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  1. Scudo1901

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I contenuti con la più alta reputazione dal 05/02/25 in Risposte

  1. Pubblicato ora sulla pagina YouTube di Collexpo Pistoia 2025 il video integrale del mio intervento sulla storia, la mission e quanto fatto dal 2010 da parte del Gruppo Numismatico Quelli del Cordusio.
    7 punti
  2. Buongiorno AMICI. Oggi per Voi un antoniniano di BALBINO con una bella patina (a me piace). Non è facile imbattersi in antoniniani di Balbino e Pupieno imperatori rari e poco conosciuti attesa la quasi fugace apparizione sulla scena imperiale. Fatemi sapere se questo pezzo è di vostro gradimento. Un abbraccione a tutti. Cordialmente Mario
    6 punti
  3. Buonasera a tutti, mi sento in dovere di dire la mia in questa discussione perché sono un giovane collezionista di monete. Credo che la carenza di giovani appassionati, specialmente tra i minorenni e i neo-maggiorenni, sia ormai un problema evidente. Secondo me – e parlo per esperienza personale – uno dei motivi principali è che oggi la società spinge i ragazzi a investire soldi ed energie nell’apparenza piuttosto che nella cultura o in passioni meno “alla moda”. Spendere per una moneta antica, invece che per un paio di scarpe firmate, un taglio costoso o per il biglietto di un concerto di un rapper, viene spesso visto come qualcosa da “sfigati”. Il ragazzo medio non si pone neanche il dubbio se iniziare una collezione: punta direttamente a ciò che gli garantisce approvazione sociale. Io ho 16 anni e condivido questa passione con mio fratello gemello. La nostra fortuna è stata incontrare un amico che già collezionava e che ci ha aperto la porta su questo mondo. Da lì ci siamo appassionati, abbiamo studiato, investito tempo, fatto sacrifici, e oggi possiamo dire di avere una collezione che non è comune per la nostra età, vi dirò di più non penso ci siano mai stati così tanti giovani in tutta Italia a possedere collezioni di questo calibro in tutta la storia. Ritornando a prima, non tutti hanno questa possibilità: iniziare da soli, senza punti di riferimento, è estremamente difficile. In rete ci sono tante informazioni, ma spesso sono confuse o frammentarie, e senza una guida si rischia di scoraggiarsi o di fare errori costosi. In più, c’è un altro ostacolo importante: il giudizio degli altri. Molti ragazzi non iniziano nemmeno perché temono di essere derisi o esclusi. Se racconti in giro che collezioni monete, potresti facilmente essere preso in giro, etichettato come strano o noioso. E così anche chi ha una curiosità iniziale si blocca, smette, oppure tiene tutto nascosto. Questo, secondo me, è uno dei motivi principali per cui la passione per la numismatica resta spesso invisibile tra i giovani. Nonostante tutto, io continuo a crederci. Penso che se siamo riusciti ad arrivare dove siamo oggi – io, mio fratello ed il nostro "gruppetto" di collezionisti – è anche grazie all’incontro con persone più esperte che ci hanno saputo dare consigli, orientamenti e anche qualche dritta preziosa per evitare fregature. Questo mi ha fatto capire quanto sarebbe utile, per noi giovani, avere una sorta di “saggio” che ci guidi e che ci insegni questa materia. Non servono grandi cose: anche solo un adulto appassionato che si prende mezz’ora per spiegare, per ascoltare, per dare un consiglio, può fare la differenza. So benissimo che questo sito da la possibilità di fare ciò che ho appena scritto, io soprattutto ultimamente che sono a casa a riposo, per via che sono da poco stato operato, grazie a questo sito ho imparato e sto imparando molte cose nuove, ma capite bene che non è affatto come andare nella numismatica del proprio paese e osservare il perito eseguire delle perizie o catalogare dei lotti... Se solo ci fossero più circoli numismatici sono convinto che ci sarebbero anche più giovani, perchè il circolo numismatico più vicino a me dista 40 minuti di auto, forse sono uscito dall'argomento principale perchè mi sto riferendo alla formazione dei giovani e non più alla nascità di giovani collezionisti, ma entrambi gli argomenti sono di fondamentale importanza. È vero, collezionare monete richiede impegno, studio, e sacrifici. Ma è anche una passione che apre la mente, insegna la storia, e dà soddisfazioni immense. Per questo continuo a pensare che il collezionismo non morirà, finché ci saranno persone, giovani e meno giovani, disposte a sostenerlo e tramandarlo. Ma serve un cambio di mentalità, e serve anche che chi ha più esperienza cominci a coinvolgere attivamente chi si affaccia per la prima volta a questo mondo. Spero che sia gradito il mio messaggio. Giraud R.
    6 punti
  4. Più falso di una banconota da 3 dollari... è un'espressione entrata nell'uso comune americano per indicare una cosa palesemente falsa, talmente falsa da non esistere nemmeno... forse E' esistita, invece, una moneta da 3 dollari, addirittura in oro. Ma, autorizzata con atto del 21 febbraio 1853 e coniata per la prima volta nel 1854, non fu mai molto popolare tra il pubblico, e la sua circolazione fu molto limitata. In effetti, non è chiara l'utilità di un taglio del genere, esistendo già da lungo tempo monete d'oro da 2,50 e 5 dollari. Alcuni oggi teorizzano che la denominazione da 3 dollari sarebbe stata usata per l'acquisto di francobolli da 3 centesimi (la tariffa di una lettera dell'epoca) o per avere 100 monetine da 3 centesimi, ugualmente in circolazione in quegli anni. Queste monete passarono di mano nell'Est e nel Midwest fino al 1861 , dopodiché sparirono dalla circolazione. Sulla costa Ovest si videro in circolazione monete di tutte le annate, ma anche lí molto raramente dopo gli anni 1860: anni in cui furono coniati meno di 10.000 esemplari l'anno. Nel 1874 e 1878 la produzione fu notevolmente incrementata, in previsione di una piú ampia circolazione, che non si verificò. Purtuttavia continuarono ad essere coniate, seppur in quantitativi minimi, fino al 1889, probabilmente per venire incontro alle richieste dei collezionisti, che fin dal 1879 avevano iniziato a interessarsi ad esse. La produzione, iniziata nel 1854, proseguì ininterrottamente fino, come detto, al 1889: fino al 