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Postumo - Sesterzio o doppio Sesterzio?


Specialized65

Risposte migliori

Buonasera a tutti,

Vi sottopongo queste due monete che nel catalogo d'asta erano identificate nello stesso modo: Postumo (259-268). Sesterzio, Lugdunum, RIC 143 - C. 179

post-27607-0-70598800-1385050888_thumb.j gr. 23,48 - mm. 34,50

post-27607-0-85218900-1385051028_thumb.j gr. 18,35 - mm. 29,70

Considerando le sensibili differenze tra le due monete, in ordine al peso e al diametro, ho cercato un po' su internet ed ho visto che per Postumo esiste anche un doppio sesterzio. Si può legittimamente pensare che la prima moneta, visto il peso e il diametro maggiore, sia in effetti un doppio sesterzio? Il RIC identifica diversamente tale tipologia monetale? e in questo caso quale sarebbe l'identificazione della prima moneta? Il valore e la rarità delle due monete possono essere considerato sensibilmente diversi?

Grazie

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Quello però è laureato e piuttosto leggero...e l'AVG in esergo dove l'hanno visto?!?

Modificato da Specialized65
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Sempre su acsearch fai una ricerca http://www.acsearch.info/search.html?search=postumus++LAETITIA+&view_mode=0&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ol=1&sort=&c=&a=&l=

Li danno tutti come doppi sesterzi anche se il peso varia da 11g http://www.acsearch.info/record.html?id=576646

a 23g http://www.acsearch.info/record.html?id=625354

Dato come doppio sesterzio 30,5mm, 15,98g

421882.jpg

Dato come sesterzio 30,5mm, 18,48g

421885.jpg

Modificato da Alessandro0
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Mi sembra che ci sia una gran confusione.... Che senso ha, in un periodo in cui il valore intrinseco della moneta aveva un senso, avere due monete di uguale valore con pesi così diversi?!?

Qualcuno ha le idee chiare sull'argomento?

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Non credo che sia così ovvio e semplice se nel catalogo dell'asta dal quale ho citato i due esemplari del post iniziale erano identificati come sesterzi...attendiamo magari un parere da chi ha esperienza specifica...

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RIC

Sesterzi. Galea con quattro rematori se LAETITIA. Galea con tre o quattro rematori e qualche volta il timoniere per LAETITIA (o LAEITIA) AVG con o senza S C.

80694.jpg

Sono sesterzi anche quelli con il busto laureato (vedi sopra) o con l'elmo (credo si riferisca a questo sotto)

594154.jpg
360-9e08ee787d.jpg

Doppio Sesterzio

Galea con quattro o cinque rematori qualche volta con albero e vela per LAETITA AVG con o senza S C

365-d751424fbe.jpg

Modificato da Alessandro0
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"...largest pieces are probably double sestertii..."
Quindi il RIC ne fa una questione di dimensione e non di corona...
E allora ribadisco la mia domanda iniziale: la moneta da 34,5 mm è un doppio sesterzio e nel catalogo di quel l'asta era classificata erroneamente? Mentre quell'altra molto più piccola era correttamente classificata come sesterzio?

Modificato da Specialized65
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Che senso ha, in un periodo in cui il valore intrinseco della moneta aveva un senso

Il discorso non vale per il bronzo...all'epoca il valore delle monete enee era fiduciario, non era dato dal valore del metallo.

Alla metà del III secolo d.C., la situazione econimica era in condizioni critiche: Traiano Decio cercò di sistemare le cose in torno al 250 con una "riforma" in cui introduceva un nuovo nomiale (il doppio sesterzio) e ripristinava un vecchio nominale non più emesso, il semisse. Già in questo periodo il peso delle monete in bronzo è oscillante: facendo rapide ricerche nelle aste passate si può notare, ad esempio, che i dupondi di Decio e consorte hanno pesi che vanno dai 6,9 ai 13,5 grammi circa. Dopo il suo regno, ad ogni modo, sia il doppio sesterzio che il semisse non vennero più coniati e, inspiegabilmente, anche la coniazione del dupondio viene estremamente ridotta ( rarissimi i dupondi degli imperatori successivi).

Il doppio sesterzio viene ripristinato da Postumo e inserito nel circolante dell'Impero delle Gallie accanto al sesterzio: i grandi bronzi emessi nell'impero secessionista si dividono, infatti, tra quelli che hanno il busto dell'imperatore con corona laureata e quelli con corona radiata.

A mio avviso è questo ciò che si deve tenere in considerazione, non tanto le differenze di peso e/o modulo ( visto che già da almeno un decennio il peso dei nominali era molto fluttuante). Questa differenza era ben presente alla popolazione dell'epoca in quanto abbiamo alcuni sesterzi di Postumo con busto laureato a cui, sulla corona d'alloro, hanno sovrapposto ( per incisione o per mezzo di un punzone) una corona radiata, raddoppiando così il valore della moneta. Se la differenza si fosse basata solo sul peso, un'operazione del genere non avrebbe avuto significato...

