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IGNORED

Piccolo bronzo non identificato


Risposte migliori

La presente moneta fa parte di una collezione istituzionale e proviene da un ripostiglio sardo inedito che il nostro Gruppo di studio si accinge ad analizzare come da accordo con un primario Museo italiano.

In via preliminare, riteniamo che il ripostiglio in oggetto sia stato occultato intorno al 485-490. In esso sono presenti pochissimi bronzetti anteriori al V secolo, essendo il medesimo costituito principalmente da nummi di Valentiniano III, Teodosio I e II, e vittorie vandale cartaginesi (nessuna sarda, il che è molto utile per determinare la datazione iniziale dei nummi vandali di zecca sarda). Tra questi pochissimi "intrusi" si trova anche questo bronzetto apparentemente greco che misura ca. 10 mm di diametro, pesa 1,05 g ed è leggermente scifato.

30ljh35.jpg

Qualcuno ha idea di cosa si tratti? Grazie.

Antvwala

PS) La fotografia è in bassa definizione e me ne scuso. Trattandosi di ripostiglio di grande dimensione (quasi 1500 monete) e dovendo essere studiato presso la sede museale ov'è conservato, abbiamo deciso di realizzare una documentazione rapida immediata di tutti i nummi la quale, per ragioni di velocizzazione, viene fatta con lo scanner, soluzione certamente scadente e impropria per uno studio numismatico, ma che ci consente di realizzare un data-base del ripostiglio e una prima catalogazione di massima. Successivamente procederemo a fotografare le monete con mezzi e metodologia adeguata.

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Perché mai dovrei arrabbiarmi? Visto che il contesto dal quale viene questo bronzetto è vandalo, ancorché sardo, una moneta giudaica ci starebbe benissimo. L'esempio che hai postato ha delle similitudini importanti, ma anche una differenza sostanziale: nella moneta del ripostiglio il disegno di una faccia è inserito in un rombo, iconografia che mi pare non esistere nella monetazione giudaica...

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Perché mai dovrei arrabbiarmi? Visto che il contesto dal quale viene questo bronzetto è vandalo, ancorché sardo, una moneta giudaica ci starebbe benissimo. L'esempio che hai postato ha delle similitudini importanti, ma anche una differenza sostanziale: nella moneta del ripostiglio il disegno di una faccia è inserito in un rombo, iconografia che mi pare non esistere nella monetazione giudaica...

Hai ragione...sorry...forse bisognerebbe ricercare con riferimento all'emilitra siciliana

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Purtroppo non sono di alcun aiuto e forse bisognerebbe spostare la discussione in sezione più appropriata.

Non è una greca dell'Italia o Sicilia e sicuramente l'elemento più caratterizzante è la presenza di un incuso romboidale… e pure io tendo ad escludere un'attribuzione all'area giudaica.

Spero che qualcuno possa fornire ulteriori tracce….

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Comprendere in quale sezione sia più appropriato collocarla vorrebbe dire aver fatto un bel passo avanti nella sua interpretazione :)

Effettivamente l'ho inserita in questa sezione solamente a causa della sua provenienza sarda, ma non ho nessuna valida motivazione che giustifichi l'identificazione di un'area numismatica piuttosto che un'altra.

Direi greca perché parrebbe avere una lettera :Greek_Phi: e anche per il rombo in incuso... ma lo dico da ignorante poiché non ho idea di cosa sia questa monetina....

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Mi domando se sia una moneta

L'incuso romboidale ci esclude che sia siciliana o della magna Grecia come ci dice giustamente Acraf

Ci dice anche che il pezzo sembra essere coniato non fuso

Riconosco anch'io quello che parrebbe la lettera phi , tuttavia a sensazione non mi da' l'idea di una moneta quanto di una specie di tessera o gettone

Non ha poi molto senso che un bronzetto greco comparisse in un ripostiglio sardo del IV secolo

Ne avrebbe di piu' se invece fosse un bronzetto provinciale romano oppure , appunto, un'altra cosa...

