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Indentificazione moneta antica


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Salve a tutti!

sono nuovo del sito e direi pure del tutto estraneo a questo genere di cose, per cui mi sono voluto iscrivere per saperne di più su di una moneta che mi è stata regalata quando ero bambino da un mio caro parente, che mi ha accompagnato per tutti i miei anni e a cui ho un forte attaccamento affettivo per quello che per me rappresenta.

Quando mi è stata regalata era un ciondolo, ma l' anello per attaccarcela alla catena si è spezzato. Ovviamente era stato attaccato di recente per farcela diventare, ma non so né quando né come. So anche che cosi' ha perso completamente il suo valore storico, ma non ho intenzione di venderla a nessuno o di cederla!

Se qualcuno potesse soddisfare la mia curiosità gli sarei molto grato! Ciao e grazie a tutti

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Peru' Filippo V (1700-1746) 8 Scudi

D. Lungo il bordo PHILIPPVS º V º D G º HISPANIAR. In mezzo, entro contorno perlinato, croce di Gerusalemme inquartata con le armi di Castiglia e Leon.
R. Lungo il bordo, a partire da ore 2, ET YNDIARVM REX ANO 1739. Al centro, entro contorno perlinato, colonne d'Ercole sormontate da corona sopra onde oceaniche; in alto corona.

Su tre righe:
IL, 8, Λ
P, V, Λ
7, 3, 9.

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http://www.lamoneta.it/topic/18685-moneta-misteriosa-aiutatemiiiiiiiiiiiiiii/

(1) La moneta aurea da 8 scudi battuta nell'America spagnola presentava le seguenti caratteristiche : percentuale di fino: 91,70%, peso 27.0673g.
"I colonizzatori spagnoli portarono nel Nuovo Mondo il sistema monetario castigliano, bimetallico e standardizzato nel peso e nelle dimensioni dalle ordinanze di Ferdinando e Isabella emesse a Medina del Campo nel 1497). La doppia base del sistema era costituita dall'Eccellente o Excelente in oro, sostituito nel 1535 dallo Scudo o Escudo e dal Reale o Real d'argento.

Le monete dell'America spagnola furono battute in particolare nei seguenti nominali:

in oro, lo scudo (3,38 grammi), i pezzi da due, quattro e otto scudi (quest'ultimo detto anche oncia), e il mezzo scudo o escudito;

in argento, il reale (3,43 e 3,38 grammi), il mezzo reale e il quarto di reale o quartiglio, e i pezzi da due, quattro e otto reali (quest'ultimo noto anche come duro, o peso forte).