1860 nelle Zecche di Philadelphia, Dahlonega, New Orleans e San Francisco, dal 1861 nella sola Philadelphia. Con un'unica eccezione (ma davvero UNICA!), di cui diremo nel prossimo post Alla fine, i pezzi coniati risultarono essere appena 534.519, davvero pochi, considerando i ben 35 anni di produzione! La moneta, in oro .900, ha un diametro di 20,5 mm. e un peso di 5,015 grammi. Sul disegno, di James B. Longacre, non c'è nulla da aggiungere rispetto a quanto detto per il dollaro d'oro del secondo tipo... è uguale (foto da Heritage Auctions) C'è invece molto da aggiungere a proposito delle banconote da 3 dollari, che se anche oggi, e da moltissimo tempo, non esistono davvero più, sono esistite, eccome. E hanno circolato proprio negli stessi anni in cui venivano coniate le monete d'oro di pari valore. Come abbiamo detto più volte (e come prima o poi racconteremo dettagliatamente ), nella prima metà dell'Ottocento, e fino alla fine della guerra civile, la circolazione monetaria cartacea era assicurata da un'infinità di banche private (si stima più di 3.000) che stampavano banconote di ogni genere, dai tagli più alti, migliaia di dollari, alle frazioni centesimali. E tra questi non potevano mancare, naturalmente, le banconote da 3 dollari, tutt'altro che false... o almeno si sperava petronius
    5 punti
  5. Mi siedo sul bordo del letto grande e accarezzo il viso ghiacciato di papà. Gli scosto i capelli bianchi dalla fronte e lascio scorrere la mano sul corpo rigido, sino a sfiorare le sue, sovrapposte sulla pancia. Lo bacio sulla guancia ruvida. Che tu possa riposare in pace, papà. Fai buon viaggio. Dalla spalliera ai piedi del letto Elisa mi squadra a braccia incrociate. Batte la punta dello stivale manco dovesse piantare un chiodo sul pavimento. «Okay, d’accordo principino: abbiamo aspettato che scendessi da Roma, per vederlo e salutarlo. Ora che l’hai fatto, possiamo spostarci in salotto? Il notaio è arrivato da un’eternità.» Lancio un’occhiata di traverso ad Alessandro, in cerca di un conforto: zittiscila, ti prego. Mio fratello fa spallucce e spedisce lo sguardo al soffitto . «Sbrigatevi.» Elisa si sistema la borsa di Gucci sulla spalla ed esce dalla camera da letto a passo di guerra, la chioma riccioluta le danza sulle spalle allo stesso ritmo. Alessandro mi si siede accanto e si stropiccia gli occhi lucidi e arrossati. «Guardalo, Vincenzo.» Strofina la capigliatura rada, stringe e solleva un rotolo di pancetta. «Vedi? Papà rimane più in forma di me, anche così.» Ridiamo insieme e ci abbracciamo. «Un giorno tornerò a vivere qui a Taormina, magari proprio in questa casa. Roma non la sopporto più.» «A Taormina te lo auguro, in questa casa la vedo difficile…» Mio fratello abbassa la testa e giocherella con le unghie, ne tormenta una sino a tagliarsela. Il volto mi si trasforma in un punto interrogativo. «Che vuoi dire?» Solleva appena lo sguardo, rimanendo con la testa chinata. «Potrebbero esserci dei problemi.» «Dei problemi?» «Forse la casa va sgomberata per fine mese.» «Ma che significa? Perché?» «Ne so quante te.» Mi prede sottobraccio per farmi alzare e portarmi via. «Il notaio non ha potuto anticiparmi altro, ma presumo che ora ce lo spiegherà a tutti e tre.» Lungo il corridoio le foto sulle pareti di papà e mamma sorridenti strappano un sorriso anche a me. Voglio crederli di nuovo insieme, abbracciati e felici, sereni. Il notaio Boscarino si alza dal divano del salotto: giacca e cravatta, camicia bianca e completo scuro, impeccabile come sempre. Mi viene incontro e ci salutiamo con un doppio bacio sulla guancia, il lieve profumo di dopobarba riesce a distendermi ogni muscolo. Mi stringe le spalle e accenna un sorriso malinconico. «Mi spiace doverti rivedere in questa circostanza.» Mia sorella s’attorciglia un ricciolo intorno all’indice, sospira e brontola con ricercata teatralità. «Possiamo iniziare, per favore?» Sgrana gli occhi verso l’orologio a pendolo e lascia partire un sibilo. «Cielo, quasi le cinque!» Gli si avvicina, dà alcuni pugnetti sul vetro e ci spedisce una smorfia infastidita. «Ma questo coso funziona ancora? Io alle sei devo riprendere Giulia a danza, sbrighiamoci.» «Elisa!» Alessandro le fa segno di calmarsi. Era ora. Ci disponiamo intorno al tavolo ovale in legno, Alessandro ed Elisa sullo stesso lato, dietro alla terrazza, io all’estremità con la libreria alle spalle. Sposto verso di me una pila di tre carpette azzurre colme di fogli, per fare spazio al centro. Il notaio è ancora in piedi, tra il divano e il mobile con la grande specchiera dorata. Alessandro gli indica la sedia di fronte al suo lato del tavolo. «Prego notaio, si accomodi.» «Devo prima recuperare il testamento di vostro padre.» «Cosa?! Non ce l’ha con sé?» «Signora, se l’avessi avuto con me, sareste stati voi a venire nel mio studio, e non io a casa vostra.» Stringe il pomello del cassetto del mobile. «Il testamento è qui dentro.» «Che cosa?» Il dito di Elisa oscilla tra me e Alessandro con fare inquisitorio, l’unghia laccata di rosso scuro fa la spola tra il mio viso e il faccione di mio fratello. «Voi due lo sapevate, vero? Certo che lo sapevate! Voi sapete sempre tutto, e non mi dite mai niente.» Si tappa la bocca con la mano, ma un altro sibilo le scappa comunque. «Il testamento è sempre stato qui, a casa nostra: avremmo potuto leggerlo da soli, senza bisogno di spendere soldi per un notaio.» «Non credo, signora.» Dalla tasca del pantalone il notaio tira fuori una chiave e ce la mostra. «Il cassetto è serrato: una chiave l’aveva vostro padre, chissà dove, e l’altra l’ha consegnata a me.» Mi rivolge uno sguardo che invoca comprensione per quest’ultima stravaganza di papà. Oh, notaio Boscarino! Altro che una chiave: io metterei la mia vita nelle sue mani. Gli sorrido per invitarlo a proseguire, e mi sorride di rimando. «Perfetto, grazie. Davanti a voi, signora e signori, aprirò ora il cassetto.» «Va bene, va bene…» Elisa dà il suo assenso come se stesse scacciando via una mosca. Mi punta l’indice in mezzo al petto. «Tu lo sapevi, vero?» Batte due colpi, uno più forte dell’altro. «Sì che lo sapevi.» Faccio “no” con la testa, sospirando. «E invece sì.» Ritrae la mano e affila gli occhi da vipera. «E comunque io