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  1. CARTA ARCHEOLOGICA ONLINE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA, a cura della Società friulana di Archeologia www.archeocartafvg.it
  2. Sulla falsariga della discussione che ho aperto nella sezione di Venezia, ho pensato di aprirne una anche qui riguardante le motivazioni e i modi per collezionare le zecche minori del Triveneto. Tra le motivazioni anche in questo caso c'è in primis un legame fortissimo con la storia locale. La maggior parte di questa collezione si colloca nel medioevo che nel nord-est è stato ricco di avvenimenti politici, bellici e sociali. Chi vive in una città del Veneto, del Friuli, del Trentino e del Sud Tirolo camminando trova ad ogni passo un pezzo di storia medievale. La struttura di molte città della zona è rimasta quella dell'epoca. Le mura circondano ancora molti di questi luoghi in ricordo delle lotte anche feroci che interessarono questi territori. E le monete ne sono una testimonianza viva. Il secondo aspetto che vorrei ricordare è quello artistico. E qui parliamo soprattutto delle zecche di Aquileia e Trieste. Le monete del periodo scodellato del XIII secolo sono tra le più belle rappresentazioni dell'arte incisoria in assoluto. Uniscono le doti artistiche italiche con quelle germaniche e danno luogo a piccoli capolavori. Un terzo aspetto da prendere in considerazione è la storia della politica monetaria. Questa è interessantissima nella monetazione di Francesco I da Carrara. Collezionando e studiando le sue monete si scoprono guerre monetarie, inflazione, corsi forzosi, imitazioni e altri trucchi che servivano al signore di Padova per finanziare le sue guerre con Venezia. Discorso simile si può fare per gli Scaligeri di Verona. Per quanto riguarda i modi di collezionare, ovviamente il primo è quello di collezionare le monete di una zecca. Nel caso di zecche che hanno emesso poche monete si può cominciare a raccoglire le varianti. E' una collezione molto specialistica, ma di grande soddisfazione. Poi si può collezionare una moneta per tipo. Ricordo che tutto il Triveneto era un'unica area monetaria e le monete di tutte le zecche circolavano in tutto il territorio, anche se alcuni piedi di riferimento erano differenti. Si può anche specializzarsi in un'unica moneta, ad esempio il grosso aquilino. La sua coniazione iniziò a Merano, ma ebbe enorme fortuna e molte zecche ne coniarono per conto proprio. E così via... Ovviamente ognuno poi deve trovare il proprio modo di formare la collezione. Una cosa è sicura. Non si annoierà mai. Soprattutto se lega la numismatica con la storia... Arka Diligite iustitiam
  3. La collina del Castello di Udine non è naturale ed è stata realizzata più di 3 mila anni fa: è il tumulo più grande d’Europa La leggenda narra che fu costruita dai guerrieri di Attila per fargli vedere l’incendio di Aquileia 07 Aprile 2022 alle 13:253 minuti di lettura UDINE. Stanno portando a inaspettate conclusioni le indagini archeologiche sul colle del Castello di Udine, eseguite nell’ambito della progettazione commissionata dal Comune per la realizzazione di due ascensori per l’accesso al piazzale sommitale del colle: è stato accertato che si tratta di una collina totalmente artificiale, realizzata in epoca pre-romana, probabilmente tra 3500 e 3000 anni fa, durante l'età del Bronzo. Il centro di Udine in un Modello digitale del terreno (DTM) ottenuto da altimetria laser aviotrasportata (Lidar). In questa elaborazione sono stati eliminati gli edifici e la vegetazione, rendendo evidente la morfologia del terreno. Si nota come il colle su cui si trova il castello sia un elemento anomalo in quanto si erge isolato in mezzo alla pianura. Gli fa riscontro l’ampia depressione in cui si trova Piazza I Maggio, da cui probabilmente sono state cavate buona parte delle ghiaie con cui è stata fatta la collina. [Immagine Dipartimento di Geoscienze Padova] La realizzazione di un sondaggio stratigrafico era stata avviata lo scorso anno quando, a seguito di indagini geofisiche preliminari eseguite dal dottor Sandro Veronese su prescrizione della Soprintendenza, si erano individuate strutture medievali e rinascimentali. Hanno fatto seguito nei mesi scorsi varie analisi archeologiche e geotecniche, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, e indagini geognostiche, tuttora in corso, volte ad analizzare in dettaglio gli aspetti stratigrafici, paleoambientali e cronologici. Tali indagini sono coordinate da Alessandro Fontana, professore di geomorfologia del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, in collaborazione con i Musei di Udine, nell’ambito del progetto “Archeologia Urbana a Udine”, voluto dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Udine. Il colle non è naturale Le ricerche finora realizzate hanno documentato che gli strati e le argille che costituiscono il colle non sono disposti secondo una sequenza naturale, ma sono stati invece accumulati artificialmente e che il materiale di riporto proviene in larga parte dalla zona che ora corrisponde a Piazza I Maggio. Le nuove informazioni, unite alla re-interpretazione