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Risposte migliori

Inviato

Vi propongo un Tallero di Umberto I che ho in collezione da vari anni , mi piacerebbe sapere vs. parere, mi ha sempre incuriosito il fatto che tale moneta non ebbe successo nelle nostre colonie ove era quasi l'unica moneta ammessa dai locali in quanto pur essendo molto somigliante a quello di Maria Teresa era mancante di un bottone zigrinato dal quale i locali ne saggiavano l'autenticità.

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Inviato (modificato)

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Modificato da duesicilie

Inviato

Non l' autenticità, ma il grado di usura. Si assicuravano così che i talleri non fossero sottopeso per eccesso di circolazione. Nel 1918 i talleri di Maria Teresa circolavano già da 138 anni.


Inviato (modificato)

OK, scusa ma non sono d'accordo in quanto allora non dovevano essere accettati nemmeno quelli di Maria Teresa se avevano una certa usura e ciò non penso avvenisse, inoltre nella letteratura si parla appunto della autenticità. Mi sono accorto del refuso, il tallero postato è quello di V.E.III e non quello di Umberto I che fu anch'esso rifiutato dalla popolazione locale. In questo II caso non vennero accettate per la diversa iconografia del ritratto, quello di Umberto I al posto della giunonica Maria Teresa, quindi anche in questo caso per una mancanza di fiducia nell'autenticità della moneta. Mi vengono in mente anche le monete che venivano tosate nel medioevo e non per questo non venivano accettate, per cui se dei talleri di Maria Teresa avevano il bottone usurato, venivano comunque spesi, in quanto questa moneta veniva usata appunto da 138 anni per la spesa quotidiana e la circolazione comune e servivano quindi anche per il sostentamento quotidiano della popolazione, ergo ne saggiavano l'autenticità piuttosto che l'usura e per questo motivo non ebbero successo. E per ultimo mi viene in mente che il suddetto tallero arrivava nelle colonie in F.D.C. se non erro ma nonostante ciò, cioè vedendo che la moneta era per niente usurata, non veniva accettata lo stesso.

Modificato da duesicilie

Inviato

Questo però è il tallero Italicum del 1918

Il regnante in questione era Vittorio Emanuele III°

I talleri di Umberto I° hanno data 1891 e 1896.


Supporter
Inviato

In realtà il profilo che si utilizzò per il dritto, non era altro che il profilo del tallero per il levante coniato dalla repubblica di venezia a partire dal 1756, per contrastare l'egemonia dei talleri di Maria Teresa. la moneta venne coniata somigliante al tallero di Maria Teresa e, nonostante tutto, pare che l'operazione riuscì e la moneta fu ben accetta, anche se non sostituì il tallero di M.Teresa.

150 anni dopo, al contrario, le stesse monete, non vennerò assolutamente accettate dalla popolazione che, nei decenni, aveva perso memoria della moneta veneziana.


Inviato

Grazie Ricca, ma se leggi la mia risposta mi ero accorto già del refuso.


Inviato

Grazie azaad della risposta che trovo esaustiva e convincente.


Supporter
Inviato (modificato)

ti ringrazio,

Purtroppo nel catalogo di lamoneta queste monete non sono ancora inserite, si può leggere qualche notizia in questo sito:

https://sites.google.com/site/moneteedintorni/monete-di-venezia-tallero-per-il-levante

Modificato da azaad

Inviato

Cmq sulla storia del bottone ha perfettamente ragione Nakona: esso veniva usato per verificare lo stato di usura della moneta, che proprio per questo non veniva accettata dai locali nel caso il bottone fosse troppo evanescente (e quindi la moneta fosse troppo calante di peso: non dimentichiamoci che se questa moneta ha circolato per secoli è proprio perchè coniata in buon argento, non circolava di certo a valore fiduciario). La storia per cui il bottone sarebbe servito a controllare l'autenticità è abbastanza bizzarra, visto che non vedo come quel bottone potesse servire a certificare o meno la genuinità della moneta!

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Inviato (modificato)

OK, comunque non si spiega come mai venivano accettate quelle veneziane che pur non avevavano il bottone, certamente serviva per vedere lo stato di usura della moneta, ma non credo che questa non fosse accettata per questo motivo, allora anche le monete usurate di altro tipo non dovrebbeero esere accettate, ritengo invece che comunque le monete erano accettate anche se con rilievo della stessa usurato, ma comunque visibile, altrimenti la maggior parte di esse sarebbero soparse nel corso del tempo e inoltre i locali non avrebbero avuto di che sopravvivere non avendo appunto moneta da spendere e poi dove andavano a finire le monmete non accettate?

Modificato da duesicilie

Inviato (modificato)

Mi viene in mente inoltre ciò che ho già scritto, come mai non venivano accettate nemmeno le monete che si vedevano bene non usurate perchè f.d.c. appena arrivate nelle colonie, per accertare ciò non c'era bisogno di nessun bottone. Il fatto è che essendo trascorsi 100 anni da quando avevano accettato le monete veneziane, erano abituati a vedere nel bottone un simbolo di autenticità, e non vedendolo le rifiutavano.

