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IGNORED

Stemma vescovile?


Bruzio

Risposte migliori

Salve, vorrei sapere se possibile, qualche informazione sullo stemma di questa chiesetta immersa in un castagneto vicino dove abito. La leggenda narra che sia stata edificata per volere di un vescovo che in quel luogo ricevette una grazia, quindi credo che lo stemma sia attribuibile al casato del vescovo. Al centro dello stemma è raffigurata una mano che stringe un ramoscello o una spiga, e sotto tre colli forse; sopra invece una stella? La posizione alquanto elevata dello stemma non mi ha consentito di fare foto migliori, me ne scuso.

chies1.JPG

chies2.JPG

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1 ora fa, Bruzio dice:

Salve, vorrei sapere se possibile, qualche informazione sullo stemma di questa chiesetta immersa in un castagneto vicino dove abito.

Cioè, dove? :rolleyes:

Non sono io l'esperto, ma posizionare geograficamente lo stemma può senz'altro servire a indirizzare le ricerche verso le casate di quella zona.

petronius :)

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47 minuti fa, petronius arbiter dice:

Cioè, dove? :rolleyes:

Non sono io l'esperto, ma posizionare geograficamente lo stemma può senz'altro servire a indirizzare le ricerche verso le casate di quella zona.

petronius :)

Si, hai ragione! dunque la chiesa si trova ai piedi della Sila (provincia di Cosenza) il comune preciso non so,  il vescovo era di Cariati (CS) se non errò.

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Gentile amico, innanzitutto grazie per la condivisione e per le foto.

Quella dello stemma non è nitidissima, ma fa distinguere uno scudo semirotondo in cartiglio, probabilmente databile al XVII-XVIII secolo.

E ancor più probabilmente rovinato, o comunque "vissuto": se fosse stato di un vescovo, avrebbe dovuto mostrare un cappello prelatizio o altri ornamenti episcopali.

Che invece non si vedono: sembra che i contorni dello scudo siano carenti in più punti.

Quindi non possiamo dire che fosse lo stemma di un vescovo.

Sul contenuto, si notano bene una mano destra che stringe cinque spighe, e una stella (di sei raggi?) che sormonta il tutto (i monti sembrano essere invece una parte della decorazione del bordo dello scudo).

Un po' poco per identificare la famiglia di pertinenza...

E una rapida occhiata ai vescovi di Cariati di quel periodo non mi ha aiutato... per ora.

Forse puoi aiutarmi di più tu, indicandomi (anche in messaggio privato, se credi) di che chiesa e/o comune della nostra Sila si tratta.

Grazie anticipate! :good:

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Fatte! ?

Grazie ai tuoi suggerimenti, sono riuscito a risalire a uno studio (M. Perfetti, La chiesa della Madonna della Pietà in Rovito, in "Rivista storica calabrese", 1986, pp. 295÷304) che ho potuto consultare grazie all'aiuto degli impareggiabili amici della Deputazione di Storia patria per la Calabria, che qui ringrazio nuovamente.

Per prima cosa, inquadriamo bene il tutto.

Siamo a Rovito, a pochi chilometri dal capoluogo Cosenza in direzione San Giovanni in Fiore-Crotone.

La chiesa è intitolata alla Madonna della Pietà, molto venerata in loco, e oggetto di un'importante festa di antichissima tradizione.

L'edificio attuale risale alla prima metà del '600, e insiste sul sito di un precedente luogo sacro.

Si ignorano le circostanze che portarono inizialmente a questa venerazione: da questo antico silenzio delle fonti derivarono le numerose leggende che avvolgono l'instaurarsi del culto mariano nell'area.

Una di tali leggende coinvolge un non precisato vescovo di Cariati, come ben hai riportato, e venne ripresa una quarantina d'anni fa nello stampare i santini ai quali mi accennavi in privato.

Più sicure sono invece le notizie sulla riedificazione secentesca, alle quali è dedicato lo studio che menziono sopra.

E che prendono le mosse dal 1634...

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In quegli anni, la comunità di Rovito decise di costruire un complesso ecclesiastico consono alla forte devozione popolare verso la Madonna della Pietà.

E qui iniziarono i problemi.

Riassumo in parole povere lo studio del Perfetti: pian piano, dall'inizio del 1634 i rovitesi intrapresero le collette per affrontare le spese.

Evidentemente i soldi raccolti non erano tanti, visto che a metà anno un nobile di Cosenza (che aveva interessi a Rovito) offrì un cospicuo contributo con cadenza annuale, a patto di ricevere il giuspatronato della chiesa.

Nel mentre si perfezionavano le necessarie pratiche da presentare alla Curia pontificia, un bel (o brutto) giorno il vicario dell'arcivescovo di Cosenza si intromise e pretese per sè tale giuspatronato, estromettendone di fatto il benefattore cosentino.

Com'è immaginabile, ne nacque una diatriba mica da poco...

...sui cui esiti, però, il Perfetti non ha trovato riscontri.

Nel suo studio, il Perfetti assegna lo stemma della facciata della Madonna della Pietà al predetto vicario, tale don Gaspare Domenicano, del quale però ignoro come fosse fatto lo stemma (ammesso che ne avesse uno).

In quegli anni, l'arcivescovo di Cosenza era Giulio Antonio Santoro, titolare di uno stemma del tutto diverso.

Ancor più diverso era lo stemma del coevo vescovo di Cariati, monsignor Francesco Gonzaga.

Tieni presente che nella tua foto non si capisce se sullo scudo ci sia un cappello prelatizio, o no.

Quindi, di chi può essere quel destrocherio impugnante cinque spighe sormontate da una stella di sei raggi?