dei dati precedenti, dimostrano che il colle di Udine è quello che in linguaggio archeologico viene chiamato “mound”, ossia un rilievo costruito dall’uomo. Già nelle fasi iniziali il tumulo raggiungeva probabilmente quasi 30 m di altezza e aveva un volume superiore a 400.000 m3, presentando dimensioni comparabili a quelle odierne. Foto dello scavo archeologico sulla cima del colle di Udine (dicembre 2021). L’alternanza di ghiaie e terra di colore arancio in primo piano corrisponde al riporto di epoca protostorica, su cui poggiano le mura medievali e rinascimentali. Sullo sfondo la sottostante Piazza I Maggio La scoperta dunque è straordinaria, in quanto il colle artificiale di Udine costituisce un unicum, senza confronti in Italia ed è probabilmente il più grande di tutta Europa. Questa rivelazione rappresenta un significativo e inaspettato avanzamento riguardo le nostre conoscenze delle capacità progettuali e realizzative delle comunità protostoriche e apre significative prospettive nella ricerca sia in ambito nazionale che europeo. Interessante è stato inoltre poter rilevare che la tecnica adottata per la realizzazione del tumulo è la medesima impiegata durante l’età del Bronzo e del Ferro nel resto della pianura friulana per edificare gli argini difensivi (aggeri) che proteggevano i villaggi fortificati chiamati “castellieri”. Tra il 1400 e il 950 a.C. Udine infatti era sede del più grande di questi castellieri friulani, con un’estensione massima di quasi 20 ettari, e all’epoca era quindi il centro di riferimento principale. Al momento rimane incerta la funzione di questa collina di enormi dimensioni, visibile da buona parte della pianura: indubbia è la sua monumentalità, a probabile celebrazione della grandezza della comunità protostorica locale. Le ricerche in corso stanno cercando di raccogliere informazioni utili a capire se potesse avere altre finalità oltre a quelle già individuate. La leggenda popolare e i soldati di Attila Quanto emerso sembra anche ricollegarsi alla leggenda popolare, secondo cui la collina era stata realizzata dai soldati di Attila nella metà del V sec. d.C. affinché egli potesse vedere l’incendio di Aquileia da loro conquistata. Nella tradizione popolare è rimasto quindi il ricordo ancestrale di un’opera artificiale antica, ma il passare dei secoli ne ha alterato la memoria. Questa scoperta scientifica rappresenta il frutto della solida collaborazione che nel corso degli ultimi anni si è instaurata fra la Soprintendenza ABAP FVG e il Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, tramite la quale i geologi dell’università affiancano gli archeologi che si trovano a operare negli scavi di emergenza diretti dalla Soprintendenza. Attualmente, con un proprio finanziamento, la Soprintendenza sta proseguendo le ricerche tramite alcuni nuovi carotaggi profondi, che permetteranno di valutare definitivamente la vera entità del mound protostorico e che forniranno ulteriori dati per precisarne le eventuali differenti fasi costruttive e le attività che potevano venire effettuate sul colle in epoca antica. Si tratta di informazioni necessarie per svolgere al meglio la funzione di tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico della città di Udine da parte della Soprintendenza. Foto dello scavo archeologico sulla parte sommitale del colle (dicembre 2021). Gli archeologi stanno lavorando sul riporto artificiale di ghiaie e argille costruito in epoca protostorica. Le mura sono di età medievale e rinascimentale. Sullo sfondo il castello di Udine; Piena soddisfazione per i risultati della ricerca è stata espressa da Pietro Fontanini, Sindaco del Comune di Udine, impegnato in prima linea nella valorizzazione della città: “La collaborazione e il sostegno economico finora garantito alle ricerche archeologiche in città sono il segno tangibile dell’impegno della mia amministrazione nella ricostruzione della storia urbana sin dalla sua origine. Con questo intento abbiamo fin da subito coinvolto i nostri musei, chiedendo loro di coordinare, di concerto con la Soprintendenza e con la collaborazione di numerosi enti e istituti di ricerca, una ricostruzione storica e scientifica degli esiti di trent’anni di scavi archeologici, spesso ancora del tutto inediti, commissionando ricerche di dettaglio e analisi tecnico-scientifiche. Il fine ultimo – ricorda il Sindaco Pietro Fontanini – è quello di offrire per la prima volta un quadro aggiornato della nostra storia”. “Questa importante scoperta dimostra quanto l’instaurarsi di collaborazioni fra enti di ricerca e istituzioni possa portare a risultati proficui per il territorio e la comunità. – afferma la Soprintendente Simonetta Bonomi – Attendiamo ora con impazienza i risultati delle indagini in corso, fiduciosi che porteranno incisivi elementi di comprensione per lo studio della città di Udine e della sua importanza fin dalla protostoria sul territorio”. https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2022/04/07/news/la_collina_del_castello_di_udine_non_e_naturale_ed_e_stata_realizzata_piu_di_3_mila_anni_fa_e_il_tumulo_piu_grande_deuropa-3172514/
  4. ARES III