l’ho sempre detto che nostro padre era uno squilibrato, lo è sempre stato in vita, e adesso pure in morte, guarda un po’.» Alessandro le afferra il braccio. «Elisa, per favore.» Con un gesto del capo fa segno al notaio di procedere. «Prego, apra pure il cassetto.» «Avvicinatevi, cortesemente: così potete verificare da voi che—» «Non serve.» La voce mi esce cupa, profonda e irreale. «La nostra fiducia in lei è totale, notaio Boscarino: cento per cento, e anche di più, se fosse possibile.» Pietrifico Elisa con lo sguardo: e se ti azzardi ad aprire bocca, giuro che ti strozzo. Anche Alessandro le indirizza un sorrisino intimidatorio, che addolcisce spostandolo sul notaio. «Proceda pure. Siamo tutti d’accordo: la fiducia in lei è totale e incondizionata, e la nostra gratitudine ancora più grande.» Sul viso del notaio Boscarino si legge tutto il suo imbarazzo. «Preferirei che veniste qui, accanto a me, al momento dell’apertura del cassetto.» «Ma che non ha sentito? Ci fidiamo tutti!» Elisa batte le mani per mettergli fretta. «Su, su: apra questo benedetto cassetto, ché è già tardissimo.» Il notaio infila la chiave e la gira, fa scorrere il cassetto il più avanti possibile, come se volesse darci modo di vedere cosa c’è dentro, anche a distanza. «Signora Elisa, signori Alessandro e Vincenzo, dentro il cassetto c’è un foglio a quadretti piccoli, piegato in due.» Lo solleva e ce lo mostra. «E poi c’è questo.» Con l’altra mano agita un sacchettino violaceo chiuso con una cordicella argentata, un tintinnio di monete riecheggia nel salone. Si dirige verso di noi tenendo ben in vista sia il foglio che il sacchettino, li poggia sul tavolo e si accomoda davanti a Elisa e Alessandro. «Questo è il testamento.» L’orologio a pendolo batte i suoi rintocchi, accompagnati da un sorriso dolce del notaio. «Se non è cambiato nulla dall’ultima volta che ho incontrato qui vostro padre, e non credo sia cambiato nulla, il contenuto del testamento mi è già noto, anche perché è stata un’operazione piuttosto travagl—» «Senta notaio, nostro padre era uno squilibrato, e questo lo sappiamo già; non può limitarsi a leggere il testamento?» La faccia scura di Alessandro mette a tacere Elisa. Le stringe il polso, semmai il messaggio non le fosse chiaro. «Lasciamo dire al notaio quel che deve dire, d’accordo?» Ritrae la mano e fa segno al notaio di andare avanti. «Non ho granché da dire, in realtà.» Alliscia la cravatta e tossisce appena per schiarirsi la voce. «Semplicemente vostro padre non voleva lasciarvi debiti, perché pensava che non sareste stati capaci a gestirli, e considerato che di debiti ne aveva per milioni—» «Insomma si può sapere cosa ci ha lasciato?» «Undici marenghi, signora, undici marenghi d’oro.» «Cosa?!» Elisa scatta in piedi, pianta le mani sul tavolo, le unghie sembrano penetrare nel legno. «Undici marenghi?» «D’oro, signora.» «Mi sta prendendo in giro?» Alterna occhiate infuocate tra me e Alessandro. «E voi due? Non dite niente voi due?» La figura di papà si materializza per un istante sotto il grande arco nel mezzo del salone. Chiudo gli occhi, prendo aria e la butto via: perdonala, papà, perdonala come hai sempre fatto… «Dove sono i conti in banca, le case, le cassette di sicurezza…» Elisa agita le mani per aria come per riacciuffare ogni cosa. «… e… e… tutto il resto?» Batte il pugno sulle carpette, ansima. «Dov’è tutto?» Il notaio solleva il sacchettino e lo agita, i marenghi scampanellano di nuovo. «Qui dentro, signora.» Elisa dà una manata alle carpette, i fogli volteggiano e si sparpagliano sul parquet consumato. Mi alzo per raccoglierli e li sistemo su uno scaffale della libreria accanto a una foto incorniciata della nostra famiglia al mare, sotto l’ombrellone, con Elisa in braccio a papà. Che coraggio che hai, dopo tutto quel che ha fatto per te, per una vita intera: sei solo una serpe. Un sibilo acuto si diffonde per sala. «Notaio, non scherziamo! Dov’è tutto?» «Come dicevo, signora, è stata un’operazione travagliata. Vostro padre possedeva molto… in tutti i sensi.» Volge in su i palmi delle mani per evocare i due piatti di una bilancia. «Molte ricchezze…» Spedisce una mano in su e l’altra in giù. «… ma anche molti debiti.» Le mani del notaio mimano una leggera altalena, su e giù, giù e su. «Non voleva lasciarvi debiti e, credetemi, è stato un piccolo miracolo riuscire a liquidare tutti gli attivi per far fronte a tutti i passivi.» Slaccia la cordicella e lascia cadere le monete sopra il foglio a quadretti: i lati col profilo di un soldato riccioluto si alternano a quelli opposti con la scritta “20 FRANCS” circondata da una corona di alloro. Sospira. «E questo è ciò che è rimasto, alla fine di tutto: undici marenghi d’oro dell’epoca napoleonica, i più pregiati.» Elisa stira il collo verso l’orologio a pendolo. «Cielo, non ce la farò mai ad arrivare in tempo da Giulia!» Prende l’iPhone dalla borsa, si alza e s’apparta nell’angolo tra la specchiera e il divano. «Rispondi, cazzo!» Stritola la bambolina di pezza sul mobile, sbuffa. «Elena, grazie al cielo ti ho trovata! Sono incasinatissima… ti prego, ti supplico, Giulia finisce danza alle sei, non è che potresti andare… no, no… sì, certo, sì… grazie Elena… grazie.» Si avvicina al notaio, con la mano copre i marenghi per reclamarne il possesso, il diamante sull’anulare luccica più dell’oro. «Facciamola finita. Quanti me ne spettano?» Il notaio Boscarino le accarezza la mano e gliela solleva a rallentatore. I marenghi tornano a respirare. «Si sieda, signora. Le cose potrebbero non essere così semplici.» Per una volta Elisa accondiscende senza polemizzare, ma i mugugni continuano a fare da sottofondo ai suoi gesti scomposti. «Che vuol dire che non sono semplici?» Si fa aria con la mano. «Cielo che caldo! Lei non sente caldo, notaio?» «No.» «Guardi che può anche togliersi la giacca, se vuole: qui nessuno si scandalizza.» «Sto bene così, grazie.» «Bah, come vuole.» Si alza, apre le tende alle sue spalle e spalanca il balcone, una folata di vento mi rinfresca il viso, lo scorcio di mare intorno all’Isola Bella è un colpo al cuore. «Dividiamo e finiamola qui,» sbotta rimettendosi a sedere. Il notaio congiunge i polpastrelli, li stacca e li riattacca, una, due, tre volte. «L’ultima