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Quindi, ricapitolando:

  • secondo @@le90 le monete sono entrambe dei doppi sesterzi poiche entrambi radiati;
  • secondo il catalogo d'asta sono entrambi sesterzi;
  • secondo il RIC quello picolo è un sesterzio e quello grande probabilmente un doppio sesterzio.

Permettetemi di dire che la confusione regna sovrana.....

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in realtà la situazione non è per nulla chiara.

la monetazione bronzea di postumo non è così lineare.

tradizionalmente si è sempre presa la "corona" come elemento distintivo del doppio sesterzio.

tuttavia nel panorama di questi grandi (si fa per dire!) bronzi, bisogna fare i conti con una progressiva riduzione di modulo e peso e, parallelamente, con una produzione alquanto massiccia di monete fuse e/o coniate realizzate da officine semi-ufficiali.

E' piuttosto comune trovare "doppi sesterzi" di postumo dal diametro di 24-25 mm e dal peso di 5-6 grammi... questi come vanno classificati?

Erroneamente si è parlato anche di dupondi, taglio che molto probabilmente Postumo non utilizzò. Con buona probabilità sono da ricondurre al cosiddetto gruppo dei "doppi sesterzi", ma come spiegare l'elevata riduzione di peso e diametro?

Per quanto Postumo (e i centri di produzione non ufficiale) avessero introdotto il "doppio sesterzio" il cui valore era evidentemente di natura fiduciaria, è alquanto improbabile che un mercante, un contadino, un cittadino o un soldato accettasse di buon grado un doppio sesterzio pesante 6 grammi al posto di due sesterzi che, complessivamente, avrebbero pesato circa otto volte tanto.

Sicuramente nelle intenzioni di Postumo ci sarà stata a un certo punto la volontà di introdurre un nuovo tipo di moneta bronzea per svariati motivi (usare la medesima quantità di bronzo raddoppiandone il potere d'acquisto data la penuria/difficoltà di realizzare in breve tempo grossi approvvigionamenti di moneta, per esempio), tuttavia il sistema "sesterzio-doppio sesterzio" dev'essere in qualche modo saltato rapidamente o comunque dev'essersi evoluto verso altri tipi di rapporti. Se inizialmente, giocando sul valore fiduciario, poteva anche essere accettato negli scambi commerciali, con il proliferare dei bronzi d'imitazione di modulo e peso estremamente ridotti, il sistema per forza di cose è definitivamente saltato e, vuoi per prassi vuoi per scelte di politica economico-monetaria, si è creato un nuovo sistema di rapporti di valore. E qui la domanda si fa ovvia: che rapporti di valore sono sorti? Probabilmente di natura ponderale, sicuramente non basati sulla presenza/assenza della corona radiata in quanto a un certo punto della fase di produzione bronzea di Postumo si sarà avuto un sesterzio laureato pesante 4 volte un sesterzio radiato d'imitazione (prodotti in grossissime quantità) ed è quindi più che logico ritenere infondato che solo per un presunto valore fiduciario si potesse cambiare quest'ultimo con 3-4 sesterzi laureati che, una volta fusi, potevano "generare" 6-7 monete d'imitazione.

Senza contare che nella massa circolante ancora c'erano sesterzi dell'impero centrale dei secoli precedenti (non è infrequente ritrovarli ribatutti con i conii dei sesterzi di postumo, per esempio, oppure presenti nei ripostigli).

Sul fronte produttivo delle imitazioni è quasi certo poter affermare che inizialmente il fenomeno riguardò in maniera prevalente proprio la produzione bronzea di Postumo e sicuramente si trattò di una produzione tollerata se non in qualche misura addirittura controllata.

Parallelamente anche gli antoniniani di Postumo iniziarono ad essere imitati, in una primissima fase per scopi perlopiù fraudolenti, ma ben presto con l'aumentare della produzione ci dovette essere un passaggio di qualità (non intesa come qualità dei tondelli!) e questa produzione divenne in qualche misura controllata/tollerata inserendosi nel circolante accanto alle produzioni ufficiali.

Un centro di produzione che attraversa quasi tutte queste fasi di realizzazione di monete imitative, sorto probabilmente poco prima dell'avvento dell'impero gallico e poi cresciuto durante il regno di Postumo è la cosiddetta zecca non ufficiale di Chateaubleau che arrivò a svilupparsi in tre officine.

Qui un articoletto interessante a riguardo: http://www.mcu.es/museos/docs/MC/ActasNumis/Four_coin_production.pdf

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