    Riemergono dei reperti a Trieste

    A sinistra gli scavi in piazza Repubblica, a destra il materiale rinvenuto TRIESTE Alcune testimonianze della Trieste antica sono emerse in piazza della Repubblica, in corrispondenza di via Mazzini, nel corso degli scavi condotti da AcegasApsAmga per la riparazione della condotta della rete idrica esplosa domenica pomeriggio, con il conseguente allagamento di tutta la zona circostante. L’investigazione archeologica Ne dà notizia la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio Fvg, che in accordo con la stessa Acegas ha coordinato le verifiche archeologiche necessarie, per le quali è stata incaricata la ditta archeologica Archeotest srl, che ha svolto il controllo dello scavo e gli opportuni approfondimenti stratigrafici. “I lavori condotti in stretta sinergia hanno permesso di realizzare un’investigazione archeologica mirata, senza incidere – assicura la stessa Soprintendenza in una nota - sui tempi tecnici necessari all’intervento di messa in sicurezza e di ripristino dell’area”. Tempi tecnici che sono stimati all’incirca in una settimana di lavoro. I reperti rinvenuti Le indagini hanno rivelato la presenza di “strutture e materiali archeologici, tra i quali frammenti di intonaco dipinto, di anfore, ceramica sigillata e laterizi, databili in via preliminare al IV-V secolo d.C. Il livello individuato, di frequentazione tardoantica o successiva, ricopre uno strato di distruzione con tracce della precedente occupazione di età romana. Questi ritrovamenti possono essere messi in relazione con quanto emerso all’inizio del Novecento tra via Santa Caterina e il “Palazzo della Ras.”: tracce di una strada lastricata in arenaria, resti di un edificio di culto dedicato alla Bona Dea e di abitazioni con pavimenti a mosaico e in cocciopesto, tutti riferibili all’età romana”. Un tassello di Tergeste Le verifiche archeologiche condotte in questi giorni in via Mazzini, seppure in un cantiere di difficile gestione e in un contesto stratigrafico fortemente rimaneggiato da precedenti lavori per la realizzazione di reti di servizi e altre infrastrutture, permettono dunque di aggiungere un importante tassello nella comprensione della Tergeste antica. “I dati emersi infatti confermano la presenza di una stratigrafia archeologica ancora ben conservata pertinente all’insediamento di età romana, tardoantica e medievale in aree dove a seguito dei lavori di urbanizzazione della città moderna, susseguitesi a partire dall’Ottocento, si pensava perduta ogni traccia del passato". La collaborazione tra i due enti “La collaborazione tra i diversi enti – si legge nella nota – conferma come sia possibile dimostrare in un campo seppur molto complesso, come quello dell’archeologia urbana, attenzione e rispetto per il territorio e la sua storia celata nel sottosuolo, senza andare a discapito dell’efficienza e delle tempistiche degli interventi, anche quelli d’urgenza, fornendo un’importantissima occasione per la ricostruzione del passato. Il rapporto di cooperazione tra la Soprintendenza e AcegasApsAmga è infatti attivo da tempo e negli ultimi anni ha già permesso di svelare numerosi ritrovamenti archeologici nel centro storico triestino, come avvenuto per gli scavi in via San Michele o in via del Castello nel 2021”. https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2023/05/11/news/allagamento_piazza_repubblica_trieste_scoperta_archeologica-12800079/
  5. ARES III