riforma del diritto di successione ha modificato la disciplina delle cosiddette quote di legittima—» «Non m’importa nulla delle cosiddette quote di legittima. Voglio solo i miei marenghi, e andarmene via.» «E sia.» Il notaio dispone una moneta sopra l’altra, sino a formare una colonnina da 6; gliene costruisce accanto una seconda da 3, e infine una terza da 2. Pizzica il foglio a quadretti e lo apre. «Questo è il testamento di vostro padre. Procedo alla lettura, se siete d’accordo.» Annuiamo all’unisono. «Perfettamente cosciente e consapevole delle mie azioni, dispongo che ciò che resterà delle mie ricchezze, dopo aver saldato ogni debito, venga così ripartito: la metà al mio figlio maggiore Alessandro, un quarto al secondogenito Vincenzo, e un sesto alla piccola Elisa. Vogliatevi bene - mi raccomando - ché la fortuna di uno può rappresentare la salvezza di tutti. Taormina, 20 maggio 2025. In fede. Sebastiano Torrisi.» Stringe il foglio aperto tra indice e pollice, lo fa girare ad arco di cerchio per mostrarlo a tutti a tre. «L’ha scritto vostro padre, di suo pugno, in mia presenza.» «Scusi notaio, ho capito bene?» Alessandro inizia a contare sulle dita, più conta e più il volto gli si rabbuia. «La metà, un quarto e un sesto?» Pure il notaio corruga la fronte. «Sì: la metà, un quarto e…» «E un sesto, sì! Il mio sesto.» Elisa china la testa sul tavolo e s’infila le mani nella chioma leonina. «Sempre discriminata, dalla culla alla bara, fantastico.» Bel coraggio che hai! Sei quella che in vita ha avuto più di tutti, perché papà diceva che avevi più bisogno di tutti, e nessuno qui ha mai fiatato… Rialza la testa di scatto. «Datemi il mio sesto e me ne vado.» «È impossibile,» sussurra Alessandro. Il notaio gli risponde con una minuscola smorfia di dissenso. «Non esageriamo. È solo un po’ problematico, questo sì.» Si rivolge ad Alessandro. «La metà a lei…» Sposta lo sguardo su di me. «… un quarto a Vincenzo…» Sorride a Elisa. «… e un sesto a lei, signora.» Gli sfugge sospiro sofferto. «E i marenghi sono undici». Dalla tasca interna della giacca tira fuori il telefono, le dita corrono veloci sullo schermo. «Il calcolo dice che di questi 11 marenghi dovremmo darne 5,5 al signor Alessandro, 2,75 a Vincenzo e 1,83 alla signora Elisa.» Elisa resta a bocca aperta. «Ma che razza di numeri sono?» Si copre il viso con la mano e scuote la testa, a occhi chiusi. «Ho ragione o no a dire che nostro padre era uno squilibrato?» Alessandro allarga le braccia come per recitare un Padre Nostro. «Io l’avevo detto che era impossibile.» Abbasso la testa e schermo il volto con la mano sulla fronte per celare il mio sorrisetto isterico. Diavolo di un papà! E questo cos’è, adesso? Il tuo ultimo scherzo? Mi ricompongo, deglutisco e con un gioco di mimica facciale cerco la complicità del notaio. «A me basta tenere un marengo solo, in ricordo di papà, il resto può darlo ai miei fratelli.» «Mi spiace Vincenzo, ma le cose non sono così semplici, come dicevo già a tua sorella.» Congiunge un’altra volta i polpastrelli. «La riforma del diritto di successione—» «Notaio!» Elisa sbarra gli occhi, apre e chiude la mano per imporgli una sintesi brutale. «Come desidera. La rendo semplice: ci sono di mezzo varie questioni fiscali, con cui non vi annoio, ma c’è soprattutto l’inviolabile volontà del defunto da rispettare.» Il volto gli si incupisce. «E la volontà di vostro padre è in questa terna di numeri – un mezzo, un quarto, un sesto – a cui non si può derogare, per nessuna ragione.» Ma è serio? «Notaio Boscarino, la supplico…» Congiungo le mani a mo’ di preghiera. «Non posso credere che non esista una scappatoia.» Afferro un marengo dalla colonnina più bassa. «Me ne basta uno soltanto, e quel che resta—» Il notaio mi blocca per il polso, apro la mano di scatto e il marengo rotola sul tavolo. Lo rimette al suo posto, a riformare la colonnina da due. I suoi occhi stigmatizzano la mia esuberanza. «Se pure accettassi la proposta, e comunque non posso, ciò che resterebbe della tua quota, Vincenzo, sarebbe 1,75.» Alza un sopracciglio, sul volto gli si stampa un sorriso beffardo. «Vuoi rinunciare a 1,75 marenghi? E poi come li dividi? Lo 0,875 a tuo fratello e l’altro 0,875 a tua sorella?» «Basta!» Elisa sbatte entrambe le mani sul tavolo, ha gli occhi gonfi e lucidi. «Portiamo le monete da un bravo orefice e gliele facciamo frazionare come voleva lo squilibrato.» «Sei sempre stata una frana in matematica.» Alessandro armeggia col suo iPhone e mostra lo schermo a Elisa. «Vedi? Il notaio ha detto che il tuo suo sesto di eredità equivale a 1,83 marenghi, ma il 3 è periodico.» Sospira scuotendo la testa. «Come ci regoliamo con l’infinito? Ve l’ho detto: è impossibile.» Il vento invade la sala, il garrito dei gabbiani sembra una risata di papà dall’oltretomba. «Notaio Boscarino, la prego.» Allungo la mano verso le colonnine da 6, 3 e 2 marenghi, sino a sfiorarle. «Non posso credere che non ci sia una via d’uscita.» Il notaio fa scorrere due dita sulla fronte, come ad aprire la porta a una soluzione. «Una via d’uscita potrebbe esserci, in effetti.» Infila la mano in una tasca dei pantaloni, avvicina il pugno chiuso alla colonnina da 2 marenghi e lo apre: un nuovo marengo d’oro rimbalza sul tavolo e mostra la faccia con la scritta “20 FRANCS”. «La volontà di vostro padre – la ripartizione un mezzo, un quarto, un sesto – non si può assolutamente modificare.» Sistema il dodicesimo marengo accanto alla colonnina da 2 e osserva compiaciuto quell’ideale triangolo rettangolo di monete. «Però nessuno ci vieta di…» Con un movimento diagonale dell’indice scorre l’ipotenusa dall’alto verso il basso, e appoggia il dito sopra l’ultimo marengo. «… allargare l’eredità.» Elisa grugnisce e arriccia il nasino. «Ci sta forse prestando il suo marengo?» Punta l’indice contro il notaio, il suo artiglio rosso arriva a sfiorargli il naso. «Guardi che io non voglio debiti con nessuno. Ha capito?» Con un sobrio baciamano il notaio le fa riacquistare un minimo di compostezza. «Me lo restituirete solo se Dio vorrà; altrimenti sarà stato un piccolo dono ai figli del mio più grande amico.» Lo sguardo del notaio rimbalza tra Elisa e Alessandro, per atterrare su di me. «Siamo