Durante il 16 ° secolo, per un breve periodo, fu battuta in Messico una moneta da tre reali. L'oro non fu battuto in modo costante se non dopo la seconda metà del 17°secolo; fino ad allora la monetazione ispano-americano era stata quasi esclusivamente in argento. Il rame fu raramente utilizzato nell'America spagnola.
Le monete dell'America spagnola risultanti dalla percussione di martello hanno spesso un aspetto relativamente curato, essendo alla vista quasi rotonde e contenendo tutte le lettere e i simboli previsti, mentre le monete prodotte con presse o macchinari (mill coinage) sono spesso di aspetto molto modesto. Queste monete di conio approssimativo sono chiamate “macuquinas” in spagnolo (cobs in inglese). Nel 18° secolo, in seguito alle ordinanze di Filippo V, divenne obbligatorio l'impiego di macchine capaci di coniare monete perfettamente rotonde, con bordo zigrinato e cordonato.
La tipologia monetaria ispano-americana era molto caratteristica: i suoi elementi più costanti erano le colonne d'Ercole e il motto Plus Ultra, oltre allo stemma della monarchia. Nelle monete d'argento a bordo fresato furono adoperati gli stessi elementi, con l'aggiunta tra le colonne di due emisferi incoronati; si tratta della cosiddetta columnaria Moneda ("moneta colonnaria"), prodotta fino al 1772. Da quella data, con le ordinanze di Carlo III, le monete d'argento portarono sul dritto il busto del monarca regnante e sul rovescio lo stemma, sistema già in uso per le monete d'oro.
All'inizio del periodo coloniale, per sopperire alla scarsità di circolante, furono spesso utilizzati pezzi di metallo pressato delle fonderie. Col tempo, furono aperte varie zecche, le più importanti delle quali furono la messicana (1535-1821) e quella di Potosí (1574-1825) nell'attuale Bolivia. Altre minori (tra parentesi le date di funzionamento) furono quelle di Santo Domingo (1542 - fine 16 ° secolo e 1818-1821), Lima (1568-1570, 1575-1588, 1659-1660, e 1684-1824), Santa Fe de Bogotá (1626-1821), Guatemala (1731-1822), Santiago del Cile (1749-1817), Popayán (1732 e 1749-1822), e Cuzco (1698 e 1824).
Le monete prodotte da queste zecche costituivano il circolante, , tipologicamente uniforme, di tutto l'Impero spagnolo. Esse si differenziavano per il segno della zecca, stampato su ogni moneta. Tra i simboli utilizzati i seguenti: Messico, M; Potosí, P e, per le monete a bordo-fresato, PTSI e PTS in monogramma; Lima, P, L e, per le monete a bordo-fresato, LIMA e LIMAE in monogramma; Santiago del Cile, S; Guatemala, G e NG (per Nuovo Guatemala); Santa Fe de Bogotá, NR (per il Nuovo Regno); Popayán, P, PN, e PN; Santo Domingo, SD; Cuzco, C ° e CUZ."
(2) La leggenda del dritto di questa moneta va letta congiuntamente con quella del rovescio: PHILIPpus V Dei Gratia HISPANIARum/ET YNDIARVM REX (Filippo V, per grazia di Dio, re delle Spagne - intendendosi con il plurale l'unione dei regni di Castiglia e del León - e delle Indie). Il tipo del dritto è la croce potente (cioè barrata alle estremità) o di Gerusalemme, recante lo stemma quadripartito della corona di Castiglia che alternava nei quarti il castello (simbolo della Castiglia) e il leone (simbolo del León). Singolare l'uso della Y al posto della I (all'inizio del genitivo INDIARVM), tipico tuttavia della monetazione di Lima, Si noterà che, sia nella moneta del lettore, che in molte monete d'epoca dello stesso tipo, il bordo, e con esso la leggenda del dritto, è tagliato o sparito per via della limatura a cui la moneta è stata sottoposta nel corso del tempo.
(3) Le lettere L, 8, Λ rappresentano rispettivamente l'indicativo di zecca (L=Lima), il segno del valore (8=8 escudos), Λ (in realtà una V invertita che starebbe per Vargas).
Le seconde tre lettere P, V, A (l'ultima delle tre, in realtà è una A senza stanghetta) stanno per "Plus VltrA" il motto nazionale della Spagna che significa andare oltre, superare i propri limiti ed è l'esatto opposto della locuzione latina "nec plus ultra" che, tradotta letteralmente, significa non oltre. Secondo la mitologia, questa iscrizione fu scolpita da Ercole sui monti Calpe ed Abila, le cosiddette Colonne d'Ercole (Stretto di Gibilterra), creduti i limiti estremi del mondo, oltre i quali era vietato il passaggio a tutti i mortali. Contrariamente, quasi a voler superare lo stesso limite estremo umano, il sovrano Carlo V, adottò il motto Plus Ultra, nella volontà dichiarata di superare ogni ostacolo
.

Modificato da Fidelio
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Penso che per prima cosa @@Bob1991 dovrebbe indicare il peso e il diametro, dettagli indispensabili per appurarne la genuinità

che mi lascia non pochi dubbi...

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Penso che per prima cosa @@Bob1991 dovrebbe indicare il peso e il diametro, dettagli indispensabili per appurarne la genuinità

che mi lascia non pochi dubbi...

...quelle strane striature sul fondo ad esempio...ma il peso è indispensabile in quanto avrà anche'esso come oro, un suo peso specifico!

Modificato da Fidelio
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