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Achemenidi in Lidia: monetazione imperiale o di una zecca della satrapia?


Risposte migliori

In questi giorni ho riletto l'articolo del 2011 di Nicolas Corfù "A new theory for siglos and dareikos".

In estrema sintesi Corfù sostiene che la monetazione achemenide, che tutti noi conosciamo, non sarebbe una monetazione "imperiale", ma la monetazione di una zecca della Satrapia di Lidia (probabilmente Sardi).

Se i sicli e i darici (ma soprattuttto i sicli, visto che l'oro circola per lunghe distanze visto il suo grande valore intrinseco) fossero monete "imperiali" allora avrebbero circolato in tutto l'impero, compreso la Lidia. Ma in questi territori continuarono a circolare monete "locali" che non furono sostituite dai sicli (e darici).

Si può allora parlare di moneta regale/imperiale?

Cosa ne pensate di questa teoria?

Saluti,

Matteo.

 

Corfù 2011 A_New_Thesis_for_Siglos_and_Dareikos.pdf

Modificato da Matteo91
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Questione assai complessa @Matteo91.

Da un lato la maggior parte dei ripostigli sono stati rinvenuti al di fuori dell'Asia Minore occidentale, dall'altro la maggior parte degli esemplari si concentrerebbe invece proprio in quella zona.

Ancora più curioso il fatto che nella zona centrale dell'impero Achemenide i rinvenimenti di sicli e darici siano decisamente rari. 

Credo ci vorrà parecchio tempo prima di fare definitivamente luce sull'argomento, ma l'ipotesi pare molto interessante e mi auguro arrivino ulteriori sviluppi.

Sembrerebbe quasi che la Zecca possa essere sì Lidia o dell'Asia minore, ma che le monete fossero state prodotte per una più ampia circolazione nell'impero, in ogni caso per necessità non solo locali. Questo mi farebbe pensare che se la coniazione fosse realmente partita in seguito alla presa del potere da parte dei Persiani e per loro volontà/necessità, comunque si potrebbe usare la definizione di moneta regale/imperiale, per quanto non prodotta dalle strutture imperiali centrali, in quanto comunque emanazione della volontà imperiale per le necessità di tutto o parte dell'Impero.

Modificato da Archestrato
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Grazie per la risposta @Archestrato. Alla luce di questo articolo, dovrei rileggermi tutta la bibliografia classica sul tema.

Ricordo senz'altro di aver letto che fosse ormai pacificamente riconosciuto che i sicli circolassero esclusivamente in Lidia e dintorni e che non fossero pensati per la circolazione nell'attuale Iran e nelle regioni più orientali (vedasi per esempio le monete di "manifattura locale" rinvenute nel Chaman-i Hazouri hoard, nei pressi di Kabul, di cui ho parlato un po' nel forum e che ho provato a raccogliere qui: https://www.academia.edu/34581872/An_attempt_to_classify_the_so-called_Monnaies_dune_espèce_nouvelle_minted_in_Kabul_valley_during_the_Achemenian_period).

Una monetazione imperiale avrebbe sostituito le altre presenti almeno in Asia Minore, penso...Di sicuro (?) nelle regioni interne e orientali, quelle veramente importanti, queste monete non hanno circolato: magari ci sono arrivate e accettate per il contenuto di metallo prezioso. Non parebbe una tipica monetazione imperiale.

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  • 2 settimane dopo...

No Matteo, non ho avuto modo, ritengo la questione assai complessa ed intrigante, In linea di massima non parrebbe una coniazione imperiale, ma, visti gli interessi economici ed i sucessivi sviluppi militari si potrebbe ipotizzare un emissione imperiale a livello locale, ad esempio la satrapia di Lidia coniò con l'approvazione imperiale Achemeide ( e forse sotto il suo controllo) questa monetazione per imporre la propria presenza monetale e politica in ques'area molto delicata.

 

daniele

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2 ore fa, danielealberti dice:

No Matteo, non ho avuto modo, ritengo la questione assai complessa ed intrigante, In linea di massima non parrebbe una coniazione imperiale, ma, visti gli interessi economici ed i sucessivi sviluppi militari si potrebbe ipotizzare un emissione imperiale a livello locale, ad esempio la satrapia di Lidia coniò con l'approvazione imperiale Achemeide ( e forse sotto il suo controllo) questa monetazione per imporre la propria presenza monetale e politica in ques'area molto delicata.