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E qui nascono i "problemi" araldici della questione.

Nello studio del Perfetti (cfr. il post #9) è pubblicata una foto dello stemma, abbastanza grande ma non del tutto nitida, dalla quale sembra che sopra lo scudo ci possa essere un elmo.

Il che escluderebbe don Domenicano (cfr. il post precedente) dalla titolarità dello stemma.

É vero che ai lati dello scudo ci sono due modanature a forma di cordone.

Ma gli amici della Deputazione di storia patria mi segnalano che si tratta di ornamentazioni tipiche delle maestranze locali di quegli anni, il che fa escludere che siano i residui di uno scomparso cappello prelatizio.

Se lo stemma è laico, occorre quindi pensare a un titolare non religioso.

Dimenticavo di dirti il nome del nobile benefattore cosentino che si fece avanti a metà 1634: Scipione Migliarese.

Dieci anni dopo, scomparso don Domenicano, cappellano della Madonna della Pietà diventa il chierico Andrea Migliarese, che il Perfetti (cit., p. 300) definisce "magnifico": come tale, era probabilmente nobile e verosimilmente parente del predetto benefattore Scipione.

É facile collegare questo cognome alle spighe dello stemma (Migliarese ---> miglio)...

...problema risolto? ?

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...macchè! ?

Le numerose fonti che raccolgono stemmi delle famiglie calabresi concordano nell'assegnare ai Migliarese di Cosenza uno stemma ben diverso e senza spighe.

Al che, rimane ben poco da aggiungere. ?

Se non un paio di considerazioni o (se preferisci) di ipotesi:

- lo stemma può non appartenere a nessuno dei personaggi sopra identificati: in questo caso ci si pone il problema di capire chi, dopo il 1634, possa aver avuto motivo di farlo realizzare (un altro benefattore? un successivo restauratore? o chi altro ancora?);

- lo stemma può essere una variante "rovitese" dello stemma Migliarese, ignota alle fonti che ho consultato (e la semplice evidenza delle figure parlanti è coerente con l'ideazione di uno stemma "facile" per un ramo ultrogenito o locale della famiglia ---> ma ci occorrerebbe una ricerca genealogica per sapere se Scipione e Andrea facevano parte di un simile ramo dei Migliarese).

Insomma, gira e gira non ne siamo ancora venuti a capo in maniera certa...

...sorry!

?

 

Modificato da Corbiniano
ho cambiato un verbo per chiarire meglio la prima ipotesi
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@Corbiniano

Ti ringrazio molto per le utilissime informazioni ed il lavoro certosino che hai svolto. Il Perfetti, storico originario del luogo ha scritto diversi saggi su chiese e personaggi  del posto e la cosa che più mi fa piacere è sapere che questo luogo di culto risale a prima del '600. (la zona facente parte dell'appennino calabrese è fortemente sismica e in più fonti sono riportati terremoti devastanti nei secoli scorsi; forse questa la causa della riedificazione?) Ho anche saputo che nelle immediate vicinanze della chiesa sorgeva in antichità un lazzaretto per gli appestati, probabilmente perchè lontana dal centro abitato. In ultimo su un libro di un altro Perfetti (parente di Mario, quello da te citato) si fa riferimento anche al vescovo di Santa Severina oltre che a quello di Cariati, ma se come affermato lo stemma non è di origine prelatizia allora poco importa. Forse non ne siamo venuti a capo, ma sicuramente ogni ricerca riserva i suoi insegnamenti ed è bello poterli condividere.

Grazie ancora e alla prossima!

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Grazie a te per l'interessante quesito!

La nostra Calabria è terra ricca di tesori culturali poco o nulla conosciuti, e la breve chiacchierata che abbiamo fatto ne è piccola prova.

Tesori rimasti in quantità, nonostante cataclismi e storie attraverso cui sono dovuti passare.

A proposito di cataclismi, non credo che la Madonna della Pietà di Rovito sia sorta nel 1634 a seguito di un terremoto: il Perfetti non ne parla, e il tremendo 1693 (e ancor più il 1783) era di là da venire.

Per la cronaca, in quell'anno l'arcivescovo di Santa Severina era il romano Fausto Caffarelli il cui stemma, ben presente su più punti della cattedrale della nave di pietra, era a sua volta assai lontano dalle nostre "misteriose" spighe di Rovito.

:good:

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Supporter

L'unico stemma vescovile che ho trovato che abbia una vaga somiglianza con quello mostrato appartiene a Carlo Allorio, Vescovo di Pavia, e che non credo abbia nulla a che vedere con la diocesi calabrese

Carlo Allorio,             Vescovo di Pavia.jpg

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Il 22/2/2017 at 18:45, Corbiniano dice:

 

- lo stemma può essere una variante "rovitese" dello stemma Migliarese, ignota alle fonti che ho consultato (e la semplice evidenza delle figure parlanti è coerente con l'ideazione di uno stemma "facile" per un ramo ultrogenito o locale della famiglia ---> ma ci occorrerebbe una ricerca genealogica per sapere se Scipione e Andrea facevano parte di un simile ramo dei Migliarese).

Penso sia una valida ipotesi.

Posto la foto dello stemma di una famiglia  con nome simile.

migliorati.jpg

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  • 6 mesi dopo...

@trenta

Grazie per l'eccellente e corretta osservazione: la famiglia Schipani di Taverna è menzionata (con questo medesimo stemma) anche da U. Ferrari nel suo Armerista calabrese (Bassano del Grappa, La Remondiniana 1971) a p. 58 con il seguente blasone:

d'azzurro, al destrocherio di carnagione, impugnante una spiga di frumento d'oro.

:beerchug:

Modificato da Corbiniano
correzione refuso
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