d’accordo?» Il sospiro di Alessandro tradisce un filo d’insofferenza. «Notaio, in tutta sincerità, anch’io mi sentirei a disagio ad avere un debito verso di lei, fosse pure di un solo marengo.» «Non c’è nessun debito, le ripeto: è un dono a vostro padre, e cioè a voi, e tornerà da me soltanto se Dio lo vorrà.» Ci scambiamo delle occhiate perplesse, Alessandro sorride e alza le spalle, Elisa s’impettisce ancor di più. Annuiamo tutti e tre. «Allora, se nessuno ha obiezioni, l’eredità da dividere ammonta ora a 12 marenghi.» Indica le carpette sulla libreria alle mie spalle. «C’è un foglio bianco, lì in mezzo? Vedo pure una stilografica, accanto a quella vostra bella foto al mare.» Mi invita a passargli carta e penna. Smisto il contenuto della prima carpetta, alla ricerca di un foglio pulito. Glielo consegno insieme alla penna. Mi ringrazia accennando un sorrido. «Bene. Diamo corso alle ultime volontà di vostro padre: dividiamo i 12 marenghi così come voleva lui.» Sfila il tappo della stilografica e accosta il foglio bianco al testamento di papà. «La metà al figlio maggiore.» Sul foglio bianco scrive “½×12=6” e sorride ad Alessandro. «A lei spettano 6 marenghi.» Allunga la colonnina da 6 verso mio fratello. «Proseguiamo: un quarto al secondogenito.» Sotto “½×12=6” scrive “¼×12=3”. Spinge la colonnina con i 3 marenghi verso di me. Li chiudo nella mano, li stringo: papà… dove sei in questo momento? Dedica l’ultimo sguardo a Elisa. «È rimasta lei, signora, a cui tocca un sesto del tutto.» Scrive “⅙×12=2” e sospinge la colonnina da 2 verso Elisa. Sul tavolo rimane il marengo del notaio. «Ricapitoliamo: il Signor Alessandro ha avuto 6 marenghi, equivalenti a metà dell’eredità allargata; tu, Vincenzo, hai avuto 3 marenghi, cioè un quarto di 12; e a lei, Elisa, ne sono andati 2, che corrispondono a un sesto, il suo sesto.» Traccia una lineetta accanto a ciascuna delle tre moltiplicazioni sul foglio, come a volerne spuntare l’esattezza, e richiude la stilografica. «Un mezzo, un quarto, un sesto: la volontà di Sebastiano Torrisi si è compiuta, ognuno di voi ha ereditato le quote che vostro padre aveva stabilito.» Un gabbiano plana silenzioso tra le nuvole rossastre. Papà sei tu? «Sebbene la matematica non sia il mio mestiere…» Il notaio alza le dita in sequenza, dal pollice al mignolo, di una mano e dell’altra. «… 6 più 3 più 2 fa 11: esattamente gli 11 marenghi iniziali di vostro padre, appena ripartiti secondo le quote da lui stabilite.» Appoggia l’indice sul marengo rimasto sul tavolo e ci esamina a uno a uno con uno sguardo veloce. «Col vostro permesso…» Si stringe nelle spalle, quasi a scusarsi, e ci sorride. «… vi tolgo il fastidio del dodicesimo marengo.» Con un gioco di prestigio lo fa sparire nella mano e se lo rimette in tasca. Libera un lieve sospiro di soddisfazione. «Vogliatevi bene, mi raccomando.» Si alza e dà una stirata alla giacca. «Conosco l’uscita, non disturbatevi.» Restiamo seduti a fissarci l’un l’altro, con gli occhi spalancati, ammutoliti, come se fossimo stati testimoni di un miracolo.
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  6. Pensavo di aver completato la monetazione della 1° Sede Vacante Albani del 1721.......ma grazie a una recente asta Polacca ho appreso che esiste anche il Giulio !!!!!
    4 punti
  7. Concordo con tutto quanto detto caro Giovanni, e voglio fare una considerazione: questa "manipolazione genetica" è molto probabilmente figlia della recente moda delle alte conservazioni.....qualche decennio fa NESSUNO avrebbe pensato di modificare un Giulio del 1740, R4 pieno, mancante in quasi tutte le collezioni prestigiose con dozzine di Quadruple, conosciuto in pochissimi esemplari e tutti sotto il bb tranne l'esemplare postato (ex. bank Leu 36..); in quanto avrebbe sicuramente destato interesse e successo di vendita ! Ma purtroppo, la pessima conservazione abbinata al mercato cogente avrebbe rischiato pochissimi contendenti e un potenziale flop.... Io rimango un collezionista "vecchio stampo", e con questo non vuol dire che non mi piacciano le belle monete, anzi quando posso me le compro ! però se mi capita un giulio che non ho mai visto in asta, e che anche il Muntoni l'aveva bucato in collezione va bene lo stesso....anche se il suo "gemello" nella stessa raccolta è un fdc ! il dritto mancante.....
    4 punti
  8. un saluto a tutti, vista la data mi è sembrato d'uopo.
    4 punti
  9. Buona sera. Secondo come la intendono quasi tutti , cioè meglio di splendido, ma vista la qualità delle foto credo che non si possa essere più precisi. Osservando i rilievi i campi la freschezza non vedo colpi ,rigature o consunzioni mi sembra di vedere anche un discreto lustro e forse con la moneta in mano credo che possa arrivare anche al qfdc. Buona serata.
    4 punti
  10. Diamo anche con l’occasione due news di Quelli del Cordusio reale con le due certezze future 1) il Gazzettino di Quelli del Cordusio 12 e 2) Milano Numismatica che ritorna sabato 8 novembre 2025 sempre a Milano.
    4 punti
  11. Devo sempre ringraziare il caro @lorluke per il suggerimento.
    4 punti
  12. Partecipo al ricordo condividendo una medaglia che ebbi modo di mostrare già al tempo qui sul forum e per il quale scrissi anche un piccolo articolo per il Gazzettino del Cordusio. Come riportato al rovescio, la medaglia celebra la vittoria alla battaglia di Wagram, uno dei successi militari più importanti tra quelli ottenuti da Napoleone nella sua lunga carriera. A mio avviso, il rovescio è un'autentica opera d'arte e, per quanto mi riguarda, è una delle medaglie napoleoniche più belle che sia mai stata realizzata. Vive L'Empereur!
    4 punti
  13. Buongiorno con piacere vi presento il mio primo scudo V E II entrato in collezione. Devo confessare che non avendone mai avuto, ora che me ne ritrovo uno fra le mani mi suscita una forte emozione. 25 grammi di argento 900 si sentono eccome !!!! In realtà gli scudi che mi sono portato a casa sarebbero 3. Anni 1869 M ,1871 M e 1877 R. Tutte annate comuni ma sempre con grande fascino. Di seguito metto foto di quella messa meglio. Con piacere attendo sempre le vostre considerazioni e giudizi sulla qualità della moneta. Come sempre un ringraziamento per il tempo dedicatomi.