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Mi domando se sia una moneta

L'incuso romboidale ci esclude che sia siciliana o della magna Grecia come ci dice giustamente Acraf

Ci dice anche che il pezzo sembra essere coniato non fuso

Riconosco anch'io quello che parrebbe la lettera phi , tuttavia a sensazione non mi da' l'idea di una moneta quanto di una specie di tessera o gettone

Non ha poi molto senso che un bronzetto greco comparisse in un ripostiglio sardo del IV secolo

Ne avrebbe di piu' se invece fosse un bronzetto provinciale romano oppure , appunto, un'altra cosa...

Circa la presenza degli "intrusi" nei ripostigli, non ne sono stupito. Già Amante Simoni nell'analisi dell'area cimiteriale di Cuglieri aveva osservato che nel VI secolo sembravano essere ancora in circolazione i nummi di minore dimensione di epoca costantiniana.

Sulla persistenza della circolazione monetaria del bronzo, sino a ben entrato il secolo XIX nella campagna del cuneese circolavano assi romani, accettati comunemente come se fossero monete da 5 o 10 centesimi, secondo quale fosse la loro dimensione visiva. Cito la campagna cuneese perché questa circolazione è stata ben documentata da uno studioso, ma immagino che la stessa cosa succedesse in tantissime altre aree rurali. Quindi non sono stupito del fatto che in questo tesoretto sardo ci sia presenza occasionale di nummi di età molto precedente.

Per ora disponiamo solo di una prima prospezione, per così chiamarla. Spero che entro una quindicina di giorni si possa realizzare una prima documentazione fotografica preliminare ma completa di tutto il materiale presente, così da poter avviare l'elencazione del contenuto del ripostiglio e determinare l'epoca della sua costituzione.

In questo primo assaggio ci è parso interessante questo strano bronzetto.

Non escludo affatto che, come dice Numa Numa, possa non trattarsi di una moneta: infatti è per questa ragione che ho sempre usato la parola "bronzetto" e non "nummo" o "moneta", proprio per non dare per scontato che si tratti di una moneta. Tuttavia la sua presenza in un ripsotiglio ne attesta comunque l'uso monetale.

Antvwala

PS) In questo momento sono ben quattro i ripostigli di nummi del V secolo che stiamo studiando: stiamo quindi cercando di mettere a punto una modalità rapida per documentare il materiale, tenendo in conto che la documentazione stessa avviene in "casa d'altri" e che quindi dobbiamo limitare le nostre "trasferte".

PPS) L'analisi di monete, qualsivoglia esse siano, dentro di un contesto storico documentato in quanto a luogo e momento di circolazione, ci rende sempre più evidente l'enorme differenza che esiste tra moneta contestualizzata e decontestualizzata e quindi l'enorme danno prodotto dalla decontestualizzazione della moneta fatta da coloro che s'imbattono in tesoretti e li smembrano per affanno collezionistico e/o commerciale.

PPPS) In un tesoretto non è interessante studiare cosa vi sia dentro, ma spesso è altrettanto interessante analizzare cosa invece sia assente: le assenze, infatti, sono ciò che spesso meglio consente di datare la successione delle diverse tipologie monetarie.

PPPPS) L'ottica con cui si guardano le monete di un ripostiglio, o comunque monete contestualizzate, è totalmente diversa da quella del collezionista. L'interesse della moneta non nasce dalla sua rarità assoluta, concetto che riguarda esclusivamente il collezionista, ma dalla sua presenza in un determinato contesto piuttosto che in un altro. Un centennionale "comunissimo" di Costantino, se trovato nella campagna dello Sri Lanka, si converte in una moneta assai più rara e interesante di un solido di Pertinace trovato a Roma. Lo studio dei ripostigli o converte il collezionista in un numismatico, o viene abbandonato in quanto a chi numismatico non è (o non lo diventa) appare cosa molto noiosa. Per il numismatico, al contrario, perde gran parte del suo interesse qualunque moneta, anche la più rara, quando la stessa è decontestualizzata.

Modificato da antvwaIa
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