Condivido.

Peraltro ho posto la medesima questione anche su un forum straniero. Robert Tye mi ha risposto in questo modo:

Cita

Hello Matteo, Peter
Matteo > In brief Corfù thinks that the Achaemenid coinage could not be an imperial/regal coinage because it didn't circulate in the whole empire.
From this – it looks to me like the guy is just playing with words.  Its long established that the coins seem officially sanctioned but only circulated in the coin-using Western provinces.
Since the gold darics were much used for paying bribes to Greek political allies, and also, they were struck, not to local Lydian weight standards but to the Sumerian/Babylonian weight standards established before 2000 BC, I would call them imperial issues – but arguing about use of words seems rather a waste of time to me.


 

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Non ho ancora letto l'articolo in questione, ma a quanto ricordo l'impero* achemenide era a cavallo tra due aree dalle diversissime usanze. Ad occidente la moneta coniata con un valore garantito dallo "Stato", ad oriente invece si era ancora rimasti all'uso del metallo non monetato a peso. Forse i sigloi ed i darici come altre monete erano considerate come lingotti nella parte orientale dell'"impero".

 

 

* Nota dai miei appunti sulla conferenza che tenni al Circolo Astengo un bel po' di tempo fa:

Il termine "impero" che noi utilizziamo correntemente non ha corrispondenza in alcuna lingua antica. Le iscrizioni dei Gran Re si riferiscono alla terra (būmi) ed ai popoli (dahyu / dahyāva), mentre gli autori greci scrivono di "territori regali" (khōra basileôs), de l'arkhē (potere) del Gran Re e dei suoi satrapi. Il termine impero implica un potere territoriale.

Caratterizzato da una straordinaria diversità etnico-culturale e da una eccezionale vitalità delle forme d'organizzazione locale, esso può far pensare ad una federazione di Paesi autonomi sotto la lontana egida del Gran Re, che si manifesta solo attraverso prelevamenti tributari e leve militari.

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48 minuti fa, fra crasellame dice:

Non ho ancora letto l'articolo in questione, ma a quanto ricordo l'impero* achemenide era a cavallo tra due aree dalle diversissime usanze. Ad occidente la moneta coniata con un valore garantito dallo "Stato", ad oriente invece si era ancora rimasti all'uso del metallo non monetato a peso. Forse i sigloi ed i darici come altre monete erano considerate come lingotti nella parte orientale dell'"impero".

Condivido pienamente. Penso che Robert Tye abbia colto in pieno il problema: Corfù ha probabilmente "giocato" un po' troppo con le parole. E' evidente che l'impero achemenide non abbia mai emesso un'unica moneta che circolasse sull'intero territorio assoggettato alla propria influenza. Il motivo potrebbe ricondurso proprio al fatto che a oriente l'uso della moneta non era ancora diffuso. C'è però un eccezione in Afghanistan (nell'ultimo post di questa discussione c'è un link a un breve catalogo che ho provato a creare su queste emissioni): 

 

ps: molto interessante l'appunto che hai condiviso.

Modificato da Matteo91
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C'è da dire inoltre che - sempre a memoria - si distinguono diversi tipi di emissioni. Ci sono quelle considerate "Reali", oltre ai sigloi e darici mi viene in mente la tetradracma achemenide attribuibile ad una zecca della Caria. Ne postai un esemplare e ne discussi tempo fa qui: 

 

Ci sono poi anche le tetradracme al tipo ateniese coniate in Egitto ed attribuite ad Arteserse III (se ricordo bene).

Poi ci sono le emissioni civiche delle varie città delle varie regioni, ed infine le emissioni dette "karaniche" (vedi le emissioni cilicie attribuite a Tiribazos, Farnabazo, Tarkumuwa e Mazaios).

Infine restando in Asia Minore nella zona della Lidia, ci sono delle bellissime emissioni con testa di "satrapo" attribuite a Tissaferne ma che non riportano il suo nome ma bensì un abbreviazione di Basileos, quindi forse ci si trova di fronte ad un altro tipo di emissione "Reale".