    4 punti
  14. Salve, io purtroppo non vedo nulla cliccando sul link postato in apertura da @ak72, che ringrazio (ma forse è un mio problema...?) Per ogni evenienza ri-allego qui il link alla pagina dell'Università degli Studi di Trieste dove potete trovare i riferimenti per seguire da remoto le sessioni di lavoro, le varie informazioni, oltre ai link per scaricare la locandina e il programma stesso: https://disu.units.it/it/eventi/71553 Un saluto cordiale MB
    4 punti
  15. Condivido con piacere anche la mia, presa da MDC (Asta live 11 del 11/2024), moneta veramente gradevolissima, non slavazzata, con fondi brillanti su patina iridescente. Prezzo top
    4 punti
  16. Una principessa indiana No, non è Pocahontas è a dirla tutta la Lady Liberty disegnata da Longacre per il dollaro d'oro del secondo tipo (e per la moneta da 3 dollari che vedremo nel prossimo post) ha ben poco di indiano. Ma, da sempre, quel ritratto è conosciuto come Indian Princess Head, probabilmente a causa del suo copricapo di piume, che però non è riconducibile ad alcuno di quelli in uso presso le tribú indiane. Piuttosto, ancora una volta, l'ispirazione va ricercata nella statuaria classica (forse un ritratto di Venere), ma anche nell'arte popolare degli anni '50 del XIX secolo. Questo tipo di fanciulla indiana era presente nella pittura patriottica e "primitiva" americana da molti anni. Le polene delle navi (https://www.hylandgranby.com/inventory/carved-and-painted-ships-figurehead-of-an-indian-princess) e le sculture davanti alle tabaccherie ostentavano volti, capelli e cappelli di questo tipo (https://emuseum.history.org/objects/26323/tobacconist-figure-indian) Questa versione della Lady ha i capelli interamente fluenti sul collo, e in una fascia sul copricapo compare il suo nome. Nel giro non ci sono più le stelle, ma l'iscrizione UNITED STATES OF AMERICA Per il rovescio, la semplice corona del modello precedente venne sostituita da un complicato intreccio di foglie di cotone, mais, tabacco e frumento, prodotti tipici del Nord e del Sud degli stati Uniti, a simboleggiare l'intreccio tra le due anime della nazione, che di lí a poco sarebbero state separate dalla Guerra Civile. Il dritto di questi dollari presenta due diverse tipologie, con testa piccola (Small Head, sopra) dal 1854 al 1856, e grande (Large Head), a partire dal 1856 e fino al 1889. (foto da PCGS Coin Facts) Sebbene questa tipologia sia stata coniata ininterrottamente dal 1854 al 1889, la tiratura totale è stata di poco superiore alla metà dei dollari del primo tipo, 7 milioni scarsi, a riprova della sua sostanziale inutilità e rifiuto da parte del pubblico. Le Zecche interessate sono state quelle di Philadelphia, San Francisco, Charlotte, Dahlonega e New Orleans fino al 1861, poi, con la chiusura delle ultime tre a causa della guerra civile, la produzione è continuata nella sola Philadelphia, e a San Francisco, solamente nel 1870, e per appena 3.000 esemplari. petronius
    4 punti
  17. Buonasera a tutti! Non accade spesso che condivida tanto per condividere, ma con la mia ultima acquisizione mi lascio andare… sarà per l’insperata scarsa resistenza che ho trovato per aggiudicarmelo, sarà per il fatto che mi aggradava la conservazione… ma anche perché, di questo Conte, di esemplari così pesanti non ne avevo ancora trovati, neppure in letteratura! Umberto II - denaro secusino V tipo peso 1,17 g - diametro 17,56 x 18,00 mm
    4 punti
  18. la casa d'aste la dava qSPL
    4 punti
  19. Buongiorno @besson Complimenti bella moneta. Dalla prima foto si intravede il lustro di conio. Penso che possa raggiungere il grado di SPL o quasi. Il contorno specialmente al R/ mostra imperfezioni, problema dovuto alla fase di coniazione. Spesso questi scudi hanno problemi al bordo. Anche in questa moneta se guardiamo la foto del contorno si vede la scritta FERT e rosette incise molto vicino al bordo e questo fatto crea imperfezioni visibili. Questo difetto non influisce sul grado di conservazione, forse sulla bellezza si. Saluti
    4 punti
  20. Moneta gradevole, ma con usura e graffi, per me siamo sul BB. Per confronto e condivisione posto un esemplare in buona conservazione (con rosetta sovrapposta alla T di FERT sul contorno):
    4 punti
  21. Il dollaro d'oro del primo tipo è stato coniato dal 1849 al 1853 nelle quattro Zecche citate sopra. Nel 1854 Charlotte saltò un turno (riprenderà nel 1855 con i dollari del secondo tipo), ma al suo posto subentrò la Zecca di San Francisco, appena aperta. A disegnarlo, James Barton Longacre, quarto Chief-engraver della Zecca, del quale abbiamo ampiamente parlato a proposito della sua double eagle Per il disegno di Lady Liberty, utilizzato poi anche per le double eagles, Longacre si ispirò a quelli di Kneass e Gobrecht. La sua Lady, sempre rivolta a sinistra, ha i capelli in parte raccolti in una crocchia, in parte in riccioli che le scendono sul collo. Ha in testa una corona, o tiara, con inciso il suo nome. Nel giro, le immancabili 13 stelle. Il rovescio, di estrema semplicità, presenta il valore e la data inscritti all'interno di una corona di ulivo: nel giro UNITED STATES OF AMERICA, in basso, se presente, il marchio di Zecca: la S di San Francisco in questo esemplare del 1854. La corona che vediamo sopra è del tipo close wreath, corona chiusa. Ma in parte delle monete coniate a Philadelphia e Charlotte nel 1849, e in tutte quelle di Dahlonega e New Orleans di quell'anno, la corona è più larga, il modello detto open wreath. Il dollaro di Charlotte del 1849 open wreath è moneta della più estrema rarità: soltanto 5 sono gli esemplari conosciuti. Sebbene la vita di questa tipologia sia stata breve, in sei anni ne furono coniati oltre 12 milioni e mezzo di esemplari. Ma le sue dimensioni minime causarono una disaffezione sempre più crescente. Come scrisse il New York Weekly Tribune: "il nuovo dollaro è senza dubbio la piú pulita, piú piccola, piú leggera moneta in questo paese... troppo delicato e bello per pagare patate e crauti, carne di maiale e sale." Così, si cercò di correre ai ripari, per quel poco che si poteva. Già a partire dal 1854, venne presentato un nuovo modello, di 2 mm. più grande, ma dello stesso peso e titolo dell'oro. A rimetterci, naturalmente, fu lo spessore, che si fece ancora più sottile. petronius (tutte le foto che illustrano il post provengono da PCGS Coin Facts)
    4 punti
  22. Salve, segnalo : Sylloge Nummorum Romanorum Italia Museo Archeologico Nazionale ‘Gaio Cilnio Mecenate’ di Arezzo Roma – Repubblica Niccolò Daviddi Francesco Paratico Con questo volume continua l’opera di valorizzazione del patrimonio numismatico custodito nei musei toscani. Dopo aver edito vari volumi sugli esemplari conservati a Firenze, è ora il turno del Museo Archeologico Nazionale di Arezzo. Il primo libro di questa celebre Istituzione vede la pubblicazione di una delle monetazioni che, da sempre, ha affascinato gli studiosi di tutto il mondo, ovvero quella della Roma Repubblicana. Qui sono conservati gli esemplari più antichi, ovvero le serie fuse. La trattazione si chiude con i primi esemplari in argento, coniati dopo che Roma era entrata in contatto con il Meridione dell’Italia. Il libro è stato realizzato dagli studiosi dr. Niccolò Daviddi e dr. Francesco Paratico, con l’apporto del dr. Fiorenzo Catalli, grazie alla lungimiranza dei funzionari dr. Stefano Casciu e dott.ssa Maria Gatto, rispettivamente Direzione regionale Musei nazionali Toscana e Direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Arezzo. 216 pagine a colori, formato foglio A4 € 55,00
    4 punti
  23. Salve AMICI cari. Oggi per Voi un Antoniniano di Claudio il Gotico. Sempre dalla mia collezione, forse quello che mi entusiasma di più tra i vari antoniniani di questo imperatore. La moneta pesa 2,16 grammi per un diametro di 18,5 mm. Vi invito a soffermarvi sul ritratto. Vi piace??? Ciao Mario
    3 punti
  24. Moneta molto circolata: per me ha una conservazione attorno all'MB. Tuttavia non è facile trovare questa tipologia in alta conservazione per le caratteristiche del nichelio ed il prezzo pagato è in linea con la conservazione e la rarità. È un esemplare accettabile per l'uniformità dell'usura. Per confronto e condivisione posto una moneta in buona conservazione:
    3 punti
  25. buongiorno @didrachm, il prezzo è scritto nel post precedente al tuo, ed anche la considerazione che ho fatto prima dell'acquisto. non ho grandi capitali da poter investire/spendere nella mia passione, che peraltro è malvista da mia moglie, pertanto, faccio ciò che posso.
