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Medaglia devozionale Santi francescani


claudioc47

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RESTAURO CONSERVATIVO
Continuiamo sull'argomento restauro, con un altra medaglia devozionale dedicata a due Santi "francescani" dei quali allego due brevi profili.

Maria Francesca delle Cinque Piaghe, al secolo Anna Maria Rosa Nicoletta Gallo (Napoli, marzo 1715 – Napoli 6 Ottobre 1791), è stata una religiosa italiana del terz’ordine regolare di San Francesco beatificata nel 1843, fu proclamata santa nel 1867.
Nel settembre 1731 , entrò nel terz’ordine regolare di San Francesco Alcantarino e divenisse terziaria francescana.
L'8 settembre 1731 Anna Maria pronunciò i voti assumendo il nome di Maria Francesca delle Cinque Piaghe, per la particolare devozione che aveva verso la Passione di Gesù. Vestì l'abito religioso e continuò a vivere nella casa paterna.
A 38 anni andò, insieme ad un'altra terziaria, suor Maria Felice, a fare la governante nella casa del suo direttore spirituale, il padre Giovanni Pessiri, un sacerdote che viveva al secondo piano di un antico palazzo in vico Tre Re a Toledo, dove rimase per 38 anni fino alla morte.
Morì a 76 anni il 6 ottobre 1791.
Oggi è particolarmente venerata a Napoli, soprattutto dalla popolazione dei Quartieri spagnoli, che invocò la sua protezione anche durante la seconda gurra mondiale.
La piccola chiesa santuario di vico Tre Re 13, ricavata vicino alla sua casa, è oggi meta di continui pellegrinaggi,
In particolare, all'interno del convento vi è una sedia ritenuta miracolosa dai fedeli. Essa è la sedia dove solitamente Maria Francesca sedeva per riposare e trovare sollievo mentre avvertiva i dolori della Passione. Oggi chi vuol chiedere una grazia alla santa, vi si siede e le rivolge una preghiera. Questo rituale è particolarmente seguito dalle donne sterili che desiderano il concepimento di un figlio.

Rocco di Montpellier, universalmente noto come san Rocco (Montpellier 1346/1350– Voghera, notte tra il 15 e 16 Agosto 1376/1379), è stato un pellegrino e taumaturgo francese; è venerato come santo ed è patrono di numerose città e paesi.
È il santo più invocato, dal Medioevo per le grandi catastrofi come i terremoti, alle epidemie e malattie gravissime; in senso più moderno. Il culto di san Rocco è popolarissimo da secoli in Europa e nel resto del mondo.
Appartenente ai Terziari francescani, pare affermino che la sua “francescanità” sia dovuta all'azione dei religiosi francescani, appunto, che ne diffusero il culto, sia su richiesta della Corte del Regno delle Due Sicilie (alcuni Borbone furono guariti per sua intercessione). Voghera rimane comunque il centro da cui si sviluppò il culto del santo pellegrino di Montpellier, la cui celebrazione è attestata a partire dalla fine del Trecento (il primo e più antico documento al mondo, attualmente disponibile, in cui se ne parli, è lo statuto comunale vogherese di quel tempo).
A Penta, frazione del comune di Fisciano, (SA), nella chiesa di San. Bartolomeo Apostolo è conservata, oltre che a una piccola reliquia del santo, un'antica statua bronzea, risalente alla prima metà del 1500. Ogni anno, a Penta, si svolge, il 16 agosto, un'imponente processione.

La medaglia in ottone (29x39 mm ) presentava vaste macchie e diversi ossidazioni sia al D/ che al R/. Dopo un primo lavaggio, si è provveduto all'asportazione meccanica al microscopio delle ossidazioni maggiori, e poi si è proceduto con un lavaggio particolare per l'eliminazione delle macchie.

Si ringrazia il committente per aver autorizzato la pubblicazione.

 

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Modificato da claudioc47
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Non sono assolutamente un esperto, parlo da umile osservatore, ma a me sembra più bella , più viva prima del restauro.

Opinione assolutamente personale che nulla toglie alla professionalità e serietà di chi ha effettuato il restauro.

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7 ore fa, italov. dice:

Non sono assolutamente un esperto, parlo da umile osservatore, ma a me sembra più bella , più viva prima del restauro.

Opinione assolutamente personale che nulla toglie alla professionalità e serietà di chi ha effettuato il restauro.

Quella del restauro è una decisione che è legata al gusto personale del possessore. A differenza delle monete, per le medaglie devozionali è più frequente che venga richiesto questo tipo di intervento, specialmente quando sono presenti ossidazioni di un certo rilievo che con il tempo tendono ad intaccare il metallo in maniera non recuperabile,

 

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4 ore fa, italov. dice:

Perfettamente d'accordo, ma parliamo di restauro, non di restauro conservativo.

Il restauro, nella sua accezione comune, è qualsiasi intervento volto a rimettere in efficienza un prodotto dell’attività umana. Così recita Cesare Brandi (1906-1988, Fondatore e Direttore dell’Istituto Centrale del Restauro fino al 1967) nella sua opera “Teoria del restauro” nella quale enuncia i principi fondamentali di tale attività riguardo alle opere d’arte. Monete e medaglie, le ritengo opere d’arti “minori” anche se poi si trovano fra di esse dei veri e propri capolavori in miniatura. Come tali quando eseguo un restauro seguo gli stessi principi espressi nell’opera suddetta.

Il restauro può essere “conservativo” quando è finalizzato a mantenere l’opera nella sua consistenza estetica iniziale, e può essere “integrativo” quando è finalizzato, oltre alla consistenza estetica, anche a quella materiale, per far sì che l’opera possa essere trasmessa al futuro.

In questo caso l’importante era rimuovere le ossidazioni più pesanti (per questo l'ho definito conservativo) e per far ciò si è persa una parte della patina che si era formata, a testimonianza del tempo trascorso, ma che in parte è rimasta e si integrerà nel tempo.

 

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