    Struttura misteriosa in Friuli ?

    Scavi per la fibra ottica in Friuli Venezia Giulia. Trovata una singolare struttura antica. Cos’é? e metti Mi Piace alla pagina di Stile Arte Una singolare scoperta è stata compiuta, in queste ore, in Friuli Venezia Giulia, nel corso degli scavi per l’installazione della fibra ottica. Dallo scavo è emerso un manufatto antico di difficile lettura. Torreano è un comune di 2.060 abitanti del Friuli-Venezia Giulia, in provincia di Udine. Il ritrovamento è stato pubblicamente segnalato da Ivano Dorbolo‘, apprezzato progettista, studioso di storia e di archeologia, amministratore del gruppo “Valli del Natisone – Ricerche ed indagini archeologiche“. @ Foto Ivano Dorbolo’ “Nei giorni scorsi durante gli scavi per la posa della fibra ottica, è emerso questo strano manufatto in pietra. – dice Ivano Dorbolo‘ – I lavori sono stati subito fermati, e l’archeologo che segue costantemente il cantiere, ha subito avvisato la Soprintendenza Regionale. Mi sono recato anche io sul posto a vedere in quanto, dalle foto che mi hanno inviato, sembrava potesse trattarsi di un’antica sepoltura. Arrivato sul posto ho parlato con l’archeologo che sta effettuando i rilievi il quale, dopo aver scavato una parte dell’interno di questa specie di contenitore, ha constatato purtroppo l’assenza di tracce di sepoltura, ma solamente la presenza di terreno limaccioso, tipico dei corsi d’acqua”. @ Foto Ivano Dorbolo’ “Con molta probabilità – prosegue Dorbolo‘ – dovrebbe quindi trattarsi di un vecchio attraversamento carrabile, realizzato probabilmente per oltrepassare un antico corso d’acqua. (il quale doveva scorrere sotto l’attuale strada asfalta) Molto difficile dare una datazione a questa scoperta ma, visto il peso e le dimensioni dell grandi pietre utilizzate, doveva sicuramente trattarsi di un opera di una certa importanza, e non semplicemente di un attraversamento agricolo, opera di qualche contadino. Dopo le opportune verifche sul posto, mi è stato riferito che i lavori sono proseguiti, ed il manufatto è stato ricoperto senza però modificarlo o alterarlo”. https://www.stilearte.it/scavi-per-la-fibra-ottica-in-friuli-venezia-giulia-trovata-una-singolare-struttura-antica-cose/
  6. Nel 1500 l’ultimo conte Leonardo morì nella città di Lienz senza discendenti, e per sua volontà lasciò in eredità la Contea di Gorizia all’Imperatore Massimiliano I d’Asburgo, che emise a Lienz diverse tipologie monetarie tra cui i Kreuzer. (L. Passera Bollettino di numismatica) In arrivo: Impero Asburgico (Gorizia) Massimiliano d’Asburgo (1500 - 1519) zecca:Lienz Kreuzer D/ +COMES✿GORICIE Scudo trinciato con leone andante e 2 fasce R/ ARCH DVX✿ ILLV TRIS Doppia croce tirolina BiBlioGrafia: Egg 1971, p. 174, gruppo A ✿ Monetiere Benedikt Burkhart, il cui lavoro per la zecca di Lienz è contraddistinto dall’interpunzione a fiore (fino al 1508)
  7. Piccole varianti nel disegno presenti in alcuni denari del patriarca Raimondo della Torre (1273-1298) presenti sul denaro classificato da Giulio Bernardi al n° 31 la prima immagine tratta dall'asta Roma Numismatics Ltd XI presenta dei globetti a Sx/Dx, sotto e sopra la croce la seconda immagine tratta dal noto sito Pareri?
  8. Eugenio 85

    identificazione votiva

    Buonasera, potreste aiutarmi con identificazione di questa votiva? Soggetti rappresentati e periodo storico? - Grazie mille
  9. Illyricum65