    3 punti
  26. Ciao a tutti, Grazie Genny troppo buono. @sulinus io concordo con Genny e Layer, è un esubero di metallo causato da una rottura, certo lo scorcio della foto da te postata non ci aiuta ma anch'io sono sicuro sia tutto tranne che un 1,con calma posta una bella foto, anche per farci apprezzare meglio una bella 34. Concordo. Un saluto a tutti. Raffaele.
    3 punti
  27. Ciao,bronzo di Alessandro Severo per Thyatira in Lidia. https://www.acsearch.info/search.html?id=12585365
    3 punti
  28. Amici Filatelici, condivido con Voi il mio primo acquisto "importante" per me di filatelia, il Penny Black con annullo croce maltese ( tutti gli altri francobolli che ho sono stati ereditati 🙂 ). Vi chiedo @PostOffice - @fapetri2001 - @miza unitamente a tutti gli altri appassionati - per cortesia, una valutazione, pregi e difetti. Ho fotografato il fronte e retro. Grazie.
    3 punti
  29. L’unico errore è non ringraziare neanche
    3 punti
  30. Aggiungo che il Gazzettino #12 in preparazione ha già superato le 180 pagine, riporta 17 articoli e 11 Briciole (per il momento). Per chi avesse intenzione di proporre un proprio lavoro consiglio di evitare l'ultimo momento (fine giugno) per inviarlo: si parla di ancora parecchie proposte ed il rischio è di vedere il proprio articolo rinviato ad un futuro Gazzettino #13...
    3 punti
  31. Grazie. Questo è l'esemplare con zecca Roma, MS63
    3 punti
  32. Buon esemplare. Per opportuno confronto condivido l'esemplare della mia raccolta (che vorrei peraltro migliorare perché non mi piace granché e anche perché è a fianco del più raro zecca Roma che è in FDC), periziato SPL.
    3 punti
  33. Buongiorno,come già anticipato è un tornese del 1615 coniato a Napoli durante il regno di Filippo III di Spagna (1598-1621)... Al D/: PHILIPP.III.DG.REX.ARA.VTR+,al centro acciarino circondato da 4 pietre focaie e 4 fiamme alternati... Al R/: al centro cornucopia con frutta e spighe curvata a sinistra e che divide in due la data 1615,il 5 è sostituito da una S quindi 161S,il tutto racchiuso da una corona di foglie di quercia chiusa in alto con una croce che può avere diverse fattezze... La moneta è catalogata rara al numero 68, pagina 184 del: "LA MONETA NAPOLETANA DEI RE DI SPAGNA NEL PERIODO 1503-1680"... di Pietro Magliocca... A titolo di esempio posto un esemplare reperito in rete in migliore conservazione...
    3 punti
  34. E' opportuno che chi colleziona euro (ma anche chi s'interessa in generale alle faccende valutarie) sappia con precisione chi emette il contante. Lo dico perchè in anni di lettura del forum mi sono accorto che sono ancora diffuse convinzioni errate, spesso fuorvianti per i numismatici alla ricerca di risposte ai propri dubbi. L'equivoco più frequente è su chi emette le monete. Molti pensano che questa competenza spetti alla BCE, forse perchè la struttura stessa dell'unione monetaria - composta da diversi stati indipendenti che usano una valuta unica - fa presupporre che anche il contante metallico abbia bisogno di una qualche istituzione centralizzata per la sua emissione. In realtà per le euromonete vale lo stesso principio di quelle dei paesi con valuta propria: ad emettere è lo Stato, di solito attraverso il ministero dell'economia ma in certi paesi attraverso la banca centrale. Nel caso europeo la differenza è che attualmente "lo Stato" non è uno ma sono i 20 dell'unione monetaria su 27 dell'UE. Il problema è stato risolto dall'inizio concordando l'emissione di monete con uguali caratteristiche tecniche e grafiche - tranne una delle facce - e stabilendo che tutte abbiano validità in tutta l'area euro, di cui rappresentano la valuta ufficiale unica. Il problema vero era come coordinarsi sulla corretta quantità da coniare, decisione che non poteva certo essere affidata ai singoli soggetti: in questo aspetto, e solo per questo, interviene la BCE. Il suo unico compito per quanto riguarda il metallico è determinare quanto ne va emesso in totale ogni anno per garantire la sufficiente disponibilità agli utilizzatori di tutta l'eurozona. Dunque eventuali domande riguardanti la grafica delle monete e faccende simili non vanno fatte alla BCE ma alla Commissione europea, ovvero all'organismo a cui è stato affidato il compito di controllare secondo regole stabilite in partenza se tutti i modelli da emettere rispondono ai requisiti per la circolazione. In caso contrario la decisione finale spetta al CEF (Comitato Economico e Finanziario, organismo della Direzione Generale degli Affari Economici e Finanziari), composto da funzionari delle amministrazioni statali e delle banche centrali degli stati, della BCE e della Commissione. A volte capita che uno o più stati contestino l'immagine scelta da un altro, nel qual caso la palla salta ancora alla Commissione e la procedura è la stessa. https://commission.europa.eu/about/contact_it#Contact-the-European-Commission https://commission.europa.eu/about/departments-and-executive-agencies/economic-and-financial-affairs_en Come noto le banconote vengono emesse dalla BCE, che è anche ufficialmente un organismo comunitario, creata dagli stati per gestire in modo indipendente la politica monetaria dell'eurozona. L'emissione delle eurobanconote avviene anche in questo caso allo stesso modo di quelle dei paesi con valuta propria: la banca centrale emette autonomamente in regime di monopolio con l'autorizzazione dello Stato (di solito con appositi decreti) e nell'ambito di norme stabilite da quello. Nel caso europeo gli stati sono 20, per cui all'emissione tecnica dei biglietti provvedono le banche centrali dei singoli stati (com'era anche indicato nella lettera del numero di serie del primo modello), riunite nell'Eurosistema di cui la BCE rappresenta il vertice. A decidere eventuali modifiche alle banconote è la BCE stessa, ma nell'ambito delle regole generali stabilite dal Consiglio europeo.
