sua morte. L’impatto fu rivoluzionario. Le biblioteche Carnegie divennero centri culturali e intellettuali che trasformarono milioni di vite — proprio come la biblioteca del colonnello Anderson aveva trasformato la sua. Molti di quegli splendidi edifici sono ancora attivi oggi, veri e propri monumenti al potere della conoscenza e della gratitudine. Fonti: archivi della Carnegie Institution, Free Library di Philadelphia, autobiografia di Andrew Carnegie. odjob
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  44. I famosi meteoriti bronzei …😂😂😂😂😂😂
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  45. Il Regno Unito presenta diverse anomalie legali e di prassi che tenterò di sintetizzare al meglio. Come noto in tutto il paese circola la sterlina britannica emessa dalla Bank of England, ma anche altre banche hanno l'autorizzazione ad emettere banconote: In Scozia: - Bank of Scotland - Clydesdale Bank (oggi di proprietà australiana ) - Royal Bank of Scotland In Irlanda del nord: - Bank of Irleand (di proprietà irlandese ) - Northern Bank Limited (denominata pubblicamente Danske Bank, anche sulle banconote, oggi di proprietà danese ) - National Westminster Bank (denominata Ulster Bank in Irlanda del Nord ) Fino al 2020 c'era anche l'AIB Group (ex- First Trust Bank) che a giugno di quell'anno ha cessato le emissioni e avviato il ritiro delle sue banconote. Le norme sulla validità di questi biglietti, che comunque rappresentano versioni grafiche diverse della stessa valuta e vengono emessi dietro deposito di fondi equivalenti alla Banca d'Inghilterra, sono abbastanza strane. La regola generale è che nel Regno Unito solo le monete hanno corso legale ovunque, mentre le banconote della Bank of England hanno corso legale in Inghilterra e Galles ma non in Scozia nè in Irlanda del nord. Di conseguenza le banconote inglesi potrebbero essere teoricamente rifiutate nei pagamenti in Irlanda del nord e Scozia mentre le banconote scozzesi o nordirlandesi non sono a corso legale da nessuna parte, quindi chiunque può legittimamente rifiutarsi di accettarle ovunque si trovi, cosa che di solito avviene in Inghilterra anche per il fatto di essere poco note lì. Molti esercizi inglesi non le accettano perchè sarebbero poi costretti a cambiarle in Scozia o in Irlanda del Nord visto che la Banca d'Inghilterra e in genere le banche commerciali inglesi non lo fanno. In Scozia e Irlanda del nord ogni ATM eroga solo quelle della propria banca. In definitiva le varie banconote girano solo nella rispettiva zona di emissione, ad eccezione di quelle della Bank of England che circolano e sono accettate ovunque (ma una minima presenza di quelle scozzesi c'è anche oltreconfine). Una nota va fatta anche per il contante locale di Man, Jersey, Guernsey e Gibilterra: anche le loro banconote sono solo differenti versioni grafiche della sterlina inglese ma circolano esclusivamente nelle zone di emissione. Le monete non sono a corso legale altrove ma avendo moduli e materiali identici a quelle inglesi vengono spese anche in Gran Bretagna.
    5 punti
  46. Bellissimi i due testoni medicei @fofo della sua collezione! Li apprezzo molto, raccogliendo esclusivamente questa tipologia monetale, anche se "limitata" alla monetazione papale. Per rispondere alla sua domanda, mi permetto di andare "off topic", nel senso che i papi della famiglia Medici sono tutti del '500, per cui dovremmo inserire i loro ritratti nella prima discussione analoga a questa. Ad ogni modo, andando in ordine cronologico abbiamo: - Leone X (Giovanni de Medici) 1513-1521. Quarto di ducato. Questa moneta non ce l'ho ancora il collezione, perché per ora è un filino fuori budget😅. L'esemplare che allego è proveniente dalla recentissima Nomisma 73, dove è rimasto invenduto (proveniente dalla collezione Benatti, ex Nomisma VR). I coni sono attribuiti a Piermaria Serbaldi da Pescia, detto il Tagliacarne. -Clemente VII (Giulio de Medici) 1523-1534. È stato il papa del celeberrimo Sacco di Roma del 1527, quando orde di Lanzichenecchi invasero l'Urbe, mettendo a ferro e fuoco la città, costringendo il papa a fuggire attraverso il "Passetto" travestito da mendicante per mettersi in salvo. È stato anche il papa che commemorò il Giubileo del 1525. Questo quarto di ducato della mia raccolta (moneta R5) lo ricorda. -Pio IV (Giovan Angelo de Medici) 1559-1565. Nacque a Milano. Il padre, Bernardino Medici di Nosigia, apparteneva alla famiglia dei Medici milanesi che si riteneva imparentata alla lontana con i Medici di Firenze, pur senza prove effettive di discendenza comune, ma comunque sufficienti per far si che potesse anche lui fregiarsi dello stemma araldico di famiglia con le sei palle. Questo testone della mia collezione, coniato ad Avignone (moneta R5), costituisce uno dei pochissimi ritratti in moneta di questo papa, che viene raffigurato oltre che qui, solo sul bianco coniato a Bologna. Michele
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  47. Buongiorno a Tutti, condivido il 5 dollari USA "capo indiano" del 1909, senza segno di zecca quindi Philadelphia. Diametro mm 21,6 - grammi 8,35 tiratura 627.138 spesso segnalata come rara. A diritto un capo indiano, alcuni studiosi reputano sia raffigurato il capo Hollow Horn Bear dei Brulè Lakota (1850-1913 ), secondo Wikipedia fu presente nella battaglia di Little Bighorn (1876) e raffigurato nei certificati militari USA di pagamento da 10 dollari ( in allegato ). A rovescio oltre all'aquila ed i motti, 13 stelle, che rappresentano le 13 colonie britanniche che si ribellarono alla loro madrepatria. A disegnare i 5 dollari d'oro con la testa indiana (denominazione ufficiale "Indian Head" ) fu lo scultore di Boston Bela Lyon Pratt, che fu allievo di August Saint-Gaudens, il quale fu l'autore di altro design dei 5,10 e 20 dollari d'oro americani - rif. Wikipedia -. Questa moneta è molto particolare perché i disegni non sono incisi in rilievo, ma in incuso, ovvero sono incavati rispetto al piano della moneta, oppure tendenzialmente sullo stesso piano della moneta. Nella storia numismatica americana questa fu la prima volta che venne incisa una moneta in questo modo e l'autore ricevette molte critiche in proposito, soprattutto per una questione igienica - rif. Orogenesi -. Grazie per l'attenzione.
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  48. I Medici i Medici..colui che proteggeva Galileo Galilei , Cosimo II Firenze, piastra 1611, conio di Antonio Tarchiani. Un saluto Fofo
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  49. Gentilissimi ieri avevo un appuntamento sul lago Maggiore, grazie ad Antonio che a postato delle belle foto della serata, interessante la conferenza di Tiziano che ha toccato molti aspetti della monetazione dei 44 anni di regno di Filippo IV. Posto altre foto della serata
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  50. Buonasera a tutti, condivido le foto di due mie Piastre 1841 del 5° tipo (testa grande), frutto di due diverse coppie di conii.
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