    Mostra "Oltre Aquileia"

    Buongiorno, il Museo Scientifico Speleologico di Borgo Grotta Gigante/Brisciki presso Sgonico/Zgonik (TS) https://www.grottagigante.it/museo/ da ieri ospita la mostra “Oltre Aquileia”. Nonostante il titolo si riferisca a ad Aquileia la mostra indica l’avanzata dell’Impero Romano verso est e quindi la prima romanizzazione di una macroarea che comprende la Venezia Giulia e il Carso inteso come territorio nella sua integrità, quindi anche extrafrontaliero. Sappiamo dalle fonti storiche latine che una tribù locale non meglio specificata (Taurisci? Scordisci? Norici?) nel 186 a.C. creò un oppidum nell’area friulana (dodicimila Galli Transalpini transgressi in Venetiam) scatenando la reazione del Senato romano che considerava l’area friulana fino alle Alpi Giulie formalmente sotto il proprio controllo, seppure non facente parte del territorio romano vero e proprio fino a quel momento. Nel 181 in conseguenza di tale azione e dopo l’abbandono dell’oppidum vi fu la fondazione della colonia di Aquileia a controllo dell’area e tre anni dopo vi fu la prima campagna militare per la conquista della Venezia Giulia e dell’Histria, non senza il contributo da parte di tribù indigene che appoggiarono, in qualità di truppe ausiliarie guidate da Catmelus (Ab eadem regione mille ferme passuum castra erant Gallorum; Catmelus pro regulo praeerat tribus haud amplius milibus armatorum. Livio, 41.1.8), le due Legioni inviate. Successivamente l’area fu conquistata e la conquista territoriale di rivolse verso i territori interni, fino a raggiungere, per passi successivi, il limite naturale costituito dal Danubio ma ebbe funzione di frontiera e fu oggetto di eventi bellici fino alle guerre illiriche di Ottaviano (35 a.C. circa). La mostra presenta materiali rinvenuti in questi ultimi anni durante le ricerche cui ho contribuito (sia sul campo che nell’esecuzione dei disegni dei materiali) che hanno permesso di fare un po’ di luce su queste lontane vicende (pur permanendo molti punti poco chiari). Altri manufatti provengono da siti sloveni come quello di Grad presso Smihel, ai piedi del passo alla base del Monte Nanos/Okra, insediamento indigeno fortificato d’altura che fu oggetto di un attacco romano con conseguente sua distruzione ed abbandono in loco di numerosi pila (alcuni dei quali esposti) utilizzati durante l’assalto (tra i quali alcuni di tipo incendiario). ( http://av.zrc-sazu.si/pdf/53/av_53_horvat.pdf ) Sono presenti alcune monete trovate nei siti triestini oggetto di recenti indagini (Monte San Rocco/Koromacno, Grociana Piccola/Mala Grocijanica e strada romana tra Basovizza e Pese) e una bacheca presenta una raccolta dei tipi più comuni nel periodo 200-0 a.C. sia in bronzo che in argento; tra questi ultimi il “famoso” denario EID MAR che celebra Brutus e i cesaricidi e presenta a rovescio il tipico pugio, il pugnale che campeggia a sua volta in un’altra teca, proveniente da Sevegliano (UD) e nel manifesto della mostra stessa. La ricerca ha avuto un respiro transfrontaliero con contributi da parte di studiosi, strutture istituzionali di ricerca/studio, sponsor e appassionati italiani e sloveni. Il catalogo della mostra è già consultabile sul sito https://oltreaquileia.it/ e successivamente, per agevolare la diffusione dei contenuti, sarà anche scaricabile on line free tra una quindicina di giorni (in quanto non ancora completo come contributi). La mostra sarà visitabile fino al 28 febbraio 2022. Buona giornata Illyricum
  10. Aquileia Bertrand de Saint Genies (1334 - 1350). Denaro Bernardi 47 variante (inedita?) grammi 0,97 BERTR-AnDVS·//+AQVIL-EGEnS· Al dritto si nota chiaramente la mancanza della parte finale della legenda ......AnDVS. P. Ne il libro di Giulio. ne i precedenti lo citano. Avete notizie in merito? grazie
  11. Bradi

