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I luigini

Il luigino nel Seicento

Seborga emise per la prima volta una propria moneta nell’anno 1666. I monaci di Lerino, infatti, alla ricerca di fonti di reddito alternative alle rendite agricole, da alcuni anni piuttosto scarse, decisero di esercitare uno dei diritti che competevano al Principe sovrano e nel giorno della vigilia di Natale il Principe-Abate Cesare Barcillon appaltò così a Bernardino Bareste di Mougins la gestione per cinque anni di una nuova zecca seborghina, dietro a un corrispettivo di 740 lire all’anno; l’appalto al Bareste si prolungherà poi fino al 1679. Nella zecca, situata nel Palazzo dei Monaci a Seborga, cominciarono così ad essere coniati i cosiddetti luigini, il cui nome si ispirava alla moneta corrente in Francia in quel tempo, il louis.

Le monete recavano al dritto il busto di san Benedetto (ma taluni sostengono che si trattasse invece di Sant’Onorato) e al rovescio lo stemma ancora oggi utilizzato dall’Abbazia di Sant’Onorato di Lerins, sormontato da corona principesca. Sul contratto d’appalto sottoscritto nel 1666 era riportato che il fiduciario aveva l’obbligo di riportare sulle monete l’arma dell’Abbazia di Lerino e le iscrizioni relative al rango principesco del Principe-Abate, mentre gli veniva riconosciuta per il resto ampia facoltà di imprimervi “quant’altro di lecito gli fosse aggradato“.

I luigini furono da subito malvisti dal Re di Sardegna e dal Re di Francia, che probabilmente volevano impedire la circolazione sul loro territorio di monete che sfuggivano al loro controllo e alle loro tasse. Inizialmente ebbero invece grande successo in Oriente, dove furono molto richiesti e ricercati per le loro caratteristiche di praticità; questo spinse i monaci ad aumentarne la produzione, riducendo però al contempo il loro quantitativo d’argento; col tempo, perciò, anche in Oriente i luigini di Seborga finirono col decadere.

Nel 1679 al Bareste succedette Silvan Condaz e a quest’ultimo a sua volta, nel 1686, il coniatore Jean D’Abric. Quest’ultimo, tuttavia, venne accusato di fabbricare monete false e pertanto, dopo una protesta del Re di Francia, il conio delle monete fu sospeso e non riprese più. La Zecca del Principato di Seborga rimase perciò formalmente attiva dal dicembre 1666 all’ottobre 1687, anche se non sono noti luigini prodotti dopo il 1671. Il materiale atto alla coniazione delle monete fu poi ceduto nel 1719 dal Podestà di Seborga Giuseppe Antonio Biancheri alla Repubblica di Genova, a parziale rimborso di un precedente debito che i monaci avevano contratto proprio con quest’ultima nel 1584.

Ai giorni nostri sono pervenuti soltanto dodici luigini, che sono classificati come “rarissimi” e riscuotono un grandissimo interesse numismatico. Quattro esemplari fanno parte della raccolta numismatica del Re Vittorio Emanuele III (si tratta delle monete che l’Avvocato Lea spedì al Re di Sardegna Vittorio Amedeo II nel 1729, quando, in relazione alla vendita del Principato ai Savoia, fece un sopralluogo a Seborga), uno si trova presso l’Archivio di Stato di Torino, due presso il Museo Imperiale di Vienna, uno all’Hôtel de Ville di Marsiglia, uno all’Hôtel de Ville di Lione e tre sono infine in possesso di privati.

Luigino del 1667

Luigino del 1668

Luigino del 1669

Luigino del 1671

 

 

 

I luigini del Principe Giorgio I

Un nuovo impulso all’attività numismatica e, stavolta, anche filatelica viene dato dal Principe Giorgio I, che nel 1995, con il decreto 28/02/95, ristabilisce l’antico diritto mai abrogato a coniare proprie monete. Al luigino viene attribuito il codice identificativo SPL. Il tasso di cambio è fissato in relazione al dollaro statunitense: 1 SPL = 6 USD (facendo clic qui è possibile accedere a un convertitore online che consente di calcolare il tasso di cambio del luigino con altre valute); secondo alcuni esperti questo farebbe del luigino l’unità monetaria con il più elevato valore al mondo.

Il 12 marzo 1995 viene realizzata la prima emissione di 2500 prototipi di luigini numismatici con millesimo 1994.

Il 23 aprile dello stesso anno viene invece emessa la serie circolante di monete con millesimo 1995, composta da 5 e 15 centesimi, da mezzo luigino e da 1 luigino. Ai votanti al Referendum del 23 aprile 1995 per l’approvazione degli Statuti Generali viene anche donato un luigino numismatico millesimo 1994.

Il 14 giugno 1995, in occasione del compleanno del Principe Giorgio I, viene emessa una moneta da collezione da 7 luigini e mezzo. Tale moneta, realizzata in argento 999, ha un peso di 31,1 g, equivalente a un’oncia.

Il 17 agosto 1997 viene emessa, sia in versione circolante sia in versione in argento 999, una nuova moneta da 2 luigini con millesimo 1996, celebrante la Proclamazione di Indipendenza del 20 agosto 1996. La moneta ha anche vinto un premio per l’effigie del Principe Giorgio I, realizzato con particolare realismo e in posizione frontale, scelta piuttosto rara in ambito numismatico.

Sempre nel 1997 viene infine emessa, sia in versione circolante sia in versione in argento 999, una moneta da 10 centesimi in onore di San Bernardo di Clairvaux , fondatore della Povera Milizia di Cristo.

La coniatura dei luigini è stata realizzata per conto del Principato di Seborga dalla Zecca di Verrès (Aosta).

Riepilogo delle emissioni di luigini realizzate sotto il regno del Principe Giorgio I

Emissione del Monete emesse Millesimo Note

12 marzo 1995 1 luigino 1994 Da collezione

23 aprile 1995 5 centesimi

15 centesimi

mezzo luigino

1 luigino 1995

1995

1995

1995 Circolanti

Circolanti

Circolanti

Circolanti

14 giugno 1995 7,50 luigini

Riconii:

1 luigino 1995

1995 Da collezione

Da collezione

17 agosto 1997 2 luigini

Riconii:

1 luigino

15 centesimi 1996

-k

1996

1996 Da collezione e circolanti

Da collezione e circolanti

Circolanti

??? 1997 10 centesimi 1996 Da collezione e circolanti

 

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