Riporto alcune note proprio su queste monete:

Tissaferne, è relativamente ben conosciuto dalle fonti storiche greche. Fu satrapo a Sardi nell'ultima decade del V secolo a.C. e, di nuovo, dopo la sua sconfitta contro il ribelle Ciro il Giovane nel 401. Numerose monete sono state attribuite dai moderni studiosi a questo satrapo persiano. Tre diverse emissioni d'argento, tutte con una “testa di satrapo” al D, sono state attribuite a Tissaferne ed i ritratti sono stati considerati come ritratti del satrapo stesso.

Tuttavia nessuna di queste monete porta il nome di Tissaferne, e la loro legenda sembra essere l'abbreviazione della parola greca “del Re” (Basileos).

Il R di due emissioni fu sicuramente infuenzata dalla monetazione greca: la civetta, dalle monete di Atene, e la lira, presente su numerose monetazioni civiche dell'Asia Minore occidentale.
Il Re che corre sulla terza emissione è una reminescenza della monetazione Reale, e sarebbe da chiedersi se tutte e tre queste emissioni, dato che portano inciso il nome del re, non siano anch'esse da considerare monete Reali. Se così fosse, cresce l'interessante possibilità che questi ritratti siano intesi a rappresentare il Gran Re stesso. Simili considerazioni sono da applicare alla monetazione in bronzo che è stata attribuita a Tissapherne. Di nuovo, la legenda sembra essere
ΒΑΣ(ΙΛΕΟΣ).

Due emissioni bronzee hanno legami più espliciti con Tissapherne.
Una di queste è una moneta coniata ad Astyra nel nordovest dell'Asia Minore, con un ritratto barbuto al D e nel campo la scritta in greco
ΤΙΣΣ (ΤΙΣΣΑ su altre monete).
Da notare che non si tratta di emissioni “di Tissapherne” ma piuttosto di una città che scelse di apporre un ritratto di satrapo sulle proprie monete.
Nonostante tutto ciò, nessuna emissione può essere attribuita con certezza a Tissaferne come monetazione a suo nome.

 

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Grazie per questo interessante excursus, @fra crasellame.
Colgo l'occasione per mostrarti questa moneta, venduta pochi giorni fa nello shop ebay di Lanz: cosa ne pensi? Non l'avevo mai vista "dal vivo" e mi pare strano il canale di vendita scelto.

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IONIA
Achaemenid Period. Uncertain satrap
Silver Tetradrachm. Circa 350-333 BC.
26 mm. 14,26 g.
Obv:  Persian king, wearing kidaris and kandys, in kneeling-running stance right, holding spear in right hand, bow in left.
Rev: Incuse rectangle, containing pattern possibly depicting relief map of the hinterland of Ephesos.
Johnston, Earliest 26; Mildenberg, Münzwesen pp. 25–6 and pl. XII, 110; BMC Ionia p. 324, 3 and 6; Jameson 1787; Pozzi 3138.

Johnston has interpreted this remarkable reverse design as a relief map of the hinterland of Ephesos, which would make it the earliest Greek map and first physical relief map known. On the right (north) are the mountains Tmolos and Messogis between the river valleys of the Caÿster and Maeander, to the left of which are three mountain ridges (Madranbaba Dagi, Karincali Dagi, and Akaba Tepesi). Johnston follows Six in suggesting that the coins were probably struck under the Persian general Memnon at Ephesos, circa 336-334 BC, in order to pay his army after he had captured the city, but before his defeat by Alexander at the Battle of Granicus in 334. However, Johnston's theory has been the subject of some doubt, most recently by Leo Mildenberg.

Per la cronaca è stata aggiudicata a 4.311€.

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Che dire... in questo caso preferisco non pensare o perlomeno tengo per me certi pensieri.

Credo che si sia già discusso di questa particolare moneta qui sul forum, soprattutto per via del "rovescio" su cui alcuni (come hai anche riportato tu) vedono una "mappa" dei dintorni di Efeso.

E' sicuramente una moneta intrigante, sulla quale è stato detto e scritto parecchio.

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