    3 punti
  35. Giornata fortunata per due euro mi sono portato a casa un qindar-ar del 1935, il doppio per rientrare nel parametro della discussione, ma giusto ogni tanto si può fare. Moneta scurissima al naturale per farla visualizzare meglio l'ho schiarita con il programma di grafica.
    3 punti
  36. Volevo ringraziare tutti quanti, chi più e chi meno, hanno contribuito e partecipato a questa discussione. Si dice che l'unione fa la forza e mai come in questo caso lo sia stato veramente. All'inizio sono stato fuorviato dall'annotazione sbagliata della data, ma poi con l'aiuto di tutti siamo riusciti a scoprire un po di cose interessanti e archiviare per sempre quella data del 21 confermando di fatto tutte le ipotesi fatte da Oppiano. Non so voi, ma quando una vecchia cartolina conferma fatti e personaggi di tanti anni fa, a me fa emozionare. Certo non tutto è stato svelato, però non mettiamo limiti alla provvidenza (e allo studio), tutto è possibile. Ancora grazie a tutti e buona domenica.
    3 punti
  37. Ciao, nel complesso è una banconota ancora gradevole nonostante la bassa conservazione (rimane pur sempre una Stringher - Accame). Dalle foto direi che siamo sull’MB: classica piega in otto parti, di cui ripetute quella a croce con presenza di sporco raccolto al verso (c’è anche il fiorellino centrale nel centro della piega a croce?), discontinuità lungo i bordi con piccoli strappi, macchie e scritte a matita al verso (se ci sono fori non posso vederlo, dovresti mettere anche una foto in controluce per una valutazione “piu chiara”). Il taglio della matrice è ampio e regolare. Il catalogo curato da Gerardo Vendemia la dà come NC, con una valutazione di 70€. A mio parere 30€ posso anche starci, ma io avrei trattato un po di più per risparmiare qualcosa. A questo link trovi il succitato catalogo liberamente consultabile: https://www.cartamonetaitaliana.com/museo/?position=73&banconota=100 lire Barbetti Grande B con Matrice Laterale Testina Decreto Piccolo suggerimento tecnico: ho visto che le tue foto hanno una tonalità calda. Dovresti ricalibrare il bianco, così da conferire ai tuoi scatti colori naturali, che in ambito valutativo della cartamoneta è un fattore rilevante. un saluto, Fabrizio
    3 punti
  38. Buongiorno @fatantony Se hai sborsato 30 euro ed é quello che cercavi, non hai fatto male. La moneta anche secondo me é in conservazione MB. Dalle foto sembra pulita in modo un po aggressivo, si vedono righe.... Ha comunque un bel contorno, (mi sembra di vedere solo una imperfezione ad D/ a ore 4) usura omogenea e non ha macchie. Con conservazioni cosí basse, probabilmente in futuro ti verrà voglia di sostituirla, ma per ora in collezione c'é... Saluti
    3 punti
  39. Riprendo questa vecchia discussione per segnalare il libro Un confine per il Papa (2009), di Tullio Aebischer. E' un trattato molto ben documentato, frutto di anni di ricerche, che parla della della nascita dello stato vaticano (compresa tutta la faccenda della debellatio o meno dello Stato Pontificio di cui abbiamo discusso qui) ma, cosa molto rara, è anche e soprattutto uno studio tecnico dettagliato sui confini del Vaticano, con tutte le problematiche vecchie e recenti che li riguardano. Per cultori della questione vaticana e appassionati di confinologia. Ho iniziato a leggerlo da poco e nonostante in passato mi sia dedicato un po' anch'io a questo tema ho già scoperto alcune cose interessanti che non sapevo.
    3 punti
  40. Non credo, sembra uno degli svarioni / varianti dei 4 tornesi. In foto quattro dei miei: "Corretto" (T4), 4 rovesciato (2x) e 4T. I 4 rovesciati sono presenti sul Montenegro mentre il 4T no.
    3 punti
  41. Confermo, ricordavo bene, il francobollo fa parte di una serie di 11 valori ed è stato emesso 1.5.1924 e nel nostro caso ha il facciale da 25 Groszy, 1/4 di Zloty saluti
    3 punti
  42. Buongiorno a tutti, sono passati 10 anni giusti, ma volevo comunque aggiungere il mio contributo fotografico di un recente acquisto che mi sono divertito a fotografare. Una moneta non perfetta, ma comunque, per me, molto affascinante. Poi i graffi che si evidenziano dalla foto ravvicinata, quasi non si vedono in mano. Non aggiungo altro, mi sono limitato a leggere i diversi e interessanti contributi.
    3 punti
  43. Complimenti a tutti per le bellissime monete 😃😃😃
    3 punti
  44. Quando ero molto più giovane ho parlato con un vecchio commerciante di un caso simile dove una moneta in asta aveva raggiunto un prezzo incredibile. Io dissi che probabilmente due ricchi collezionisti si erano contesi la moneta. "Due?" mi chiede il commerciante "uno, ne basta uno..." 😉 Arka # slow numismatics
    3 punti
  45. È imbarazzante, questa moneta
    3 punti
  46. Grazie mille buona giornata
    2 punti
  47. Mi sembra doveroso fare un po' di chiarezza. In primo luogo, ricordate che la distinzione fra repubblica e impero è moderna. Per i Romani il loro stato era e rimase "res publica". In questo contesto, noi definiamo "imperiali" le monete emesse a partire dalla riforma adottata su iniziativa di Ottaviano (futuro Augusto) in poi. Prima di essa, le monete sono definite repubblicane. Tanto premesso, occorre considerare che durante la repubblica le monete erano emesse sulla base di una procedura che non ci è nota nel dettaglio, ma comunque comprendeva l'autorizzazione del Senato e l'intervento di magistrati ad hoc, detti "tresviri A.A.A.F."
    2 punti
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