    Medaglia tiro a segno

    Buonasera a tutti, Un mio amico mi ha inviato le foto di qst medaglia. Chi sa darmi info in merito? Grazie Marco
  12. Denisq

    Medaglie al valore

    Buongiorno spero di aver aperto la richiesta nella sezione giusta. Ho un quadretto con medaglie al calore guerra in etiopia del ‘40 e ‘43. Volevo capire quale potesse essere il valore. Grazie
  13. in arrivo : (grazie mille @volesonensis) Trieste LEONARDO 1231-1233 Denaro (pesante tosatura) LЄONAR DVS · Є · P : CIVITAS TЄRCЄS : Vescovo seduto di fronte con pastorale e libro chiuso. Rv. Santo nimbato con libro su petto e palma, accostato dalle mura della città con due torri con cupole. Bernardi L / Paolucci 6
  14. Buongiorno, recentemente comprando un lotto ad un mercatino della mia zona e mi sono imbattuto in quest’oggetto. Ho pensato a un peso mentale ma la forma mi pare troppo particolare. Sembra anche reciso da un lato. Ho ipotizzato anche qualche timbro per arma da guerra. Ma non ho trovato riscontri su internet. Non riesco proprio a venirne a capo ? le dimensioni sono: lunghezza 35mm, larghezza 18mm, spessore 5mm e peso 18,965g. Dalla parte superiore sono presenti i numeri 12 457 e il simbolo di una corona che racchiude due I (almeno sembra) e un puntino sulla destra. Mentre sul retro c’è II e un 68. Avete qualche idea di cosa possa essere ? Grazie a chiunque rispondera ! SavioLeBon
  15. Buonasera, cosa identificava questa medaglia? COMUNE DI UDINE 1935 CAT. I N. 40 gr. 4,33 cm 2,2 x 2,2 Bordo rigato, materiale ottone(?) Grazie a chi mi darà una dritta
  16. Eccomi al secondo quesito, spero più semplice del primo... Sono in possesso di una medaglia (o almeno credo si chiami così) del Duce, cercando sulla rete ne ho trovate di molto simili ma nessuna uguale, qualcuno mi può spiegare il perché? Mi potreste dare qualche informazione al riguardo? Grazie
  17. Chris.x

    Distintivi epoca fascista?