Modificato da duesicilie

Inviato

Grazie Ricca, ma se leggi la mia risposta mi ero accorto già del refuso.

Infatti, abbiamo risposto contemporaneamente.


Supporter
Inviato (modificato)

Per me semplicemente il tallero di Maria Teresa era un pezzo che nei decenni era riuscito a diventare ben noto e accettato da tutti. I locali dovendo scegliere tra il ben noto tallero di Maria teresa, ed un pezzo che non avevano mai visto prima, preferivano il primo.

Il discorso del bottone, a mio personalissimo parere, è vero solo in parte, a dispetto di quanto dica il Lanfranco. E' vero che i locali lo utilizzavano per vedere lo stato di consunzione della stessa, ma sicuramente, la nuova moneta poteva essere accettata indipendentemente dalla presenza o meno di bottoni. In Etiopia, l'imperatore Menelik , riuscì a coniare i suoi talleri, chiamati birr, che avevano lo stesso peso e circolavano coi talleri di Maria Teresa, e i locali, volenti o nolenti la accettarono.

In generale una moneta è ben accetta se vi è grande fiducia nell'autorità emittente (vedi per esempio gli zecchini e i talleri del levante veneziani)o un controllo economico e politico del territorio (vedi i birr etiopici).

Evidentemente almeno una di queste due condizioni mancava in Eritrea. (A mio parere mancavano tutte e due :blum: )

Modificato da azaad

Inviato (modificato)

Ok azaad la tua rieposta è da me condivisa in pieno grazie

Modificato da duesicilie

Inviato

Rimango in tema di Talleri, discostandomi leggermente dall'oggetto di discussione, solo per aggiungere una piccola nota che a taluni potrebbe risultare interessante, per altri "scontata". Spero non me ne vorrete...

Il bottone era usato per appurare il grado di usura del tondello e quindi per attribuirgli un valore, 'tastandolo' (che comunque si aggirava più o meno ad una cifra "x").

Si conoscono alcuni esemplari di Tallero di Maria Teresa, molto intaccati dalla circolazione e notevolmente consunti che, all'altezza del famoso "bottone", hanno dei piccoli fori (simili a quelli che può generare una "martellata di chiodo", giusto per render l'idea), quasi a voler (ri)creare "risalto" in quel punto, considerati come "tentativi di ingannare, al tatto, sul livello reale di consunzione del tondello"... (Preciso che vengono "considerati")

Con una attenta analisi si potrebbe anche stabilire se quei punti siano coevi o meno al periodo di circolazione, altro discorso è attribuirgli quella "funzione" al 100%... (Da fare ovviamente "caso per caso".)

Se sono andato OT, se ho annoiato, se ho detto cose scontate, se ho fatto qualche errore (sono col tablet) vi prego di farmelo notare ma non prendervela e di scusarmi. Saluti a tutti!


Supporter
Inviato

Rimango in tema di Talleri, discostandomi leggermente dall'oggetto di discussione, solo per aggiungere una piccola nota che a taluni potrebbe risultare interessante, per altri "scontata". Spero non me ne vorrete...

Il bottone era usato per appurare il grado di usura del tondello e quindi per attribuirgli un valore, 'tastandolo' (che comunque si aggirava più o meno ad una cifra "x").

Si conoscono alcuni esemplari di Tallero di Maria Teresa, molto intaccati dalla circolazione e notevolmente consunti che, all'altezza del famoso "bottone", hanno dei piccoli fori (simili a quelli che può generare una "martellata di chiodo", giusto per render l'idea), quasi a voler (ri)creare "risalto" in quel punto, considerati come "tentativi di ingannare, al tatto, sul livello reale di consunzione del tondello"... (Preciso che vengono "considerati")

Con una attenta analisi si potrebbe anche stabilire se quei punti siano coevi o meno al periodo di circolazione, altro discorso è attribuirgli quella "funzione" al 100%... (Da fare ovviamente "caso per caso".)

Se sono andato OT, se ho annoiato, se ho detto cose scontate, se ho fatto qualche errore (sono col tablet) vi prego di farmelo notare ma non prendervela e di scusarmi. Saluti a tutti!

Al contrario,

molto interessante, io non sapevo dei tentativi dei locali di mettere in risalto il bottone in qualunque modo ;)

Qualsiasi informazione e curiosità è sempre ben accetta, anzi, questo forum è stato creato proprio per questo :blum:. Condividere informazioni e curiosità legate alla storia e alla numismatica :good:


Inviato

Io sono dell'idea che le discussioni dobbiamo trasformarle noi in "stimolanti", e numismaticamente parlando, e per spingere i giovani (come me) ad assimilare quanto più possibile tutto quello che "si può dare"... Per questo motivo, ogni volta che riuscirò a contribuire, nel mio piccolo, lo farò...

Ti ringrazio per l'appoggio Azaad!!

  • Mi piace 1

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