    Buongiorno a tutti, eccomi al mio primo quesito: Anni fa una prozia mi lasciò qualche medaglia e qualche distintivo di epoca fascista, tenuti gelosamente chiusi in un cassetto finché ha potuto, io dopo varie ricerche sono riuscito a dare un nome e uno "scopo" a tutti quanti fuorché a questi 2, qualcuno mi può aiutare? Non mi interessa il valore commerciale ma solamente la loro storia, grazie
  18. Buongiorno, immediato retroterra di terre confine, il Friuli è sempre stato oggetto di invasioni sia da Nord che da Oriente. Una volta superate le barriere orografiche costituite dalle Alpi, si apriva all’invasore di turno una vasta pianura coltivata e non troppo difesa. Verso la fine del 1400 il territorio fu interessato da ben sette scorrerie di fantesche turche provenienti dai Balcani (periodo 1470-1499) che trovarono resistenza nella fortezza di Gradisca (1474), mentre le opere difensive di Osoppo e Chiusaforte non riuscirono a fermare le incursioni; Cividale era cinta da mura medioevali inadeguate alla difesa da armi da fuoco mentre la fortezza di Marano si limitava ad vigilare su un possibile sbarco in quel tratto di costa; l’unico baluardo possibile era costituito da Udine, con la sua cinta muraria. In questo quadro difensivo scadente nei confronti dei Turchi provenienti dalla Bosnia, si rese necessaria la costruzione di una fortezza adeguata alle tecniche difensive del periodo: Palma (così chiamata in riferimento alla vittoria di Lepanto, il suffisso “-nova” è di epoca napoleonica). Si tratta di una parte di Storia poco nota ai più rispetto ai grandi eventi del periodo ma di notevole importanza per la Storia di questi territori. PS: benchè considerati generalmente “Turchi” in realtà si trattava di truppe di cavalleria leggera di fede musulmana di origine balcanica (Albanesi, Croati, Serbi, Macedoni, Ungheresi e Bosgnacchi [=Bosniaci]) Di seguito riporto il link di questo filmato che tratta dell’invasione del 1499. Ciao Illyricum
  19. Buongiorno, è uscito recentemente su una rivista scientifica internazionale l’articolo “Protohistoric pastoral landscape in northern Istria revealed by airborne LiDAR: hill forts, enclosures and long linear walls in the Mali Kras plateau (southwestern Slovenia)” che analizza una serie di evidenze strutturali (lineari, rotonde o subquadrate) scoperte in seguito all’ispezione LiDAR (e seguite da ispezioni sul terreno) della piattaforma comprendente il Monte Carso (Mali Kras). L’evidenza che sembra prendere forza (confermata dall’analisi dei materiali ceramici rinvenuti) è che esse siano collegate a episodi legati all’attività pastorale e di sistemazione territoriale riferibile agli abitati protostorico presenti dell’area e databili all’Età del Bronzo Medio-Recente, analogamente a quanto osservato nell’area alpina nel periodo coevo. Incredibilmente le evidenze archeologiche, per quanto abbastanza labili, si sono mantenute fino ai giorni odierni indicando un utilizzo del territorio non invasivo e un impatto antropico non intensivo (per quanto l’area sia stata come detto sede di più abitati protostorici e soggetta a frequentazione anche in epoca romana). https://www.academia.edu/43703392/Protohistoric_pastoral_landscape_in_northern_Istria_revealed_by_airborne_LiDAR_hill_forts_enclosures_and_long_linear_walls_in_the_Mali_Kras_plateau_southwestern_Slovenia_ Bernardini et al 2020_Article_ProtohistoricPastoralLandscape.pdf Questo altipiano si trova subito dopo l'ex confine con la Slovenia ed è stato sede di più abitati protostorici e di presenze romane. Per dirla tutta dalla descrizione di Tito Livio in Ab Urbe Condita relativa alle guerre istriane sarebbe quell' "alta rupe" dove si nascondevano i guerrieri delle popolazioni autoctone, nell'attesa di attaccare il campo base romano, sorto su un colle nella valle sottostante l'altipiano stesso. Il nucleo dei ricercatori è lo stesso con il quale collaboro in altri progetti di ricerca. Saluti Illyricum PS: non so perchè ma nel tentativo di allegare il pdf dell'articolo ho cancellato erroneamente il precedente inserimento.
  20. gpittini

    Pellegrinaggio a Redipuglia

    DE GREGE EPICURI La medaglia ricorda uno specifico "pellegrinaggio a Redipugla", quello del 4.11.1952, e si cita una precisa volontà del Capo dello Stato, che era allora Luigi Einaudi (presidente dal 1948 al 1955); immagino che questa volontà riguardasse sia il pellegrinaggio, che la coniazione della medaglia. Al D, "Pellegrinaggio a Redipuglia, 4.11.1952", con la scalinata del sacrario e, sopra, i due stemmi di Trieste e (credo) Gorizia, col tricolore a smalto colorato. Al R, "Per volere-del Capo dello Stato-l'Italia memore-nel bronzo consacra-il nome dei suoi figli." Pesa 5,4 g. e misura 27 mm.
  21. "Ritrovamenti monetali età romana in Friuli Venezia Giulia." - G. Gorini View File Ritrovamenti monetali in Friuli Venezia Giulia. Submitter Illyricum65 Submitted 01/05/2020 Categoria Monete Antiche  
  22. Buongiorno ragazzi, ho questa medaglia, qualcuno di voi mi può aiutare a identificarla grazie, saluti Enki
  23. Vivo in Ucraina. Offro questa moneta molto rara per scambio o vendita.
  24. DE GREGE EPICURI A Cargnacco (Udine) esiste il Tempio del Soldato Ignoto, in rapporto con la Campagna di Russia del 1942. Nel 1992, a cura della Sezione Friulana dell'UNIRR (Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia) è stata coniata questa medaglia. Il mio esemplare è in metallo bianco, pesa 25,3 g. e misura 35 mm.
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